Sormano

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Sormano
comune
Sormano – Stemma
Sormano – Veduta
Sormano – Veduta
La chiesa di Sant'Ambrogio, lungo la strada che dal Pian del Tivano porta ad Asso
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Como
Amministrazione
SindacoGiuseppe Sormani (lista civica) dal 16-5-2011
Territorio
Coordinate45°52′43″N 9°14′49″E / 45.878611°N 9.246944°E45.878611; 9.246944 (Sormano)
Altitudine775 m s.l.m.
Superficie10,74 km²
Abitanti650[2] (2022)
Densità60,52 ab./km²
Frazioninessuna[1]
Comuni confinantiAsso, Barni, Bellagio, Caglio, Lasnigo, Magreglio, Zelbio
Altre informazioni
Cod. postale22030
Prefisso031
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT013217
Cod. catastaleI860
TargaCO
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[3]
Cl. climaticazona F, 3 170 GG[4]
Nome abitantisormanesi
Patronosant'Ambrogio
Giorno festivo7 dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sormano
Sormano
Sormano – Mappa
Sormano – Mappa
Posizione del comune di Sormano nella provincia di Como
Sito istituzionale

Sormano (Surmàn in dialetto brianzolo, AFI: /surˈmaŋ/) è un comune italiano di 642 abitanti[2] della provincia di Como in Lombardia.

Il comune si trova all'interno del cosiddetto Triangolo Lariano.

Fu terra di origine e primo feudo della famiglia dei Sormani, che si spostò quindi a Canzo (dove permase il ramo comitale) e di lì a Milano e Parigi.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo, che taluni hanno collegato a un presunto etnonimo longobardo (Sormanni)[5], è in realtà un termine celtico (srowman-) con il significato di "torrente" (non è attualmente noto in che cosa questo termine si differenzi da altri apparenti sinonimi); il termine avrebbe quindi indicato inizialmente il corso d'acqua e poi la relativa valle, in cui giace il paese[6].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Come attestato da alcuni reperti riportati alla luce nei pressi del Buco della Niccolina, in epoca imperiale il territorio di Sormano era abitato dai romani[5].

La prima volta che compare il nome del paese è in un documento del 28 agosto 1179, tempo di feudalesimo, quel feudalesimo che si era andato consolidando durante il dominio dei Longobardi e successivamente dei Franchi, con i suoi vassalli, valvassori e valvassini.[7] Grande vassallo imperiale di tutta la Vallassina era l'arcivescovo di Milano, già alla metà del IX secolo.[7] Erano quindi alla sua dipendenza i valvassori dei piccoli feudi della valle.[7] Proprio uno di questi, un certo Ottone di Sormano - riporta il documento -, partigiano dell'imperatore Federico Barbarossa contro il comune di Milano durante l'assedio del 1161 era stato dichiarato nemico dal Comune stesso. A questo periodo risale la costruzione di un castello[5].

Con la pace di Costanza il comune di Sormano venne poi riunito insieme ad altri comuni in un unico comune poi diviso in quartieri (il cosiddetto "Monte di Sera", composto da Sormano, Rezzago e Caglio[5]) e rimase sotto il controllo degli arcivescovi di Milano fino al 1409 quando, cessato dopo oltre cinque secoli il dominio degli arcivescovi sul territorio della Vallassina, questa valle venne annessa al Ducato di Milano e da Giovanni Maria Visconti concessa in feudo a Facino Cane.

Morto costui nel 1412, il nuovo duca Filippo Maria ne sposò la vedova, Beatrice di Tenda, e il feudo di Vallassina passò al fisco ducale. Con il 1º settembre 1441 però la Vallassina tornò ad essere infeudata ed anche questa volta a un valoroso generale del duca: Luigi Dal Varme.

