Castello di Lusurasco

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Castello di Lusurasco
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
CittàAlseno
Coordinate44°53′08.67″N 9°54′40.83″E / 44.885743°N 9.911342°E44.885743; 9.911342
Mappa di localizzazione: Nord Italia
Castello di Lusurasco
Informazioni generali
TipoCastello medievale
MaterialeCiottoli di fiume e laterizio
Condizione attualeCattiva
Visitabileno
[1]
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Il castello di Lusurasco è un castello situato nei pressi dell'omonima frazione del comune italiano di Alseno, in provincia di Piacenza. Sito nella parte di Pianura Padana della val d'Arda.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Si ignora la data della sua fondazione, sicuramente esisteva nel luglio 1219 poiché si ha notizia che le truppe cremonesi provenienti da Fiorenzuola vi alloggiarono. Le truppe dei Guelfi cremonesi nel 1231 vi arrecarono ingenti danni, poiché Luxurasch in quel momento era seguace dei Ghibellini. Il castello era il centro di un feudo che fu dei Terzi, signori di Castelnuovo Fogliani allora chiamato Castelnuovo Terzi, poi, nel 1466, fu degli Sforza, che in quel periodo controllavano Castell'Arquato, che nel 1595 lo possedevano a metà con i Pallavicino. Infine passò ai Cerasi che lo tennero fino al 1800.

Lusurasco alla fine del 1657, ricorda lo storico Ottolenghi, fu teatro di un episodio molto grave. Il duca di Modena e Reggio nell'Emilia Francesco I d'Este ritornando dalla guerra alla testa di migliaia di soldati pernottò a Fiorenzuola e le sue truppe, sparse ovunque, si sistemarono anche a Lusurasco. Di sei soldati, ospiti presso una casa non definita, cinque furono ammazzati. Il sesto fingendosi morto diede l’allarme e scatto la vendetta. Il podestà di Piacenza diede l’ordine di far “spianare” tale casa e promise mille ducati di ricompensa per chi avesse dato notizie certe dei colpevoli. Ben presto questi caddero nelle mani del ducato. Erano in cinque tra i quali un chierico. Quattro di essi furono giustiziati sulla strada Castellana mediante impiccagione e poi squartati. Il quinto subì lo steso supplizio due settimane dopo a Piacenza[2].

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio, che ha subito nel tempo molte modifiche, è realizzato con ciottoli di fiume e laterizio, si presenta come un edificio composito, con un porticato a tre fornici e una torretta a base rettangolare. Versa in pessime condizioni, completamente abbandonato e cadente.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Artocchini.
  2. ^ Copia archiviata, su altavaltrebbia.net. URL consultato il 19 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2021).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carmen Artocchini, Castelli Piacentini, Piacenza, Edizioni TEP, 1967.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]