Utente:Michele859/Sandbox28
La 56ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino si è svolta a Berlino dal 9 al 19 febbraio 2006, con il Theater am Potsdamer Platz come sede principale.[1] Direttore del festival è stato per il quinto anno Dieter Kosslick.
L'Orso d'oro è stato assegnato al film Il segreto di Esma della regista bosniaca Jasmila Žbanić.
L'Orso d'oro alla carriera è stato assegnato all’attore Ian McKellen e al regista e sceneggiatore Andrzej Wajda, mentre la Berlinale Kamera è stata assegnata al direttore della fotografia Michael Ballhaus, al documentarista Jürgen Böttcher, allo scrittore e accademico Hans Helmut Prinzler, al giornalista e scrittore Peter B. Schumann e a Laurence Kardish, curatore del MoMA di New York.[2]
Il festival è stato aperto dal film in concorso Snow Cake di Marc Evans.[3]
La retrospettiva di questa edizione, intitolata "Dream Girls", è stata dedicata alle eroine del grande schermo degli anni cinquanta e alla rappresentazione della femminilità nel cinema del dopoguerra di Stati Uniti, Europa e Giappone.[4]
Nella sezione "Berlinale Special" è stato ricordato l'attore e produttore francese Humbert Balsan, scomparso l’anno precedente, con la proiezione del documentario Humbert Balsan, producteur rebelle di Anne Andreu.[5]
Storia[modifica | modifica wikitesto]
«La Berlinale ha attirato non solo registi da tutti gli angoli del mondo e dirigenti cinematografici mai così numerosi per partecipare all'ampliato European Film Market, ma anche artisti, rockstar, la cancelliera tedesca Angela Merkel, famosi chef, ex spie e tre ex ospiti dello United States Marine Corps a Guantanamo Bay.»
Numero di visitatori: | 418.000 |
Numero di addetti ai lavori: | 18.281 da 120 Paesi |
Numero di giornalisti presenti: | 3.978 |
Numero di film proiettati: | 351 |
Numero di proiezioni: | 846 |
Già alla conferenza stampa di apertura il direttore del festival Dieter Kosslick aveva promesso che la Berlinale 2006 sarebbe stata "politica, crudele e scomoda come la situazione mondiale in questo momento". Il commento non è piaciuto a tutti, ma alla fine le opinioni sul festival hanno mostrato una rara unanimità tra i critici. La Berlinale era riuscita ancora una volta a collegare temi controversi con la passione per il cinema, e la maggior parte non ha visto questa come una sfortunata divisione, ma piuttosto come un riuscito equilibrio.[1]
Oltre ai toccanti temi politici, un tema caldo di discussione è stata la "nouvelle vague" del cinema tedesco ("Cahiers du cinéma"), la forte proiezione di giovani cineasti e registi esordienti, per i quali è stato assegnato per la prima volta un premio ufficiale con il premio come miglior opera prima. Anche il mercato cinematografico europeo, notevolmente ampliato, ha ricevuto molti elogi per la sua vitalità e l'organizzazione impeccabile nella sua nuova sede nel Martin-Gropius-Bau. «Il nuovo potere delle immagini» (Spiegel Online), la «celebrazione del cinema d'autore tedesco» (Welt am Sonntag) o il «miracolo economico di Berlino» (Berliner Zeitung) – da qualunque angolazione si sia vista la Berlinale di quest'anno , apparentemente c'erano molti motivi per festeggiare.[1]
Il concorso ha proposto temi toccanti e ha sottolineato la convinzione del festival che i film possano avere un impatto positivo sul mondo: i film sulle conseguenze a lungo termine delle guerre balcaniche (Il segreto di Esma di Jasmila Žbanić), sui danni collaterali della "guerra al terrore" (The Road to Guantanamo di Michael Winterbottom e Mat Whitecross), la lotta brutale per le risorse naturali sempre più scarse (Syriana di Stephen Gaghan), la repressione delle donne in Iran (Offside di Jafar Panahi), il cinico sfruttamento della povertà dei perdenti della società da parte del di successo (Slumming di Michael Glawogger) e pericoloso flirt con stili di governo autoritari (V per Vendetta di James McTeigue), disegnano il quadro di un mondo che da tempo non è in pace con se stesso e in cui i conflitti vengono sempre più risolti attraverso la violenza. I film del concorso che si concentrano su storie personali e relazioni interpersonali hanno spesso affascinato il pubblico attraverso immagini audaci (El custodio di Rodrigo Moreno) e una avvincente riduzione all'essenziale (Desiderio di Valeska Grisebach).[1]
L'Orso d'oro per Il segreto di Esma, il primo lungometraggio di Jasmila Žbanić, è stato generalmente considerato una buona decisione dalla giuria guidata da Charlotte Rampling. Ha sottolineato non solo l'impegno del festival nei confronti di film giovani e politicamente ambiziosi, ma anche la forte presenza delle donne. La collaborazione tra la regista bosniaca e la sua produttrice austriaca Barbara Albert per un film che affrontava il tema dello stupro durante le guerre jugoslave, è stato per molti critici il miglior esempio di film tipico della Berlinale. Tipico anche per il fatto che si rivolge alla politica in ambito privato e «manda un segnale di avvertimento ma non predica in alcun modo», come ha commentato Anke Westphal sulla Berliner Zeitung.[1]
Per molti critici un segno distintivo di questa Berlinale era anche il fatto che i momenti salienti fossero distribuiti in tutte le sezioni. La sezione Kinderfilmfest/14plus ha affascinato non solo il suo solito pubblico impegnato, ma ha anche rafforzato la sua reputazione di sede di molti dei consigli degli addetti ai lavori del festival, come We Shall Overcome di quest'anno, che è stato premiato con l'Orso di cristallo dalla giuria dei bambini.[1]
Oltre a una notevole presenza di produzioni tedesche più giovani, i documentari si sono distinti nel variegato programma del Forum di quest'anno. My Country My Country, Conversations on a Sunday Afternoon, Atos dos Homens, Au-delà de la haine, tutti forti contributi al profilo politico del festival, si sono affiancati a controversi esperimenti formali come 37 Uses for a Dead Sheep e Là-bas di Chantal Akermann. Il Forum ha creato un'ulteriore piattaforma per il suo amore per la sperimentazione con il programma di film e video arte Forum Expanded, dove, in collaborazione con KW – Institute for Contemporary Art, sono state installate opere di Harun Farocki, Michael Snow, Sharon Lockhart, Amos Gitai e altri.[1]
