Antonio Barolini

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Antonio Barolini

Antonio Barolini (Vicenza, 29 maggio 1910Roma, 21 gennaio 1971) è stato uno scrittore, poeta e giornalista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato da una famiglia di navigatori di origine veneziana, rimasto orfano di padre in giovane età (il padre Giuseppe morì nel 1919); abbandonati gli studi, nel 1929 si impiegò in banca. Esordì come poeta nel 1930 con un volume pubblicato a sue spese (Cinque canti); nel 1938 uscì La gaia gioventù, permeato da un'aura religiosa che si approfondì nelle successive raccolte in versi (Il meraviglioso giardino (1941), Poesie di dolore in morte di Caterina e tre preghiere in aggiunta (1943), Il veliero sommerso (1949), confluite tutte nel 1968, assieme ad altre poesie inedite, in una antologia curata da Geno Pampaloni.

Dopo aver sposato nel 1950 la scrittrice statunitense Helen Mollica, che dopo il matrimonio si firmerà Helen Barolini, si recò negli Stati Uniti d'America dove fu a lungo corrispondente del quotidiano La Stampa. Frutto del suo soggiorno negli USA furono le Elegie di Croton (1959), dalla cittadina americana di Croton-on-Hudson, dove i Barolini risiedettero per alcuni anni. Dal matrimonio nacquero tre figlie, Teodolinda, Susanna, Nicoletta.

Accanto all'attività di poeta Antonio Barolini svolse quella di giornalista e di narratore. Come giornalista, esordì con la direzione de Il Giornale di Vicenza dal 25 luglio del 1943, dopo la caduta del fascismo, all'8 settembre 1943; la direzione antifascista gli valse una condanna a 15 anni di prigione da un tribunale della Repubblica Sociale Italiana e per venti mesi fu costretto a nascondersi per evitare la rappresaglia dei fascisti[1]. Nell’ultima fase della sua vita Barolini diresse la più importante trasmissione letteraria della Rai degli anni Sessanta, «L'approdo»[2].

Le sue opere in prosa, ambientate spesso in piccole città venete, sono incentrate spesso su problemi religiosi o etici. Esordì come romanziere in età giovanile con Le giornate di Stefano (1930), un'opera che venne rielaborata e pubblicata nuovamente nel 1969 col titolo La memoria di Stefano. Scrisse anche sedici racconti tradotti in lingua inglese da Helen Barolini per il periodico The New Yorker che vennero in seguito raccolti nel volume Our last family countess and related stories (1960) (traduzione italiana, L'ultima contessa di famiglia, 1968).

La città di Vicenza gli ha intitolato una scuola media.

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

Poesie[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Barolini, La gaia gioventù e altri versi agli amici, Vicenza, Edizioni dell'asino volante, 1938. (nuova edizione: Venezia, Neri Pozza, 1953).
  • Antonio Barolini, Il meraviglioso giardino, Vicenza, Pellicano, 1941.
  • Antonio Barolini, Poesie di dolore in morte di Caterina e tre preghiere in aggiunta, a cura di Neri Pozza, Vicenza, Il Pellicano, 1943.
  • Antonio Barolini, Viaggio col veliero San Spiridione : Il meraviglioso giardino, Poesie di dolore in morte di Caterina, Preghiere ai poeti nell'ora della tempesta, Danza sull'acqua, Vicenza, Il pellicano, 1946.
  • Antonio Barolini, Poesie alla madre, Venezia, Neri Pozza, 1960.
  • Antonio Barolini, L'angelo attento ; Il meraviglioso giardino e altre poesie inedite, prefazione di Geno Pampaloni, Milano, Feltrinelli, 1968.
  • Antonio Barolini, Elegie di Croton, Milano, Feltrinelli, 1959.
  • Antonio Barolini, Croton elegies, translated from the italian by Helen Barolini with a preface by Luigi Barzini, Montreal, Guernica, 1991.

