San Giovanni Rotondo

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San Giovanni Rotondo
comune
San Giovanni Rotondo – Stemma
San Giovanni Rotondo – Bandiera
San Giovanni Rotondo – Veduta
San Giovanni Rotondo – Veduta
Veduta della chiesa di Santa Maria delle Grazie con il convento di Padre Pio
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Puglia
Provincia Foggia
Amministrazione
SindacoMichele Crisetti (centro-sinistra) dal 9-6-2019
Data di istituzione1095
Territorio
Coordinate41°42′N 15°44′E / 41.7°N 15.733333°E41.7; 15.733333 (San Giovanni Rotondo)
Altitudine566 m s.l.m.
Superficie261,88 km²
Abitanti26 248[2] (31-8-2022)
Densità100,23 ab./km²
FrazioniMatine
Comuni confinantiFoggia, Manfredonia, Monte Sant'Angelo, San Marco in Lamis
Altre informazioni
Cod. postale71013
Prefisso0882
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT071046
Cod. catastaleH926
TargaFG
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona D, 2 004 GG[4]
Nome abitantisangiovannesi, sangiovannari (dialetto)
Patronosan Giovanni Battista[1]
Giorno festivo24 giugno[1]
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
San Giovanni Rotondo
San Giovanni Rotondo
San Giovanni Rotondo – Mappa
San Giovanni Rotondo – Mappa
Posizione del comune di San Giovanni Rotondo nella provincia di Foggia
Sito istituzionale

San Giovanni Rotondo è un comune italiano di 26 248 abitanti della provincia di Foggia in Puglia, noto per ospitare le spoglie di Padre Pio da Pietrelcina, frate cappuccino vissuto a lungo nella città. Il comune fa parte del parco nazionale del Gargano.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale confina a nord e a ovest con San Marco in Lamis e Borgo Celano (frazione di San Marco in Lamis), a est con Monte Sant'Angelo e a sud con Manfredonia e Foggia; esso è il 62º comune in Italia per estensione territoriale e va dalle pendici del Gargano, fino alla pianura del Tavoliere. Il dislivello altimetrico oscilla da 1056 m a 8,5 m. Nel suo territorio troviamo la Grava di Campolato.

Sismicità[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale di San Giovanni Rotondo è parte integrante del distretto sismico del Gargano.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Il clima di San Giovanni Rotondo è caratterizzato da inverni piuttosto freddi e da estati abbastanza calde. La temperatura media annua è di 13,6 °C. Nei mesi più freddi, gennaio e febbraio, non sono rare le nevicate; l'accumulo di neve annuo è di 35-30 cm, mentre la piovosità totale annua è in media di 772 mm. Il comune è esposto prevalentemente a venti settentrionali, molto frequenti, e che a volte possono essere anche molto forti, con raffiche che superano i 70 km/h. Le nebbie non sono abituali, ma a volte sono molto intense.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

San Giovanni Rotondo visto dalla Contrada Ornale al crepuscolo
San Giovanni Rotondo al crepuscolo

La città di San Giovanni Rotondo fu fondata nel 1095 sulle rovine di un preesistente villaggio del IV secolo a.C.; di questo borgo restano dei segni visibili, come alcune tombe ed un battistero circolare (l'epiteto "Rotondo" deriva proprio da questo) che, secondo la tradizione, anticamente era destinato al culto del dio Giano bifronte, e in seguito fu consacrato a San Giovanni Battista. Durante il Basso Medioevo ha sempre avuto un ruolo importante nell'organizzazione economica del Meridione.

Nel 1466 il feudo di San Giovanni Rotondo, insieme a quelli di Monte Sant'Angelo e Trani, fu donato da Ferdinando I di Napoli a Giorgio Castriota, detto Scanderbeg, eroe della resistenza albanese contro gli Ottomani e suo vassallo.

Nel 1623 fu eretto a ducato da Filippo IV di Spagna in favore di Pietro Cavaniglia[6].

Sotto il Regno delle Due Sicilie era sede in cui venivani stabiliti i prezzi della mercanzia commercializzata nel Regno [non chiaro].

Storia contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 ottobre 1920 San Giovanni Rotondo fu teatro di un grave fatto di sangue. Era il giorno dell'insediamento in municipio dei socialisti che avevano vinto (1 069 voti contro 850) contro una coalizione popolare clerico-fascista, denominata Arditi di Cristo,[7] per paura di sommosse confluirono in paese 40 carabinieri e 82 soldati. La forte tensione nacque a causa della volontà di esporre la bandiera rossa dal balcone del municipio cui si contrapposero fascisti e popolari. Un corteo popolare percorse le vie di San Giovanni Rotondo per accompagnare gli amministratori socialisti che si insediavano nel comune. Ma davanti alle porte del municipio il corteo fu fermato dai carabinieri.

Il commissario Bevere che dirigeva il servizio d'ordine si opponeva al fatto che i socialisti, nel prendere possesso del municipio, esponessero la bandiera rossa dal balcone dell'edificio, perché diceva, sarebbe stata un'offesa alla patria e alla bandiera nazionale. Gli “arditi” erano decisi anch'essi a impedire l'esposizione della bandiera rossa. Da essi partirono oltraggi e insulti ai dimostranti. Cominciarono così i tafferugli: simultaneamente dal balcone del municipio, dopo l'uccisione del carabiniere Vito Imbriani i carabinieri aprirono il fuoco sulla folla. Si parlò anche del lancio di una bomba che però venne attribuito non alla forza pubblica ma agli “arditi”.[8] Il bilancio finale fu di 14 morti e 85 feriti.[9]

Il deputato socialista Michele Maitilasso accusò in Parlamento la setta degli Arditi di Cristo di aver provocato i manifestanti e il fuoco dei carabinieri.[10][11] Don Giosuè Fini smentì il coinvolgimento di Padre Pio,[12] mentre altri proposero una ricostruzione storica secondo la quale gli Arditi coinvolti nella vicenda sarebbero stati gli Arditi d'Italia, un'associazione d'arma[13] di origine fascista che raccoglieva ex combattenti e mutilati dei Reparti d'Assalto, delle Compagnie Arditi Reggimentali (V. E.) e delle truppe dislocate a Fiume.[14]

A San Giovanni Rotondo dal 4 settembre 1916 al 23 settembre 1968 visse quasi ininterrottamente e morì san Pio da Pietrelcina.

