Discussione:Cammino neocatecumenale/proposta

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Il Cammino Neocatecumenale è un itinerario di formazione cattolica nato in Spagna nella metà degli anni sessanta del Novecento su iniziativa del pittore Kiko Argüello e di Carmen Hernández. È un itinerario di fede che si prefigge la riscoperta del battesimo.

La Vergine del Cammino, icona del Cammino Neocatecumenale

Il Cammino è una delle organizzazioni cattoliche più controverse, che ha ricevuto molte critiche ed obiezioni dalla gerarchia ecclesiastica. Attualmente non ha uno status giuridico definito, poiché lo Statuto approvato nel 2002 (seppure in forma incompleta) è scaduto nel 2007 senza ulteriori sviluppi[1].

Le origini[modifica wikitesto]

Nei primi anni Sessanta Francisco (Kiko) Argüello (pittore, nato a León, Spagna) avrebbe avuto, a suo dire, una visione della Madonna[2] con l'indicazione di «fare comunità come la Sacra Famiglia di Nazaret».

Lanciatosi nell'evangelizzazione dei baraccati di Palomeras Altas, alla periferia di Madrid, vi incontra Carmen Hernández (laureata in chimica e associata per alcuni anni all'Istituto Misioneras de Cristo Jesús[3]) e dal 1964 al 1967 collabora con lei in un ambiente composto soprattutto da poveri, prostitute e omosessuali, formando la cosiddetta "sintesi kerigmatico-catechetica" che, sulla base della Parola di Dio, della liturgia e dell'esperienza comunitaria, e sulla scia del Concilio Vaticano II, diventerà l'itinerario di formazione che il Cammino Neocatecumenale porterà in tutto il mondo.

Dalle baracche l'esperienza passa presto, su probabile invito dell'allora arcivescovo di Madrid Casimiro Morcillo (1904-1971), ad alcune parrocchie delle città di Madrid e di Zamora[4]. Nelle parrocchie l'esperienza si consolida con la riscoperta del Battesimo (detta "neocatecumenato"), con un lungo cammino di formazione da percorrere per ottenere una fede "adulta" e capace di rispondere ai cambiamenti sociali del nostro tempo.

Nel 1968 Kiko e Carmen portano in Italia la loro iniziativa, grazie all'aiuto di mons. Dino Torreggiani (1905-1983), fondatore della congregazione religiosa Servi della Chiesa, che scrive una lettera di presentazione per il cardinale Angelo Dell'Acqua (1903-1972), allora vicario di Sua Santità. Si insediano nelle baracche del Borghetto Latino a Roma e vi avviano il Cammino nella parrocchia di Nostra Signora del SS. Sacramento e dei Martiri Canadesi, nel quartiere Nomentano, ed in seguito in molte altre parrocchie della città e del mondo.

Nell'aprile del 1970, a Majadahonda, nei pressi di Madrid, Kiko, Carmen ed altri responsabili e parroci, si incontrano per porre a tema l'identità delle comunità che stavano sorgendo nelle parrocchie. Da tale riflessione vengono stabiliti definitivamente gli elementi basilari dell'esperienza del Cammino Neocatecumenale.

Natura e missione della comunità neocatecumenale[modifica wikitesto]

Secondo quanto afferma il Cammino Neocatecumenale:

  1. la comunità neocatecumenale è la Chiesa stessa, che nasce dall'annuncio della "Buona Novella" che è Cristo.
  2. I membri sono chiamati ad essere "sacramento di salvezza" all'interno della parrocchia, in cammino verso una fede sempre più "adulta", sostenuti dal cosiddetto "tripode" (consistente nella Parola di Dio, nella Liturgia e nella comunione fraterna).
  3. Il Cammino è detto catecumenato o neocatecumenato, a seconda del caso che l'adulto sia non battezzato o già battezzato[5] e dichiara di ispirarsi al catecumenato antico (per le fasi degli scrutini battesimali, iniziazione alla preghiera, Redditio e Traditio Symboli, ecc.).
  4. Compito della comunità è rendere visibile un nuovo modo di vivere secondo il Vangelo, tenendo presente le esigenze degli uomini contemporanei.
  5. I membri del Cammino intendono vivere il dovere di non distruggere niente, di rispettare tutto, di presentare il frutto di una Chiesa che si rinnova.
  6. Le comunità rimangono all'interno delle parrocchie, cercando di vivere in comunione con il parroco.

Alcuni anni più tardi, quando il Cammino era già diffuso in molte diocesi italiane, i responsabili furono chiamati dalla Congregazione per il culto divino per presentare il loro itinerario di riscoperta del Battesimo[6]. L'allora Segretario della Congregazione, mons. Annibale Bugnini, e gli esperti che lo coadiuvavano rimasero «impressionati» da questa nuova realtà ecclesiale[7]. Dopo due anni la Congregazione pubblicò sulla propria rivista ufficiale la breve nota Praeclarum exemplar di apprezzamento dell'opera delle comunità neocatecumenali[8]. È in questi anni che viene scelto, su proposta della stessa Congregazione, il nome di "Cammino Neocatecumenale" ovvero "catecumenato post-battesimale".

Struttura del Cammino[modifica wikitesto]

Il Cammino Neocatecumenale, sulla falsa riga del catecumenato antico, si struttura come un itinerario di formazione religiosa articolato in varie tappe, fedelmente all'ispirazione originaria di Kiko Argüello di «fare comunità cristiane come la Sacra Famiglia di Nazaret che vivano in umiltà, semplicità e lode e dove l'altro è Cristo».

Previo accordo con il parroco, il percorso neocatecumenale prende inizio da un ciclo di catechesi svolte all'interno di una parrocchia, della durata di due mesi, in cui viene annunciato il cosiddetto Kèrygma come preparazione alla formazione di una nuova comunità. Al termine di questo ciclo, i parrocchiani che lo desiderano danno vita ad una nuova comunità neocatecumenale in seno alla parrocchia, per la prima fase del cammino, sotto la guida degli annunciatori che li hanno preparati.

La prima fase, detta «pre-catecumenato post-battesimale», consiste in una preparazione all'umiltà, detta «tempo di kènosi». Dopo i cosiddetti Primo e del Secondo Scrutinio battesimale, si passa al «catecumenato post-battesimale», che è un tempo di combattimento spirituale che termina con la consegna di alcuni simboli:

  • l'iniziazione alla preghiera (consegna del libro della Liturgia delle Ore);
  • la Traditio Symboli (consegna del Credo) che è seguita dalla testimonianza pubblica della propria fede, detta Redditio Symboli;
  • la consegna del Padre Nostro.

La fase successiva consiste nella «riscoperta dell'elezione», che culmina con la rinnovazione delle promesse battesimali nella Veglia Pasquale. Ogni membro del Cammino neocatecumenale, dal Secondo Scrutinio in poi, è tenuto a versare la «decima» delle proprie entrate alla comunità.

I "passaggi" da una tappa all'altra non sono automatici, per cui il percorso del Cammino, così articolato, può durare anche vent'anni e più.

Responsabili del Cammino[modifica wikitesto]

Attualmente l'équipe responsabile internazionale del Cammino Neocatecumenale è composta dagli iniziatori Kiko Argüello e Carmen Hernández, affiancati da un sacerdote, don Mario Pezzi[9]. L'équipe internazionale nomina il collegio elettivo (da ottanta a centoventi membri, nominati a vita[10]).

Dall'équipe responsabile internazionale dipendono le èquipes dei cosiddetti "catechisti itineranti" (ad oggi circa settecento) responsabili, per conto dell'équipe internazionale, del Cammino Neocatecumenale nelle varie nazioni o regioni del mondo. Contribuiscono a formare le prime comunità neocatecumenali e a mantenere regolari contatti con i vescovi delle diocesi in cui operano; le èquipes itineranti mantengono un legame costante con i responsabili internazionali del Cammino (in occasione delle cosiddette "convivenze degli itineranti"), visitano periodicamente le comunità neocatecumenali da loro catechizzate e curano lo sviluppo del Cammino nel territorio loro assegnato, nella fedeltà al carisma degli iniziatori.

Queste èquipes di "catechisti itineranti" per l'evangelizzazione sono formate da uomini o donne celibi, da coppie sposate e da un sacerdote (che abbia ottenuto il permesso dal proprio vescovo o dal proprio superiore religioso). Essi si offrono liberamente, lasciando casa, lavoro e amicizie e facendosi disponibili ad andare gratuitamente in qualunque parte del mondo con l'aiuto della Provvidenza. I "catechisti itineranti" restano uniti alla propria parrocchia e comunità neocatecumenale, alla quale ritornano periodicamente. Inoltre sono liberi di interrompere in qualsiasi momento la propria esperienza missionaria.

Le "équipes itineranti" si recano in un'altra diocesi, su invito del Vescovo locale o di almeno un parroco interessato, per avviare il Cammino Neocatecumenale in una parrocchia. Le èquipes sono formate attraverso un sorteggio tra quanti hanno completato (o sono prossimi a completare) tutte le tappe del Cammino e si sono offerti volontari.

Il Cammino, in quanto itinerario di formazione cattolica, non ha un patrimonio proprio[11] pur avendo una struttura propria con dei responsabili "vita natural durante"[12].