Prosa[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Barolini, Una lunga pazzia : romanzo, Milano, Feltrinelli, 1962.
  • Antonio Barolini, Le notti della paura : romanzo, Milano, Feltrinelli, 1967.
  • Antonio Barolini, La memoria di Stefano : romanzo, Milano, Feltrinelli, 1969.
  • Antonio Barolini e Helen Barolini, Duet, Vicenza, Neri Pozza, 1966.
  • Antonio Barolini, Giornate di Stefano : racconto, Padova, G. Tolomei, 1943.
  • Antonio Barolini, Il paradiso che verrà : momenti di un'esperienza religiosa, Firenze, Vallecchi, 1972.
  • Antonio Barolini, Il veliero sommerso, Vicenza, Il pellicano, 1949.
  • Antonio Barolini, L'omino del pepe e altri racconti, a cura di Tommaso Di Salvo ; prefazione di Antonio Barolini, Milano, La nuova Italia, 1970.
  • Antonio Barolini, L'ultima contessa di famiglia, Milano, Feltrinelli, 1968.
  • Antonio Barolini, Our last family countess and related stories, illustrated by Tony Palladino, New York, Harper & Brothers, 1960, 1960.
  • Antonio Barolini, Meditazione sul miracolo del pane e del vino, Venezia, Neri Pozza, 1969.
  • Antonio Barolini, Ritratto di un quacchero, Venezia, Neri Pozza, 1967.
  • Antonio Barolini, Statua ferma, con prefazione di Elpidio Jenco, Genova, Emiliano Degli Orfini, 1934.
  • Antonio Barolini e Helen Barolini, Duet, Vicenza, Neri Pozza, 1966.
  • Antonio Barolini, Diario di clandestinità e altri scritti in tempo di guerra (1943 -1945), a cura di Susanna Barolini e Teodolinda Barolini, Vicenza ; Milano, Neri Pozza, 2020.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Diario di clandestinità.
  2. ^ G.Pedullà, Il Sole 24Ore, 2020.
  3. ^ Premio Campiello, opere premiate nelle precedenti edizioni, su premiocampiello.org. URL consultato il 24 febbraio 2019.
  4. ^ Albo d'oro, su premionazionaleletterariopisa.onweb.it. URL consultato il 7 novembre 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gabriele Pedullà, Clandestino, ma non per la grande letteratura, in Il Sole 24ORE, 3 maggio 2020.
  • Giovanni Titta Rosa, in Il Corriere padano, dicembre 1934.
  • Elpidio Jenco, in Tirrenia, maggio 1934.
  • Giuseppe Villaroel, in Il Popolo d'Italia, 17 marzo 1942.
  • Giansiro Ferrata, in Primato, 15 aprile 1942.
  • Silvio Benco, in Il Popolo di Trieste, 28 maggio 1942.
  • Sergio Romagnoli, in L'Italia che scrive, maggio 1942.
  • Giulio Marzot, in La Nuova Italia, settembre-ottobre 1942.
  • Pietro Pancrazi, in Il Corriere della sera, 27 giugno 1942.
  • Lionello Fiumi, in Termini, dicembre 1942.
  • Franco Fortini, in La Lettura, 20 luglio 1946.
  • Eugenio Montale, in Il Corriere della sera, 9 aprile 1954.
  • Pier Paolo Pasolini, in Paragone, numero 5o, febbraio 1954.
  • Giuseppe Prezzolini, in Tempo, 2 agosto 1959.
  • Aldo Camerino, in Il Gazzettino di Venezia, 18 agosto 1959.
  • Carlo Betocchi, in Il Giornale del mattino, 15 settembre 1959.
  • G. Nogara, in La Provincia, 13 novembre 1959.
  • Manlio Dazzi, in Il Ponte, gennaio 1961.
  • Geno Pampaloni, in Epoca, 4 giugno 1962.
  • Oreste Del Buono, in Settimana Incom, 18 giugno 1962.
  • Eugenio Montale in Il Corriere della sera, 6 luglio 1962.
