Luigi Einaudi: differenze tra le versioni
Nessun oggetto della modifica |
m →Collegamenti esterni: fix |
||
Riga 289: | Riga 289: | ||
== Collegamenti esterni == |
== Collegamenti esterni == |
||
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-einaudi/ Einàudi, Luigi] la voce nella ''Treccani.it L'Enciclopedia Italiana''. <small>URL visitato il 21 |
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-einaudi/ Einàudi, Luigi] la voce nella ''Treccani.it L'Enciclopedia Italiana''. <small>URL visitato il 21 dicembre 2012</small> |
||
* [http://www.quirinale.it/qrnw/statico/ex-presidenti/Einaudi/ein-biografia.htm Biografia sul sito della Presidenza della Repubblica] |
* [http://www.quirinale.it/qrnw/statico/ex-presidenti/Einaudi/ein-biografia.htm Biografia sul sito della Presidenza della Repubblica] |
||
* [http://www.fondazioneeinaudi.it Fondazione Luigi Einaudi di Torino] |
* [http://www.fondazioneeinaudi.it Fondazione Luigi Einaudi di Torino] |
||
* [http://www.centroeinaudi.it/ Centro di Ricerca e Documentazione "Luigi Einaudi"] |
* [http://www.centroeinaudi.it/ Centro di Ricerca e Documentazione "Luigi Einaudi"] |
||
* [http://archiviostorico.corriere.it/2008/maggio/11/Luigi_Einaudi_liberta_economica_come_co_9_080511023.shtml ''Luigi Einaudi: la libertà economica come risorsa etica''] articolo di [[Piero Ostellino]], ''Corriere della Sera'', 11 maggio 2008, p. 31, Archivio storico. <small>URL visitato il 9 |
* [http://archiviostorico.corriere.it/2008/maggio/11/Luigi_Einaudi_liberta_economica_come_co_9_080511023.shtml ''Luigi Einaudi: la libertà economica come risorsa etica''] articolo di [[Piero Ostellino]], ''Corriere della Sera'', 11 maggio 2008, p. 31, Archivio storico. <small>URL visitato il 9 luglio 2012</small> |
||
{{Box successione |
{{Box successione |
Versione delle 17:07, 2 gen 2015
Luigi Einaudi | |
---|---|
2º Presidente della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 12 maggio 1948 – 11 maggio 1955 |
Capo del governo | Alcide De Gasperi Giuseppe Pella Amintore Fanfani Mario Scelba |
Predecessore | Enrico De Nicola |
Successore | Giovanni Gronchi |
Ministro del Bilancio | |
Durata mandato | 6 giugno 1947 – 24 maggio 1948 |
Presidente | Alcide De Gasperi |
Successore | Giuseppe Pella |
Governatore della Banca d'Italia | |
Durata mandato | 1945 – 1948 |
Predecessore | Vincenzo Azzolini |
Successore | Donato Menichella |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Liberale Italiano |
Università | Università degli Studi di Torino |
Firma |
Luigi Einaudi (Carrù, 24 marzo 1874 – Roma, 30 ottobre 1961) è stato un economista, politico e giornalista italiano, secondo Presidente della Repubblica Italiana. Template:Membro delle istituzioni italiane Template:Membro delle istituzioni italiane Template:Membro delle istituzioni italiane
Intellettuale ed economista di fama mondiale, Luigi Einaudi è considerato uno dei padri della Repubblica Italiana. Suo figlio, Giulio, fondò la famosa casa editrice che porta il suo nome.
Vice Presidente del Consiglio dei ministri, Ministro delle Finanze, del Tesoro e del Bilancio nel IV Governo De Gasperi, tra il 1945 e il 1948 fu Governatore della Banca d'Italia. Dal 1948 al 1955 fu Presidente della Repubblica Italiana. Come Capo dello Stato ha conferito l'incarico a quattro Presidenti del Consiglio: Alcide De Gasperi (1948-1953), Giuseppe Pella (1953-1954), Amintore Fanfani (1954) e Mario Scelba (1954-1955); ha nominato otto senatori a vita, nel 1949 Guido Castelnuovo e Arturo Toscanini (che rinunciò alla nomina), nel 1950 Pietro Canonica, Trilussa, Gaetano De Sanctis e Pasquale Jannaccone, infine nel 1952 Luigi Sturzo e Umberto Zanotti Bianco.
