Casale Cremasco-Vidolasco

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Casale Cremasco-Vidolasco
comune
Casale Cremasco-Vidolasco – Stemma
Casale Cremasco-Vidolasco – Veduta
Casale Cremasco-Vidolasco – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Cremona
Amministrazione
SindacoAntonio Giuseppe Grassi (lista civica) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate45°25′54.77″N 9°42′50.98″E / 45.43188°N 9.71416°E45.43188; 9.71416 (Casale Cremasco-Vidolasco)
Altitudine92 m s.l.m.
Superficie9,19 km²
Abitanti1 810[1] (31-12-2021)
Densità196,95 ab./km²
FrazioniCasale Cremasco (sede comunale), Vidolasco
Comuni confinantiCamisano, Castel Gabbiano, Pianengo, Ricengo, Sergnano
Altre informazioni
Cod. postale26010
Prefisso0373
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT019017
Cod. catastaleB881
TargaCR
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Nome abitanticasalesi, vidolaschesi
Patronosanto Stefano, santi Faustino e Giovita
Giorno festivo26 dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Casale Cremasco-Vidolasco
Casale Cremasco-Vidolasco
Casale Cremasco-Vidolasco – Mappa
Casale Cremasco-Vidolasco – Mappa
Posizione del comune di Casale Cremasco-Vidolasco nella provincia di Cremona
Sito istituzionale

Casale Cremasco-Vidolasco (Casal e Vidulasch in dialetto cremasco) è un comune italiano di 1 810 abitanti[1] della provincia di Cremona, in Lombardia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Questo Comune è stato creato neI 1934, prima Casale Cremasco e Vidolasco erano autonomi: benché vicini, i due nuclei avevano vicende amministrative e religiose del tutto indipendenti.

La sede del Comune è a Casale Cremasco, che si estende lungo la sponda sinistra del Serio. La prima menzione del paese risale ad un documento del 919.

Con i ritrovamenti archeologici del 1927 potrebbe sembrare che la zona fosse già abitata nel IV secolo d.C.

Il nome di Casale è contenuto in un lungo elenco del 1192 che definisce i villaggi cremaschi passati sotto il dominio dei cremonesi. La sua storia si lega alle vicende delle famiglie nobili in zona, delle comunità religiose (gli Umiliati, padroni del feudo fino al XVI secolo) della Serenissima fino alla caduta di Venezia nel 1797, insieme ai centri limitrofi.

La storia di Vidolasco inizia nell'età del bronzo: i reperti venuti alla luce nel 1960 testimoniano la presenza di una comunità verso il X secolo a.C. Seguì la sorte di Casale fino al 1400, quando divenne feudo dei Tadini e poi dei Sanseverino-Vimercati.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 7 giugno 1962.[3]

«Troncato: il primo, d'argento, alla torre campanaria al naturale, con tetto a cuspide di rosso, aperta e finestrata di uno di nero, e accostata da due torri di rosso, merlate di tre alla guelfa, murate, aperte e finestrate di uno di nero; il secondo, d'azzurro, alla mucca pezzata al naturale, ferma su un terrazzo di verde, sormontata da un grappolo di uva nera pampinata di due e accollata a due spighe di grano fruttate e fogliate d'oro, poste in croce di Sant'Andrea. Ornamenti esteriori di Comune.»

Il gonfalone è un drappo troncato di bianco e di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Montecchio[modifica | modifica wikitesto]

Montecchio, termine derivante dal dialetto cremasco munt-ec, "Montevecchio"; oppure dal tardo latino monticolus, "Monticello", è un sito archeologico di Vidolasco appartenente al comune di Casale Cremasco.

Scavi risalenti alla metà del XX secolo hanno consentito di appurare l'esistenza di un antico abitato assegnabile alla fase finale dell'età del bronzo e a quella iniziale dell'età del ferro.

Storia e cultura del sito[modifica | modifica wikitesto]

A causa della frammentarietà e sporadicità dei reperti ritrovati è impossibile ricostruire un quadro preciso della storia del dosso di Montecchio, sul quale sorse un insediamento della popolazione dei Liguri. Montecchio di Vidolasco è la maggiore fonte di reperti ed informazioni sulla tarda età del bronzo e della fase culturale protogolasecchiana di tutta la Lombardia.

Ritrovamenti databili al X secolo a.C. suggeriscono che l'abitato fosse di natura domestica, provvisto probabilmente anche di un luogo di culto.

La popolazione qui collocata era dedita alla caccia, alla produzioni di vari utensili, tra cui ceramiche, vasellame, e, raramente, oggetti metallici. Inoltre praticavano l'allevamento dal quale conseguivano le varie lavorazioni del latte, della filatura e della tessitura. I prodotti dell'artigianato venivano barattati con le popolazioni vicine e non, fino ad arrivare alla Svizzera, al Veneto ed all'Europa centro – occidentale. Venivano commerciati, inoltre, prodotti di lusso come ambra ed oggetti di bronzo.

