Ernst Jünger

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Ernst Jünger

Ernst Jünger (Heidelberg, 29 marzo 1895Riedlingen, 17 febbraio 1998) è stato un filosofo, scrittore e militare tedesco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

I primi anni e la guerra[modifica | modifica wikitesto]

Nacque, maggiore di sette figli, nella famiglia borghese e protestante del chimico-farmacista Georg Ernst Jünger (1868-1943) e di Caroline Lampl (1873-1950); il fratello Friedrich Georg, futuro scrittore, era il suo miglior amico. Trascorse l'infanzia a Hannover, dove il padre aveva un laboratorio, poi a Schwarzenberg; i frequenti cambiamenti di scuola lo resero uno studente di modesto profitto e per questo motivo dal 1905 studiò in collegio per poi rientrare, nel 1907, presso la famiglia a Rehburg, da dove passò ancora nella Scharnhorst-Realschule di Wunstorf. Allo studio delle materie curricolari preferiva l'entomologia e i romanzi d'avventura. Scrisse anche poesie atteggiandosi a dandy.

A sedici anni, nel 1911, si iscrisse, con il fratello Friedrich, all'associazione giovanile di ispirazione romantica ed ecologista Wandervogel ("Uccelli migratori"), fondata da Karl Fischer. Dopo essere passato a studiare nel liceo di Hameln, nell'estate del 1913 fuggì in Francia e a Verdun si arruolò nella Legione straniera: venne trasferito in Algeria per essere addestrato nel campo di Sidi Bel Abbès. Con un compagno, cercò di fuggire anche di qui, ma fu ripreso in Marocco. Fu congedato e rimandato in Germania grazie all'intervento del padre e del Ministero degli Esteri tedesco, che richiesero il suo rientro in Germania, stante la sua minore età. Jünger narrerà quest'esperienza nel romanzo autobiografico Afrikanische Spiele (Ludi africani), pubblicato nel 1936.

Pochi mesi dopo, nell'agosto 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale si arruolò volontario (Kriegsfreiwilliger) in fanteria. Inizialmente soldato di truppa, nel 1915 frequentò un corso per allievi ufficiali e nel novembre di quell'anno fu nominato tenente. Combatté sul fronte occidentale e, ferito quattordici volte, venne decorato nel 1917 con la Croce di Ferro di prima classe e il 18 settembre 1918 con la più alta decorazione militare prussiana istituita da Federico il Grande, l'ordine Pour le Mérite.

Il dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Ernst Jünger durante la prima guerra mondiale
appena decorato con l'Ordine di Hohenzollern, 1918

Conclusa la guerra, continuò a servire nell'esercito, partecipando nel 1920 alla repressione del tentato putsch di Kapp. Si oppose alla repubblica di Weimar, da lui considerata il risultato politico di una sconfitta militare ritenuta immeritata e dell'«onta» del trattato di Versailles. I suoi romanzi In Stahlgewittern. Aus den Tagebuch eines Stoßtruppführers, Nelle tempeste d'acciaio (1920-1922), La battaglia come esperienza interiore (1922), Sturm (1923), Das Wäldchen 125. Eine Chronik aus den Grabenkämpfen, Boschetto 125 (1925), Feuer und Blut (1925), basati sulle sue personali esperienze del fronte, sono una riflessione sulla guerra e furono accolti con entusiasmo dalla stampa conservatrice tedesca.

Lasciato l'esercito nel 1923, studiò filosofia e zoologia a Parigi e a Napoli, aderendo per breve tempo all'organizzazione paramilitare dei Freikorps. Il 3 agosto 1925 si sposò con Gretha de Jeinsen, da cui il 1º maggio 1926, a Lipsia, ebbe il suo primo figlio Ernst (dai genitori sempre chiamato Ernstel). Nel 1926 lo scrittore interruppe gli studi universitari senza laurearsi, dedicandosi completamente alla scrittura. Nel 1934 nacque il secondogenito Alexander.

