Ferrari 412 T2

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Ferrari 412 T2
Jean Alesi in azione su 412 T2 nel Gran Premio di San Marino 1995
Descrizione generale
Costruttore Bandiera dell'Italia  Ferrari
Categoria Formula 1
Squadra Scuderia Ferrari
Progettata da John Barnard
Gustav Brunner
Willem Toet
Nicolò Petrucci
Sostituisce Ferrari 412 T1
Sostituita da Ferrari F310
Descrizione tecnica
Meccanica
Telaio Materiali compositi, a nido d'ape in fibra di carbonio
Motore Ferrari 044/1 V12 75°, 2998 cm³
Trasmissione trasversale Ferrari, 6 marce e retromarcia (comando semiautomatico sequenziale a controllo elettronico)
Dimensioni e pesi
Lunghezza 4 380 mm
Larghezza 1 995 mm
Altezza 980 mm
Passo 2 915 mm
Peso 595 kg
Altro
Carburante Agip
Pneumatici Goodyear
Avversarie Vetture di Formula 1 1995
Risultati sportivi
Debutto Bandiera del Brasile Gran Premio del Brasile 1995
Piloti 27. Bandiera della Francia Jean Alesi
28. Bandiera dell'Austria Gerhard Berger
Palmares
Corse Vittorie Pole Giri veloci
17 1 1 3

La Ferrari 412 T2 (progetto numero 647) è un'automobile monoposto sportiva di Formula 1 che gareggiò nella stagione 1995, la quarantaduesima utilizzata dalla Scuderia Ferrari. La vettura fu disegnata da John Barnard ed era guidata da Jean Alesi e Gerhard Berger. Vettura molto convenzionale e veloce da assettare,[1] conta nel suo palmarès una vittoria al Gran Premio del Canada e il terzo posto nel mondiale costruttori. La 412 T2 fu protagonista di prestazioni altalenanti durante tutto l'arco del campionato e vari guasti fecero perdere diversi punti ai due piloti.[1]

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Le modifiche al regolamento della Formula 1, che abbassava il limite di cilindrata da 3,5 litri a 3, costrinse i tecnici della Ferrari a rivedere il motore, che adottava la classica architettura V12 ma con un angolo di 75° (10 in più rispetto al passato) e poteva esprimere una potenza massima di circa 700 CV (circa 515 kW) e arrivare all'elevato (per allora) regime di 17 000 giri/min.[2]

Il propulsore risultava anche più corto di circa sette centimetri e, come l'anno precedente, disponeva dei cornetti di aspirazione ad altezza e geometria variabile.[3] L'uso di una particolare lega leggera per il basamento del motore permise inoltre di risparmiare circa 10 kg.[3] Va sottolineato che questa fu l'ultima monoposto del Cavallino ad essere equipaggiata con un V12: proprio sulla 412 T2 (opportunamente modificata) già nel 1995 vennero condotti i primi test con un motore V10[4], ritenuto più consono rispetto al V12 per la formula dei motori a 3 litri.

L'ampio impiego di materiali compositi anche in altri settori consentì di ridurre il peso e accentrare il baricentro,[2] anche grazie al nuovo serbatoio di carburante ridotto a 140 litri per regolamento.[3]

Vista laterale della 412 T2 durante un'esibizione del 2008 al Goodwood Festival of Speed

In generale la vettura risultava piuttosto convenzionale rispetto alla 412 T1 dell'anno precedente.[2] Mentre tra le altre monoposto ormai prevalevano i musetti alti e arrotondati, la T2 optò per la classica forma spiovente e squadrata.[2][5] Le sospensioni posteriori abbandonarono lo schema dell'anno precedente, tornando al sistema uniball con barre di torsione, che la Ferrari aveva adottato per l'ultima volta sulla 640 F1 del 1989; sempre le sospensioni posteriori non erano più ancorate direttamente alla scatola del cambio, ma presentavano dei supporti aggiuntivi che le legavano al telaio. Le prese d'aria laterali erano più ampie e squadrate, per garantire il maggiore afflusso d'aria al V12, col conseguente abbandono della caratteristica forma a Coca-Cola.[2] Il cofano motore si presentava basso e avvolgente e sigillava completamente il retrotreno della vettura raccordandosi con le paratie dell'alettone posteriore.[4] La T2 vide inoltre l'introduzione del comando della frizione dietro al volante, con un bilanciere posizionato sopra il cambio marce; questa soluzione venne utilizzata solo da Berger, mentre Alesi preferì continuare a usare il comando al pedale.[6].