Il Panorama è riuscito ancora una volta a riunire l'insolito e supponente con il popolare, con personalità illustri come Ewan McGregor, Nick Cave, Ángela Molina, Lukas Moodysson, Todd Verow e Gretchen Mol nella sua lista degli ospiti. Giovane e violento di Detlev Buck è stato uno dei tanti film tedeschi che ha ottenuto un grande rispetto tra gli osservatori internazionali. Altri preferiti dalla critica sono stati Derecho de familia di Daniel Burman e Big Bang Love, Juvenile A di Takashi Miike. Il pubblico ha adorato Camping sauvage di Christophe Ali e Nicolas Bonilauri e il documentario Leonard Cohen: I'm Your Man di Lian Lunson e ha assegnato il Premio del pubblico a un altro documentario, Paper Dolls di Tomer Heymann, un film sulla scena delle drag queen a Tel Aviv.[1]
L'omosessualità, il genere e la discriminazione sono sempre stati un aspetto importante del Panorama. Da 20 anni c'è un premio cinematografico speciale per questi argomenti, il Teddy Award, che è diventato il più importante premio per il cinema gay, lesbico e transgender. Per celebrare l'anniversario, è stata mostrata una serie di tributi ai vincitori di Teddy. Per fornire ulteriore supporto alla produzione cinematografica mondiale contro la discriminazione, durante la Berlinale è stata lanciata la "Queer Academy", un database basato su Internet di film gay e lesbiche.[1]
«Come capo della Berlinale, Dieter Kosslick è rimasto quello che è sempre stato: un sostenitore del talento» ha scritto il Frankfurter Rundschau, facendo eco a molti articoli che ripercorrevano il festival in cui Kosslick ha mostrato il suo tocco magico con la selezione del concorso di quest'anno . Il festival è riuscito a generare la massima attenzione internazionale possibile e a renderla vantaggiosa per i film giovani e audaci. Come mai prima d'ora, soprattutto i giovani talenti hanno tenuto la loro posizione nel Concorso: Pernille Fischer Christensen, Jasmila Žbanić e Rodrigo Moreno hanno portato a casa premi e con loro la possibilità di costruire sul loro successo.[1]
Non è passato inosservato nemmeno il modo in cui questo !giovane talento sotto i riflettori! dimostra il valore della Berlinale come rete:El custodio di Rodrigo Moreno faceva parte dei primi progetti sostenuti dal World Cinema Fund. I film degli ex partecipanti al Berlinale Talent Campus sono stati trasmessi in tutte le sezioni, così come i progetti che hanno assicurato il loro finanziamento al Berlinale Co-Production Market. Con un mercato cinematografico europeo in forte espansione, la Berlinale offre la migliore infrastruttura possibile per convertire il trionfo di un festival cinematografico in un successo commerciale.[1]
Tanto pragmatismo rende bene il festival e viene premiato. «Raramente un festival si è trasformato così rapidamente da un evento glamour in un festival di lavoro», hanno riassunto Susan Vahabzadeh e Fritz Göttler sulla Süddeutsche Zeitung. Ma hanno anche visto il momento della !totale lucidità nel cinema!, momento che è stato vissuto da un numero notevole di osservatori nel trambusto del festival come un incontro intenso. Scrivendo su Die Zeit, Katja Nicodemus ha dedicato tre paragrafi al "momento": la scena di Desiderio di Valeska Grisebach in cui Andreas Müller (alias Markus) balla su Feel di Robbie Williams a una festa dei vigili del fuoco, totalmente immerso in se stesso (e completamente ubriaco). Per molti, il desiderio è stato il culmine segreto del festival, forse perché ha permesso la gioia della scoperta, che secondo Daniel Kothenschulte (Frankfurter Rundschau) rischia di perdersi nel cinema impegnato e posizionato di oggi: «La gioia dell'ignoto e un arte che non deve significare nulla».[1]
«Il tema è l'immagine della donna trasmessa dalle star internazionali negli anni cinquanta», ha spiegato il direttore della retrospettiva Hans Helmut Prinzler, «molte attrici interpretavano personaggi sicuri di sé, formati da esperienze esistenziali, che volevano affermarsi in una mondo dominato dal maschio».[7] Il programma ha incluso oltre 40 film interpretati da icone di Hollywood come Audrey Hepburn, Grace Kelly, Marilyn Monroe, Elizabeth Taylor, e del cinema europeo come Anna Magnani, Jean Simmons, Ingrid Bergman e Brigitte Bardot.
Sempre nell'ambito della retrospettiva sono state proiettate in anteprima mondiale le versioni restaurate dei film L'erede dei Grishus di Arthur von Gerlach e Desiderio del cuore, diretto nel 1924 da Carl Theodor Dreyer. Quest'ultimo è stato accompagnato dalle musiche della Ensemble Kontraste diretta da Pierre Oser.[8]
Nella sezione "Berlinale Special", in occasione della consegna dei premi onorari sono stati proiettati i film Pilato e gli altri di Andrzej Wajda, Riccardo III interpretato da Ian McKellen, Die Mauer di Jürgen Böttcher, Il colore dei soldi di Martin Scorsese (con la fotografia di Michael Ballhaus) e il documentario The Uncles di Tacita Dean, dedicato a Laurence Kardish.[9]
La serie di film "Selling Democracy", concepita nel 2004 per la durata di tre anni, è terminata in questa edizione con l'ultima parte intitolata "Friendly Persuasion", concentrata sulle trasformazioni dell'Europa occidentale provocate dall'emulazione dell'American way of life dopo la seconda guerra mondiale.[10] L'accento è stato posto sulla rapida modernizzazione, la meccanizzazione e i cambiamenti radicali che interessarono la vita quotidiana. Tra i film presentati, Giorno di festa di Jacques Tati (1949), Il ruggito del topo di Jack Arnold (1959), La battaglia dei sessi di Charles Crichton (1960) e Uno, due, tre! di Billy Wilder (1961).