Esponente di primo piano della rivoluzione conservatrice, collaborò a diversi periodici nazional-rivoluzionari come Standarte, Vormarsch, Arminius, Die Kommenden, Wochenschrift des neuen Nationalismus, Kampfschrift für deutsche Nationalisten e al Der Widerstand di Ernst Niekisch. Non appoggiò il Partito Nazionalsocialista di Adolf Hitler e rifiutò di dirigere l'unione nazista degli scrittori. Joseph Goebbels scrisse, nei propri diari: «gli facemmo ponti d'oro che lui sempre si rifiutò di attraversare».

La seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Nel conflitto fu ufficiale della Wehrmacht a Parigi durante l'occupazione tedesca della Francia, dove frequentò numerosi artisti e scrittori: Paulhan, Cocteau, Braque, Picasso, Gaston Gallimard, Guitry, Jouhandeau, Léautaud, Montherlant, Morand, e altri ancora. A Picasso aveva detto che, se le cose fossero dipese da loro due, si sarebbe potuto stipulare da subito la pace e fare riaccendere le luci a Parigi. Colette, grazie a lui, riuscì a mettere in salvo un amico ebreo. Una francofilia profonda, dunque, da esteta e flâneur. Con Céline, invece, litigò.[1]

Testimonianza del periodo sono i suoi splendidi diari dal 1939 al 1948 - in Italia apparsi in tre volumi: Giardini e strade, Irradiazioni e La capanna nella vigna - nel quale incontri, osservazioni e giudizi sono distillati con aristocratico distacco, esteticamente colti e asciutti; luoghi e cose, eventi e persone appaiono passati al setaccio di una mente da entomologo in uno stile che risulta paradossale.[2] Oltre al duplice soggiorno parigino, si racconta della sua permanenza nel Caucaso, e il forzato riposo nella campagna di Hannover. Nel Dopoguerra, i diari saranno un bestseller in Germania; in Francia, i diari di guerra sono entrati nella Bibliothèque de la Pléiade dell'editore Gallimard.[3]

Conosceva la cerchia degli ufficiali prussiani che parteciparono al fallito attentato per assassinare Hitler del 20 luglio 1944, compiuto da Claus von Stauffenberg; pur essendone a parte, non fu condannato né imprigionato ma solamente congedato dall'esercito. Hitler in persona, ammiratore dell'uomo e della sua opera, fece un'eccezione per lui, risparmiandolo dalla vendetta che travolse i protagonisti della resistenza tedesca e i loro familiari.[4] Visse la fine della guerra nella casa di campagna di Hannover, dove le truppe britanniche arrivarono nell'aprile 1945.

Il 29 novembre dello stesso anno il figlio Ernstel, inviato sul fronte italiano in un battaglione punitivo (aveva manifestato opinioni antinaziste), cadde in combattimento a Turigliano, presso Carrara-Avenza. La notizia gli pervenne soltanto il 12 gennaio del 1945.[5] Poté recuperare le spoglie del figlio solo sei anni dopo, grazie a Henry Furst, Giovanni Ansaldo e al giovanissimo Marcello Staglieno; le spoglie del giovane furono traslate nel 1951 dallo stesso Furst a Wilflingen.[6] Dal gennaio al maggio 1945, congedato, fece parte della difesa civile a Kirchhorst.

Dal secondo dopoguerra alla morte[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il conflitto venne comunque accusato di connivenza con il regime a causa delle sue opinioni nazionaliste, benché in alcuni suoi scritti – soprattutto Strahlungen (in italiano Irradiazioni. Diario 1941-1945[7]) – la sfiducia per il regime hitleriano fosse evidente. Peraltro, in Nationalismus und Judenfrage del 1930, Jünger aveva descritto gli ebrei come una minaccia per l'unità dei tedeschi. Cominciò a intrattenere una fitta corrispondenza con i principali intellettuali tedeschi, dallo stesso Carl Schmitt a Martin Heidegger. Gli fu interdetto di pubblicare in Germania sino al 1949. Nel 1950 si trasferì a Wilflingen, villaggio dell'Alta Svevia, abitando nella foresteria del castello dei von Stauffenberg, dove rimase sino alla morte.