La città ha fatto parte della Comunità Montana del Gargano (soppressa nel 2010). La località fu risparmiata dai bombardamenti che devastarono le aree limitrofe durante la Seconda Guerra Mondiale. Si stima che nel 1943 i bombardamenti causarono più di 20 000 vittime nella sola Foggia.[15]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Il centro storico è una zona quasi esclusivamente residenziale. Le attività a carattere commerciale-turistico hanno scarso rilievo e questo fa sì che il centro del paese sia solo marginalmente interessato dal grande flusso turistico dovuto al culto di Padre Pio, che si consuma quasi esclusivamente intorno alla zona del convento. Passeggiando per le sue vie si incontrano la chiesa di San Giuseppe Artigiano, la chiesa di San Nicola, caratterizzata da un portale in rame raffigurante alcuni momenti della vita di San Nicola, la chiesa di Santa Caterina, la chiesa matrice di San Leonardo (che sul portale d'ingresso presenta una statua di san Michele Arcangelo), la chiesa di Sant'Orsola (da poco restaurata), la chiesa della Madonna di Loreto (che riproduce le dimensioni reali del sacro luogo natio del Signore a Betlemme), la chiesa di Sant'Onofrio ed infine l'antica chiesa di San Giovanni Battista, detta La Rotonda. Alle chiese vanno aggiunti i reperti archeologici dell'antico Borgo Sant'Egidio e di La Curvara.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Leonardo abate[modifica | modifica wikitesto]

La Chiesa di San Leonardo abate è la chiesa matrice di San Giovanni Rotondo. Della sua genesi Medioevale restano ben poche tracce dal momento che nella seconda metà del Seicento l'arcivescovo di Manfredonia Vincenzo Maria Orsini, futuro papa Benedetto XIII, ne ordinò l'abbattimento e invitò il popolo sangiovannese a riedificarla a proprie spese e a cessare di praticare usi e costumi superstiziosi. Il popolo sangiovannese ignora l'interdetto e l'arcivescovo con un decreto avente data 9 ottobre 1676 ma vigente dall'undici dello stesso mese, scomunica tutti. In questo frangente si sviluppa un'epidemia di colera tra i sangiovannesi che provoca circa 500 vittime su una popolazione di 2690 persone. La popolazione pensa subito ad un castigo di Dio, e l'arcivescovo decide di revocare la scomunica.

Il 16 giugno 1678, dopo aver tenuto una predica sullo splendore dovuto alla casa di Dio, il cardinal Orsini dà lettura del decreto di profanazione e demolizione della chiesa e dell'erezione della nuova, designando la chiesa di Sant'Orsola come sede parrocchiale; dopo la lettura del decreto iniziò la profanazione dell'altare maggiore. Il 26 ottobre 1678 viene posta la prima pietra della nuova chiesa dedicata, come la precedente, a San Leonardo abate.

Il 30 settembre 1684 l'arcivescovo sipontino Tiberio Muscettola la riaprì al culto dedicandola, come la precedente, a San Leonardo abate. La dedicazione della chiesa avvenne il 15 novembre 1818 ad opera dell'allora arcivescovo di Manfredonia Eustachio Dentice, mentre la dedicazione dell'altare risale al 13 maggio 1867 per le mani del vescovo Vincenzo Taglialatela.

Nel 1909 è stata edificata la navata laterale. Numerosi sono stati nel corso degli anni gli interventi di restauro, il più corposo dei quali è stato eseguito nel 1983 per volere del parroco del tempo, Domenico Umberto D'Ambrosio, oggi arcivescovo emerito di Lecce.

La chiesa oggi si presenta a due navate. La facciata principale presenta due scalinate laterali e un portale in legno. Sul portale è incastonata, in una nicchia, la statua in pietra di San Michele arcangelo risalente al 1656. In alto sul cornicione, sono poste ai lati due statue in pietra della Beata Vergine Maria, e al centro si erge una lastra sulla quale c'è scritto D.O.M. e sulla quale posa una croce. Sulla facciata della navata laterale si erge una scalinata monumentale con un portale in legno. Degno di nota è anche il campanile, la cui ricostruzione iniziò nel 1703 protraendosi fino al 1709; al giorno d'oggi ospita cinque campane.

All'interno della chiesa è possibile ammirare la volta a capriate della navata centrale e sui lati sei altari votivi dedicati all'Immacolata Concezione, a San Giovanni Battista (con statua lignea del XV secolo di ignoto scultore meridionale), a San Giuseppe (con statua lignea del XX secolo), a San Leonardo abate (con statua lignea del XX secolo), a San Michele Arcangelo (con statua lignea del XVII secolo di ignoto intagliatore pugliese) e al Sacro Cuore di Gesù (tela ad olio di Natale Penati del 1936).

Nella navata laterale è posto il fonte battesimale chiuso da un pregevole coperchio bronzeo fuso nel 2013. Nel 1694 la chiesa venne fornita di organo, come attesta una lapide sul pilastro desto dell'arco dell'organo stesso. La chiesa è oggi sede dell'omonima parrocchia.

