Coordinate: 45°42′24″N 9°26′43″E

Imbersago

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Imbersago
comune
Imbersago – Stemma
Imbersago – Veduta
Imbersago – Veduta
Piazza Garibaldi. Sulla sinistra si vede "la torre", sulla destra la chiesa di San Paolo.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Lecco
Amministrazione
SindacoFabio Vergani (lista civica Insieme per Imbersago) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate45°42′24″N 9°26′43″E
Altitudine249 m s.l.m.
Superficie3,14 km²
Abitanti2 492[1] (31-12-2021)
Densità793,63 ab./km²
Comuni confinantiCalco, Merate, Robbiate, Villa d'Adda (BG)
Altre informazioni
Cod. postale23898
Prefisso039
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT097039
Cod. catastaleE287
TargaLC
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 423 GG[3]
Nome abitantiimbersaghesi
Patronosanti Marcellino e Pietro
Madonna del Bosco
Giorno festivo2 giugno
9 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Imbersago
Imbersago
Imbersago – Mappa
Imbersago – Mappa
Posizione del comune di Imbersago nella provincia di Lecco
Sito istituzionale

Imbersàgo (Imbersàch in dialetto brianzolo[4][5]) è un comune italiano di 2 492 abitanti[1] della provincia di Lecco in Lombardia.

Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]

Imbersago è un piccolo paese situato nel Meratese, zona della Brianza in provincia di Lecco. È disteso su un territorio collinare, tipico delle prealpi lombarde di cui fa parte, ed è immerso nel verde del Parco dell'Adda Nord. Il comune è bagnato dal fiume Adda che separa la provincia di Lecco da quella di Bergamo.

Origini del nome

[modifica | modifica wikitesto]

La versione più antica conosciuta del nome è Ambreciacus.

Giovanni Flechia suggerì che il nome potesse derivare da Ambrogio, prefetto delle Gallie e padre dell'omonimo santo, che avrebbe avuto in paese il suo fondo. Questa versione è stata smentita da Dante Olivieri che ha fatto notare la diversa pronuncia della "s" in Ambreciacus ed in Ambrosius. La versione suggerita da Olivieri è fundus Limbriciacus (ovvero "fondo di Limbricius")[6]. Tuttavia il gentilizio latino "Limbricius […] ricorre quasi solamente a Puteoli [Pozzuoli, ndr] e a Capua"[7].
In realtà, le maggiori conoscenze delle lingue celtiche raggiunte in tempi più recenti permettono di identificare con facilità l'origine del nome Amberzagh, di cui Ambreciacus è adattamento colto[8], nel sostantivo celtico ambersāk(on)[9], che significa "luogo o abitato del fiume", per la particolarità del territorio, situato in un'ansa del fiume Adda. L'evoluzione del termine in lombardo occidentale è dovuta alla tendenza di questo all'aferesi e per attrazione della preposizione di luogo in (come in Inverigo, Inarca, Nasnigo[10] ecc.).

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Imbersago.

Non sono noti rinvenimenti archeologici per il territorio di Imbersago[11]. Nel territorio circostante sono note tuttavia frequentazioni umane a partire dal Paleolitico medio[12]. Nella zona agli insediamenti palafitticoli subentrarono i Celti, sottomessi a loro volta dai Romani[13].

La storia medievale di Imbersago vede il paese schierato a favore dei guelfi, e come punto di contatto tra l'area del milanese e la Repubblica di Venezia.

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 23 giugno 1989.[14] Nello stemma è raffigurato, in campo azzurro, un castello d'oro, merlato alla guelfa e munito di due torri; con il capo d'oro, all'aquila di nero. Il gonfalone è un drappo rettangolare partito di rosso e di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse

[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose

[modifica | modifica wikitesto]
La chiesa di San Marcellino.

Chiesa di San Marcellino

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa dei Santi Marcellino e Pietro (Imbersago).

La chiesa dei Santi Marcellino e Pietro è il principale edificio religioso della parrocchia. Nonostante la costruzione dell'odierno edificio risalga solo al 1608, può vantare una storia millenaria che, secondo alcuni storici,[15] si può far risalire alla seconda metà del I millennio.

