Giuseppe Furino: differenze tra le versioni
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Dato che la squadra sicula non esercitò il diritto di riscatto,<ref name=Tripisciano /> dall'estate del 1969 tornò in seno alla Juventus che, nel frattempo, aveva appena chiuso il ciclo ''movimientiano'' di [[Heriberto Herrera]] dando inzio a un corposo rinnovamento e svecchiamento della rosa.<ref name="Guerin-2013"/> |
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===== Il quindicennio alla Juve ===== |
===== Il quindicennio alla Juve ===== |
Versione delle 08:19, 27 apr 2021
Giuseppe Furino | ||||||||||||||||
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Furino nel 1972 alla Juventus | ||||||||||||||||
Nazionalità | Italia | |||||||||||||||
Altezza | 167 cm | |||||||||||||||
Peso | 69 kg | |||||||||||||||
Calcio | ||||||||||||||||
Ruolo | Centrocampista | |||||||||||||||
Termine carriera | 1984 | |||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||
Giovanili | ||||||||||||||||
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Squadre di club1 | ||||||||||||||||
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Nazionale | ||||||||||||||||
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Palmarès | ||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||||||||||||||||
«Nella sua storia leggendaria la Juve ha avuto eccelsi gregari. Ma nessuno all'altezza di questo nano portentoso, incontrista e cursore, immenso agonista, indomabile nella fatica, i piedi come uncini dolorosi in certe circostanze.»
Giuseppe Furino (Palermo, 5 luglio 1946) è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista.
Ha legato la sua carriera alla Juventus, club in cui ha militato per quindici anni a cavallo tra gli anni 1970 e 1980, divenendone uno dei giocatori-simbolo,[2] fino a indossarne la fascia di capitano dal 1976 al 1983 e contribuendo alle vittorie di 8 campionati italiani, 2 Coppe Italia, 1 Coppa UEFA e 1 Coppa delle Coppe, disputando inoltre 2 finali di Coppa dei Campioni.
È stato inoltre vicecampione mondiale nel 1970 con la nazionale italiana.
Biografia
Ha origini usticesi da parte di madre e napoletane da parte di padre, quest'ultimo un maresciallo della Guardia di Finanza.[3] Nato a Palermo, rimase nella natìa Sicilia appena sei mesi, trasferendosi con la famiglia, causa il lavoro del padre, dapprima in Campania, ad Avellino dove crebbe fino agli otto anni[4] (salvo dodici mesi trascorsi a Ustica coi nonni materni,[4] per il pericolo di un'epidemia di tifo nell'avellinese[5]), e poi a Napoli e Agropoli durante l'adolescenza,[6] arrivando infine a Torino quindicenne.[1]
Dopo il ritiro dal calcio giocato si è stabilito definitivamente a Moncalieri, nell'hinterland torinese, dove ha proseguito l'attività di assicuratore già avviata negli ultimi anni da calciatore.[7] Nel 2015 si è candidato a sindaco della città moncalierese, nelle file della coalizione di centro-destra,[8] non venendo eletto.[9] Nel 2017 ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Agropoli.[6]
Nel marzo 2021, durante la pandemia di COVID-19, è rimasto vedovo della moglie Irene.[5]
Caratteristiche tecniche
«Capitano sì, bandiera no. Non mi è mai piaciuto l'accostamento con le bandiere, che stanno alte in cima a un pennone. Io stavo rasoterra, a lottare.»
