Campionato mondiale di Formula 1 1986

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Campionato mondiale di Formula 1 1986
Edizione n. 37 del Campionato mondiale di Formula 1
Dati generali
Inizio23 marzo
Termine26 ottobre
Prove16
Titoli in palio
PilotiBandiera della Francia Alain Prost
su McLaren MP4/2C
CostruttoriBandiera del Regno Unito Williams
su Williams FW11
Altre edizioni
Precedente - Successiva
Edizione in corso
Alain Prost ha vinto il suo secondo titolo piloti consecutivo, guidando per la McLaren.

La stagione 1986 del Campionato Mondiale di Formula 1 è stata, nella storia della categoria, la 37ª ad assegnare il Campionato Piloti, vinto da Alain Prost (72 punti), e la 29ª ad assegnare il Campionato Costruttori, vinto dalla Williams - Honda (141 punti). È iniziata il 23 marzo e terminata il 26 ottobre, dopo 16 gare.

La pre-stagione[modifica | modifica wikitesto]

Calendario[modifica | modifica wikitesto]

Le tappe previste per il 1986 rimasero 16 come l'anno precedente, ma vi furono diversi cambiamenti nel calendario: uscirono di scena infatti l'Europa, l'Olanda, a causa delle numerose lamentele degli abitanti nella zona del Circuito di Zandvoort per la rumorosità delle vetture, e soprattutto il Sudafrica, in seguito alle proteste contro il regime dell'Apartheid, che già nel 1985 avevano portato al boicottaggio della gara da parte di alcuni team.
Per contro fece il suo debutto il Gran Premio d'Ungheria sul circuito dell'Hungaroring a Mogyoród, nei pressi di Budapest: si trattò di una novità importante per l'epoca poiché fu la prima gara di F1 disputata in un paese aderente al Patto di Varsavia.
Vi fu inoltre il ritorno di altri due Gran Premi: il GP di Spagna, che mancava dal 1981, previsto ora sul nuovo Circuito di Jerez de la Frontera, nei pressi di Cadice, e il Messico, che tornò dopo ben 16 anni, mantenendo la storica sede dell'Autodromo Hermanos Rodriguez a Città del Messico.
Infine il Gran Premio di Gran Bretagna tornò a disputarsi per l'ultima volta sul Circuito di Brands Hatch, dopo 10 anni di alternanza con il Circuito di Silverstone che, dall'anno successivo diventerà la sede definitiva della gara inglese.

Gara Nome ufficiale del gran premio Circuito Sede Data Ora Diretta TV
Locale UTC Italiana
1 Bandiera del Brasile Grande Prêmio do Brasil Circuito di Jacarepaguá Rio de Janeiro 23 marzo 13:00 15:00 16:00 Rai 2 / Telemontecarlo
2 Bandiera della Spagna Gran Premio Tio Pepe de España Circuito di Jerez de la Frontera Jerez de la Frontera 13 aprile 14:30 12:30 14:30
3 Bandiera di San Marino Gran Premio di San Marino Autodromo Dino Ferrari Imola 27 aprile 14:30 12:30 14:30
4 Bandiera di Monaco Grand Prix de Monaco Circuito di Monte Carlo Monte Carlo 11 maggio 15:30 13:30 15:30
5 Bandiera del Belgio Grand Prix de Belgique Circuito di Spa-Francorchamps Francorchamps 25 maggio 14:30 12:30 14:30
6 Bandiera del Canada Grand Prix Labatt du Canada Circuit Gilles Villeneuve Montréal 15 giugno 13:00 17:00 19:00
7 Bandiera degli Stati Uniti United States Grand Prix[1] Circuito di Detroit Detroit 22 giugno 13:15 19:15 20:15
8 Bandiera della Francia Grand Prix de France Circuito Paul Ricard Le Castellet 6 luglio 14:30 12:30 14:30
9 Bandiera del Regno Unito Shell Oils British Grand Prix Circuito di Brands Hatch West Kingsdown 13 luglio 14:45 13:45 15:45
10 Bandiera della Germania Großer Preis von Deutschland Hockenheimring Hockenheim 27 luglio 14:30 12:30 14:30
11 Bandiera dell'Ungheria Hungarian Grand Prix Hungaroring Mogyoród 10 agosto 14:30 12:30 14:30
12 Bandiera dell'Austria Großer Preis von Österreich Österreichring Spielberg bei Knittelfeld 17 agosto 14:30 12:30 14:30
13 Bandiera dell'Italia Gran Premio d'Italia Autodromo nazionale di Monza Monza 7 settembre 15:00 13:00 15:00
14 Bandiera del Portogallo Grande Prémio de Portugal Circuito di Estoril Cascais 21 settembre 14:30 12:30 15:30
15 Bandiera del Messico Gran Premio de México Autodromo Hermanos Rodríguez Città del Messico 12 ottobre 13:00 19:00 20:00
16 Bandiera dell'Australia Foster's Australian Grand Prix Circuito di Adelaide Adelaide 26 ottobre 15:00 04:00 05:00 Rai 2