L'edificio subì alcune variazioni nel 1760, e altre nel periodo 1789-1797. Ne sono stati recentemente ristrutturati il sagrato e il pronao.

Chiesa di San Paolo

[modifica | modifica wikitesto]
La chiesa di San Paolo., risalente ai primi secoli del II millennio

La chiesa di San Paolo è situata in pieno centro abitato, e rappresenta il più antico edificio religioso di Imbersago (si trovano citazioni del XIII secolo[16]), fatta eccezione per la chiesa di San Michele ormai abbattuta.

La dedica delle chiese a San Paolo è tipica dei francesi, per cui la sua nascita può essere fatta risalire al 1000, durante il dominio dei conti francesi. Un'altra simile indicazione è il dipinto di San Martino, santo francese, visibile nella chiesetta della Grugana che, nello stesso periodo, era associata a Imbersago[17].

Quando i messi di san Carlo Borromeo visitarono il paese nel 1567, dissero che le funzioni erano celebrate da un certo Gregorio Nava, quasi quotidianamente. L'altare maggiore si trova in mezzo ad affreschi di Dio e altri santi, affreschi rovinati dal tempo. La chiesa era già stata consacrata. Il pavimento è lastricato, e viene segnalata la presenza di quattro sepolture, tutte relative alla famiglia Landriani che, a quel tempo, provvedeva anche al sostentamento del curato. La torre attigua contiene una campana, e c'è un cimitero aperto. Il visitatore consiglia lo spostamento all'esterno di sepolture e monumenti dei Landriani, da eseguirsi in due settimane pena la scomunica. Nella successiva visita di controllo il visitatore si lamentò del fatto che non fosse stato eseguito nessun lavoro.

La chiesa venne consacrata nel 1449 da un certo Gerardo de Capitani di Landriano[18], per poi essere riconsacrata nel 1506[19].

Sotto la spinta riformatrice di San Carlo la chiesa venne ricostruita dalle fondamenta nel 1600, e riconsacrata nel 1608 da Marsilio Landriani, vescovo di Vigevano[20]. Ai Landriani si fanno risalire i dipinti secenteschi. È sicuramente di primaria importanza la pala d'altare, databile alla prima metà del Seicento[21], raffigurante anche il donatore Marsilio Landriani oltre alla Vergine col Bambino, sant'Ambrogio e sant'Eustorgio, probabile opera di Giulio Cesare Procaccini[22] o del Nuvolone.[21]

La singola navata termina in un presbiterio, da cui è divisa da una semplice balaustra. Un adiacente edificio viene usato come sacrestia. All'interno della chiesa sono visibili altri dipinti notevoli, come quelli di nove apostoli, il calvario, l'annunciazione e l'adorazione[23].

Santuario della Madonna del Bosco

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Santuario della Madonna del Bosco (Imbersago).
Il Santuario della Madonna del Bosco.

Nel territorio del comune è presente il santuario della Madonna del Bosco, dove l'affetto dei fedeli ricorda numerose grazie chieste e altrettanti miracoli accaduti. Papa Giovanni XXIII vi era molto affezionato, e una grande statua di bronzo lo ricorda.

Nel 1632 vi viene costruita una cappella, ma è tra il 1641 e il 1646 che viene innalzato il santuario progettato da Carlo Buzzi. Nel 2000 il posto fu scelto come una delle sedi giubilari dell'Anno Santo.

Architetture civili

[modifica | modifica wikitesto]

Torre Bellavista

[modifica | modifica wikitesto]
Torre Bellavista, nascosta tra gli alberi.

