Trescore Cremasco

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Trescore Cremasco
comune
Trescore Cremasco – Stemma
Trescore Cremasco – Bandiera
Trescore Cremasco – Veduta
Trescore Cremasco – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Cremona
Amministrazione
SindacoAngelo Barbati[1] (Lista civica[1]) dal 26-6-2013[2] (3º mandato dal 15-5-2023[1])
Territorio
Coordinate45°24′N 9°38′E / 45.4°N 9.633333°E45.4; 9.633333 (Trescore Cremasco)
Altitudine86 m s.l.m.
Superficie5,92 km²
Abitanti2 792[3] (31-12-2021)
Densità471,62 ab./km²
Comuni confinantiBagnolo Cremasco, Casaletto Vaprio, Crema, Cremosano, Palazzo Pignano, Quintano, Torlino Vimercati
Altre informazioni
Cod. postale26017
Prefisso0373
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT019109
Cod. catastaleL389
TargaCR
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[4]
Cl. climaticazona E, 2 404 GG[5]
Nome abitantitrescoresi
Patronosant'Agata
Giorno festivo5 febbraio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Trescore Cremasco
Trescore Cremasco
Trescore Cremasco – Mappa
Trescore Cremasco – Mappa
Posizione del comune di Trescore Cremasco nella provincia di Cremona
Sito istituzionale

Trescore Cremasco (Trescur in dialetto cremasco[6]) è un comune italiano di 2 792 abitanti[3] della provincia di Cremona in Lombardia.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome "Trescore" compare per la prima volta in alcuni documenti di Enrico VI, datati 1192; in essi erano anche citati i nomi di altri villaggi: Cremosanum (oggi Cremosano), Casaletum (Casaletto Vaprio), Bordenacium (località di cui oggi non abbiamo più tracce) e Quintanus (Quintano). Nell'opera Terre nostre Mons. Zavaglio tenta di definire l'etimologia del nome Trescore, facendolo derivare o da Tres curiae o Tres curtes,[7] ovvero "tre cascine", intorno alle quali si sarebbe poi sviluppato l'abitato. Queste tre nuclei potrebbero essere:

  • Il Merlo sembra fosse in origine un luogo fortificato. Il nome infatti viene da (moerulus) muro di fortezza e il carattere complessivo del piccolo abitato, isolato lo fanno ritenere un posto di vedetta e di prima difesa dalla parte di occidente in cui, dove ora è Scannabue, esisteva la selva Paradia o Parasia che si estendeva sin vicino a Palazzo Pignano.
  • Il Tedolto dal latino "teda, toeda" pino selvatico, resinoso, indicava il luogo dove, sino alla seconda metà del secolo scorso si innalzavano "alti pini" il qual fatto diede il nome alla località.
  • Le Chiusure indicavano a nord le dighe o argini di difesa delle acque che vi scorrevano e di cui è rimasta traccia in un tratto fra Trescore e Casaletto Vaprio a est e in un altro tratto ad ovest dove ora è il fabbricato dell'Asilo, tratto ora colmato.

Del resto, come nei campi di Trescore sino a pochi anni fa, le strade erano costituite dalle "foppe" cioè dal letto dei fossati ampi e spaziosi e contenenti acqua sino ad un certo livello, così sino ad una certa epoca - sec. XVIII e principio sec. XIX - quasi tutte le stesse vie interne del villaggio e la cosa era sino a non molti anni fa nella memoria e nella tradizione dei più vecchi, erano veri e propri fossati e canali coperti d'acqua: un piccolo sentiero ai margini serviva ai pedoni. Tutto ciò indicave le antiche condizioni del luogo, a qualche centinaio di metri distante dalla riva settentrionale del Moso, che anche oggi si avalla in modo assai sensibile a sud. Quasi, si direbbe, edificato in mezzo alle acque e alle copiose sorgenti e succeduto probabilmente ad antichissime stazioni e dimore di palafitticoli di cui sparsi, in epoca preistorica, i bordi e la riviera di presso che l'intero Moso.

Finora, il nome del paese non è stato rintracciato in altri documenti e, vista l'assenza di torri, castelli o ville legate a famiglie nobili della zona, si ritiene che Trescore non fu mai sottoposto al potere di feudatari o famiglie dominanti. Ciò ha probabilmente facilitato la formazione di famiglie contadine di piccoli proprietari terrieri.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1449 Trescore passò sotto il dominio veneto e, nel 1580, venne legato alla Diocesi di Crema. Tra i secoli XIII e XVII, diverse epidemie flagellarono il piccolo centro abitato, causando numerose vittime. Probabilmente, durante uno di questi eventi pestilenziali (inizi del XVI secolo), venne edificata la chiesetta di S. Rocco. Il secolo XVIII portò un'ondata di benessere: infatti nel 1758 venne edificata, in stile barocco, la Chiesa di Sant'Agata. Tradizione vuole che la Santa domò un incendio divampato in un deposito di polvere da sparo, che altrimenti avrebbe raso al suolo gran parte dell'abitato.

Età moderna[modifica | modifica wikitesto]

Trescore cadde sotto la Francia nel 1797 e sotto l'Austria nel 1814. Come tutto il Cremasco, il borgo venne accorpato alla provincia di Lodi-Crema.