Per tutta la vita sperimentò diverse sostanze, in particolare LSD (l'inventore della sostanza, Albert Hofmann, era un lettore di Jünger e in varie occasioni lo invitò a provarla con lui[8]) e mescalina ma anche etere, hashish e cocaina. Intraprese altri viaggi, nel Mediterraneo e in Oriente, scrivendo e coltivando la giovanile passione entomologica, trovando nuove specie di coleotteri che a tutt'oggi portano il suo nome, quali il Carabus saphyrinus juengeri e la Cicindela juengeri juengerorum. Dal 1960 al 1972 diresse, insieme a Mircea Eliade, la rivista Antaios, pubblicata dall'Editore Klett di Stoccarda, che ha altresì pubblicato in ventimila pagine l'intera opera di Jünger. Nel 1996 si convertì al cattolicesimo. La seconda moglie di Jünger, l'insegnante-archivista Liselotte Lohrer (nata Baeuerle, sposata nel 1962), dopo la morte del marito ne ha riordinato i manoscritti e l'epistolario, e ha trasformato in Fondazione la residenza di Wilflingen.

Il Premio Goethe per l'analisi della modernità[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Pensiero di Ernst Jünger e Anarca.

Nel 1980 Jünger ottenne il prestigioso Premio Goethe (conferito, tra i pochi, a Bertolt Brecht e Thomas Mann) che lo consacrò tra i massimi scrittori e pensatori tedeschi del Novecento; il merito stava soprattutto nell'analisi (e nella critica) della modernità; questo è il campo in cui le sue potenti intuizioni ne fanno, fra l'altro, uno degli intellettuali più discussi del XX secolo. Fu aspramente criticato per le più varie ragioni: «dandismo», «aridità», «etica della guerra», «estetica brutale sottesa alla perfezione stilistica». Tuttavia ebbe attestazioni di stima numerose e decisamente bipartisan; era in contatto con non poche personalità della sinistra, come il romanziere italiano Alberto Moravia e il presidente della Repubblica francese François Mitterrand.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Memorie e diari[modifica | modifica wikitesto]