Non poté nominare alcun Giudice della Corte costituzionale in quanto quest'ultima venne istituita nel 1956, proprio un anno dopo la scadenza del suo mandato, su impulso determinante del suo successore, Giovanni Gronchi.
Biografia
Nasce a Carrù (in Piemonte, nella provincia di Cuneo) da Lorenzo, concessionario della riscossione delle imposte, e Placida Fracchia. Rimasto orfano di padre nel 1888, si trasferisce a Dogliani, città natale della madre.
Dopo aver studiato a Savona, viene mandato al Convitto nazionale Umberto I di Torino e si diploma al Liceo classico Cavour della stessa città con il massimo dei voti, per poi compiere gli studi universitari presso l'ateneo torinese, dove frequenta il Laboratorio di economia politica di Salvatore Cognetti de Martiis.
Attività politica
Nel periodo degli studi universitari, Einaudi si avvicina al movimento socialista e collabora con la rivista Critica sociale, diretta da Filippo Turati. La collaborazione con Critica sociale dura un decennio e si conclude con il distacco dai socialisti e il progressivo spostamento, a partire dai primi anni del Novecento, su posizioni sempre più apertamente liberiste. Nel 1895 ottiene la laurea in giurisprudenza. Copre la cattedra di Scienza delle finanze all'Università di Torino, l'incarico di Legislazione industriale ed Economica politica del Politecnico di Torino e l'incarico di Scienza delle finanze all'Università Bocconi di Milano.
Il 6 ottobre 1919 è nominato senatore del Regno da Francesco Saverio Nitti. Nel novembre del 1924 aderisce all'Unione Nazionale di Giovanni Amendola e, nel 1925, è tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Benedetto Croce.
Con l'avvento della dittatura fascista è costretto a limitare la sua attività accademica e ad interrompere quella politica. Esule in Svizzera, continuò la corrispondenza con molti intellettuali antifascisti, tra i quali Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, autori del «Manifesto di Ventotene»[1].
Poco tempo dopo la caduta del fascismo, il 31 agosto 1943 viene nominato rettore dell'Università di Torino; torna a collaborare con il Corriere della Sera. Dopo l'8 settembre (e la conseguente invasione dell'Italia da parte dei nazisti) si rifugia in Svizzera dove scrive le Lezioni di politica sociale; rientra in Italia il 9 dicembre 1944; in questo periodo ha redatto una serie di articoli economici e politici per Il Risorgimento Liberale.
Nominato Governatore della Banca d'Italia, ricopre l'incarico dal 5 gennaio 1945 all'11 maggio 1948. Pur essendo un convinto monarchico[2] (vedere i Diari) viene nominato componente della Consulta Nazionale dal 1945 al 1946.
Viene eletto deputato all'Assemblea Costituente nel 1946 come rappresentante dell'Unione Democratica Nazionale e dà un autorevole contributo ai lavori. È senatore di diritto del Senato della Repubblica nel 1948 ai sensi della terza disposizione transitoria della Costituzione. Nel IV Governo De Gasperi (1947-1948) è Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Finanze e del Tesoro; successivamente (1947), è Ministro del Bilancio (conservando l'incarico di Vice Presidente).
La sua politica economica di quegli anni, caratterizzata da una diminuzione della tassazione interna e dei dazi doganali, pose le basi per il boom economico degli anni cinquanta e sessanta.
Elezione a Presidente della Repubblica
Viene eletto secondo Presidente della Repubblica Italiana l'11 maggio 1948 (al quarto scrutinio con 518 voti su 872). Inizialmente il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi aveva candidato il ministro degli Esteri Carlo Sforza, la candidatura era appoggiata anche da una parte del fronte democratico-laico, ma incontrava la netta opposizione delle sinistre. Sebbene sulla carta disponesse di un'ampia maggioranza, Sforza non riuscì a ottenere i voti di tutti i parlamentari democristiani: contraria era in particolare la corrente di sinistra guidata da Giuseppe Dossetti storico fondatore del movimento che appunto prese da lui il nome di «Dossettismo».