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1859, con la riorganizzazione del territorio seguita all'Unità d'Italia, Trescore venne aggregato alla provincia di Cremona. Fino al 1915 il comune si chiamava solo Trescore.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 25 giugno 1992.[8]

«D'oro, alla torre di azzurro, murata di nero, merlata alla guelfa di quattro, chiusa e finestrata di nero, fondata sulla pianura erbosa di verde, accostata da due abeti di verde, fustati al naturale, nodriti nella pianura. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa parrocchiale di Sant'Agata[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Sant'Agata (Trescore Cremasco).
Chiesa parrocchiale di Sant'Agata V.M.

La chiesa parrocchiale di Sant'Agata, in stile barocco - romanico, si dice sia stata costruita dai muratori di Trescore in soli ventiquattro mesi dal 1757 al 1759, in sostituzione dell'antica chiesetta di Sant'Agata. Fu progettata dall'architetto Zanini, il quale si uccise prima della fine dei lavori perché credeva che la chiesa fosse in pericolo di cadere non avendo colonne interne.

La chiesa parrocchiale, tra i migliori monumenti del cremasco, ha una facciata in mattoni a vista modulata secondo gusti barocchi. L'interno si apre con un maestoso complesso di affreschi decorativi, secondo solo a quello della basilica di Santa Maria della Croce, di cui non si conoscono gli autori (ad eccezione del quadrista Orlando Bencetti), ma terminato per la maggior parte nel 1797. L'aula è dominata dalla grande calotta centrale che proietta, in un cielo lontanissimo sopra balaustrate, una luminosissima Assunzione di gusto tiepolesco. Nelle quattro vele, gli Evangelisti, due dei quali pressoché cancellati dall'umidità. Nella calotta minore sopra l'altare maggiore, Mauro Picenardi (1735-1809) aveva dipinto la Gloria di Sant'Agata ma, distrutta la cupola da un fulmine nel 1848, il dipinto venne rifatto, con le scene del martirio della Santa, alle pareti del presbiterio. Nell'abside campeggia un'Ultima Cena di grandi proporzioni.

Attorno alla nicchia della Madonna, nell'altare a lei dedicato, si ammirano quindici medaglioni con I misteri del Rosario, opera certa del Picenardi, dove i personaggi sono trattati sinteticamente con rapidi guizzi di luce. Di un anonimo veronese del XVIII secolo è invece la tela di San Vincenzo Ferreri,patrono della Confraternita dei muratori; di scuola settecentesca è anche laTrasfigurazione. Sopra la bussola del portale maggiore, un'Immacolata con San Francesco e Santa Lucia. Pregevole per fattura il gruppo ligneo della Crocefissione, forse del XVI secolo, recuperato dalla chiesa più antica.

I portali laterali, in noce e radica, sono del Settecento, come il coro ed i due semplici ma eleganti confessionali. Un piccolo gioiello, infine, è l'organo Serassi del 1765.[9]

L'interno presenta pregevoli affreschi del Piccinardi. Da notare le quattro vele riportanti gli Evangelisti e la cupola magnificamente affrescata intitolata La gloria del Paradiso.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[10]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2020 i cittadini stranieri sono 328. Le comunità nazionali numericamente significative sono[11]:

  1. Romania, 125
  2. Egitto, 46
  3. India, 33
  4. Albania, 27

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio è attraversato dalle seguenti strade provinciali:

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Elenco dei sindaci dal 1985 ad oggi[12].

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1985 1990 Giancarlo Ogliari Democrazia Cristiana sindaco
1990 1995 Giancarlo Ogliari Democrazia Cristiana sindaco
1995 1999 Giancarlo Ogliari centro sindaco
1999 2003 Lucia Groppelli Lega Nord sindaco [13][14][15]
2003 2003 Giuseppe Montella - commissario prefettizio [16]
2003 2003 Giuseppe Montella - commissario straordinario [17]
2003 2008 Giancarlo Ogliari centro sindaco
2008 2013 Giancarlo Ogliari lista civica sindaco
2013 2018 Angelo Barbati Lega Nord sindaco [2]
2018 2023 Angelo Barbati Lega sindaco [18]
2023 in carica Angelo Barbati lista civica[1] sindaco [1]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa santa Caterina nel Moso

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Comune di TRESCORE CREMASCO affluenza e risultati, su elezioni.interno.gov.it. URL consultato il 15 maggio 2023.
  2. ^ a b Comune di TRESCORE CREMASCO affluenza e risultati, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il 15 maggio 2023.
  3. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2021 (dati provvisori).
  4. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  5. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  6. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 667, ISBN 88-11-30500-4.
  7. ^ Angelo Zavaglio, Terre Nostre.
  8. ^ Trescore Cremasco, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 28 novembre 2023.
  9. ^ DIOCESI DI CREMA, su diocesidicrema.it. URL consultato il 20 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  10. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  11. ^ ISTAT, cittadini stranieri al 31 dicembre 2020, su demo.istat.it. URL consultato il 24 ottobre 2021.
  12. ^ Anagrafe: Ricerca e Archivio nel sito del Ministero dell'Interno
  13. ^ Si dimette al termine del Consiglio comunale del 19 dicembre 2002 e rimane in carica fino all'11 gennaio 2003
  14. ^ Gianluca Maestri, «Io, sindaco silurato dai dissidenti», in La Provincia, domenica 22 dicembre 2002.
  15. ^ Gl.m., Trescore Cremasco. Un viceprefetto come sindaco sino alle elezion, in La Provincia, domenica 12 dicembre 2003.
  16. ^ Dall'11 gennaio al 14 febbraio 2003
  17. ^ Dal 14 febbraio al 27 maggio 2003
  18. ^ Comune di TRESCORE CREMASCO affluenza e risultati, su elezioni.interno.gov.it. URL consultato l'11 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2018).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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