  • Carteggio, con Albert Hofmann, Giometti & Antonello 2017
  • Kriegstagebuch 1914–1918, Hrsg. Helmuth Kiesel, Stoccarda 2010, ISBN 978-3-608-93843-2.
    • Diario di guerra 1914-1918, traduzione di F. Sassi, Collana Le guerre n.75, Gorizia, LEG, 2017, ISBN 978-88-610-2146-4.
  • In Stahlgewittern. Aus dem Tagebuch eines Stoßtruppführers, Leipzig 1920 im Selbstverlag; 46. Auflage, Klett-Cotta, Stoccarda 2008, ISBN 978-3-608-95208-7.
  • Das Wäldchen 125. Eine Chronik aus den Grabenkämpfen, Mittler-Verlag, Berlin 1925.
    • Boschetto 125. Una cronaca delle battaglie in trincea nel 1918, trad. Alessandra Iadicicco, a cura di Quirino Principe, Parma, Guanda, 1999.
  • Feuer und Blut. Ein kleiner Ausschnitt aus einer grossen Schlacht, 1925.
  • Gärten und Straßen, 1942.
    • Giardini e strade, trad. e Prefazione di F. Federici, Bompiani, Milano, 1943.
    • Giardini e strade. Diario 1939-1940. In marcia verso Parigi, trad. Alessandra Iadicicco, Collezione Biblioteca della Fenice, Milano, Guanda, 2008, ISBN 978-88-824-6494-3.
  • Myrdun. Briefe aus Norwegen, 1943.
  • Atlantische Fahrt. Kriegsgefangenenhilfe des Weltbundes der Christlichen Vereine Junger Männer in England, Zaunkönig Bücher 1947. Neuauflage: Atlantische Fahrt. Rio, Residenz des Weltgeistes. Klett-Cotta, Stoccarda 2013, ISBN 978-3-608-93952-1.
    • Traversata atlantica, traduzione di Alessandra Iadicicco, a cura di D. Schöttker, Collezione Biblioteca della Fenice, Milano, Guanda, 2017, ISBN 978-88-235-1481-2.
  • Ein Inselfrühling. Ein Tagebuch aus Rhodos, 1948.
  • Strahlungen, 1949.
    • Diario 1941-1945, trad. Henry Furst, Collezione I Centolibri vol. VII, Milano, Longanesi, I ed. dicembre 1957; Prefazione di Ferruccio Masini, Collezione Biblioteca, Longanesi, 1983; col titolo Irradiazioni. Diario 1941-1945, Collana Biblioteca della Fenice, Guanda, Parma, 1993-1995.
  • Am Sarazenenturm, 1955.
  • Die Hütte im Weinberg. Jahre der Okkupation, Klett-Cotta, 1958, 1979.
    • La capanna nella vigna. Gli anni dell'occupazione, 1945-1948, traduzione di Alessandra Iadicicco, Collezione Biblioteca della Fenice, Milano, Guanda, 2009, ISBN 978-88-824-6493-6.
  • Siebzig verweht I, 1980.
  • Siebzig verweht II, 1981.
  • Siebzig verweht III, 1993.
  • Siebzig verweht IV, 1995.
  • Siebzig verweht V, 1997.

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

  • Auf den Marmorklippen, 1939.
    • Sulle scogliere di marmo, trad. Alessandro Pellegrini, Collana Medusa n.139, Milano, Mondadori, 1942-1945; Collana Biblioteca n.18, Milano, Rusconi, 1975; Parma, Guanda, 1988.
  • Heliopolis. Rückblick auf eine Stadt, 1949.
    • Heliopolis, trad. M. Guarducci, a cura di Quirino Principe, Milano, Rusconi, 1972; Collezione Biblioteca della Fenice, Milano, Guanda, 2006, ISBN 978-88-824-6362-5.
  • Gläserne Bienen, 1957.
  • Die Zwille, 1973.
    • La fionda, trad. Alessandra Iadicicco, Collana Il battello ebbro, Milano, Settecolori, 2021, ISBN 978-88-969-8639-4.
  • Eumeswil, 1977.
    • Eumeswil, trad. Maria Teresa Mandalari, Milano, Rusconi, 1981; Parma, Guanda, 2001.
  • Eine gefährliche Begegnung, 1985.

Racconti[modifica | modifica wikitesto]

  • Sturm, 1923.
    • Il tenente Sturm, traduzione di Alessandra Iadicicco, Collezione Quaderni della Fenice, Milano, Guanda, 2000, ISBN 978-88-774-6968-7.
  • Afrikanische Spiele, 1936.
    • Ludi africani, traduzione di Attilio Borelli, Milano, Nuvoletti, 1953.
    • Ludi africani, traduzione di Ingrid Harbeck, Milano, Sugar, 1970. - Milano, Longanesi, 1974; Milano, Guanda, 1995.
  • Die Eberjagd, 1952.
    • Caccia al cinghiale, in Visita a Godenholm, trad. di Ada Vigliani, Milano, Adelphi. 2008.
  • Besuch auf Godenholm, 1952.
    • Visita a Godenholm, traduzione di Ada Vigliani, Collana Piccola Biblioteca n.568, Milano, Adelphi, 2008, ISBN 978-88-459-2255-8.
  • Aladins Problem, 1983.
    • Il problema di Aladino, traduzione di Bruna R. Bianchi, Collana Piccola Biblioteca n.185, Milano, Adelphi, 1985, ISBN 978-88-459-0631-2.
  • Drei Schulwege, 1991
    • Tre strade per la scuola. Vendetta tardiva, trad. Alessandra Iadicicco, Collezione Prosa contemporanea, Milano, Guanda, 2007, ISBN 978-88-824-6953-5.

Saggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Der Kampf als inneres Erlebnis, 1922
  • Das abenteuerliche Herz. Aufzeichnungen bei Tag und Nacht, 1929; poi Das abenteuerliche Herz. Figuren und Capriccios, 1938
    • Il cuore avventuroso. Figurazioni e capricci, a cura di Quirino Principe, Milano, Longanesi 1986; Parma, Guanda, 1995, ISBN 978-88-774-6828-4.
  • Die totale Mobilmachung, 1930
    • La mobilitazione totale, in id., Scritti politici e di guerra, 1919-1933, Libreria Editrice Goriziana, 2005
  • Der Arbeiter. Herrschaft und Gestalt, 1932
    • L'Operaio. Dominio e forma, trad. Quirino Principe, Milano, Longanesi, 1984; Milano, Guanda, 1991.
  • Blätter und Steine, 1934
    • Foglie e pietre, traduzione di Flavio Cuniberto, Collezione Biblioteca, Milano, Adelphi, 1997, ISBN 978-88-459-1321-1.
  • Der Friede. Ein Wort an die Jugend Europas und an die Jugend der Welt, 1945. [la prima versione dello scritto fu composta nel 1941]
    • La pace, trad. Adriana Apa, con uno scritto di Saverio Vertone ("L'immagine dell'avamposto"), Collezione Testi e Documenti della Fenice, Milano, Guanda, 1993, ISBN 978-88-774-6520-7.
    • La pace. Una parola ai giovani d'Europa e ai giovani del mondo, Prefazione di Maurizio Guerri, Milano-Udine, Mimesis, 2022, ISBN 978-88-575-8902-2.
  • Sprache und Körperbau, 1947.
  • Am Kieselstrand, 1951.
  • Über die Linie, 1951
  • Der Waldgang, 1952
  • Das Sanduhrbuch, 1954
    • Il libro dell'orologio a polvere, trad. Alvise La Rocca e Agnese Grieco, Collezione Biblioteca, Milano, Adelphi, 1994, ISBN 978-88-459-1099-9.
  • Rivarol, 1956.
    • Rivarol. Massime di un conservatore, traduzione di B. Lotti e M. Monaldi, Collezione Quaderni della Fenice, Parma, Guanda, 1992-2004.
  • San Pietro (1957), Fausto Lupetti Editore, 2015, ISBN 978-88-687-4075-7.
  • An der Zeitmauer, 1959
    • Al muro del tempo, traduzione di Alvise La Rocca e Agnese Grieco, Collezione Biblioteca n.386, Milano, Adelphi, 2000, ISBN 978-88-459-1508-6.
  • Der Weltstaat. Organismus und Organisation, 1960
    • Lo stato mondiale. Organismo e organizzazione, Parma, Guanda, 1998
  • Quadrofogli (Vier Blätter, 1960)[9], Introduzione e trad. a cura di Luca Siniscalco, postfazione di Marino Freschi, De Piante, 2021, ISBN 979-12-803-6207-0.
  • Typus, Name, Gestalt, 1963
  • Dezember. Bois de Noel, 1964
  • Grenzgänge. Essays. Reden. Träume, 1966
  • Subtile Jagden, 1967
  • Sgraffiti, 1969
  • Ad hoc, 1970
  • Annäherungen. Drogen und Rausch, 1970
    • Avvicinamenti. Droghe ed ebbrezza, trad. C. Sandrin e U. Ugazio, Milano, Multhipla 1982; Biblioteca della Fenice, Milano, Guanda, 2006, ISBN 978-88-824-6351-9.
