Forte Urbano
Forte Urbano | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Città | Castelfranco Emilia |
Indirizzo | via Forte Urbano 1 ‒ 41013 Castelfranco Emilia (MO) |
Coordinate | 44°36′02.15″N 11°02′37.01″E |
Informazioni generali | |
Costruzione | 1628-1634 |
Primo proprietario | Stato della Chiesa |
Proprietario attuale | Ministero della Giustizia |
Visitabile | No |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | Difesa dei confini dello Stato della Chiesa |
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Il Forte Urbano è una fortificazione sita nella parte ovest del comune di Castelfranco Emilia.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Abitato etrusco-celtico di Forte Urbano
[modifica | modifica wikitesto]Sul sito del Forte Urbano fra il V e la prima metà del IV sec. a.C. si trovava un insediamento etrusco-celtico, i cui reperti sono conservati al Museo civico archeologico Anton Celeste Simonini.
Seicento: la costruzione del forte
[modifica | modifica wikitesto]La costruzione del forte fu commissionata da papa Urbano VIII[1] nel 1626 fino 1634, che ne affida il progetto all'ingegnere Giulio Buratti di Senigallia, con lo scopo di difendere i confini dello Stato Pontificio.[2]
I lavori hanno inizio nell'agosto del 1628; nel 1630 inizia l'abbattimento delle mura di cinta di Castel Franco, oramai inadatte alle esigenze difensive dell'epoca, per recuperarne il materiale di costruzione a favore del forte. Nel 1634 la costruzione è quasi conclusa: il forte si presenta a forma di stella, con mura interne circondate da un largo fossato e quattro baluardi muniti di torretta. La larghezza massima esterna è di 900 metri. L'accesso è consentito da una grande porta con tre ponti levatoi[2].
Settecento: l'assedio tedesco e la presenza francese
[modifica | modifica wikitesto]Dal novembre 1708 al 15 marzo 1709 le truppe tedesche, impegnate nella Guerra di successione spagnola, cingono d'assedio il forte. Durante questo periodo sono vari, ma vani, i tentativi di liberazione, in particolare ad opera degli Albergati[2].
Nella primavera del 1796 le truppe di Napoleone vi si insediano accolte come portatrici di libertà; è in questa occasione che avviene il tentativo di requisizione del quadro della Beata Vergine Maria Assunta in cielo, custodita nella Chiesa di Santa Maria Assunta[2].
Ottocento: Il Regno d'Italia e il declino della funzione militare
[modifica | modifica wikitesto]Nella primavera 1805, dopo la caduta dei confini causata dall'annessione al Regno d'Italia, il Forte Urbano perde la sua importanza strategica; viene così posto in disarmo: vengono demoliti i bastioni e parte delle fortificazioni esterne sul lato sud per ripristinare il tratto rettilineo della via Emilia e viene adibito a casa di pena.[1][2]
Come annotato dagli storici Giovanni Santunione e Arturo Fabbri, nel 1831 viene trasformato in lazzaretto in seguito all'epidemia di colera che colpì gran parte d'Europa, poi di nuovo in carcere.
Durante i lavori per la costruzione della linea ferroviaria Milano-Bologna, circa nel 1855[3] vengono demolite anche le fortificazioni esterne del lato nord.
Novecento ad oggi: il carcere del Forte Urbano
[modifica | modifica wikitesto]Dal 2005 tale carcere è stato adibito, in via sperimentale, ad accogliere detenuti affetti da tossicodipendenza. Tale iniziativa è stata promossa anche grazie alla collaborazione della Comunità di San Patrignano.[4]
Architettura
[modifica | modifica wikitesto]Un modello della pianta bastionata del Forte Urbano è conservato nel Museo di Palazzo Poggi.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Sito del Comune di Castelfranco Emilia
- ^ a b c d e Terenzio Ascari, La lunga strada della libertà, a cura di Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - Comitato comunale di Castelfranco Emilia, Castelfranco Emilia, 1994.
- ^ S. Gallio, Oggi è un'ora di viaggio. La costruzione della strada ferrata tra Milano e Bologna, cit., 102 passim.
- ^ Carcere per tossicodipendenti è gestito anche da San Patrignano su Repubblica.it
- ^ Modello del forte Urbano, su PatER – Catalogo del Patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna, 18 marzo 2013.
Altri progetti
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