In occasione del 20º anniversario del Teddy Award, è stata aggiunta al programma di questa edizione la sezione "Teddy Twenty Tribute", con la proiezione di 37 film e documentari a tematica LGBT vincitori del premio nelle passate edizioni.[11]
Giurie[modifica | modifica wikitesto]
Giuria internazionale[modifica | modifica wikitesto]
- Charlotte Rampling, attrice (Regno Unito) - Presidente di giuria[12]
- Lee Young-ae, attrice (Corea del Sud)
- Armin Mueller-Stahl, attore (Germania)
- Marleen Gorris, regista e sceneggiatrice (Paesi Bassi)
- Janusz Kaminski, direttore della fotografia (Polonia)
- Yash Chopra, regista e produttore (India)
- Matthew Barney, performance artist, regista e scultore (Stati Uniti)
- Fred Roos, produttore (Stati Uniti)
Giuria "Opera prima"[modifica | modifica wikitesto]
- Valentina Cervi, attrice (Italia)[12]
- Goran Paskaljević, regista, sceneggiatore e produttore (Serbia)
- Hans Weingartner, regista, sceneggiatore e produttore (Austria)
Giuria "Cortometraggi"[modifica | modifica wikitesto]
- Oh Jeong-wan, produttrice (Corea del Sud)[12]
- Mariela Besuievsky, produttrice (Spagna)
- Florian Gallenberger, regista e sceneggiatore (Germania)
Giurie del Kinderfilmfest/14Plus[modifica | modifica wikitesto]
Kinderjury/Jugendjury[modifica | modifica wikitesto]
Gli Orsi di cristallo sono stati assegnati da due giurie nazionali, la Kinderjury per la sezione "Kinderfilmfest" e la Jugendjury per la sezione "14plus", composte rispettivamente da undici membri di 11-14 anni e sette membri di 14-18 anni selezionati dalla direzione del festival attraverso questionari inviati l'anno precedente.[12]
Giuria internazionale[modifica | modifica wikitesto]
Il Grand Prix e lo Special Prize sono stati assegnati da una giuria internazionale composta da Dionysos Reitz Kerasiotis (Danimarca), direttore del Buster Film Festival di Copenaghen, dalla scrittrice e drammaturga Torun Lian (Norvegia), la produttrice Catherine Fitzgerald (Nuova Zelanda), il regista e sceneggiatore Bernd Sahling (Germania) e il giornalista e scrittore Ogova Ondego (Kenya).[13]
Selezione ufficiale[modifica | modifica wikitesto]
In concorso[modifica | modifica wikitesto]
- La commedia del potere (L'ivresse du pouvoir), regia di Claude Chabrol (Francia, Germania)
- El custodio, regia di Rodrigo Moreno (Argentina, Francia, Germania, Uruguay)
- Desiderio (Sehnsucht), regia di Valeska Grisebach (Germania)
- Der freie Wille, regia di Matthias Glasner (Germania)
- Invisible Waves, regia di Pen-Ek Ratanaruang (Thailandia, Paesi Bassi)
- Isabella (Yi sa bui lai), regia di Ho-Cheung Pang (Hong Kong)
- It's Winter, regia di Rafi Pitts (Iran, Francia)
- Offside, regia di Jafar Panahi (Iran)
- Paradiso + Inferno (Candy), regia di Neil Armfield (Australia)
- Le particelle elementari (Elementarteilchen), regia di Oskar Roehler (Germania)
- Prova a incastrarmi - Find Me Guilty (Find Me Guilty), regia di Sidney Lumet (Germania, Stati Uniti)
- Radio America (A Prairie Home Companion), regia di Robert Altman (Stati Uniti)
- Requiem, regia di Hans-Christian Schmid (Germania)
- The Road to Guantanamo, regia di Mat Whitecross e Michael Winterbottom (Regno Unito)
- Romanzo criminale, regia di Michele Placido (Italia, Francia, Regno Unito)
- Il segreto di Esma (Grbavica), regia di Jasmila Žbanić (Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Austria, Germania)
- Slumming, regia di Michael Glawogger (Austria, Svizzera, Germania)
- Snow Cake, regia di Marc Evans (Canada, Regno Unito)
- A Soap (En soap), regia di Pernille Fischer Christensen (Danimarca, Svezia)
Fuori concorso[modifica | modifica wikitesto]
- L'arte del sogno (La Science des rêves), regia di Michel Gondry (Francia, Italia)
- The New World - Il nuovo mondo (The New World), regia di Terrence Malick (Stati Uniti, Regno Unito)
- Pat Garrett e Billy Kid (Pat Garrett & Billy the Kid), regia di Sam Peckinpah (Stati Uniti)
- The Promise (Wu ji), regia di Chen Kaige (Cina, Corea del Sud, Stati Uniti)
- Syriana, regia di Stephen Gaghan (Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti)
- Truman Capote - A sangue freddo (Capote), regia di Bennett Miller (Stati Uniti, Canada)
- V per Vendetta (V for Vendetta), regia di James McTeigue (Stati Uniti, Regno Unito, Germania)
Berlinale Special[modifica | modifica wikitesto]
- The Feast of the Goat (La fiesta del Chivo), regia di Luis Llosa (Repubblica Dominicana, Spagna, Regno Unito)
- Glastonbury, regia di Julien Temple (Stati Uniti, Regno Unito)
- Il grande match (La gran final), regia di Gerardo Olivares (Spagna, Germania)
- Die Mauer, regia di Jürgen Böttcher (Germania)
- Milarepa, regia di Neten Chokling (Bhutan)
- Once in a Lifetime: The Extraordinary Story of the New York Cosmos, regia di Paul Crowder e John Dower (Regno Unito, Stati Uniti)
- La tigre e la neve, regia di Roberto Benigni (Italia)
- Vitus, regia di Fredi M. Murer (Svizzera)
- Una voce nella notte (The Night Listener), regia di Patrick Stettner (Stati Uniti)
Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]
- Mio padre ha 100 anni (My Dad Is 100 Years Old), regia di Guy Maddin (Canada)
Berlinale Special Tribute[modifica | modifica wikitesto]
- Un ami parfait, regia di Francis Girod (Francia)
- Il colore dei soldi (The Color of Money), regia di Martin Scorsese (Stati Uniti)
- Humbert Balsan, producteur rebelle, regia di Anne Andreu (Francia)
- Pilato e gli altri (Pilatus und andere - Ein Film für Karfreitag), regia di Andrzej Wajda (Germania Ovest)
- Riccardo III (Richard III), regia di Richard Loncraine (Regno Unito, Stati Uniti)
- The Uncles, regia di Tacita Dean (Stati Uniti)
Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]
- Beyond Freedom, regia di Jacquie Trowell (Sud Africa)
- Cotopaxi, regia di Zachariah Copping (Regno Unito)
- El día que morí, regia di Maryam Keshavarz (Argentina, Stati Uniti)
- Head Shot, regia di Dennis Heaton (Canada)
- Hold Please, regia di Chris Cudlipp (Australia, Stati Uniti)
- A Little Bit Higher (Kami balatar), regia di Mehdi Jafari (Iran)
- Never Like the First Time! (Aldrig som första gången!), regia di Jonas Odell (Svezia)
- Our Man in Nirvana, regia di Jan Koester (Germania)
- Penpusher (Gratte-papier), regia di Guillaume Martinez (Francia)
- The Water (Udens), regia di Laila Pakalnina (Lettonia)
Panorama[modifica | modifica wikitesto]
- 4:30, regia di Royston Tan (Singapore)
- 18.15 Uhr ab Ostkreuz, regia di Jörn Hartmann (Germania)
- Beyond the Ocean (Les oiseaux du ciel), regia di Éliane de Latour (Francia, Regno Unito)
- Brothers of the Head, regia di Keith Fulton e Louis Pepe (Regno Unito)
- Camping sauvage, regia di Christophe Ali e Nicolas Bonilauri (Francia)
- El cielo dividido, regia di Julián Hernández (Messico)
- Container, regia di Lukas Moodysson (Svezia)
- Dead Run (Shissō), regia di Sabu (Giappone)
- Eleven Men Out (Strákarnir okkar), regia di Róbert I. Douglas (Islanda, Finlandia, Regno Unito)
- Forgiveness, regia di Udi Aloni (Stati Uniti, Israele)
- Gradually, regia di Maziar Miri (Iran)
- Heaven's Doors, regia di Imad e Swel Noury (Marocco)
- Der Kick, regia di Andres Veiel (Germania)
- Love sick - Nell'amore non ci sono regole (Legãturi bolnãvicioase), regia di Tudor Giurgiu (Romania, Francia)
- Nachbeben, regia di Stina Werenfels (Svizzera)
- Narcissus Blossom (Û nergiz biskivîn), regia di Hussein Hassan Ali e Masoud Arif Salih (Francia, Iraq)
- No. 2, regia di Toa Fraser (Nuova Zelanda)
- Il sesso secondo lei (Lie with Me), regia di Clément Virgo (Canada)
- El triunfo, regia di Mireia Ros (Spagna)
- Vacationland, regia di Todd Verow (Stati Uniti)
- The Yacoubian Building (Imārat Yaʿqūbyān), regia di Marwan Hamed (Egitto, Francia)
Panorama Special[modifica | modifica wikitesto]
- 1:1, regia di Annette K. Olesen (Danimarca, Regno Unito)
- Big Bang Love, Juvenile A (46-okunen no koi), regia di Takashi Miike (Giappone)
- Breakfast on Pluto, regia di Neil Jordan (Irlanda, Regno Unito)
- Bye Bye Berlusconi!, regia di Jan Henrik Stahlberg (Germania)
- The Collector (Komornik), regia di Feliks Falk (Polonia)
- Derecho de familia, regia di Daniel Burman (Argentina, Italia, Spagna, Francia)
- Giovane e violento (Knallhart), regia di Detlev Buck (Germania)
- La guerra dei fiori rossi (Kàn shàng qù hén měi), regia di Zhang Yuan (Cina, Italia)
- Happy as One (Komm näher), regia di Vanessa Jopp (Germania)
- Hotel cinque stelle (Quatre étoiles), regia di Christian Vincent (Francia)
- House of Sand (Casa de Areia), regia di Andrucha Waddington (Brasile)
- Kalpurush, regia di Buddhadev Dasgupta (India)
- La proposta (The Proposition), regia di John Hillcoat (Australia, Regno Unito)
- Der rote Kakadu, regia di Dominik Graf (Germania)
- Stay - Nel labirinto della mente (Stay), regia di Marc Forster (Stati Uniti)
- La scandalosa vita di Bettie Page (The Notorious Bettie Page), regia di Mary Harron (Stati Uniti)
Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]
- ...es wird jemand kommen, der ja zu mir sagt, regia di Michael Blume (Germania)
- Bang!, regia di Jari Haanperä (Finlandia)
- Cajas, regia di Hans Edwards e Victor Gualda (Spagna)
- Dog, regia di Daniel Lang (Germania)
- The Fence (El cerco), regia di Nacho Martín e Ricardo Íscar (Spagna)
- Fish, regia di Eron Sheean (Australia)
- Gnome, regia di Jenny Bicks (Stati Uniti)
- Group of Seven Inches, regia di Gisele Gordon e Kent Monkman (Canada)
- Heavy Metal Drummer, regia di Toby MacDonald e Luke Morris (Regno Unito)
- Jane's Birthday Trip, regia di Etienne Kallos (Stati Uniti)
- Little Boy, regia di Davide Pepe (Italia, Regno Unito)
- Love This Time, regia di Rhys Graham (Australia)
- Myself, regia di Kim Young-su (Corea del Sud)
- Das Ovo, regia di Michael Brynntrup (Germania)
- Reporter Zero, regia di Carrie Lozano (Stati Uniti)
- Roswell Enterprises, regia di Janic Heen (Norvegia)
- Sex and Cloister (Sexo e Claustro), regia di Claudia Priscilla (Brasile, Messico)
- The Speaker, regia di Te Arepa Kahi (Nuova Zelanda)
- The Substitute (Hayelet Bodeda), regia di Talya Lavie (Israele)
- Summer, regia di Hong Khaou (Regno Unito)
- Swanettes (Barburot), regia di Rony Sasson (Israele)
- Yasmine's Song (Yasmine tughani), regia di Najwa Najjar (Palestina, Israele)
- Your Dark Hair Ihsan, regia di Tala Hadid (Messico, Stati Uniti, Marocco)
Panorama Dokumente[modifica | modifica wikitesto]
- Absolute Wilson, regia di Katharina Otto-Bernstein (Stati Uniti, Germania)
- Dave Chappelle's Block Party, regia di Michel Gondry (Stati Uniti)
- Fabulous! The Story of Queer Cinema, regia di Lisa Ades e Lesli Klainberg (Stati Uniti)
- Hamburger Lektionen, regia di Romuald Karmakar (Germania)
- Last to Know (Jeder schweigt von etwas anderem), regia di Marc Bauder e Dörte Franke (Germania)
- Leonard Cohen: I'm Your Man, regia di Lian Lunson (Stati Uniti)
- Lover Other: The Story of Claude Cahun and Marcel Moore, regia di Barbara Hammer (Francia, Stati Uniti)
- Matthew Barney: No Restraint, regia di Alison Chernick (Stati Uniti)
- Meninas, regia di Sandra Werneck e Gisela Camara (Brasile)
- Octopusalarm (Tintenfischalarm), regia di Elisabeth Scharang (Austria)
- Paper Dolls (Bubot Niyar), regia di Tomer Heymann (Stati Uniti, Israele, Svizzera)