  • Träume. Nocturnes, 1970.
  • Zahlen und Götter. Philemon und Baucis. Zwei Essays, 1974.
    • Philemon un Baucis. Der Tod in der mythischen und in der technischen Welt, 1979
    • Filemone e Bauci. La morte nel mondo mitico e nel mondo tecnico, traduzione di Alessandra Iadicicco, Collana Piccola Biblioteca, Parma, Guanda, 2018, ISBN 978-88-824-6961-0.
  • Maxima–Minima, Adnoten zum „Arbeiter“, 1983.
    • Maxima-Minima. Autore di L'operaio, traduzione di Alessandra Iadicicco, a cura di Quirino Principe, Collana Piccola Biblioteca, Parma, Guanda, 2012 [Quaderni della Fenice, Guanda, 1998], ISBN 978-88-608-8757-3.
  • Autor und Autorschaft, 1984.
  • Zwei Mal Halley, 1987
  • Die Schere, 1990
  • Serpentara. Mit Holzschnitten von Alfred Pohl, Passau, 1991.
  • Prognosen, 1993.
  • Il contemplatore solitario (collezione di diversi scritti jüngeriani), trad. Quirino Principe, a cura di Henri Plard, Collezione Biblioteca della Fenice, Parma, Guanda, 1995, ISBN 978-88-774-6368-5.
  • Weiße Nächte, 1997.
  • Politische Publizistik 1919-1933, 3 voll., 2000
    • Scritti politici e di guerra 1919-1933, 3 voll., trad. Alessandra Iadicicco, Collezione Le Guerre, Gorizia, Libreria Editrice Goriziana, 2003-2005, ISBN 978-88-869-2885-4.
  • L'albero. Quattro prose, traduzione di Alessandra Iadicicco, Herrenhaus, 2003, ISBN 978-88-877-6113-9. [saggi composti tra il 1959 e il 1966]
  • Zur Geiselfrage. Schilderung der Fälle und ihre Auswirkungen, Hrsg. von Sven Olaf Berggötz, Klett-Cotta, 2011.
    • Sulla questione degli ostaggi. Parigi, 1941-1942, traduzione di Alessandra Iadicicco, a cura di Sven Olaf Berggöttz, Collana Piccola Biblioteca, Parma, Guanda, 2012, ISBN 978-88-608-8924-9.
  • Friedrich Georg Jünger e E. Jünger, Guerra e guerrieri. Discorso di Verdun, a cura e con un saggio di Maurizio Guerri, Milano-Udine, Mimesis, 2012, ISBN 978-88-575-0977-8.
  • E. Jünger e Edmund Schultz, Il mondo mutato. Un sillabario per immagini del nostro mondo, a cura di Maurizio Guerri, Milano-Udine, Mimesis, 2007-2018, ISBN 978-88-575-4381-9.
  • Autunno in Sardegna, a cura di Mario Bosincu, Collana Vitanova, Firenze, Le Lettere, 2020, ISBN 978-88-936-6143-0. [contiene 3 scritti: San Pietro, Serpentara, Autunno in Sardegna]
  • Mantrana. Un gioco, a cura di Michele Cometa, Collana Minima/Volti, Milano-Udine, Mimesis, 2020, ISBN 978-88-575-6967-3.
  • La Grande Madre. Meditazioni mediterranee, a cura di Mario Bosincu, Collana Vitanova, Firenze, Le Lettere, 2021, ISBN 978-88-936-6228-4.

