Diocesi di Crema

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Diocesi di Crema
Dioecesis Cremensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Milano
Regione ecclesiasticaLombardia
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoDaniele Gianotti
Vicario generaleAttilio Premoli
Presbiteri79, di cui 72 secolari e 7 regolari
1.246 battezzati per presbitero
Religiosi8 uomini, 22 donne
Diaconi2 permanenti
 
Abitanti99.800
Battezzati98.500 (98,7% del totale)
StatoItalia
Superficie278 km²
Parrocchie63 (6 vicariati)
 
Erezione11 aprile 1580[1]
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Assunta
Santi patroniSan Pantaleone
IndirizzoPiazza Duomo 27, 26013 Crema (CR), Italia
Sito webwww.diocesidicrema.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia

La diocesi di Crema (in latino Dioecesis Cremensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Milano appartenente alla regione ecclesiastica Lombardia. Nel 2021 contava 98.500 battezzati su 99.800 abitanti. È retta dal vescovo Daniele Gianotti.

Il patrono è san Pantaleone, medico e martire. La sua festa viene celebrata nella diocesi il 10 giugno.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

I suoi confini coincidono con quelli del Cremasco, così come andarono delineandosi nei secoli XI-XII intorno al libero comune di Crema. Prima del sorgere di Crema, tuttavia, la zona venne evangelizzata nel IV-V secolo a partire dalla pieve di Palazzo Pignano.

Sede vescovile è la città di Crema, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta.

La diocesi è divisa in 6 zone pastorali e 63 parrocchie, a loro volta raggruppate in 12 unità pastorali. Tutto il suo territorio appartiene alla provincia di Cremona.

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Crema.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La nascita della diocesi di Crema, l'ultima e la più piccola fra quelle lombarde ad essere istituita, è intimamente connessa con l'espansione dei Domini di Terraferma della Repubblica di Venezia. Iniziato infatti il 16 settembre 1449 il governo della Serenissima su Crema e il cremasco, già due anni dopo, nel 1451, si aprirono le trattative e incominciarono le pratiche per erigere in diocesi il territorio dell'antica Insula Fulcheria, su cui a quell'epoca esercitavano la propria giurisdizione ecclesiastica le diocesi di Cremona, di Lodi e di Piacenza[2]. All'interno della stessa città di Crema c'erano parrocchie dipendenti da Piacenza o da Cremona. La buona volontà veneziana non valse tuttavia a mutare lo stato delle cose, né miglior fortuna ebbe l'interessamento favorevole di san Carlo Borromeo presso papa Pio IV un secolo dopo.[3]

Non demordendo comunque i cremaschi dalle loro richieste, nel 1579 papa Gregorio XIII inviò a Crema il vescovo di Rimini e il visitatore apostolico non poté che constatare i gravi disagi di un territorio la cui giurisdizione spirituale era governata da tre differenti vescovi.[4] Finalmente con la bolla Super universas di papa Gregorio XIII dell'11 aprile 1580[5] fu eretta la diocesi di Crema, dichiarata suffraganea dell'arcidiocesi di Milano, ricavandone il territorio dalle diocesi di Cremona, Lodi e Piacenza.

La situazione del territorio cremasco, dal punto di vista religioso nel 1580, poco prima dell'erezione della diocesi, era la seguente: all'interno delle mura cittadine la parrocchia di San Pietro, assieme alle sue chiese sussidiarie, situata nella zona nord, era sottoposta alla giurisdizione della diocesi di Cremona, mentre tutto il resto della città vale a dire le parrocchie di: San Benedetto, San Giacomo, Santissima Trinità, il Duomo e le loro rispettive chiese sussidiarie apparteneva alla diocesi di Piacenza.