Chiesa di Sant'Orsola[modifica | modifica wikitesto]

La Chiesa di Sant'Orsola, una delle più antiche chiese di San Giovanni Rotondo

Edificata a partire dalla fine del Cinquecento, e quasi del tutto riedificata tra Seicento e Settecento, sorse per volontà del sacerdote don Giovanni Donato Verna che voleva affiancarvi anche un monastero per suore. La chiesa di Sant'Orsola è situata nel centro storico di San Giovanni Rotondo ed è l'edificio sacro più ricco di arte e di storia. Sorta come "Chiesa del Purgatorio", dall'8 dicembre 1638 la chiesa è sede dell'Arciconfraternita dei Morti. L'arciconfraternita in seguito acquistò molte case intorno alla chiesa, per soddisfare il desiderio del Verna, senza però riuscire a realizzare il monastero.

All'esterno, la facciata curvilinea in stile barocco rococò, è impreziosita dal portale di breccia e da finestre e nicchie, dove trovano posto due statue in pietra raffiguranti San Francesco d'Assisi e Sant'Antonio di Padova. L'interno, totalmente restaurato negli anni scorsi, custodisce diverse tele di pregio di scuola napoletana, quella dei Santi Vescovi, quella della Madonna col Bambino, San Gaetano da Thiene e Anime del Purgatorio. La tela del purgatorio, posta al centro del Coro, è opera del Pittore Nunzio De Nunzi ed è datata 1707. Al Cinquecento risale la tela della Deposizione, di scuola veneta posta a sinistra dell'ingresso. Pregevoli gli apparati lignei, l'organo cinquecentesco, i pulpiti di legno dorato e il Coro. Nel 1928 il pittore milanese Natale Penati realizzò i dipinti del soffitto e dei cornicioni, raffiguranti il Martirio di Sant'Orsola e Episodi della vita di Sant'Antonio da Padova.

Rovine dell'antica chiesa di Sant'Egidio

Chiesa di San Nicola[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di San Nicola fu edificata nel XVI secolo. All'interno della chiesa si può vedere la statua della "Madonna dei Sette Dolori", fatta venire da Napoli nel 1726.

Chiesa di Santa Caterina[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa, anticamente detta di Santa Maria Maggiore, risale al 1176. Solo nel XVII secolo fu dedicata a Santa Caterina. Pur essendo la chiesa più antica, non conserva il suo aspetto originale.

Chiesa e Convento di Santa Maria Maddalena[modifica | modifica wikitesto]

Il convento sorse per volontà dell'arciprete Bernardino Galassi. Fu costruito nel Seicento dopo la sua morte, vendendo tutti i suoi averi per seimila scudi d'oro. La chiesa del monastero è crollata alcuni decenni fa a causa di un forte terremoto. Il convento ospitava suore appartenenti all'ordine delle Clarisse. Esse dedicavano all'educazione delle figlie del ceto civile. Esse inoltre accoglievano all'interno del proprio convento, ragazze del basso ceto, sottratte dalla strada. Ogni sabato i poveri della città, si radunavano nel parlatorio del convento e, secondo un'antica tradizione, ricevevano un'elemosina di pane. Dal 1925 al 1938, nei locali del convento, ebbe sede uno dei primi ospedaletti cittadini intitolato a San Francesco d'Assisi, voluto da Padre Pio per i poveri della città.

Chiesa di San Giacomo Apostolo[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di San Giacomo Apostolo era di proprietà dell'antico ospedale di San Giovanni Rotondo, della cui esistenza si ha certezza fin dal 1304. Nel 1718 essa venne assegnata ai Gesuiti. I Fratelli provvidero subito ad ingrandire la chies a, demolendo alcune case di proprietà dell'ospedale. Il 6 novembre 1860 in questa chiesa si insediò un "Consiglio subitaneo di guerra" del nuovo Governo unitario, che vi emise una feroce sentenza di condanna a morte nei confronti di tredici cittadini sangiovannesi, riconosciuti colpevoli di eccitamento alla guerra civile durante la reazione borbonica del mese di ottobre del 1860, culminata con l'uccisione di ventiquattro cittadini liberali. La chiesa è situata a pochi metri dalla Chiesa Matrice.

Chiesa della Madonna di Loreto[modifica | modifica wikitesto]

La chiesetta di piccole dimensioni fu costruita extra moenia nel XV secolo da pellegrini marchigiani in visita al vicino Santuario di San Michele Arcangelo. La chiesetta riproduce le dimensioni reali della casa natia di Gesù. La chiesa è situata in Piazza del Carmine, a pochi metri dalla chiesa di Sant'Onofrio.

Chiesa di Sant'Onofrio Anacoreta[modifica | modifica wikitesto]

La Chiesa di Sant'Onofrio

La chiesa di Sant'Onofrio è un edificio sacro di origini medievali, ispirato alla severa essenzialità degli Ordini Mendicanti in capitanata a cavallo tra i secoli XIII e XIV. Fu edificata come "opera regia" da Federico II di Svevia che già aveva proclamato la città di San Giovanni Rotondo "luogo regio" affrancandola nei confronti dell'Abazia di San Giovanni in Lamis. La Facciata è a capanna in stile romanico-gotico, è arricchita da un portale ogivale, da un doppio oculo e da un coronamento ad archetti pensili. All'esterno sopra il portale, l'epigrafe in caratteri gotici tardi chiarisce la genesi dell'edificio, risalente agli anni attorno alla metà del Duecento, precisamente nel 1231. Non e però escluso che la chiesa possa essere, nella redazione originale, ancora più antica e risalente agli anni del primo Medioevo, quando poteva essere compresa all'interno di un polo religioso, del quale faceva parte anche il Battistero di San Giovanni Battista (La Rotonda).