Epistolari[modifica | modifica wikitesto]

  • Der gordische Knoten, con Carl Schmitt, 1953.
    • Il Nodo di Gordio. Dialogo su Oriente e Occidente nella storia del mondo, traduzione di Giuseppina Panzieri, a cura di Carlo Galli, Collana Intersezioni, Bologna, Il Mulino, 1987, ISBN 978-88-150-1421-4. - Il Mulino, 2004, 978-88-150-9742-2.
    • Il nodo di Gordio, a cura di Giovanni Gurisatti, Collana Piccola Biblioteca n.787, Milano, Adelphi, 2023, ISBN 978-88-459-3735-4.
  • Martin Heidegger-E. Jünger, Il silenzio è l'arma più forte. Lettere 1949-1975, a cura di C. Badocco, Macerata, Quodlibet, 2013, ISBN 978-88-746-2380-8.
  • E. Jünger e Albert Hofmann, LSD. Carteggio 1947-1997, traduzione di S. Piangatello, Collana Scienza n.3, Giacometti & Antonello, 2017, ISBN 978-88-988-2007-8.
  • Lettere dal fronte alla famiglia 1915-1918, Con una selezione di lettere di risposta dei genitori e di Friedrich Georg Jünger, a cura di H. Schwilk, trad. di F. Sassi, Collana Le guerre n.82, Gorizia, LEG, 2017, ISBN 978-88-610-2411-3.

Interviste[modifica | modifica wikitesto]

  • Banine, Incontri con Ernst Jünger (Rencontres avec Ernst Jünger, 1951), traduzione di É. Ronin, Illustrazioni di R. Schlichter, a cura di A. Crespi, De Piante, 2022, ISBN 979-12-803-6220-9.
  • Julien Hervier, Conversazioni con Ernst Jünger (Entretiens avec Ernst Jünger, 1986), traduzione di A. Marchi, Collezione Testi e documenti della Fenice, Parma, Guanda, 1987, ISBN 978-88-774-6261-9.
  • Antonio Gnoli e Franco Volpi, I prossimi titani. Conversazioni con Ernst Jünger, Collana Piccola Biblioteca n.397, Milano, Adelphi, 1997, ISBN 978-88-459-1325-9. [intervista del 1995]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Croce di Ferro di II classe per combattenti (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria Croce di Ferro di II classe per combattenti (Regno di Prussia)
— 1916
Croce di Ferro di I classe (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria Croce di Ferro di I classe (Regno di Prussia)
— 1916
Cavaliere del Reale Ordine dinastico di Hohenzollern con spade (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere del Reale Ordine dinastico di Hohenzollern con spade (Regno di Prussia)
— 1917
Cavaliere dell'Ordine Pour le Mérite (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine Pour le Mérite (Regno di Prussia)
— 1918
Distintivo per feriti in oro (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria Distintivo per feriti in oro (Regno di Prussia)
— 1918
Croce d'Onore della Guerra Mondiale per combattenti al fronte (Reich tedesco) - nastrino per uniforme ordinaria Croce d'Onore della Guerra Mondiale per combattenti al fronte (Reich tedesco)
— 1934
Barretta 1939 alla Croce di Ferro di II classe per combattenti 1914 (Reich tedesco) - nastrino per uniforme ordinaria Barretta 1939 alla Croce di Ferro di II classe per combattenti 1914 (Reich tedesco)
Gran Croce al Merito dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania - nastrino per uniforme ordinaria Gran Croce al Merito dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania
— 1959-1977
Gran Croce al Merito con placca dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania - nastrino per uniforme ordinaria Gran Croce al Merito con placca dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania
— 1977-1985
Gran Croce al Merito con Placca e Cordone dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania - nastrino per uniforme ordinaria Gran Croce al Merito con Placca e Cordone dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania
— 1985
Cavaliere dell'Ordine al Merito dello Stato di Baden-Wuerttemberg - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine al Merito dello Stato di Baden-Wuerttemberg
— 10 maggio 1980
Medaglia dell'Ordine di Massimiliano per le Scienze e le Arti (Stato Libero di Baviera) - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia dell'Ordine di Massimiliano per le Scienze e le Arti (Stato Libero di Baviera)
— 1986

