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Castello di Panocchia

Coordinate: 44°40′34.97″N 10°18′31.92″E
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Castello di Panocchia
Torrione nord
Ubicazione
Stato attualeItalia (bandiera) Italia
RegioneEmilia-Romagna
CittàPanocchia, frazione di Parma
Indirizzovia Campana Stanislao 8 ‒ Vigatto Panocchia ‒ Parma (PR) e Via Stanislao Campana, 8
Coordinate44°40′34.97″N 10°18′31.92″E
Mappa di localizzazione: Nord Italia
Castello di Panocchia
Informazioni generali
Tipocastello tardo-medievale
Inizio costruzioneentro il XVII secolo
Materialelaterizio e pietra
Condizione attualeparzialmente restaurato
Proprietario attualefamiglia Nicelli
Visitabileno
Informazioni militari
Funzione strategicapresidio della val Parma
[1]
voci di architetture militari presenti su Wikipedia

Il castello di Panocchia è un maniero tardo-medievale che sorge in via Campana 8, accanto alla chiesa di San Donnino, a Panocchia, frazione di Parma.

Il castello, la cui storia è pressoché ignota,[2] secondo alcune ipotesi fu costruito dai conti Rossi, feudatari della zona fino alla seconda metà del XV secolo, e poi fu alienato alle famiglie Fascinati e Polli,[3] ma l'assenza degli elementi tipici delle strutture difensive fa propendere per un'origine successiva, entro il XVII secolo, forse per volere dei conti Cantelli, feudatari di Panocchia[4][1] e già proprietari di un edificio nel borgo almeno dal 1422.[5]

In seguito alla scomparsa nel 1736 dell'ultimo conte Paolo Cantelli, l'edificio fu ereditato dal marchese Alfonso Bevilacqua, suo pronipote, che aggiunse al proprio il cognome del prozio.[6]

La struttura, più volte modificata, divenne residenza estiva della famiglia, che vi ospitò vari personaggi illustri,[1] tra i quali il poeta Carlo Innocenzo Frugoni, che ricordò il soggiorno in uno dei suoi componimenti.[7]

Nel corso del XX secolo l'edificio fu destinato a sede di un'attività artigianale.[3]

Nel 1974 fu comprato dai fratelli della famiglia piacentina Nicelli, che in seguito lo trasmisero ai loro discendenti.[senza fonte]

Lato nord
Torrione sud

L'edificio, frutto di modifiche nei secoli, si sviluppa su una pianta a L, con due torrioni dalle forme quattrocentesche a base rettangolare posti alle estremità del lato più lungo, parallelo alla strada, e una più alta ed esile torre, nello stesso stile, collocata al centro del corpo principale meridionale.[8][1]

I prospetti, rivestiti in pietra e laterizio, sono caratterizzati dall'andamento a scarpa della muratura inferiore e dalla presenza di due cornici marcapiano in aggetto nei due primi livelli; alla base delle torri si aprono ampi portali d'ingresso ad arco a tutto sesto, mentre in sommità si sviluppano fasce di alti beccatelli, ripresi anche nella torretta meridionale. Il lato est sul retro presenta un loggiato ad arcate a tutto sesto, in alternanza chiuse da vetrate e murate.[9]

All'estremità sud il massiccio corpo principale, probabilmente più antico, è caratterizzato dalla presenza di piccoli oculi ovali in corrispondenza del sottotetto.[9]

  1. ^ a b c d Cosa Fare, su ciato.it. URL consultato il 18 febbraio 2017.
  2. ^ Pannocchia, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 18 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2017).
  3. ^ a b Dall'Aglio, pp. 731-732.
  4. ^ Pannocchia, su dodecapoli.com. URL consultato il 16 dicembre 2023.
  5. ^ Pezzana, p. 223.
  6. ^ Frizzi, p. 242.
  7. ^ Frugoni, p. 19.
  8. ^ Cirillo, Godi, p. 337-338.
  9. ^ a b Cirillo, Godi, p. 337.
  • Italo Dall'Aglio, La Diocesi di Parma, II Volume, Parma, Scuola Tipografica Benedettina, 1966.
  • Giuseppe Cirillo, Giovanni Godi, Guida artistica del Parmense, II volume, Parma, Artegrafica Silva, 1986.
  • Antonio Frizzi, Memorie storiche della nobile famiglia Bevilacqua, Parma, Reale Stamperia, 1779.
  • Carlo Innocenzo Frugoni, Poesie dell'abate Carlo Innocenzo Frugoni fra gli arcadi comante eginetico, Tomo X, Lucca, presso Francesco Bonsignori, 1779.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.

Voci correlate

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