- The Railroad All Stars (Estrellas de La Línea), regia di Chema Rodríguez (Spagna, Guatemala)
- Rampage, regia di George Gittoes (Australia)
- Wal-Mart: The High Cost of Low Price, regia di Robert Greenwald (Stati Uniti)
Teddy Twenty Tribute[modifica | modifica wikitesto]
Lungometraggi[modifica | modifica wikitesto]
- All Over Me, regia di Alex Sichel (Stati Uniti)
- Coming Out, regia di Heiner Carow (Germania Est)
- Fucking Åmål - Il coraggio di amare (Fucking Åmål), regia di Lukas Moodysson (Svezia, Danimarca)
- Gocce d'acqua su pietre roventi (Gouttes d'eau sur pierres brûlantes), regia di François Ozon (Francia)
- Go Fish, regia di Rose Troche (Stati Uniti)
- La legge del desiderio (La ley del deseo), regia di Pedro Almodóvar (Spagna)
- Poison, regia di Todd Haynes (Stati Uniti)
- Wittgenstein, regia di Derek Jarman (Regno Unito, Giappone)
Documentari[modifica | modifica wikitesto]
- The Brandon Teena Story, regia di Susan Muska e Gréta Olafsdóttir (Stati Uniti)
- MURDER and murder, regia di Yvonne Rainer (Stati Uniti)
- Paragraph 175, regia di Rob Epstein e Jeffrey Friedman (Regno Unito, Germania, Stati Uniti)
- Rights and Reactions: Lesbian & Gay Rights on Trial, regia di Jane Lippman e Phil Zwickler (Stati Uniti)
- Lo schermo velato (The Celluloid Closet), regia di Rob Epstein e Jeffrey Friedman (Francia, Regno Unito, Germania, Stati Uniti)
- Tiny and Ruby: Hell Divin' Women, regia di Greta Schiller (Stati Uniti)
- Tongues Untied, regia di Marlon Riggs (Stati Uniti)
- Trembling Before G-d, regia di Sandi Simcha DuBowski (Israele, Francia, Stati Uniti)
Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]
- Alfalfa, regia di Richard Kwietniowski (Regno Unito)
- Alkali, Iowa, regia di Mark Christopher (Stati Uniti)
- Carmelita Tropicana: Your Kunst Is Your Waffen, regia di Ela Troyano (Stati Uniti)
- Caught Looking, regia di Constantine Giannaris (Regno Unito)
- Celebration, regia di Daniel Stedman (Stati Uniti)
- Erè mèla mèla, regia di Daniel Wiroth (Francia, Lussemburgo)
- Five Ways to Kill Yourself, regia di Gus Van Sant (Stati Uniti)
- Fremragende timer, regia di Jan Dalchow e Lars Daniel Krutzkoff Jacobsen (Norvegia)
- Heroines of Love (Heldinnen der Liebe), regia di Lily Besilly e Nathalie Percillier (Germania)
- The Intervention, regia di Jay Duplass (Stati Uniti)
- Liu Awaiting Spring, regia di Andrew Soo (Australia)
- Looking for Langston, regia di Isaac Julien (Regno Unito)
- My New Friend, regia di Gus Van Sant (Stati Uniti)
- P(l)ain Truth, regia di Ilppo Pohjola (Finlandia)
- Peppermills, regia di Isabel Hegner (Stati Uniti)
- Relax, regia di Chris Newby (Regno Unito)
- Sticky Dough (Hartes Brot), regia di Nathalie Percillier (Germania)
- Trevor, regia di Peggy Rajski (Stati Uniti)
- Trojans, regia di Constantine Giannaris (Regno Unito, Grecia)
- Unbound, regia di Claudia Morgado (Canada)
- With What Shall I Wash It? (Con qué la lavaré?), regia di María Trénor (Spagna)
Forum internazionale del giovane cinema[modifica | modifica wikitesto]
Programma principale[modifica | modifica wikitesto]
- 37 Uses for a Dead Sheep, regia di Ben Hopkins (Regno Unito)
- Acts of Men (Atos dos Homens), regia di Kiko Goifman (Brasile, Germania, Paesi Bassi)
- Another Morning (Sobhi digar), regia di Nasser Refaie (Iran)
- Aus der Ferne, regia di Thomas Arslan (Germania)
- Babooska, regia di Tizza Covi e Rainer Frimmel (Austria, Italia)
- Barakat!, regia di Djamila Sahraoui (Francia, Algeria)
- Before Born (Jieguo), regia di Ming Zhang (Cina)
- Beyond Hatred (Au delà de la haine), regia di Olivier Meyrou (Francia)
- Big River, regia di Atsushi Funahashi (Stati Uniti, Giappone)
- Close to Home (Karov La Bayit), regia di Vardit Bilu e Dalia Hager (Israele)
- Combat, regia di Patrick Carpentier (Belgio)
- Congo river, au-delà des ténèbres, regia di Thierry Michel (Belgio, Francia, Finlandia)
- Conversations on a Sunday Afternoon, regia di Khalo Matabane (Sud Africa)
- Dear Pyongyang, regia di Yang Yong-hi (Giappone)
- Down There (Là-bas), regia di Chantal Akerman (Belgio, Francia)
- Host & Guest (Bangmunja), regia di Shin Dong-il (Corea del Sud)
- Hotel Harabati (De particulier à particulier), regia di Brice Cauvin (Francia)
- Inatteso, regia di Domenico Distilo (Italia)
- In Between Days, regia di So Yong Kim (Stati Uniti, Canada, Corea del Sud)
- John & Jane, regia di Ashim Ahluwalia (India)
- Kheppi pipl, regia di Aleksandr Shapiro (Ucraina)
- Kinetta, regia di Yorgos Lanthimos (Grecia)
- The Last Communist (Lelaki komunis terakhir), regia di Amir Muhammad (Malesia, Paesi Bassi)
- Lenz, regia di Thomas Imbach (Germania, Svizzera)
- Liviu's Dream (Visul lui Liviu), regia di Corneliu Porumboiu (Romania)
- Lucy, regia di Henner Winckler (Germania)
- Memory for Max, Claire, Ida and Company, regia di Allan King (Canada)
- Men at Work (Kargaran mashghoole karand), regia di Mani Haghighi (Iran)
- Monday Morning Glory (Lampu merah mati), regia di Ming Jin Woo (Malesia)
- Montag kommen die Fenster, regia di Ulrich Köhler (Germania)
- My Country My Country (My Country, My Country), regia di Laura Poitras (Stati Uniti)
- One Way Boogie Woogie/27 Years Later, regia di James Benning (Stati Uniti)
- On the Outskirts (Am Rand der Städte), regia di Aysun Bademsoy (Germania)
- The Perfect Afternoon (Doskonale popoludnie), regia di Przemyslaw Wojcieszek (Polonia)
- Peter Pan-ui gongsik, regia di Cho Chang-ho (Corea del Sud)
- La prisionera, regia di Alejo Moguillansky e Fermín Villanueva (Argentina)
- Schuss!, regia di Nicolas Rey (Francia)
- Strange Circus (Kimyō na sākasu), regia di Sion Sono (Giappone)
- We Can't Go Home Again (Bokura wa mou kaere nai), regia di Toshi Fujiwara (Giappone)
