Ferrari 125 F1

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Ferrari 125 F1
Il debutto della Ferrari 125 F1 a Torino, nel 1948, pilotata da Raymond Sommer
Descrizione generale
Costruttore Bandiera dell'Italia  Ferrari
Categoria Formula 1
Produzione 1948-1950
Squadra Scuderia Ferrari
Progettata da Gioachino Colombo
Sostituita da Ferrari 275 F1
Descrizione tecnica
Meccanica
Telaio longheroni e traverse tubolari
Motore 12 cilindri a V (anteriore)
Trasmissione cambio a 4 o 5 marce + RM non sincronizzato in blocco con il differenziale ZF (1950), trazione posteriore.
Dimensioni e pesi
Lunghezza 3 685 mm
Larghezza 1 400 mm
Altezza 1 025 mm
Passo 2 160 mm
Peso 710 kg
Altro
Carburante Shell
Pneumatici Pirelli
Avversarie Vetture di Formula 1 1950
Risultati sportivi
Debutto Gran Premio di Monaco 1950
Piloti Bandiera dell'Italia Alberto Ascari
Bandiera della Francia Raymond Sommer
Bandiera dell'Italia Luigi Villoresi
Bandiera del Regno Unito Peter Whitehead
Palmares
Corse Vittorie Pole Giri veloci
3 0 0 0

La Ferrari 125 F1 (inizialmente denominata GPC, ossia Gran Premio Compressore) è stata la prima monoposto costruita dalla scuderia di Maranello. Progettata secondo le specifiche della Formula Grand Prix, servì da base allo sviluppo delle future Formula 1 prendendo anche parte a tre GP iridati nel campionato mondiale di Formula 1 1950.

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

I primi schizzi per una Ferrari da Formula 1 (allora Formula Grand Prix) risalgono al primo dopoguerra e furono opera di Giuseppe Busso. Ma quando Gioachino Colombo passò dall'Alfa Romeo alla Ferrari, demolì il progetto di Busso e ripartì da zero. In particolare, forse perché legato a schemi ormai superati, bocciò l'idea di adottare il ponte De Dion al posteriore in favore di uno schema pendolare che già all'epoca cominciava ad essere obsoleto. Ferrari accettò questa scelta nonostante Nuvolari, che spesso capitava a Maranello, parlasse dei grandi pregi del ponte de Dion che lui aveva provato sulle Auto Union Type C d'anteguerra. Questa divergenza d'opinioni spinse Busso ad abbandonare la Ferrari per tornare all'Alfa.

Il motore, sempre opera di Colombo, era un 12 cilindri di 1500 cm³, sovralimentato con compressore Roots monostadio (la formula massima allora in vigore prevedeva 1 500 cm³ per motori sovralimentati e 4 500 cm³ per motori aspirati). Il telaio a longheroni e traverse, realizzato dalla Gilco, aveva un passo molto corto che le conferiva un'ottima agilità. Il motore era strettamente imparentato con quello che equipaggiava la 125 S.

La messa a punto del 12 cilindri, frazionamento voluto dallo stesso Ferrari, fu estremamente complicata fin dall'inizio. Infatti, specialmente nella versione sovralimentata, si rivelò ingombrante, pesante, penalizzato da un eccessivo consumo di carburante e da una cronica perdita di potenza agli alti regimi dovuta al trascinamento del compressore. In teoria il V12 sarebbe stato in grado di arrivare ad un massimo di 10 000 giri/min, ma in pratica non superò mai i 7 500 anche per via della mancanza di un'adeguata accensione. Circa un anno dopo la sua prima apparizione, fece la sua comparsa una versione aggiornata della 125 F1 equipaggiata con due compressori Roots e due alberi a camme per bancata comandati da ingranaggi per cercare di contrastare Alfa Romeo e Maserati che disponevano di motori nettamente più potenti. Fu modificato anche il passo e il serbatoio del carburante ora più capiente.

Per il 1950 furono introdotte ulteriori modifiche per opera dell'ing. Aurelio Lampredi che finalmente abbandonò lo schema pendolare in favore di un ponte posteriore De Dion e sistemò il cambio, ora a 4 rapporti, in blocco col differenziale. Il motore fu portato a una potenza di 280 CV e fu nuovamente modificato il passo. Anche dal punto di vista estetico ci furono molte modifiche che la portarono ad assomigliare alla futura 375 F1.

Caratteristiche tecniche - Ferrari 125 F1
Configurazione
Carrozzeria: monoposto Posizione motore: anteriore longitudinale Trazione: posteriore
Dimensioni e pesi
Ingombri (lungh.×largh.×alt. in mm): 3685 × 1400 × 1025 Diametro minimo sterzata:
Interasse: 2160 (2320-1949) mm Carreggiate: anteriore 1278 - posteriore 1250 mm Altezza minima da terra:
Posti totali: 1 Bagagliaio: Serbatoio: 120 l (140 l - 1949)
Masse / in ordine di marcia: 710 kg
Meccanica
Tipo motore: 12 cilindri a V di 60° Cilindrata: 1 496,77 cm³
Distribuzione: monoalbero a camme in testa (due alberi per bancata comandati da ingranaggi - 1949) Alimentazione: 1 carburatore Weber 40DOC3 o 50WCF e 1 compressore monostadio (doppio stadio - 1949)
Prestazioni motore Potenza: 230 CV a 7 000 giri/min (280 CV a 8.000 giri/min - 1950)
Accensione: singola, 2 magneti Impianto elettrico:
Frizione: monodisco a secco (multidisco a secco - 1949) Cambio: 5 marce + RM non sincronizzato (4 marce + RM non snicronizzato in blocco col differenziale - 1950)
Telaio
Corpo vettura longheroni e traverse tubolari
Sterzo a vite senza fine e settore
Sospensioni anteriori: ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, balestra trasversale, ammortizzatori Houdaille / posteriori: semiassi oscillanti, barre di torsione, ammortizzatori Houdaille (ponte De Dion - 1950)
Freni anteriori: a tamburo / posteriori: a tamburo
Pneumatici 5,50/15 (ant.) - 7,00/15 (post.) (5,50/16 - 6,50/16 - 1949)
Prestazioni dichiarate
Velocità: 260 km/h Accelerazione:

Carriera agonistica[modifica | modifica wikitesto]

La prima versione del motore della 125 F1 apparsa al GP di Torino del 1948

La prima apparizione della 125 F1 avvenne a Torino, il 5 settembre 1948, sul Circuito del Valentino nel XIX Gran Premio d'Italia, con tre esemplari affidati a Nino Farina, Raymond Sommer e Bira del Siam. Nonostante i ritiri di Farina, radiatore danneggiato, e Bira, trasmissione, il sorprendente terzo posto conquistato da Sommer, alle spalle della vittoriosa Alfa Romeo 158 di Jean-Pierre Wimille e della Maserati di Gigi Villoresi, convinse Enzo Ferrari a continuare lo sviluppo delle vetture di categoria Grand Prix che il "Drake" era propenso ad abbandonare a causa delle spese da sostenere, già esorbitanti all'epoca. Il primo successo della 125 F1 arrivò due gare più tardi, in occasione del Circuito del Garda, vinto da Farina, che ottenne la prima vittoria per una vettura di Formula 1 costruita dalla Ferrari.

Il 1949 vide il passaggio alla Ferrari di Ascari e Villoresi e la vendita di due esemplari di 125 F1 ai piloti Peter Whitehead e Tony Vandervell, futuro patron della Vanwall. Ribattezzando Thinwall Special la sua 125, Vanderwell ne fece uno dei primi esempi di vettura sponsorizzata. Quel nome, infatti, reclamizzava la sua fabbrica di bronzine da cui la stessa Ferrari si riforniva. In quello stesso anno Monza vide la prima vittoria della stagione ad opera di Ascari grazie alla nuova 125 con compressore a doppio stadio che vinse anche in Svizzera e Paesi Bassi. Ma l'avvenimento più importante fu la sconfitta che Villoresi subì ad opera della Talbot di Louis Rosier al Gran Premio del Belgio. In testa per la maggior parte della gara, Villoresi fu costretto ad una sosta ai box per rifornimento; al contrario alla Talbot del francese, che non disponeva di compressore e quindi consumava meno, non fu necessario fermarsi se non dopo aver tagliato il traguardo vittoriosa. Questo avvenimento fece propendere in seguito Ferrari per l'abbandono dei motori sovralimentati.

Nella stagione inaugurale del Campionato mondiale di Formula 1, la Ferrari disertò la gara inaugurale di Silverstone ma si presentò con la 125 F1 a Monaco con Ascari, secondo al traguardo, e Villoresi, ritirato a causa problemi alla trasmissione. La carriera in Formula 1 della 125 F1 in seno alla Scuderia Ferrari si concluse proprio a Monaco ma proseguì grazie alla scuderia privata di Peter Whitehead che si classificò terzo in Francia e settimo in Italia. L'anno successivo sempre Whitehead avrebbe guidato ancora la 125 F1 senza però raccogliere risultati significativi. Qui termina anche la carriera agonistica nella massima formula della 125 F1 che continuò a figurare in gare minori ad opera di piloti privati.

Risultati Completi[modifica | modifica wikitesto]

1950 Squadra Gomme Piloti GBR MON IND[1] SVI BEL FRA ITA Punti CMP[2]
Bandiera dell'Italia Scuderia Ferrari P Bandiera dell'Italia Alberto Ascari 2 5 11 5
Bandiera della Francia Raymond Sommer 4 13 3 15
Bandiera dell'Italia Luigi Villoresi Ret Ret 6 0 25
Bandiera del Regno Unito Peter Whitehead P Bandiera del Regno Unito Peter Whitehead NQ NQ 3 7 4 9
1951 Squadra Gomme Piloti SVI IND[1] BEL FRA GBR GER ITA SPA
Bandiera del Regno Unito Peter Whitehead P Bandiera del Regno Unito Peter Whitehead Ret Ret Ret 9 Ret 0 36

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b La gara di Indianapolis era regolarmente disertata dalle scuderie non americane ma era comunque valida per il mondiale.
  2. ^ All'epoca il mondiale costruttori ancora non era stato istituito, vengono riportati quindi i risultati dei singoli piloti.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Tutto Ferrari, Mondadori, Milano 2004.
  • Busso, Giuseppe, Un ponte sulla storia, Ruoteclassiche n° 25 pp. 18–25, gennaio 1990.
  • Casucci, Piero, Profili Quattroruote: Ferrari F1 1948-1963, Editoriale Domus, Milano 1985.

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