Regolamento tecnico[modifica | modifica wikitesto]

  • I motori turbo di fatto diventano gli unici utilizzabili. Il regolamento infatti prevede un limite di cilindrata di soli 1500 cm³ per tutti i motori e con "sovralimentazione ammessa".
  • Il limite di benzina per la gara è abbassato a 195 litri contro i 220 del 1984-85.
  • Viene ritoccato anche il regolamento per alcune parti aerodinamiche, in particolare per le prese aria dei freni anteriori, diventate nel corso del 1985 delle e vere proprie carenature delle ruote.

Scuderie e piloti[modifica | modifica wikitesto]

I seguenti piloti e costruttori presero parte al campionato del mondo di Formula 1 nella stagione 1986.

Team Costruttore Telai Motore Gomme No Piloti GP
Bandiera del Regno Unito Marlboro McLaren International McLaren MP4/2C TAG Porsche TTE PO1 G 1 Bandiera della Francia Alain Prost Tutti
2 Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Tutti
Bandiera del Regno Unito Tyrrell Racing Organisation Tyrrell 014
015
Renault EF4B
Renault EF15
G 3 Bandiera del Regno Unito Martin Brundle Tutti
4 Bandiera della Francia Philippe Streiff Tutti
Bandiera del Regno Unito Williams Grand Prix Engineering Williams FW11 Honda RA166E G 5 Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Tutti
6 Bandiera del Brasile Nelson Piquet Tutti
Bandiera del Regno Unito Motor Developments Racing Brabham BMW BT54
BT55
BMW M12/13 P 7 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Tutti
8 Bandiera dell'Italia Elio De Angelis 1-4
Bandiera del Regno Unito Derek Warwick[2] 5-16
Bandiera dell'Australia RAM Racing for Australia[3] RAM 03B Hart 415T P 9 Bandiera della Nuova Zelanda Mike Thackwell ---
Bandiera del Regno Unito John Player Special Team Lotus Lotus 98T Renault EF15B G 11 Bandiera del Regno Unito Johnny Dumfries Tutti
12 Bandiera del Brasile Ayrton Senna Tutti
Bandiera della Germania West Zakspeed Formula Racing Zakspeed 861 Zakspeed 1500/4 G 14 Bandiera del Regno Unito Jonathan Palmer Tutti
29 Bandiera dei Paesi Bassi Huub Rothengatter 3-16
Bandiera degli Stati Uniti Team Beatrice Haas Lola THL1
THL2
Hart 415T
Ford Cosworth GBA
G 15 Bandiera dell'Australia Alan Jones Tutti
16 Bandiera della Francia Patrick Tambay 1-6, 8-16
Bandiera degli Stati Uniti Eddie Cheever 7
Bandiera del Regno Unito Arrows Racing Team Arrows A8
A9
BMW M12/13 G 17 Bandiera della Svizzera Marc Surer 1-5
Bandiera della Germania Christian Danner 7-16
18 Bandiera del Belgio Thierry Boutsen Tutti
Bandiera del Regno Unito Benetton Formula Benetton B186 BMW M12/13 P 19 Bandiera dell'Italia Teo Fabi Tutti
20 Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Tutti
Bandiera dell'Italia Osella Squadra Corse Osella FA1/F
FA1/G
FA1/H
Alfa Romeo 890T P 21 Bandiera dell'Italia Piercarlo Ghinzani Tutti
22 Bandiera della Germania Christian Danner 1-6
Bandiera del Canada Allen Berg 7-12, 14-16
Bandiera dell'Italia Alex Caffi 13
Bandiera dell'Italia Minardi Team Minardi M185B
M186
Motori Moderni 615-90 P 23 Bandiera dell'Italia Andrea De Cesaris Tutti
24 Bandiera dell'Italia Alessandro Nannini Tutti
Bandiera della Francia Equipe Ligier Ligier JS27B Renault EF4B P 25 Bandiera della Francia René Arnoux Tutti
26 Bandiera della Francia Jacques Laffite 1-9
Bandiera della Francia Philippe Alliot 10-16
Bandiera dell'Italia Scuderia Ferrari SEFAC Ferrari F1/86 Ferrari 031 G 27 Bandiera dell'Italia Michele Alboreto Tutti
28 Bandiera della Svezia Stefan Johansson Tutti
Bandiera della Svezia Swedish Ekström F1[4] Ekström GP86-01 Motori Moderni 615-90 P 30 Bandiera dell'Italia Mauro Baldi ---
Bandiera della Francia AGS Jolly Club AGS JH21C Motori Moderni 615-90 P 31 Bandiera dell'Italia Ivan Capelli 13-14

Riassunto della stagione[modifica | modifica wikitesto]

Gran Premio del Brasile[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio del Brasile 1986.

