Banari
Banari comune | |
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(IT) Banari (SC) Bànari | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Francesco Basciu (lista civica) dall'11-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 40°34′15.49″N 8°41′56.49″E / 40.570969°N 8.699026°E |
Altitudine | 419 m s.l.m. |
Superficie | 21,25 km² |
Abitanti | 521[1] (30-9-2022) |
Densità | 24,52 ab./km² |
Comuni confinanti | Bessude, Florinas, Ittiri, Siligo |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 07040 |
Prefisso | 079 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 090007 |
Cod. catastale | A606 |
Targa | SS |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Nome abitanti | (IT) banaresi (SC) banaresos |
Patrono | san Lorenzo Martire |
Giorno festivo | 10 agosto |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Banari (Bànari in sardo[3]) è un comune italiano di 521 abitanti della provincia di Sassari in Sardegna, nel Meilogu. Dista 47 km da Alghero e 30 da Sassari.
Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]
Il toponimo Banari potrebbe derivare etimologicamente dal nome della popolazione nuragica dei Balari.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il territorio fu abitato fin dal Neolitico, come testimoniano antiche strutture sepolcrali (Domus de Janas) risalenti al 1800-1500 a.C. ed alcuni nuraghi presenti nella zona.
A partire dal 238 a.C. entrò a far parte della dominazione romana, come testimonia una necropoli nei pressi del paese.
Nel Medioevo appartenne al Giudicato di Torres e fece parte della curatoria di Meilocu. Alla caduta del giudicato (1259) passò sotto il dominio della famiglia genovese dei Doria. Dopo la guerra sardo-catalana (1353-1420) entrò a far parte della Sardegna aragonese, fece parte della Contea di Montesanto e data in feudo a Blasco Alagon. Dopo essere passato sotto la signoria di diversi feudatari, il paese fu riscattato all'ultimo signore, Maurizio Musso conte di Montesanto, nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, per cui divenne un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale. Nel 1882 chiede l'autonomia del seggio elettorale e nel 1885 ottiene la separazione elettorale dal comune di Siligo.
Simboli[modifica | modifica wikitesto]
Lo stemma e il gonfalone del comune di Banari sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 21 giugno 1994.[4]
«Campo di cielo, all'olivo di verde, fustato al naturale, nodrito nella campagna di verde, caricata di due fasce di azzurro, sormontato dal sole d'oro, accompagnato a sinistra dalla pecora d'argento, riposante sulla campagna, con la testa rivolta. Ornamenti esteriori da Comune.» |
(D.P.R. 21 giugno 1994) |
Il gonfalone è un drappo di bianco.
Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]
Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]
I principali edifici religiosi del paese sono
- la chiesa parrocchiale di San Lorenzo,
- la chiesa di San Michele,
- l'oratorio di Santa Croce,
- e la chiesa campestre di Santa Maria di Cea.
Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]
Nel territorio si contano cinque nuraghi, tre dei quali quasi irriconoscibili e due discretamente conservati.
Società[modifica | modifica wikitesto]
Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]
Abitanti censiti[5]

Tradizione e folclore[modifica | modifica wikitesto]
Le principali festività religiose sono:
- la festa di san Lorenzo martire: 9, 10 e 11 agosto
- la festa di san Michele arcangelo: 28 e 29 settembre
- la festa al monastero di Santa Maria di Cea: 25 marzo e 8 settembre
Lingua e dialetti[modifica | modifica wikitesto]
La variante del sardo parlata a Banari è quella logudorese settentrionale.
Curiosità[modifica | modifica wikitesto]
Dal paese prende nome la cipolla di Banari.
Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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6 giugno 1993 | 27 aprile 1997 | Antonio Paolo Licheri | PDS | Sindaco | [6] |
27 aprile 1997 | 13 maggio 2001 | Antonio Paolo Licheri | liste civiche di centro-sinistra | Sindaco | [7] |
13 maggio 2001 | 28 maggio 2006 | Gianpiero Cordedda | lista civica | Sindaco | [8] |
28 maggio 2006 | 15 maggio 2011 | Gianpiero Cordedda | lista civica | Sindaco | [9] |
15 maggio 2011 | 5 giugno 2016 | Gianpiero Cordedda | lista civica "Uniti per Banari" | Sindaco | [10] |
6 giugno 2016 | 11 ottobre 2021 | Antonio Carboni | lista civica "Uniti per Banari" | Sindaco | [11] |
11 ottobre 2021 | in carica | Francesco Basciu | lista civica "Attivamente Banari" | Sindaco | [12] |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 settembre 2022.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 59, ISBN 88-11-30500-4.
- ^ Banari, decreto 1994-06-21 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 23 luglio 2022.
- ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Comunali 06/06/1993, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 27/04/1997, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 13/05/2001, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 28/05/2006, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 15/05/2011, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 05/06/2016, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali Sardegna 10/11 ottobre 2021, su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 17 ottobre 2021.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Francesco D'Austria-Este Descrizione della Sardegna 1812
- Gustavo Strafforello La Provincia di Sassari alla fine dell'Ottocento
- G. Deriu, scheda "Banari", in Studio sui centri storici medioevali del Meilogu, Bonorva, Comunità Montana N. 5, 1991, ora in L'insediamento umano medioevale nella curatoria di "Costa de Addes", Sassari, Magnum, 2000.
- G. Deriu - S. Chessa, L'assetto territoriale dell'odierno Meilogu dall'Alto Medioevo ai nostri giorni con particolare riferimento alle curatorie di Meilogu e Costa de Addes, Cargeghe, Documenta, 2011; Cagliari, Logus Mondi Interattivi, 2012.
- S. Flore, Banari - Retrattos e Memorias, Porto Torres, La Grafica, 2005.
- G. Deriu - S. Chessa, "Il priorato di Santa Maria di Sea o Cea (Banari): ospedaliero o vallombrosano?", in Meilogu, tomo II, Cargeghe, Documenta, 2014; approfondimento in Supplemento al tomo II di Meilogu, Muros, Nuova Stampa Color, 2014.
- David Cheney, Archbishop Diego Marongiu Del Rio,su Catholic-Hierarchy.org.
- Francesco Floris (a cura di), La grande enciclopedia della Sardegna: eventi storici, politici e culturali, artistici, letterari, sportivi, religiosi, soldati e attori, gastronomia, costumi e bellezze naturali dalle culture prenuragiche fino ai grandi avvenimenti del nostro secolo, Roma - Cagliari, Newton & Compton - Edizioni della Torre, 2002, ISBN 9788882897482, OCLC 879899382.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Banari
Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Banari
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su comune.banari.ss.it.
- La scheda del comune nel portale Comunas della Regione Sardegna, su comunas.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 137073777 |
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