Antidepressivo: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m →‎Farmaci potenzianti l'effetto antidepressivo: Rimosso tag di chiusura commento html
Nessun oggetto della modifica
Riga 33: Riga 33:


== Neurofisiologia del tono dell'umore e del temperamento ==
== Neurofisiologia del tono dell'umore e del temperamento ==
=== Teorie sulla patofisiologia della depressione ===
{| class="wikitable"
!IPOTESI
!EVIDENZE BIOLOGICHE NEGLI UMANI
|-
|'''Ipotesi monoaminergica'''
La depressione è causata da una diminuzione nel livello di monoammine (noradrealina, dopamina, serotonina) nel sistema nervoso centrale<ref>{{Cita pubblicazione|nome=A.|cognome=Carlsson|data=1969-03-01|titolo=Effect of antidepressant drugs on the depletion of intraneuronal brain 5-hydroxytryptamine stores caused by 4-methyl-alpha-ethyl-meta-tyramine|rivista=European Journal of Pharmacology|volume=5|numero=4|pp=357–366|accesso=2017-02-24|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/5786359|nome2=H.|cognome2=Corrodi|nome3=K.|cognome3=Fuxe}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Joseph J.|cognome=Schildkraut|data=1967-04-07|titolo=Biogenic Amines and Emotion|rivista=Science|volume=156|numero=3771|pp=21–30|lingua=en|accesso=2017-02-24|doi=10.1126/science.156.3771.21|url=http://science.sciencemag.org/content/156/3771/21|nome2=Seymour S.|cognome2=Kety}}</ref>
|Farmaci che incrementano la quantità di monoammine centrali (SSRI, SNRI, TCA, MAOI) possono mostrare effetto antidepressivo.
La deplezione di triptofano può provocare ricadute depressive in pazienti in remissione.
|-
|'''Glutammato'''
La depressione coinvolge una disfunzione nel sistema glutaminergico che in ultima analisi comporta una alterazione della neuroplasticità.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Ronald S.|cognome=Duman|data=2014-03-01|titolo=Pathophysiology of depression and innovative treatments: remodeling glutamatergic synaptic connections|rivista=Dialogues in Clinical Neuroscience|volume=16|numero=1|pp=11–27|accesso=2017-02-24|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24733968}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gerard|cognome=Sanacora|data=2017-02-24|titolo=Towards a glutamate hypothesis of depression|rivista=Neuropharmacology|volume=62|numero=1|pp=63–77|accesso=2017-02-24|doi=10.1016/j.neuropharm.2011.07.036|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3205453/|nome2=Giulia|cognome2=Treccani|nome3=Maurizio|cognome3=Popoli}}</ref>
|Alterazioni nel livello del trasportatore di glutammato, di glutammato e glutammina sono stati rilevati nel plasma e nel fluido cerebrospinale di pazienti depressi.
La ketamina, un antagonista dei recettori del glutammato, ha spiccata attività antidepressiva.
|-
|'''Alterazione della neuroplasticità'''
La depressione è causata da una compromissione nei meccanismi di plasticià cerebrale, come riduzione della neurogenesi nell'ippocampo, perdita di spine dendritiche, atrofia di dendriti e sinapsi<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gianluca|cognome=Serafini|data=2012-06-01|titolo=Neuroplasticity and major depression, the role of modern antidepressant drugs|rivista=World Journal of Psychiatry|volume=2|numero=3|lingua=en|accesso=2017-02-24|doi=10.5498/wjp.v2.i3.49|url=http://europepmc.org/articles/PMC3782176}}</ref>
|La maggior parte dei trattamenti antidepressivi si è dimostrata in grado di attivare i meccanismi di plasticità cerebrale.
Nei pazienti depressi si è rilevata una diminuzione anche del 15% del volume dell'ippocampo, la riduzione della quantità di fattori neurotrofici come il BDNF.

Analisi post-mortem di pazienti depressi hanno rilevato una minore densità di tessuto gliale e neuronale.