Attività missionaria[modifica wikitesto]

Di fronte alla situazione di forte secolarizzazione del Nord Europa e vaste aree del mondo, Kiko e Carmen hanno dato l'avvio all'esperienza delle "Famiglie in missione", per fondare il Cammino nei paesi dove non la presenza della Chiesa cattolica è scarsa o inesistente (tale iniziativa è detta anche "Implantatio Ecclesiae"), oppure per aiutare a rafforzare le comunità lì presenti. Queste famiglie restano unite alla propria comunità neocatecumenale, inserita nella parrocchia di origine, e sono sostenute dalla stessa comunità e dalla parrocchia con le spese per viaggi, affitto delle case, sostegno morale, lettere, preghiere, etc. La più recente partenza di duecento famiglie in missione è avvenuta il 12 gennaio 2006, alla presenza di papa Benedetto XVI[13], portando così ad oltre cinquecento le famiglie neocatecumenali in missione nel mondo.

All'opera di evangelizzazione, iniziata dalle famiglie in diverse zone, si è ben presto affiancata anche quella di sacerdoti missionari, con la creazione, in diverse diocesi e dietro richiesta dell'ordinario del luogo, di seminari "Redemptoris Mater", seminari diocesani, internazionali, missionari in cui viene accolta gran parte delle vocazioni al sacerdozio nate in seno al Cammino. Attualmente esistono 73 di tali seminari, sparsi in tutto il mondo, che hanno portato ad un totale di circa 1200 ordinazioni sacerdotali. Una critica frequente a questi seminari è sulla formazione dottrinale e liturgica, secondo le linee guida del Cammino Neocatecumenale piuttosto che quelle diocesane, e «a servizio esclusivo del Cammino»[14]. Nell'aprile 2008 la conferenza episcopale giapponese si è rivolta al Papa affermando che «il Cammino Neocatecumenale è una setta e mina l’unità della Chiesa cattolica in Giappone»[15].

Un'altra iniziativa significativa è stata la costruzione e la gestione della Domus Galilaeae sul monte delle Beatitudini in Galilea, opera inaugurata da papa Giovanni Paolo II nel 2000 durante il suo storico viaggio in Terra Santa, che in quell'occasione celebrò l'Eucarestia con decine di migliaia di giovani, giunti in pellegrinaggio da tutto il mondo. La Domus Galilaeae è presentata come luogo di incontro dei fratelli delle comunità neocatecumenali durante il pellegrinaggio in Israele che viene compiuto in occasione della conclusione dell'itinerario neocatecumenale, e luogo di incontro tra cristiani ed ebrei, in occasione delle visite che molti ebrei fanno in questo luogo[16].

In Rwanda, nell'ottobre del 1994, il sacerdote Justin Furaha[17] ed altre decine di persone tra sacerdoti, laici e suore appartenenti al Cammino, sono stati uccisi durante il genocidio ruandese in quanto cristiani ed appartenenti all'etnia Tutsi.

Il Cammino Neocatecumenale nel mondo[modifica wikitesto]

Oggi il Cammino è presente in tutti e cinque i continenti, affermando di essere presente in più di 900 diocesi, per un totale di oltre 40.000 comunità in 6.000 parrocchie, secondo il seguente schema[senza fonte] (ogni comunità è solitamente composta dai venti ai cinquanta membri).

Nazione Comunità
Bandiera dell'Argentina Argentina 1.500
Bandiera della Bolivia Bolivia 400
Bandiera del Brasile Brasile 5.600
Bandiera del Canada Canada 40
Bandiera del Cile Cile 460
Bandiera della Colombia Colombia 2.000
Bandiera della Costa Rica Costa Rica 350
Bandiera di Cuba Cuba 50
Bandiera dell'Ecuador Ecuador 570
Bandiera di El Salvador El Salvador 500
Bandiera del Guatemala Guatemala 800
Bandiera dell'Honduras Honduras 440
Bandiera del Messico Messico 3.200
Bandiera del Nicaragua Nicaragua 300
Bandiera di Panama Panamá 200
Bandiera del Paraguay Paraguay 500
Bandiera del Perù Perú 960
Bandiera di Porto Rico Puerto Rico 130
Bandiera della Rep. Dominicana Repubblica Dominicana 560
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti di America 600
Bandiera dell'Uruguay Uruguay 200
Bandiera del Venezuela Venezuela 1.100


Nazione Comunità
Bandiera dell'Albania Albania 22
Bandiera di Andorra Andorra 20
Bandiera dell'Austria Austria 38
Bandiera della Bielorussia Belarus 11
Bandiera del Belgio Belgio 30
Bandiera della Bulgaria Bulgaria 10
Bandiera della Croazia Croazia 250
Bandiera di Cipro Cipro 5
Bandiera della Danimarca Danimarca 7
Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 35
Bandiera dell'Estonia Estonia 5
Bandiera della Finlandia Finlandia 6
Bandiera della Francia Francia 60
Bandiera della Georgia Georgia 6
Bandiera della Germania Germania 50
Bandiera della Grecia Grecia 6
Bandiera dell'Irlanda Irlanda 25
Bandiera dell'Italia Italia 10,000
Bandiera d'Israele Israele 15
Bandiera della Lettonia Latvia 9
Bandiera della Lituania Lituania 20
Bandiera del Lussemburgo Lussemburgo 1
Bandiera di Malta Malta 100
Bandiera di Monaco Monaco 4
Bandiera dei Paesi Bassi Olanda 40
Bandiera della Norvegia Norvegia 4
Bandiera della Polonia Polonia 1,000
Bandiera del Portogallo Portogallo 300
Bandiera della Rep. Ceca Repubblica Ceca 40
Bandiera della Romania Romania 50
Bandiera della Russia Russia 5
Bandiera di San Marino San Marino 5
Bandiera della Scozia Scozia 2
Bandiera della Serbia Bandiera della Bosnia ed Erzegovina Bandiera della Macedonia del Nord Serbia, Bosnia & Macedonia 30
Bandiera della Slovacchia Slovacchia 65
Bandiera della Slovenia Slovenia 40
Bandiera della Svizzera Svizzera 35
Bandiera della Spagna Spagna 7,000
Bandiera della Svezia Svezia 10
Bandiera della Turchia Turchia 8
Bandiera dell'Ucraina Ucraina 45
Bandiera dell'Ungheria Ungheria 40

La metà delle comunità neocatecumenali di tutto il mondo si trova distribuita in Italia e Spagna, con una prevalenza del nostro paese. La densità più alta si trova a Malta (con 100 comunità in una nazione di soli quattrocentomila abitanti).

Aspetti controversi[modifica wikitesto]

Il Cammino Neocatecumenale gode del favore di molti ecclesiastici ed ha raccolto numerosi elogi ed incoraggiamenti[18]; il più famoso è quello di papa Giovanni Paolo II che in una lettera[19] a mons. Paul Josef Cordes[20] del 30 agosto 1990, scrisse: «avendo preso visione della documentazione da Lei presentata, accogliendo la richiesta rivoltami riconosco il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni. Auspico, pertanto, che i Fratelli nell'Episcopato valorizzino e aiutino - insieme con i loro presbiteri - quest'opera per la nuova evangelizzazione, perché essa si realizzi secondo le linee proposte dagli iniziatori, nello spirito di servizio all'Ordinario del luogo e di comunione con lui e nel contesto dell'unità della Chiesa particolare con la Chiesa universale» (in Acta Apostolicae Sedis, 82/1990, 1513-1515, con una nota redazionale che precisava che «l'intento del Santo Padre, nel riconoscere il Cammino neocatecumenale come valido itinerario di formazione cattolica, non è quello di dare indicazioni vincolanti agli ordinari del luogo, ma soltanto di incoraggiarli a considerare con attenzione le comunità neocatecumenali, lasciando tuttavia al giudizio degli stessi ordinari di agire secondo le esigenze pastorali delle singole diocesi»).

Ciononostante il Cammino presenta degli aspetti problematici che hanno dato luogo a molteplici discussioni all'interno della Chiesa cattolica[21]. Già nel 1983 lo stesso Giovanni Paolo II in un discorso ai neocatecumenali aveva detto: «Celebrate l'Eucaristia e, soprattutto, la Pasqua, con vera pietà, con grande dignità, con amore per i riti liturgici della Chiesa, con esatta osservanza delle norme stabilite dalla competente autorità, con volontà di comunione con tutti i fratelli (...) Il ministero della riconciliazione... è affidato a voi, Sacerdoti. Siatene ministri sempre degni, pronti, zelanti, disponibili, pazienti, sereni, attenendovi con fedele diligenza alle norme stabilite in materia dall'Autorità ecclesiastica... in piena adesione al ministero e alla disciplina della Chiesa, con la confessione individuale, come ripetutamente raccomanda il nuovo Codice di Diritto Canonico (...) Non chiudetevi in voi stessi, isolandovi dalla vita della Comunità parrocchiale o diocesana (...) Pertanto le norme giuridiche, come anche quelle liturgiche, vanno osservate senza negligenze e senza omissioni»[22].

La polemica intraecclesiale tra parte del mondo cattolico ed il Cammino Neocatecumenale riguarda quattro punti:

  1. dottrinale: la presenza, negli insegnamenti del Cammino, di tesi equivoche o addirittura eretiche e contrarie al Magistero pontificio;
  2. liturgico: cambiamenti sostanziali rispetto alla prassi liturgica comunemente accettata dalla Chiesa (per esempio le lunghe «monizioni» da parte di laici che rischierebbero di sostituire l'omelia del celebrante, l'«uso di una mensa addobbata posta al centro della chiesa invece dell’altare dedicato in presbiterio», la Comunione «seduti», etc) anziché lo stile dei libri liturgici approvati, le celebrazioni lunghissime e riservate ai soli aderenti, etc;
  3. pastorale: la mentalità "da setta[23]" ed un certo separatismo, la segretezza sul contenuto delle catechesi (tuttora non pubblicate), il Cammino presentato come fosse se l'unico modo di essere cristiani, la durata effettiva del Cammino (talvolta vent'anni e più), l'eccessiva enfasi sull'Antico Testamento, la riduzione dell'importanza di alcuni sacramenti e della devozione mariana, la maggiore importanza data ai catechisti laici piuttosto che ai sacerdoti, etc;
  4. altri aspetti: modi e metodi della raccolta e dell'uso delle risorse economiche, livello culturale e umano di una consistente parte degli aderenti, culto della personalità di Kiko Argüello e «clero plasmato a sua immagine e somiglianza»[24], quasi monopolizzazione del tempo libero degli aderenti, la bruttezza dei canti[25], lo svilimento della storia della Chiesa da dopo Costantino a prima del Concilio Vaticano II, l'eccessiva enfasi nel parlare del demonio, il messianismo[26], etc.