Durante l'anno vennero introdotti aggiornamenti per cercare di colmare il gap con le scuderie motorizzate Renault, con numerosi interventi di natura aerodinamica e sul motore. Mentre sulle prime i piloti dichiararono di essere soddisfatti della vettura e della sua facilità di messa a punto, col passare del tempo emersero problemi di trazione che non furono mai risolti. Nel corso della stagione Barnard fu costretto anche a modificare la forma del volante, che creava vesciche e callosità alle mani di Berger, il quale era spesso costretto ad abbandonare le sessioni di test per questo motivo.[7]

Dal punto di vista delle forniture tecniche, la 412 T2 fu l'ultima Ferrari di Formula 1 a utilizzare carburante Agip: nell'agosto 1995 infatti l'Eni annunciò la conclusione, dopo 21 anni, della collaborazione con la Scuderia, avendo rifiutato di aumentare le proprie sovvenzioni a fronte del ricco ingaggio di Michael Schumacher in vista della stagione seguente. Dal 1996 le monoposto di Maranello correranno quindi con benzina Shell.[8]

Scheda tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Caratteristiche tecniche - Ferrari 412 T2
Configurazione
Carrozzeria: monoposto Posizione motore: posteriore Trazione: posteriore
Dimensioni e pesi
Ingombri (lungh.×largh.×alt. in mm): 4 380 × 1 995 × 980 Diametro minimo sterzata:
Interasse: 2 915 mm Carreggiate: anteriore 1 690 - posteriore 1 605 mm Altezza minima da terra:
Posti totali: 1 Bagagliaio: Serbatoio: 140 l
Masse / in ordine di marcia: 595 kg
Meccanica
Tipo motore: Ferrari tipo 044/1 V12 75° Cilindrata: 2 998 cm³
Distribuzione: bialbero a camme in testa, 4 valvole per cilindro Alimentazione: Iniezione elettronica digitale Magneti Marelli
Prestazioni motore Potenza: 700 CV (circa 515 kW)
Accensione: elettronica Magneti Marelli statica Impianto elettrico:
Frizione: 3 dischi in carbonio Cambio: trasversale Ferrari in blocco col motore, 6 marce e retromarcia (comando semiautomatico sequenziale a controllo elettronico)
Telaio
Corpo vettura materiali compositi, monoscocca a nido d'ape con fibre di carbonio
Sterzo pignone e cremagliera servoassistito
Sospensioni anteriori: indipendenti, quadrilateri trasversali, push-rod, molle a barra di torsione, ammortizzatori telescopici / posteriori: indipendenti, quadrilateri trasversali, push-rod, molle a barra di torsione, ammortizzatori telescopici
Freni anteriori: a disco autoventilanti in carbonio / posteriori: a disco autoventilanti in carbonio
Pneumatici Goodyear / Cerchi: 13 in BBS in lega leggera
Prestazioni dichiarate
Velocità: 340 km/h Accelerazione:

Presentazione[modifica | modifica wikitesto]

Al momento della presentazione le aspettative nei confronti della vettura furono molte, sia per motivi tecnici, sia per ragioni puramente emotive: era dal 1979 che una Ferrari non vinceva un titolo piloti e la stampa non mancò di sottolineare che il nome della nuova monoposto richiamava quello della 312 T vittoriosa nel 1975, stagione nella quale Luca Cordero di Montezemolo (dal 1991 ritornato alla Ferrari in veste di presidente) era stato protagonista, come direttore sportivo, nel mondiale vinto da Lauda.[4]

La presentazione della vettura avvenne il 6 febbraio a Maranello, davanti a circa 300 persone, con la partecipazione di Alberto Tomba nelle vesti di mascotte.[5] Durante la cerimonia il presidente Montezemolo si mostrò parecchio prudente nell'elogiare la vettura; anche il direttore tecnico Jean Todt e il progettista Barnard furono di poche parole.[3]

Test[modifica | modifica wikitesto]

I primi test vennero eseguiti nella prima metà di febbraio sul circuito di Fiorano con una sola monoposto sulla quale i piloti Berger e Alesi si alternarono. Proprio l'austriaco, a causa di un'uscita di pista, danneggiò la vettura e le prove vennero sospese per qualche giorno.[9] Inoltre, le cattive condizioni climatiche impedirono ai piloti di compiere un buon numero di giri.[10] Alesi e Berger furono poi impegnati al Paul Ricard, dal 20 al 23 febbraio, e il francese dichiarò pubblicamente la sua soddisfazione per il comportamento della vettura.[11] Infine, gli ultimi test si svolsero dal 4 al 7 marzo all'Estoril.[11] Proprio durante le prove sul tracciato portoghese Berger ebbe un grave incidente, dovuto a un guasto meccanico, in cui la vettura venne completamente distrutta, ma il pilota austriaco uscì illeso.[12] Nonostante ciò, Berger si dichiarò soddisfatto delle prestazioni della monoposto e considerò l'accaduto un episodio isolato.[12] I due ferraristi, però, riuscirono a percorrere circa 2000 chilometri durante i test, ovvero meno della metà delle rivali Benetton e Williams.[13]

Carriera agonistica[modifica | modifica wikitesto]

Stagione 1995[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 1995.
Alesi impegnato nel Gran Premio del Canada 1995, in cui il francese ottenne il suo unico successo in Formula 1.