Il farmaco NSI-189 che ha attività neurotrofica, ha spiccati effetti antidepressivi.
|-
|'''Bilancio colinergico\adrenergico'''
La depressione è associata ad una iperattività colinergica con conseguente diminuzione del tono noradrenergico.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Yann S.|cognome=Mineur|data=2010-12-01|titolo=Nicotine receptors and depression: revisiting and revising the cholinergic hypothesis|rivista=Trends in Pharmacological Sciences|volume=31|numero=12|pp=580–586|accesso=2017-02-24|doi=10.1016/j.tips.2010.09.004|url=http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0165614710001677|nome2=Marina R.|cognome2=Picciotto}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Wayne C.|cognome=Drevets|data=2013-06-15|titolo=Antidepressant Effects of the Muscarinic Cholinergic Receptor Antagonist Scopolamine: A Review|rivista=Biological Psychiatry|volume=73|numero=12|pp=1156–1163|accesso=2017-02-24|doi=10.1016/j.biopsych.2012.09.031|url=http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0006322312008918|nome2=Carlos A.|cognome2=Zarate Jr.|nome3=Maura L.|cognome3=Furey}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/47519369_Nicotine_receptors_and_depression_Revisiting_and_revising_the_cholinergic_hypothesis|titolo=Nicotine receptors and depression: Revisiting and revising the cholinergic hypothesis (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=2017-02-24}}</ref>
|Gli inibitori delle Acetilcolinesterasi possono esacerbare sintomi depressivi.
Antagonisti aceticolinici (muscarina, TCA) hanno effetto antidepressivo
|-
|'''Oppiodi'''
L'anedonia, uno dei sintomi della depressione, si crede sia dovuta ad un malfunzionamento del "sistema della ricompensa" che è modulato anche dal sistema oppiode. Lo stress induce il rilascio di dinorfina, la quale attiva i recettori k-oppiodi che inibiscono a loro volta il rilascio di dopamina. <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Allison T.|cognome=Knoll|data=2010-02-16|titolo=Dynorphin, stress, and depression|rivista=Brain research|volume=1314C|pp=56|accesso=2017-02-24|doi=10.1016/j.brainres.2009.09.074|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2819644/|nome2=William A.|cognome2=Carlezon}}</ref>
|Gli agonisti k-oppiodi inducono depressione.
|-
|'''Asse Ipotalamo-Ipofisi'''
La depressione è peggiorata dalla perdita di regolazione dell'asse ipotalamo-ipofisi (HPA). <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Florian|cognome=Holsboer|data=2008-04-07|titolo=Central CRH system in depression and anxiety--evidence from clinical studies with CRH1 receptor antagonists|rivista=European Journal of Pharmacology|volume=583|numero=2-3|pp=350–357|accesso=2017-02-24|doi=10.1016/j.ejphar.2007.12.032|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18272149|nome2=Marcus|cognome2=Ising}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Helle M.|cognome=Sickmann|nome2=Yan|cognome2=Li|nome3=Arne|cognome3=Mørk|titolo=Behavioral Neurobiology of Stress-related Disorders|url=http://link.springer.com/chapter/10.1007/7854_2014_292|accesso=2017-02-24|collana=Current Topics in Behavioral Neurosciences|data=2014-01-01|editore=Springer Berlin Heidelberg|lingua=en|pp=123–159|ISBN=9783662451250|DOI=10.1007/7854_2014_292}}</ref>
|Lo stress può precipitare sintomi depressivi in alcuni pazienti.
Inoltre alcuni pazienti depressi mostrano una iperattività delle ghiandole surrenali e elevata concentrazione di CRF nel fluido cerebrospinale.
|-
|'''Neuroinfiammazione'''
Metabolismi pro-infiammatori e delle kinurenine sono attivati nel corso della depressione e contribuiscono alla sua patofisiologia. <ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/51624555_Inflammatory_mechanisms_in_major_depressive_disorder|titolo=Inflammatory mechanisms in major depressive disorder|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=2017-02-24}}</ref>
|Farmaci immunosoppressori possono indurre depressione.
Pazienti con patologie infiammatorie hanno una più alta incidenza di depressione.

Elevati livelli di marker infiammatori sono stati individuati nel tessuto nervoso di pazienti depressi. Gli antidepressivi sono in grado di esplicare attività antiinfiammatoria.
|-
|'''GABA'''
La depressioneè associata con una diminuita attività del sistema gabaergico nei circuiti frontali. <ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/271134151_Altered_g-aminobutyric_acid_neurotransmission_in_major_depressive_disorder_A_critical_review_of_the_supporting_evidence_and_the_influence_of_serotonergic_antidepressants|titolo=Altered γ-aminobutyric acid neurotransmission in major depressive disorder: A critical review of the supporting evidence and the influence of serotonergic antidepressants (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=2017-02-24}}</ref>
|Alcuni pazienti con depressione mostrano diminuita quantità di GABA nel sistema nervoso centrale. Modulatori dell'attività gabaergica (neurosteroidi) sono in grado di esplicare effetti antidepressivi.
|}
=== Il ruolo della Noradrenalina ===
=== Il ruolo della Noradrenalina ===
'''Nor-adrenalina''' (NA). Il [[sistema noradrenergico]] è un sistema neurotrasmettitoriale diffuso nel SNC, con funzioni prevalentemente di tipo modulatorio. I corpi cellulari dei [[neurone|neuroni]] adrenergici sono raggruppati nel [[Ponte di Varolio|ponte]] e [[midollo allungato]]. Questi neuroni innervano tutta la [[Corteccia cerebrale|corteccia]], l'[[ippocampo (anatomia)|ippocampo]] ed il [[cervelletto]]; la [[noradrenalina]] viene rilasciata a distanza dal neurone bersaglio.
'''Nor-adrenalina''' (NA). Il [[sistema noradrenergico]] è un sistema neurotrasmettitoriale diffuso nel SNC, con funzioni prevalentemente di tipo modulatorio. I corpi cellulari dei [[neurone|neuroni]] adrenergici sono raggruppati nel [[Ponte di Varolio|ponte]] e [[midollo allungato]]. Questi neuroni innervano tutta la [[Corteccia cerebrale|corteccia]], l'[[ippocampo (anatomia)|ippocampo]] ed il [[cervelletto]]; la [[noradrenalina]] viene rilasciata a distanza dal neurone bersaglio.

Versione delle 22:02, 24 feb 2017

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Alcuni dei contenuti riportati potrebbero generare situazioni di pericolo o danni. Le informazioni hanno solo fine illustrativo, non esortativo né didattico. L'uso di Wikipedia è a proprio rischio: leggi le avvertenze.
La struttura chimica della venlafaxina (Effexor), un SNRI

Un antidepressivo è un farmaco, appartenente alla categoria degli psicofarmaci, utilizzato in psichiatria per la cura di particolari disturbi come la depressione e la distimia.

I farmaci più comunemente associati a questo termine includono gli inibitori della monoamino ossidasi (MAOIs), gli antidepressivi triciclici (TCAs), gli antidepressivi tetraciclici (TeCAs), gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRIs), e gli inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRIs). La loro efficacia e gli effetti collaterali avversi sono continuamente oggetto di studio.

