Ed Harris

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Ed Harris al San Diego Comic-Con 2017

Edward Allen "Ed" Harris (Englewood, 28 novembre 1950) è un attore, regista e produttore cinematografico statunitense.

Ha ottenuto quattro candidature al Premio Oscar: una come miglior attore per il film Pollock nel 2001, e tre come miglior attore non protagonista per Apollo 13 nel 1996, The Truman Show nel 1999 e The Hours nel 2003[1]. Nel 1999 si è aggiudicato il Golden Globe per il miglior attore non protagonista per il film The Truman Show. È conosciuto inoltre per le sue interpretazioni nei film Lezioni di anatomia, The Abyss, Il nemico alle porte, The Rock, A History of Violence, A Beautiful Mind, Il mistero delle pagine perdute, Phantom e la serie televisiva Westworld - Dove tutto è concesso.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nell'ospedale di Englewood nel New Jersey da genitori presbiteriani originari dell'Oklahoma; Harris crebbe nella confinante Tenafly, città situata sulla sponda occidentale del fiume Hudson all'altezza del quartiere newyorkese di Riverdale nel Bronx. Secondo di tre figli (Paul e Richard), il padre, Robert L. "Bob" Harris (1922–2014), lavorò come cantante nel coro di Fred Waring e bibliotecario presso l'Art Institute of Chicago, mentre la madre, Margaret Sholl, lavorò per un'agenzia di viaggi.

Harris si diplomò alla Tenafly High School nel 1969, dove giocò nella squadra di football e fu capitano negli ultimi anni scolastici. Nello stesso anno si iscrisse alla Columbia University di New York, trasferendosi nel dormitorio di Carman Hall, nel distretto di Manhattan. Partecipò anche alle competizioni di atletica nel suo anno da matricola.

Nel 1971, Harris seguì la famiglia che aveva deciso di trasferirsi nel Nuovo Messico. Iniziò ad interessarsi alla recitazione, prendendo parte a vari spettacoli teatrali e decise di iscriversi all'Università dell'Oklahoma di Norman, per studiare come attore drammatico. Dopo aver interpretato numerosi ruoli di successo nei teatri locali (come il Jewel Box Theater di Oklahoma City), Harris si trasferì a Los Angeles iscrivendosi all'Istituto delle arti della California di Santa Clarita. Frequentò l'istituto per due anni, ottenendo la laurea con il Bachelor of Fine Arts nel 1975.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1976, Harris cominciò a lavorare in televisione, sostenendo dei piccoli ruoli in dodici diversi telefilm o serie tv tra il 1976 e il 1981, tra questi: Barnaby Jones, The Rockford Files, CHiPs e Lou Grant.

L'esordio cinematografico avvenne nel 1978 nel film Coma profondo di Michael Crichton in un ruolo minore, mentre ottenne una parte più consistente nel 1980, nel film L'uomo del confine di Jerrold Freedman con Charles Bronson. Nel 1981 ebbe il suo primo ruolo di protagonista nel film Knightriders - I cavalieri di George A. Romero, dove interpretò "Billy", una sorta di Re Artù in una trasposizione in chiave moderna della leggenda di Camelot, con una banda di motociclisti al posto dei cavalieri.

L'anno successivo, nel 1982, Romero lo ingaggiò nuovamente per il film dell'orrore Creepshow, dove interpretò uno degli ospiti nella casa, nel segmento Father's Day. Nel 1983 interpretò John Glenn, uno dei sette valorosi astronauti di Uomini veri di Philip Kaufman e nello stesso anno partecipò nel ruolo "Oates" al film drammatico Sotto tiro di Roger Spottiswoode.

Nei restanti anni 80 prese parte ad altre nove pellicole, tra le più importanti Alamo Bay di Louis Malle (1985), in cui interpretò un texano reazionario, Jacknife di David Hugh Jones (1989), con Robert De Niro, dove è un disilluso reduce del Vietnam, The Abyss di James Cameron (1989), film di fantascienza in cui assunse il ruolo da protagonista.

Nei primi anni novanta il suo prestigio crebbe ulteriormente grazie a film come Stato di grazia di Phil Joanou (1990), in cui appare nei panni di un boss della malavita, e Americani di James Foley (1992), un film con Jack Lemmon, Al Pacino, Kevin Spacey, Alan Arkin tratto da un dramma di David Mamet, interpretando il personaggio di "Dave Moss", un ruolo che gli diede molta popolarità.

Nel 1995 interpretò il direttore di volo della NASA, Gene Kranz, nel film Apollo 13 di Ron Howard, che gli valse la prima candidatura agli oscar. Recitò poi in The Rock di Michael Bay (1996), Potere assoluto di Clint Eastwood (1997) e The Truman Show di Peter Weir (1998), per cui venne premiato con il Golden Globe come miglior attore non protagonista e ricevette la seconda candidatura agli oscar nella stessa categoria. Nel 2000 Harris si cimentò per la prima volta alla regia con il lungometraggio Pollock in cui ricostruì la vita e la carriera del pittore statunitense Jackson Pollock, da lui stesso interpretato accanto a Marcia Gay Harden e Jennifer Connelly. Per l'interpretazione in Pollock, Harris ricevette la prima candidatura agli oscar come miglior attore protagonista. Nel 2001 tornò a lavorare con Ron Howard alla regia, nel film A Beautiful Mind e nel 2003 ricevette la quarta candidatura agli oscar per il film del 2002 The Hours, diretto da Stephen Daldry.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Harris conobbe sul set di Le stagioni del cuore l'attrice Amy Madigan, che sposò il 21 novembre 1983. La coppia ebbe una figlia, Lily, nata nel 1993.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Ed Harris al Toronto International Film Festival 2005

Attore[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatore[modifica | modifica wikitesto]

Regista[modifica | modifica wikitesto]

Teatro (parziale)[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Premio Emmy
    • 2005 – Candidatura al miglior attore non protagonista in una miniserie o film per la televisione per Le cascate del cuore
    • 2012 – Candidatura al miglior attore non protagonista in una miniserie o film per la televisione per Game Change

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Ed Harris è stato doppiato da:

Da doppiatore è sostituito da:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Quelli che non hanno mai vinto l’Oscar, su ilpost.it, 20 febbraio 2015. URL consultato il 21 febbraio 2015.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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