Durante l'arco della stagione le prestazioni furono abbastanza altalenanti e le buone doti velocistiche della vettura vennero vanificate anche a causa dell'affidabilità, che in alcuni casi privò i due ferraristi di ottimi piazzamenti.[14] La 412 T2 è stata comunque una vettura abbastanza riuscita, sia a livello di motore che di telaio, e finalmente in grado, quando possibile, di infastidire seriamente le scuderie motorizzate Renault che, alla fine della stagione, piazzarono quattro piloti ai primi quattro posti del mondiale e si presero i primi due posti tra i costruttori. Il 1995 vide quindi Jean Alesi e Gerhard Berger conquistare diversi podi. Non mancarono nemmeno alcune tensioni all'interno dei box tra piloti e muretto dopo che, a metà campionato, era stato ufficializzato l'ingaggio dalla Benetton del campione del mondo Michael Schumacher per la stagione seguente.[15]

La prima gara disputata fu il Gran Premio del Brasile, il 26 marzo 1995, che vide la vittoria di Schumacher e il terzo posto di Berger.[16] All'indomani di questa gara ci furono non poche polemiche dopo che Schumacher e il secondo classificato David Coulthard, rispettivamente su Benetton e Williams, furono squalificati per avere usato benzina Elf irregolare, con conseguente vittoria a tavolino dell'austriaco della Ferrari:[16] le polemiche continuarono più di due settimane dopo, quando la FIA annullò parzialmente le squalifiche, condannando i soli team per la negligenza (privandoli dei punti conquistati nella graduatoria marche) ma restituendo i piazzamenti ai loro piloti.[16]

Fino al Gran Premio del Canada le 412 T2 di Berger o Alesi riuscirono a salire sempre sul podio e il francese centrò anche, proprio a Montréal, l'unica vittoria stagionale del Cavallino oltreché l'unica della carriera per il pilota di Avignone;[17] ma sempre sull'asfalto nordamericano delle noie tecniche impedirono alla Ferrari di mettere a segno una potenziale uno-due sul podio, in quanto l'austriaco si dovette ritirare quando occupava la terza posizione dietro a Schumacher, quest'ultimo poi finito quinto per delle noie al cambio.[17] Va segnalata poi la prima fila tutta rossa al Gran Premio del Belgio, con Berger autore a Spa-Francorchamps dell'unica pole position dell'anno per la 412 T2, ma vanificata poi dai ritiri dapprima di Alesi (problemi alle sospensioni) e poi dello stesso austriaco (noie elettriche).[18]

Ma la più grande delusione della stagione la si ebbe al Gran Premio d'Italia, per via di un assurdo incidente di gara che costò una possibile doppietta: dopo una partenza rocambolesca i ferraristi occupavano, con grande vantaggio, le prime due posizioni della gara[19] quando al trentatreesimo giro dalla vettura di Alesi, che faceva l'andatura, si staccò la camera-car che andò a tranciare di netto un braccio della sospensione anteriore di Berger.[20] A meno di dieci giri dalla fine anche Alesi fu costretto al ritiro a causa della rottura di un cuscinetto con conseguenti problemi ai freni;[19] vano ogni tentativo del francese per cercare di terminare la gara che vide la vittoria di Johnny Herbert.[19]

Dopo avere sfiorato un'altra possibile vittoria nel Gran Premio d'Europa, con Alesi costretto a cedere il primo posto a Schumacher solo negli ultimi giri a causa dell'usura dei suoi pneumatici,[21] la stagione si concluse con Alesi (42 punti) e Berger (31 punti) al quinto e sesto posto della classifica mondiale; la Ferrari (73 punti) chiuse al terzo posto della classifica costruttori dietro a Benetton (137 punti) e Williams (112 punti).