Dopo avere dominato, col nuovo motore Honda, le ultime gare del 1985, e avere ingaggiato per il 1986 il due volte campione del mondo Nelson Piquet, la Williams si presentava come favorita; tuttavia la squadra di Didcot doveva fare a meno del suo patron Frank, in ospedale dopo un gravissimo incidente stradale che lo costringerà per sempre su una sedia a rotelle.

Vi era grande attesa anche per l'innovativa Brabham BT55, soprannominata "sogliola", progettata da Gordon Murray e guidata da Riccardo Patrese ed Elio De Angelis. La vettura però si rivelò un disastro, e a maggio il pilota romano addirittura trovò la morte in un test privato.

La stagione si aprì a Jacarepaguà con Senna in pole position sulla Lotus-Renault, seguito dalle Williams-Honda di Piquet e Mansell e dalle Ligier-Renault gommate Pirelli di Arnoux e Laffite. In gara, Mansell andò a sbattere al primo giro tentando di superare Senna. Vinse Piquet, davanti a Senna, Laffite e Arnoux. Il campione in carica Prost, partito nono, arrivò fino in testa prima di ritirarsi col motore fuori uso, in uno dei pochi guasti meccanici per la McLaren in questa stagione; fuori per noie tecniche anche le due Ferrari di Alboreto e Johansson[5].

Gran Premio di Spagna[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di Spagna 1986.

Dopo 5 anni, la Formula 1 ritornava in Spagna sul circuito di Jerez de la Frontera da poco inaugurato. In prova, Senna ottenne nuovamente la pole davanti a Piquet, Mansell, Prost e Rosberg. La gara fu una lotta che vide protagonisti Senna e Mansell; l'inglese superava il brasiliano al 39° dei 72 giri, ma a 10 giri dalla fine doveva lasciar passare sia Senna sia Prost. Mansell allora tentò il tutto per tutto cambiando un'altra volta le gomme; rientrava terzo a 20 secondi dalla testa, ma in 9 giri prima superava Prost in crisi di carburante, e poi arrivava sul traguardo praticamente appaiato a Senna, anche se dietro per pochi millesimi[6].

Gran Premio di San Marino[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di San Marino 1986.

A Imola si preannunciava, come già l'anno precedente, una gara difficile per i consumi. Ancora una volta era Senna in pole davanti a Piquet e Mansell. L'inglese ruppe presto il motore, e Senna il cuscinetto di una ruota poco dopo. Prost andò in testa davanti a Piquet e Rosberg dopo i cambi gomme; il finlandese rimase senza benzina, come anche Boutsen, Surer e Ghinzani. Lo stesso Prost restava a secco nel corso dell'ultimo giro, ma riuscì zigzagando a recuperare le ultime gocce di carburante per arrivare in fondo; tagliò il traguardo insieme a lui Berger che, terzo e doppiato, rallentava rimanendo dietro al francese per non dover fare un altro giro. Secondo fu Piquet[7].

Gran Premio di Monaco[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di Monaco 1986.

A Montecarlo fu dominio McLaren, con Prost che vinse e Rosberg secondo; il francese si aggiudicò anche la pole position (la sua prima e unica dell'anno) e il giro più veloce. Senna, che era stato in testa per alcuni giri, fu terzo, Mansell quarto e Piquet solo settimo[8].

Questa fu l'ultima corsa per Elio De Angelis. Pochi giorni dopo, al circuito Paul Ricard, in una sessione di test privati la sua Brabham uscì di strada per la rottura dell'alettone posteriore, si capottò più volte e infine si schiantò contro un albero prendendo fuoco. Il servizio antincendio era pressoché inesistente, e il pilota romano morì poi in ospedale sopraffatto dai fumi tossici inalati nell'incendio della sua vettura.

Gran Premio del Belgio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio del Belgio 1986.

Alla gara seguente, disputatasi a Spa-Francorchamps, la Brabham corse col solo Patrese (arrivato ottavo). In prova ottimo secondo tempo di Gerhard Berger con la Benetton-BMW; alla prima curva l'austriaco strinse Senna e Prost, che erano appaiati, provocando un incidente: il francese dovette cambiare il musetto e fare una gara di rimonta, conclusasi col sesto posto. Piquet, partito in pole, ruppe il turbo; vinse Mansell, seguito da Senna e dalle nuovamente competitive Ferrari di Johansson e Alboreto[9].

