Novi Velia

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Novi Velia
comune
Novi Velia – Stemma
Novi Velia – Bandiera
Novi Velia – Veduta
Novi Velia – Veduta
La torre normanna di Novi Velia
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Provincia Salerno
Amministrazione
SindacoAdriano De Vita (lista civica La colomba) dal 10-6-2018
Territorio
Coordinate40°13′N 15°17′E / 40.216667°N 15.283333°E40.216667; 15.283333 (Novi Velia)
Altitudine648 m s.l.m.
Superficie34,71 km²
Abitanti2 300[1] (31-3-2022)
Densità66,26 ab./km²
Comuni confinantiCampora, Cannalonga, Ceraso, Cuccaro Vetere, Futani, Laurino, Laurito, Montano Antilia, Rofrano, Vallo della Lucania
Altre informazioni
Cod. postale84060
Prefisso0974
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT065080
Cod. catastaleF967
TargaSA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 949 GG[3]
Nome abitantinovesi
Patronosan Nicola
Giorno festivo6 dicembre - 17 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Novi Velia
Novi Velia
Novi Velia – Mappa
Novi Velia – Mappa
Posizione del comune di Novi Velia all'interno della provincia di Salerno
Sito istituzionale

Novi Velia è un comune italiano di 2 300 abitanti della provincia di Salerno in Campania.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è posto a 648m s.l.m. nell'alta valle del torrente Badolato, lungo la strada provinciale che da Vallo della Lucania (distante 3 km) porta al monte Gelbison (1705 m s.l.m.) e al suo santuario

La stazione meteorologica più vicina è a Casal Velino. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +8,7 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +25,7 °C[4].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Antichità e Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Novi (nel Medioevo Noves o Nobes e Noe) si formò in epoca bizantina sui resti di un'antica fortezza enotria che era stata rafforzata dai greci di Velia per il controllo della chora velina. I vicini toponimi Salella e Salento inducono a pensare alla presenza di un signore feudale longobardo padrone dei luoghi.[5]

Fu sede del feudo normanno detto "di Novi" e comprendente Cinque terre (Novi, Cuccaro, Gioi, Magliano e Monteforte). Nel XIII secolo era feudo della famiglia Della Magna (o de Alemagnia), di chiare origini germaniche: Gisulfo della Magna fu giustiziere della Terra di Lavoro ai tempi di Federico II, nel 1242.

Novi divenne poi capoluogo dello "Stato di Novi", comprendente 13 casali (Novi, Angellara, Cannalonga, Ceraso, Cornito, Grasso, Massa, Massascusa, Pattano Soprano, Pattano Sottano, San Biase, Santa Barbara e Spio); per lungo tempo i baroni di Novi ebbero importanti ruoli e incarichi nella corte del Regno di Napoli: tra questi Tommaso Marzano (grande ammiraglio del Regno); Antonello Petrucci (primo ministro di re Ferrante d'Aragona); Ettore Pignatelli duca di Monteleone di Calabria (presidente del Regno di Sicilia, ai tempi dell'imperatore Carlo V).[6]

Età moderna[modifica | modifica wikitesto]

La partecipazione diretta dei baroni di Novi alle vicende del Regno di Napoli comportò la disattenzione per la cittadina e per i suoi abitanti, con conseguente abbandono dei luoghi, spopolamento e carestie. Nonostante questo, tra il Seicento e il Settecento diversi vescovi di Capaccio e di Vallo elessero Novi a sede vescovile: di alcuni si conservano le sepolture nella chiesa parrocchiale di Santa Maria dei Lombardi. Nel 1614 lo Stato di Novi fu venduto a Giacomo Zattara, di famiglia di origine genovese. Nel 1759 gli Zattara costruirono il palazzo baronale e si stabilirono in Novi, mantenendo la residenza anche dopo la legge eversiva della feudalità[7].

Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Vallo, appartenente all'omonimo distretto del Regno delle Due Sicilie.

