Enzo Apicella

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Enzo Apicella, all'anagrafe Vincenzo Apicella (Napoli, 26 giugno 1922Roma, 31 ottobre 2018[1]), è stato un fumettista, designer, pittore e giornalista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Napoli nel 1922. Durante la seconda guerra mondiale prestò servizio nell'Aeronautica militare, per poi studiare a Roma, in una scuola di cinema. Quasi subito iniziò l'attività di disegnatore, prima di co-fondare, a Venezia nel 1953, Melodramma, una rivista sull'opera lirica.

Quando nel 1954 la rivista cessò le pubblicazioni, si recò a Londra iniziando a disegnare manifesti e scenografie per la televisione, oltre che disegni per cartoni animati. Animatore autodidatta, pubblicò vignette su, The Observer, The Guardian, Punch, The Economist, Private Eye, Harpers & Queen e per il quotidiano di Rifondazione Comunista, Liberazione.

Nel 1974 collaborò con John & Rosalind all'LP A Night at Factotum,[2] producendo il disegno della copertina ed alcune caricature. Non è solo stato un designer d'interni di ristoranti e ex ristoratore, ma fu acclamato come uno dei protagonisti della Swinging London[3][4], un insieme di tendenze culturali nate in Gran Bretagna negli anni sessanta. Enigmatico e anticonvenzionale, fu descritto dallo storico, autore e giornalista, Bevis Hillier come "Uno dei creatori degli anni sessanta" che hanno influenzato profondamente il volto creativo ed artistico dei ristoranti di Londra. Conosciuto per aver resistito molto più a lungo di uno dei suoi contemporanei, Apicella, comprese che la rivolta pop ... "richiedeva di mangiare molto più spesso fuori casa".

Operò come disegnatore d'interni per 150 ristoranti,[5] compresi 70 locali Pizza Express di Peter Boizot.[6] Fu comproprietario del Club dell'Arethusa, di Meridiana, di Factotum, di Apicella '81 e di Condotti.

Collaborò con molti ristoratori di Londra come Peter Langan, Peter Boizot, Michael Chow, Alvaro Maccioni,[7], Sir Terence Conran, Mario Cassandro[8], The Wolseley, Chris Corbin e Jeremy King.

Apicella è membro della Chartered Society of Designers ed è inserito nel Dictionary of British cartoonists and caricaturists.[9]

Il vignettista Fabio Manni è stato suo allievo per diversi anni.

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Michele Giorgio, Enzo Apicella, fumettista e comunista, in il manifesto, 1º novembre 2018. URL consultato il 1º novembre 2018.
  2. ^ A Night at Factotum, su discogs.com, Discogs. URL consultato il 19 gennaio 2014.
  3. ^ David Bailey e Peter Evans, Goodbye baby and amen: A saraband for the sixties, London, Conde Nast Publications, 1969, ISBN 0-900303-06-9.
  4. ^ Fiona MacCarthy, The line of beauty, su theguardian.com, The Guardian. URL consultato il 19 gennaio 2014.
  5. ^ Jamie Mitchell, Enzo Apicella, su designcurial.com. URL consultato il 19 gennaio 2014.
  6. ^ Matthew Fort, Business Time to get back to Boizot's basics, su theguardian.com, The Guardian.
  7. ^ Alvaro Maccioni Obituary, su telegraph.co.uk. URL consultato il 19 gennaio 2014.
  8. ^ Mario Cassandro Obituary, su telegraph.co.uk. URL consultato il 19 gennaio 2014.
  9. ^ Mark Bryant e Heneage, Simon, Dictionary of British cartoonists and caricaturists 1730–1980, Aldershot, Scolar Press, 1994, ISBN 0-85967-976-4.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN50405257 · ISNI (EN0000 0000 4135 6485 · SBN SBLV054053 · Europeana agent/base/143612 · LCCN (ENn2006049027 · GND (DE133056139 · WorldCat Identities (ENlccn-n2006049027