Gran Premio del Canada[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio del Canada 1986.

Il Gran Premio del Canada vide il debutto di Derek Warwick sulla Brabham che era del compianto De Angelis. Nel warm-up, Patrick Tambay ebbe un incidente per un problema alla sospensione della sua Lola; infortunato, saltò questo Gran Premio e il seguente. Mansell partì in pole e vinse dopo aver condotto in testa la maggior parte della gara, salvo essere per poco superato da Rosberg, che dovette però farsi da parte per problemi di consumo, in una lotta con Prost, Piquet e Senna per le posizioni di rincalzo, che videro alla fine il francese davanti a Piquet, Rosberg e Senna[10].

Gran Premio degli Stati Uniti[modifica | modifica wikitesto]

Gerhard Berger impegnato con la sua Benetton al Gran Premio degli Stati Uniti-Est.
Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio degli Stati Uniti 1986.

Il Gran Premio di Detroit vide il ritorno di Eddie Cheever, alla sua unica apparizione stagionale, sulla Lola al posto di Tambay; si qualificò decimo con 2"8 sul compagno Jones, ma in gara fu costretto al ritiro. Senna partì in testa dalla pole, ma venne impensierito prima da Mansell, poi dal duo Ligier Laffite-Arnoux, complice una foratura del brasiliano. Dopo i cambi gomme, però, Senna riprese il comando per non lasciarlo più, mentre le Ligier e le Williams rimanevano indietro. Piquet si ritirò per incidente; la sua Williams incidentata rimaneva in posizione pericolosa, e veniva colpita da Arnoux, il quale, cercando di rientrare in pista, metteva fuori gioco anche Boutsen. Laffite rimontò fino al secondo posto, anche grazie ai problemi di accensione di Prost, che chiuse terzo[11].

Gran Premio di Francia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di Francia 1986.

Si andò quindi in Francia, su un Castellet rivisto e drasticamente accorciato dopo l'incidente mortale occorso a Elio De Angelis in maggio. Senna era ancora in pole, ma finì fuori pista dopo pochi giri scivolando sull'olio lasciato dalla Minardi di De Cesaris. Mansell, partito secondo, andò a vincere senza problemi, con le due McLaren a inseguire. Secondo fu Prost, terzo Piquet che riusciva a superare Rosberg (quarto) nonostante problemi elettrici. Ancora competitive le due Ligier, con Arnoux quinto (dopo essere stato anche secondo nelle prime fasi di gara) e Laffite sesto[12].

Gran Premio di Gran Bretagna[modifica | modifica wikitesto]

Ayrton Senna durante il Gran Premio di Gran Bretagna 1986.
Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di Gran Bretagna 1986.

A Brands Hatch vi fu un grave incidente alla partenza, con Boutsen che andò a sbattere in mezzo al gruppo, tagliando la strada a Johansson che spinse così Laffite contro le barriere. Con questa corsa il francese uguagliava il record di presenze in Formula 1 di Graham Hill (176), ma fu per lui anche la fine della carriera, per via delle gravi fratture alle gambe riportate. Il gran premio ripartì quasi un'ora e mezzo dopo; Mansell prese il via col muletto, dopo avere avuto problemi alla prima partenza. La gara fu un duello tra l'inglese (che vinse davanti al suo pubblico) e Piquet, con le Williams che doppiarono tutti, proprio davanti al patron Frank Williams, che ritornava finalmente nel paddock dopo il grave incidente stradale subito in inverno. Prost finì terzo, con un cambio gomme in meno di Arnoux, quarto; Senna si ritirò per un guasto al cambio[13].

Gran Premio di Germania[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di Germania 1986.

A Hockenheim la Honda annunciò che nel 1987 avrebbe fornito i motori anche alla Lotus, oltre che alla Williams, e che Senna sarebbe stato affiancato dal debuttante giapponese Satoru Nakajima. La prima fila era tutta McLaren con in pole Rosberg, che contestualmente annunciò il ritiro dalle corse al termine della stagione. In gara però dominò Piquet, con Senna secondo, e Mansell, terzo, con problemi di assetto. Entrambe le McLaren finirono la benzina all'ultimo giro; a Prost, in particolare, si spense il motore a pochi metri dall'arrivo; il campione del mondo scese dalla macchina e cercò disperatamente, ma invano, di spingerla fin sulla linea del traguardo. Rosberg e Prost, a pieni giri al momento del ritiro, vennero perciò classificati come primi fra i doppiati, rispettivamente quinto e sesto, dietro anche ad Arnoux, che da questa gara aveva Philippe Alliot come compagno di squadra al posto dello sfortunato Laffite[14].

