Delizia di Belriguardo

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«…Non voria per cosa del mondo esser manchato de venire perché ho veduto tanto grande casa, tanto bella et bene intesa et cussì ornata de picture excellentissime, che non credo ch’el mondo abia una simile…»

Delizia di Belriguardo
Ingresso principale
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàVoghiera
IndirizzoVia Provinciale, 274
Coordinate44°45′09.73″N 11°45′20.61″E / 44.752704°N 11.755726°E44.752704; 11.755726
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXV secolo
Usopolo museale
Realizzazione
AppaltatoreNiccolò III d'Este
ProprietarioComune di Voghiera
CommittenteEste

La Delizia di Belriguardo era la reggia estiva della corte estense che, essendo stata costruita nel 1435 è la prima residenza estiva di una signoria in Europa. Si trova nel territorio di Voghiera, Strada Provinciale n. 274, a circa 15 km da Ferrara. È stata anche definita la Versailles degli estensi. L'edificio è sede del Museo civico di Belriguardo che espone reperti archeologici del territorio e dedica anche sezioni all'arte rinascimentali e all'arte moderna.[2][3][4][1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Stato della Delizia prima dei restauri. Così appariva nel 1974 in un servizio fotografico di Paolo Monti

La Delizia di Belriguardo fu voluta dal marchese Niccolò III d'Este e venne utilizzata come residenza estiva di tutta la corte estense e come villa di rappresentanza. La posa della prima pietra risale al 1435, anche se la struttura subì continue rivisitazioni ed ampliamenti nel corso degli anni, ad opera dei successivi duchi di casa d'Este. Vi soggiornò sovente Lucrezia Borgia.[2][3][4][1] L'edificio venne forse costruito dietro suggerimento di Filippo Brunelleschi[5] e la sua particolarità è quella di presentare un ingresso stretto sotto il torrione, il primo cortile porticato su tre lati ed il secondo cortile porticato su quattro lati. Corrisponde alla pianta di una villa greco-orientale edificata secondo il gusto tardo medievale. Tra palazzi e giardini, Belriguardo in origine aveva una superficie complessiva di almeno quaranta ettari. Nella seconda metà del XVI secolo nella Delizia ha dimorato Torquato Tasso, che visse diversi anni sia in questo palazzo dove amava ritirarsi sia a Ferrara dove risiedeva la corte.[2][3][4][1]

Immagini della Delizia di Belriguardo
Museo Civico di Belriguardo, sezione Archeologica
Finestra gotica
Sala della Vigna
Sala della Vigna
Sala della Vigna
Camino in cotto nel Castello di Monselice proveniente dalla Delizia di Belriguardo

La magnificenza della Delizia di Belriguardo subì un brusco arresto quando gli Este, con la devoluzione, abbandonarono Ferrara nel 1598. Belriguardo fu lasciata in enfiteusi a proprietari terrieri del luogo che la utilizzarono principalmente come fattoria, trasformando sale affrescate dai maggiori maestri del Cinquecento ferrarese in stalle e granai. Tutto ciò che c'era di prezioso e ormai inutile al nuovo utilizzo del complesso fu venduto.[2][3][4][1]

Belriguardo è giunta fino a noi malgrado progressivi crolli, riadattamenti e demolizioni grazie al suo frazionamento in numerose abitazioni private. Ciò che è rimasto di Belriguardo è ancora visibile, ma la lettura del complesso originale risulta talmente compromessa da non essere quasi più individuabile. I resti dell'antica delizia ancora oggi visibili sono la torre al centro, dalla quale gli Este osservano gli spettacoli nella peschiera sottostante alimentata dall'acqua del fiume Sandalo, le sei finestre gotiche della fine del Quattrocento e la Sala della Vigna, l'unico ambiente che ha restituito qualche testimonianza dell'antico splendore.[2][3][4][1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si accede al primo giardino attraverso una grande torre, sulla cui sommità sono presenti due angeli che portano il simbolo estense.

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Nel De triumphis Religionis Giovanni Sabadino degli Arienti la descrive quasi metro per metro. Qui è ambientata l'opera teatrale di Johann Wolfgang von Goethe Torquato Tasso. La Delizia è stata scelta come scenario virtuale per uno dei livelli del DLC La scomparsa di da Vinci nel videogioco Assassin's Creed: Brotherhood.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Delizia di Belriguardo, su ferraradeltapo-unesco.it. URL consultato il 4 giugno 2023.
  2. ^ a b c d e Delizia di Belriguardo, su ferraraterraeacqua.it. URL consultato il 4 giugno 2023.
  3. ^ a b c d e Museo civico di Belriguardo, su beniculturali.it. URL consultato il 4 giugno 2023.
  4. ^ a b c d e Delizia di Belriguardo, su castelliemiliaromagna.it. URL consultato il 4 giugno 2023.
  5. ^ Maria Teresa Sambin De Norcen, I miti di Belriguardo, in Nuovi antichi: committenti, cantieri, architetti 1400-1600, Electa, 2004, pp. 39-40.
  6. ^ Delizia di Belriguardo, su assassinscreed.fandom.com. URL consultato il 18 giugno 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ugo Malagù, Guida del Ferrarese, Verona, Giacometti, 1967, pp. 524-529, SBN IT\ICCU\RAV\0057626.
  • Fiorenzo Artioli, Gli Estensi e la delizia di Belriguardo, Vigarano Mainarda, Grafica Ferrarese, 1988.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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