Descrizione

L'esordio dell'effetto degli antidepressivi più comuni è ritardato (2–6 settimane) e il trattamento dura in genere mesi o anni. Nonostante il loro nome, gli antidepressivi sono spesso utilizzati nella cura di altre condizioni quali i disturbi dell'ansia, il disturbo ossessivo compulsivo, i disturbi dell'alimentazione, il dolore cronico, e alcuni disturbi mediati dagli ormoni come la dismenorrea. Da soli o assieme agli anticonvulsivanti (per esempio, la carbamazepina o il valproato), questi farmaci possono essere usati per il trattamento del deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e l'abuso di sostanze stupefacenti, in quanto trattano la depressione soggiacente. Gli antidepressivi sono stati talvolta utilizzati per il trattamento delle emicranie o della roncopatia.

Molti farmaci hanno un effetto antidepressivo, ma i limiti del loro utilizzo hanno causato controversie e la prescrizione per condizioni altre da quelle ufficialmente approvate rappresenta sempre un rischio, nonostante la possibile efficacia superiore. Gli oppioidi sono stati utilizzati per trattare la depressione maggiore fino alla fine degli anni cinquanta e le anfetamine fino alla metà degli anni sessanta: attualmente la prescrizione di queste due sostanze per la cura della depressione non è giuridicamente regolamentata. Negli ultimi sessanta anni, il potenziale terapeutico dei derivati degli oppioidi per il trattamento della depressione è stato oggetto di ricerca solo sporadicamente, mentre le anfetamine hanno trovato un fiorente mercato per un'ampia gamma di condizioni, dal deficit dell'attenzione alla narcolessia e l'obesità, e continuano ad essere studiate per moltissime applicazioni. Sia gli oppioidi sia le anfetamine inducono una risposta terapeutica molto veloce, mostrando risultati entro ventiquattro o quarantotto ore e i loro indici terapeutici sono maggiori di quelli degli antidepressivi triciclici. In un piccolo studio pubblicato nel 1995, l'oppioide buprenorfina si è mostrato essere un buon candidato per il trattamento della depressione grave, resistente al trattamento.

Anche altri farmaci generalmente definiti antidepressivi, come gli antipsicotici a basso dosaggio e le benzodiazepine, possono essere utilizzati per la gestione della depressione, sebbene l'uso di benzodiazepine possa causare dipendenza. La sospensione repentina del trattamento con benzodiazepina può causare spiacevoli sintomi da astinenza. Un estratto dell'erba di San Giovanni è comunemente utilizzato come antidepressivo specialmente in Europa, sebbene in alcuni stati sia classificato come integratore alimentare. Il termine antidepressivo viene talvolta applicato ad altre terapie (come la psicoterapia, la terapia elettro-convulsiva, l'agopuntura) o procedimenti (l'aumento dell'esposizione alla luce, regolare esercizio fisico) che si è scoperto migliorare un umore clinicamente depresso.

Cenni storici

Nei primi anni cinquanta furono scoperte casualmente le proprietà euforizzanti dell'iproniazide, che allora veniva usato nella terapia della tubercolosi, e che fu efficace nel trattamento di pazienti depressi. Dall'iproniazide derivò la prima classe di antidepressivi, gli inibitori delle monoammino ossidasi (IMAO). Pochi anni dopo vennero riconosciute all'imipramina, che era usata come antipsicotico, anche proprietà antidepressive. Proprio dall'imipramina nacque l'altra grande classe di antidepressivi, i triciclici (TCA), così chiamati per la loro struttura molecolare.

Con il progressivo approfondirsi delle conoscenze sui meccanismi d'azione degli antidepressivi e sui correlati biologici dei disturbi dell'umore, a queste due famiglie storiche si sono aggiunte altre sostanze di varia struttura chimica, definiti antidepressivi atipici o di seconda generazione.

In soggetti che non presentano disturbi depressivi, i farmaci antidepressivi non hanno alcun effetto positivo ma danno una generale sensazione di fatica e alcuni sgradevoli effetti collaterali, quindi non c'è il rischio di abuso di antidepressivi. In persone affette da depressione, invece, gli antidepressivi migliorano spesso il tono dell'umore, sbloccano l'inibizione psicomotoria tipica del depresso, attivano l'appetito e in alcuni casi moderano l'ansia del soggetto. Da ricordare che questi farmaci vengono usati (soprattutto la clomipramina) per altri disturbi serotoninergici, come il disturbo ossessivo-compulsivo.

Specificità e selettività recettoriale

La specificità recettoriale per un farmaco antidepressivo è sinonimo di inibitore specifico; mentre la selettività recettoriale per un farmaco antidepressivo è sinonimo di inibitore selettivo.

A tal proposito nel 2003 la SOPSI[1] (Società italiana di psicopatologia) ha effettuato un'indagine conoscitiva su un campione di 750 Psichiatri italiani, a cui sono state somministrate 28 domande a risposta multipla che esploravano l'area della diagnosi e quella del trattamento farmacologico dei disturbi depressivi.

Tra i vari aspetti esplorati dall'indagine, un aspetto particolare valutato è stato quello dei criteri di scelta tra un SSRI ed un farmaco ad azione sulla Noradrenalina.

Secondo i risultati la prescrizione di un antidepressivo SSRI sarebbe preferibile nei quadri caratterizzati da una spiccata componente ansiosa e di agitazione, mentre i farmaci noradrenergici sarebbero più indicati nei quadri melanconici e nelle personalità premorbose evitanti e passive[2].

