Giuseppe Pella

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Giuseppe Pella
Giuseppe Pella nel 1963

Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Durata mandato17 agosto 1953 –
19 gennaio 1954
Capo di StatoLuigi Einaudi
PredecessoreAlcide De Gasperi
SuccessoreAmintore Fanfani

Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Durata mandato19 maggio 1957 –
1º luglio 1958
Capo del governoAdone Zoli
PredecessoreGiuseppe Saragat
SuccessoreAntonio Segni

Ministro delle finanze
Durata mandato6 giugno 1947 –
24 maggio 1948
Capo del governoAlcide De Gasperi
PredecessoreLuigi Einaudi
SuccessoreEzio Vanoni

Durata mandato18 febbraio 1972 –
26 giugno 1972
Capo del governoGiulio Andreotti
PredecessoreLuigi Preti
SuccessoreAthos Valsecchi

Ministro degli affari esteri
Durata mandato17 agosto 1953 –
19 gennaio 1954
PresidenteSe stesso
PredecessoreAlcide De Gasperi
SuccessoreAttilio Piccioni

Durata mandato20 maggio 1957 –
2 luglio 1958
PresidenteAdone Zoli
PredecessoreGaetano Martino
SuccessoreAmintore Fanfani

Durata mandato16 febbraio 1959 –
26 marzo 1960
Capo del governoAntonio Segni
PredecessoreAmintore Fanfani
SuccessoreAntonio Segni

Ministro del tesoro
Durata mandato24 maggio 1948 –
26 luglio 1951
Capo del governoAlcide De Gasperi
PredecessoreGustavo Del Vecchio
SuccessoreEzio Vanoni

Durata mandato2 febbraio 1952 –
17 agosto 1953
Capo del governoAlcide De Gasperi
PredecessoreEzio Vanoni
SuccessoreSilvio Gava

Presidente dell'Assemblea comune europea
Durata mandato1954 –
1956
PredecessoreAlcide De Gasperi
SuccessoreHans Furler

Presidente della 5ª Commissione Bilancio della Camera dei deputati
Durata mandato30 luglio 1958 –
10 marzo 1959
PredecessoreCarica creata
SuccessoreRodolfo Vicentini

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato5 giugno 1968 –
4 luglio 1976
LegislaturaV, VI
Gruppo
parlamentare
Democrazia Cristiana
CircoscrizionePiemonte
CollegioMondovì
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato25 giugno 1946 –
4 giugno 1968
LegislaturaAC, I, II, III, IV
Gruppo
parlamentare
Democrazia Cristiana
CircoscrizioneTorino
Incarichi parlamentari
  • Segretario della Seconda Commissione per l'esame dei Disegni di Legge (AC)
  • Componente della IV Commissione Finanze e Tesoro (I, II e IV leg.)
  • Componente della Commissione Speciale per la ratifica dei Trattati sul Mercato Comune e sull'Euratom (II leg.)
  • Rappresentante della Camera all'Assemblea della CECA (II leg.)
  • Presidente della Commissione Speciale per l'esame dei Disegni di Legge relativi ai Bilanci dei tre Ministeri finanziari per l'Esercizio Finanziario 1958-1959 (III leg.)
  • Componente della IV Commissione Giustizia (III leg.)
  • Componente della V Commissione Bilancio e Partecipazioni Statali (III leg.)
  • Componente della XII Commissione Industria e Commercio (III leg.)
  • Componente della Commissione Speciale per l'esame del Disegno di Legge relativo all'autorizzazione all'esercizio provvisorio del Bilancio 1963-1964 (IV leg.)
  • Componente della Commissione Speciale per l'esame del Disegno di Legge recante interventi per la ripresa economica nazionale (IV leg.)
  • Componente della Commissione Interparlamentare di studio dei problemi derivanti dall'Articolo 81 della Costituzione (IV leg.)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPPI (1920-1926)
DC (1943-1981)
Titolo di studioLaurea in scienze economiche e commerciali
ProfessioneCommercialista
FirmaFirma di Giuseppe Pella

Giuseppe Pella (Valdengo, 18 aprile 1902Roma, 31 maggio 1981) è stato un politico ed economista italiano.

