Diocesi di Brescia

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Diocesi di Brescia
Dioecesis Brixiensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Milano
Regione ecclesiasticaLombardia
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoPierantonio Tremolada
Vicario generaleGaetano Fontana
Vescovi emeritiGiulio Sanguineti,
Luciano Monari
Presbiteri903, di cui 679 secolari e 224 regolari
1.067 battezzati per presbitero
Religiosi332 uomini, 839 donne
Diaconi61 permanenti
 
Abitanti1.187.076
Battezzati963.550 (81,2% del totale)
StatoItalia
Superficie4.538 km²
Parrocchie473 (32 vicariati)
 
ErezioneI secolo
Ritoromano
CattedraleMaria Santissima Assunta
ConcattedraleDuomo vecchio
Santi patroniSanti Faustino e Giovita
IndirizzoVia Trieste 13, 25121 Brescia, Italia
Sito webwww.diocesi.brescia.it
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
La concattedrale di Santa Maria Assunta
Ingresso del Vescovado di Brescia
Pievi della diocesi di Brescia nel 1300
Statua di Paolo VI nel chiostro del Santuario bresciano delle Grazie, dove il futuro papa Paolo VI celebrò la sua prima messa il 30 maggio 1920

La diocesi di Brescia (in latino Dioecesis Brixiensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Milano appartenente alla regione ecclesiastica Lombardia. Nel 2022 contava 963.550 battezzati su 1.187.076 abitanti. È retta dal vescovo Pierantonio Tremolada.

Santi patroni[modifica | modifica wikitesto]

I patroni principali della diocesi sono i Santi Faustino e Giovita, mentre Sant'Angela Merici ne è patrona secondaria.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi comprende:

Sede vescovile è la città di Brescia, dove si trovano la cattedrale di Maria Santissima Assunta, detta Duomo nuovo, e la concattedrale di Santa Maria Assunta, detta Duomo vecchio.

Vicariati e parrocchie[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Brescia.

Il territorio è suddiviso in 473 parrocchie riunite in 32 zone pastorali:

  • I - Zona dell'Alta Valle Camonica - del Beato Innocenzo da Berzo
  • II - Zona della Media Valle Camonica - di San Siro
  • III - Zona della Bassa Valle Camonica - della Madonna del Monte
  • IV - Zona Alto Sebino - delle Sante Vincenza Gerosa e Bartolomea Capitanio
  • V - Zona del Sebino - di San Vigilio
  • VI - Zona della Franciacorta - di San Carlo
  • VII - Zona del fiume Oglio - di San Fedele
  • VIII - Zona della Bassa Occidentale dell'Oglio - di San Filastrio
  • IX - Zona della Bassa Occidentale - della beata Stefana Quinzani
  • X - Zona Bassa Centrale Ovest - della beata Paola Gambara
  • XI - Zona Bassa Centrale - del ven. Alessandro Luzzago
  • XII - Zona Bassa Centrale Est - dell'Abbazia di San Salvatore
  • XIII - Zona Bassa Orientale - di San Lorenzo
  • XIV - Zona Bassa Orientale del Chiese - di San Pancrazio
  • XV - Zona Morenica del Garda - di San Gaudenzio
  • XVI - Zona Garda - di San Ercolano
  • XVII - Zona Alto Garda- della Madonna di Montecastello
  • XVIII - Zona Alta Val Sabbia - della Madonna di San Luca
  • XIX - Zona Bassa Val Sabbia - di Santa Maria Assunta
  • XX - Zona Alta Val Trompia - della Madonna della Misericordia
  • XXI - Zona Bassa Val Trompia - di Santa Maria degli Angeli
  • XXII - Zona Valgobbia - di S. Apollonio
  • XXIII - Zona Suburbana I (Concesio) - di papa Paolo VI
  • XXIV - Zona Suburbana II (Gussago) - del Santuario della Madonna della Stella
  • XXV - Zona Suburbana III (Travagliato) - di Santa Maria Crocifissa di Rosa
  • XXVI - Zona Suburbana IV (Bagnolo Mella) - della Visitazione di Maria
  • XXVII - Zona Suburbana V (Rezzato) - del Santuario della Madonna di Valverde
  • XXVIII - Zona Urbana - Brescia Est - dei Santi Faustino e Giovita
  • XXIX - Zona Urbana - Brescia Nord - dei Santi Faustino e Giovita
  • XXX - Zona Urbana - Brescia Ovest - dei Santi Faustino e Giovita
  • XXXI - Zona Urbana - Brescia Sud - dei Santi Faustino e Giovita
  • XXXII - Zona Urbana - Brescia Centro Storico - dei Santi Faustino e Giovita
Interno del Duomo nuovo

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini del cristianesimo a Brescia sono ancora incerte. Il primo vescovo presente a Brescia fu probabilmente sant'Anatalone, vescovo di Milano, all'inizio del III secolo.[2] Quasi certamente la Chiesa bresciana fu una filiazione di quella di Milano.

