Liberazione (quotidiano)
Liberazione | |
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Stato | ![]() |
Lingua | italiano |
Periodicità | quotidiano |
Genere | quotidiano politico |
Formato | Compact |
Fondatore | Sergio Garavini |
Fondazione | 11 ottobre 1991 |
Chiusura | 19 marzo 2014 |
Sede | Viale del Policlinico, 131 - 00161 Roma |
Editore | M.R.C. S.p.A. |
Tiratura | 60.000[1] |
Diffusione cartacea | 27.000[1] |
Direttore | Romina Velchi |
Sito web | www.liberazione.it |
Liberazione. Giornale comunista è stato un quotidiano italiano, organo di stampa ufficiale del Partito della Rifondazione Comunista.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Le origini[modifica | modifica wikitesto]
Nato inizialmente come settimanale l'11 ottobre 1991, dopo un mese di gestazione. Il numero 0 esce in 110 000 copie il 12 ottobre. Il numero 1 uscì il successivo 26 ottobre. È uscito in edizione cartacea settimanalmente fino al 7 aprile 1995, dall'8 aprile 1995 ha avuto cadenza quotidiana (tranne il lunedì) fino al 31 dicembre 2011; dal 1º gennaio 2012 ha avuto solo l'edizione on line, sospesa il 20 dello stesso mese. Ha ripreso le pubblicazioni on line il 7 gennaio 2013. Il 19 marzo 2014 ha interrotto anche l'edizione online.
La testata Liberazione[modifica | modifica wikitesto]
La testata storica con questo nome, Liberazione, negli anni settanta apparteneva al Partito Radicale, ed era pubblicata prima come quotidiano e poi come periodico, come organo d'informazione del Partito Radicale tra l'8 settembre 1973 e il 28 marzo 1974; era quindi rimasta in proprietà di Marco Pannella e della sua lista, che la cedette a titolo gratuito al Prc nel 1991; Rifondazione volle infatti che il giornale prendesse questo nome in omaggio al quotidiano della sinistra francese Libération. Nel 2017 è uscita la testata La nuova Liberazione, nuovamente legata al Partito Radicale.[2]
Vignettista storico di Liberazione è stato il cartoonist Enzo Apicella.
Paparazzin[modifica | modifica wikitesto]
L'inserto di "satira non negoziabile né ricattabile" ha fatto il suo esordio il 22 maggio 2007 sul quotidiano Liberazione. L'inserto, coordinato da Mauro Biani si è mosso in una zona franca sospesa al di sopra delle linee redazionali e senza obblighi di ortodossia verso il partito, pronta a ridere dei conflitti interni al Prc e perfino di fronte alla “morte annunciata” dell'inserto. Nell'ultimo editoriale dell'inserto, scritto da Carlo Gubitosa con lo pseudonimo di Alvise Spanò, si annuncia che «il Prc ha deciso: la satira ha scassato la minchia» [3] e che un partito poco propenso all'ironia avrebbe rimpiazzato l'inserto con la pubblicazione del Capitale, a puntate e in tedesco. Su Paparazzin si sono incontrate penne e matite di tante generazioni, e la sua forza è stata proprio quella di far convivere l'entusiasmo degli esordienti con l'esperienza dei veterani anche senza un piano editoriale definito, che ha portato a ripensare e riscrivere da zero questa pagina domenicale numero dopo numero fino a raggiungere le cinquanta uscite settimanali.
Le matite paparazzate sono state: Lele Corvi, Marco Scalia, Mauro Biani, Bersani, FS, Darix, Frago Comics, Edoardo Baraldi, Sebino e tanti altri.
Liberazione versione free press[modifica | modifica wikitesto]
Dal 31 marzo 2008 Liberazione esce con una edizione serale free press a Roma e Milano. È la prima volta che un giornale politico italiano investe in un progetto free press.