- Wide Awake, regia di Alan Berliner (Stati Uniti)
- Wrestling Grounds (L'appel des arènes), regia di Cheikh Ndiaye (Senegal)
Nakagawa Nobuo[modifica | modifica wikitesto]
- Bōrei kaibyō yashiki, regia di Nobuo Nakagawa (Giappone)
- Dandy Sashichi Detective Story: Six Famous Beauties (Ningyō Sashichi torimonochō: Yōen roku shibijin), regia di Nobuo Nakagawa (Giappone)
- Dokufu Takahashi Oden, regia di Nobuo Nakagawa (Giappone)
- The Ghost of Yotsuya (Tōkaidō Yotsuya kaidan), regia di Nobuo Nakagawa (Giappone)
- Jigoku, regia di Nobuo Nakagawa (Giappone)
- 'Nendo no omen' yori: kaachan, regia di Nobuo Nakagawa (Giappone)
- Rinchi, regia di Nobuo Nakagawa (Giappone)
- Vampire Man (Onna kyūketsuki), regia di Nobuo Nakagawa (Giappone)
- Yōen dokufu-den: Hitokiri okatsu, regia di Nobuo Nakagawa (Giappone)
Proiezioni speciali[modifica | modifica wikitesto]
- Home: News from House (News from Home/News from House), regia di Amos Gitai (Belgio, Francia, Israele)
- Parineeta, regia di Pradeep Sarkar (India)
- Piazza della Repubblica (Place de la République), regia di Louis Malle (Francia)
- Tertium non datur, regia di Lucian Pintilie (Romania, Francia)
- Und wenn sie nicht gestorben sind... Die Kinder von Golzow - Das Ende der unendlichen Geschichte, regia di Barbara Junge e Winfried Junge (Germania)
Forum Expanded[modifica | modifica wikitesto]
- Amend, regia di Jenny Perlin (Stati Uniti)
- Berlin Remake, regia di Amie Siegel (Stati Uniti)
- Corridor X, regia di Angela Melitopoulos (Germania)
- Nervous Magic Lantern: Spiral Nebula, regia di Ken Jacobs (Stati Uniti)
- Pine Flat, regia di Sharon Lockhart (Stati Uniti)
- Possible Models, regia di Jenny Perlin (Stati Uniti)
- Review, regia di Jenny Perlin (Stati Uniti)
- Sshtoorrty, regia di Michael Snow (Canada)
Kinderfilmfest/14plus[modifica | modifica wikitesto]
Kinderfilmfest[modifica | modifica wikitesto]
- Ang pagdadalaga ni Maximo Oliveros, regia di Auraeus Solito (Filippine)
- Il desiderio di Winky (Het paard van Sinterklaas), regia di Mischa Kamp (Belgio, Paesi Bassi)
- Goodbye Momo (A dios momo), regia di Leonardo Ricagni (Uruguay)
- Hänsel und Gretel, regia di Anne Wild (Germania)
- Io sono (Jestem), regia di Dorota Kędzierzawska (Polonia)
- Lapislazuli - Im Auge des Bären, regia di Wolfgang Murnberger (Austria, Germania, Lussemburgo)
- Milk and Opium (Doodh Aur Apheem), regia di Joel Palombo (India, Stati Uniti)
- Opal Dream, regia di Peter Cattaneo (Australia, Regno Unito)
- Il ritorno di Buffalo Bill (Percy, Buffalo Bill och jag), regia di Anders Gustafsson (Svezia, Danimarca)
- The Robber Hotzenplotz (Der Räuber Hotzenplotz), regia di Gernot Roll (Germania)
- Water Flower (Mizu no hana), regia di Yusuke Kinoshita (Giappone)
- We Shall Overcome (Drømmen), regia di Niels Arden Oplev (Danimarca)
Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]
- 00h17, regia di Xavier De Choudens (Francia)
- Alice or Life in Black and White (Alice ou la vie en noir et blanc), regia di Sophie Schoukens (Belgio)
- Big Girl, regia di Renuka Jeyapalan (Canada)
- Bloody Footy, regia di Dean Chircop (Australia)
- Blue Willow, regia di Veialu Aila-Unsworth (Australia)
- Chicle, regia di Josh Hyde (Perù, Stati Uniti)
- The Danish Poet, regia di Torill Kove (Norvegia, Canada)
- The Faery Wind, regia di Edith Pieperhoff (Irlanda)
- The First Day of My Life, regia di David Uloth (Canada)
- A Fish with a Smile (Wei xiao de yu), regia di Poliang Lin, C. Jay Shih e Alan I. Tuan (Taiwan)
- The Gift, regia di Jessica Langford (Regno Unito)
- Gora samotsvetov – Episodio Zlydni, regia di Stepan Koval (Ucraina)
- Lucky, regia di Avie Luthra (Regno Unito)
- Krig og Kager, regia di Jannik Hastrup (Danimarca)
- Never an Absolution (Aldrig en absolution), regia di Cameron B. Alyasin (Svezia)
- The Propellerbird (Der Propellervogel), regia di Thomas Hinke e Jan Locher (Germania)
- Rajkumari, regia di Victoria Harwood (India)
- Sprækker, regia di Aage Rais-Nordentoft (Danimarca)
- The Thief (O kleftis), regia di Irina Boiko (Grecia)
- Vika, regia di Tsivia Barkai (Israele)
- Wutz & Wiebke, regia di Leonore Poth (Germania)
14plus[modifica | modifica wikitesto]
- The Aggressives (Taepungtaeyang), regia di Jeong Jae-eun (Corea del Sud)
- Beauty and the Bastard (Tyttö sinä olet tähti), regia di Dome Karukoski (Finlandia)
- Four Weeks in June (Fyra veckor i juni), regia di Henry Meyer (Svezia)
- Lovitor, regia di Farkhot Abdullaev (Russia)
- Kamataki, regia di Claude Gagnon (Canada, Giappone)
- Marock, regia di Laïla Marrakchi (Marocco, Francia)
- Non è peccato - La Quinceañera (Quinceañera), regia di Richard Glatzer e Wash Westmoreland (Stati Uniti)
- Het schnitzelparadijs, regia di Martin Koolhoven (Paesi Bassi)
- You and Me (Wo men lia), regia di Liwen Ma (Cina)
Perspektive Deutsches Kino[modifica | modifica wikitesto]
- Esperanza, regia di Zsolt Bács (Germania)
- Four Windows (Vier Fenster), regia di Christian Moris Müller (Germania)
- Katharina Bullin - Und ich dachte ich wär' die Größte, regia di Marcus Welsch (Germania)
- Neun Szenen, regia di Dietrich Brüggemann (Germania)
- Riding Up Front (Schöner Leben), regia di Markus Herling (Germania)
- Running on Empty (Der Lebensversicherer), regia di Bülent Akinci (Germania)
- Warum halb vier?, regia di Lars Pape (Germania)
- Wholetrain, regia di Florian Gaag (Germania, Polonia)
Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]
- Auszeit, regia di Jules e Julia Herrmann (Germania)
- Digging for Belladonna (Der die Tollkirsche ausgräbt), regia di Franka Potente (Germania)