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Il primo vescovo storicamente documentato è Ursicino, che partecipò al concilio di Sardica tra il 342 ed il 344. Dalle omelie del vescovo Gaudenzio (tra IV e V secolo) si evince che in questo periodo il cristianesimo era ben radicato nella società bresciana, anche se persistevano resti di paganesimo.

In epoca longobarda vennero fondati il monastero di San Salvatore (762), in città, e quello maschile a Leno (758); entrambi furono istituiti da re Desiderio.

Dal tempo del vescovo Notingo (metà del IX secolo) i vescovi di Brescia ebbero i titoli e i diritti di conti.

Nell'XI secolo la città di Brescia subisce le lotte tra il papato e impero, con l'elezione di due vescovi. La corruzione del clero porterà quindi Arnaldo da Brescia ad iniziare la sua predicazione fino alla sua cacciata dalla città.

Berardo Maggi, eletto nel 1275, fu il primo vescovo ad avere i titoli di marchese, duca e conte.

Epoca moderna[modifica | modifica wikitesto]

Durante il periodo di dominazione veneta i vescovi furono scelti dalla Serenissima e la diocesi attraversò un periodo di tranquillità, turbati unicamente dal nascere di eresie nelle valli camune e triumpline.

Alla fine del XVI secolo la città di Salò, capitale della Magnifica Patria della Rivera di Salò, chiede di ospitare una sede vescovile riunificando le parrocchie dei comuni che le fanno capo, fino ad allora divise in tre diocesi (Brescia, Trento e Verona). L'opposizione accanita dei cittadini bresciani, da sempre contrari all'autonomia rivierasca, e la morte di Carlo Borromeo, sostenitore della causa salodiana, faranno fallire l'operazione.

Tra i protagonisti della riforma tridentina emerge la figura del vescovo Domenico Bollani, attuatore dei decreti del concilio attraverso numerose visite pastorali e l'istituzione del seminario diocesano nel 1568.

Nel Settecento viene costruita l'attuale cattedrale cittadina, dedicata a santa Maria Assunta, accanto al precedente duomo vecchio ed ebbe alcune modifiche territoriali ottenendo nel 1785 alcune parrocchie dalla diocesi di Trento, tra cui Bagolino.

Il 12 settembre 1818 papa Pio VII decretò la soppressione dell'abbazia nullius di Asola; delle sue tredici parrocchie, undici furono incorporate nella diocesi di Mantova e due in quella di Brescia.[3]

Nel 1893 nasce il settimanale diocesano La Voce del Popolo.

Epoca contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Nel XX secolo la diocesi di Brescia si distingue per una intensa attività pastorale. Particolarmente significativa è la costituzione degli oratori parrocchiali (oltre quattrocento sull'intero territorio provinciale) dotati sovente di strutture ricreative e sportive, bar, sala prova per la musica, sala cinematografica e teatro. Nel 1902 è fondata la "Federazione Giovanile Leone XIII" da don Lorenzo Pavanelli e dal vescovo Giacomo Maria Corna Pellegrini con lo scopo di appoggiare e sviluppare le attività di pastorale giovanile negli oratori. Ammodernamenti di intenti e riflessione sugli oratori furono promossi nel 1960 ad opera del vicario episcopale Guglielmo Bosetti e dal vescovo Giacinto Tredici. Nel 1963 il cardinale bresciano Giovan Battista Montini viene eletto al soglio papale con il nome di Paolo VI. Dal 1981 particolare slancio alle attività degli oratori bresciani fu la costituzione del Segretariato Oratori diretto dal sacerdote don Amerigo Barbieri e promosso dal vescovo Bruno Foresti; nel 1983 nasce la rivista Il Gabbiano come organo di collegamento delle attività oratoriane diocesane e di riflessione sulla pastorale giovanile; nel 2002 viene costituito il "Centro Oratori Bresciani" ad opera di mons. Claudio Paganini con il vescovo Giulio Sanguineti e l'anno seguente è indetto il convegno ecclesiale diocesano "Generazioni di fede" dal quale si decide l'avvio della riforma del catechismo tradizionale nel modello dell'ICFR. Con l'intento di promuovere la formazione dei laici e dei giovani attivi negli oratori bresciani nel 2009 è stata aperta la Casa di Formazione "Bruno Foresti" . Nel 2013 il vescovo Luciano Monari indice il sinodo diocesano "Comunità in cammino" per l'avvio della riforma delle unità pastorali parrocchiali.