La giurisdizione del vescovo di Cremona si estendeva anche su tutto il territorio che si trova a est, e in parte a nord e a sud, su entrambe le rive del fiume Serio, della città di Crema. Più precisamente erano le parrocchie di: Castel Gabbiano, Trezzolasco, Casale Cremasco, Vidolasco, Capralba, Farinate, Azzano, Sergnano, Ricengo, Camisano, Bottaiano, Pianengo, Offanengo, Campagnola Cremasca, Vairano Cremasco, Santa Maria dei Mosi, Santa Maria della Croce, San Bernardino Cremasco, Madignano, Izano, Salvirola, Ripalta Vecchia, Ripalta Nuova, Rovereto, Credera, Rubbiano, Moscazzano, Montodine, Ripalta Arpina, Ripalta Guerina.

A ovest, e in parte a nord e a sud della città invece si estendeva la giurisdizione del vescovo di Piacenza, e riguardava invece le parrocchie di: Bagnolo Cremasco, Vaiano Cremasco, Monte Cremasco, Cremosano, Ombriano, Sabbioni, San Michele Cremasco, San Bartolomeo ai Morti, Castelnuovo Cremasco, Ripalta Nuova (riguardava la non più esistente chiesa di San Lorenzo), Vergonzana, Capergnanica, Zappello, Bolzone, Chieve, Palazzo Pignano, Cascine Capri, Cascine Gandini, Scannabue, Torlino Vimercati, Trescore Cremasco, Quintano, Pieranica e Casaletto Vaprio.[6]

Solo un estremo lembo di terra a sud-ovest era sotto la giurisdizione della diocesi di Lodi e riguardava le parrocchie di Casaletto Ceredano e Passarera.

La bolla pontificia ebbe esecuzione il 21 settembre 1580, giorno in cui il Capitolo della Collegiata di Santa Maria Maggiore (Duomo) di Crema, su richiesta della Santa Sede, elesse vicario generale capitolare l'arcidiacono Leonardo Vimercati a reggere la nuova diocesi in attesa della designazione del suo primo vescovo. Il medesimo Gregorio XIII il 21 novembre nominò a tale incarico il nobile veneziano Gerolamo Diedo, primicerio della cattedrale di Padova e, nel medesimo giorno, con il breve apostolico Ut res dant sese, dichiarò la diocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede.

Il 10 dicembre 1582 Gregorio XIII elevò alla dignità metropolitana la sede di Bologna, sua patria, annettendovi come suffraganea anche la diocesi di Crema[7].

Il 5 febbraio 1835 papa Gregorio XVI con la bolla Romani Pontifices[8] tornò a dichiarare la diocesi di Crema suffraganea dell'arcidiocesi di Milano.

Il 20 giugno 1992 papa Giovanni Paolo II compì la prima visita di un pontefice alla diocesi cremasca.

I confini della diocesi coincidono con l'antica provincia veneta di Crema. L'unica rilevante modifica nell'arco di 400 anni di storia avvenne il 13 maggio 2006,[9] quando la parrocchia di Sant'Antonio Abate in Salvirola de' Vassalli fu ceduta dalla diocesi di Cremona a quella di Crema. La stessa parrocchia era già stata affidata alla cura pastorale della diocesi cremasca il 27 aprile 2001,[10] a seguito di un accordo tra i vescovi di Cremona Giulio Nicolini e di Crema Angelo Paravisi.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi originari della diocesi (viventi)[modifica | modifica wikitesto]

Istituti religiosi presenti in diocesi[modifica | modifica wikitesto]

[16]

Istituti religiosi maschili[modifica | modifica wikitesto]

Istituti religiosi femminili[modifica | modifica wikitesto]

Istituti secolari[modifica | modifica wikitesto]

  • Figlie di Sant'Angela Merici;
  • Istituto Secolare Figlie della Regina degli Apostoli;
  • Missionari della regalità di Cristo.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 99.800 persone contava 98.500 battezzati, corrispondenti al 98,7% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 72.429 72.434 100,0 151 133 18 479 49 747 59
1970 72.687 72.700 100,0 159 148 11 457 13 495 60
1980 80.615 80.663 99,9 147 144 3 548 4 237 61
1990 83.508 83.591 99,9 135 131 4 618 5 206 62
1999 91.680 92.005 99,6 120 116 4 764 4 126 62
2000 92.265 92.664 99,6 116 112 4 795 4 106 62
2001 89.540 89.990 99,5 116 112 4 771 4 126 62
2002 81.947 90.000 91,1 115 111 4 712 4 126 62
2003 89.100 92.000 96,8 116 112 4 768 4 115 62
2004 91.512 92.493 98,9 113 109 4 809 8 114 62
2006 96.910 97.200 99,7 112 108 4 865 4 95 62
2013 102.000 103.297 98,7 102 92 10 1.000 10 48 63
2016 102.000 103.650 98,4 88 81 7 1.159 8 37 63
2019 99.710 103.100 96,7 79 71 8 1.262 9 27 63
2021 98.500 99.800 98,7 79 72 7 1.246 2 8 22 63