Neurofisiologia del tono dell'umore e del temperamento

Teorie sulla patofisiologia della depressione

IPOTESI EVIDENZE BIOLOGICHE NEGLI UMANI
Ipotesi monoaminergica

La depressione è causata da una diminuzione nel livello di monoammine (noradrealina, dopamina, serotonina) nel sistema nervoso centrale[3][4]

Farmaci che incrementano la quantità di monoammine centrali (SSRI, SNRI, TCA, MAOI) possono mostrare effetto antidepressivo.

La deplezione di triptofano può provocare ricadute depressive in pazienti in remissione.

Glutammato

La depressione coinvolge una disfunzione nel sistema glutaminergico che in ultima analisi comporta una alterazione della neuroplasticità.[5][6]

Alterazioni nel livello del trasportatore di glutammato, di glutammato e glutammina sono stati rilevati nel plasma e nel fluido cerebrospinale di pazienti depressi.

La ketamina, un antagonista dei recettori del glutammato, ha spiccata attività antidepressiva.

Alterazione della neuroplasticità

La depressione è causata da una compromissione nei meccanismi di plasticià cerebrale, come riduzione della neurogenesi nell'ippocampo, perdita di spine dendritiche, atrofia di dendriti e sinapsi[7]

La maggior parte dei trattamenti antidepressivi si è dimostrata in grado di attivare i meccanismi di plasticità cerebrale.

Nei pazienti depressi si è rilevata una diminuzione anche del 15% del volume dell'ippocampo, la riduzione della quantità di fattori neurotrofici come il BDNF.

Analisi post-mortem di pazienti depressi hanno rilevato una minore densità di tessuto gliale e neuronale.

Il farmaco NSI-189 che ha attività neurotrofica, ha spiccati effetti antidepressivi.

Bilancio colinergico\adrenergico

La depressione è associata ad una iperattività colinergica con conseguente diminuzione del tono noradrenergico.[8][9][10]

Gli inibitori delle Acetilcolinesterasi possono esacerbare sintomi depressivi.

Antagonisti aceticolinici (muscarina, TCA) hanno effetto antidepressivo

Oppiodi

L'anedonia, uno dei sintomi della depressione, si crede sia dovuta ad un malfunzionamento del "sistema della ricompensa" che è modulato anche dal sistema oppiode. Lo stress induce il rilascio di dinorfina, la quale attiva i recettori k-oppiodi che inibiscono a loro volta il rilascio di dopamina. [11]

Gli agonisti k-oppiodi inducono depressione.
Asse Ipotalamo-Ipofisi

La depressione è peggiorata dalla perdita di regolazione dell'asse ipotalamo-ipofisi (HPA). [12][13]

Lo stress può precipitare sintomi depressivi in alcuni pazienti.

Inoltre alcuni pazienti depressi mostrano una iperattività delle ghiandole surrenali e elevata concentrazione di CRF nel fluido cerebrospinale.

Neuroinfiammazione

Metabolismi pro-infiammatori e delle kinurenine sono attivati nel corso della depressione e contribuiscono alla sua patofisiologia. [14]

Farmaci immunosoppressori possono indurre depressione.

Pazienti con patologie infiammatorie hanno una più alta incidenza di depressione.

Elevati livelli di marker infiammatori sono stati individuati nel tessuto nervoso di pazienti depressi. Gli antidepressivi sono in grado di esplicare attività antiinfiammatoria.

GABA

La depressioneè associata con una diminuita attività del sistema gabaergico nei circuiti frontali. [15]

Alcuni pazienti con depressione mostrano diminuita quantità di GABA nel sistema nervoso centrale. Modulatori dell'attività gabaergica (neurosteroidi) sono in grado di esplicare effetti antidepressivi.

Il ruolo della Noradrenalina

Nor-adrenalina (NA). Il sistema noradrenergico è un sistema neurotrasmettitoriale diffuso nel SNC, con funzioni prevalentemente di tipo modulatorio. I corpi cellulari dei neuroni adrenergici sono raggruppati nel ponte e midollo allungato. Questi neuroni innervano tutta la corteccia, l'ippocampo ed il cervelletto; la noradrenalina viene rilasciata a distanza dal neurone bersaglio.

Il ruolo della Serotonina

Il sistema Serotoninergico è un diffusissimo sistema neurotrasmettitoriale del SNC, ha funzioni neuromodulatorie di tipo inibitorio. La Serotonina oltre al ruolo nella depressione ha anche un ruolo in altre situazioni quali: comportamenti impulsivi, aggressività, disturbi alimentari, schizofrenia. Sembra che la serotonina regoli importanti passaggi relativi all'umore, al sonno e all'appetito.

Il ruolo della dopamina

La Dopamina è strutturalmente simile alla nor-adrenalina. Le caratteristiche della trasmissione sinaptica sono simili a quelle della NA. Agisce su cinque sottotipi recettoriali (D1-D5), raggruppati in due "famiglie" (D1, D5; D2, D3, D4), e tutti legati a proteine G.