La Direzione[modifica | modifica wikitesto]
L'8 gennaio 2009, con un comunicato della segreteria di Rifondazione Comunista, viene chiamato a dirigere il giornale Dino Greco, ex sindacalista, al posto di Piero Sansonetti. Il 18 maggio 2013, Romina Velchi ha assunto la direzione della testata e Dino Greco è stato nominato direttore editoriale.
Sospensione delle pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]
La società editrice del giornale, la Mrc, ha annunciato che dal 1º gennaio 2012 il giornale ha sospeso in via cautelativa le pubblicazioni cartacee (mantenendo però la presenza sul web) a causa del taglio dei finanziamenti all'editoria voluto dal governo Berlusconi e confermato dal governo Monti[4]. Dopo la sospensione anche della versione on line una parte della redazione insieme al direttore Dino Greco ha avviato il progetto "Ombre rosse - settimanale comunista" ospitato sul sito controlacrisi.org, inoltre per un breve periodo quattro pagine curate dalla redazione di Liberazione sono state ospitate sul settimanale Left.
Il ritorno e la chiusura[modifica | modifica wikitesto]
Dopo la campagna di sostegno economico del 2012, Liberazione a partire dal 7 gennaio 2013 è tornata in edizione on line, dal lunedì al venerdì, quotidianamente e a pagamento.
Dopo aver provato a mantenere l'edizione on-line, Paolo Ferrero (Segretario PRC) ha deciso, tramite comunicato ufficiale sul sito, di sospendere ogni pubblicazione a partire dal 19 marzo 2014 "perché il deficit del giornale rischia di soffocare il partito, che non ha i soldi per coprire ulteriormente i buchi di bilancio".
Direttori[modifica | modifica wikitesto]
Settimanale[modifica | modifica wikitesto]
- Luciano Doddoli (1991-1992)
- Luciana Castellina (1992-1993)
- Oliviero Diliberto (1994-1995)
Quotidiano[modifica | modifica wikitesto]
- Lucio Manisco (1995-1996)
- Manuela Palermi (1996-1997)
- Carlo Benedetti (1997)
- Piergiorgio Bergonzi (1997-1998)
- Sandro Curzi (1998-2004)
- Piero Sansonetti (2004-2009)
- Dino Greco (2009-2013)
- Romina Velchi (2013-2014)
Firme celebri[modifica | modifica wikitesto]
- Ritanna Armeni
- Vittorio Agnoletto
- Paolo Barbieri
- Fausto Bertinotti
- Vittorio Bonanni
- Bianca Bracci Torsi
- Emiliano Brancaccio
- Alberto Burgio
- Luciano Canfora
- Salvatore Cannavò
- Giorgio Cremaschi
- Giuseppe D'Agata
- Laura Eduati
- Gianni Ferrara
- Paolo Ferrero
- Eleonora Forenza
- Francesco Forgione
- Dino Frisullo
- Rina Gagliardi
- Haidi Giuliani
- Carlo Gubitosa
- Raniero La Valle
- Lucio Libertini
- Domenico Losurdo
- Beppe Lopez
- Gianni Lucini
- Lucio Magri
- Livio Maitan
- Alessandro Mantovani
- Maso Notarianni
- Darwin Pastorin
- Paolo Persichetti
- Alessandro Portelli
- Carla Ravaioli
- Ennio Remondino
- Gianni Rinaldini
- Annamaria Rivera
- Rossana Rossanda
- Giovanni Russo Spena
- Cesare Salvi
- Jasna Tkalec
- Nichi Vendola
- Valerio Venturi
Eventi[modifica | modifica wikitesto]
Nell'estate del 2010 per salvare Liberazione dalla chiusura viene lanciata una grande campagna di abbonamenti e di sottoscrizioni (più un aumento del prezzo del giornale a 1,20 euro i giorni feriali e a 2,00 euro la domenica) che puntava a chiudere il bilancio del 2010 con l'intento di pareggiare un disavanzo di 300.000 euro. Al 19 ottobre ne furono recuperati circa 225.000 grazie all'impegno di Sante Moretti e ad una mostra con asta finale delle opere esposte. Alla mostra hanno partecipato 105 artisti. L'iniziativa, intitolata "Che cento fiori sboccino... per Liberazione", è stata organizzata da Roberto Gramiccia.
