I Democratici

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I Democratici
Presidente
StatoBandiera dell'Italia Italia
SedePiazza dei Santi Apostoli, 73 - Roma
Fondazione27 febbraio 1999
Derivato da
Dissoluzione24 marzo 2002
Confluito inLa Margherita
IdeologiaRiformismo
Liberalismo sociale
Socialdemocrazia
CollocazioneCentro/Centro-sinistra
CoalizioneL'Ulivo
Partito europeoELDR
Gruppo parl. europeoELDR
Seggi massimi Camera
20 / 630
(1999)
Seggi massimi Senato
5 / 315
(1999)
Seggi massimi Europarlamento
7 / 87
(1999)

I Democratici è stato un partito politico italiano ideato da Romano Prodi e Arturo Parisi e fondato il 27 febbraio 1999, come strumento per favorire la nascita in Italia, nel contesto de L'Ulivo, di un unico soggetto politico riformista, sul modello bipolare, con un esplicito riferimento (il nome "Democratici") a quello esistente negli Stati Uniti d'America. Il simbolo del partito era l'asinello, lo stesso storico simbolo del Partito Democratico statunitense.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Un primo tentativo di rilanciare le idee uliviste di Romano Prodi, dopo l'avvento di Massimo D'Alema a Palazzo Chigi nell'ottobre 1998, fu Centocittà, movimento politico che riuniva principalmente i sindaci di centro-sinistra delle maggiori città italiane. Principali animatori di Centocittà furono Ermete Realacci (che del movimento fu segretario), Enzo Bianco, Maurizio Fistarol, Francesco Rutelli, Massimo Cacciari, Minervini, Raimondo Fassa, Paolo Gentiloni, Marianna Fragalà, Donato Mosella. Alla sua fondazione partecipò anche l'associazione ambientalista Legambiente. Fondato il 3 novembre 1998, si sciolse pochi mesi dopo il 13 febbraio 1999[1]. Da qui nacque un processo aggregante degli ultimi ulivisti convinti nel centro-sinistra ulteriormente accelerato dall'imminente scadenza delle elezioni europee del 1999.

Il progetto raccolse in sé il Movimento per l'Ulivo (già Comitati per Prodi per le elezioni politiche del 1996); I Democratici si proponevano di fondere in un unico soggetto trasversale le culture cristiano-sociale, liberale e socialdemocratica.

All'atto della fondazione aderirono al partito cinque formazioni di diversa estrazione:

I Democratici nel 1999.

Si registrarono anche singole adesioni di personaggi politici vicini a Romano Prodi, indipendenti o provenienti prevalentemente dal Partito Popolare Italiano (tra questi Franco Monaco e Albertina Soliani) o da Rinnovamento Italiano (tra questi Augusto Fantozzi, Gianni Rivera e Carla Mazzuca).

Prodi fu il primo presidente dei Democratici, ma dopo soli due mesi assunse l'incarico di presidente della Commissione europea; alla guida del partito fu scelto Arturo Parisi, già promotore con Mario Segni del referendum del 1991 sulla preferenza unica e sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio nel primo governo Prodi.

Il primo appuntamento elettorale furono le elezioni europee del 1999, nelle quali il nuovo partito raccolse poco più 2.400.000 di voti, pari al 7,7%, posizionandosi per numero di voti al secondo posto all'interno della coalizione di centro-sinistra.

Nel 2001, in occasione delle elezioni politiche di quell'anno, I Democratici raggiunsero un'intesa con il Partito Popolare Italiano, Rinnovamento Italiano di Lamberto Dini e l'UDEUR di Clemente Mastella per la presentazione di una lista comune, denominata La Margherita. Un anno più tardi, la lista divenne a tutti gli effetti un partito (ne restò fuori solo l'UDEUR di Clemente Mastella). Così dal 3 marzo 2002 i propositi dei Democratici vennero portati avanti all'interno della nuova formazione, considerata come un passo avanti verso l'aggregazione di tutte le forze dell'area dell'Ulivo.

Ideologia[modifica | modifica wikitesto]

Molti iscritti ed esponenti erano ex democristiani (come Romano Prodi, Arturo Parisi, Paolo Costa, Leoluca Orlando), mentre molti altri erano già affiliati al Partito Repubblicano Italiano (come Maccanico e Bianco), motivo per cui l'ideologia dei Democratici spaziava dal cattolicesimo sociale di Prodi al liberalismo sociale di Francesco Rutelli e degli ex repubblicani, al populismo e alla socialdemocrazia di Antonio Di Pietro. A livello europeo, i Democratici erano affiliati al Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori.

Il partito era ferventemente ulivista (interessato alla creazione di un centro-sinistra più unito e, possibilmente, di un partito comune) ed europeista, favorevole all'instaurazione di un sistema bipartitico, da cui il nome e il simbolo dei Democratici erano un riferimento diretto al Partito Democratico statunitense.[2]

Nelle istituzioni[modifica | modifica wikitesto]

Governi e Ministri della Repubblica Italiana[modifica | modifica wikitesto]

Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri[modifica | modifica wikitesto]

Collocazione parlamentare[modifica | modifica wikitesto]

Presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Elezione Voti % Seggi
Europee 1999 2.402.435 7,7
6 / 87
[3]
Politiche 2001 Camera In Democrazia è Libertà - La Margherita
23 / 630
Senato Ne L'Ulivo
9 / 315

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Memorabile la battuta sferzante di Giuliano Amato che chiamò il movimento «centopadelle» Silvio Buzzanca, L'ira di Amato su Professore e sindaci, in la Repubblica, 2 febbraio 1999. URL consultato il 13 maggio 2019 (archiviato il 4 marzo 2016).
  2. ^ (EN) Edoardo Ongaro, Public Management Reform and Modernization: Trajectories of Administrative Change in Italy, France, Greece, Portugal and Spain, Edward Elgar Publishing, 2009, ISBN 978-1-84980-228-4. URL consultato il 26 febbraio 2024.
  3. ^ Cede un seggio all'SVP (Michl Ebner).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]