Giornale di Brescia
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Giornale di Brescia | |
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Stato | ![]() |
Lingua | italiano |
Periodicità | quotidiano |
Genere | stampa locale |
Formato | berliner |
Fondatore | Comitato di Liberazione Nazionale |
Fondazione | 1945 |
Sede | Via Solferino, 22 - 25121 Brescia |
Editore | Editoriale Bresciana |
Diffusione cartacea | 27.732 (ADS 2020) |
Direttore | Nunzia Vallini |
ISSN | 1590-346X | e 2499-099X
Sito web | www.giornaledibrescia.it/ e edicola.giornaledibrescia.it/giornalebrescia/index.jsp |
Il Giornale di Brescia è il principale quotidiano di Brescia e provincia nonché l'unico del territorio bresciano certificato ADS.[1]
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il primo numero del Giornale di Brescia appare nelle edicole il pomeriggio di venerdì 27 aprile 1945 come organo del Comitato di liberazione nazionale. Conta due sole pagine, costa due lire e viene distribuito a guerra ancora in corso. Scritto e stampato al Broletto, nella redazione e nella tipografia che già era stata de Il Popolo di Brescia prima e di Brescia Repubblicana poi.
Leonzio Foresti, dopo una breve reggenza di Gaetano Coeli, il 22 maggio assume la direzione. Resterà direttore de Il Giornale di Brescia (la testata perderà l'articolo nel 1949) fino al 17 aprile del 1949, sostituito da Mino Pezzi.
I primi consiglieri, in un momento di grandi incertezze politiche, sottoscrissero un patto nel quale si impegnavano a difendere i valori di libertà e democrazia, a favorire il progresso civile, culturale ed economico, ispirandosi ai valori cristiani della comunità bresciana. I consiglieri, a garanzia del loro impegno, firmarono anche delle lettere di dimissioni in bianco, consegnate nelle mani dell'allora vescovo di Brescia, Giacinto Tredici e bruciate alla sua morte.
Dal 20 aprile 2000 il giornale, con il nuovo formato, viene stampato dal Centro Stampa Quotidiani di Erbusco, progettato dall'ingegnere Lamberto Cremonesi.[2] Il Centro Stampa è nato dalla collaborazione tra il Giornale di Brescia e L'Eco di Bergamo ed è una delle più moderne e avanzate realtà per la stampa, il confezionamento e la spedizione di quotidiani e periodici, presenti sul territorio nazionale.
Il Giornale di Brescia si è affermato negli anni, raggiungendo una media di 260.000 lettori[3] e 27.732 copie diffuse ogni giorno.[4]
Il Gruppo Editoriale Bresciana[modifica | modifica wikitesto]

Il 15 gennaio 1947, con il lodo siglato fra Vittorio Valletta, amministratore delegato della Fiat, l'on. Lodovico Montini per Brescia e il presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, fu decisa la privatizzazione dell'azienda, con l'acquisto delle azioni da parte della Banca San Paolo di Brescia, del Credito Agrario Bresciano e di alcuni privati. Primo presidente dell'Editoriale fu il prof. Rizzardo Secchi, medico, padre di Tita, partigiano fiamma verde fucilato dai nazifascisti. Il 28 maggio 1948 gli succedette Antonio Folonari[5].
Proprietaria del Giornale di Brescia è l'Editoriale Bresciana S.p.A., costituitasi nel 1947 dopo due anni di gestione commissariale. La quota di controllo del capitale sociale appartiene alla Fondazione Tovini e alla Fondazione Folonari; altre quote sono distribuite fra famiglie imprenditoriali e case editrici bresciane. La fondazione Tovini possiede oltre il 90% della Gold Line di Roma, che a sua volta possiede oltre il 70% delle azioni della Editoriale Bresciana S.p.A.
Accanto alla tradizionale attività su carta stampata il Gruppo Editoriale Bresciana ha sviluppato una serie di iniziative multimediali tese a fornire risposte adeguate ai sempre più rapidi cambiamenti del mondo dell'informazione.
Risale agli anni settanta, con la nascita di Radio Classica Bresciana, il primo impegno radiofonico. Seguiranno, negli anni novanta, Radio Bresciasette, Teletutto e Brescia Telenord, Numerica, concessionaria pubblicitaria del gruppo, e BresciaOnLine, portale web di riferimento per l'utenza internet bresciana. L'avvento del digitale nel mondo televisivo ha determinato un nuovo assetto del network televisivo: Teletutto, TT2 e TT24.
Per consentire un'esperienza di lettura adatta alle nuove esigenze, nel 2012 nasce GdB digital l'edizione digitale del Giornale di Brescia disponibile ogni giorno a partire dalle 3 del mattino e consultabile da Web, Tablet e Smartphone.
Grazie a queste iniziative il Gruppo Editoriale Bresciana è il leader in Brescia e provincia ponendosi come una fra le maggiori realtà nazionali nel settore dell'informazione locale.
Direttori[modifica | modifica wikitesto]
- 1945-1949 Leonzio Foresti
- 1949-1954 Mino Pezzi
- 1954-1960 Alberto Vigna
- 1960-1977 Vincenzo Cecchini
- 1977-1980 Ugo Martegani
- 1980-2005 Gian Battista Lanzani
- 2005-2015 Giacomo Scanzi
- dal 2015 Nunzia Vallini
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Elenco delle testate dei quotidiani sul sito ADS, su Accertamenti Diffusione Stampa. URL consultato il 14 maggio 2020 (archiviato il 26 ottobre 2019).
- ^ CSQ, il centro stampa del nostro giornale. Giornale di Brescia, 30 novembre 2006, pag. 36.
- ^ Audipress 2022/I
- ^ ADS 2020 (carta + digital)
- ^ Giornale di Brescia, dal 1945 il primo quotidiano bresciano, in BsNews. URL consultato il 10 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2017).
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giornale di Brescia
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su giornaledibrescia.it.
- Sito ufficiale, su edicola.giornaledibrescia.it.
- Storia del Giornale di Brescia dal 1945 al 1996 di Maurilio Lovatti
- Giovanni Bazoli e la proprietà del Giornale di Brescia dal 1945 al 1996 di Maurilio Lovatti
- La carta stampata e l'influenza persa della diocesi di Aldo Sorlini