La Voce del Popolo[modifica | modifica wikitesto]

La Voce del Popolo è il settimanale della diocesi di Brescia, fondato nel 1893, affiancando il quotidiano Il cittadino di Brescia, già esistente dal 1878 e più politico.

Protagonista delle battaglie politiche locali nel difficile periodo del confronto fra liberali e cattolici, il giornale è sottoposto spesso alla censura al punto da dover sospendere nel 1926 le pubblicazioni dopo che la tipografia viene devastata in seguito ad un'incursione fascista.[4]

Nel 1937 la testata riprende le pubblicazioni cambiando il nome in La Voce Cattolica,[4] probabilmente anche per evitare la confusione con il quotidiano fascista Il Popolo di Brescia. Nel settembre 1945 riprende il nome storico, raggiungendo negli anni cinquanta una tiratura di 50 000 copie[4] che nel tempo si attesteranno tra le 15-20 000 copie (di cui mille destinate alle missioni bresciane sparse nel mondo).

In occasione degli ottant'anni del settimanale, iniziano dal 1º dicembre 1972 le pubblicazioni di fascicoli inseriti all'interno del giornale intitolati Enciclopedia bresciana. L'iniziativa, nata da un'idea di Antonio Fappani, monsignore e storico della cultura bresciana, è andata avanti per più di trent'anni con un'interruzione di 4 anni nel 1987. Sono stati pubblicati in totale 22 volumi, l'ultimo è uscito nel 2007.

Il settimanale, edito dalla Fondazione Opera Diocesana San Francesco di Sales, è affiancato da un giornale on line che nell'ottobre 2018 ripropone la collana in 12 puntate WebDoc Paolo VI, un uomo, un Papa, un santo lanciata dall'inizio del mese su VaticanNews.[5]

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Il vescovo Tiziano Brescia sulla fontana Tagliaferri in Piazzetta Tito Speri a Brescia
Il vescovo Tiziano di Brescia sulla fontana Tagliaferri in Piazzetta Tito Speri a Brescia

Il più antico catalogo dei vescovi bresciani è contenuto in un manoscritto, chiamato codice queriniano, che il Brunati (Santi bresciani) attribuisce alla metà circa dell'XI secolo. L'elenco dei vescovi fino al IX secolo è contenuto anche nel discorso che il vescovo Ramperto tenne nell'838 in occasione della traslazione delle spoglie del suo predecessore san Filastrio dalla chiesa di Sant'Andrea alla cattedrale, nel quale Ramperto ricorda tutti i vescovi successivi a Filastrio, septimus episcopus brixiensem,[6] fino al suo episcopato. Per l'antichità dei testimoni, questo catalogo è ritenuto autentico.

Persone legate alla diocesi[modifica | modifica wikitesto]

Calendario liturgico proprio della diocesi[modifica | modifica wikitesto]

Data Celebrazione Grado
16 gennaio Beato Giuseppe Antonio Tovini, laico Memoria facoltativa
23 gennaio Beata Paola Gambara Costa, laica Memoria facoltativa
27 gennaio Sant'Angela Merici, vergine patrona secondaria della diocesi Memoria per la diocesi

Festa a Brescia

15 febbraio Santi Faustino e Giovita, martiri, patroni della diocesi Festa per la diocesi

Solennità a Brescia

16 febbraio Beato Giovanni Bodeo e compagni, martiri Memoria facoltativa
18 febbraio Santa Geltrude Caterina Comensoli, vergine Memoria facoltativa
20 aprile Tutti i Santi della Chiesa bresciana Festa
26 aprile San Giovanni Battista Piamarta, sacerdote Memoria facoltativa
11 maggio Beata Annunciata Cocchetti, vergine Memoria facoltativa
16 maggio San Riccardo Pampuri, religioso Memoria
18 maggio Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, religiose Memoria
21 maggio Sant'Arcangelo Tadini, sacerdote Memoria
22 maggio Santa Giulia, vergine e martire Memoria
28 maggio San Lodovico Pavoni, sacerdote Memoria facoltativa
29 maggio San Paolo VI, papa Memoria
30 maggio Beata Lucia dell'Immacolata Ripamonti, vergine Memoria facoltativa
9 giugno Beato Mosè Tovini, sacerdote Memoria facoltativa
16 giugno Beata Stefana Quinzani, vergine Memoria facoltativa
20 giugno Beato Giovanni Battista Zola, sacerdote e martire Memoria facoltativa
4 luglio Dedicazione della cattedrale Festa
Solennità in cattedrale
27 luglio Beata Maria Maddalena Martinengo, vergine Memoria facoltativa
12 agosto Sant'Ercolano, vescovo Memoria
25 agosto Beata Maria Troncatti, vergine Memoria facoltativa
4 settembre Beato Guala de Roniis, vescovo Memoria facoltativa
26 settembre San Paolo VI, papa Memoria facoltativa
28 settembre Beato Innocenzo da Berzo, sacerdote Memoria facoltativa
10 ottobre San Daniele Comboni, vescovo Memoria
13 ottobre Beato Giovanni Bodeo, religioso e martire Memoria facoltativa
25 ottobre Santi Filastrio e Gaudenzio, vescovi Festa
27 ottobre Santa Teresa Eustochio Verzeri, vergine Memoria
domenica precedente il 1º novembre Dedicazione della propria chiesa[13] Solennità
7 novembre Beato Sebastiano Maggi, sacerdote Memoria facoltativa
9 dicembre San Siro, vescovo Memoria
15 dicembre Santa Maria Crocifissa Di Rosa, vergine Memoria