Gran Premio d'Ungheria[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio d'Ungheria 1986.

Due settimane dopo, la Formula 1 si recava per la prima volta in un paese dell'Est Europeo, per il Gran Premio d'Ungheria, sul nuovo circuito dell'Hungaroring, particolarmente tortuoso e con poco spazio per superare. Oltre duecentomila spettatori assistettero alla gara, che si concluse al limite delle due ore e vide la vittoria di Nelson Piquet dopo una battaglia con Senna culminata con un sorpasso spettacolare del carioca sul paulista. Terzo fu Mansell, anche se staccato di un giro, davanti alla Ferrari di Johansson e alla Lotus di Dumfries, al suo miglior risultato in carriera; ritirate entrambe le McLaren. Dopo questa gara, i quattro piloti che si giocavano il titolo erano racchiusi in soli 11 punti: nell'ordine, Mansell, Senna, Piquet e Prost[15].

Gran Premio d'Austria[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio d'Austria 1986.

In Austria, le Benetton-BMW di Teo Fabi e Gerhard Berger conquistarono la prima fila e partirono subito in testa, salvo poi avere problemi meccanici che costrinsero l'italiano al ritiro e l'austriaco fuori dai punti. Si ritirarono anche Senna (accensione), Mansell (differenziale) e Piquet (surriscaldamento), col risultato che Prost andò a vincere indisturbato doppiando tutti e rilanciandosi così nella corsa al mondiale. Sul podio anche Alboreto e Johansson su Ferrari, davanti a Jones e Tambay su Lola; fu il miglior risultato stagionale per entrambe queste squadre[16].

Gran Premio d'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio d'Italia 1986.

Il weekend di Monza fu contrassegnato dall'annuncio del clamoroso passaggio del progettista John Barnard dalla McLaren alla Ferrari. Sulla griglia di partenza Fabi e Prost, i piloti in prima fila, ebbero entrambi problemi meccanici all'inizio del giro di ricognizione; ma mentre Fabi riuscì ad avviarsi e a partire in coda al gruppo, Prost corse ai box dai quali partì con il muletto: questa manovra gli valse la squalifica; il francese ruppe tuttavia il motore subito dopo aver ricevuto bandiera nera. Senna fu subito fuori con la frizione rotta; vinse Piquet, in rimonta su Mansell, secondo, con Johansson terzo su Ferrari; anche Alboreto era stato nelle prime posizioni, ma fu prima rallentato da un testacoda, poi eliminato dalla rottura del motore[17].

Gran Premio del Portogallo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio del Portogallo 1986.

A Estoril, la Renault e la Pirelli annunciarono il ritiro dalla Formula 1 alla fine della stagione, mentre la Ferrari ufficializzò l'ingaggio di Gerhard Berger dalla Benetton, come compagno di Alboreto per il 1987. La gara fu un monologo di Mansell; Senna, partito in pole e avviato verso un tranquillo secondo posto, finì la benzina all'ultimo giro e si classificò quarto, dietro anche a Prost e Piquet nell'ordine[18].

A questo punto, a due gare dal termine, Mansell appariva come il grande favorito per il titolo con i suoi 70 punti, davanti a Piquet con 60 e Prost con 59. Senna, a 51, era già matematicamente tagliato fuori.

Negli ultimi due Gran Premi gli pneumatici giocarono un ruolo determinante.

Gran Premio del Messico[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio del Messico 1986.

La Formula 1 tornava in Messico dopo 16 anni, sul rinnovato circuito di Città del Messico, dal fondo stradale sconnesso. Mentre Prost, Senna (partito in pole), Piquet e Mansell (autore di una brutta partenza) andavano in crisi con le loro gomme Goodyear e si fermavano più volte a cambiarle, Gerhard Berger, con la Benetton gommata Pirelli, fece tutta la gara senza pit-stop e andò a vincere la corsa (prima vittoria sia per lui sia per la Benetton), presentandosi nel migliore dei modi alla Ferrari per l'anno venturo. Secondo fu Prost, davanti a Senna e alle Williams di Piquet e Mansell, entrambi doppiati: il pilota della McLaren si rimetteva così in corsa per il mondiale, quando mancava una gara alla fine[19].

Gran Premio d'Australia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio d'Australia 1986.

Ad Adelaide, quindi, erano tre i piloti a giocarsi il titolo, con Mansell a quota 70 punti, Prost a 64 e Piquet a 63. L'inglese, a cui bastava un terzo posto per diventare campione, ottenne anche la pole davanti a Piquet, Senna e Prost. La mescola di gomme portata dalla Goodyear avrebbe dovuto permettere, stando alla casa di Akron, di disputare tutta la gara senza fermarsi ai box. In partenza fu Senna ad avere lo spunto migliore, ma durò poco: dopo essere scivolato indietro, il brasiliano ruppe il motore a circa metà gara.