- Nichts weiter als, regia di Lars Büchel, Friederike Jehn, Lale Nalpantoglu, Jens Schillmöller e Sebastian Stern (Germania)
- Tower Block (Hochhaus), regia di Nikias Chryssos (Germania)
Proiezione speciale[modifica | modifica wikitesto]
- Sleeper (Schläfer), regia di Benjamin Heisenberg (Austria, Germania)
Retrospettiva[modifica | modifica wikitesto]
- Un amore splendido (An Affair to Remember), regia di Leo McCarey (Stati Uniti)
- Bellissima, regia di Luchino Visconti (Italia)
- Eine Berliner Romanze, regia di Gerhard Klein (Germania Est)
- Il bruto e la bella (The Bad and the Beautiful), regia di Vincente Minnelli (Stati Uniti)
- Caccia al ladro (To Catch a Thief), regia di Alfred Hitchcock (Stati Uniti)
- Carosello di festa (Körhinta), regia di Zoltán Fábri (Ungheria)
- Come le foglie al vento (Written on the Wind), regia di Douglas Sirk (Stati Uniti)
- La contessa scalza (The Barefoot Contessa), regia di Joseph L. Mankiewicz (Italia, Stati Uniti)
- È nata una stella (A Star Is Born), regia di George Cukor (Stati Uniti)
- Eva contro Eva (All About Eve), regia di Joseph L. Mankiewicz (Stati Uniti)
- Ewa chce spać, regia di Tadeusz Chmielewski (Polonia)
- Floating Clouds (Ukigumo), regia di Mikio Naruse (Giappone)
- La gatta sul tetto che scotta (Cat on a Hot Tin Roof), regia di Richard Brooks (Stati Uniti)
- Ha ballato una sola estate (Hon dansade en sommar), regia di Arne Mattsson (Svezia)
- I'll See You in My Dreams, regia di Michael Curtiz (Stati Uniti)
- Johnny Guitar, regia di Nicholas Ray (Stati Uniti)
- Il letto racconta... (Pillow Talk), regia di Michael Gordon (Stati Uniti)
- Mai di domenica (Potè tin kyriakì), regia di Jules Dassin (Grecia, Stati Uniti)
- Mogambo, regia di John Ford (Stati Uniti, Regno Unito)
- Monica e il desiderio (Sommaren med Monika), regia di Ingmar Bergman (Svezia)
- Le nevi del Chilimangiaro (The Snows of Kilimanjaro), regia di Henry King (Stati Uniti)
- Non voglio morire (I Want to Live!), regia di Robert Wise (Stati Uniti)
- Le notti bianche, regia di Luchino Visconti (Italia, Francia)
- Peccato che sia una canaglia, regia di Alessandro Blasetti (Italia)
- Piace a troppi (Et Dieu... créa la femme), regia di Roger Vadim (Francia, Italia)
- Pietà per la carne (Home Before Dark), regia di Mervyn LeRoy (Stati Uniti)
- Un posto al sole (A Place in the Sun), regia di George Stevens (Stati Uniti)
- Prima del diluvio (Avant le déluge), regia di André Cayatte (Francia, Italia)
- Quando volano le cicogne (Letjat žuravli), regia di Michail Kalatozov (Unione Sovietica)
- Quaranta pistole (Forty Guns), regia di Samuel Fuller (Stati Uniti)
- Seduzione mortale (Angel Face), regia di Otto Preminger (Stati Uniti)
- Selvaggio è il vento (Wild Is the Wind), regia di George Cukor (Stati Uniti)
- The Sinner (Die Sünderin), regia di Willi Forst (Germania Ovest)
- Lo specchio della vita (Imitation of Life), regia di Douglas Sirk (Stati Uniti)
- La storia di una monaca (The Nun's Story), regia di Fred Zinnemann (Stati Uniti)
- Tè e simpatia (Tea and Sympathy), regia di Vincente Minnelli (Stati Uniti)
- Il tempo del raccolto del grano (Bakushū), regia di Yasujirō Ozu (Giappone)
- L'ultimo ponte (Die letzte Brücke), regia di Helmut Käutner (Jugoslavia, Austria)
- Gli uomini preferiscono le bionde, (Gentlemen Prefer Blondes) regia di Howard Hawks (Stati Uniti)
- Vacanze romane (Roman Holiday), regia di William Wyler (Stati Uniti)
- La verità (La Vérité), regia di Henri-Georges Clouzot (Francia, Italia)
- Viaggio in Italia, regia di Roberto Rossellini (Italia, Francia)
- Yorokobi mo kanashimi mo ikutoshitsuki, regia di Keisuke Kinoshita (Giappone)
Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]
- Kort möte med familjen Rossellini, regia di Gert Engström (Svezia)
- Mio padre ha 100 anni (My Dad Is 100 Years Old), regia di Guy Maddin (Canada)
Proiezioni speciali[modifica | modifica wikitesto]
- Desiderio del cuore (Michael), regia di Carl Theodor Dreyer (Germania)
- L'erede dei Grishus (Zur Chronik von Grieshuus), regia di Arthur von Gerlach (Germania)
Selling Democracy III - Friendly Persuasion[modifica | modifica wikitesto]
- Asfalto nero (Schwarzer Kies), regia di Helmut Käutner (Germania Ovest)
- La battaglia dei sessi (The Battle of the Sexes), regia di Charles Crichton (Regno Unito)
- Benvenuto, Mister Marshall! (Bienvenido Mister Marshall), regia di Luis García Berlanga (Spagna)
- Giorno di festa (Jour de fête), regia di Jacques Tati (Francia)[14]
- Incontro sull'Elba (Vstrecha na Elbe), regia di Grigorij Aleksandrov (Unione Sovietica)
- La peste d'oro (Die goldene Pest), regia di John Brahm (Germania Ovest)
- Il ruggito del topo (The Mouse That Roared), regia di Jack Arnold (Regno Unito)
- Uno, due, tre! (One, Two, Three), regia di Billy Wilder (Stati Uniti)
- Das verurteilte Dorf, regia di Martin Hellberg (Germania Est)
Premi[modifica | modifica wikitesto]
Premi della giuria internazionale[modifica | modifica wikitesto]
- Orso d'oro: Il segreto di Esma di Jasmila Žbanić
- Orso d'argento, gran premio della giuria: ex aequo A Soap di Pernille Fischer Christensen e Offside di Jafar Panahi
- Orso d'argento per il miglior regista: Mat Whitecross e Michael Winterbottom per The Road to Guantanamo
- Orso d'argento per la migliore attrice: Sandra Hüller per Requiem di Hans-Christian Schmid
- Orso d'argento per il miglior attore: Moritz Bleibtreu per Le particelle elementari di Oskar Roehler
- Orso d'argento per il miglior contributo artistico: Jürgen Vogel per la recitazione, la sceneggiatura e la produzione di Der freie Wille di Matthias Glasner
- Orso d'argento per la migliore colonna sonora: Peter Kam per Isabella di Ho-Cheung Pang
