A livello societario la stagione 1975-1976 è molto travagliata per il Milan: alla fine della stagione precedenteAlbino Buticchi, presidente della società, era entrato in contrasto con Gianni Rivera per aver ipotizzato in una dichiarazione uno scambio tra lo stesso Rivera e Claudio Sala.[5] Nel mese di settembre del 1975 Rivera acquisisce da Buticchi la maggioranza del pacchetto azionario della società milanese[6][7] e poco prima della fine dell'anno Bruno Pardi ne assume la presidenza.[5][8][9][10] Nel febbraio dell'anno seguente Rivera cede le proprie quote all'imprenditore Vittorio Duina[11] che diventa il nuovo presidente del Milan[5] nel maggio seguente, dopo aver costituito la "Finanziaria Milan" insieme ai petrolieri Dino Armani e Ferruccio Bogarelli.[10][12] I figli di quest'ultimo, che a un certo punto verrà erroneamente indicato dalla stampa come possibile presidente della società[13], diventeranno noti a livello nazionale negli anni successivi: Bruno come giornalista e poi dirigente della Fininvest (dalla fine degli anni Settanta)[14][15], e Marco[16] come manager sportivo e presidente di Infront[17][18].
La stagione agonistica inizia con Gustavo Giagnoni in panchina per le prime 4 partite del girone del primo turno di Coppa Italia, dove il Milan ottiene 3 vittorie (con Perugia, Brindisi e SPAL) e un pareggio (nell'ultima partita contro il Catanzaro),[19] chiudendo il raggruppamento al primo posto a 7 punti[20][21] e qualificandosi così al secondo turno, che si disputerà al termine della stagione. Giagnoni dirige i rossoneri anche nei trentaduesimi di finale di Coppa UEFA, dove il Milan passa il turno contro gli inglesi dell'Everton grazie allo 0-0 di Liverpool e la vittoria per 1-0 a Milano,[22] per poi lasciare l'incarico di allenatore.[23] Alla guida tecnica della squadra viene richiamato Nereo Rocco come direttore tecnico insieme a Giovanni Trapattoni,[8][24] già secondo di Giagnoni.
In campionato il Milan colleziona 8 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte nel girone d'andata, chiuso al 3º posto a pari punti con Napoli e Cesena.[25] Anche nel girone di ritorno i rossoneri rimangono nelle zone alte della classifica e chiudono la competizione in 3ª posizione con 38 punti alle spalle del Torino e della Juventus.[24] Il piazzamento vale la qualificazione alla Coppa UEFA 1976-1977.
In Coppa UEFA, dopo l'Everton nei trentaduesimi di finale, il Milan elimina nei sedicesimi di finale gli irlandesi dell'Athlone Town (0-0 all'andata ad Athlone e 2-1 nel ritorno a Milano) e negli ottavi i sovietici dello Spartak Mosca (vittoria per 4-0 in casa e sconfitta per 2-0 a Soči[26]).[22] Nei quarti di finale i rossoneri affrontano i belgi del Club Bruges che passano il turno grazie alla vittoria per 2-0 ottenuta a Bruges (dove viene annullato un gol a Giuseppe Sabatini a fine primo tempo sugli sviluppi di un calcio d'angolo, battuto prima della fine del primo tempo) e alla sconfitta per 2-1 subita a San Siro.[22]
La stagione si conclude con le rimanenti gare di Coppa Italia. Dopo la prima partita disputata nel mese di maggio e vinta contro la Sampdoria con in panchina Rocco e Trapattoni, nelle successive gare del mese di giugno Paolo Barison prende il posto di Trapattoni,[20] passato alla Juventus.[8][24][27] Il Milan, nel girone B con Sampdoria, Napoli e Fiorentina, ottiene 2 vittorie (con la Sampdoria), 2 pareggi (con la Fiorentina) e 2 sconfitte (con il Napoli) chiudendo a quota 6 punti alle spalle dei partenopei (vincitori del raggruppamento con 9 punti e qualificati per la finale) e dei viola.[20][28]
La divisa è una maglia a strisce verticali della stessa dimensione, rosse e nere, con pantaloncini bianchi e calzettoni neri con risvolto rosso. La divisa di riserva è una maglia bianca con colletto e bordi delle maniche rossi e neri, pantaloncini bianchi e calzettoni bianchi con risvolto nero e rosso.
^ Gian Maria Madella, Duina nuovo padrone del Milan (PDF), su archiviostorico.unita.it, l'Unità, 19 febbraio 1976, p. 12. URL consultato il 2 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).