Dal 1860, in seguito all'unificazione dell'Italia, l'insediamento assunse il nome di Novi Velia, per il fatto che si ritiene che l'attuale città corrisponda ad un nuovo insediamento (una "nuova Vele", appunto), fondato dai Velini. Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia ha fatto parte del mandamento di Vallo della Lucania, appartenente all'omonimo circondario.[8]

Dal 1928 al 1946 il comune è stato soppresso per aggregazione con Vallo della Lucania.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Stemma:

«d'azzurro, al torrione d'argento, murato di nero, chiuso dello stesso, munito di finestrella tonda, di nero, merlato alla guelfa di quattro. Accompagnato da nove stelle di sei raggi d'oro, quattro poste a destra sul fianco del torrione, ordinate una due una, quattro poste a sinistra del torrione, ugualmente ordinate, la nona posta in punta sotto la porta. Ornamenti esteriori del Comune»

Gonfalone:

«drappo di bianco, riccamente ornato di ricami d'argento»

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

  • Castello di Novi Velia
  • Chiesa parrocchiale di Santa Maria dei Longobardi (o dei Lombardi), di origine medievale, rifatta in età barocca. Conserva una tavola, già attribuita ad Andrea da Salerno, ma ritenuta di un suo valido allievo, il polittico del 1540 di Giovan Filippo Criscuolo (Adorazione dei magi e santi) adorna il presbiterio. La statua lignea della Madonna del Monte sec. XVII, le vesti e il manto sono un esempio di estofado, dono dei valenzani al monastero di San Giorgio, qui traslata dopo l'abbandono della cappella palatina. Numerose statue e dipinti di varie epoche, veri capolavori provenienti anche da cappelle andate perdute come quella di San Nicola di Mira, statua lignea dorata (sec. XVI-XVII) dal rione Cafasso e Santa Margherita di Antiochia, stessa epoca, dal rione Barri. La tavola di Cristoforo Faffeo sec. XV con l'Adorazione del Bambino Gesù (Presepe).
  • Il Santuario della Madonna del Monte Sacro di Novi Velia sorge sul luogo di un antico luogo sacro pagano sulla sommità del Monte Gelbison (1706 m). Probabilmente gli Enotri eressero un tempio ad una loro divinità, in seguito identificata con Era. Il sito era ben noto ai Saraceni installatisi ad Agropoli: infatti il nome Gelbison deriva dall'arabo e significa Monte dell'Idolo. È meta di pellegrinaggi fin dal XIV secolo; dalla terrazza della canonica si gode un ampio panorama sul Cilento e sul Vallo di Diano.
  • Chiesa dell'Annunziata.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[9]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Sindaci[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
6 giugno 1993 27 aprile 1997 Giovanni Ricchiuti PSI Sindaco
27 aprile 1997 11 agosto 1998 Guglielmo De Lisa L'Ulivo Sindaco
11 agosto 1998 13 giugno 1999 Ester Fedullo - commissario straordinario
13 giugno 1999 12 giugno 2004 Adriano De Vita centro Sindaco
13 giugno 2004 6 giugno 2009 Adriano De Vita lista civica Sindaco
7 giugno 2009 25 maggio 2014 Maria Ricchiuti lista civica Sindaca
25 maggio 2014 10 luglio 2017 Maria Ricchiuti lista civica Battiti per Novi Sindaca
10 luglio 2017 10 giugno 2018 Salvatore Tedesco - commissario straordinario
10 giugno 2018 in carica Adriano De Vita lista civica La Colomba Sindaco

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune fa parte della Comunità montana Gelbison e Cervati. Le competenze in materia di difesa del suolo sono delegate dalla Campania all'Autorità di bacino regionale Sinistra Sele.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Tabella climatica mensile e annuale (TXT), in Archivio climatico DBT, ENEA (archiviato dall'url originale il 2016 circa).
  5. ^ Chiesa, baroni e popolo nel Cilento, vol. I, Ed. di Storia e Letteratura. URL consultato il 1º aprile 2022.
  6. ^ Chiesa, baroni e popolo nel Cilento, 2 voll., Ed. di Storia e Letteratura. URL consultato il 1º aprile 2022.
  7. ^ Pietro Ebner, Storia di un feudo del Mezzogiorno: La baronia di Novi, Edizioni di storia e letteratura, 1973. URL consultato il 1º aprile 2022.
  8. ^ Economia e società nel Cilento medievale, 2 voll., Ed. di Storia e Letteratura. URL consultato il 1º aprile 2022.
  9. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • I presocratici, a cura di Antonio Capizzi, La Nuova Italia, 1972, ISBN 8822102630.
  • Pietro Ebner, Storia di un feudo del Mezzogiorno. La Baronia di Novi, Roma, 1973.
  • Don Carlo Zennaro, Breve Storia Popolare di Novi Velia, a cura di Vincenzo Cerino, Pro Loco Novi Velia, 2001.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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