La torre Bellavista, comunemente nota come torre Lamperti (dal nome del proprietario), è una torre di vedetta situata in località Sabbione. Il suo aspetto ne fa immaginare la costruzione durante la lotta di guelfi e ghibellini (XIV secolo). Sulla cima ostenta degli spalti a paniere, e una merlatura di chiara fattura ghibellina. Come tutti gli antichi edifici cittadini ha subìto modifiche nel corso dei secoli, e ora possiede bifore e uno stemma in pietra. La sua posizione strategica permetteva di controllare, oltre al territorio cittadino, anche Merate (nascosto dietro a Sabbione) e la sponda bergamasca fino alla Torre dei Musei di Calusco d'Adda, oggi rasa al suolo.

Negli anni novanta è stato completamente ristrutturato, trasformandolo in un complesso residenziale, ma mantiene alcune antiche caratteristiche. A esempio è rimasta la ciminiera costruita in cotto. Qui veniva svolto tutto il lavoro, dalla coltura delle uova dei bachi da seta alla vera e propria filatura.

Villa Pio Falcò

[modifica | modifica wikitesto]

Adagiata sul colle di Mombello e inserita in un giardino all'italiana[24][25], la villa fu costruita dalla famiglia Airoldi nel XVI secolo.[16] Per via della sua posizione, la villa è anche nota col nome di Villa Il Mombello".[26] Due secoli dopo fu ristrutturata[26] per volontà di un certo Andreotti, nel mentre divenuto proprietario, il quale successivamente la cedette alla famiglia Orsini.[25] Nel corso del XIX secolo, la parte di giardino dietro alla villa fu trasformata in un parco all'inglese.[25] Nel 1861 la villa fu ereditata da Giovanni Pio Falcò, di nobile famiglia dalle origini spagnole, il quale diede mandato di ristrutturazione dello stabile ad Achille Majnoni d'Intignano.[16][25] I lavori si conclusero nel 1894.[26][25] Una nuova ristrutturazione dei giardini avvenne nel 1920, quando Alfonso Pio Falcò fece installare un nuovo giardino all'italiana.[25]

Tra le opere d'arte conservate nella villa, un dipinto di Luca Giordano e uno realizzato da un esponente dei Magnasco.[25][16][26]

Villa Pindemonte Castelbarco

[modifica | modifica wikitesto]

La villa, commissionata ai costruttori Simonetta nel XVIII secolo, fu rimaneggiata sia nell'Ottocento sia nel Novecento.[27]

Il traghetto di Leonardo

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Traghetto di Leonardo.

Il traghetto leonardesco[28] sul fiume Adda, collega Imbersago con Villa d'Adda, comune in provincia di Bergamo situato sulla riva opposta. Dal 1513, più volte rifatto e ristrutturato, tale tipologia di traghetto trasporta ogni viandante da una riva all'altra. Esso è una fedele riproduzione di quello progettato da Leonardo da Vinci, che sfruttando la legge del parallelogramma, aveva pensato alla possibilità di costruire dei traghetti mossi non da energia umana o animale, ma dalla sola corrente del fiume in causa. L'imbarcazione con due scafi, che può trasportare fino a quattro automobili, è assicurata a un cavo teso tra le due sponde, ed è azionata da un solo uomo, il quale muove il timone così da sfruttare la forza della corrente del fiume.

La piazza Garibaldi

[modifica | modifica wikitesto]
Il Municipio.

Piazza Garibaldi è la piazza principale di Imbersago, centro cittadino fin da quando, nel I millennio, le poche case presenti formavano la cittadella. A ricordo di questi periodi si trova ancora "la torre", come viene chiamata dai paesani, utilizzata nell'antichità come torre di vedetta. Nella piazza si trovano anche la chiesa di San Paolo e un monumento in memoria dei compaesani caduti in guerra.

Intorno al 2000 la piazza è stata completamente restaurata, ponendovi un selciato di sanpietrini in porfido e una fontana. Un'altra opera edilizia ha permesso il recupero dell'antica torre, che ora ha una destinazione residenziale. Nel 2004 la rotonda prersente in piazza da qualche anno è stata decorata con un mosaico creato dagli studenti di Pont-Évêque, comune francese gemellato con Imbersago.