Piloti[modifica | modifica wikitesto]

Piloti ufficiali
Nazione Nome Numero
Bandiera della Francia Jean Alesi 27
Bandiera dell'Austria Gerhard Berger 28
Piloti di riserva
Nazione Nome
Bandiera dell'Italia Nicola Larini

Risultati in Formula 1[modifica | modifica wikitesto]

Anno Team Motore Gomme Piloti Punti Pos.
1995 Scuderia Ferrari Ferrari 044/1 3.0 V12 G Bandiera della Francia Alesi 5 2 2 Rit Rit 1 5 2 Rit Rit Rit Rit 5 2 5 Rit Rit 73
Bandiera dell'Austria Berger 3 6 3 3 3 11* 12* Rit 3 3 Rit Rit 4 Rit 4 Rit Rit
Legenda 1º posto 2º posto 3º posto A punti Senza punti/Non class. Grassetto – Pole position
Corsivo – Giro più veloce
Squalificato Ritirato Non partito Non qualificato Solo prove/Terzo pilota

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Williams, McMaster, p. 53.
  2. ^ a b c d e Acerbi, p. 312.
  3. ^ a b c d Cristiano Chiavegato, Festa a Maranello è nata la Rossa, in La Stampa, 7 febbraio 1995, p. 29.
  4. ^ a b c Boccafogli.
  5. ^ a b Alessandro Tommasi, Nuova Ferrari, Tomba mascotte, in La Repubblica, 07 febbraio 1995, p. 39.
  6. ^ La nuova Ferrari? Avrà un muso da formichiere, in Corriere della Sera, 25 gennaio 1995, p. 34 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2014).
  7. ^ AA.VV..
  8. ^ Aldo Quaglierini, Effetto Schumacher. L'Agip se ne va, Ferrari con la Shell (PDF), in l'Unità 2, 18 agosto 1995, p. 11.
  9. ^ Ferrari, prove sospese, in Corriere della Sera, 11 febbraio 1995, p. 36.
  10. ^ Prove difficili per la Ferrari, in la Repubblica, 17 febbraio 1995, p. 45.
  11. ^ a b Giancarlo Faletti, Alesi entusiasta chiama Montezemolo " Questa Ferrari ci darà soddisfazioni ", in Corriere della Sera, 11 febbraio 1995, p. 36 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2015).
  12. ^ a b Berger fuori pista all'Estoril. Illeso, andava a 250 km l'ora, in la Repubblica, 7 marzo 1995, p. 46.
  13. ^ La Ferrari resta ancora un mistero, in la Repubblica, 23 marzo 1995, p. 43.
  14. ^ Boccafogli.
  15. ^ Williams, McMaster, p. 29.
  16. ^ a b c Andrea Gardenal, GP del Brasile 1995: il primo senza Ayrton, con il giallo benzine, su p300.it, 26 marzo 2020.
  17. ^ a b Matteo Novembrini, F1, orgoglio italiano: Jean Alesi trionfa a Montréal 1995, su autosprint.corrieredellosport.it, 8 aprile 2020.
  18. ^ Alessandro Mastroluca, F1, GP Belgio 1995: il capolavoro di Schumacher a Spa, su motori.fanpage.it, 23 agosto 2016.
  19. ^ a b c GP Italia 1995: il sogno Rosso sfuma sul più bello, su thelastcorner.it, 2 settembre 2013.
  20. ^ Nuove telecamere in F1, in la Repubblica, 15 settembre 1995.
  21. ^ Luca Ruocco, Nürburgring 1995 - Jean e il giovane Kaiser, su senzaf1ato.com.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Diario dicembre-gennaio, Ferrari World n° 33, marzo/aprile 1995.
  • Roberto Boccafogli, Tra cabala e tecnica, Ferrari World n° 33, marzo/aprile 1995.
  • AA.VV., Diario febbraio-marzo, Ferrari World n° 34, maggio/giugno 1995.
  • AA.VV., Diario aprile-maggio, Ferrari World n° 35, luglio/agosto 1995.
  • Roberto Boccafogli, La paura degli altri, Ferrari World n° 35, luglio/agosto 1995.
  • AA.VV., Diario giugno-luglio, Ferrari World n° 36, settembre/ottobre 1995.
  • AA.VV., Diario agosto-settembre, Ferrari World n° 37, novembre/dicembre 1995.
  • Bryn Williams, Colin McMaster, F1 '95. World championship photographic review, Milano, Vallardi&Associati, 1995, ISBN 88-85202-48-4.
  • Eliseo Ferrari, 1947-1997 Ferrari. Cinquant'anni di storia, Modena, Edizioni Il Fiorino, 1997.
  • Leonardo Acerbi, Tutto Ferrari, Mondadori, 2004, ISBN 88-04-51482-5.
  • Umberto Zapelloni, Luca Dal Monte, Ferrari, Rozzano (Milano), Editoriale Domus, 2010.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]