I neocatecumenali si difendono affermando che le celebrazioni e le catechesi sarebbero aperte a tutti, e che sussisterebbe finalmente la comunione con altri movimenti ecclesiastici[27]; insistono poi sulla possibilità della devozione mariana[28] e dichiarano che la "minore importanza dei sacerdoti" sarebbe dovuta al fatto che essi possono frequentare il Cammino come tutti gli altri "fratelli", pur avendo una formazione specifica e la vocazione di essere pastori del gregge. I neocatecumenali si difendono poi accusando calunnie, equivoci (causati soprattutto dal fatto che le catechesi vengono esposte sempre oralmente e quindi col rischio di essere citate direttamente dal linguaggio parlato), inimicizie o asserendo la compatibilità della prassi del Cammino con il Magistero Pontificio e la Tradizione della Chiesa e ricordando le ripetute dichiarazioni di apprezzamento ricevute dagli ultimi Papi e da molti Vescovi e Cardinali[29]. È infatti la gerarchia cattolica stessa a dover valutare quanto e come il Cammino abbia le caratteristiche di itinerario di formazione alla fede.

Nei seguenti paragrafi vengono presentate alcune delle osservazioni da parte di esponenti del clero e della gerarchia[30] relative ai primi tre punti.

Osservazioni da sacerdoti e teologi[modifica wikitesto]

Una prima documentata critica al Cammino[31] venne nel 1983 dal sacerdote, ingegnere e teologo mons. Pier Carlo Landucci (1900-1986), di cui è attualmente in corso la causa di beatificazione. Secondo Landucci, nel Cammino Neocatecumenale «non c'è alcuna posizione dottrinale o pratica cattolica che non sia gravemente deformata. Il tutto presentato con impressionante grossolanità e confusione teologica e biblica, congiunte all'ostentato atteggiamento di acuta riscoperta e di suggestionanti prospettive di personale, elitario impegno e sacrificio». L'analisi degli "Orientamenti alle Équipes di Catechisti" del Cammino (i testi base da cui i catechisti preparavano le catechesi orali) porta Landucci a riscontrare:

  • rispetto alla Chiesa cattolica, nel Cammino «tutte le verità teologiche fondamentali sono deformate gravemente; e naturalmente anche i sacramenti»;
  • nel Cammino, le affermazioni «roboanti che, pur con qualche addentellato di verità, sono solo atte a suggestionare e plagiare»;
  • la dottrina neocatecumenale sarebbe «in linea con la negazione protestante del vero sacramento»;
  • sussisterebbe nel Cammino «la grande confusione teologica e scritturale e alla superficialità, congiunte alla presunzione di acutezza e di approfondimento critico, senza dire della presunzione carismatica»;
  • i neocatecumenali opererebbero una «sleale identificazione» col Concilio Vaticano II, ed «osano addirittura affiancarsi al Vaticano II, come se la sua linea si identificasse con quella neocatecumenale e soltanto con quella».

Un'altra documentata critica agli aspetti dottrinali, liturgici e pastorali del Cammino venne lungo gli anni novanta dagli scritti del teologo e filosofo passionista Enrico Zoffoli (1915-1996), che ha scritto diversi libri[32] confrontando i testi originali delle catechesi in uso nel Cammino ed il Magistero pontificio (vedi bibliografia). Nel suo "Dizionario del Cristianesimo", alla voce Neocatecumenali riassumeva[33]: «il loro fondo dottrinale è gravemente compromesso da errori che colpiscono i dogmi fondamentali del Cristianesimo qual è stato interpretato e proposto dal Magistero dei Papi e dei Concili. Si nega la Redenzione, il carattere sacrificale della morte di Cristo e, quindi, il "Sacrificio dell'altare", con il relativo culto eucaristico (transustanziazione, adorazione...); si sostiene l'unico sacerdozio di Cristo, annullando la distinzione essenziale tra "sacerdozio ministeriale" e "sacerdozio comune", restando perciò soppressa la Gerarchia, fondata su questa distinzione. Si nega il dovere e la possibilità dell'imitazione di Cristo; si altera gravemente la nozione di peccato, della Grazia, del libero arbitrio...; si fantastica "un perdono" concesso a tutti da Dio e che implica il rifiuto dell'inferno (...). È certo che la dottrina fondamentalmente errata del movimento costituisce una gravissima minaccia per tutti». In una lettera[34] al direttore di Radio Maria del 1994 lo stesso Zoffoli riporta che già verso la fine degli anni sessanta san Pio da Pietrelcina (1887-1968) avrebbe definito i neocatecumenali «i nuovi falsi profeti».

Altre pubblicazioni critiche nei confronti del Cammino vengono dai sacerdoti don Elio Marighetto e don Gino Conti (vedi bibliografia), e da altri ambienti della Chiesa cattolica[35], basate sia su testimonianze che sull'analisi dei testi delle "catechesi segrete" (così soprannominate poiché per lungo tempo solo i catechisti neocatecumenali sarebbero stati al corrente della loro esistenza).

Osservazioni dalla gerarchia ecclesiastica[modifica wikitesto]

Altre critiche al Cammino provengono dalla gerarchia ecclesiastica[36].

Nel novembre 1986, il vescovo di Brescia Bruno Foresti rilevava[37] tra le comunità neocatecumenali:

  • una «visione pessimistica dell'uomo»;
  • un «clima di soggezione psicologica» ed un'«atmosfera di esclusivismo»;
  • «un certo discredito per la religiosità degli altri»;
  • una «scarsa attenzione» sulla «disciplina relativa all'amministrazione dei sacramenti»;
  • l'eccessiva dipendenza dei sacerdoti neocatecumenali dal Cammino e la loro «comune disattenzione ai richiami del Vescovo».

Nel 1987 Virgilio Mario Olmi, vescovo ausiliare di Brescia, lamentava che il Cammino Neocatecumenale «non utilizza il Catechismo della Conferenza Episcopale Italiana» affermando perciò di non essere stato in grado di verificare i contenuti dottrinali del Cammino[38].

Nel 1995, il cardinale di Firenze Silvano Piovanelli accusava[39] «rigidità e chiusure» che avevano portato a «tensioni molto acute» nelle parrocchie dove il Cammino era presente, chiedendo ai neocatecumenali di «interrogarsi sul proprio modo di esprimersi e di presentarsi», di superare «la tentazione di credersi migliore degli altri», evidenziando il «contrasto» tra i «recenti documenti del Magistero» e la norma del Cammino di celebrare la Messa festiva il sabato sera.

Il 22 febbraio 1996, il cardinale Salvatore Pappalardo, come ultimo atto di governo dell'arcidiocesi di Palermo, vietò[40] agli aderenti del Cammino la celebrazione di Messe «precluse agli altri fedeli»; scrisse inoltre che «il Cammino, da solo, non è la Chiesa» chiedendo pertanto che il Cammino «non si distacchi dalle liturgie eucaristiche comuni».

Nel 1996 Basil Hume, arcivescovo di Westminster e presidente della Commissione Episcopale dell'Inghilterra e del Galles, si rifiutò[41] di ordinare preti quindici seminaristi di formazione neocatecumenale. La motivazione fu che tali seminaristi, una volta ordinati, avrebbero avuto come punto di riferimento i capi delle loro comunità neocatecumenali anziché il proprio vescovo[42].

Nel 1997 Mervyn Alban Alexander, vescovo di Clifton (Inghilterra), proibì[43] il Cammino Neocatecumenale nella sua diocesi dichiarando che catechesi ed evangelizzazione del Cammino non erano «né benefici né appropriati per la diocesi».

L'arcivescovo di Catania, mons. Luigi Bommarito, scrisse nel dicembre 2001 una lettera[44] al Cammino Neocatecumenale della sua arcidiocesi, riassumendo, tra i problemi riscontrati:

  • la riduzione della figura del sacerdote da ruolo guida a mero esecutore liturgico;
  • il pessimismo e l'impoverimento della virtù cristiana della speranza nelle catechesi;
  • il separatismo rispetto ai cattolici non Neocatecumenali;
  • il "metodo" dei Neocatecumenali, da loro ritenuto "insuperabile";
  • le dolorose divisioni nelle parrocchie dove il Cammino è presente in modo consistente;
  • gli "scrutini", confessioni pubbliche che "scarnificano le coscienze con domande che nessun confessore farebbe"[45].

Nella citata lettera Bommarito parla inoltre del «rischio molto facile di cadere in una sorta di fondamentalismo integralista», e vi allega "puntualizzazioni" di altri ecclesiastici.