Per nove mesi all'anno (una volta al mese) la piazza ospita il mercatino dell'antiquariato. Il nome della piazza deriva dal fatto che Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, in fuga dopo la sconfitta di Custoza, pernottarono presso villa Albini. Per ricordare l'avvenimento è tuttora presente una lapide in marmo.

Il lavatoio di Garavesa, comunemente chiamato "la fontana", è una costruzione del XIX secolo utilizzato dalle donne per fare il bucato. Attinge l'acqua dalla roggia sottostante, che scorre verso l'Adda, e veniva usato in passato anche per raccogliere l'acqua potabile. Le originali sei vasche formavano una struttura rettangolare di lastre in pietra molera. L'intero complesso era contornato da colonne in pietra sormontate da una tettoia in legno.

Nel 1997, nell'ambito dei lavori che hanno ristrutturato l'intero rione della Garavesa, è stata ricostruita anche la fontana, unificando le sei originali vasche in una unica. I lavori sono stati seguiti dalla Sovrintendenza ai monumenti della regione.

Evoluzione demografica

[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[31]

Etnie e minoranze straniere

[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2015 gli stranieri residenti nel comune sono 95, ovvero il 3,96% della popolazione[32].

Lingue e dialetti

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto brianzolo e Dialetto lombardo occidentale.

Oltre alla lingua italiana, a Imbersago è utilizzato il locale dialetto brianzolo, una variante della lingua lombarda. Come tutti i dialetti lombardi occidentali, anche il brianzolo è sostanzialmente una lingua romanza derivata dal latino[33].

Attualmente, l'uso del brianzolo sta lentamente regredendo, anche se in misura minore di altri dialetti lombardi, soprattutto quelli parlati nelle città.[34]

Lo stesso argomento in dettaglio: Arcidiocesi di Milano.

La maggior parte della popolazione, come per tutta l'Italia, appartiene alla Chiesa cattolica, e afferisce alle tre chiese situate nella parrocchia: la chiesa di San Marcellino, la chiesa di San Paolo, e il Santuario della Madonna del Bosco. Tutte e tre le chiese appartengono all'arcidiocesi di Milano e seguono il rito ambrosiano.

Imbersago nella letteratura

[modifica | modifica wikitesto]

Emilio De Marchi ambientò a Imbersago la sua opera Giacomo l'idealista, e non poté fare a meno di citare il santuario fornendone una descrizione abbastanza accurata. Dal libro venne tratto un omonimo film nel 1948, con regia di Alberto Lattuada e l'interpretazione di Marina Berti. Anche Luigi Santucci ne ha parlato nel suo libro Brianza e altri amori[35].

Impossibile dimenticare anche I promessi sposi di Alessandro Manzoni, che a Imbersago attraversano l'Adda.

Il film di Ermanno Olmi E venne un uomo, incentrato sulla figura di papa Giovanni XXIII, venne girato in parte a Imbersago, e per la precisione in zona Garavesa e presso il Santuario.

Infrastrutture e trasporti

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Strade provinciali della provincia di Lecco.
  • Strada Provinciale 56, Milano – Imbersago