Vignettisti[modifica | modifica wikitesto]
Media copie giornaliere vendute[modifica | modifica wikitesto]
- 1998 - 10.905
- 1999 - 12.474
- 2000 - 12.916
- 2001 - 14.005
- 2002 - 13.075
- 2003 - 12.337
- 2004 - 10.987
- 2005 - 10.018
- 2006 - 8.934
- 2007 - 7.664
- 2008 - 7.239
- 2009 -
Liberazione sul web[modifica | modifica wikitesto]
Il portale web Liberazione.it[modifica | modifica wikitesto]
Il portale Liberazione.it è stato pubblicato in rete, completamente rinnovato, a partire dal 10 febbraio 2010, con contenuti aggiornati quotidianamente e un'attenzione particolare al mondo del lavoro. L'edizione on line, sospesa il 20 gennaio 2012, è ripresa il 7 gennaio 2013.
Contenuti e forme[modifica | modifica wikitesto]
Il sito si occupa di informazione a tutto tondo, in particolare in ambito di cronaca, cultura, economia, lavoro, spettacoli. Pur mantenendo il consueto taglio giornalistico della versione cartacea, la grafica moderna e maggiormente proiettata alle risorse del canale web, rendono questa versione del giornale sostanzialmente indipendente dalla carta. Il sito è dotato di un'area multimediale con video e foto. Un'importante sezione è dedicata agli appuntamenti del partito e alle lettere dei lettori. Uno o più sondaggi sono rappresentati in home page. Inoltre i lettori possono registrarsi al sito e commentare le notizie, oltre ad avere la possibilità di segnalare qualsiasi contenuto ai principali social network.
Lettura del giornale in PDF[modifica | modifica wikitesto]
Dal 20 luglio 2010 al 31 dicembre 2011 è stato possibile abbonarsi alla versione PDF online del giornale direttamente dal sito liberazione.it. Una possibilità analoga è stata annunciata per l'edizione on line a pagamento, che inizierà il 1º febbraio 2013.
Feste nazionali[modifica | modifica wikitesto]
- 1991: Viareggio
- 1992: Marina di Carrara
- 1993: Reggio Emilia
- 1994: Livorno
- 1995: Milano
- 1996: Pisa
- 1997: Roma
- 1998: Milano
- 1999: Roma
- 2000: Roma
- 2001: Roma
- 2002: Roma
- 2003: Roma
- 2004: Roma
- 2005: Ostuni
- 2006: Roma
- 2007: Firenze
- 2012: Pisa e Savona
- 2015: Firenze
- 2016: Firenze
- 2017: Firenze
- 2018: Firenze
- 2019: Firenze
- 2020: Firenze
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Dati FIEG Archiviato il 24 novembre 2012 in WebCite.
- ^ https://www.facebook.com/Partito.Radicale/?hc_ref=ARSplgJCKi5eTsCS4Q9CahkEHiHLv8es-wxvrakJAWCRrTKHBuFAeYZBXfjsdmOE0Hs&fref=nf
- ^ [1] Ridateci Paparazzin
- ^ Dal primo gennaio Liberazione sospenderà le pubblicazioni Lavoratori-lavoratrici in assemblea permanente, in Liberazione, 16 dicembre 2011. URL consultato il 23 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2012).
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su liberazione.it.
- Il Blog ufficiale del direttore Dino Greco, su direttoredinogreco.liberazione.it. URL consultato il 16 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2018).
- Presentazione del settimanale Liberazione (11 ottobre 1991), su radioradicale.it.
- Liberazione diventa quotidiano (6 aprile 1995), su radioradicale.it.
- Liberazione si rinnova e lancia l'iniziativa del «"prezzo politico" di solo mille lire» per 30 giorni (2 aprile 1996), su radioradicale.it.
- La campagna di rilancio del quotidiano Liberazione (2 aprile 1997), su radioradicale.it.
- Archivio Paparazzin, su it.scribd.com.