Da tempo immemorabile la piazza di San Giovanni Rotondo era importante per i commercianti di cereali di tutta la Puglia, poiché vi si svolgeva una fiera i cui prezzi erano presi a riferimento per la vendita in altri luoghi. Questa consuetudine spinse i sovrani del Regno delle Due Sicilie a emanare disposizioni che resero obbligatori tali prezzi in tutte le terre del regno. Il prezzo dei cereali veniva proclamato proprio nella chiesa di Sant'Onofrio, alla presenza di molti sindaci. La "voce" del prezzo veniva resa pubblica da un banditore, che nel giorno dedicato a S. Onofrio (11 giugno) emetteva le sue "grida" in tutte le strade della città. Nell'anno 1575 una pragmatica del viceré spostava la fiera di Sant'Onofrio e la data delle "grida" al giorno 29 giugno, festa dei SS. Pietro e Paolo, poiché a mese inoltrato si aveva più certezza della qualità e della quantità del raccolto.

Con la venuta del Regno Napoleonico, la chiesa cadde in completo disfacimento. Soltanto nel 1914, per interessamento dell'arciprete Giuseppe Prencipe, la chiesa poté essere riaperta al culto. Nel 1955 è stata riportata alle sue linee primitive riportando alla luce resti di affreschi trecenteschi.

Nella chiesa è venerata la Madonna del Monte Carmelo ed il 16 luglio vi è anche una festa in suo onore. Recentemente sono stati costruiti a ridosso della chiesa, degli uffici Parrocchiali e delle aule per la catechesi. Oggi la chiesa di Sant'Onofrio ospita l'omonima parrocchia.

Chiesa di San Giovanni Battista o della Rotonda[modifica | modifica wikitesto]

La Chiesa di San Giovanni Battista, nota anche con il nome di "Rotonda", risale al VI-VII secolo, ed è l'edificio religioso più antico e ricco di storia, da cui prese il nome la città. La leggenda dice che la chiesa sia sorta sulle rovine di un antichissimo tempio dedicato al dio Giano, tuttavia non esistono ad oggi motivazioni storiche che sostengano questa ipotesi. La chiesa era tappa obbligatoria dei longobardi perché sita lungo il percorso della Via Sacra Longobardorum, che conduceva alla grotta di San Michele Arcangelo. Si pensa, inoltre, sia stata per un lungo periodo un Battistero, dato il ritrovamento di una vasca battesimale di forma circolare che, con gli ultimi lavori di restauro, è stata riportata alla luce assieme ai resti degli affreschi lungo tutte le pareti della chiesa.
La chiesa è situata nella zona est della città, in prossimità della chiesa di sant'Onofrio. Oggi la chiesa è sconsacrata.

Chiesa di San Giuseppe Artigiano[modifica | modifica wikitesto]

La Chiesa di San Giuseppe Artigiano è situata nel centro della città, in Piazza Europa (Villa Comunale), e vi ha sede l'omonima parrocchia. Venne edificata per volontà di don Michele Di Gioia , parroco della parrocchia di San Donato , per venire incontro alla esigenze della crescente popolazione parrocchiale. La posa della prima pietra, risale al 1º maggio 1958, e avvenne in presenza di Padre Pio,il quale firmò anche una pergamena ricordo, che fu chiusa nelle fondamenta. La chiesa fu inaugurata il 12 settembre 1965 e venne dedicata il 15 settembre 1990.[16] La chiesa si presenta come un edificio moderno a pianta centrale; L'interno è formato da: una grande aula liturgica, gravante in dodici punti; due navate laterali e la cappella del Santissimo Sacramento. L'aula liturgica è arricchita inoltre da decorazioni tra cui il mosaico raffigurante la Deesis con Cristo Pantocratore al centro, e la madre di Dio e San Giuseppe ai lati in atteggiamento orante, l'ambone con le icone dei quattro Evangelisti, l'altare marmoreo, il ciborio nella cappella del Santissimo Sacramento e le vetrate istoriate che rappresentano il ciclo cristologico. Adiacenti alla chiesa vi sono gli uffici parrocchiali, gli spazi dedicati al catechismo e all'oratorio e l'auditorium "Pier Giorgio Frassati" ,che ospita alcune importanti iniziative parrocchiali e cittadine. La parrocchia di San Giuseppe Artigiano rappresenta una delle parrocchie più popolate della città, data la sua estensione territoriale.

Chiesa di San Donato[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa è situata nel centro storico di San Giovanni Rotondo. Secondo un'iscrizione sarebbe stata edificata nel XIV secolo ad opera dei Germani (Non è chiaro se si tratti del nome di una famiglia) .Il suo aspetto venne più volte modificato fino al XX secolo. Il restauro più consistente fu eseguito nel 1878, quando il soffitto fu sostituito da una volta con mattoni. Negli anni trenta viene fatto un altro restauro ad opera del pittore milanese Natale Penati, che esegui il ciclo di affreschi sulla volta, dedicati alla Vergine Maria e ai misteri del rosario. La chiesa custodisce le statue lignee della Vergine e di Sant'Aniello e quelle in cartapesta leccese di San Donato ,titolare della Chiesa, Sant'Elia e San Ciro. Un tempo sede parrocchiale , è oggi parte della parrocchia di San Giuseppe Artigiano.[17]

Chiesa di Santa Croce[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa è stata costruita nel 1960 ed è sita nel quartiere "Santa Croce". Dal 1988 è sede della parrocchia San Francesco d'Assisi[18],affidata alla cura dei frati minori cappuccini. Negli anni 2000 la chiesa ha subito un'importante opera di rinnovamento, con la realizzazione nel presbiterio dell'affresco della Crocifissione, ispirato ai modelli dell'iconografia orientale, con l'aggiunta , sotto la croce , delle figure dei santi Francesco d'Assisi e Pio da Pietrelcina. Di fianco la chiesa si trova l'ex sede dei centri di riabilitazione "Padre Pio" . Oggi la struttura ospita gli uffici parrocchiali e le aule catechistiche ed inoltre la sede della Famiglia Francescana Secolare[19] e la Casa Papa Francesco , opera di carità e accoglienza dei frati cappuccini[20].

