Coordinate: 44°40′34.97″N 10°18′31.92″E

Castello di Panocchia: differenze tra le versioni

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Ho modificato la data di acquisizione della famiglia Nicelli. Essendone discendente, possiedo gli atti di vendita, risalenti al 1965, e non al 1974 (come precedentemente indicato).
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Nel corso del [[XX secolo]] l'edificio fu destinato a sede di un'attività artigianale.<ref name="Dall'Aglio"/>
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Nel 1974 fu comprato dai fratelli della famiglia piacentina Nicelli, che in seguito lo trasmisero ai loro discendenti.{{sf}}
Nel 1965 fu comprato dai fratelli della famiglia piacentina Nicelli, che in seguito lo trasmisero ai loro discendenti.{{sf}}


== Descrizione ==
== Descrizione ==

Versione delle 21:20, 27 giu 2024

Castello di Panocchia
Torrione nord
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
CittàPanocchia, frazione di Parma
Indirizzovia Campana Stanislao 8 ‒ Vigatto Panocchia ‒ Parma (PR) e Via Stanislao Campana, 8
Coordinate44°40′34.97″N 10°18′31.92″E
Mappa di localizzazione: Nord Italia
Castello di Panocchia
Informazioni generali
Tipocastello tardo-medievale
Inizio costruzioneentro il XVII secolo
Materialelaterizio e pietra
Condizione attualeparzialmente restaurato
Proprietario attualefamiglia Nicelli
Visitabileno
Informazioni militari
Funzione strategicapresidio della val Parma
[1]
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Il castello di Panocchia è un maniero tardo-medievale che sorge in via Campana 8, accanto alla chiesa di San Donnino, a Panocchia, frazione di Parma.

Storia

Il castello, la cui storia è pressoché ignota,[2] secondo alcune ipotesi fu costruito dai conti Rossi, feudatari della zona fino alla seconda metà del XV secolo, e poi fu alienato alle famiglie Fascinati e Polli,[3] ma l'assenza degli elementi tipici delle strutture difensive fa propendere per un'origine successiva, entro il XVII secolo, forse per volere dei conti Cantelli, feudatari di Panocchia[4][1] e già proprietari di un edificio nel borgo almeno dal 1422.[5]

In seguito alla scomparsa nel 1736 dell'ultimo conte Paolo Cantelli, l'edificio fu ereditato dal marchese Alfonso Bevilacqua, suo pronipote, che aggiunse al proprio il cognome del prozio.[6]

La struttura, più volte modificata, divenne residenza estiva della famiglia, che vi ospitò vari personaggi illustri,[1] tra i quali il poeta Carlo Innocenzo Frugoni, che ricordò il soggiorno in uno dei suoi componimenti.[7]

Nel corso del XX secolo l'edificio fu destinato a sede di un'attività artigianale.[3]

Nel 1965 fu comprato dai fratelli della famiglia piacentina Nicelli, che in seguito lo trasmisero ai loro discendenti.[senza fonte]

Descrizione

Lato nord
Torrione sud

L'edificio, frutto di modifiche nei secoli, si sviluppa su una pianta a L, con due torrioni cinquecenteschi a base rettangolare[1] posti alle estremità del lato più lungo, parallelo alla strada, e una più alta ed esile torre collocata al centro dell'ala meridionale.

I prospetti, rivestiti in pietra e laterizio, sono caratterizzati dall'andamento a scarpa della muratura inferiore e dalla presenza di due cornici marcapiano in aggetto nei due primi livelli; alla base delle torri si aprono ampi portali d'ingresso ad arco a tutto sesto, mentre in sommità si sviluppano fasce di alti beccatelli.

Note

  1. ^ a b c d Cosa Fare, su ciato.it. URL consultato il 18 febbraio 2017.
  2. ^ Pannocchia, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 18 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2017).
  3. ^ a b Dall'Aglio, pp. 731-732.
  4. ^ Pannocchia, su dodecapoli.com. URL consultato il 16 dicembre 2023.
  5. ^ Pezzana, p. 223.
  6. ^ Frizzi, p. 242.
  7. ^ Frugoni, p. 19.

Bibliografia

Voci correlate

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