Luogosanto

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Luogosanto
comune
(IT) Luogosànto
(SDN) Locusàntu
Luogosanto – Stemma
Luogosanto – Bandiera
Luogosanto – Veduta
Luogosanto – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
Provincia Sassari
Amministrazione
SindacoAgostino Piredda (lista civica) dal 31-5-2015 (2º mandato dal 26-10-2020)
Territorio
Coordinate41°03′00.94″N 9°12′21.55″E / 41.050262°N 9.205985°E41.050262; 9.205985 (Luogosanto)
Altitudine321 m s.l.m.
Superficie135,07 km²
Abitanti1 798[1] (31-12-2023)
Densità13,31 ab./km²
Comuni confinantiAglientu, Arzachena, Luras, Tempio Pausania
Altre informazioni
Cod. postale07020
Prefisso079
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT090036
Cod. catastaleE747
TargaSS
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) luogosantesi
(SDN) locusantesi
PatronoNostra Signora di Luogosanto
Giorno festivo8 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Luogosanto
Luogosanto
Luogosanto – Mappa
Luogosanto – Mappa
Posizione del comune di Luogosanto
nella provincia di Sassari
Sito istituzionale

Luogosanto (Locusantu in gallurese, Logusantu in sardo[3]) è un comune italiano di 1 798 abitanti[1] della provincia di Sassari nella subregione storica della Gallura. È situato a 321 metri sul livello del mare, nel cuore della Gallura, ai piedi della collina di "Monti Ghjuanni". Fa parte dell'Unione dei Comuni "Alta Gallura".

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio è abitato già dall'epoca nuragica: infatti nel territorio è presente un grande complesso nuragico. In epoca medievale fece parte della curatoria di Montargia, nel Giudicato di Gallura. Nel X secolo fu oggetto di incursioni da parte dei saraceni e, poco dopo, venne messa a dura prova da atroci pestilenze che costarono la vita a gran parte della popolazione. Due secoli più tardi vi venne eretto un castello, dove si insediò il giudice di Gallura Comita Spanu e poi la vedova del giudice Torchitario de Zori. La nascita del centro attuale risale al XIII secolo, ricostruito, come sostengono alcuni, dai Francescani, e a questo si dovrebbe il nome. Alla caduta del giudicato (1296), con la morte dell'ultimo giudice Nino Visconti, divenne possedimento d'oltremare della Repubblica di Pisa. Passò poi nel regno di Sardegna con la conquista aragonese a partire dal 1324. Alla metà del XV secolo, il paese si spopolò e solo duecento anni dopo alcuni pastori iniziarono ad edificare i loro stazzi in queste terre. In questo periodo il paese fu interessato anche dalla grave piaga del banditismo e del contrabbando, trovandosi proprio nella rotta tra Tempio e Santa Teresa di Gallura, storico porto di traffici illeciti con la Corsica.

Il paese fu riscattato agli ultimi feudatari nel 1839 con l'abolizione del sistema feudale.

Nel corso dell'Ottocento il paese seguì le sorti di Tempio Pausania; poi a partire dagli inizi del XX secolo le buone terre di questo paese iniziarono a dare i loro frutti, viticoltura e pastorizia erano i settori trainanti, per una rinascita che, nel 1947, rese l'autonomia comunale a Luogosanto.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del comune di Luogosanto sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 18 gennaio 1988.[4]

«Stemma partito semitroncato: nel primo, d'oro, al bronzetto nuragico, di nero, effigiante il guerriero con elmo, corta tunica e pugnaletto; nel secondo, di azzurro, al sole d'oro; nel terzo, di rosso, alle tre spighe di grano, impugnate, d'oro, legate dello stesso. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

La porta Santa in bronzo della basilica di Luogosanto, opera dello scultore Luca Luchetti, aperta. I tre quadri raccontano la storia della chiesa stessa, legata al culto di Maria bambina e riferita ad una apparizione della stessa.
Chiesa San Trano

A Luogosanto si contano ben ventidue chiese (tra cui la chiesa di San Michele in loc. Canaili, ricadente topograficamente nel comune di Luras). Nell'eremo di San Trano furono rinvenute le reliquie dei santi anacoreti Nicola e Trano, che sarebbero vissuti nei pressi della chiesa. Il santuario si trova a sud, poco distante dal paese, sopra un rilievo granitico con vista panoramica sulle bocche di Bonifacio. Nella piccola grotta in cui vennero recuperate le ossa dei santi, custodita tra le mura della chiesa, è stato inserito un altare ricavato da un unico blocco di pietra.

La chiesa più importante del paese è la basilica di Nostra Signora di Luogosanto, edificata nel XIII secolo in forme romaniche alla quale papa Onorio III concesse il titolo di basilica minore, dopo alcuni secoli viene arricchita del privilegio della Porta santa, della quale si hanno notizie negli archivi parrocchiali a partire dal 1700. Fino agli anni settanta veniva murata, poi venne realizzata una porta in bronzo dallo scultore Luca Luchetti, che aperta ogni sette anni per un anno intero divenendo meta di pellegrinaggio per migliaia di fedeli. Dal 1982, il 2 giugno, si svolge tutti gli anni un pellegrinaggio notturno a piedi da Calangianus alla basilica di Nostra Signora di Luogosanto, che coinvolge centinaia di fedeli. In direzione Arzachena si trova la chiesa di Santo Stefano.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

In direzione Arzachena sorge il castello di Balaiana, residenza estiva del giudice di Gallura, seppur gravemente danneggiato conserva intatti diversi ambienti. Nelle immediate vicinanze, ancora in ottime condizioni, è presente la chiesetta di San Leonardo che svolgeva la funzione di cappella.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Sulla strada per Arzachena, dopo pochi chilometri sulla sinistra, sorge invece il palazzo di Baldu, più verosimilmente abitazione di un governatore in quanto sprovvisto di fortificazioni.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[5]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 72 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Il dialetto parlato a Luogosanto è il gallurese.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 16 aprile 2000 Rosario Fedele Azara liste civiche di centro-sinistra Sindaco [6]
16 aprile 2000 8 maggio 2005 Mario Scampuddu lista civica Sindaco [7]
8 maggio 2005 30 maggio 2010 Mario Scampuddu lista civica Sindaco [8]
30 maggio 2010 31 maggio 2015 Antonio Scampuddu lista civica Luogosanto viva Sindaco [9]
31 maggio 2015 26 ottobre 2020 Agostino Piredda lista civica Tutti uniti per Luogosanto Sindaco [10]
26 ottobre 2020 in carica Agostino Piredda lista civica "Tutti uniti per Luogosanto" Sindaco [11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2023.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 365, ISBN 88-11-30500-4.
  4. ^ Luogosanto, decreto 1988-01-18 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 24 luglio 2022.
  5. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28 dicembre 2012.
  6. ^ Comunali 23/04/1995, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  7. ^ Comunali 16/04/2000, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  8. ^ Comunali 08/05/2005, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  9. ^ Comunali 30/05/2010, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  10. ^ Comunali 31/05/2015, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  11. ^ Comunali 25/10/2020 [collegamento interrotto], su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 25 gennaio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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