Chiesa della Trasfigurazione del Signore[modifica | modifica wikitesto]

La parrocchia della Trasfigurazione del Signore è stata eretta canonicamente il 1º ottobre 2001 con decreto dell'Arcivescovo di Manfredonia-Vieste, mons. Vincenzo D'Addario. La parrocchia nasce davanti allo sviluppo territoriale e abitativo della città, in cui le periferie risultavano poco presenti nelle comunità parrocchiali. Il territorio parrocchiale si è avuto sottraendo del territorio alle parrocchie di San Leonardo Abate, San Giuseppe Artigiano e San Francesco d'Assisi. Il 5 aprile 2008, è stata posta la prima pietra per il nuovo complesso parrocchiale e per la nuova chiesa i cui lavori di costruzioni sono terminati nel 2010.

La chiesa è stata aperta al culto dall'Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, mons. Michele Castoro il 15 dicembre 2010 e solennemente dedicata dallo stesso arcivescovo, il 14 giugno 2014.

Complesso conventuale di Santa Maria delle Grazie[modifica | modifica wikitesto]

Il vecchio convento di Padre Pio (1953)

Il complesso conventuale di Santa Maria delle Grazie, noto ormai in tutto il mondo per San Pio da Pietrelcina, è formato dal convento dei cappuccini, da una chiesa antica ed una chiesa nuova entrambe dedicate a Santa Maria delle Grazie.

La chiesa antica

Circa cinque secoli fa un tale di nome Antonio Landi, donò ai Frati Minori Cappuccini il suo podere situato su un poggio a nord-ovest dalla città di San Giovanni Rotondo. I Cappuccini innalzarono le mura della chiesa nel 1540. Prima di San Pio la chiesa ospitò un altro santo; nella celletta nº 5 del convento, infatti, dormì San Camillo de Lellis. La chiesa fu restaurata negli anni dopo il 1930 da Natale Penati.

Veduta del piccolo convento di Padre Pio e della chiesa di Santa Maria delle Grazie.

La chiesa nuova

La nuova chiesa fu costruita per esplicito desiderio di Padre Pio, con l'intenzione di poter ospitare in modo consono il notevole afflusso di migliaia di pellegrini che affluivano sempre più numerosi a San Giovanni Rotondo. La chiesa, progettata dall'architetto Giuseppe Gentile, fu iniziata il 2 luglio 1956 e fu consacrata il 1º luglio 1959. La navata centrale è dominata da un mosaico raffigurante La Madonna delle Grazie. Nel piano sottostante, è situata la cripta dove riposa il corpo di San Pio da Pietrelcina, sotto un monolito di 30 quintali. Nella notte tra il 2 e il 3 marzo 2008 è stata riaperta la bara che conteneva il corpo di San Pio, per poi essere esposto, in una teca di cristallo, alla venerazione dei fedeli il 24 aprile 2008 fino al 23 settembre 2009.

Monastero e Chiesa della Resurrezione

Fu edificato nel 1975, per volere di Padre Pio e di fra Daniele Natale, su un terreno donato dal dottor Pietro Melillo alle Clarisse Cappuccine. La prima pietra del complesso religioso fu posata il 23 settembre 1975. Al suo interno, sorge la chiesa della Resurrezione, il "fulcro di preghiera" di tutto il Monastero. Custodisce, inoltre, un ampio e capiente auditorium, nel quale hanno luogo seminari e convegni.

Santuario di San Pio da Pietrelcina

Lo stesso argomento in dettaglio: Santuario di San Pio da Pietrelcina.
Veduta aerea dell santuario di San Pio da Pietrelcina, con il complesso del vecchio convento e di Santa Maria delle Grazie

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Cavaniglia[modifica | modifica wikitesto]

Situato in Corso Regina Margherita, Fu edificato tra il 1615 e il 1630. Fu sede del barone don Michele Cavaniglia, feudatario di San Giovanni Rotondo.

Palazzo San Francesco[modifica | modifica wikitesto]

Edificato nel 1470, fu in principio convento dei francescani fino al 1815, quando venne adibito a Palazzo di Città. Il palazzo, sede del comune, si trova in Piazza dei Martiri.

Palazzo del Capitano della Piazza d'Armi[modifica | modifica wikitesto]

Edificato nel Seicento, fu sede del gran Capitano Consalvo Ferrante di Cordova "utile Signore della Terra di San Giovanni Rotondo" (via Basalemme).

Palazzo Verna[modifica | modifica wikitesto]

Risale al XVII-XVIII secolo e fu sede di una delle famiglie della borghesia di San Giovanni Rotondo. I suoi componenti furono sindaci ed ecclesiastici, contribuirono con donazioni alla costruzione di chiese ed edifici pubblici, fra cui il Palazzo di Città.

Casa dell'Università[modifica | modifica wikitesto]

In età angioina e aragonese (XIV-XV secolo), era la sede dell'Università e delle assemblee popolari di San Giovanni Rotondo. La facciata del palazzo è arricchita da un portale con un arco a sesto acuto, e due bifore.

Casa natale di Celestino Galiani[modifica | modifica wikitesto]

In questa casa, risalente al XVII secolo, nacque Celestino Galiani, arcivescovo di Taranto, Tessalonica, Cappellano maggiore del Regno di Napoli, Ministro dei regi studi e Riformatore della regia Università degli studi di Napoli. Definito "uomo dottissimo in tutte le scienze".

Palazzo Bramante-Giuliani (XVIII secolo)[modifica | modifica wikitesto]

Situato in via Galiani, fu edificato nel XVIII secolo, è uno dei palazzi simboli della città. Vi abitarono nei secoli Decurioni, Mastrogiurati, Sindaci, Podestà, Arcipreti.