- Premio Alfred Bauer: El custodio di Rodrigo Moreno
Premi della giuria "Opera prima"[modifica | modifica wikitesto]
- Migliore opera prima: A Soap di Pernille Fischer Christensen
Premi della giuria "Cortometraggi"[modifica | modifica wikitesto]
- Orso d'oro per il miglior cortometraggio: Never Like the First Time! di Jonas Odell
- Orso d'argento, premio della giuria: ex aequo Penpusher di Guillaume Martinez e Our Man in Nirvana di Jan Koester
- Menzione speciale: El día que morí di Maryam Keshavarz
- Panorama Short Film Award: Your Dark Hair Ihsan di Tala Hadid
- Menzione speciale: Love This Time di Rhys Graham
- DAAD Short Film Prize: Swanettes di Rony Sasson
- Prix UIP Berlin: The Fence di Nacho Martín e Ricardo Íscar
Premi onorari[modifica | modifica wikitesto]
- Orso d'oro alla carriera: Andrzej Wajda, Ian McKellen
- Berlinale Kamera: Michael Ballhaus, Laurence Kardish, Jürgen Böttcher, Peter B. Schumann, Hans Helmut Prinzler
Premi delle giurie del "Kinderfilmfest/14plus"[modifica | modifica wikitesto]
Kinderjury Kplus[modifica | modifica wikitesto]
- Orso di cristallo: We Shall Overcome di Niels Arden Oplev
- Menzione speciale: Ang pagdadalaga ni Maximo Oliveros di Auraeus Solito
- Orso di cristallo per il miglior cortometraggio: Never an Absolution di Cameron B. Alyasin
- Menzione speciale: The Thief di Irina Boiko
Kplus International Jury[modifica | modifica wikitesto]
- Grand Prix per il miglior lungometraggio: Ang pagdadalaga ni Maximo Oliveros di Auraeus Solito
- Menzione speciale: Io sono di Dorota Kędzierzawska
- Special Prize per il miglior cortometraggio: A Fish with a Smile di Poliang Lin, C. Jay Shih e Alan I. Tuan
- Menzione speciale: Vika di Tsivia Barkai
Jugendjury 14plus[modifica | modifica wikitesto]
- Orso di cristallo: Four Weeks in June di Henry Meyer
- Menzione speciale: Kamataki di Claude Gagnon
Premi delle giurie indipendenti[modifica | modifica wikitesto]
- Premio della giuria ecumenica
- Concorso: Il segreto di Esma di Jasmila Žbanić
- Panorama: The Collector di Feliks Falk
- Forum: Conversations on a Sunday Afternoon di Khalo Matabane - Premio FIPRESCI
- Concorso: Requiem di Hans-Christian Schmid
- Panorama: Giovane e violento di Detlev Buck
- Forum: In Between Days di So Yong Kim - Guild Film Prize: Der freie Wille di Matthias Glasner
- Premio CICAE Art Cinema
- Panorama: La guerra dei fiori rossi di Zhang Yuan
- Forum: Close to Home di Vardit Bilu e Dalia Hager - Label Europa Cinemas: Giovane e violento di Detlev Buck
- Premio Caligari: 37 Uses for a Dead Sheep di Ben Hopkins
- Premio Manfred Salzgeber: Paper Dolls di Tomer Heymann
- Peace Film Prize: Il segreto di Esma di Jasmila Žbanić
- Premio NETPAC: Dear Pyongyang di Yang Yong-hi
- Amnesty International Film Award: Narcissus Blossom di Hussein Hassan Ali e Masoud Arif Salih
- Femina Film Prize: Yasmin Khalifa e Carola Gauster per le scenografie di Bye Bye Berlusconi! di Jan Henrik Stahlberg
- Dialogue en Perspective: Running on Empty di Bülent Akinci
- Menzione speciale: Wholetrain di Florian Gaag
- Premio Wolfgang Staudte: Babooska di Tizza Covi e Rainer Frimmel
- Teddy Award
- Miglior lungometraggio: Ang pagdadalaga ni Maximo Oliveros di Auraeus Solito
- Miglior documentario: Beyond Hatred di Olivier Meyrou
- Miglior cortometraggio: El día que morí di Maryam Keshavarz
- Premio della giuria: Combat di Patrick Carpentier
- Premio Else dei lettori di Siegessäule: Paper Dolls di Tomer Heymann
Premi del pubblico e dei lettori[modifica | modifica wikitesto]
- Panorama Audience Award
- Lungometraggi: Paper Dolls di Tomer Heymann
- Cortometraggi: The Substitute di Talya Lavie - Premio dei lettori della Berliner Morgenpost: Radio America di Robert Altman
- Premio dei lettori della Berliner Zeitung: Strange Circus di Sion Sono
- ^ a b c d e f g h i j k l m 56th Berlin International Film Festival - February 9-19, 2006, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 15 maggio 2023.
- ^ Awards 2006, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Feb 09, 2006: International and German Stars at the Opening of the 56th Berlinale, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Nov 11, 2005: 30th Retrospective at the 56th Berlin International Film Festival: Dream Girls. Film Stars of the Fifties, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Jan 27, 2006: A Varied Programme in the Berlinale Special 2006, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 maggio 2017.
- ^ Facts & Figures of the Berlinale 2006, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 5 gennaio 2020.
- ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
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- ^ Jan 19, 2006: Special Events of the Retrospective, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 maggio 2017.
- ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
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- ^ Nov 25, 2005: Berlinale Series: Selling Democracy III - Friendly Persuasion, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 maggio 2017.
- ^ Dec 14, 2005: Teddy Twenty Tribute - Berinale to celebrate the Teddy with a programme of 36 films, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 maggio 2017.
- ^ a b c d Juries - 2006, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 23 giugno 2022.
- ^ Press Release - Berlinale Kinderfilmfest: The Crystal Bears and the Prizes of the Deutsches Kinderhilfswerk (PDF), su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 23 giugno 2022.
- ^ È stato proiettato nella versione originale in bianco e nero e in quella a colori restaurata nel 1995.