Rofrano

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Rofrano
comune
Rofrano – Stemma
Rofrano – Bandiera
Rofrano – Veduta
Rofrano – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Provincia Salerno
Amministrazione
SindacoNicola Cammarano (lista civica CambiAmo Rofrano) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate40°13′N 15°26′E / 40.216667°N 15.433333°E40.216667; 15.433333 (Rofrano)
Altitudine450 m s.l.m.
Superficie63,59 km²
Abitanti1 278[2] (31-3-2022)
Densità20,1 ab./km²
FrazioniAbbenante, Cerreto, Fornillo, Pozzillo Borsito, Provitera, San Leo, San Menale, Tressanti, Treppaoli[1].
Comuni confinantiAlfano, Caselle in Pittari, Laurino, Laurito, Montano Antilia, Novi Velia, Roccagloriosa, Sanza, Torre Orsaia, Valle dell'Angelo
Altre informazioni
Cod. postale84070
Prefisso0974
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT065109
Cod. catastaleH485
TargaSA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona D, 1 607 GG[4]
Nome abitantirofranesi
PatronoMadonna di Grottaferrata, san Giovanni Battista, san Nicola di Bari
Giorno festivo8 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Rofrano
Rofrano
Rofrano – Mappa
Rofrano – Mappa
Posizione del comune di Rofrano all'interno della provincia di Salerno
Sito istituzionale

Rofrano (Rufranu in dialetto cilentano meridionale)[senza fonte] è un comune italiano di 1 278 abitanti della provincia di Salerno in Campania.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Rofrano è situato nella zona meridionale del Cilento, equidistante e in posizione centrale rispetto a altri comuni più grandi solo come Sala Consilina, Vallo della Lucania e Sapri.

Rofrano, come altri comuni cilentani, rientra nel territorio del parco nazionale. Il paese si trova lungo la SP18 proveniente da Laurito, che lo attraversa e poco prima di uscirne, si dirama proseguendo da un lato, innestandosi sulla SS18 per Alfano, Torre Orsaia, Policastro e Sapri, e dall'altro per Sanza e Sala Consilina che durante si innesta un ulteriore strada la quale attraversa tutta la Valle del Mingardo nel versante più alto e raggiungendo Laurino in uno scenario di naturale maestosità paesaggistica.

Il Comune di Rofrano vanta le frazioni e contrade di seguito elencate in ordine di distanza: Tresanti, Provitera, Molino Vecchio, Pozzillo, San Menale, Treppaoli, Borgo Cerreto (frazione parzialmente nel comune di Torre Orsaia) ed una località disabitata conosciuta come Triglio. Parte del territorio del villaggio di Pruno è compreso nel suo ambito comunale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le sue origini risalgono fra il III e il IV secolo e vengono attribuite a dei nobili crociati, allora abitanti nelle prossimità della montagna di Piaggine in un luogo che chiamarono Ruffium (da qui l'antica denominazione di "Ruranu"). A seguito di epidemie (non accertate) e di brigantaggio, l'abitato si spostò avvicinandosi all'attuale ubicazione e cambiando il suo nome in Ruffio, per poi arrivare a Rufra e infine Rofrano (parola riferita alla terra che frana sotto i nemici). Nel Medioevo il feudo di Rofrano veniva concesso da Roberto il Guiscardo ad uno dei suoi cavalieri. Il relativo castello, ampliato su un maniero preesistente di origine longobardo-bizantina, è tuttora visibile. il portone di accesso, fino all'inizio degli anni ottanta, era sormontato da un fabbricato costituito da muratura con travi di legno intrecciate e riempimento in pietrame, di chiara origine nord-europea. Nelle campagne è possibile ancora imbattersi in vecchi edifici in muratura con balconate in legno, frequenti nelle aree germaniche e nord-europee.

Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Laurito, appartenente al distretto di Vallo del regno delle Due Sicilie.

Fece poi parte del mandamento di Laurito, appartenente al circondario di Vallo della Lucania.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del comune sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 10 marzo 2014.[5]

«Stemma d'oro, al busto della Beata Vergine Maria, in maestà con il viso rivolto leggermente a sinistra, il viso, il collo, le mani, di carnagione, vestita con la tunica di rosso bordata di argento, il capo ed il busto ammantellati con il manto di azzurro bordato di argento, la Beata Vergine aureolata di rosso, tenente con la mano destra lo scettro gigliato, posto in banda, dello stesso e con la mano ed il braccio sinistro il Divino Fanciullo, in maestà, di carnagione, capelluto di nero, aureolato di rosso, vestito con la tunica dello stesso, il petto e il braccio destro ignudi, benedicente con la mano destra, tenente con la mano sinistra il rotolo di pergamena, d'argento; il tutto accompagnato in punta da tre fasce ondate e diminuite di azzurro. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante d'oro, la scritta in lettere maiuscole di nero: PROTEGE NOS. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di azzurro con la bordatura di giallo.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[6]

Religione[modifica | modifica wikitesto]

La maggioranza della popolazione è di religione cristiana, appartenente principalmente alla Chiesa cattolica[7]; il comune appartiene alla diocesi di Vallo della Lucania, comprendente una parrocchia, Santi Giovanni Battista e Nicola di Mira

L'altra confessione cristiana presente è quella Evangelica, con una comunità[8]:

  • Chiesa pentecostale ADI

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Inchiesta Alimentare 1954[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1954 l'antropologo Massimo Cresta, docente presso la Sapienza di Roma condusse una ricerca sugli stili alimentari degli abitanti di Rofrano, analizzando le abitudini di 226 famiglie sulle 601 che risiedevano nel comune, di cui il 38% viveva in cattive condizioni socio-economiche[9]. La ricerca venne documentata dal regista Virgilio Tosi, su incarico dell'Istituto Nazionale della Nutrizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaborazione con l'Istituto Luce[10][11].