  • Giorgio Caproni, in La Nazione, 29 luglio 1962.
  • Paolo Milano, in L'Espresso, 29 luglio 1962.
  • Giuliano Gramigna, in Settimo giorno, 7 agosto 1962.
  • Arnaldo Bocelli, in Il Mondo, 18 settembre 1962.
  • Enzo Fabiani, in Gente, 1º ottobre 1964.
  • Lorenzo Gigli, in La gazzetta del popolo, 7 ottobre 1964.
  • Valerio Volpini, in L'Avvenire d'Italia, 3 novembre 1964.
  • Gianni Toti, in Paese sera, 13 novembre 1964.
  • Silvio Ramat, in La Nazione, 17 novembre 1964.
  • Alberto Frattini, in L'Osservatore romano, 14 luglio 1965.
  • Pietro Bianchi, in Il Giorno, 5 aprile 1967.
  • Valerio Volpini, in L'Avvenire d'Italia, 11 aprile 1967.
  • Claudio Carabba, in La Nazione, 11 aprile 1967.
  • Carlo Bo, in Il Corriere della sera, 16 aprile 1967.
  • Luigi Baldacci, in Epoca, 16 aprile 1967.
  • Piero Nardi, in Il Resto del Carlino, 18 aprile 1967.
  • Ferdinando Virdia, in La Voce repubblicana, 19 aprile 1967.
  • Arnaldo Bocelli, in La stampa, 19 aprile 1967.
  • Giuliano Gramigna, in La Fiera letteraria, 20 aprile 1967.
  • Lorenzo Gigli, in La Gazzetta del popolo, 26 aprile 1967.
  • Enzo Fabiani, in Gente, 3 maggio 1967.
  • Alberto Bevilacqua, in Oggi, 4 maggio 1967.
  • Giancarlo Vigorelli, in Tempo illustrato, 9 maggio 1967.
  • Mario Solmi, in Settegiorni, 18 giugno 1967.
  • Sergio Quinzio, in Tempo presente, novembre 1967.
  • Giorgio Pullini, in Comunità, numero 144-145, 1967.
  • Eugenio Montale, in Il Corriere della sera, 20 aprile 1968.
  • Claudio Marabini, in Il Resto del Carlino, 8 maggio 1968.
  • Giacinto Spagnoletti, in Il Messaggero, 8 maggio 1968.
  • Carlo Laurenzi, in Il Corriere d'informazione, 10 maggio 1968.
  • Enzo Fabiani, in Gente, 22 maggio 1968.
  • Geno Pampaloni, in La Fieta letteraria, 22 giugno 1968.
  • Vittorio Vettori, in Il Telegrafo, 4 luglio 1968.
  • Paolo Milano, in L'Espresso, 30 marzo 1969.
  • Lorenzo Gigli, in La Gazzetta del popolo, 9 aprile 1969.
  • Giuliano Gramigna, in Il Corriere d'informazione, 16 aprile 1969.
  • Piero Nardi, in Il Corriere della sera, 17 aprile 1969.
  • Gian Antonio Cibotto, in Il Gazzettino di Venezia, 22 aprile 1969.
  • Claudio Marabini, in Il Resto del Carlino, 22 giugno 1972.
  • Antonio De Lorenzi. in Il Messaggero veneto, 24 agosto 1972.
  • Carlo Bo, in Il Corriere della sera, 29 agosto 1972.
  • Antonio Petrucci, in L'Osservatore romano, 4 novembre 1972.
  • Francesco Grisi, in La Discussione, 23 novembre 1972.
  • Giuliano Manacorda, in Vent'anni di pazienza, saggi sulla letteratura italiana contemporanea, Firenze, La Nuova Italia, 1972.
  • Geno Pampaloni, Antonio Barolini, in Letteratura italiana - I Contemporanei, volume quinto, Milano, Marzorati, 1974, pp. 709–725.
  • R. Bertacchini, «BAROLINI, Antonio». In : Dizionario Biografico degli Italiani, Roma : Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Vol. XXXIV, 1988
  • Fernando Bandini (a cura di), Neri Pozza e Antonio Barolini : lettere 1955-1970, con uno scritto di Neri Pozza, Bassano del Grappa, Tassotti, 1998.

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