Fu un mediano aggressivo, infaticabile e duro nei contrasti nonostante la costituzione non imponente, nonché generoso nell'aiutare i compagni.[2] Per queste caratteristiche si guadagnò da parte dei tifosi il soprannome di "Furia",[10][11][12] ripreso anche dal giornalista Vladimiro Caminiti che lo fece diventare "Furia-furin-furetto", affiancandolo a quello di "Capitano con l'elmetto".[13]
Di fisico limitato ma muscoloso,[14] disponeva comunque di notevoli capacità di corsa, recupero sull'avversario[15] e resistenza.[11] Molto caparbio,[10] marcava a uomo ogni sorta di avversario,[10] avendo modo di confrontarsi coi maggiori campioni dell'epoca quali Giacomo Bulgarelli, Sandro Mazzola e Gianni Rivera.[16]
Da ragazzo il suo idolo era il Cabezón Omar Sívori, da cui riprese il vezzo di non indossare mai i parastinchi,[1] «poi un giorno, durante un allenamento, vidi del Sol. Rimasi incantato dal suo modo di giocare. Sentivo che il mio posto era in mezzo al campo e lì prima o poi sarei tornato. Come è successo, anche se non è stato automatico».[17]
Soprattutto all'inizio della carriera visse infatti un discreto turbinio riguardo al suo impiego, tanto che nel biennio a Savona venne schierato come ala sinistra[10] mentre a Palermo Carmelo Di Bella lo trasformò da mediano destro a terzino fluidificante,[11] tornando infine a giocare definitivamente a centrocampo solo con il ritorno in pianta stabile alla Juventus:[10] in fatto di numeri di maglia, «credo che mi sia mancato solo il nove, oltre all'uno del portiere».[16]
Carriera
Giocatore
Club
Gli inizi tra Juventus, Savona e Palermo
Crebbe a livello sportivo nel vivaio della Juventus, dove attirò le attenzioni di Renato Cesarini il quale lo accolse sotto la sua ala: «lui si metteva a bordo campo, mi incitava e mi suggeriva come giocare. Il guaio è che i suoi consigli erano del tutto contrari a ciò che mi veniva detto dagli allenatori. Ne veniva fuori un gran casino. Ma mi divertivo da morire ed ero orgoglioso di essere il suo pupillo».[16]
Nel campionato 1966-1967 i piemontesi lo diedero in prestito in Serie B al Savona, dove diventò subito titolare nel ruolo di mediano. Dopo la retrocessione dei liguri disputò con loro un campionato di Serie C,[18] prima di venir ceduto in prestito in massima serie al Palermo, nella stagione 1968-1969,[4] con diritto di riscatto fissato a 30 milioni di lire:[11] «ero arrivato a Palermo per caso, nel giro dei prestiti, credo legato all'operazione che portò Benetti alla Juventus».[17]
Inizialmente in rosanero non trovò spazio, sicché l'allenatore Carmelo Di Bella lo schierò per la prima volta alla terza partita di Coppa Italia, vinta in trasferta per 1-0 contro il Napoli.[19] Alla quarta giornata, il 27 ottobre 1968, realizzò il suo primo gol in Serie A, l'1-0 che sancì il successo degli isolani sul campo della Sampdoria.[20] Chiuse la parentesi siciliana disputando 27 delle 30 partite di un campionato «giocato bene, in crescendo, con una salvezza conquistata meritatamente».[17]
Dato che la squadra sicula non esercitò il diritto di riscatto,[11] dall'estate del 1969 tornò in seno alla Juventus che, nel frattempo, aveva appena chiuso il ciclo movimientiano di Heriberto Herrera dando inzio a un corposo rinnovamento e svecchiamento della rosa.[16]
Il quindicennio alla Juve
Al primo anno a Torino parve non godere appieno della fiducia della società bianconera. La svolta arrivò nel 1970, dapprima con l'avvicendamento in panchina tra Luis Carniglia ed Ercole Rabitti, proveniente dal settore giovanile e che per questo ben conosceva le qualità di Furino,[16] e poi con l'insediamento in società dell'ex bandiera bianconera Giampiero Boniperti che puntò senza indugi sul giocatore,[17] il quale nel frattempo crebbe sotto la guida di Armando Picchi, prematuramente scomparso, e del suo erede Čestmír Vycpálek[4] divenendo presto uno degli inamovibili della squadra: in particolare, fu proprio il tecnico cecoslovacco a stabilizzarlo in campo come mediano, «quello che io ho sempre sentito come il mio ruolo naturale».[16]
Nel corso dei seguenti tre lustri all'ombra della Mole ebbe modo di conquistare otto campionati italiani (1971-1972 — «forse è quello a cui sono più affezionato. È stato il primo trionfo in assoluto, da titolare, nel mio ruolo di mediano. È stata la prima vittoria, quella che ha aperto il lunghissimo periodo di dominio bianconero» —,[16] 1972-1973, 1974-1975, 1976-1977, 1977-1978, 1980-1981, 1981-1982, 1983-1984) e due Coppe Italia (1978-1979 e 1982-1983), a cui si aggiunsero in campo europeo la Coppa UEFA del 1976-1977 — «uno dei momenti più belli della mia carriera. Il primo trofeo internazionale, dopo una vera e propria battaglia a Bilbao. Senza contare che quattro giorni dopo avremmo battuto la Sampdoria e vinto anche lo scudetto dei record. Una stagione trionfale e con una squadra tutta italiana» —[17] e la Coppa delle Coppe del 1983-1984.
