Alfa Romeo Grand Prix: differenze tra le versioni

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Versione delle 11:17, 29 set 2011

A.L.F.A. Grand Prix
Descrizione generale
Costruttorebandiera A.L.F.A.
Tipo principaleda competizione
Produzionedal 1914 al 1921
Sostituisce la-
Sostituita daAlfa Romeo P1
Esemplari prodotti2
Altre caratteristiche
Dimensioni e massa
Larghezza1450 mm
Altro
ProgettoGiuseppe Merosi, Vittorio Jano
Notedati della berlina

L’A.L.F.A. tipo Grand Prix, o Alfa Romeo Grand Prix, è stata un’autovettura da competizione, sviluppata dall’A.L.F.A. (divenuta in seguito Alfa Romeo) tra il 1914 ed il 1921.

Progettata da Giuseppe Merosi, era dotata del primo propulsore con distribuzione bialbero a quattro valvole per cilindro prodotto dalla casa milanese: un quadricilindrico corsa lunga di 4.458 cc che poteva erogare la potenza di 88 hp a 2.950 giri, esprimendo una velocità massima di 140 km/h.

Nell'estate del 1914 la messa a punto della vettura era ormai completata, ma la prevista partecipazione della vettura al Gran Premio di Francia che si disputava a Lione il 4 luglio, fu disdetta all'ultimo momento, per ragioni ufficialmente mai espresse, ma facilmente riconducibili alla delicata posizione internazionale dell'Italia, dopo l'attentato di Sarajevo. La dirigenza A.L.F.A., allo scoppio del primo conflitto mondiale, decise di vendere la "Grand Prix" e di sospendere il programma sportivo, unitamente alla produzione automobilistica, per avviare quella bellica.

La costruzione di automobili ricominciò, nel 1920, con il nuovo marchio Alfa Romeo, riproponendo i modelli d'anteguerra, la cui vendita si dimostrò subito fiacca, sia per l'anzianità progettuale delle vetture, sia per il mancato ritorno pubblicitario dovuto all'assenza dalle competizioni.

La fase di riconversione industriale era in pieno svolgimento e sarebbe stato impensabile realizzare una vettura da competizione in tempi brevi. Fu per questo motivo che il nuovo proprietario dell'azienda, Nicola Romeo, decise di riacquistare la "Grand Prix" e di affidarla alle cure di Merosi, per un veloce aggiornamento che consentisse la partecipazione a qualche gara, in attesa del nuovo modello.

La versione evoluta, ora denominata Alfa Romeo Grand Prix, veniva accreditata di 102 hp e di una velocità massima vicina ai 150 km/h. Tra il 1920 ed il 1921, partecipò a numerose gare con discreti risultati, al Circuito del Mugello, alla Parma-Berceto e al Circuito di Brescia, condotta da Nino Franchini, Antonio Ascari e Giuseppe Campari. Quest'ultimo, al Gentlemen Grand Prix di Brescia, fu costretto al ritiro per una perdita di refrigerante dal radiatore.

Bibliografia

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