Da quegli studi nacque l'interesse nei confronti della cosiddetta dieta mediterranea, ovvero il regime alimentare ricco di cereali e ortaggi tipico della popolazione del Cilento e del Mediterraneo, che presentavano una bassa incidenza di patologie cardiovascolari e gastrointestinali.

Madonna di Grottaferrata[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa della Madonna di Grottaferrata sorge sul poggio più alto di Rofrano. Anticamente era un monastero dedicato alla Madonna fondato dai monaci greci basiliani, il cui insediamento a Rofrano è da collocare intorno all’anno mille. Il monastero presentava le caratteristiche di un tempio greco. Il nome dell’odierna chiesa è da collegare al santuario di Grottaferrata, anch’essa di origine basiliana e fondata dal monaco San Nilo, il quale dopo tanto peregrinare da Rossano, attraversando i territori della Campania raggiunse Roma. In un documento, conosciuto come Crisobollo di Ruggero II, del 1131 si rinvengono le prime notizie del rapporto tra Rofrano e il comune in provincia di Roma. Il documento fa riferimento alla concessione fatta a Leonzio, abate della Madonna di Grottaferrata, della chiesa di S. Maria di Rofrano con l’annesso feudo. Re Ruggero II concesse anche il diritto di asilo e di giurisdizione criminale sul monastero.

La storia della Chiesa della Madonna di Grottaferrata era quasi sconosciuta finché il Canonico Ronsini in una cronaca del 1873 e anni dopo, Monsignor Pasquale Allegro, entrambi originari di Rofrano, contribuirono agli studi e alla conoscenza dell’antico monastero nonché del territorio.[senza fonte]

La tradizione popolare narra del ritrovamento tra da parte di alcuni contadini di una statuina della Madonna nascosta tra le sterpaglie, la quale chiese loro di erigere una chiesa. I fedeli cominciarono a scavare ma, all’indomani, le buche scavate erano sempre ricoperte di terra vanificando il loro lavoro. I contadini allora la supplicarono affinché fosse lei ad indicare il punto esatto ove volesse vedere sorgere la chiesa. Fu così che il 15 agosto, nel paesello, nevicò solo nel punto in cui oggi sorge la badìa. I fedeli lo considerarono un segno della volontà della Madonna. La chiesa viene festeggiata l'8 Settembre. Un'importante celebrazione viene svolta anche presso la comunità di Rofranesi di Melbourne.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

L'economia è principalmente basata sull'edilizia; seguono le attività commerciali, l'allevamento, la pastorizia, pochi artigiani, alcune strutture ricettive e l'agricoltura, prevalentemente ad uso e consumo privato. Negli ultimi anni l'effetto della crisi ha messo in difficoltà il settore edilizio, che garantiva una fonte di reddito per numerose famiglie. Nel 2006, in una classifica dei comuni campani, Rofrano si posiziona all'ultimo posto tra quelli più poveri, con appena 6901  pro capite.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Le infrastrutture presenti solo quelle tipiche di un paese di collina, le strade presentano pochi tratti rettilinei e spesso sono soggette a smottamenti. I trasporti pubblici sono della locale e storica ditta Lettieri, un tempo Loguercio. I collegamenti sono per Salerno, Sala Consilina, Sapri e Vallo della Lucania.

Strade[modifica | modifica wikitesto]

  • Strada provinciale 18/a Innesto SS 18-Laurito-Rofrano.
  • Strada provinciale 18/b Rofrano-Sanza.
  • Strada provinciale 93 Rofrano-Ponte Trave.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Sindaci[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 13 giugno 1999 Francesco Lettieri centro-sinistra Sindaco
13 giugno 1999 12 giugno 2004 Giuseppe Viterale centro-sinistra Sindaco
13 giugno 2004 6 giugno 2009 Giuseppe Viterale lista civica Sindaco
7 giugno 2009 25 maggio 2014 Antonio Viterale lista civica Sindaco
25 maggio 2014 in carica Nicola Cammarano lista civica Cambiamo Rofrano Sindaco

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune fa parte della Comunità montana Bussento - Lambro e Mingardo

Le competenze in materia di difesa del suolo sono delegate dalla Campania all'Autorità di bacino regionale Sinistra Sele.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Frazioni stabilite dallo statuto comunale
  2. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Rofrano (Salerno) D.P.R. 10.03.2014 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 6 agosto 2022.
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. ^ Diocesi di Vallo della Lucania
  8. ^ ADI - Chiese Cristiane Evangeliche - Assemblee di Dio in Italia, su assembleedidio.org. URL consultato il 10 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2013).
  9. ^ Massimo Cresta, su iisancelkeys.edu.it. URL consultato il 13 febbraio 2023.
  10. ^ Un’altra cultura territoriale: a partire dalle tracce di Massimo Cresta, su telerofrano.altervista.org. URL consultato il 13 febbraio 2023.
  11. ^ Rofrano 1954 - Inchiesta alimentare a Rofrano, su youtube.com. URL consultato il 13 febbraio 2023.

[1][2]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Canonico Domenicantonio Ronsini, Cenni storici sul comune di Rofrano, 1874.
  • Pasquale Allegro, Chiese di Rofrano alcune notizie storiche, Arnaldo Forni Editore della Sala Bolognese, 1981.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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  1. ^ www.abbaziagreca.it - Homepage, su abbaziagreca.it. URL consultato il 25 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2021).
  2. ^ Notiziario - Comune di Rofrano, su comune.rofrano.sa.it. URL consultato il 25 aprile 2021.