Nel 2008 il cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, Arcivescovo di Lima (Perù), in un'intervista[46] ha condannato le liturgie neocatecumenali: «nella celebrazione della Santa Messa da parte dei Neocatecumenali ci sono aspetti che assolutamente non condivido. Ricordo e ribadisco che la liturgia è unica e deve essere rispettata da tutti alla stessa maniera. Insomma, tolleranza sì verso i Neocatecumenali, ma è compito della Chiesa richiamarli al rispetto dell’Eucarestia». Negli stessi giorni anche il cardinale Jorge Medina Estévez (Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti) criticava gli «abusi pericolosi» delle liturgie neocatecumenali per le loro «autentiche stranezze e preoccupanti stravaganze», affermando che i neocatecumenali ancora non hanno cominciato ad «obbedire», e che Kiko Argüello considera la liturgia sua «proprietà», permettendo ai laici neocatecumenali di tenere omelie[47]. Il vescovo tedesco Josef Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i Laici aveva affermato in un'intervista che l'approvazione del Cammino era ancora lontana[48].

Gli Statuti del Cammino: un'approvazione parziale[modifica wikitesto]

All'inizio del 1997 Giovanni Paolo II chiese ai responsabili del Cammino una regolazione statutaria[49]. Giovanni Paolo II, alcuni mesi dopo l'approvazione dello Statuto nel 2002, confermerà che «...gli Statuti devono costituire per il Cammino Neocatecumenale una "chiara e sicura regola di vita", un punto di riferimento fondamentale affinché questo processo di formazione, che ha come obiettivo di portare i fedeli ad una fede matura, possa essere realizzato in un modo confacente alla dottrina e alla disciplina della Chiesa»[50]. Una prima versione degli Statuti del Cammino Neocatecumenale fu respinta all'inizio del 1999; una seconda versione, pure presentata nel 1999, non fu approvata[51].

Lo Statuto venne finalmente approvato nel 2002 per un periodo ad experimentum di cinque anni, scaduto a giugno 2007 (l'intervento di Kiko Argüello alla consegna dello Statuto del Cammino Neocatecumenale il 29 giugno 2002 comincerà con: «siamo contentissimi che dopo tutto il travaglio di questi anni si sia potuti arrivare alla approvazione dello Statuto»[52]). Il decreto di approvazione[53] del Pontificio Consiglio per i Laici recitava infatti: «Tenuto conto dei numerosi frutti spirituali apportati alla nuova evangelizzazione dalla prassi del Cammino Neocatecumenale - accolto e valorizzato nei suoi oltre trent'anni di vita in molte Chiese locali - segnalati al Pontificio Consiglio per il Laici da numerose lettere raccomandatizie di cardinali, patriarchi e vescovi; dopo attento esame del testo degli Statuti, frutto di un laborioso processo di collaborazione tra gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale e il Pontificio Consiglio per i Laici, che si è avvalso del contributo apportato nell'ambito delle competenze loro proprie da diversi dicasteri della Curia Romana (...) il Pontificio Consiglio per i Laici DECRETA l'approvazione "ad experimentum" per un periodo di cinque anni degli Statuti del Cammino Neocatecumenale...»

Nei discorsi e omelie di Giovanni Paolo II del 29 giugno 2002 e dei giorni successivi, non appare alcuna menzione dell'approvazione degli Statuti[54], nonostante Kiko Argüello abbia affermato che il Papa avrebbe «voluto in prima persona questa approvazione»[55]; soltanto nel settembre successivo il Papa ne parlerà, solo per precisare che «spetta ora ai Dicasteri competenti della Santa Sede esaminare il Direttorio catechetico e tutta la prassi catechetica nonché liturgica del Cammino stesso. Sono certo che i suoi membri non mancheranno di assecondare con generosa disponibilità le indicazioni che loro verranno da tali autorevoli fonti»[56].

Lo Statuto rinviava ad un Direttorio Catechetico contenente la tradizione orale e la prassi del Cammino[57]; il materiale raccolto per la creazione del Direttorio (quattordici volumi) è tuttora in fase di esame da parte delle congregazioni vaticane. Si trattava perciò di un'approvazione parziale (oltre che temporanea), poiché durante l'arco di validità dello Statuto ad experimentum il Direttorio contenente le catechesi e la prassi del Cammino (non scindibili dal Cammino stesso) non è stato pubblicato. Gli Statuti, inoltre, non entravano nel merito delle questioni liturgiche del Cammino Neocatecumenale.

Approvazione definitiva dello Statuto del Cammino Neocatecumenale[modifica wikitesto]

Il giorno 13 giugno 2008 alle ore 11.00, nell’aula magna del Pontificio Consiglio per i Laici è stato consegnato ai membri dell’Équipe responsabile internazionale del Cammino Neocatecumenale (Kiko Arguello, Carmen Hernndez e don Mario Pezzi), il decreto di approvazione definitiva dello Statuto del Cammino Neocatecumenale. Il decreto porta la data dell’11 maggio 2008, solenntà di Pentecoste. Tra le modifiche liturgiche, l'obbligo di ricevere in piedi sul posto occupato in assemblea l'Eucarestia in duplice specie.

«Abusi liturgici» nel Cammino[modifica wikitesto]

Ciò che maggiormente pare preoccupare la gerarchia ecclesiastica sono gli «abusi liturgici»[58]. I neocatecumenali sostengono che sia Giovanni Paolo II sia l'allora cardinale Joseph Ratzinger abbiano personalmente celebrato la Messa con le comunità neocatecumenali ma, come per gli elogi e gli incoraggiamenti, tali eventi non sono in sé giuridicamente normativi[59].

La lettera del cardinale Arinze contenente le «decisioni del Santo Padre»[modifica wikitesto]

A distanza di quasi ventitre anni dalla raccomandazione di osservare «le norme liturgiche» «senza negligenze e senza omissioni»[60], il 1º dicembre 2005 la Congregazione per il culto divino, a firma del cardinale Francis Arinze, ha inviato una lettera[61] a Kiko Argüello, Carmen Hernández e padre Mario Pezzi per comunicare le «decisioni del Santo Padre» a proposito delle liturgie del Cammino Neocatecumenale, raccomandando di seguire «i libri liturgici approvati, senza omettere né aggiungere nulla»[62] e richiedendo, fra le altre cose[63]:

  • che «almeno una domenica al mese» le comunità del Cammino partecipino alla Messa della parrocchia;
  • che le «eventuali monizioni» previe alle letture della Messa siano «brevi»;
  • che l'omelia sia «riservata al sacerdote o al diacono»;
  • che il modo di ricevere la Santa Comunione diventi entro «un tempo di transizione (non più di due anni)» (ossia entro dicembre 2007) lo stesso di tutta la Chiesa.

Sul sito ufficiale del Cammino è presente un'interpretazione[64] di Giuseppe Gennarini (responsabile del Cammino per gli Stati Uniti e per i rapporti con la stampa), che sembra stravolgerne il senso in quanto la presenta come un'«approvazione» anziché come una «correzione»[65].

Il 12 gennaio successivo, in occasione della partenza di duecento Famiglie in missione, papa Benedetto XVI ha menzionato la lettera affermando la propria fiducia che tali norme vengano osservate: «Di recente la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti vi ha impartito a mio nome alcune norme concernenti la celebrazione eucaristica, dopo il periodo di esperienza che aveva concesso il servo di Dio Giovanni Paolo II. Sono certo che queste norme, che riprendono quanto è previsto nei libri liturgici approvati dalla Chiesa, saranno da voi attentamente osservate»[66].

La risposta di Kiko e Carmen: «contentissimi delle norme» ricevute[modifica wikitesto]

Gli iniziatori del Cammino invieranno il 17 gennaio successivo una lettera[67] di risposta a papa Benedetto XVI, dichiarandosi «contentissimi delle "norme"» ricevute ed esprimendo «gratitudine», dichiarando che «ogni èquipe di catechisti itineranti parlerà con il Vescovo di ogni Diocesi per concordare» la partecipazione dei neocatecumenali alla Messa parrocchiale «almeno una volta al mese», e ringraziando per «i due anni»[68] concessi per adeguarsi al «modo della distribuzione della Comunione»[69].

In una catechesi tenuta ai neocatecumenali di Madrid il 22 febbraio 2006, Kiko Argüello comunque sostiene[70] che la lettera di Arinze conterrebbe concessioni e conferme «alla Messa del Cammino che si celebra ogni domenica da più di trent'anni[71]».

Diversi cardinali affermano che i «pericolosi abusi» proseguono[modifica wikitesto]

Diversi cardinali hanno affermato, ad aprile 2008, che nel Cammino sussistono ancora gli abusi liturgici condannati dalla lettera del cardinale Arinze. Il cardinale Medina Estévez ha contestato ai neocatecumenali: «la Comunione fatta stando seduti e senza inginocchiarsi... Mi pare un’assoluta mancanza di rispetto verso Cristo. Poi veniano alle omelie. Mi consta che laici - ripeto, laici - facciano dei sermoni che seppure non chiamano esplicitamente omelie, lo sono nella sostanza. Ricordo a me stesso e a loro che secondo la Divina liturgia solo un Ministro consacrato, cioè un sacerdote o un diacono, può fare omelie. Si tratta di abusi pericolosi». Il cardinale Cipriani Thorne ha affermato: «nella celebrazione della Santa Messa da parte dei Neocatecumenali ci sono aspetti che assolutamente non condivido. Ricordo e ribadisco che la liturgia è unica e deve essere rispettata da tutti alla stessa maniera. Insomma, tolleranza sì verso i Neocatecumenali, ma è compito della Chiesa richiamarli al rispetto dell’Eucarestia»[72].

Recenti Sviluppi[modifica wikitesto]

Il Papa parla del Cammino: «molte complicazioni che esistono anche oggi» (2/2007)[modifica wikitesto]

Il 22 febbraio 2007 papa Benedetto XVI, in un incontro col clero di Roma, ha affermato: «io ho conosciuto i Neocatecumenali dall'inizio. E’ stato un Cammino lungo, con molte complicazioni che esistono anche oggi, ma abbiamo trovato una forma ecclesiale che ha già molto migliorato il rapporto tra il Pastore e il Cammino»[73].