Amministrazione

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2021 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, Garzanti, 1996, p. 328, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ UTET 1990, p. 386.
  6. ^ Dante Olivieri, Dizionario di toponomastica lombarda, Milano 1961, p. 280.
  7. ^ Christer Bruun, Studi di storia antica.
  8. ^ Nell'anno 985, dieci anni dopo la prima menzione dell'abitato, si usa Amberciaco e nel XII secolo è già più volte attestato Imbertiago. Cfr. lo stesso Olivieri.
  9. ^ Dalla stessa radice deriva il nome del fiume Lambro (Lamber). Cfr. R. Matasović, Etymological Dictionar of Proto-Celtic (*abon-, *brig-). La presenza della "s" è dovuta alla consuetudine, da parte delle lingue celtiche, di generalizzare il tema dei casi obliqui (ivi). Cfr. anche [1].
  10. ^ V. Descrizione di Milano etc. di L. Bossi, 1818 e altri.
  11. ^ Secondo alcuni autori la mancata segnalazione di ritrovamenti nel territorio di Imbersago (vedi Carta archeologica della provincia di Lecco. IV. La provincia di Lecco, Modena, 1994), potrebbe essere dovuta allo sviluppo in epoca moderna, che potrebbe aver sacrificato resti antichiLongoni, pag. 14.
  12. ^ Due campagne di scavi archeologici condotte a Rovagnate (località Fornace Barbarella di Bagaggera) nel 1980 e 1986 hanno permesso di recuperare attestazioni della presenza umana a partire dal 35 000 a.C. circa: Cremaschi M. et al., "Sedimentary and Paleological processes in the Upper Pleistocene Loesses of Northern Italy, The Bagaggera Sequence", in Quaternary International, 5, pp. 23-28.
  13. ^ I Galli furono cacciati dal Comasco ad opera del console Marco Claudio Marcello nel 196 a.C.: Tito Livio, XXXIII, 36, 9-18; Virginio Riva, Le origini della Brianza, Merate, 1987
  14. ^ Imbersago, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 20 luglio 2024.
  15. ^ Longoni 2002, p. 119.
  16. ^ a b c d Borghese, pp. 244-245.
  17. ^ Longoni 2002, p. 121.
  18. ^ Dozio 1958, p. 106.
  19. ^ ManoscrittoVisite pastorali Pieve di Brivio, 10, fasc. 18.
  20. ^ Dozio 1958, p. 107.
  21. ^ a b Zastrow, p. 137.
  22. ^ Franco Moro, Per il censimento delle opere d'arte nella Provincia di Lecco, in Museo Vivo, n. 3, 1993, pp. 11-13.
  23. ^ Andrea Spiriti, Scheda Imbersago Arte, in Dizionario della Chiesa Ambrosiana, vol. III, 1989, p. 1582.
  24. ^ Anna Maria Ori, Lucina Saetti (a cura di), Alberto Pio da Carpi e l'arte della diplomazia, ISBN 9788890414374.
  25. ^ a b c d e f g Belloni et al., p. 237.
  26. ^ a b c d Touring club italiano, Le province di Como e Lecco: il Lario, le ville, i parchi, Bellagio, Menaggio, Varenna, Touring Editore, 2003, p. 149, ISBN 978-88-365-2919-3. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  27. ^ Belloni et al., p. 250.
  28. ^ Pro Loco di Villa d'Adda Archiviato il 13 maggio 2010 in Internet Archive.
  29. ^ Unione rescissa nel 1816.
  30. ^ Unione rescissa nel 1948.
  31. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  32. ^ Bilancio demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2015 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 18 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2016).
  33. ^ Glauco Sanga, Dialettologia lombarda, Pavia, Università di Pavia, 1984.
  34. ^ Parlate e dialetti della Lombardia. Lessico comparato, Milano, Mondadori, 2003.
  35. ^ Luigi Santucci, Brianza ed altri amori, Milano, 1981, p. 143.
  • Minuta notarile, Milano, Archivio di Stato.
  • Manoscritto Milano, Archivio di Stato.
  • Manoscritto Como, Archivio di Stato, Fondo Castelbarco.
  • Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 1990, ISBN 88-02-04384-1.
  • Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.
  • Annalisa Borghese, Imbersago, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, pp. 244-245.
  • Guasco di Bisio, Dizionario feudale degli antichi Stati Sardi e della Lombardia, Pinerolo, Biblioteca della Società Storica Subalpina, 1911.
  • Giovanni Dozio, Notizie di Brivio e sua Pieve, Milano, 1859.
  • Virginio Longoni, Imbersago: Il fiume, le torri, le chiese, le ville nella storia di Imbersago, Missaglia (LC), Bellavite Editore, 2002, ISBN 88-86832-95-8.
  • François Menant, Lombardia feudale, Milano, 1992.
  • Oleg Zastrow, Sant'Ambrogio - Immagini tra Lario e Brianza, Oggiono, Cattaneo Editore, 1997.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN146743228 · LCCN (ENn95093154 · J9U (ENHE987007533227805171
  Portale Lombardia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Lombardia