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2022 su una popolazione di 1.187.076 persone contava 963.550 battezzati, corrispondenti all'81,2% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 816.522 816.565 100,0 1.207 932 275 676 449 2.868 423
1959 ? 859.079 ? 1.123 953 170 ? 156 3.944 454
1970 ? 920.148 ? 1.255 971 284 ? 406 4.450 481
1980 967.000 1.000.000 96,7 1.223 968 255 790 370 3.709 493
1990 981.000 1.005.938 97,5 1.142 909 233 859 12 404 2.745 470
1999 995.600 1.037.900 95,9 1.108 887 221 898 24 340 2.361 469
2000 983.000 1.025.248 95,9 1.089 871 218 902 24 353 2.461 469
2001 1.025.116 1.041.466 98,4 1.097 872 225 934 26 358 2.455 469
2002 1.030.785 1.047.135 98,4 1.086 866 220 949 29 354 2.354 473
2003 1.052.850 1.070.800 98,3 1.090 873 217 965 30 313 2.205 469
2004 968.389 1.074.389 90,1 1.084 874 210 893 34 326 2.148 469
2006 959.680 1.094.686 87,7 1.059 843 216 906 35 322 2.149 470
2012 956.500 1.136.500 84,2 985 784 201 971 51 296 1.688 473
2015 960.000 1.152.107 83,3 934 735 199 1.027 54 289 1.470 473
2018 960.000 1.153.587 83,2 966 766 200 993 61 338 1.225 473
2020 970.000 1.205.102 80,5 947 721 226 1.024 62 349 984 473
2022 963.550 1.187.076 81,2 903 679 224 1.067 61 332 839 473

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cura pastorale della parrocchia di Bossico, su diocesibg.it (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2015).
  2. ^ Secondo la tradizione sarebbe vissuto invece nel I secolo.
  3. ^ I Vescovi di Brescia e la Diocesi di Asola, in Brixia Sacra, 1-2 (1914), pp. 78-89.
  4. ^ a b c La Voce del Popolo [collegamento interrotto], su fisc.it. URL consultato il 5 ottobre 2018.
  5. ^ Paolo VI, un uomo, un Papa, un santo, su lavocedelpopolo.it, 2 ottobre 2018. URL consultato il 5 ottobre 2018.
  6. ^ La testimonianza di Ramperto, basata sui dittici diocesani (Lanzoni), è il motivo per cui oggi si tende ad escludere Anatalone dalle liste episcopali bresciane.
  7. ^ Queste sono le date probabili dell'episcopato di Filastrio; di certo è documentato al sinodo di Aquileia del 381.
  8. ^ CONONE, su Enciclopedia Bresciana. URL consultato il 21 gennaio 2024.
  9. ^ Eletto vescovo forse nel 1086, per la deposizione di Giovanni che non poté prendere possesso della diocesi, non venne confermato e fu consacrato solo nel 1098, quando poté prendere possesso della diocesi.
  10. ^ Tra Andrea Segazeno e Tommaso Visconti Gams inserisce Pietro Filargo, che Eubel esclude perché non menzionato nelle bolle pontificie; secondo questo autore, da Piacenza Filargo fu nominato direttamente a Vicenza, senza passare da Brescia.
  11. ^ Menzionato da Eubel, vol. I, p. 147, nota 14.
  12. ^ Il 29 marzo 1930 era stato nominato arcivescovo titolare di Traianopoli di Rodope, conservando la sede bresciana.
  13. ^ Per le chiese di cui si ignora il giorno della dedicazione.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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