Nell'estate del 1976, con la partenza di Pietro Anastasi, ereditò inoltre da questi i gradi di capitano del club che manterrà per i successivi sette anni, vivendo in gran parte l'epopea del plurivittorioso ciclo di Giovanni Trapattoni.[21] Nella stagione 1981-1982, ormai trentaseienne, dopo oltre un decennio in bianconero era ancora tra i protagonisti dell'undici titolare, disputando peraltro nell'occasione uno dei suoi migliori tornei sul piano personale.[16]
Ciò nonostante, di lì a breve perderà fisiologicamente il posto da titolare in favore di più giovani elementi, meglio adatti a supportare i nuovi schemi bianconeri ora incentrati sulle giocate di Michel Platini,[17] su tutti Massimo Bonini: «la società ha i suoi programmi, che a un certo punto non coincidono più con i tuoi [...] Vedevo che venivano inseriti nella rosa dei probabili successori: prima Marchetti, poi Tavola, Verza, lo stesso Prandelli. Io ho giocato sempre le mie carte, poi però la corsa è stata "truccata" e allora ho capito che era meglio dire basta [...] Mi riferisco alla seconda parte della stagione 1982-1983. Niente contro Bonini, ma era già stabilito che dovesse giocare lui».[16]
Persa definitivamente centralità nell'undici base, nell'estate 1983 cedette nel frattempo anche i gradi di capitano della squadra al più giovane Gaetano Scirea. Chiuse la carriera in bianconero, e contestualmente quella agonistica, il 6 maggio 1984, dopo 361 partite di campionato spalmate in quindici stagioni, quando il Trap gli concesse il secondo tempo di Juventus-Avellino, a scudetto ormai acquisito,[22] per permettergli di conquistare il suo ottavo tricolore personale, eguagliando così l'allora primato di Giovanni Ferrari e Virginio Rosetta; un record che Furino in qualche modo "migliorò", avendo conseguito tutti i titoli con un'unica squadra. Tale primato gli sarà strappato trentaquattro anni dopo da un altro capitano juventino, Gianluigi Buffon.
Nazionale
In nazionale non riuscì a essere protagonista come in casa juventina:[23] nello specifico, «in Argentina andarono nove juventini, ma io rimasi a casa. Che dire? Non ci siamo mai amati, e non so il perché».[16] In maglia azzurra disputò tre partite in tutto, di cui la prima il 6 giugno al campionato del mondo 1970 in Messico, subentrando nella ripresa ad Angelo Domenghini nella partita contro l'Uruguay; in questa rassegna iridata fu vicecampione del mondo.
Tornò a vestire l'azzurro nel 1973, non venendo tuttavia convocato da Ferruccio Valcareggi per il successivo campionato del mondo 1974 in Germania Ovest: «La sola cosa che posso raccontare è che Valcareggi, dopo Italia-Turchia del 25 febbraio 1973 vinta per 1-0, dichiarò ai giornalisti nello spogliatoio: "Ho trovato finalmente il mediano per questa nazionale". Ricordo che avevo a fianco Mazzola che mi disse: "Non gli credere". Ebbe ragione lui. Non mi convocò più».[16]
Dirigente