Teoria dello "squilibrio chimico"

Alcuni studiosi sostengono che le informazioni sui farmaci antidepressivi promuovano un messaggio inesatto:[16] parte della critica deriva dalla invalidazione del tema sul fatto che gli antidepressivi riequilibrino alterazioni chimiche cerebrali che sarebbero la causa della depressione. Al momento però non si possono ottenere dati di laboratorio soddisfacenti sui livelli dei neurotrasmettitori per consentirne un monitoraggio continuo durante il trattamento, rimane quindi difficile raccogliere informazioni certe sul fatto che la causa del disturbo sia dovuta a uno squilibrio chimico e se il trattamento sia in grado di ripristinare il livello di un neurotrasmettitore carente: senza queste informazioni, la teoria che tali farmaci possano causare squilibri chimici e stati cerebrali anormali, come alcuni studi riportano, andrà ulteriormente verificata[17]

Principali farmaci antidepressivi

Classe Principi Attivi
TCA Imipramina, Amitriptilina, Clomipramina, Doxepina, Dosulepina, Trimipramina, Nortriptilina,
IMAO Tranilcipromina, Fenelzina, Isocarboxazide, Moclobemide
SSRI Citalopram, Dapoxetina, Escitalopram, Paroxetina, Fluoxetina, Fluvoxamina, Sertralina
NaRI Reboxetina
SNRI Venlafaxina, Duloxetina
NDRI Bupropione
Altri Mirtazapina, Trazodone, Agomelatina

Tipi di antidepressivi

Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)

La Fluoxetina (Prozac), un SSRI

Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (In inglese: selective serotonin reuptake inhibitor "SSRI") sono una classe di antidepressivi considerati lo standard corrente per la terapia farmacologica della depressione perché caratterizzati da un favorevole profilo di effetti collaterali e da bassa tossicità. Una possibile causa (o concausa) della depressione è il quantitativo inadeguato di serotonina, un neurotrasmettitore utilizzato nel cervello anche per trasmettere segnali tra i neuroni. Si ritiene che gli SSRI funzionino prevenendo la ricaptazione della serotonina da parte del neurone pre-sinaptico (chimicamente definita 5-idrossi-triptamina, oppure in inglese "5-Hydroxy-Tryptamine" o "5-HT"), dando luogo a livelli più alti di 5-HT nello spazio sinaptico. I primi a scoprire una SSRI, la fluoxetina, sono stati Klaus Schmiegel e Bryan Molloy della Eli Lilly. Questa classe di farmaci include:

  • Citalopram (Elopram, Seropram in Italia; Celexa in USA)
  • Escitalopram (Cipralex, Entact in Italia; Lexapro in USA)
  • Fluoxetina (Fluoxeren, Fluoxetina generica in Italia; Prozac in Italia e USA)
  • Fluvoxamina (Dumirox, Fevarin, Maveral, Fluvoxamina generica in Italia; Luvox in USA)
  • Paroxetina (Daparox, Eutimil, Sereupin, Seroxat, Stiliden, Paroxetina generica in Italia; Paxil in USA)
  • Sertralina (Tatig, Sertralina generica in Italia; Zoloft in Italia e USA)

Tipicamente questi antidepressivi hanno meno effetti avversi rispetto ai triciclici, oppure gli inibitori della monoaminossidasi, anche se si possono verificare effetti collaterali come la sonnolenza, la bocca secca, irritabilità, ansietà, insonnia, diminuzione dell'appetito, e diminuzione della pulsione e capacità sessuale. Alcuni effetti collaterali possono diminuire quando una persona si abitua al farmaco, ma altri effetti collaterali possono essere persistenti. Anche se più sicuri rispetto alla prima generazione di antidepressivi, gli SSRI potrebbero non funzionare per molti pazienti, con una efficacia minore rispetto alle precedenti classi di antidepressivi, sottolineando il fatto che il ruolo della noradrenalina nella depressione è ancora rilevante.

Un lavoro di due ricercatori ha messo in discussione il legame tra carenza di serotonina e sintomi della depressione, evidenziando che l'efficacia del trattamento a base di SSRI non prova tale legame.[18] La ricerca indica che questi farmaci possono interagire con i fattori di trascrizione conosciuti come "clock genes"[19], che possono avere un ruolo nelle proprietà di dipendenza dei farmaci (abuso di farmaci) e probabilmente nell'obesità.[20][21]

Inibitori della ricaptazione della serotonina e della norepinefrina (SNRI)

Gli inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (in inglese: serotonin-norepinephrine reuptake inhibitor "SNRI") sono nuovi tipi di antidepressivi che agiscono sia sul circuito della noradrenalina che sulla 5-HT. Questi tipicamente hanno effetti collaterali simili a quelli degli SSRI, anche se quando interrotti possono presentare una sindrome da sospensione (withdrawal syndrome) che può rendere necessaria la lenta diminuzione del dosaggio ("wash-out" del farmaco) . Questi includono:

Il meccanismo alla base di questo tipo di antidepressivi ha effetto sui neurotrasmettitori usati per la comunicazione tra neuroni; essi interferiscono con il processo di ricaptazione degli specifici messaggeri chimici.[22] La ricaptazione è un processo per cui un bottone terminale recupera le molecole del neurotrasmettitore che è stato appena rilasciato e termina l'effetto del neurotrasmettitore sui recettori del neurone postsinaptico.[23] L'inibizione del processo di ricaptazione prolunga l'effetto del neurotrasmettirore sul neurone postsinaptico. La modifica della concentrazione di serotonina e norepinefrina aiuterebbe le cellule cerebrali ad inviare e ricevere i messaggi, migliorando in questo modo l'umore. Questo è anche il motivo per cui questo tipo di farmaci è chiamato inibitore duale della ricaptazione.