È stato presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana dal 17 agosto 1953 al 18 gennaio 1954, succeduto ad Alcide De Gasperi, e più volte ministro della Repubblica, deputato all'Assemblea Costituente dal 1946 al 1948, deputato dal 1948 al 1968 e senatore dal 1968 al 1976.

La sua politica liberista e monetarista ha fortemente influito sulla ricostruzione italiana nel secondo dopoguerra e il conseguente miracolo economico.[1][2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovinezza ed entrata in politica[modifica | modifica wikitesto]

Nasce il 18 aprile 1902 a Valdengo, in provincia di Biella, secondogenito di Luigi Pella e Viglielmina Bona, gestori con un contratto di mezzadria di un piccolo podere.

Conseguita privatamente la licenza elementare, frequenta a Biella il triennio delle scuole tecniche, per approdare successivamente a Torino e diplomarsi in ragioneria presso l'Istituto Sommeiller nel 1920. Lo stesso anno, accanto a una prima esperienza lavorativa come procuratore del lanificio Lanzone di Sagliano Micca, si iscrive al corso di laurea in scienze economiche e commerciali presso il Regio Istituto superiore di Torino, dove si laurea nel 1924.

Insegna contabilità nazionale nelle Università di Roma e di Torino. Subito dopo la Liberazione aderisce alla Democrazia Cristiana, ma senza collocarsi in nessuna delle correnti in cui è diviso il partito.[3]

Ministro delle Finanze e del Tesoro[modifica | modifica wikitesto]

Ricopre il suo primo incarico governativo come sottosegretario di Stato al Ministero delle finanze (II e III governo De Gasperi), e nel IV governo De Gasperi è ministro delle Finanze.

Nei successivi governi dello statista trentino è Ministro del tesoro (V, VI, VII, VIII, 1948-1953), ricoprendo in alcune fasi anche l'interim del Bilancio; in questa veste persegue una politica liberista e monetarista, in continuità con la linea tracciata da Luigi Einaudi. Viene duramente criticato dalle sinistre d'opposizione (PCI e PSI) e anche dal gruppo di Dossetti, La Pira e Vanoni.

Gli esperti americani del piano Marshall, giunti a Roma per controllare l'utilizzazione dei fondi, rimangono sconcertati del fatto che nessuna parte dei fondi è stata usata per una politica di spesa pubblica di stampo rooseveltiano: il denaro è stato impiegato esclusivamente per mettere ordine nella finanza pubblica e per stabilizzare il bilancio dello Stato, seguendo il pensiero di Luigi Einaudi[4].

Presidente del Consiglio dei ministri[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Governo Pella.
Pella nel 1953

Dopo la crisi politica del 1953, con il fallimento dell'ultimo governo di Alcide De Gasperi (che non ottiene la fiducia), il 17 agosto 1953 il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, che era stato suo insegnante all'università, incarica Pella di formare un governo di cui viene sottolineata la provvisorietà[5]; è denominato infatti "governo d'affari" o "governo amministrativo" il cui unico compito è quello di arrivare all'approvazione della legge di bilancio (che all'epoca doveva avvenire entro il 30 ottobre di ogni anno), senza nessuno scopo politico.[5] A rafforzare il carattere tecnico del gabinetto, ne sono chiamati a far parte alcune personalità estranee alla politica (ad esempio l'avvocato dello Stato Salvatore Scoca alla Riforma burocratica, l'alto magistrato Antonio Azara alla Giustizia, l'ingegnere Modesto Panetti alle Poste).

In tale esecutivo Pella assume l'interim degli Esteri e del Bilancio. Come Ministro degli affari esteri ha uno scontro con il presidente jugoslavo Tito, il quale minacciava di invadere Trieste se gli anglo-americani, che ancora occupano la zona A del Territorio Libero di Trieste, ne consegnino l'amministrazione all'Italia. Pella minaccia di inviare le truppe sul confine orientale. La crisi, che può sfociare in un confronto militare, rientra solo dopo molti sforzi diplomatici delle potenze occidentali.