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/06/08/ernst-junger-svolta-in-francia-prima.html
  2. ^ https://www.pangea.news/i-bravi-cittadini-dalbione-hanno-paura-di-ernst-junger-in-divisa-ovvero-i-diari-di-guerra-del-grande-scrittore-sbarcano-in-uk-e-usa-e-la-globalizzazione-in-letteratura-non-esiste/
  3. ^ http://www.la-pleiade.fr/Catalogue/GALLIMARD/Bibliotheque-de-la-Pleiade/Journaux-de-guerre2
  4. ^ https://www.secoloditalia.it/2017/10/ernst-junger-racconto-quel-pomeriggio-trentanni/
  5. ^ Ernst Jünger, Irradiazioni, Parma, Guanda, 1993 p. 495
  6. ^ Antonio Gnoli-Franco Volpi, I prossimi Titani. Conversazioni con Ernst Jünger, Milano, Adelphi 1997, p. 113
  7. ^ Ernst Jünger, Irradiazioni. Diario 1941-1945, traduzione di Henry Furst, Milano, Longanesi, 1983.
  8. ^ Copia archiviata, su lintellettualedissidente.it. URL consultato il 23 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 23 dicembre 2017).
  9. ^ pubblicato sulla rivista Antaios

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Delio Cantimori, Tre saggi su Jünger, Moeller van den Bruck, Schmitt, 1985, Settimo Sigillo
  • Julius Evola, L'«Operaio» nel pensiero di Ernst Jünger, Mediterranee, Roma 1960.
  • Marcel Decombis, Ernst Jünger: l'"Ideale nuovo" e la "Mobilitazione totale", 1981, Tridente
  • Heimo Schwilk, Ernst Jünger. Leben und Werk in Bildern und Texten, Stoccarda 1988.
  • Wolfgang Kaempfer, Ernst Jünger, traduzione di M. Piccinini, Bologna, Il Mulino, 1991 [1981], ISBN 978-88-15-02920-1.
  • Paul Noack, Ernst Jünger: Eine Biographie, Berlin 1998.
  • Günther Figal-H. Schwilk (a cura di), Magie der Heiterkeit: Ernst Jünger zum Hundertsten, Stoccarda 1995.
  • Marcello Staglieno, Jünger, l'approche italienne, Revue de littérature comparée, 284 (1999)
  • Heimo Schwilk, Il sogno dell'Anarca. Incontri con Ernst Jünger, traduzione di C. Beretta e Andrea Sandri, La biblioteca di Vineta, Seregno, Herrenhaus, 1999, ISBN 978-88-877-6108-5.
  • Luisa Bonesio (a cura di), Ernst Jünger e il pensiero del nichilismo, Milano 2002.
  • Stefano Gorgone, Cristallografie dell'invisibile. Dolore, eros e temporalità in Ernst Jünger, Milano 2005.
  • Corrado Badocco, Ernst Jünger, in Centro studi filosofici di Gallarate (a cura di), Enciclopedia filosofica, Milano, Bompiani, 2006, vol. 6, pp. 576–581 (con ampia bibliografia).
  • Helmuth Kisiel, Ernst Jünger. Die Biographie, Siedler, München, 2007.
  • Heimo Schwilk, Ernst Jünger. Die Biographie, Piper, München, 2007.
  • Luigi Iannone, Jünger e Schmitt. Dialogo sulla modernità, a cura di Marcello Staglieno, Armando editore, Roma, 2009.
  • Ernst Nolte, La rivoluzione conservatrice, (a cura di Luigi Iannone), Rubbettino, 2009.
  • Luca Siniscalco, "Ernst Jünger: Un'ontologia delle forme mitiche", in Octagon. La ricerca della totalità, a cura di Hans Thomas Hakl, Gaggenau, Scientia Nova, 2017, vol. 3, pp. 193–211.
  • Piero Buscioni, Ernst Jünger, Associazione Eumeswil (Firenze), febbraio 2019

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