Gli antidepressivi possono limitare la tendenza di un soggetto a fare del male alle altre persone. Di fronte all'ipotetico dilemma di poter salvare cinque persone se ne avessero spinta una sesta sotto a un treno, si è mostrato che di 24 soggetti sperimentali, coloro che avevano assunto degli inibitori selettivi della serotonina non erano propensi all'idea di sacrificare una persona per salvarne cinque.[24]

Esistono alcuni effetti collaterali generici all'uso degli SNRI, tra cui:

Antidepressivi specifici noradrenergici e serotonergici (NaSSA)

Gli antidepressivi specifici noradrenergici e serotoninergici o NaSSA (dall'inglese noradrenergic and specific serotonergic antidepressant) costituiscono una nuova classe di antidepressivi che si afferma diano luogo ad un aumento della neurotrasmissione noradrenergica (noradrenalina) e serotoninergica (serotonina) perché bloccano i recettori adrenergici presinaptici alfa-2 mentre allo stesso tempo bloccano alcuni recettori alla serotonina[25] Possono presentarsi effetti collaterali come sonnolenza, aumento dell'appetito e di peso.[26] Alcuni esempi:

Inibitori della ricaptazione della noradrenalina (NaRI)

Gli inibitori della ricaptazione della noradrenalina NaRI oppure NRIs (dall'inglese Norepinephrine (noradrenaline) reuptake inhibitors) agiscono tramite la noradrenalina' (nota anche come norepinefrina). Alcuni studi indicano che gli NRI abbiano effetti positivi sulla capacità di concentrazione mentale e in particolare sulla motivazione . Questa classe include:

Inibitori del reuptake della nor-epinefrina e della dopamina (NDRI)

Gli inibitori della ricaptazione della noradrenalina e della dopamina (sigla NDRI, dall'inglese: norepinephrine-dopamine reuptake inhibitor) diminuiscono la ricaptazione neuronale della dopamina e della noradrenalina (o norepinefrina).[27] Questi includono:

Farmaci che aumentano selettivamente la ricaptazione della serotonina (SSREs)

Agonisti melatonergici

Antidepressivi triciclici (TCA)

Gli antidepressivi triciclici o TCA (dall'inglese: Tricyclic antidepressant) sono la classe più vecchia di farmaci antidepressivi, dopo gli IMAO che, storicamente, furono i primi in assoluto. I triciclici bloccano la ricaptazione di alcuni neurotrasmettitori come la noradrenalina (norepinefrina) e la serotonina. Attualmente vengono usati meno comunemente a causa dello sviluppo di farmaci più selettivi ed efficaci. Molti di questi farmaci, inoltre, interagiscono con recettori neurotrasmettitoriali, tra cui i recettori colinergici muscarinici, i recettori serotoninergici e i recettori istaminici.

Lo stesso argomento in dettaglio: Antidepressivi triciclici.

Inibitori delle mono-amino-ossidasi (IMAO)

Gli inibitori delle monoamino ossidasi IMAO oppure MAOI (dall'inglese monoamine oxidase inhibitors) possono essere usati quando altri farmaci antidepressivi si rivelano inefficaci. Dal momento che esistono interazioni potenzialmente fatali tra questa classe di medicamenti e certi cibi (particolarmente quelli contenenti tiramina), formaggi stagionati, vino rosso, così anche certi farmaci, i classici IMAO attualmente vengono prescritti molto raramente. Comunque, queste precauzioni si applicano in modo minore all'Emsam, il cerotto transdermico contenente selegiline, che grazie al fatto di bypassare lo stomaco non è mai stato correlato all'induzione di tachicardia e di crisi ipertensive.

Una nuova generazione di MAOI è stata presentata; moclobemide (Manerix), nota come inibitore reversibile della monoaminoossidasi A (RIMA), efficace quanto gli antidepressivi SSRI e i triciclici, nei disturbi depressivi,[28] agisce con una emivita più limitata e in maniera più selettiva e non richiede una dieta speciale Il gruppo di farmaci MAOI include:

Nicotina

Si crede che la nicotina agisca come antidepressivo,[29] tramite la stimolazione del rilascio di Dopamina e Norepinefrina; in aggiunta, la nicotina sembra esercitare un effetto antidepressivo per mezzo della desensibilizzazione dei recettori della nicotina a seguito della tolleranza.[30] Alcune sperimentazioni cliniche hanno dimostrato che la nicotina (somministrata tramite cerotti transdermici) esercita un effetto antidepressivo sia nei non fumatori depressi sia nei fumatori e che può essere presa in considerazione per il trattamento di depressione resistente. L'ipotesi che utilizzo cronico di nicotina causi desensibilizzazione dei recettori nicotinici, causando quindi un effetto antidepressivo è in linea con la prima teoria proposta oltre 30 anni fa e le successive ricerche che hanno confermato come un'eccessiva attività di acetilcolina nel cervello possa indurre sintomi depressivi. Anche la Vareniclina, un farmaco che agisce sui recettori della nicotina utilizzato per eliminare la dipendenza da nicotina ha mostrato proprietà antidepressive.[31]

Farmaci potenzianti l'effetto antidepressivo

È stato scoperto che alcuni antidepressivi funzionano meglio in determinati pazienti se usati in combinazione con altri medicinali. Tra questi "potenziatori" si trovano:

Tranquillanti e sedativi, soprattutto le benzodiazepine, vengono prescritti per attenuare gli stati d'ansia e favorire il sonno. A causa dell'alto rischio di dipendenza, questi medicinali sono pensati per agire solamente a breve termine o per uso occasionale. Spesso l'utilizzo di questi mediciali non riguarda direttamente la loro funzione primaria, ma vengono sfruttati per i loro effetti collaterali. La Quetiapina è stata messa a punto per il trattamento della schizofrenia e del disordine bipolare, ma causa frequentemente sonnolenza, per via della sua affinità con i recettori dell'istamina(H1 e H2).