Lo stesso argomento in dettaglio: Questione triestina.

Il suo interventismo suscita reazioni opposte in Parlamento e negli organi di stampa: monarchici e MSI lo sostengono, i partiti di sinistra, e soprattutto il PCI, lo accusano di nazionalismo. Buona parte della DC rimane fredda, anche perché il governo britannico e quello statunitense vogliono mantenere buone relazioni con la Jugoslavia anche a costo di penalizzare l'Italia. Gli organi di stampa più sensibili alla questione dei confini orientali, invece, salutano Pella come un patriota e come statista coraggioso.

Pella si dimette il 12 gennaio 1954.

Attività e ministeri successivi[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'esperienza alla guida del governo, si dedica all'attività di partito partecipando alla fondazione di una corrente di destra, "Concentrazione", alla quale aderisce, tra gli altri, Giulio Andreotti. In tale veste, è uno dei promotori dell'elezione di Giovanni Gronchi alla Presidenza della Repubblica contro il candidato del segretario della DC Amintore Fanfani, l'indipendente Cesare Merzagora. Eletto Gronchi, Pella è candidato naturale alla Presidenza del Consiglio, ma il nuovo presidente della Repubblica gli preferisce Antonio Segni.

È ministro degli affari esteri nel governo Zoli, in cui è anche vicepresidente del Consiglio dei ministri (19 maggio 1957 - 1º gennaio 1958), e nel secondo governo Segni (15 febbraio 1959 - 23 marzo 1960), oltreché ministro del bilancio nel terzo governo Fanfani (26 luglio 1960 - 21 febbraio 1962).

Ostile alla politica fanfaniana di alleanza col PSI, a partire dal 1962 decide di tenersi in disparte.

Senatore e ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni politiche del 1968 viene candidato al Senato della Repubblica, tra le liste della DC nel collegio di Mondovì della circoscrizione Piemonte, venendo eletto senatore. Nella XV legislatura della Repubblica è componente e, dal 18 luglio 1968 al 23 febbraio 1972, presidente della 3ª Commissione Affari esteri, emigrazione del Senato.

Con la nascita del primo governo presieduto da Giulio Andreotti, torna a fare il ministro delle finanze, giurando il 18 febbraio 1972 nelle mani del Presidente della Repubblica Giovanni Leone; il governo, un monocolore DC, non avendo ottenuto la fiducia parlamentare si limita a gestire il disbrigo degli affari correnti fino alle elezioni politiche anticipate e alla successiva nascita del nuovo governo.

Lasciata definitivamente l'attività parlamentare nel 1976, è presidente e poi presidente onorario dell'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici.

Muore a Roma il 31 maggio 1981, all'età di 79 anni.

Intitolazioni[modifica | modifica wikitesto]

Tra le personalità politiche più popolari nell'Italia del dopoguerra, a Pella è stata intitolata una piazza a Roma davanti alla vecchia sede del ministero delle Finanze all'EUR, dove sorge anche un suo busto, nonché un corso gli è stato dedicato nella città di Biella.

Sinossi degli incarichi di Governo[modifica | modifica wikitesto]