Nel triennio burrascoso compreso tra la fine della dominazione viscontea e l'instaurazione della dinastia sforzesca (1447-1450), la valle prese parte attiva alla lotta che i milanesi, sostenuti dai veneziani, condussero contro Federico Sforza. La signoria dei Dal Verme sulla Vallassina fu alquanto tormentata. Ottenuto il feudo nel 1441,[8] ne furono privati da Francesco Sforza nel 1450, per essere concesso ad alcuni cortigiani. Nel 1470 Galeazzo Maria, figlio del duca Francesco, ridona il feudo ai Dal Verme: ma l'anno successivo viene nuovamente tolto per favorire il suo consigliere Tomaso Tebaidi. Veniamo al 1480, quando il conte Pietro Dal Verme, figlio di Jacopo, sposa Chiara Sforza, figlia naturale di Galeazzo Maria ed in tale occasione gli viene concesso il feudo della Vallassina.

Deceduto poco dopo il conte Pietro senza figli, la signoria della valle fu nuovamente avocata al fisco ducale finché nel 1486 il nuovo duca di Milano Giovanni Maria lo restituì alla vedova Chiara, riconfermandole la concessione due anni dopo, quando ella passò a seconde nozze con il conte Fregosino Fregoso.

Il 6 ottobre 1499 ecco scendere in Italia i francesi, i quali si impossessarono del ducato milanese. Chiara Sforza ne ritorna in possesso nel 1512 quando i francesi dovettero cedere Milano a Massimiliano Sforza, figlio di Ludovico il Moro. Ritornano i francesi nel 1515. Ora è duca di Milano il francese Francesco I d'Orleans, che in un primo tempo investe della Vallassina il consanguineo principe Luigi d'Ars; il 9 febbraio 1523 nomina governatore, con diritto di successione feudale, il milanese e vallassinese Gaspare Sormano, figlio di Taddeo giureconsulto collegiato e decurione di Milano.

Costui discendeva dall'antico ceppo dei signori di Sormano, e nel diploma di investitura Francesco I dice tra l'altro:

«Sapendo noi che quella famiglia (Sormani) ebbe origine dal luogo di Sormano posto nella giurisdizione di Vallassina [...] giudichiamo in tal modo di conferirla a lui e ai suoi discendenti [...]»

Nella stessa occasione Francesco I erigeva il feudo di Vallassina in Contea.

Col rapido tramonto del dominio francese, cadde presto anche la signoria dei Sormani sul feudo della Vallasina. Gaspare andò in Francia mentre la nostra valle ritornò a Paolo Fregoso, figlio di Chiara Sforza, nel frattempo morta. Nel 1533, ottenuta la dispensa dal Senato, il Fregoso vendette il feudo di Vallassina per 12 000 lire imperiali al senatore Francesco Sfondrati, padre di papa Gregorio XIV. Carlo V imperatore (divenuto duca nel 1535 a Milano), nel confermare agli Sfondrati l'investitura degli ampi feudi in loro possesso, il 22 agosto 1538 conferì loro il titolo di Baroni della Vallassina.

Nel XVI secolo, il governatore spagnolo ordinò la distruzione del castello di Sormano[5]. Nel 1555 il governatore spagnolo inviava ad Asso il capitano Pozzi con l'ordine di abbattere tutti i castelli della valle, perché molto rovinati e pericolanti, per cui le riparazioni sarebbero state molto costose e, per altro verso, se fossero rimasti avrebbero potuto servire come rifugio ai nemici o avventurieri. E così il castello di Sormano, che era stato risparmiato ai tempi di Federico Barbarossa, il quale aveva decretato la demolizione dei fortilizi (la Vallassina infatti era alleata all'imperatore), veniva demolito per comando di Carlo V. Le pietre del demolito maniero feudale furono poi usate per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale e per numerose altre case.