«Rimprovero» da parte dei Vescovi della Terra Santa (2/2007)[modifica wikitesto]

Il 25 febbraio 2007 i vescovi cattolici della Terra Santa scrivono una lettera ai vertici del Cammino Neocatecumenale, in cui «rimproverano» i neocatecumenali «di fare gruppo a sé, di celebrare la messa separati dalle parrocchie, di non osservare i riti liturgici, di estraniarsi dalla lingua e dalla cultura della gente del luogo»[74]. Nella lettera i vescovi danno il benvenuto al Cammino ed affermano, tra le altre cose:

  • «in seguito alla lettera che il papa Benedetto XVI vi ha indirizzato il 12 gennaio 2006, e a quella della Congregazione per il culto divino del 1 dicembre 2005, vi domandiamo di prendere posto nel cuore della parrocchia nella quale annunciate la Parola di Dio, evitando di fare un gruppo a parte»
  • «il vostro primo dovere perciò, se volete aiutare i fedeli a crescere nella fede, è di radicarli nelle parrocchie e nelle proprie tradizioni liturgiche nelle quali sono cresciuti da generazioni»
  • «il rito è come una carta d'identità e non solo un modo tra altri di pregare. Vi preghiamo di aver la carità di capire e rispettare l'attaccamento dei nostri fedeli alle proprie liturgie»
  • «l'Eucaristia è il sacramento di unità nella parrocchia e non di frazionamento. Chiediamo pertanto che le celebrazioni eucaristiche, in tutti i riti orientali, nonchè nel rito latino, siano sempre presiedute dal parroco, o, nel caso del rito latino, in pieno accordo con lui»
  • «insegnate ai fedeli l'amore per le loro tradizioni liturgiche e mettete il vostro carisma al servizio dell'unità»
  • «vi chiediamo inoltre di mettervi seriamente allo studio della lingua e della cultura della gente, in segno di rispetto per loro e quale strumento di comprensione della loro anima e della loro storia, nel contesto della Terra Santa: pluralismo religioso, culturale e nazionale».

Il Capo Melchita invita il Cammino Neocatecumenale (6/2007)[modifica wikitesto]

Uno dei firmatari della lettera di «rimprovero», Abuna Elias Shakour (arcivescovo greco melchita cattolico di Acri, Haifa, Nazaret e di tutta la Galilea), ha proposto a padre Rino Rossi, direttore della Domus Galilaeae, la creazione di un ramo del Cammino Neocatecumenale per lavorare con la chiesa melchita[75], a condizione che tale ramo del Cammino adotti come liturgia il rito melchita cattolico[76].

«100.000 neocatecumenali» a Loreto (9/2007)[modifica wikitesto]

Un meeting a Loreto nel settembre 2007 con papa Benedetto XVI, organizzato in preparazione della Giornata Mondiale della Gioventù 2008, ha visto la presenza di oltre centomila neocatecumenali. Kiko Argüello vi ha fatto la consueta chiamata per le vocazioni chiedendo: «quando meglio di adesso devi far entrare Cristo nella tua vita? Devi forse aspettare che tua madre muoia di cancro? Ora!» Nella stessa occasione Kiko ha affermato l'imminenza del riconoscimento degli Statuti; successivamente ha valutato che alla sua chiamata si sarebbero "alzati" 2.000 uomini e 1.200 donne, cifre che un'altra fonte vicina ai neocatecumenali ha riportato come esagerate e inattendibili: «erano molte centinaia, e probabilmente nell’ordine di un migliaio complessivamente... tra i tanti che all’appello di Kiko si sono “alzati” si notano anche bambini di poco più di sette anni, e facce che danno l’impressione più di scherzare che di fare sul serio»[77].

Kiko Argüello e la comunione «a braccia conserte» (4/2008)[modifica wikitesto]

Il 27 aprile 2008, in occasione delle ordinazioni sacerdotali di papa Benedetto XVI, Kiko Argüello ha ricevuto la Comunione dal Papa tenendo le braccia conserte[78]. Tale gesto è stato considerato da vari ecclesiastici una «mancanza di rispetto verso il Santissimo Sacramento e la persona del Papa» (mons. Malcolm Ranjith, segretario della Congregazione per il culto divino[79]), «mi sembra del tutto evidente che con quel gesto, il signor Kiko Argüello abbia manifestato scarsa profondità verso il grande dono che si apprestava a ricevere, vale a dire il Corpo di Cristo, e, come se non bastasse, poco rispetto per il Pontefice» (così mons. Nicola Bux, teologo della stessa Congregazione[80]), «Argüello si è comportato in maniera assolutamente sbagliata e poco elegante. La Comunione va ricevuta con atteggiamento orante, mentre quelle braccia incrociate in stile militaresco hanno rappresentato un atteggiamento di sfida e, addirittura, di dispetto. Un episodio davvero poco edificante» (così mons. Marco Frisina[81]. Il caso ha riacceso le polemiche sugli errori dottrinali sull'Eucarestia nelle dottrine di Kiko Argüello e Carmen Hernández[82].

Gergo neocatecumenale[modifica wikitesto]

Nel gergo neocatecumenale, il termine "figlie di Israele[83]" si riferisce invece alle donne nubili[84] aderenti al Cammino. Vengono definiti "Giuda" e "Faraoni" quanti hanno una visione critica del Cammino[85].

Con il termine "convivenza" si indica un ritiro spirituale di uno o più giorni, nel quale i partecipanti "con-vivono", cioè stanno insieme in un clima di preghiera e di condivisione allo scopo di alimentare la comunione fraterna nella propria comunità, condividere l'esperienza di vita alla luce della Parola di Dio e, mediamente una/due volte l'anno, incontrare i propri catechisti nelle tappe che caratterizzano lo svolgersi del catecumenato post-battesimale.

Il termine "alzarsi" viene utilizzato per dire che un individuo o una famiglia sentono il desiderio di offrire la propria vita per il Vangelo e quindi, in occasione di opportuni incontri fatti con gli iniziatori del cammino, con i propri catechisti o in comunità, a seguito di un appello generale[86] si "alzano" rendendosi visibili ai fratelli mostrando apertamente la propria disponibilità in risposta alla chiamata di Dio; questa disponibilità sarà poi vagliata dalla Chiesa in opportuni incontri vocazionali.

Voci correlate[modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica wikitesto]

Siti e testimonianze sul Cammino[modifica wikitesto]

Principali fonti critiche[modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica wikitesto]

Testi delle catechesi del Cammino[modifica wikitesto]

La stessa esistenza dei ciclostilati delle catechesi di Kiko e Carmen, in dotazione ai più importanti catechisti del Cammino fin dai primissimi anni Settanta, è stata nascosta per molti anni anche agli stessi aderenti al Cammino[87] (alcuni testi in italiano sono reperibili qui, su geocities.com (archiviato dall'url originale).). Tra i testi:

  • Orientamenti alle Équipes di Catechisti per la fase di conversione, edizione ciclostilata del Centro Neocatecumenale «Servo di Jahvè in san Salvatore», p.za S. Salvatore in Campo, Roma, 1982 (il testo originale è del febbraio 1972), 373 pagine;
  • Orientamenti alle Équipes di Catechisti per lo «shemà» (appunti presi dai nastri degli "shemà" fatti da Kiko e Carmen ad alcune Comunità di Roma e Madrid nel 1974, pp. 110);
  • Orientamenti alle Équipes di Catechisti per la Convivenza della Rinnovazione del primo Scrutinio battesimale (appunti tratti dalle catechesi di Kiko e Carmen a Madrid nel 1972, con aggiunte del 1986, pp. 192);
  • Konwiwencja (edizione ciclostilata in lingua polacca degli Orientamenti per la Convivenza), Warszawa, 1983.

Testi favorevoli[modifica wikitesto]

  • Ezechiele Pasotti (a cura di), Il Cammino Neocatecumenale secondo Paolo VI e Giovanni Paolo II, edizioni Paoline, 1993.
  • Piergiovanni Devoto, Il neocatecumenato. Un'iniziazione cristiana per adulti, editore Chirico, Napoli, 1994.
  • Blázquez Pérez Ricardo, La Nuova Evangelizzazione, editore Grafitalica, 2000.
  • Blázquez Pérez Ricardo, Guai a me se non annunciassi il vangelo. Iniziazione cristiana e nuova evangelizzazione, edizioni Grafite (collana "Biblioteca Neocatecumenale"), 1997.

Testi critici[modifica wikitesto]

  • Enrico Zoffoli, I neocatecumenali - chi sono - quale il loro "credo" - cosa pensarne, edizioni Segno, Udine, 1990.
  • Enrico Zoffoli, Magistero del Papa e catechesi di Kiko. Confronto a proposito del «Cammino Neocatecumenale», edizioni Segno, Udine, 1992.
  • Enrico Zoffoli, Eresie del Cammino Neocatecumenale, edizioni Segno, Udine, 1992.
  • Enrico Zoffoli, Catechesi neocatecumenale e ortodossia del Papa, edizioni Segno, Udine, 1992 (ristampato con approvazione ecclesiastica datata 28 febbraio 1995).
  • Enrico Zoffoli, Verità del Cammino Neocatecumenale, edizioni Segno, Udine, 1996.
  • Gino Conti, Neocatecumenali al bivio. Sussidio per una scelta (fra Catechismo della Chiesa Cattolica e catechismo di Kiko Argüello), edizioni Segno, Udine, 1996.
  • Gino Conti, Un segreto svelato. Note di commento al testo "Orientamenti alle equipes di catechisti per la fase di conversione", edizioni Segno, Udine, 1997.
  • Elio Marighetto, I segreti del Cammino Neocatecumenale, edizioni Segno, Udine, 2001.