Gli antipsicotici come il risperidone, l'olanzapina e la quetiapina possono essere prescritti per stabilizzare l'umore e per trattare l'ansia. Gli antipsicotici, sia tipici che atipici, possono essere utilizzati per potenziare gli effetti di un antidepressivo, per aumentare la concentrazione plasmatica di un altro farmaco o per alleviare i sintomi psicotici e paranoidi che spesso accompagnano il disturbo depressivo. Tali farmaci, comunque, in particolare ad alti dosaggi, possono causare effetti collaterali importanti come offuscamento della vista, spasmi muscolari, irrequietezza, discinesia tardiva e aumento di peso.

Psicostimolanti sono aggiunti a volte alla cura antidepressiva se il paziente soffre di anedonia, ipersonnia e/o eccessiva alimentazione e scarsa motivazione. Tali sintomi sono comuni in depressioni atipiche, e possono essere risolti aggiungendo alla cura dosi moderate di anfetamine (Adderall), metilfenidato (Ritalin) oppure modafinil (Provigil, Alertec), poiché queste sostanze possono migliorare il grado di motivazione personale e il comportamento, sopprimendo l'eccessivo appetito e sonno. In particolare il Modafinil è unico per effetti sul sonno: aumenta infatti l'attenzione e riduce la sonnolenza quando il paziente è nello stato attivo, senza inibire il normale sonno. Questi accorgimenti medici possono ristabilire il desiderio sessuale, sebbene questo sia solamente un effetto collaterale e non costituisca la ragione di prescrizione di tali psicostimolanti. Farmaci di tale natura devono essere somministrati con estrema cautela in alcuni tipi di pazienti. Gli stimolanti infatti possono indurre episodi maniaco-depressivi in persone affette da disordine bipolare.

Il litio rimane il trattamento elettivo per il trattamento del disturbo bipolare ed è spesso usato insieme ad altri medicinali, per il trattamento di episodi maniacali o della depressione. Gli effetti collaterali del Litio includono sete, tremori, vertigini, nausea e diarrea. Alcuni anticonvulsivanti, come la carbamazepina (Tegretol), vaporato di sodio (Epilim) e lamotrigina (Lamictal) sono utilizzati come stabilizzatori dell'umore, particolarmente nel disturbo bipolare. Sia il litio che la lamotrigina sono stati studiati e utilizzati per aumentare gli effetti antidepressivi nella depressione unipolare resistente.