Dopo i primi due scrutini la dirigenza democristiana prese atto delle difficoltà incontrate da Sforza e decise di candidare Einaudi. La nuova candidatura incontrò la disponibilità dei comunisti a sostenerla. Allo scadere del mandato nel 1955 diviene senatore a vita. Tra le opere pubblicate dopo la fine del mandato presidenziale ha molto successo il volume di ricordi Lo scrittoio del Presidente.
Muore a Roma il 30 ottobre 1961 e la salma viene tumulata nel cimitero di Dogliani il 2 novembre 1961.
Attività accademica
Einaudi fu membro di numerose accademie, italiane e internazionali:
- italiane
- socio e Vicepresidente della Accademia dei Lincei;
- socio della Accademia delle Scienze di Torino;
- membro del Consiglio Direttivo dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici fondato da Benedetto Croce.
- internazionali
- socio dell'«Institut International de Statistique» de L'Aia, dell'«Econometric Society» di Chicago, dell'American Academy of Political and Social Science di Filadelfia;
- socio onorario dell'American Academy of Arts and Sciences di Boston, dell'«American Economic Association», della «Economic History Association» di New York;
- Presidente onorario della International Economic Association;
- socio corrispondente della «Société d'Économie Politique» di Parigi;
- Vice Presidente della «Economic History Society» di Cambridge;
- socio corrispondente del «Cobden Club» di Londra e della «Österreichische Akademie der Wissenschaften» di Vienna.
Gli sono state conferite le lauree "honoris causa" dalla Università di Oxford, dalla Università di Parigi, dalla Università di Trieste e dalla Università di Algeri.
Attività pubblicistica
Einaudi scrisse vari articoli per il principale quotidiano di Torino, La Stampa, e per il Corriere della Sera di Milano. Lasciò l'attività giornalistica nel 1926, a causa dell'avvento del fascismo. Fu però corrispondente finanziario ed economico del settimanale The Economist e diresse la rivista La Riforma Sociale dal 1900 al 1935[3] e la Rivista di Storia Economica dal 1936 al 1943.
Einaudi fu autore di numerose pubblicazioni scientifiche, soprattutto nelle materie economiche, alcune delle quali sono state tradotte nelle principali lingue straniere.
Pensiero politico
Esponente del pensiero liberista e federalista europeo, Einaudi è convinto che il liberalismo debba svilupparsi concretamente in tutti gli aspetti della vita politica, sociale ed economica di un uomo. Per questo era spesso in disaccordo con Francesco Saverio Nitti, tant'è che Einaudi si oppose al suo disegno di legge sulla monopolizzazione delle assicurazioni sulla vita che, poi, porterà alla nascita dell'INA.[4]
Einaudi introduce alcune novità nella politica economica dei liberali italiani: a suo parere vi è una mutua implicazione tra liberalismo e liberismo, discostandosi in questo dalle teorie di Benedetto Croce, che preconizzava il liberalismo italiano come un affare innanzitutto morale. La parola liberismo infatti, che in inglese non trova una traduzione che la distingua dal liberalismo, è stata creata appositamente da Benedetto Croce[senza fonte] per differenziare le libertà economiche dalle libertà civili, attribuendo alle seconde un rango nettamente superiore alle prime. Einaudi invece, pur riconoscendo questa distinzione, ne riduce le distanze affermando che le libertà civili e le libertà economiche siano reciprocamente dipendenti: ciascuna forma di libertà emerge solo in presenza delle altre.
Secondo Einaudi, il liberismo non è semplice economicismo. Rifacendosi ai classici anglosassoni del pensiero liberale (John Stuart Mill e John Locke su tutti), egli esalta l'individualità, la libertà d'iniziativa, il pragmatismo. La libertà funziona solamente laddove è esplicata nella sua completezza: un liberale "completo" è anche "liberista", perché tenta di applicare una reale corrispondenza tra ideale di libertà e società concretamente libera.