Note e documenti[modifica wikitesto]

  1. ^ Il 29 giugno 2002 il Pontificio Consiglio per i Laici approvò ad experimentum, per un periodo di cinque anni (fino a giugno 2007), lo Statuto del Cammino Neocatecumenale, che richiedeva la pubblicazione di un Direttorio Catechetico (mai pubblicato). Il Cammino aveva precedentemente tentato, senza successo, di ottenere lo status di prelatura personale (notizia riportata da Sandro Magister).
  2. ^ Cfr. intervento di Carmen Hernández del 28 giugno 2002 alla consegna dello Statuto del Cammino Neocatecumenale: «allora, in quel bar di Palomeras Altas io guardavo Kiko così, perché venivo da grandi sofferenze e lui mi sembrava un giovanotto in pieno cursillismo... e mi dice che aveva avuto una visione della Madonna che gli aveva detto di fare comunità come la Sacra Famiglia di Nazaret... E quando Kiko comincia a parlare della Famiglia di Nazareth io ho pensato: "Questo è un giovane bigotto cursillista».
  3. ^ Secondo alcune fonti, la Hernández sarebbe stata espulsa dalle suore dell'istituto Misioneras de Cristo Jesús per problemi di ubbidienza: richiestole di partire per l'India o per la Bolivia (dove avrebbe dovuto evangelizzare i minatori di Oruro), si era data invece all'attività nei baraccati di Palomeras Altas (cfr. "Abili mistificazioni", articolo del settimanale Il cristiano fedele 3/2003; il testo è riportato anche su Alterinfo, su geocities.com (archiviato dall'url originale).).
  4. ^ Nell'intervento di Carmen Hernández del 28 giugno 2002 è riportato che mons. Morcillo aveva visitato i baraccati.
  5. ^ Cfr. Statuto del Cammino Neocatecumenale, rispettivamente titolo II e titolo IV. L'utilizzo del termine catecumenato indica la preparazione al battesimo per un adulto non battezzato, mentre con catecumenato post-battesimale il Catechismo della Chiesa Cattolica (al n. 1231) identifica «l'ambito proprio del catechismo». Il termine "neocatecumenato" si riferisce invece all'itinerario di formazione proprio del Cammino Neocatecumenale.
  6. ^ La Congregazione aveva infatti pubblicato il 6 gennaio 1972 l'«Ordo Initiationis Christianae Adultorum», più conosciuto con la sua sigla latina OICA o italiana RICA, per l'amministrazione del sacramento del battesimo agli adulti. L'iniziazione cristiana degli adulti era caduta in disuso poiché fino a tempi recenti il battesimo veniva amministrato ai bambini nella primissima infanzia.
  7. ^ Cfr. Giuseppe Gennarini, in Statuto - Commenti giuridici ed ecclesiali allo Statuto, pag. 103: "...Rimasero impressionati nel vedere che ciò che stavano elaborando da alcuni anni sul catecumenato per gli adulti, lo Spirito Santo, partendo dai poveri, lo stava già mettendo in opera". Cfr. Annibale Bugnini, in La Riforma Liturgica, pag. 579, nota 26: "Un gruppo seriamente impegnato, quello delle comunità neocatecumenali aveva già iniziato a impostare una formazione cristiana dei battezzati... Il merito di questo gruppo sta nell'aver capito l'importanza dello spirito del catecumenato per formare cristiani veri". Bugnini sosteneva uno stile di creatività liturgica permanente ed istituzionalizzata e pertanto non poteva non vedere favorevolmente le celebrazioni neocatecumenali; tale stile però non incontrerà il favore di Paolo VI e dei papi successivi (cfr. voce Annibale Bugnini; cfr. intervento di Giovanni Paolo II di febbraio 1983; cfr. lettera del card. Arinze sulla liturgia citata in bibliografia).
  8. ^ Cfr. Notitiae, n. 95-96, luglio-agosto 1974, pp. 229-230
  9. ^ Padre Mario Pezzi è un ex comboniano che aderì al Cammino nel 1970. Dal 1992, dopo essere stato costretto dal Capitolo dei comboniani a lasciare la congregazione, è incardinato nella diocesi di Roma.
  10. ^ Cfr. art. 35 dello Statuto. L'elenco dei membri del collegio elettivo è depositato presso il Pontificio Consiglio per i Laici, ed è aggiornato ogni cinque anni a causa dei membri che per morte, rinuncia o motivi gravi abbiano cessato di farne parte.
  11. ^ Cfr. Statuto del Cammino Neocatecumenale, art. 4 § 1. La raccolta delle offerte delle comunità del Cammino va alla Fondazione "Famiglia di Nazaret" per l'evangelizzazione itinerante, con sede a Roma, ed a cui è intestata la Domus Galilaeae. Lo stesso Statuto prevede che il Vescovo diocesano, su richiesta dell'Équipe Responsabile internazionale del Cammino, può «erigere una fondazione autonoma diocesana, con personalità giuridica, regolata da statuti propri, che sarà riconosciuta anche in sede civile» per sostenere altre attività del Cammino.
  12. ^ Cfr. art. 34 dello Statuto.
  13. ^ Discorso di papa Benedetto XVI nell'udienza concessa alle famiglie neocatecumenali in partenza per la missione (12 gennaio 2006).
  14. ^ «Il caso più vistoso è quello del Cammino Neocatecumenale, con più di cinquanta seminari "Redemptoris Mater" in tutto il mondo, dai quali sono usciti migliaia di preti giuridicamente incardinati nelle diocesi ma spesso, di fatto, a servizio esclusivo del Cammino» (I sette vizi capitali dei movimenti, secondo "La Civiltà Cattolica").
  15. ^ Quattro Vescovi volano in Vaticano per chiedere aiuto alla Santa Sede: “Il Cammino Neocatecumenale è una setta e mina l’unità della Chiesa cattolica in Giappone”. Cfr. anche Vescovi giapponesi contro il Cammino Neocatecumenale.
  16. ^ La Domus Galilaeae «ha uno scopo ben preciso: intimorire, impressionare, suggestionare il visitatore, per convincerlo della bontà, della grandiosità del Cammino Neocatecumenale e della sua ‘predicazione’» (cfr. Le ombre del Cammino Neocatecumenale).
  17. ^ Cfr. Il caso del genocidio in Ruanda.
  18. ^ Una rassegna di interventi di Paolo VI e Giovanni Paolo II tra il 1974 ed il 2000 è presente sul sito ufficiale del Cammino.
  19. ^ Lettera "Ogniqualvolta" di papa Giovanni Paolo II a mons. Paul Josef Cordes (30 agosto 1990).
  20. ^ Paul Josef Cordes, vicepresidente del Pontificio Consiglio per i Laici dal 1980 al 1995, fu incaricato personalmente da Giovanni Paolo II di seguire il caso del Cammino Neocatecumenale.
  21. ^ Le prime accuse di eresia vennero già alla fine degli anni settanta da parte di alcuni sacerdoti canadesi, legati però non alla Chiesa cattolica ma ad alcune frange scismatiche del mondo tradizionalista.
  22. ^ In L'Osservatore Romano, 11 febbraio 1983, pagg. 1-2.
  23. ^ Cfr. per esempio I Neocatecumenali di Kiko: Movimento Ecclesiale o Setta all'interno del Cattolicesimo? Anche il Cesap (Centro Studi sugli Abusi Psicologici), per esempio, classifica il Cammino Neocatecumenale tra le sétte.
  24. ^ «C’è un culto della personalità verso l’Argüello... non si fidano dei preti, è questo il motivo per cui Kiko ha voluto i seminari Redemptoris Mater, per avere un clero plasmato a sua immagine e somiglianza» (don Marcello Stanzione, Neocatecumenali: gnosi e uso del denaro per accrescere il consenso).
  25. ^ Tra gli altri, lo scrittore italiano Luca Doninelli ha affermato su Il Giornale: «...Neocatecumenali. Questi ultimi si distinguono per i loro canti. Sono i canti più monotoni che abbia mai sentito»).
  26. ^ Messianismi paralleli: gli ebrei Lubavitcher e i neocatecumenali.
  27. ^ Cfr. intervento di Kiko Argüello al convegno a Rocca di Papa il 31 maggio 2006.
  28. ^ Kiko Argüello ha disegnato numerose icone che la raffigurano.
  29. ^ Ancora nel 2006, l'iniziatore del Cammino, Kiko Argüello, affermerà che i vescovi «non capiscono» di avere necessità del Cammino. Presentando il Cammino Neocatecumenale in occasione dell'incontro di Papa Benedetto XVI con i movimenti ecclesiali e le nuove comunità del 3 giugno 2006, Kiko infatti osservò: «ma quanto è difficile, Santo Padre, che le istituzioni capiscano che hanno necessità dei carismi!» (cfr. anche Commento all'intervento di Kiko Argüello).
  30. ^ Esistono comunque numerose pubblicazioni, testimonianze e prese di posizione anche da parte di laici (cfr. collegamenti esterni a siti critici) ed ex-neocatecumanali, poiché, secondo quanto consigliato dal Codice di Diritto Canonico ("obblighi e diritti di tutti i fedeli", can. 212, §3), «in modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, i fedeli hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità della persona».
  31. ^ Il movimento neocatecumenale. Esposizione e giudizio di mons. P. C. Landucci, in Sì sì no no, 31 gennaio 1983, testo riportato e introdotto su Alterinfo, su geocities.com (archiviato dall'url originale). (pagina che erroneamente indica le iniziali di Landucci in "G.C." anziché "P.C.").