Palazzo Lecce[modifica | modifica wikitesto]

È situato in Corso Giacomo Matteotti, fu edificato tra il 1930-1935 ed è sede di una delle famiglie benestanti della città.

Ex Palazzo Cavalli-Massa[modifica | modifica wikitesto]

Edificato tra il 1930-1935, il palazzo presenta interessanti rilievi architettonici e fregi sulla facciata principale. Il palazzo si trova in Viale Kennedy.

Scuola Elementare "Michele Melchionda"[modifica | modifica wikitesto]

Edificato in piena era fascista, come è nella sua forma uguale a tanti altri edifici scolastici sorti in quell'epoca. L'edificio è intitolato al SottoTenente Michele Melchionda, medaglia d'oro al valor militare, caduto in Africa il 6 aprile 1938.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

San Giovanni Rotondo, nel Medioevo, era circondato da mura possenti, con 15 Torri e 4 porte, edificate tra XII e XIV secolo; oggi restano ben poche tracce della fortificazione e delle torri.

Porte[modifica | modifica wikitesto]

  • Porta Maggiore: edificata da Federico II di Svevia. Era una delle quattro porte della Città, la più grande, munita di un ponte levatoio;
  • Porta dei Comuni: edificata tra il 1150 e il 1234. Detta anche "Portami Suso - portami in alto". Era la porta più importante e rappresentava il Comune-Università. Inserita nella maestosa torre quadrangolare.
  • Porta del Lago: edificata tra il 1150 e il 1234. La porta detta "del Lago" perché prospiciente una vasta zona lacustre che si stendeva ad ovest delle fortificazioni. Era composta da archi semicircolari e con volta a forma gotica munita. Venne demolita nel 1876.
  • Portella: era la più piccola delle quattro porte delle fortificazioni di San Giovanni Rotondo.

Torri e tracce murarie[modifica | modifica wikitesto]

  • Torre Quadrangolare: era una delle 15 torri edificate fra il 1150 ed il 1194, completate e consolidate verso il 1234 dall'imperatore svevo Federico II.
  • Torre Cilindrica: era una delle 15 torri edificate tra il 1150 e il 1234, un tempo merlate. Ora è sede del Museo delle Arti Popolari.
  • Tracce Murarie di età normanno-sveva: facevano parte delle antiche fortificazioni di San Giovanni Rotondo, oggi sono inglobate negli edifici del centro storico della città e, quelle che restano, sono visibili in alcune strade.

Monumenti pubblici[modifica | modifica wikitesto]

  • La Vittoria Alata-Monumento ai Caduti di Guerra: situato in Piazza Europa, il monumento fu edificato nel 1924.
  • Monumento a Padre Pio: realizzato dallo scultore Pericle Fazzini, raffigura in sei scene i tratti più salienti della vita del santo, che culminano con Padre Pio che alza un ostensorio. Il monumento è stato inaugurato il 28 luglio 1987 in Piazza Padre Pio. Oggi il monumento è meta di molti pellegrini che raggiungono la città.
  • Monumento ai Caduti in Miniera: edificato nel 1986, il monumento ricorda i 27 minatori caduti sul lavoro nella Miniera della Montecatini. Si trova nella piccola villa comunale antistante la Chiesa di Sant'Onofrio. (Piazza del Carmine).
  • Via Crucis monumentale: realizzata dallo scultore Francesco Messina, fu inaugurata il 25 maggio 1971. La Via Crucis si snoda su un viale che sale le pendici del Monte Castellana, e si interseca con una scalinata principale che conduce al Piazzale della Resurrezione, dove è collocata la statua del Cristo Risorto. La via Crucis è formata da 16 statue in bronzo e una in marmo di Carrara. Le sedici statue in bronzo rappresentano le 14 stazioni, il Cristo Risorto e la Statua di San Pio; quella in marmo raffigura la Madonna con Bambino.
  • Al Servizio della Vita. Monumento al donatore di sangue: realizzato dagli artisti Corrado Grifa e Nicola Canistro, è collocato presso la piazzetta del Donatore AVIS, incrocio via Foggia-corso Roma. L’opera è stata inaugurata il 26 ottobre 2008.
  • Silenzio. Monumento in memoria di Luciana Pia Capuano e Ilaria Placentino, studentesse vittime del terremoto dell'Aquila nel 2009: la scultura è stata realizzata dallo scultore Corrado Grifa e installata presso la rotatoria di viale Aldo Moro-via San Salvatore-via Monsignor Novelli. L’opera è stata inaugurata il 14 aprile del 2016.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Veduta della facciata della Casa Sollievo della Sofferenza

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[21]

Religione[modifica | modifica wikitesto]

Il credo religioso maggiormente praticato in città è il cattolicesimo. Il comune appartiene all'arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.

Istituzioni, enti e associazioni[modifica | modifica wikitesto]

Nel comune ha sede la Casa Sollievo della Sofferenza, struttura sanitaria fondata ed inaugurata da Padre Pio nel 1956.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

La tradizione religiosa di San Giovanni Rotondo si coglie anche in alcune delle feste e dei riti cittadini. Il 19 marzo, festa di San Giuseppe, si accendono i tradizionali falò chiamati fanoje (dal verbo greco faino-fainomai,apparire).[22]

La settimana santa sangiovannese vede la presenza, accanto ai riti liturgici, di alcuni momenti legati alla pietà popolare. Ruolo centrale nella settimana santa sangiovannese occupano i riti e le tradizioni delle confraternite dei "Sette Dolori" e delle "Anime del purgatorio". La sera del Giovedì Santo viene celebrato l'Ufficio delle tenebre seguito dal cosiddetto "terremoto", un fragore che descrive lo sconvolgimento delle forze della natura dopo la morte di Gesù. La sera del Venerdì Santo si svolge la processione con le statue della Madonna dei Sette dolori e del Cristo Morto custodite nella chiesa di San Nicola.[23]

Nel periodo estivo vengono organizzate una serie di manifestazioni artistiche e culturali che animano il centro cittadino. La stagione si apre con la festa del santo patrono San Giovanni Battista, da cui prende il nome la città, che si tiene nei giorni del 23-24-25 giugno. Il 24 giugno, solennità della Nascita del Battista, viene portata in processione la statua del santo custodita nella Chiesa Madre. La festa religiosa è accompagnata dai festeggiamenti civili che comprendono la tradizionale fiera, le giostre ed una serie di concerti e manifestazioni.