Gli Sfondrati rimasero ininterrottamente in possesso dei loro feudi dal 1535 al 1788, data in cui, essendo morto senza successori il colonnello Carlo Sfondrati essi furono incamerati.[9]

Nel 1753 al territorio comunale di Sormano venne definitivamente annesso l'allora comune di Decinisio.[10]

Un decreto di riorganizzazione del Regno d'Italia napoleonico datato 1807 sancì l'annessione del comune di Sormano ed uniti in quello di Lasnigo.[11] La decisione fu tuttavia cancellata dalla Restaurazione, quando gli austro-ungarici ricostituirono il soppresso comune di Sormano con Denicisio.[12]

Il 12 febbraio 1928 il governo fascista, sciolta la vecchia amministrazione, cambiò nome al comune in Santa Valeria insediando in municipio un podestà che agì come autorità unica anche per le vicine Caglio e Rezzago. Al ritornò alla democrazia il 20 agosto 1947 si procedette alle elezioni per ciascuno dei risorti tre comuni.[13]

Allo schiudersi della seconda metà del XX secolo, dove sorgeva l'antico castello è stata innalzata una cinta merlata di pietra viva, arricchita di un portale in serizzo e dello stemma gentilizio della famiglia Sormani. A lato del portale è stata posta una lapide la cui iscrizione narra in sintesi la storia del castello.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del comune di Sormano sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'8 dicembre 2007.[14]

«Stemma fasciato di azzurro e di argento; al capo di argento, caricato del leone illeopardito di azzurro, tenente con la zampa anteriore destra il castello di rosso, le due torri merlate alla guelfa di tre, chiuso e finestrato di nero, esso leone coronato all'antica di azzurro, linguato di rosso, sostenuto dalla linea di partizione. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di bianco.

Le più antiche raffigurazioni dello stemma sormanico sono quelle dei celebri stemmari quattrocenteschi dell'epoca sforzesca. Il primo, noto col nome di Stemmario Trivulziano, è conservato nell'archivio storico civico di Milano in Castello e si ritiene sia stato compilato intorno al 1456.[15]

È lo stemma tradizionale di casa Sormani, così disegnato: fascia d'azzurro e d'argento col capo d'argento al leone d'azzurro passante lampassato di rosso, sostenente con la destra un castello torricellato di due pezzi di rosso. Nello stesso codice è disegnato un altro stemma nel quale il leone è d'oro, il castello è di rosso, e anziché tre fasce presenta tre bande d'azzurro in campo argento (forse l'arma differenziata era usata da un altro ramo della famiglia).

Il secondo codice è quello che prende il nome dal pittore che lo delineò: G. Carpani, ed è conservato al Museo Civico di Como. Lo stemma descritto è del tutto identico a quello del Codice Trivulziano.

Nel campo della scultura il più antico stemma sormanico è quello scolpito nella lapide tombale di Taddeo da Sormano, morto l'11 luglio 1500. Detta lapide, che ora si trova nella chiesetta gentilizia di Pomelasca, è foggiata in marmo cristallino e presenta a tutto rilievo lo stemma col leone passante in capo e le sottostanti tre fasce.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di S. Ambrogio

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa dei Santi Valeria e Vitale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa dei Santi Valeria e Vitale (Sormano).

Di particolare interesse è la chiesa dedicata ai Santi Valeria e Vitale[16] la cui edificazione risale all'alto medioevo.

Parrocchiale di Sant'Ambrogio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Sant'Ambrogio (Sormano).

La chiesa parrocchiale, dedicata a sant'Ambrogio,[17] risulta inserita nella pieve di Asso già dal XVI secolo.[18] La dedicazione della chiesa è un chiaro indice della storica dipendenza dall'Arcidiocesi di Milano.[7] L'edificio attuale fu costruito nella seconda metà del XVIII secolo, al posto di una precedente chiesa.[5] Le cappelle laterali furono realizzate nel 1744, mentre i lavori di ricostruzione della chiesa si conclusero nel 1762.[19] Al Novecento risalgono invece gli affreschi degli interni, alcuni dei quali realizzati nel 1946 dal pittore locale Giovanni Sormani.[5] Nino Nespoli è invece l'autore dei tre affreschi che, incorniciati in rispettive quadrature a stucco, riproducono sulla volta della navata tre episodi relativi alla vita di sant'Ambrogio.[19] Un'effige del santo titolare della chiesa è inoltre raffigurata sul fronte dell'altare maggiore.[19]

Per quanto concerne il campanile, la parte inferiore risale al periodo medievale,[19][20] mentre la parte superiore è del 1966[5]