Piquet prese la testa della corsa nei primi giri, ma fu presto superato da Rosberg (alla sua ultima gara in Formula 1); Prost intanto superava Mansell e si metteva in caccia di Piquet, che però faceva un testacoda e rientrava dietro anche a Mansell. Il campione uscente intanto subiva una foratura ed era costretto a rientrare ai box, dove cambiò tutte e quattro le gomme: questa mossa fu per lui decisiva. Infatti, mentre Piquet aveva intanto superato Mansell e Prost si era avvicinato alle due Williams, il leader della corsa Rosberg era costretto al ritiro con una gomma dechappata: era chiaro a quel punto che le gomme Goodyear non erano in grado di resistere per tutta la gara.

Infatti, dopo due giri a Mansell scoppiò una gomma in pieno rettilineo e per l'inglese fu costretto il ritiro. A questo punto la Williams si vedeva costretta a richiamare ai box Piquet, lasciando così via libera a Prost, che vinse corsa e campionato, davanti a Piquet e a Johansson, alla sua ultima corsa in Ferrari. L'altra Ferrari di Alboreto si era ritirata per un contatto in partenza. Chiusero la zona punti Brundle e Streiff su Tyrrell e Dumfries su Lotus, all'ultima corsa del suo unico anno in Formula 1[20].

Prost riuscì così a diventare campione del mondo per il secondo anno consecutivo, seppur in maniera rocambolesca, con 72 punti validi (su 74 totali), seguito da Mansell con 70 (su 72 totali), Piquet con 69, Senna con 55, quindi Johansson, Rosberg e Berger. L'ultimo pilota di Formula 1 che era stato capace di difendere il titolo piloti era stato Jack Brabham, che aveva vinto i mondiali 1959 e 1960. Il campionato costruttori fu vinto con largo margine dalla Williams (141 punti) davanti a McLaren (96), Lotus (58), Ferrari (37), Ligier (29) e Benetton (19). Bisognerà attendere 21 anni per vedere un campionato con tre piloti in lizza all'ultima gara: e anche nel 2007, la rivalità tra due compagni di squadra (Fernando Alonso e Lewis Hamilton) finirà col favorire il terzo incomodo (Kimi Räikkönen). Prost si riconfermò così campione del mondo per il secondo anno consecutivo, il primo pilota a difendere il titolo mondiale di Formula 1 dal 1960 con jack brabham.

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Gara Circuito Pole position Giro più veloce Pilota vincitore Costruttore Resoconto
1 Bandiera del Brasile Gran Premio del Brasile Circuito di Jacarepaguá Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Williams - Honda Resoconto
2 Bandiera della Spagna Gran Premio Tio Pepe de España Circuito di Jerez de la Frontera Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Regno Unito Lotus - Renault Resoconto
3 Bandiera di San Marino Gran Premio di San Marino Autodromo Dino Ferrari Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera del Regno Unito McLaren - TAG Porsche Resoconto
4 Bandiera di Monaco Gran Premio di Monaco Circuito di Monte Carlo Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera del Regno Unito McLaren - TAG Porsche Resoconto
5 Bandiera del Belgio Gran Premio del Belgio Circuito di Spa-Francorchamps Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Williams - Honda Resoconto
6 Bandiera del Canada Gran Premio del Canada Circuit Gilles Villeneuve Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Williams - Honda Resoconto
7 Bandiera degli Stati Uniti Gran Premio di Detroit Circuito di Detroit Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Regno Unito Lotus - Renault Resoconto
8 Bandiera della Francia Gran Premio di Francia Circuito Paul Ricard Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Williams - Honda Resoconto
9 Bandiera del Regno Unito Gran Premio di Gran Bretagna Circuito di Brands Hatch Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Williams - Honda Resoconto
10 Bandiera della Germania Gran Premio di Germania Hockenheimring Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Williams - Honda Resoconto
11 Bandiera dell'Ungheria Hungarian Grand Prix Hungaroring Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Williams - Honda Resoconto
12 Bandiera dell'Austria Gran Premio d'Austria Österreichring Bandiera dell'Italia Teo Fabi Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera del Regno Unito McLaren - TAG Porsche Resoconto
13 Bandiera dell'Italia Gran Premio d'Italia Autodromo nazionale di Monza Bandiera dell'Italia Teo Fabi Bandiera dell'Italia Teo Fabi Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Williams - Honda Resoconto
14 Bandiera del Portogallo Gran Premio del Portogallo Circuito di Estoril Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Williams - Honda Resoconto
15 Bandiera del Messico Gran Premio de México Autodromo Hermanos Rodríguez Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Bandiera del Regno Unito Benetton - BMW Resoconto
16 Bandiera dell'Australia Gran Premio d'Australia Circuito di Adelaide Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera del Regno Unito McLaren - TAG Porsche Resoconto