  32. ^ Le osservazioni di Zoffoli sul Cammino Neocatecumenale non sono mai state realmente contestate dalla gerarchia ecclesiale o dalle congregazioni vaticane, ad eccezione degli inviti a non anticipare il giudizio della Chiesa con i suoi scritti. Nel 1995 il cardinale Camillo Ruini, Vicario di Roma e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ricevendo un libro di Zoffoli sui neocatecumenali, rispose infatti invitandolo «fermamente a non sostituirsi agli Organi competenti e a non emettere, sia pure con buone intenzioni, giudizi personali e prematuri su temi che riguardano l'ortodossia di realtà ecclesiali, o addirittura del Santo Padre» (Vicariato di Roma - Prot. N. 385/95, 8 aprile 1995).
  33. ^ Enrico Zoffoli, Dizionario del Cristianesimo, edizioni Segno, 1992, pag. 338.
  34. ^ Lettera di Enrico Zoffoli, su geocities.com (archiviato dall'url originale; seconda copia archiviata). a Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, 22 febbraio 1994. Fanzaga è stato a lungo un estimatore del Cammino.
  35. ^ Per esempio dai Carismatici francescani.
  36. ^ Oltre a quelli citati, altri vescovi e cardinali hanno espresso perplessità e critiche, fra i quali i vescovi Lorenzo Bellomi (Trieste, 1 marzo 1989, testo riportato qui, su geocities.com (archiviato dall'url originale).), Arduino Bertoldo (Foligno, 1-8-1995; Lettera ai parroci, ai presbiteri e ai catechisti delle comunità neocatecumenali della diocesi, su geocities.com (archiviato dall'url originale).), Pietro Nonis (Vicenza, 18-12-1996; Lettera "Centralità della parrocchia", su geocities.com (archiviato dall'url originale).), Benito Cocchi (Modena, 2002), Giulio Sanguineti (Brescia, 25-12-2003), e i cardinali Giovanni Saldarini (Torino, 17-5-1995; Lettera sui neocatecumenali (RTF), su geocities.com (archiviato dall'url originale).), Giacomo Biffi (Bologna, 31-3-1996), Carlo Maria Martini (Milano, 29-10-1999), Ersilio Tonini (5-6-2006), e le Conferenze Episcopali dell'Umbria (2-3-1986), della Puglia (1-12-1996; Nota pastorale sul Cammino Neocatecumenale, su geocities.com (archiviato dall'url originale).) e della Basilicata (1-3-1998).
  37. ^ Bruno Foresti, Comunicazione al consiglio presbiterale, IX assemblea, pubblicato nella Rivista della diocesi di Brescia, 1/1987; il testo è riportato qui, su geocities.com (archiviato dall'url originale).. Nello stesso testo Foresti ricorda che nei Capitoli Generali di alcune congregazioni religiose (fra cui i Padri Comboniani) si dichiarava l'incompatibilità dell'appartenenza ai loro istituti con l'appartenenza alle comunità neocatecumenali.
  38. ^ Virgilio Mario Olmi, Rapporto sulle Comunità Neocatecumenali, pubblicato su Jesus, agosto 1987, pp. 16-19; il testo dell'articolo è riportato anche in Elio Marighetto, I segreti del Cammino Neocatecumenale, Udine, 2001, pp. 193-195.
  39. ^ Silvano Piovanelli, lettera Sul Cammino Neocatecumenale, su geocities.com (archiviato dall'url originale)., Firenze, 25 marzo 1995, pubblicata in Il Regno - Documenti, 15/1995, pagg. 491-493.
  40. ^ Salvatore Pappalardo, Cammino Neocatecumenale, diocesi e parrocchia, su geocities.com (archiviato dall'url originale)., in il Regno, n. 9/1996.
  41. ^ Cfr. Adista n. 67/1996 e Jesus del gennaio 1997.
  42. ^ Cfr. anche seminari "Redemptoris Mater".
  43. ^ (EN) Testo del decreto di mons. Mervyn Alban Alexander, vescovo of Clifton (gennaio 1997).
  44. ^ Lettera al Cammino Neocatecumenale, su geocities.com (archiviato dall'url originale). di mons. Luigi Bommarito (Avvento 2001), arcivescovo di Catania da giugno 1998 a giugno 2002.
  45. ^ Lo Statuto del Cammino approvato nel 2002 impone severamente ai catechisti di rispettare il foro interno e le coscienze dei singoli (cfr. Statuti, art. 19 § 2 ed art. 28 § 2).
  46. ^ Abusi liturgici, il Cardinale Cipriani Thorne invoca maggior rigore: “E anche i Neocatecumenali si adeguino alle direttive della Chiesa”.
  47. ^ «Negli anni, come Prefetto del Dicastero vaticano competente in materia, ho purtroppo notato nelle loro liturgie autentiche stranezze e preopccupanti stravaganze. Da tempo la Santa Sede li ha invitati a mettersi al passo e ad obbedire; gli consiglio di farlo, perchè la liturgia non è proprietà di nessuno, tantomeno di Kiko Argüello»; «Intanto alla Comunione fatta stando seduti e senza inginocchiarsi. Mi pare un’assoluta mancanza di rispetto verso Cristo. Poi veniano alle omelie. Mi consta che laici - ripeto, laici - facciano dei sermoni che seppure non chiamano esplicitamente omelie, lo sono nella sostanza. Ricordo a me stesso e a loro che secondo la Divina liturgia solo un Ministro consacrato, cioè un sacerdote o un diacono, può fare omelie. Si tratta di abusi pericolosi» (fonte: Il Cardinale Medina Estevéz critica i Neocatecumenali: “Facciano Messe senza abusi: la liturgia non è proprietà di nessuno, tantomeno di Kiko Argüello”).
  48. ^ La notizia, rimbalzata su Radio Vatikan (in tedesco), e ripresa da Catholic World News (in inglese) era stata riportata anche da fonti italiane. Mons. Clemens ha smentito le parole esatte che gli erano state originariamente attribuite, fermo restando il contenuto (Tempi lunghi per l’approvazione degli Statuti Neocatecumenali. Monsignor Clemens: "Non mi sono mai espresso in proposito". C'è chi parla di ‘pressioni’ del Cammino ma il Papa non si lascia intimidire).
  49. ^ Discorso di Giovanni Paolo II agli aderenti al Cammino Neocatecumenale (24 gennaio 1997), in cui il Papa ricorda che i neocatecumenali hanno già iniziato «il processo della stesura di uno Statuto del Cammino».
  50. ^ Discorso di Giovanni Paolo II agli iniziatori, catechisti e presbiteri del Cammino Neocatecumenale, 21 settembre 2002
  51. ^ cfr. don Elio Marighetto, I segreti del Cammino Neocatecumenale, edizioni Segno, Udine, p.217. Il giurista neocatecumenale padre Javier Sotil, rettore del Redemptoris Mater di Brasilia, nel maggio 1999, durante una convivenza al Centro Neocatecumenale internazionale di Porto San Giorgio con Kiko Argüello e Carmen Hernández, annunciava che la bocciatura era stata «provvidenziale» perché aveva dato modo di «pensare e ripensare, consultare tante persone per preparare una seconda bozza che è qui pronta». Nell'anno successivo, ancora a Porto San Giorgio, Kiko Argüello riportava che il Direttorio Catechetico non era stato ancora approvato poiché nelle catechesi erano stati riscontrati errori dogmatici. (cfr. Cammino Neocatecumenale: storia, struttura, tappe).
  52. ^ L'intervento di Kiko Argüello alla consegna dello Statuto del Cammino Neocatecumenale
  53. ^ Decreto di approvazione ad experimentum del Cammino Neocatecumenale.
  54. ^ Cfr. Omelia del 29 giugno 2002, Angelus del 30 giugno 2002, Udienza generale del 3 luglio 2002, Angelus del 7 luglio 2002.
  55. ^ Cfr. intervento di Kiko Argüello alla consegna dello Statuto del Cammino Neocatecumenale (29 giugno 2002). Nello stesso intervento Kiko riafferma che «con questo Statuto il Papa con coraggio offre ai vescovi ed alle conferenze episcopali un modo di iniziazione e di catecumenato postbattesimale».
  56. ^ Cfr. discorso di Giovanni Paolo II agli iniziatori, catechisti e presbiteri del Cammino Neocatecumenale (21 settembre 2002).
  57. ^ Cfr. articoli 2, 9, 11, 16, 19, 28 e 29 dello Statuto del Cammino Neocatecumenale. Ciononostante sulla stampa anche cattolica è stato talvolta detto erroneamente che era stato approvato anche il Direttorio Catechetico; per esempio da Saverio Gaeta, caporedattore di Famiglia Cristiana: «insieme con lo Statuto viene di fatto ratificato il testo degli "Orientamenti alle èquipe di catechisti", che rappresenteranno le linee guida della catechesi neocatecumenale» (in Famiglia Cristiana, anno LXXII, n. 27, 7 luglio 2002, pag. 14). La consegna dei testi degli Orientamenti alle Congregazioni vaticane cominciò nel 1977.
  58. ^ Il Cardinale Medina Estevéz critica i Neocatecumenali: “Facciano Messe senza abusi: la liturgia non è proprietà di nessuno, tantomeno di Kiko Argüello”. Un elenco sintetico delle questioni dottrinali e dei «ventidue abusi liturgici» del Cammino a confronto del Magistero pontificio è contenuto in Giovanni Apostoli, Enciclica "Ecclesia de Eucharistia" e catechesi di Carmen Hernández e Kiko Argüello a confronto. I responsabili del Cammino parlano di "variazioni" nella liturgia, senza precisare che in campo liturgico le variazioni non formalmente autorizzate sono abusi.