Nei giorni del ferragosto si svolge la "Vestizione delle Madonne", tradizione che si lega alla devozione alla Madonna dei Sette Veli. Vengono esposti alla venerazione dei fedeli preziosi quadri contenenti un frammento dei veli che avvolgevano la preziosa icona della Madonna, patrona dei foggiani.[24]

Altra festa importante è quella di Santa Maria delle Grazie che ricorre nei giorni 8-9-10 settembre. Per questa occasione il quadro, di pregiata fattura, della Madonna delle Grazie sito presso l'omonimo Convento dei frati Cappuccini viene portato in paese presso la Chiesa Matrice il 31 agosto e vi rimane fino al 10 settembre. Come per la festa di San Giovanni, anche la festa di Santa Maria è accompagnata dai festeggiamenti civili con la fiera, le giostre ed il concerto conclusivo, che solitamente si tiene la sera del 10 settembre.

Solenni celebrazioni segnano i giorni della festa di San Pio da Pietrelcina (23 settembre). Momento centrale della festa è la veglia di preghiera che si tiene nella notte tra il 22 e il 23 settembre, durante la quale si fa memoria del transito del santo stimmatizzato. Questo evento vede confluire presso il sagrato della nuova chiesa migliaia di pellegrini. Il 23 settembre, dopo la Messa vespertina, si tiene la processione con il simulacro del Santo, che si chiude con lo spettacolo dei fuochi d'artificio.

La sera del Venerdì Santo si svolge la processione con le statue della Madonna dei Sette dolori e del Cristo Morto custodite nella chiesa di San Nicola.

Media[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel paese ha sede la Tv Cattolica Padre Pio TV di proprietà della Fondazione Voce di Padre Pio. L'emittente trasmette attraverso il servizio di televisione digitale terrestre sul territorio nazionale, via satellite in Italia, in tutta Europa e nei Paesi del bacino del Mediterraneo, e tramite internet in tutto il mondo.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Denominazione Dialettale Zona Descrizione
Ammèze lu chjane Piano del Marchese Zona a sud della città
Basulata Corso Umberto I Così denominato perché fino agli anni 1950 la sua pavimentazione era fatta in basole di cemento.
Buche Corso Matteotti-Via Santa Caterina Strettoia che collega corso Matteotti a via Santa Caterina
Cappadde Via Sant'Orsola-Via Santa Caterina
Chjazza La Biffa Via Biffa
Chjazza Lu Campanare Via Galiani Così denominato perché vi sorge il campanile della chiesa
Chjazza lu Furne Via Placentino In questa strada vi erano tre forni a legna
Chjazza Ranna Via Pirgiano È la strada più importante del centro storico
Chjazza de Santacatarèna Via Santa Caterina Denominata così perché vi è la chiesa di Santa Caterina
Chjazza de Santedunate Via San Donato Denominata così perché vi è la chiesa di San Donato
Chjazza de Santenecola Via San Nicola Denominata così perché vi è la chiesa di San Nicola
Chjazzetta Via al Mercato Nello spiazzo veniva allestito il mercato del pesce
Gerestèrne C.so Matteotti-C.so Nazionale Rappresentava il confine della città fino agli anni 1950
Giallechèra Via Castellana Lo spiazzo antistante il vecchio mulino Massa
Lu Lemmetone Piazza Belvedere Così nominato perché esisteva un grosso cumulo (Lèmmete, in dialetto) di terra
Larijë de li monnache piazza De Mattias Vi sorgeva un convento di monache dell'ordine delle Clarisse
Purtèdda Via Castellana ang. C.so Matteotti
Puscine/Puscinone Largo Piscine-Via Regina Elena Vi sorgono delle cisterne (Piscine, in dialetto), dove un tempo si attingeva l'acqua.
Santa Crocia Rione Santa Croce Zona compresa tra: via San Francesco, via Santa Chiara, via Sant'Antonio fino a via San Paolo