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifica Piloti[modifica | modifica wikitesto]

Pos. Pilota Punti
1 Bandiera della Francia Alain Prost Rit 3 1 1 6 2 3 2 3 6* Rit 1 SQ 2 2 1 72 (74)
2 Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Rit 2 Rit 4 1 1 5 1 1 3 3 Rit 2 1 5 Rit 70 (72)
3 Bandiera del Brasile Nelson Piquet 1 Rit 2 7 Rit 3 Rit 3 2 1 1 Rit 1 3 4 2 69
4 Bandiera del Brasile Ayrton Senna 2 1 Rit 3 2 5 1 Rit Rit 2 2 Rit Rit 4* 3 Rit 55
5 Bandiera della Svezia Stefan Johansson Rit Rit 4 10 3 Rit Rit Rit Rit 11* 4 3 3 6 12* 3 23
6 Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Rit 4 5* 2 Rit 4 Rit 4 Rit 5* Rit 9* 4 Rit Rit Rit 22
7 Bandiera dell'Austria Gerhard Berger 6 6 3 Rit 10 Rit Rit Rit Rit 10 Rit 7 5 Rit 1 Rit 17
8 Bandiera della Francia Jacques Laffite 3 Rit Rit 6 5 7 2 6 Rit 14
9 Bandiera dell'Italia Michele Alboreto Rit Rit 10* Rit 4 8 4 8 Rit Rit Rit 2 Rit 5 Rit Rit 14
10 Bandiera della Francia René Arnoux 4 Rit Rit 5 Rit 6 Rit 5 4 4 Rit 10 Rit 7 15* 7 14
11 Bandiera del Regno Unito Martin Brundle 5 Rit 8 Rit Rit 9 Rit 10 5 Rit 6 Rit 10 Rit 11 4 8
12 Bandiera dell'Australia Alan Jones Rit Rit Rit Rit 11* 10 Rit Rit Rit 9 Rit 4 6 Rit Rit Rit 4
13 Bandiera del Regno Unito Johnny Dumfries 9 Rit Rit NQ Rit Rit 7 Rit 7 Rit 5 Rit Rit 9 Rit 6 3
14 Bandiera della Francia Philippe Streiff 7 Rit Rit 11 12 11 9 Rit 6 Rit 8 Rit 9 Rit Rit 5* 3
15 Bandiera della Francia Patrick Tambay Rit 8 Rit Rit Rit Rit Rit Rit 8 7 5 Rit NC Rit NC 2
16 Bandiera dell'Italia Teo Fabi 10 5 Rit Rit 7 Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit 8 Rit 10 2
17 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Rit Rit 6* Rit 8 Rit 6 7 Rit Rit Rit Rit Rit Rit 13* Rit 2
18 Bandiera della Germania Ovest Christian Danner Rit Rit Rit NQ Rit Rit Rit 11 Rit Rit Rit 6 8 11 9 Rit 1
19 Bandiera della Francia Philippe Alliot Rit 9 Rit Rit Rit 6 8 1
- Bandiera del Belgio Thierry Boutsen Rit 7 7 8 Rit Rit Rit NC NC Rit Rit Rit 7 10 7 Rit 0
- Bandiera del Regno Unito Derek Warwick Rit 10 9 8 7 Rit NP Rit Rit Rit Rit 0
- Bandiera del Regno Unito Jonathan Palmer Rit Rit Rit 12 13 Rit 8 Rit 9 Rit 10 Rit Rit 12 10* 9 0
- Bandiera dei Paesi Bassi Huub Rothengatter Rit NQ Rit 12 Rit Rit Rit Rit Rit 8 Rit Rit Rit 0
- Bandiera dell'Italia Andrea De Cesaris Rit Rit Rit NQ Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit 8 Rit 0
- Bandiera dell'Italia Elio De Angelis 8 Rit Rit Rit 0
- Bandiera della Svizzera Marc Surer Rit Rit 9 9 9 0
- Bandiera dell'Italia Piercarlo Ghinzani Rit Rit Rit NQ Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit 11 Rit Rit Rit Rit 0
- Bandiera del Canada Allen Berg Rit Rit Rit 12 Rit Rit 13 16 NC 0
- Bandiera dell'Italia Alessandro Nannini Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit NC 14 Rit 0
- Bandiera dell'Italia Alex Caffi NC 0
- Bandiera dell'Italia Ivan Capelli Rit Rit 0
- Bandiera degli Stati Uniti Eddie Cheever Rit 0
Pos. Pilota Punti
Legenda 1º posto 2º posto 3º posto A punti Senza punti/Non class. Grassetto – Pole position
Corsivo – Giro più veloce
Squalificato Ritirato Non partito Non qualificato Solo prove/Terzo pilota

* Indica quei piloti che non hanno terminato la gara ma sono ugualmente classificati avendo coperto, come previsto dal regolamento, almeno il 90% della distanza totale.