Le analisi dei corredi tombali della civiltà protogolasecchiana suggeriscono che essa avesse già una struttura gerarchizzata in quanto i diversi livelli di ricchezza dei corredi distinguevano i diversi stati sociali nella collettività.

Scavo e conformazione del terreno[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1906, a Montecchio, veniva scoperta una terramara e il Prof. Pantaleone Lucchetti la relazionava al Congresso dei Naturalisti Italiani. Il dosso di Montecchio per l'estensione di un ettaro circa è costituito:

  1. da uno strato di spessore variabile, ma sempre superiore ad un metro, di argilla tenacissima.
  2. da uno strato sovrastante al precedente, dello spessore costante di quasi un metro, totalmente costituito da cocci di vasi di terra.

Trattasi evidentemente, di una vera e propria gettata industriale (fabbrica di vasi di terra cotta) dell'epoca terramaricola (etrusco-romana, ossia bronzo-ferro).

La località di Montecchio si presenta perciò, come anello di congiunzione fra le due porzioni occidentale e orientale del cremasco antico e precede lo stabilirsi della civiltà del bronzo e del ferro, che è la civiltà storica degli Umbri e degli Etruschi, succeduta a quella preistorica dei Liguri.

Lo scavo regolare è iniziato il 6 giugno 1960, in località Cascina Montecchio nel comune di Vidolasco. Il lavoro di sterro, che si è protratto fino al 2 luglio dello stesso anno, è stato condotto con tutto il rigore necessario, dividendo la zona in settori e procedendo cautamente in senso verticale, tenendo distinti i materiali venuti alla luce alle varie profondità.

In generale la stratigrafia si presenta dall'alto verso il basso nelle varie fosse scavate come segue:

  • superficie coltivata, humus e radici per circa 15 cm;
  • terreno misto a sassi, resti vegetali rimaneggiati per aratura, con qualche coccio sporadico atipico, per circa 50 cm;
  • terreno archeologico ricco di reperti di argilla, terracotta, metallo, osso, per circa 50 cm;
  • strato di concotto di 10 fino a 25 cm;
  • terreno sterile sabbioso sottostante di spessore indeterminato.

Tale stratigrafia starebbe a dimostrare una frequentazione non uniforme. Notevole ci sembra anche lo strato di sabbia sterile che interrompe lo spessore e che potrebbe significare una alluvione sopravvenuta improvvisa, dopo la quale la vita nella stazione preistorica ha ripreso il suo andamento normale.

Reperti preistorici[modifica | modifica wikitesto]

Il sito più ricco di reperti e il più importante in assoluto, non solo per il cremasco ma anche per la Lombardia, è sicuramente Vidolasco. Lo scavo si estende per circa 50 m².

Reperti ceramici[modifica | modifica wikitesto]
Tazze e scodelle in ceramica rinvenute a Castelleone.

La maggioranza dei reperti è costituita da più di un migliaio di frammenti di vasellame di tipologia e dimensioni alquanto varie.

La quantità di ceramica, suddivisa in ceramica grossolana, ceramica media e ceramica fine, è notevolissima.

Tra i reperti di ceramica troviamo: urne; ciotole; colatoi, utilizzati forse per un'attività domestica legata alla lavorazione del latte; vasetti di diversa tipologia; orci o dolia; coperchietti; rocchetti, utilizzati nell'attività domestica della filatura; elementi fittili, interpretati come alari di terracotta ad uso rituale.

Due prese dei vasi rinvenuti meritano una particolare attenzione: una è costituita da un anello di cordone plastico, quasi fosse una rotella, la seconda è formata da un simile anello plastico più piccolo del precedente, ma sempre in leggero rilievo. I prodotti vascolari si distinguono per la ricchezza della decorazione, che rivela un gusto artistico piuttosto raffinato e una rilevante inventiva. Di norma gli oggetti a impasto hanno decorazioni rozze, mentre quelli ad impasto depurato hanno decorazioni più accurate.

Reperti metallici[modifica | modifica wikitesto]

Il complesso di oggetti in metallo non è molto ricco, tuttavia presenta alcuni pezzi di elevato interesse e, soprattutto, piuttosto determinanti per una valutazione cronologia dell'insediamento e per un giudizio sulla sua fisionomia. Tra i rilievi di bronzo troviamo: ardiglioni di fibule; spilloni; pinzette; palette rituali con manico a tortiglione.

Reperti faunistici[modifica | modifica wikitesto]

Presso il dosso di Montecchio sono stati rinvenuti numerosi reperti ossei di vari animali e di corna di cervidi lavorate per ottenere vari utensili di uso domestico. I reperti faunistici hanno permesso di riconoscere varie specie di animali: buoi, maiali, pecore o capre, cavalli, cani, cervi, cinghiali, caprioli, orsi, castori e gufi.

