Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"

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Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
Sede di palazzo Giusso
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
CittàNapoli
Dati generali
Nome latinoInstitutum Orientale Neapolitanum
SoprannomeOrientale
Fondazione1732
FondatoreMatteo Ripa
TipoStatale
Dipartimenti
  • Asia Africa e Mediterraneo
  • Scienze umane e sociali
  • Studi letterari, linguistici e comparati
RettoreRoberto Tottoli
Studenti11 164 (2017)[1]
SportCUS Napoli
Mappa di localizzazione
Map
Sito web

L'Università degli Studi di Napoli L'Orientale (in acronimo UniOr), il cui nucleo originario risale al 1732, è la più antica scuola di sinologia ed orientalistica del continente europeo[2][3][4][5]; il cinese mandarino, scritto e parlato, vi è stato insegnato dalla fine del 1724, mentre l'hindi e l'urdu dal 1878[5].

Palazzo Corigliano, sede dei Dipartimenti orientalistici e del Mediterraneo antico

Le origini dell'Università degli Studi di Napoli L'Orientale risalgono al 1724, quando il missionario Matteo Ripa, di ritorno dalla propria esperienza in Cina, fondò a Napoli un centro di formazione religiosa per giovani cinesi destinati a evangelizzare il proprio paese di origine[5][6].

A seguito del riconoscimento ufficiale con breve del 7 aprile 1732 di papa Clemente XII, il centro assunse la denominazione di "Collegio dei cinesi" mentre, a partire dal 1747, furono ammessi anche i giovani dell'Impero ottomano. Il Collegio non si dedicò solamente alla formazione religiosa: attraverso il convitto svolse un ruolo importante nella formazione a pagamento di giovani laici napoletani e nella formazione di interpreti per la Compagnia di Ostenda[7].

A seguito del processo di unificazione d'Italia, l'istituto – rinominato "Real collegio asiatico" nel 1868 – introdusse progressivamente lo studio di ulteriori lingue, quali l'arabo, l'hindi, il russo e l'urdu. Divenuto Regio istituto orientale, fu legislativamente equiparato ad università[2].

Denominazioni

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  • 1732-1868: Collegio dei Cinesi
  • 1868-1888: Real collegio asiatico
  • 1888-1937: Regio istituto orientale
  • 1937-1941: Regio istituto superiore orientale
  • 1941-1946: Regio istituto universitario orientale
  • 1946-2002: Istituto universitario orientale
  • 2002-2021: Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
  • Dal 2021: Università di Napoli "L'Orientale"

L'università è organizzata nei seguenti dipartimenti:[8]

  • Asia, Africa e Mediterraneo
  • Scienze umane e sociali
  • Studi letterari, linguistici e comparati
Palazzo del Mediterraneo, sede degli uffici amministrativi, presidenze e segreterie, con varie aule destinate alla didattica

Presso l'ateneo sono attive le seguenti cattedre di insegnamenti linguistici:

  • Lingue africane[9]
  • Lingue antiche[10]
  • Lingue asiatiche[11]
  • Lingue europee e americane[12]

Lo studio e la ricerca si focalizzano sugli aspetti linguistico-letterari, storico-artistici e politico-economici concernenti Africa, Americhe, Asia ed Europa. L'attività didattica è integrata da studi e scavi archeologici dislocati in Africa, Asia ed Europa.

Palazzo Santa Maria Porta Coeli, sede del Dipartimento di studi letterari, linguistici e comparati

Il patrimonio architettonico dell'ente consta dei seguenti palazzi:

Orientale Open Archive

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L'Ateneo ha realizzato un archivio digitale pubblico denominato Orientale open archive[13] (OPAR), in linea con la dichiarazione di Berlino sull'accesso aperto alla letteratura scientifica e definite dalla Conferenza dei rettori delle università italiane con la dichiarazione di Messina del 2004.

A partire dal primo rettore, che fu Matteo Ripa, alla guida dell'Università si succedettero personalità che contribuirono al suo sviluppo. Il primo rettore con il Regno delle Due Sicilie fu Mariano Santucci mentre a dirigere l'ateneo dal 1861 con il Regno d'Italia fu Giuseppe Gagliano. Elio Migliorini fu l'ultimo rettore di nomina regia e mantenne tale ruolo sino al 1947, cioè sino a dopo la proclamazione della Repubblica Italiana, avvenuta il 10 giugno 1946.