  • Solo i migliori undici risultati erano conteggiati come punti: tra parentesi i punti reali fatti segnare dai piloti.

Classifica costruttori[modifica | modifica wikitesto]

Posizione Costruttore Telaio Motore Pneumatici Punti Vittorie Podi Pole position
1 Bandiera del Regno Unito Williams - Honda FW11 Honda RA166E G 141 9 19 4
2 Bandiera del Regno Unito McLaren - TAG Porsche MP4/2C TAG Porsche TTE PO1 G 96 4 12 2
3 Bandiera del Regno Unito Lotus - Renault 98T Renault EF15B G 58 2 8 8
4 Bandiera dell'Italia Ferrari F1/86 Ferrari 032 G 37 5
5 Bandiera della Francia Ligier - Renault JS27 Renault EF4B
Renault EF15
P 29 2
6 Bandiera del Regno Unito Benetton - BMW B186 BMW M12/13 P 19 1 2 2
7 Bandiera del Regno Unito Tyrrell - Renault 014
015
Renault EF4B
Renault EF15
G 11
8 Bandiera degli Stati Uniti Lola Haas - Ford THL2 Ford Cosworth GBA G 6
9 Bandiera del Regno Unito Brabham - BMW BT54
BT55
BMW M12/13 P 2
10 Bandiera del Regno Unito Arrows - BMW A8
A9
BMW M12/13 G 1
11 Bandiera della Germania Zakspeed 861 Zakspeed 1500/4 G
12 Bandiera dell'Italia Osella - Alfa Romeo FA1/F
FA1/G
FA1/H
Alfa Romeo 890T P
13 Bandiera degli Stati Uniti Haas Lola - Hart THL1 Hart 415T G
14 Bandiera della Francia AGS - Motori Moderni JH21C Motori Moderni Tipo 615-90 P
15 Bandiera dell'Italia Minardi - Motori Moderni M185B
M186
Motori Moderni Tipo 615-90 P
- Bandiera del Regno Unito RAM - Hart 03B Hart 415T P
- Bandiera della Svezia Ekström - Motori Moderni Ekström GP86-01 Motori Moderni Tipo 615-90 P

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il Gran Premio degli Stati Uniti d'America era noto anche come Detroit Grand Prix.
  2. ^ In sostituzione di Elio De Angelis, deceduto durante una sessione di prove private sul circuito Paul Ricard.
  3. ^ Iscrittasi, partecipò ai test precampionato, ma non si presentò a nessuna gara
  4. ^ La scuderia non prese tuttavia parte ad alcun Gran Premio.
  5. ^ (EN) Grand Prix Results : Brazilian GP, 1986, su grandprix.com. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  6. ^ (EN) Grand Prix Results : Spanish GP, 1986, su grandprix.com. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  7. ^ (EN) Grand Prix Results : San Marino GP, 1986, su grandprix.com. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  8. ^ (EN) Grand Prix Results : Monaco GP, 1986, su grandprix.com. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  9. ^ (EN) Grand Prix Results : Belgian GP, 1986, su grandprix.com. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  10. ^ (EN) Grand Prix Results : Canadian GP, 1986, su grandprix.com. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  11. ^ (EN) Grand Prix Results : United States GP, 1986, su grandprix.com. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  12. ^ (EN) Grand Prix Results : French GP, 1986, su grandprix.com. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  13. ^ (EN) Grand Prix Results : British GP, 1986, su grandprix.com. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  14. ^ (EN) Grand Prix Results : German GP, 1986, su grandprix.com. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  15. ^ (EN) Grand Prix Results : Hungarian GP, 1986, su grandprix.com. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  16. ^ (EN) Grand Prix Results : Austrian GP, 1986, su grandprix.com. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  17. ^ (EN) Grand Prix Results : Italian GP, 1986, su grandprix.com. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  18. ^ (EN) Grand Prix Results : Portuguese GP, 1986, su grandprix.com. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  19. ^ (EN) Grand Prix Results : Mexican GP, 1986, su grandprix.com. URL consultato il 6 dicembre 2009.
  20. ^ (EN) Grand Prix Results : Australian GP, 1986, su grandprix.com. URL consultato il 6 dicembre 2009.

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