Nel 1991 Giampiero Boniperti lo riprese nei quadri tecnici della Juventus in qualità di responsabile del settore giovanile,[24] carica ricoperta sino al 1998.[25] In questo lasso di tempo la formazione Primavera bianconera, allenata dall'ex compagno di squadra Antonello Cuccureddu, conquistò nella stagione 1993-1994 il Torneo di Viareggio[26] e il campionato di categoria[27] — affermazioni che mancavano alla Vecchia Signora da, rispettivamente, oltre trenta e vent'anni —, e la sua prima Coppa Italia Primavera nell'annata 1994-1995.[28]
Statistiche
Presenze e reti nei club
Stagione | Squadra | Campionato | Coppe nazionali | Coppe continentali | Altre coppe | Totale | |||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti | ||
1965-1966 | Juventus | A | 0 | 0 | CI | 0 | 0 | CdC | 0 | 0 | - | - | - | 0 | 0 |
1966-1967 | Savona | B | 32 | 1 | CI | 1 | 0 | - | - | - | - | - | - | 33 | 1 |
1967-1968 | C | 29 | 6 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 29 | 6 | |
Totale Savona | 61 | 7 | 1 | 0 | - | - | - | - | 62 | 7 | |||||
1968-1969 | Palermo | A | 27 | 1 | CI | 3 | 0 | - | - | - | CM | 2 | 0 | 32 | 1 |
1969-1970 | Juventus | A | 30 | 2 | CI | 5 | 1 | CdF | 3 | 0 | CAI | 0 | 0 | 38 | 3 |
1970-1971 | A | 27 | 1 | CI | 3 | 0 | CdF | 11 | 0 | TP | 4 | 0 | 45 | 1 | |
1971-1972 | A | 27 | 2 | CI | 7 | 2 | CU | 7 | 1 | - | - | - | 41 | 5 | |
1972-1973 | A | 27 | 0 | CI | 8 | 1 | CC | 9 | 0 | - | - | - | 44 | 1 | |
1973-1974 | A | 24 | 0 | CI | 6 | 1 | CC | 1 | 1 | CInt | 0 | 0 | 31 | 2 | |
1974-1975 | A | 28 | 0 | CI | 7 | 0 | CU | 7 | 0 | - | - | - | 42 | 0 | |
1975-1976 | A | 26 | 2 | CI | 4 | 0 | CC | 4 | 1 | - | - | - | 34 | 3 | |
1976-1977 | A | 26 | 1 | CI | 8 | 1 | CU | 9 | 0 | - | - | - | 43 | 2 | |
1977-1978 | A | 26 | 0 | CI | 7 | 1 | CC | 6 | 0 | - | - | - | 39 | 1 | |
1978-1979 | A | 22 | 0 | CI | 9 | 0 | CC | 2 | 0 | - | - | - | 33 | 0 | |
1979-1980 | A | 25 | 0 | CI | 4 | 0 | CdC | 7 | 0 | - | - | - | 36 | 0 | |
1980-1981 | A | 24 | 0 | CI | 5 | 0 | CU | 4 | 1 | TC | 2 | 0 | 35 | 1 | |
1981-1982 | A | 27 | 0 | CI | 4 | 0 | CC | 3 | 0 | - | - | - | 34 | 0 | |
1982-1983 | A | 21 | 0 | CI | 10 | 0 | CC | 5 | 0 | - | - | - | 36 | 0 | |
1983-1984 | A | 1 | 0 | CI | 2 | 0 | CdC | 0 | 0 | - | - | - | 3 | 0 | |
Totale Juventus | 361 | 8 | 89 | 7 | 78 | 4 | 6 | 0 | 534 | 19 | |||||
Totale carriera | 449 | 16 | 93 | 7 | 78 | 4 | 8 | 0 | 628 | 27 |
Cronologia presenze e reti in nazionale
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia | |||||||
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Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
6-6-1970 | Puebla | Italia | 0 – 0 | Uruguay | Mondiali 1970 - 1º turno | - | 46’ |
25-2-1973 | Istanbul | Turchia | 0 – 1 | Italia | Qual. Mondiali 1974 | - | |
29-12-1974 | Genova | Italia | 0 – 0 | Bulgaria | Amichevole | - | 46’ |
Totale | Presenze | 3 | Reti | 0 |
Palmarès
Club
Competizioni nazionali
- Coppa Italia: 2
Competizioni internazionali
- Coppa UEFA: 1
- Juventus: 1976-1977
Note
- ^ a b c d Giuseppe Furino, il mediano con due cuori che spegneva i campioni: «ma a Sivori feci un tunnel», su repubblica.it, 10 febbraio 2014.
- ^ a b Rizzo
- ^ La Gazzetta dello Sport, 18 febbraio 1973, p. 3.
- ^ a b c d Stefano Bedeschi, Giuseppe FURINO, su ilpalloneracconta.blogspot.com, 5 luglio 2014.