Chiesa di S. Maria del Sasso

Chiesa di Santa Maria del Sasso[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di Santa Maria del Sasso, già attestata nel XVI secolo,[21] conserva una pala d'altare attribuita ad Agostino De Mattei (al quale si devono gli affreschi cinquecenteschi della cappella mariana situata all'interno della parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo a Gessate).[5][22] L'opera raffigura una scena del presepio,[5] con la Madonna inginocchiata davanti a Gesù Bambino e due angioletti. Ai due lati, figure di santi (Caterina d'Alessandria, Gerolamo e Giovanni Battista da un lato; Ambrogio, Bernardo e una santa ignota dall'altro) fanno da sfondo ai due committenti dell'opera, entrambi in ginocchio.[22] Sopra alla Madonna, sullo sfondo, la scena dell'Annunciazione.[22] La pala è inserita in un'alzata barocca in legno policromo e dorato, anch'essa databile al XVI secolo, sormontata da una tavola raffigurante un'Incoronazione di Maria da parte della Trinità.[22]

Altro[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa della B.V. di Caravaggio

Nel territorio comunale si trovano anche la chiesa del Santissimo Crocifisso già esistente nel 1688[23] e la chiesetta della Beata Vergine di Caravaggio, costruita nel 1872.[24]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Castello di Sormano[modifica | modifica wikitesto]

Castello di Sormano

Il Castello di Sormano, appartenente alla famiglia Sormani[25] fin dall'Alto Medioevo fu demolito nel 1555, per ordine di Carlo V.[26] Le pietre del demolito maniero feudale furono poi usate per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale e per numerose altre case. Nella seconda metà del XX secolo, le rovine del castello furono oggetto di un intervento di restauro piuttosto invasivo, comprensivo dell'innalzamento della cinta muraria e del coronamento della stessa attraverso una merlatura ghibellina. I lavori comportarono anche l'edificazione di una pusterla in serizzo, recante sia le effigie di Sormani, sia una lapide commemorativa della storia del castello[26].

L'osservatorio astronomico[modifica | modifica wikitesto]

La zona della Colma era già stata utilizzata fin dai primi anni settanta per osservazioni amatoriali, effettuate tramite strumenti portatili e protratte per diversi anni: l'assenza di luci vicine e l'ottima trasparenza atmosferica ne facevano infatti un buon luogo di osservazione.

L'osservatorio astronomico

Scartato il progetto iniziale di una costruzione in cima al monte Falò (quota 1182 m), sia per motivi economici che logistici si scelse come sede per un osservatorio astronomico il vecchio rifugio di proprietà comunale presso la capanna Stoppani (quota 1124 m), che venne ristrutturata nel 1986. L'osservatorio astronomico di Sormano venne inaugurato il 22 ottobre del 1988 e dato in gestione al Gruppo astrofili della Brianza, che vi ha scoperto un centinaio di asteroidi, tra questi 6882 Sormano, 79271 Bellagio, 9115 Battisti, 18556 Battiato e l'asteroide 12405 Nespoli, dedicato all'astronauta italiano Paolo Nespoli. L'osservatorio è attivo nella ricerca di nuovi asteroidi e nell'osservazione degli oggetti che si avvicinano alla Terra ed al calcolo delle loro orbite. Tra i più famosi 99942 Apophis.

Altro[modifica | modifica wikitesto]

Un tratto del Muro di Sormano

Il Muro di Sormano[modifica | modifica wikitesto]

Questa località ha raggiunto la celebrità negli anni sessanta in ambiente ciclistico per la presenza del Muro di Sormano, un'erta durissima poi chiusa al traffico motoristico ed alle biciclette in discesa per la sua pericolosità. Oggi il Muro di Sormano è una vera legenda per i ciclisti dopo la riscoperta e il passaggio dei professionisti durante il giro d'Italia e Lombardia, gare di livello mondiale. Salendo verso la colma di Sormano, si possono trovare indicazioni sulla durezza di questa salita, metri percorsi, record di ascesa e i pensieri di alcuni ciclisti famosi come Gino Bartali, che esprime totale asprezza per questa salita dura ed impegnativa, raccontando cosa sono gli ultimi tornanti della stessa dopo 200 km. Il muro è chiuso al traffico da una sbarra.