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'Annuario Pontificio, Cappelletti e Gams riportano come data di erezione il 1579.
  2. ^ Questa diocesi iniziò ad avere giurisdizione in questa parte della Lombardia con una bolla di papa Alessandro III nel XII secolo. La decisione fu poi cancellata su richiesta del vescovo Sicardo da Cremona, ma ripristinata nel corso del Duecento su pressione delle autorità comunali, giungendo però a una divisione tra le due diocesi (Cremona e Piacenza) delle parrocchie cremasche. A. Banti, Storia di Crema, Crema, 1816 (?), p. 13
  3. ^ Francesco Piantelli, Folclore cremasco, ed. 1985, p. 103.
  4. ^ Francesco Piantelli, Folclore cremasco, ed. 1985, p. 104.
  5. ^ Francesco Piantelli, Folclore cremasco, ed. 1985, p. 104. Testo della bolla in Cappelletti, op. cit., pp. 247-251.
  6. ^ Tale anomala presenza in territorio lombardo (provincia ecclesiastica di Milano) di un'enclave della provincia ecclesiastica di Ravenna era stata dovuta nel Medioevo alla volontà del Comune cremasco di annullare la precedente dipendenza della città dai vescovi di Cremona che a lungo avevano rivendicato poteri anche signorili sulla città (a partire dal 1098 quando avevano acquisito il feudo) e la possibile ingerenza milanese, "scegliendo" invece (ai tempi di papa Alessandro III) la diocesi piacentina, proprio perché più lontana e senza un diretto interesse politico sul cremasco. A. Banti, Storia di Crema, Crema (1816 ?), pp. 56-63
  7. ^ In questo modo Crema continuava ad essere un'enclave all'interno della provincia ecclesiastica di Milano come quando (quasi tutta) la città e gran parte del cremasco appartenevano alla diocesi di Piacenza. Secondo alcuni (A. Banti, cit., p. 97) il governo veneto avrebbe chiesto addirittura che la diocesi cremasca fosse suffraganea del patriarcato di Aquileia (che allora aveva già tra le diocesi soggette anche una lombarda, ossia la diocesi di Como)
  8. ^ Acta Gregorii Papae XVI: Scilicet Constitutiones, Bullae, Litterae Apostolicae, Epistolae, auspice Vincentio Vannutelli, recensita et digesta cura ac studio Antonii Mariae Bernasconi, vol. II, Romae, 1901, pp. 4-5.
  9. ^ Decreto della Congregazione per i vescovi del 13 maggio 2006 menzionato nel decreto del Presidente della Repubblica, che riconosce gli effetti civili di questo cambiamento, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 176 del 31 luglio 2007, p. 18.
  10. ^ Sito istituzionale di Salvirola, su comune.salvirola.cr.it. URL consultato il 6 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2008).
  11. ^ Nominato patriarca titolare di Antiochia il 1º febbraio seguente.
  12. ^ Nominato vescovo titolare di Flaviopoli.
  13. ^ Nominato vescovo titolare di Ilio.
  14. ^ Nominato vescovo titolare di Emmaus.
  15. ^ MONS. FRANCO MANENTI NOMINATO VESCOVO DI SENIGALLIA. L'HA ANNUNCIATO IL VESCOVO OSCAR OGGI ALLE ORE 12 IN CATTEDRALE, su diocesidicrema.it. URL consultato il 17 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2016).
  16. ^ AA.VV., p. 52.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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