Note

  1. ^ Società italiana di psicopatologia
  2. ^ R. Brugnoli et al. Indagine conoscitiva su un campione di psichiatri italiani. Come, quando e perché una terapia antidepressiva. Giornale italiano di Psicopatologia Vol. 9, December 2003, Issue 4
  3. ^ A. Carlsson, H. Corrodi e K. Fuxe, Effect of antidepressant drugs on the depletion of intraneuronal brain 5-hydroxytryptamine stores caused by 4-methyl-alpha-ethyl-meta-tyramine, in European Journal of Pharmacology, vol. 5, n. 4, 1º marzo 1969, pp. 357–366. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  4. ^ (EN) Joseph J. Schildkraut e Seymour S. Kety, Biogenic Amines and Emotion, in Science, vol. 156, n. 3771, 7 aprile 1967, pp. 21–30, DOI:10.1126/science.156.3771.21. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  5. ^ Ronald S. Duman, Pathophysiology of depression and innovative treatments: remodeling glutamatergic synaptic connections, in Dialogues in Clinical Neuroscience, vol. 16, n. 1, 1º marzo 2014, pp. 11–27. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  6. ^ Gerard Sanacora, Giulia Treccani e Maurizio Popoli, Towards a glutamate hypothesis of depression, in Neuropharmacology, vol. 62, n. 1, 24 febbraio 2017, pp. 63–77, DOI:10.1016/j.neuropharm.2011.07.036. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  7. ^ (EN) Gianluca Serafini, Neuroplasticity and major depression, the role of modern antidepressant drugs, in World Journal of Psychiatry, vol. 2, n. 3, 1º giugno 2012, DOI:10.5498/wjp.v2.i3.49. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  8. ^ Yann S. Mineur e Marina R. Picciotto, Nicotine receptors and depression: revisiting and revising the cholinergic hypothesis, in Trends in Pharmacological Sciences, vol. 31, n. 12, 1º dicembre 2010, pp. 580–586, DOI:10.1016/j.tips.2010.09.004. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  9. ^ Wayne C. Drevets, Carlos A. Zarate Jr. e Maura L. Furey, Antidepressant Effects of the Muscarinic Cholinergic Receptor Antagonist Scopolamine: A Review, in Biological Psychiatry, vol. 73, n. 12, 15 giugno 2013, pp. 1156–1163, DOI:10.1016/j.biopsych.2012.09.031. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  10. ^ (EN) Nicotine receptors and depression: Revisiting and revising the cholinergic hypothesis (PDF Download Available), su ResearchGate. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  11. ^ Allison T. Knoll e William A. Carlezon, Dynorphin, stress, and depression, in Brain research, 1314C, 16 febbraio 2010, pp. 56, DOI:10.1016/j.brainres.2009.09.074. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  12. ^ Florian Holsboer e Marcus Ising, Central CRH system in depression and anxiety--evidence from clinical studies with CRH1 receptor antagonists, in European Journal of Pharmacology, vol. 583, n. 2-3, 7 aprile 2008, pp. 350–357, DOI:10.1016/j.ejphar.2007.12.032. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  13. ^ (EN) Helle M. Sickmann, Yan Li e Arne Mørk, Behavioral Neurobiology of Stress-related Disorders, collana Current Topics in Behavioral Neurosciences, Springer Berlin Heidelberg, 1º gennaio 2014, pp. 123–159, DOI:10.1007/7854_2014_292, ISBN 9783662451250. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  14. ^ (EN) Inflammatory mechanisms in major depressive disorder, su ResearchGate. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  15. ^ (EN) Altered γ-aminobutyric acid neurotransmission in major depressive disorder: A critical review of the supporting evidence and the influence of serotonergic antidepressants (PDF Download Available), su ResearchGate. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  16. ^ Lacasse JR, Leo J (December 2005). “Serotonin and Depression: A Disconnect between the Advertisements and the Scientific Literature”. PLoS Med. 2 (12): e392.doi:10.1371/journal.pmed.0020392. PMC 1277931. PMID 16268734.
  17. ^ Moncrieff J, Cohen D (July 2006). “Do Antidepressants Cure or Create Abnormal Brain States?”.PLoS Med. 3 (7): e240. doi:10.1371/journal.pmed.0030240. PMC 1472553. PMID 16724872.
  18. ^ Lacasse J, Leo J, Serotonin and depression: a disconnect between the advertisements and the scientific literature, in PLoS Med, vol. 2, n. 12, 2005, pp. e392, DOI:10.1371/journal.pmed.0020392, PMC 1277931, PMID 16268734. Full text
  19. ^ Uz T, Ahmed R, Akhisaroglu M, Kurtuncu M, Imbesi M, Dirim Arslan A, Manev H, Effect of fluoxetine and cocaine on the expression of clock genes in the mouse hippocampus and striatum, in Neuroscience, vol. 134, n. 4, 2005, pp. 1309–16, DOI:10.1016/j.neuroscience.2005.05.003, PMID 15994025.
  20. ^ Yuferov V, Butelman E, Kreek M, Biological clock: biological clocks may modulate drug addiction, in Eur J Hum Genet, vol. 13, n. 10, 2005, pp. 1101–3, DOI:10.1038/sj.ejhg.5201483, PMID 16094306.
  21. ^ Manev H, Uz T, Clock genes as a link between addiction and obesity, in Eur J Hum Genet, vol. 14, n. 1, 2006, p. 5, DOI:10.1038/sj.ejhg.5201524, PMID 16288309.Full text
  22. ^ Serotonin and norepinephrine reuptake inhibitors (SNRIs) - MayoClinic.com
  23. ^ Carlson N.R; Psychology the Science of Behavior; Fourth Canadian Edition; Chapter 4; 95-100
  24. ^ my.access — University of Toronto Libraries Portal
  25. ^ CNSforum | The mechanism of action of noradrenergic and specific serotonergic antidepressants (NaSSAs)
  26. ^ GL Stimmel, JA Dopheide e SM Stahl, Mirtazapine: an antidepressant with noradrenergic and specific serotonergic effects, in Pharmacotherapy, vol. 17, n. 1, American College of Clinical Pharmacy, Jan-Feb 1997, pp. 10–21, ISSN 0277-0008 (WC · ACNP), PMID 9017762.
  27. ^ SM Stahl, JF Pradko, BR Haight, JG Modell, CB Rockett e S Learned-Coughlin, A Review of the Neuropharmacology of Bupropion, a Dual Norepinephrine and Dopamine Reuptake Inhibitor, in Prim Care Companion J Clin Psychiatry, vol. 6, n. 4, Physicians Postgraduate Press, 2004, pp. 159–166, DOI:10.4088/PCC.v06n0403, PMC 514842, PMID 15361919. URL consultato il 28 maggio 2009.
  28. ^ Paykel ES, Clinical efficacy of reversible and selective inhibitors of monoamine oxidase A in major depression, in Acta Psychiatr Scand Suppl, vol. 386, 1995, pp. 22–7, DOI:10.1111/j.1600-0447.1995.tb05920.x, PMID 7717091.
  29. ^ Ischaki E, Gratziou C, Smoking and depression: Is smoking cessation effective?, in Ther Adv Respir Dis, vol. 3, n. 1, febbraio 2009, pp. 31–8, DOI:10.1177/1753465809102662, PMID 19293201.
  30. ^ Benowitz NL, Pharmacology of nicotine: addiction, smoking-induced disease, and therapeutics, in Annu. Rev. Pharmacol. Toxicol., vol. 49, 2009, pp. 57–71, DOI:10.1146/annurev.pharmtox.48.113006.094742, PMC 2946180, PMID 18834313.
  31. ^ Mineur YS, Picciotto MR, Nicotine receptors and depression: revisiting and revising the cholinergic hypothesis, in Trends Pharmacol. Sci., vol. 31, n. 12, dicembre 2010, pp. 580–6, DOI:10.1016/j.tips.2010.09.004, PMC 2991594, PMID 20965579.

Bibliografia

  • Stephen M. Stahl, Psicofarmacologia essenziale - II Edizione, Torino, Centro Scientifico Editore, 2002, ISBN.
  • Burger's Medicinal Chemistry and Drug Discovery - Sixth Edition, Volume 6: Nervous System Agents, Edited by Donald J. Abraham, pp. 497; 500, ISBN 0-471-27401-1.

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàThesaurus BNCF 5873 · LCCN (ENsh85005661 · GND (DE4002263-8 · BNE (ESXX528348 (data) · BNF (FRcb11944046z (data) · J9U (ENHE987007295550405171 · NDL (ENJA01140705
  Portale Medicina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di medicina