Tavole da filetto[modifica | modifica wikitesto]

In alcuni punti del paese si trovano antiche tavole da filetto incise nella pietra.[27]

La Prea Butigela[modifica | modifica wikitesto]

Nei pressi di Sormano è presente un masso erratico chiamato Prea Butigela. Questo masso è stato trasportato dai ghiacci dell'era quaternaria.

Grotte[modifica | modifica wikitesto]

  • Abisso Cippei[5]
  • Grotta Stoppani[5]
  • Buco della Niccolina, noto anche come Buco del Diavolo[5]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[30]

Cultura e tradizioni[modifica | modifica wikitesto]

In data 5 e 6 luglio 2008 si è tenuto il Sormani Days, un raduno tenutosi a Sormano dove hanno partecipato persone provenienti da tutta Europa e dagli USA avente cognome Sormani. Circa 200 persone hanno tentato di entrare nel Guinness dei Primati senza però riuscirci.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Il primo consiglio comunale fu eletto nel 1821.[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Comune di Sormano - Statuto
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2020 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m Borghese, p. 409.
  6. ^ Cfr. R. Matasović, Etymological Dictionary of Proto-Celtic, Brill, Leiden, 2008, *srowman-.
  7. ^ a b c d Zastrow, p. 27.
  8. ^ Comune di Sormano, sec. XIV - 1757, su Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 17 maggio 2020.
  9. ^ Comune di Sormano, 1757 - 1797, su Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 17 maggio 2020.
  10. ^ Comune di Decinisio, sec. XV - 1757, su Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 17 maggio 2020.
  11. ^ Comune di Sormano, 1798 - 1809, su Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 17 maggio 2020.
  12. ^ a b Comune di Sormano, 1816 - 1859, su Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 17 maggio 2020.
  13. ^ Comune di Santa Valeria, 1928-1947, su Lombardia Beni Culturali.
  14. ^ Sormano (Como) D.P.R. 08.12.2007 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 27 settembre 2021.
  15. ^ Gian Antonio da Tradate, Stemmario Trivulziano, 1465.
  16. ^ Chiesa di S. Valeria - complesso, Via Santa Valeria - Sormano (CO), su Architetture – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 17 maggio 2020.
  17. ^ Chiesa di S. Ambrogio - complesso, Via Parroco Tavola - Sormano (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 maggio 2020.
  18. ^ Parrocchia di Sant'Ambrogio, sec. XVI - [1989], su Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 17 maggio 2020.
  19. ^ a b c d Zastrow, p. 187.
  20. ^ Belloni et al., p. 150.
  21. ^ Chiesa di S. Maria, Via Monte San Primo - Sormano (CO), su Architetture – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 17 maggio 2020.
  22. ^ a b c d Zastrow, p. 64.
  23. ^ Chiesa del Ss. Crocifisso, Via Crocefisso - Sormano (CO), su Architetture – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 17 maggio 2020.
  24. ^ Chiesa della Beata Vergine di Caravaggio, Via Pian del Tivano - Sormano (CO), su Architetture – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 17 maggio 2020.
  25. ^ Castello dei Sormani, su lombardiabeniculturali.it.
  26. ^ a b Castello di Sormano, su www.triangololariano.it. URL consultato il 5 luglio 2022.
  27. ^ Lombardia/Lombardy, su Centro Studi Triplice Cinta. URL consultato il 2 febbraio 2023.
  28. ^ a b c d e f Sormano (Sormano, CO), su Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 17 maggio 2020.
  29. ^ a b Comune di Santa Valeria, 1928 - 1947, su Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 17 maggio 2020.
  30. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Annalisa Borghese, Sormano, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, p. 409.
  • Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.
  • Oleg Zastrow, Sant'Ambrogio - Immagini tra Lario e Brianza, Oggiono, Cattaneo Editore, 1997.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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