  59. ^ Peraltro non è provato che in quelle specifiche celebrazioni siano presenti almeno i maggiori abusi liturgici contestati ai neocatecumenali (per esempio sul modo di ricevere la Comunione). Una Notificazione della Congregazione per il Culto Divino sulle celebrazioni nei gruppi del Cammino Neocatecumenale del 19 dicembre 1988 aveva infatti concesso soltanto un indulto sul momento dello scambio della pace e la Comunione sotto le due specie ma «sempre con pane azzimo» (secondo quanto già previsto dal Messale Romano), ribadendo che le Messe dei gruppi, nelle forme approvate dal documento Eucharisticum Mysterium del 25 maggio 1967, avvengano sempre informando «abitualmente» e «ad casum» l'Ordinario del luogo, senza la cui autorizzazione non possono essere celebrate.
  60. ^ Giovanni Paolo II, in L'Osservatore Romano, 11 febbraio 1983, sopra citato.
  61. ^ Lettera a Kiko Argüello, Carmen Hernández e padre Mario Pezzi del cardinale Francis Arinze (1 dicembre 2005). Il primo commento apparso sulla stampa è di Andrea Tornielli, "La Messa è una sola: adeguatevi", su Il Giornale del 22 dicembre 2005. La lettera del cardinale Arinze segue di pochi giorni l'incontro di Argüello, Hernández e padre Pezzi prima con la Congregazione per il culto divino e subito dopo con papa Benedetto XVI (tali incontri sono avvenuti l'11 novembre con la Congregazione ed il 19 novembre 2005 per l'udienza privata dal Papa.
  62. ^ Questa raccomandazione compare sia in apertura che in conclusione della lettera.
  63. ^ Cfr. "Spiegazione della lettera passo per passo".
  64. ^ Intervista a Giuseppe Gennarini sulla lettera di Arinze del 1 dicembre 2005.
  65. ^ Per esempio alla domanda «che valore ha questa lettera per il Cammino?» Gennarini risponde che «è la prima volta che si accettano alcune variazioni presenti nel modo di celebrare l'Eucaristia nel Cammino»: in realtà nella lettera non c'è nessuna concessione di "variazioni" rispetto a libri liturgici e documenti preesistenti e validi per tutta la Chiesa, ad eccezione dell'estensione «fino ad ulteriore disposizione» dell'«indulto già concesso» per lo «scambio della pace». Si veda anche Giovanni Apostoli, "La mistificazione di Giuseppe Gennarini". Anche l'apologèta americano Jimmy Akin è convinto di una "mistificazione neocatecumenale" operata da Gennarini ((EN) "Neocatechumenal Spin").
  66. ^ L'evento, indicato da varie fonti come "il Papa invia in missione le famiglie neocatecumenali" (per esempio su Zenit "Benedetto XVI invia in missione duecento famiglie di comunità neocatecumenali" e sul neocatecumenale Camina y Ven "The Pope sends 200 Neocatechumenal families for the evangelization") era stato invece organizzato dal Cammino Neocatecumenale. Nel testo originale del discorso di Benedetto XVI il Papa ringrazia i neocatecumenali dell'invito ma non esprime alcuna volontà di "inviare" famiglie in missione.
  67. ^ Lettera a papa Benedetto XVI di Kiko Argüello, Carmen Hernández e padre Mario Pezzi (17 gennaio 2006).
  68. ^ Nel testo della lettera di Arinze con le "decisioni del Santo Padre" il termine utilizzato è «non più di due anni» («si dà al Cammino... un tempo di transizione (non più di due anni)»); nel testo della lettera di Argüello, Hernández e Pezzi il termine utilizzato è invece «i due anni» («...ringraziarLa per la benevolenza... nel confermare lo spostamento del gesto della pace e i due anni per adeguare il modo...»).
  69. ^ Cfr. anche "Cronologia delle reazioni alla lettera del cardinale Arinze".
  70. ^ Catechesi di Kiko per la Quaresima 2006. Nel testo Kiko afferma inoltre di aver ottenuto le cinque variazioni alla liturgia che non aveva fatto in tempo ad ottenere da Giovanni Paolo II, e che sarebbe stata «la stampa» a non capire, presentando la lettera come una «bastonata» al Cammino. Quanto al modo della distribuzione della Comunione, Kiko conferma l'interpretazione che aveva fornito nella lettera del 17 gennaio 2006: «...e per la Comunione ci dà due anni». Quando Kiko parla di celebrazione "la domenica", intende la Messa "domenicale" celebrata il sabato in tarda serata dalle comunità neocatecumenali. «Anche se il sabato sera appartiene già alla Domenica (Primi Vespri) ed è permesso di compiere il precetto domenicale con la Messa prefestiva, è necessario rammentare che è il giorno della Domenica in se stesso che merita di essere santificato perché non sia "vuoto di Dio"» (bollettino della XI Assemblea del sinodo dei Vescovi).
  71. ^ Nel 2008 il Cammino Neocatecumenale festeggerà il suo quarantennale, invitando papa Benedetto XVI. Secondo le tradizioni neocatecumenali, le Messe del Cammino di "ogni domenica" sono le liturgie celebrate il sabato in tarda serata.
  72. ^ Cfr. Il Cardinale Medina Estevéz critica i Neocatecumenali: “Facciano Messe senza abusi: la liturgia non è proprietà di nessuno, tantomeno di Kiko Argüello”. Cfr. anche Abusi liturgici, il Cardinale Cipriani Thorne invoca maggior rigore: “E anche i Neocatecumenali si adeguino alle direttive della Chiesa”. Anche mons. Marco Frisina ha criticato i neocatecumenali per le omelie tenute dai laici anziché da sacerdoti e diaconi (Il Maestro Frisina le 'suona' a Kiko e ai Neocatecumenali: “No alle braccia incrociate in stile militaresco e all’omelia tenuta da laici”).
  73. ^ Incontro con i parroci e il clero della diocesi di Roma - discorso di Sua Santità Benedetto XVI. L'evento è stato interpretato come un «severo richiamo» (cfr. La Quaresima del Cammino: doppia penitenza a Roma e Gerusalemme).
  74. ^ La Quaresima del Cammino: doppia penitenza a Roma e Gerusalemme).
  75. ^ Proposta di creare un ramo del Cammino Neocatecumenale per lavorare con la chiesa melchita.
  76. ^ È sempre accidentato il Cammino dei neocatecumenali. Cfr. anche [www.internetica.it/neocatecumenali/vescovo-melchita.htm Forse il vescovo cerca di arginarli in qualche modo].
  77. ^ Tutte le citazioni di questo paragrafo vengono da un articolo pubblicato su un sito internet di notizie ecclesiali molto favorevole al Cammino Neocatecumenale (Loreto, lunedì a Montorso per 100mila neocat. Kiko: "Gli Statuti saranno approvati").
  78. ^ Foto di Kiko che riceve la comunione a braccia conserte. Cfr. anche Le braccia incrociate di Kiko tra disobbedienze e messaggi in codice.
  79. ^ Anche Monsignor Ranjith 'bacchetta' Kiko Argüello: “Una mancanza di rispetto verso il Santissimo Sacramento e il Papa ricevere la Comunione con le braccia incrociate”. Mons. Ranjith ha affermato: «...credo anch’io che quelle braccia conserte... abbiano rappresentato una mancanza di rispetto verso il Santissimo Sacramento e la persona del Papa... non è possibile ricevere così il Corpo di Cristo, per giunta, dalle mani del Pontefice... al momento non ho notizie in materia né tantomeno so se siano in via di approvazione gli Statuti dei Neocatecumenali”.
  80. ^ Monsignor Nicola Bux (Congregazione per la Dottrina della Fede): “Le braccia incrociate di Kiko? Scarsa sensibilità per l’Eucarestia”.
  81. ^ Il Maestro Frisina le 'suona' a Kiko e ai Neocatecumenali: “No alle braccia incrociate in stile militaresco e all’omelia tenuta da laici”.
  82. ^ La verità sul Cammino Neocatecumenale - Ecco come Kiko Argüello e Carmen Hernández negano la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia.
  83. ^ In questo caso il termine "Israele" vuole indicare simbolicamente l'intero Cammino Neocatecumenale o la Chiesa, non lo stato di Israele.
  84. ^ Nel Cammino vige informalmente un obbligo di endogamia, anche se non è rispettato da tutti; cfr. Adista n. 27 del 5 aprile 2003, " Passati per il Cammino. Intervista a una coppia di ex neocatecumenali, su geocities.com (archiviato dall'url originale; seconda copia archiviata).". Cfr. anche Adista n. 59 del 4 settembre 2004, " Il movimento neo-catecumenale predica l'odio in famiglia. Una lettera a Lopez Trujillo, su geocities.com (archiviato dall'url originale; seconda copia archiviata).".
  85. ^ Cfr. ad esempio Sandro Magister, "Kiko, Carmen e i faraoni", oppure Adista 9/2002, su geocities.com (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2008)..
  86. ^ In una catechesi a Perugia del 27 settembre 2006, Kiko Argüello ha raccontato di aver «chiesto famiglie che si offrano al Signore e alla Chiesa per la nuova evangelizzazione… per andare ad evangelizzare il mondo. Si sono alzate 1.500 famiglie! Le abbiamo contate dopo… 1.500 famiglie!»
  87. ^ Cfr. Gino Conti, Un segreto svelato. Note di commento al testo "Orientamenti alle èquipes di catechisti per la fase di conversione", edizioni Segno, 1997, p. 14.
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il cammino neocatecumenale non è un movimento come i" focolari" o "comunione e liberazione" ecc ma è una iniziazione cristiana alla riscoperta del battesimo all'interno della Parrocchia