Secondo Einaudi, in un regime statalista la vita sociale ed economica è destinata alla stagnazione: l'individuo si perfeziona solo se è libero di realizzarsi come meglio crede; il liberalismo educa gli uomini perché insegna loro ad autorealizzarsi. La meritocrazia risulta strettamente connessa a un'economia di mercato: l'individuo più competente o creativo può rendere migliore l'azienda e quindi viene assunto. Einaudi stesso ha curato direttamente la conduzione della sua azienda agricola presso Dogliani, applicandovi le tecniche di coltivazione più moderne.
L'autorealizzazione può portare allo scontro tra individui con interessi concorrenti. Questo genere di lotta è però una lotta di progresso: gli uomini sono così costretti ad assumersi la responsabilità (guadagni e fallimenti) delle proprie imprese economiche, senza gravare su altri individui, come invece accade in uno stato assistenziale.
L'ideale liberale è un ideale in costante mutamento: può essere oggetto di critica perché nasce e si nutre di ideali concorrenti. Il liberalismo vive del contrasto.
Per Einaudi, con l'eccesso di statalismo si rischia di "impigrire" l'individuo. Portato a disinteressarsi e a non assumersi responsabilità, si lascerà "trasportare dalla corrente", accettando con fatalismo anche illegalità e cattivi servizi, percependoli come prassi. Il liberalismo, diversamente, è una pratica più dura, ma attraverso l'autorealizzazione riesce a responsabilizzare i cittadini.
Una società libera ha bisogno di istituzioni minime e basate sulla trasparenza, in modo che siano più vicine al cittadino e da lui facilmente utilizzabili o contestabili: federalismo e decentramento rispondono bene a queste esigenze; Einaudi punta ad un federalismo europeo, con ciò a dire una sola politica economica, un forte esercito europeo in grado di tenere a bada le pressioni provenienti da oriente e in grado di confrontarsi paritariamente con gli USA. Einaudi non vuole la dissoluzione dei singoli stati ma auspica una federazione europea dotata di varie libertà, soprattutto economiche.
Muore a Roma nel 1961; fino ai primi di ottobre dello stesso anno, il “Corriere della Sera” pubblica i suoi articoli nella rubrica Le prediche della domenica.
Opere
- Monografia economico-agraria del comune di Dogliani: proveniente dal Laboratorio di economia politica della R. Universita di Torino. Mondovì, Tipografia e libreria Issoglio, 1894
- A favore dei contratti differenziali. Torino, Roux Frassati e c., 1896
- La distribuzione della ricchezza nel Massachussetts. Bologna, Garagnani, 1897
- Un principe mercante: studio sulla espansione coloniale italiana. Torino, Bocca, 1900
- L'arbitrato industriale. Torino, Roux e Viarengo, 1903
- Guida schematica per lo studio della scienza delle finanze: anno accademico 1902-1903 del chiar.mo prof. L. Einaudi. Torino, Tip. lit. Brandoni e Gili, 1903
- Lezioni di economia e legislazione industriale: anno 1903-904 del chiarissimo prof. L. Einuadi. Torino, Lit. F. Gili, 1904
- Lezioni di scienza delle finanze e diritto finanziario: anno scolastico 1903-904 del chiar. prof. Luigi Einaudi. Torino, Tip. lit F. Gili, 1904
- Le entrate pubbliche dello Stato Sabaudo nei bilanci e nei conti dei Tesorieri durante la guerra di successione Spagnola. Torino, Stamperia Reale della ditta G.B. Paravia e C., 1907 [1]
- La finanza sabauda all'aprirsi del secolo XVIII e durante la guerra di successione spagnuola. Torino, Società tipografico-editrice nazionale, 1908
- A proposito della Tripolitania: considerazioni economiche e finanziarie. Torino, Società tipografico-editrice nazionale, 1911
