Caletore

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Caletore
Aiace Telamonio che uccide Caletore,
disegno di John Flaxman 1795
SagaCiclo troiano
Nome orig.Δόλοψ
Caratteristiche immaginarie
SessoMaschio
Luogo di nascitaTroia
ProfessioneGuerriero

Caletore (in greco antico: Καλέτωρ?, Kalétôr) è un personaggio della mitologia greca. Fu un guerriero troiano.

Genealogia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Clizio[1].

Non ci sono notizie di spose o progenie.

Mitologia[modifica | modifica wikitesto]

In seguito allo scoppio della guerra, che vide il fronteggiarsi di due temibili eserciti rivali, Caletore accompagnò i suoi compatrioti nelle mischie più cruente, senza tuttavia mai allontanarsi dal cugino Ettore, il quale si rivelava la vera salvezza per le file troiane.

Durante l'avanzata dei Troiani verso l'accampamento e le navi achee, Caletore fu uno dei primi ad abbattersi sui nemici per appiccare fuoco ai loro navigli. Fu il primo tra tutti i Troiani a gettare la sua fiaccola su una delle navi achee[2], ma il grande Aiace Telamonio, postosi in difesa di queste ultime insieme al fratello arciere Teucro, trafisse il nemico al petto con la sua lancia. Il giovane Caletore, colpito mortalmente, non poté più avanzare, ma crollò all'indietro lasciando andare la fiaccola, la quale rotolò per terra tra i suoi compagni[3].

Di fronte alla perdita di un così caro parente, Ettore s'infiammò di dolore e parlò ad alta voce tra le sue schiere e gli alleati dei Troiani:

(GRC)

«Τρῶες καὶ Λύκιοι καὶ Δάρδανοι ἀγχιμαχηταὶ
μὴ δή πω χάζεσθε μάχης ἐν στείνεϊ τῷδε,
ἀλλ' υἷα Κλυτίοιο σαώσατε, μή μιν Ἀχαιοὶ
τεύχεα συλήσωσι νεῶν ἐν ἀγῶνι πεσόντα.
»

(IT)

«« Teucri e Lici e Dardani, bravi nel corpo a corpo,
non lasciate la lotta in mezzo a simile stretta,
salvate il figlio di Clizio, perché gli Achei non gli tolgano
l'armi, ché cadde battendosi per le navi».»

Poi, furibondo per la perdita di Caletore, scagliò la sua lancia contro il suo assassino, Aiace, ma l'eroe acheo riuscì ad evitarla, cosicché questa si piantò nella testa di Licofrone, suo scudiero, il quale cadde a terra morto, dalla poppa della nave.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Omero, Iliade XV, 405, su theoi.com. URL consultato il 13 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2019).
  2. ^ Pausania X, 14.2
  3. ^ Omero, Iliade, libro XV, versi 419-428
  Portale Mitologia greca: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mitologia greca