In genere le ossa sono molto frammentarie e sono costituite prevalentemente da resti delle estremità e delle mascelle; per quanto riguarda il cervo, sono presenti anche vari grossi prezzi di palchi di corna che dovevano costituire una ricercata materia prima per utensili e ornamenti. Un esempio del tutto eccezionale è un pezzo ottenuto da un corno di cervo, che ha la forma di un moderno tappo di bottiglia di spumante.

La completa assenza di armi può far supporre che si trattasse di un insediamento popolato da genti dedite, evidentemente, più che a bellicosi atteggiamenti, a pacifiche attività domestiche. Grazie ai resti faunistici sono state fornite notizie di un certo interesse, sia per il genere di animali domestici che alimentavano l'industria casearia e fornivano carni, pelli, corna, sia per quelli selvatici, come l'orso, che ci fa immaginare che nelle vicinanze era presente un ambiente di boschi folti, estesi, ricchi di bacche e di frutti selvatici.

La presenza di "corni di consacrazione" o "idoli" getta, inoltre, una luce speciale almeno su una parte del complesso, che doveva perciò forse comprendere una zona sacra o comunque destinata a procedimenti rituali.

I reperti sono attualmente conservati all'interno del Museo civico di Crema e del Museo civico e archeologico di Castelleone.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[4]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2020 i cittadini stranieri residenti sono 226. Le comunità nazionali numericamente significative sono[5]:

  1. Romania, 69
  2. Marocco, 40
  3. India, 23

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Industrie[modifica | modifica wikitesto]

In questo comune ci sono due industrie per quanto riguarda il settore agroalimentare, sono Galbani e Danone.

Galbani[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Galbani.

Galbani è un gruppo alimentare italiano dal 2006 controllata dalla Lactalis.

La nuova sede dell'Azienda viene aperta nel 1960 a Milano, inaugurando un periodo particolarmente efficace di attività distributiva, industriale e di comunicazione pubblicitaria.

Nel 1989 entra nel Gruppo Danone e rafforza la sua posizione sul mercato europeo. Nel 2006 il Gruppo Galbani entra a far parte del Gruppo francese Lactalis. Nel 2008 nasce Gruppo Lactalis Italia, la holding che gestisce il più importante portafoglio marchi nel settore lattiero-caseario in Italia: Galbani, Invernizzi, Cademartori, Locatelli, Président.

Danone[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Danone.

Danone è un'industria alimentare francese che aveva uno stabilimento anche a Casale Cremasco.

Nel 1919 Isaac Carasso avvia a Barcellona una piccola fabbrica di yogurt. Nel 1991 in Italia viene inaugurato il grande stabilimento di Casale Cremasco (CR) per potenziare le strutture e soddisfare così la crescente domanda del mercato nazionale.

Nel 2013 oltre il 60% del fatturato del gruppo Danone viene dai Paesi emergenti; l'industria, colpita dagli effetti della crisi, chiude tre impianti in Europa, uno dei quali è quello italiano di Casale Cremasco.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio è attraversato dalle seguenti strade provinciali:

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Elenco dei sindaci dal 1985 ad oggi[6].

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1985 1990 Franco Cremonesi Democrazia Cristiana sindaco
1990 1995 Gustavo Milanesi Democrazia Cristiana sindaco
1995 1999 Bruno Senes lista civica sindaco
1999 2004 Leardo Costenaro lista civica sindaco
2004 2009 Maria Grazia Maghini lista civica sindaco
2009 2014 Maria Grazia Maghini lista civica sindaco
2014 2019 Antonio Giuseppe Grassi lista civica sindaco
2019 in carica Antonio Giuseppe Grassi lista civica sindaco

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2021 (dati provvisori).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Casale Cremasco Vidolasco, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 25 novembre 2023.
  4. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  5. ^ ISTAT, cittadini stranieri al 31 dicembre 2020, su demo.istat.it. URL consultato il 24 ottobre 2021.
  6. ^ Anagrafe: Ricerca e Archivio nel sito del Ministero dell'Interno

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • C. Alpini, M. Casirani, W. Venchiarutti, Casale Cremasco: due paesi, un comune nella storia, nelle testimonianze, nell'arte.
  • A. Aschedamini, Vidolasco: monografia.
  • W. Venchiarutti, La terra che dona: profili religiosi a Casale Cremasco-Vidolasco
  • A. Zavaglio, Terre nostre: storie dei paesi nel cremasco.
  • P. Lucchetti, Terramara.
  • P. Lucchetti, Le azze di Camisano Cremasco (dalla storia naturale alla preistoria ed alla storia).
  • V. Fusco, Fulcheria, 1983
  • V. Fusco, Stazione Preistorica, 1964
  • V. Fusco, Preistoria,1969

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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