Carica Mandato Governo
Sottosegretario di Stato al
Ministero delle Finanze e del Tesoro
31 maggio 1947 - 23 maggio 1948 Governo De Gasperi III
Ministro delle Finanze 6 giugno 1947 - 23 maggio 1948 Governo De Gasperi IV
Ministro del Tesoro 23 maggio 1948 - 12 gennaio 1950 Governo De Gasperi V
Ministro del Bilancio ad interim 23 maggio 1948 - 12 gennaio 1950
Ministro del Tesoro 27 gennaio 1950 - 26 luglio 1951 Governo De Gasperi VI
Ministro del Bilancio ad interim 27 gennaio 1950 - 26 luglio 1951
Ministro del Bilancio 26 luglio 1951 - 29 giugno 1953 Governo De Gasperi VII
Ministro del Tesoro ad interim 2 febbraio 1952 - 29 giugno 1953
Ministro del Tesoro ad interim 16 luglio 1953 - 17 agosto 1953 Governo De Gasperi VIII
Ministro del Bilancio 16 luglio 1953 - 17 agosto 1953
Presidente del Consiglio dei ministri 17 agosto 1953 - 18 gennaio 1954 Governo Pella
Ministro degli affari esteri ad interim 17 agosto 1953 - 18 gennaio 1954
Ministro del Bilancio ad interim 17 agosto 1953 - 18 gennaio 1954
Vicepresidente del Consiglio dei ministri 19 maggio 1957 - 1º luglio 1958 Governo Zoli
Ministro degli affari esteri 19 maggio 1957 - 1º luglio 1958
Ministro degli affari esteri 15 febbraio 1959 - 25 marzo 1960 Governo Segni II
Ministro del Bilancio 26 luglio 1960 - 21 febbraio 1962 Governo Fanfani III
Ministro delle Finanze 17 febbraio 1972 - 26 giugno 1972 Governo Andreotti I

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ D. Ivone, "Giuseppe Pella e la politica liberista nella ricostruzione economica del secondo Dopoguerra." Rivista internazionale di storia della banca (1982): vol 24-25 pp 104-20.
  2. ^ https://www.lastampa.it/biella/appuntamenti/2020/11/12/news/susta-e-mello-ricordano-giuseppe-pella-l-economista-che-aiuto-l-italia-a-rinascere-nel-dopo-guerra-1.39527745/
  3. ^ G. Mammarella e P. Cacace, Il Quirinale, p. 53.
  4. ^ Giuseppe Pella, ecco chi era costui, in «Milano finanza», 19 maggio 2018.
  5. ^ a b Mattarella cita Einaudi e l'incarico a Pella: fu il primo governo del presidente, in Repubblica.it, 12 maggio 2018. URL consultato il 12 maggio 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Neiretti (a cura di), Giuseppe Pella: attualita del pensiero economico e politico, Biella, Sandro Maria Rosso, 2004, SBN IT\ICCU\BIA\0015016.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Presidente dell'Assemblea comune europea Successore
Alcide De Gasperi 1954 - 1956 Hans Furler
Predecessore Ministro degli affari esteri della Repubblica Italiana Successore
Alcide De Gasperi 17 agosto 1953 - 19 gennaio 1954 Attilio Piccioni I
Gaetano Martino 20 maggio 1957 - 2 luglio 1958 Amintore Fanfani II
Amintore Fanfani 15 febbraio 1959 - 25 marzo 1960 Antonio Segni III
Predecessore Ministro del tesoro della Repubblica Italiana Successore
Gustavo Del Vecchio 24 maggio 1948 - 26 luglio 1951 Ezio Vanoni I
Ezio Vanoni 2 febbraio 1952 - 17 agosto 1953 Silvio Gava II
Predecessore Ministro delle finanze della Repubblica Italiana Successore
Luigi Einaudi 6 giugno 1947 - 24 maggio 1948 Ezio Vanoni I
Luigi Preti 17 febbraio 1972 - 26 giugno 1972 Athos Valsecchi II
Predecessore Ministro del bilancio della Repubblica Italiana Successore
Luigi Einaudi 23 maggio 1948 - 18 gennaio 1954 Ezio Vanoni I
Fernando Tambroni 26 luglio 1960 - 21 febbraio 1962 Ugo La Malfa II
Controllo di autoritàVIAF (EN6152909 · ISNI (EN0000 0000 7879 3216 · SBN LO1V044201 · BAV 495/133329 · LCCN (ENn90654435 · GND (DE135569206 · BNE (ESXX1237256 (data) · CONOR.SI (SL185905251 · WorldCat Identities (ENlccn-n90654435