- I fasti italiani degli aspiranti trivellatori della Tripolitania. Torino, Società tipografico-editrice nazionale, 1912
- Corso di scienza della finanza tenuto dal Prof. Luigi Einaudi nella R. Università di Torino e nella Università commerciale L. Bocconi di Milano. Torino, la Riforma sociale, 1916
- La garanzia dei depositi bancari. Milano, Associazione Bancaria Italiana, 1922
- Le lotte del lavoro. Torino, P. Gobetti, 1924
- Il sistema tributario italiano. Torino, Einaudi, 1939
- Miti e paradossi della giustizia tributaria. Torino, Einaudi, 1940
- La terra e l'imposta. Torino, Einaudi, 1942
- I problemi economici della federazione europea. Milano, La fiaccola, 1945
- Principi di scienza delle finanze. Torino, Einaudi, 1948
- La guerra e l'unità europea. Milano, Edizioni Comunità, 1953
- Il buongoverno: saggi di economia e politica: (1897-1954). (a cura di Ernesto Rossi). Bari, Laterza, 1955
- Lo scrittoio del presidente: 1948-1955. Torino, Einaudi, 1956
- Prediche inutili. Torino, Einaudi, 1956
- Lezioni di politica sociale. Torino, Edizioni scientifiche Einaudi, 1958
- Saggi sul risparmio e l'imposta. Torino, Einaudi, 1965
- Scritti economici, storici e civili. (a cura di Ruggiero Romano). Milano, A. Mondadori, 1983
- Le prediche della domenica, Einaudi, Collana "Gli struzzi", Torino, 1987
- Il padre dei fratelli Cervi. Roma, Nottetempo, 2004
- La libertà della scuola, Macerata, Liberilibri, 2009
Articoli in rete
- La Società delle Nazioni è un ideale possibile? (Corriere della Sera, 5 gennaio 1918)
- Tracotanze protezionistiche (Corriere della Sera, 12 novembre 1919)
- Via il Prefetto (Gazzetta ticinese, 17 luglio 1944)
- Contro la proporzionale (Gazzetta ticinese, 4 novembre 1944,)
Onorificenze
Onorificenze italiane
Nella sua qualità di Presidente della Repubblica italiana è stato, dal 12 maggio 1948 all'11 maggio 1955:
Personalmente è stato insignito del titolo di:
Onorificenze straniere
Note
- ^ Daniela Preda, Alcide De Gasperi federalista europeo, Bologna, Il Mulino, 2004, p. 204
- ^ Il 24 maggio 1946 Luigi Einaudi pubblica sul quotidiano L'Opinione un articolo a 4 colonne dal titolo Perché voterò per la monarchia.
- ^ La rivista, dal 1933, fu edita dalla casa editrice fondata dal figlio Giulio.
- ^ Riccardo Faucci, Luigi Einaudi, UTET, Torino, 1986, p.44
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 26 marzo 2011.
Bibliografia
- Accademia delle scienze di Torino, Commemorazione di Luigi Einaudi nel centenario della nascita (1874-1974), Torino, Fondazione Luigi Einaudi, 1975.
- Nicola Acocella (a cura di), Luigi Einaudi: studioso, statista, governatore, Carocci, Roma, 2010, ISBN 978-88-430-5660-6.
- Anselmo Bernardino, Vita di Luigi Einaudi, Padova, CEDAM, 1954.
- Claudio Cressati, L'unità europea nel pensiero e nell'opera di Luigi Einaudi, Torino, G. Giappichelli, 1990.
- Riccardo Faucci, «EINAUDI, Luigi» in Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 42, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1993.
- Riccardo Faucci, La scienza economica in Italia, 1850-1943: da Francesco Ferrara a Luigi Einaudi, Napoli, Guida, 1982. ISBN 88-7042-186-4.
- Luigi Firpo, Bibliografia degli scritti di Luigi Einaudi (dal 1893 al 1970), Torino, Fondazione Luigi Einaudi, 1971.
- Dora Franceschi Spinazzola (a cura di), Catalogo della Biblioteca di Luigi Einaudi. Opere economiche e politiche dei secoli XVI-XIX, Torino, Fondazione Luigi Einaudi, 1981.
- Alberto Giordano, Il pensiero politico di Luigi Einaudi, Genova, Name, 2006. ISBN 88-87298-30-0.
- Paolo Guzzanti, I presidenti della Repubblica da De Nicola a Cossiga Roma, Laterza, 1992.