Rettore dal 1º novembre 2020 è Roberto Tottoli, che ha preso il posto di Elda Morlicchio.

  1. ^ MIUR Anagrafe Nazionale Studenti, su anagrafe.miur.it.
  2. ^ a b Franco Mazzei e Vittorio Volpi, Asia al centro, 2ª ed., Milano, Egea, 2014, pp. 12-17, ISBN 978-88-8350-215-6.
    «[...] Un effetto [...] fu, in Europa, la nascita della sinologia, di cui uno degli embrioni fu il Collegio dei Cinesi, oggi Università degli Studi di Napoli «L'Orientale» [...] Durante la dominazione francese a Napoli, agli inizi dell'Ottocento, Napoleone [...] pensò al trasferimento in Francia dell'istituzione napoletana [...] In realtà, fu proprio la Francia il primo paese europeo a dotarsi di istituzioni specificatamente scientifiche per lo studio di «cose cinesi». Già nel 1795 era stata fondata l'École Nationale des Langues Orientales Vivantes e nel 1814 era stata istituita la cattedra di Lingue e Letterature cinesi e tartaremancesi al Collège de France [...]»
  3. ^ Michele Fatica, Matteo Ripa, Carlo VI, la Compagnia di Ostenda e il progetto di fondazione a Napoli di un Collegio dei Cinesi (PDF), Napoli, Istituto Universitario Orientale, 1997. URL consultato il 2 maggio 2019. Ospitato su opar.unior.it.
  4. ^ Andrea De Pascale, L'Orientale di Napoli, la più antica scuola di sinologia del continente europeo, in il Giornale, 26 febbraio 2019. URL consultato il 2 maggio 2019.
  5. ^ a b c La nostra storia, su unior.it. URL consultato il 2 maggio 2019 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2022).
  6. ^ Michele Fatica e Francesco D'Arelli (a cura di), La missione cattolica in Cina tra i secoli XVIII-XIX. Matteo Ripa e il Collegio dei Cinesi, Atti del Colloquio Internazionale, Napoli, 11-12 febbraio 1997, Napoli, Istituto Universitario Orientale, 1999, OCLC 45720874.
  7. ^ (ITENFR) Michele Fatica, Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente, Istituto universitario orientale, Università Ca' Foscari Venezia e Università degli Studi di Roma "La Sapienza", Gli alunni del Collegium Sinicum di Napoli, la missione Macartney presso l'imperatore Qianlong e la richiesta di libertà di culto per i cristiani cinesi (1792-1793), in Sandra Marina Carletti, Maurizia Sacchetti e Paolo Santangelo (a cura di), Studi in onore di Lionello Lanciotti, vol. 2, Napoli, Istituto Universitario Orientale, 1996, pp. 525-565, OCLC 38856937.
  8. ^ Dipartimenti, su unior.it. URL consultato il 28 gennaio 2019.
  9. ^ amarico, berbero, lingue del Ciad, hausa, somalo, swahili, lingue bantu
  10. ^ accadico, egizio, ebraico antico e medievale, elamico, etiopico antico, greco antico, lingue antico e medio iraniche, latino, persiano antico, slavo ecclesiastico antico, sumero
  11. ^ arabo, cinese, coreano, ebraico moderno e contemporaneo, georgiano, giapponese, hindi, indonesiano, mongolo, persiano, sanscrito, tamil, tibetano, turco, urdu, vietnamita
  12. ^ albanese, bulgaro, catalano, ceco, finlandese, francese, inglese e angloamericano, olandese, polacco, portoghese, rumeno, russo, serbo-croato, slovacco, sloveno, spagnolo e ispanoamericano, svedese, tedesco, ungherese
  13. ^ Sito ufficiale dell'OPAR, su opar.unior.it. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2018).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN122204275 · ISNI (EN0000 0001 2104 2363 · BAV 494/20466 · LCCN (ENn2004041741 · GND (DE10075219-6 · BNF (FRcb150184859 (data) · J9U (ENHE987007300538505171