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Dalla sua fondazione fino alla prima metà del Novecento, l'economia era prevalentemente dedita alla pastorizia e all'agricoltura. Ma dalla fondazione dell'ospedale Casa Sollievo della Sofferenza l'economia del paese si è incentrata sempre più sul terziario; oggi, anche grazie al turismo che vede milioni di pellegrini ogni anno raccolti attorno alla figura del Santo di Pietrelcina, l'economia della città è al 95% incentrata sul terziario.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
25 luglio 1989 22 dicembre 1989 Lazzarino Fini Partito Socialista Italiano Sindaco [25]
10 febbraio 1990 26 giugno 1991 Matteo Cappucci Partito Socialista Democratico Italiano Sindaco [25]
26 giugno 1991 14 luglio 1992 Gaetano Cusenza Democrazia Cristiana Sindaco [25]
12 settembre 1992 3 aprile 1993 Domenico Placentino Partito Democratico della Sinistra Sindaco [25]
3 aprile 1993 11 febbraio 1994 Felicia Baldinetti Partito Democratico della Sinistra Sindaco [25]
11 febbraio 1994 14 marzo 1994 Agostino Ricucci Commissario prefettizio [25]
14 marzo 1994 28 giugno 1994 Salvatore Tropea Commissario straordinario [25]
28 giugno 1994 19 dicembre 1995 Nicola Placentino Partito Popolare Italiano Sindaco [25]
19 dicembre 1995 28 marzo 1996 Pasquale Santamaria Commissario straordinario [25]
28 marzo 1996 24 giugno 1996 Mario Tafaro Commissario straordinario [25]
24 giugno 1996 1º maggio 2000 Davide Pio Fini Lista Civica Movimento per la Città Sindaco
1º maggio 2000 30 settembre 2004 Antonio Squarcella Forza Italia Sindaco [25]
30 settembre 2004 19 aprile 2005 Michele Di Bari Commissario straordinario [25]
19 aprile 2005 22 ottobre 2007 Salvatore Mangiacotti centro-sinistra Sindaco [25]
25 ottobre 2007 29 aprile 2008 Michele Di Bari Commissario straordinario [25]
29 aprile 2008 24 dicembre 2010 Gennaro Giuliani centro-sinistra Sindaco [25]
24 dicembre 2010 1º giugno 2011 Graziella Palma Maria Patrizi Commissario prefettizio [25]
1º giugno 2011 22 giugno 2016 Luigi Pompilio centro-destra (PdL poi Forza Italia) Sindaco [25]
22 giugno 2016 14 febbraio 2019 Costanzo Cascavilla liste civiche Sindaco [25]
15 febbraio 2019 9 giugno 2019 Antonio Incollingo Commissario prefettizio [25]
9 giugno 2019 In carica Michele Crisetti PD e civiche Sindaco [25]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Atletica leggera[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2010 ad agosto si tiene la San Giovanni Rotondo Muntain Running, una gara di corsa in montagna, alla quale partecipano anche alcuni nazionali di atletica leggera. Il comune è sede dell'Associazione Sportiva Dilettantistica Atletica Padre Pio, fondata nel 1985.

Pallavolo[modifica | modifica wikitesto]

Una società di pallavolo presente nel paese è l'A.S.D Volley San Giovanni, la quale ha raggiunto l'obiettivo di competere nella Serie D femminile nella stagione 2018/2019.[26]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

A San Giovanni è presente la società Real San Giovanni fondato nel 1987 che partecipa al campionato di promozione,la società Michele Biancofiore che militano nel campionato di terza categoria,il Sant'Onofrio Calcio,storica società fondata nel 1989 con una prima squadra in passato ma ora si occupa solo di settore giovanile e la più recente Academy Rocco Augelli fondata nel 2015.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b San Giovanni Rotondo, su Tuttitalia. URL consultato il 18 giugno 2022.
  2. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Classificazione sismica dei comuni italiani (XLSX), su Protezione Civile. URL consultato il 13 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2017).
  6. ^ Giosuè Fini, Don Garsia Cavaniglia, Foggia, Leone Editrice, 1994, p. 186.
  7. ^ Antonio Vigilante, Padre Pio e l'eccidio di San Giovanni Rotondo, Microstorie
  8. ^ Giancarlo Smidile (L'Avanti!, 2 aprile 1961)
  9. ^ Relazione d'inchiesta sull'eccidio di San Giovanni Rotondo, prot. n. 27601 del 15 dicembre 1920 sottoscritta dall'Ispettore generale di Pubblica Sicurezza comm. Trani.
  10. ^ Avv. Michele Maitilasso, Atti parlamentari della prima sessione di discussioni, tornata del 3 febbraio 1920 (PDF), su storia.camera.it, p. 642. URL consultato il 2 novembre 2020. Ospitato su archive.is.
  11. ^ Giulio Siena, Il massacro di San Giovanni. Le falsità su Padre Pio per l'eccidio del 1920, in Avvenire, 25 ottobre 2020.
  12. ^ Don Giosuè fini e Antonio Ripoli, Precisazioni sull'eccidio a San Giovanni Rotondo, 14 ottobre 1920 : la verità al di sopra dei partiti : saggio storico, 1989, p. 207, OCLC 955538657.
  13. ^ elenco delle associazioni combattentistiche e d'arma (PDF), su Ministero della Difesa. URL consultato il 2 novembre 2020 (archiviato il 4 marzo 2016).
  14. ^ anno 1923- le associazioni e l'ossatura del consenso, su storiologia.it. URL consultato il 2 novembre 2020.
  15. ^ I Comuni - Foggia, su Provincia di Foggia. URL consultato il 2 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2020).
  16. ^ ...alla nuova chiesa di San Giuseppe Artigiano, su www.pantocrator.it. URL consultato il 1º giugno 2022.
  17. ^ Dalla chiesetta di San Donato..., su www.pantocrator.it. URL consultato il 1º giugno 2022.
  18. ^ Parrocchia San Francesco, su parrocchiasanfrancescosgr.it (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2016).
  19. ^ San Giovanni Rotondo: Inaugurazione nuova sede OFS, su www.cappuccinifoggia.it. URL consultato il 1º giugno 2022.
  20. ^ (EN) Finocchietti Davide, Casa Papa Francesco, su Mensa dei Poveri San Pio da Pietrelcina - Onlus. URL consultato il 1º giugno 2022.
  21. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  22. ^ Garganistan, Garganistan: La Fanoja: tra storia e tradizione, su Garganistan, 20 marzo 2011. URL consultato il 23 novembre 2022.
  23. ^ LA SETTIMANA SANTA A SAN GIOVANNI ROTONDO, su San Giovanni Rotondo Free, 13 aprile 2022. URL consultato il 23 novembre 2022.
  24. ^ La tradizione sangiovannese della "Vestizione delle Madonne"., su San Giovanni Rotondo Free, 14 agosto 2022. URL consultato il 23 novembre 2022.
  25. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t http://amministratori.interno.it/
  26. ^ A.S.D Volley San Giovanni.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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