- Giacomo Iametti, Il Primo Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, EPAP, 2010.
- Roberto Marchionatti (a cura di), "From our Italian correspondent", Luigi Einaudi's articles in The Economist, 1908-1946, Firenze, Leo S. Olschki editore, 2000.
- Antonio Maria Fusco, "Luigi Einaudi e il cosiddetto 'principio del punto critico'", nel volume di A. M. Fusco "Postille a scritti vari d'economia", 2002, pp. 28- 38.
- Stefano Poddi, Luigi Einaudi - Un uomo d'altri tempi, 1ª parte Panorama Numismatico n. 233 ottobre 2008, 2ª parte Panorama Numismatico n. 234 novembre 2008.
- Segretariato generale della Presidenza della Repubblica, Discorsi e messaggi del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, due volumi, Roma, Bulzoni, 2005.
- Andrea Villani, Gli economisti, la distribuzione, la giustizia: Luigi Einaudi, Friedrich von Hayek, John Maynard Keynes, Milton Friedman, Milano, I.S.U. Università Cattolica, 2003. ISBN 88-8311-227-X.
- Paolo Silvestri, Il liberalismo di Luigi Einaudi o del buongoverno, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2008.
- Paolo Heritier, Paolo Silvestri (Eds.), Good government, Governance, Human complexity. Luigi Einaudi's legacy and contemporary societies, Leo Olschki, Firenze, 2012.
- Paolo Silvestri, The ideal of good government in Luigi Einaudi’s Thought and Life: Between Law and Freedom, in Paolo Heritier, Paolo Silvestri (Eds.), Good government, Governance, Human complexity. Luigi Einaudi's legacy and contemporary societies, Leo Olschki, Firenze, 2012, pp. 55-95.
Voci correlate
- Giulio Einaudi
- Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 1948
- Linea Einaudi
- Capi di Stato d'Italia
- Palazzo del Quirinale
- Presidente della Repubblica Italiana
- Presidenti della Repubblica Italiana
- Festa della Repubblica Italiana
- Vittoriano
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina dedicata a Luigi Einaudi
- Wikiquote contiene citazioni di o su Luigi Einaudi
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Luigi Einaudi
Collegamenti esterni
- Einàudi, Luigi la voce nella Treccani.it L'Enciclopedia Italiana. URL visitato il 21 dicembre 2012
- Biografia sul sito della Presidenza della Repubblica
- Fondazione Luigi Einaudi di Torino
- Centro di Ricerca e Documentazione "Luigi Einaudi"
- Luigi Einaudi: la libertà economica come risorsa etica articolo di Piero Ostellino, Corriere della Sera, 11 maggio 2008, p. 31, Archivio storico. URL visitato il 9 luglio 2012
Controllo di autorità | VIAF (EN) 56623995 · ISNI (EN) 0000 0003 6857 2905 · SBN CFIV026671 · BAV 495/141639 · LCCN (EN) n50070289 · GND (DE) 118688383 · BNE (ES) XX833655 (data) · BNF (FR) cb120277056 (data) · J9U (EN, HE) 987007260609905171 · NSK (HR) 000642774 · CONOR.SI (SL) 125195875 |
---|
- Economisti italiani del XX secolo
- Politici italiani del XX secolo
- Giornalisti italiani del XX secolo
- Nati nel 1874
- Morti nel 1961
- Nati il 24 marzo
- Morti il 30 ottobre
- Nati a Carrù
- Morti a Roma
- Deputati della Consulta Nazionale
- Deputati dell'Assemblea Costituente
- Presidenti della Repubblica Italiana
- Governatori della Banca d'Italia
- Senatori a vita italiani
- Senatori della I Legislatura della Repubblica Italiana
- Politici del Partito Liberale Italiano
- Liberali
- Cavalieri di gran croce OMRI decorati di gran cordone
- Giornalisti legati a Roma
- Politici legati a Roma
- Accademici dei Lincei
- Membri dell'Accademia delle Scienze di Torino
- Ministri del Bilancio della Repubblica Italiana
- Ministri delle Finanze e del Tesoro della Repubblica Italiana
- Economisti legati a Roma