- ^ a b Il dolore dell’ex campione Furino: "Ho contagiato mia moglie. Io salvo, lei morta di Covid", su lastampa.it, 30 marzo 2021.
- ^ a b Agropoli: consegnata la cittadinanza onoraria all'ex calciatore Giuseppe Furino, su salernonotizie.it, 10 ottobre 2017.
- ^ Matteo Cruccu, Le due vite di Furino «Otto scudetti alla Juve, ma poi ho preferito fare l'assicuratore», Corriere della Sera, 24 aprile 2015.
- ^ Furino candidato sindaco di Moncalieri, su ansa.it, 19 marzo 2015.
- ^ Elezione diretta del Sindaco e del Consiglio Comunale 2015, su comune.moncalieri.to.it, 2 giugno 2015.
- ^ a b c d e Alberto Rossetto, Giuseppe Furino, indomito capitano, su bianconerionline.com.
- ^ a b c d e Tripisciano, p. 148.
- ^ 68 anni di Furia, su juventus.com, 5 luglio 2014.
- ^ Darwin Pastorin, Quando Furino marcava Mazzola, in l'Unità, 28 novembre 2004, p. 18 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2015).
- ^ Sappino, p. 238.
- ^ Salvatore Campana, Beppe Furino, un faticatore inesauribile, su tuttomercatoweb.com, 22 maggio 2010.
- ^ a b c d e f g h i j k Nicola Calzaretta, La mia favola in bianconero, in Guerin Sportivo, n. 8, agosto 2013, pp. 62-69.
- ^ a b c d e f Guerino Sportivo, settembre 2009.
- ^ Furino e Prati, i grandi ex 'Formidabili quegli anni...', in la Repubblica, 23 aprile 2010.
- ^ Bagnati, Maggio, Prestigiacomo, p. 90.
- ^ Giorgio Viglino, La Sampdoria delude e il Palermo vince: 1-0, in Stampa Sera, 28 ottobre 1968, p. 8.
- ^ Giuseppe Furino, vecchio cuore bianconero, su pianetabianconero.com (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2008).
- ^ Alfredo Alberico, Furino "Furia" operaia: Juve ascoltami, non ti serve Cassano, su sport.sky.it, 21 settembre 2010. URL consultato il 10 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2010).
- ^ Beppe Furino, in la Repubblica, 1º maggio 2011.
- ^ Maurizio Crosetti, Vecchia Juventus, c'è Mister Grinta, in la Repubblica, 17 luglio 1991.
- ^ Aurelio Benigno, Juve e Toro impegnate a rinforzare i loro vivai, in La Stampa, 5 luglio 1998, p. 40.
- ^ Aurelio Benigno, Il Viareggio è bianconero, in La Stampa, 17 febbraio 1994, p. 34.
- ^ Aurelio Benigno, Juve, regina di Primavera, in La Stampa, 26 giugno 1994, p. 42.
- ^ Aurelio Benigno, La Juve trionfa in Coppa Italia, in La Stampa, 6 aprile 1995, p. 44.
- ^ In rosa ma mai sceso in campo.
Bibliografia
- Giuseppe Bagnati, Vito Maggio e Vincenzo Prestigiacomo, Il Palermo racconta - Storie, confessioni e leggende rosanero, Palermo, Grafill, 2004, ISBN 88-8207-144-8.
- Sergio Rizzo, FURINO, Giuseppe, in Enciclopedia dello sport, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002.
- Marco Sappino, Dizionario del calcio italiano, vol. 1, Baldini & Castoldi, 2000.
- Luigi Tripisciano, Album rosanero, introduzione di Giorgio Tosatti, Palermo, Flaccovio, 2004, ISBN 88-7804-260-9.
Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giuseppe Furino
Collegamenti esterni
- Sergio Rizzo, FURINO, Giuseppe, in Enciclopedia dello Sport, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002-2005.
- (EN) Giuseppe Furino, su national-football-teams.com, National Football Teams.
- (DE, EN, IT) Giuseppe Furino, su Transfermarkt, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
- Giuseppe Furino, su it.soccerway.com, Perform Group.
- Giuseppe Furino, su smr.worldfootball.net, HEIM:SPIEL Medien GmbH.
- (EN, RU) Giuseppe Furino, su eu-football.info.
- Giuseppe Furino, su myjuve.it.