Sedini

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Sedini
comune
(IT) Sedini
(SDC) Séddini
Sedini – Stemma
Sedini – Bandiera
Sedini – Veduta
Sedini – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
Provincia Sassari
Amministrazione
SindacoSalvatore Carta (lista civica) dal 10-6-2018 (2º mandato dal 29-5-2023)
Territorio
Coordinate40°51′08″N 8°48′59″E / 40.852222°N 8.816389°E40.852222; 8.816389
Altitudine350 m s.l.m.
Superficie40,51 km²
Abitanti1 218[1] (30-11-2023)
Densità30,07 ab./km²
FrazioniLittigheddu
Comuni confinantiBulzi, Castelsardo, Laerru, Nulvi, Santa Maria Coghinas, Tergu, Valledoria
Altre informazioni
Cod. postale07035
Prefisso079
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT090065
Cod. catastaleI565
TargaSS
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) sedinesi
(SDC) seddinesi
Patronosant'Andrea
Giorno festivo30 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sedini
Sedini
Sedini – Mappa
Sedini – Mappa
Posizione del comune di Sedini
nella provincia di Sassari
Sito istituzionale

Sedini (Séddini in sassarese) è un comune italiano di 1 218 abitanti della provincia di Sassari in Sardegna.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

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Veduta notturna del centro storico

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Sedini si trova al centro della regione dell'Anglona nel nord della Sardegna, all'interno rispetto alla costa del golfo dell'Asinara. Dista circa 50 km dal capoluogo Sassari e confina con i comuni di Castelsardo, Tergu, Valledoria, Santa Maria Coghinas, Laerru, Bulzi e Nulvi. È collocato fra le due colline di la Maglina e lu Padru. Il territorio ha in generale una conformazione collinare, ma non mancano tratti di pianura, anche abbastanza estesi, dove si praticano l'agricoltura estensiva e l'allevamento.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nuraghe Lu Paddru

Il territorio doveva essere abitato già in epoca preistorica, per la presenza di numerose grotte che avrebbero potuto servire da abitazioni. Nel centro abitato vi è una domus de janas, insieme di tombe ipogeiche scavate nella roccia, la cui costruzione è attribuita al neolitico. Nell'età del bronzo si diffuse la civiltà nuragica della quale rimangono diverse testimonianze.

Nel medioevo fece parte del Giudicato di Torres, nella curatoria dell'Anglona. Alla caduta del giudicato (1259) passò ai Doria, ai Malaspina e successivamente (intorno al 1450) agli Aragonesi. In regione Spelunca si osservano i resti di un villaggio, probabilmente abbandonato durante la peste del 1656. Nel XVIII secolo il paese venne incorporato nel principato d'Anglona, sotto la signoria prima dei Pimentel e poi dei Tellez-Giron d'Alcantara, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del comune di Sedini sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 9 ottobre 2002.

«Stemma semitroncato partito: il primo, di verde, alla croce di Sant'Andrea, d'oro; il secondo, di azzurro, al covone di spighe di grano, d'oro, legato di rosso; il terzo, di rosso, al cavallo spaventato, di nero, allumato di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»

La croce è quella di sant'Andrea, patrono della comunità sedinese; il fascio di spighe ricorda che il territorio di Sedini era considerato il più produttivo dell'Anglona; il cavallo simboleggia le antiche tradizioni equestri e la pratica, ancora diffusa, dell'allevamento dei cavalli.[3] Il gonfalone è un drappo di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

San Nicola di Silanis

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Nella valle del rio Silanis sono presenti numerose testimonianze d'importanza storica e artistica. Fra queste la chiesa di San Nicola di Silanis (XII secolo), Santa Maria in Solio, Santa Barbara (rimaneggiata nel XVII secolo) e San Pancrazio.
  • La chiesa parrocchiale di Sant'Andrea apostolo.

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

  • La domu de janas di Sedini, ubicata nella via principale del paese è di dimensioni notevoli. È stata utilizzata verso la fine del XIX e gli inizi del XX secolo come prigione, successivamente come casa di civile abitazione e attualmente ospita un museo etnografico.
  • Il nuraghe Lu Paddru, nel versante sud dell'altipiano omonimo, in località La tanca di lu runaghi, è il sito nuragico più interessante del territorio. Costruito con massi di pietra calcarea conserva, ancora intatta nell'ogiva, la camera interna; intorno alla torre sono ben visibili i resti di alcune capanne del circostante villaggio.

Luoghi di interesse naturalistico[modifica | modifica wikitesto]

  • La grotta di Conchi ubicata nell'omonima località.
  • La Pilchina di li Caadaggi.
  • La fossa di la Lòriga è una grotta naturale che si apre sulla collina di lu Padru, che comprende camere di circa 10 metri di altezza con stalattiti e stalagmiti.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[4]

Lingua e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

La variante del sassarese parlata è il sedinese.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
6 giugno 1993 27 aprile 1997 Giovanni Gavino Degortes lista civica Sindaco [5]
27 aprile 1997 13 maggio 2001 Pietro Giuseppe Careddu liste civiche di centro-sinistra Sindaco [6]
13 maggio 2001 28 maggio 2006 Pietro Giuseppe Careddu lista civica Sindaco [7]
28 maggio 2006 15 giugno 2008 Gennaro Moretta lista civica Sindaco [8]
15 giugno 2008 26 maggio 2013 Giovanni Gavino Degortes lista civica "Guardiamo Oltre" Sindaco [9]
26 maggio 2013 10 giugno 2018 Stefano Ruiu lista civica "Progetto Sedini" Sindaco [10]
10 giugno 2018 29 maggio 2023 Salvatore Carta Lista civica "Per Sedini" Sindaco [11]
29 maggio 2023 in carica Salvatore Carta Lista civica "Sedini per la rinascita" Sindaco [12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2023.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Giovanna Carta, Stemma e gonfalone per il Comune di Sedini [collegamento interrotto], in La Nuova Sardegna, 12 marzo 2003. URL consultato il 16 luglio 2022.
  4. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  5. ^ Comunali 06/06/1993, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  6. ^ Comunali 27/04/1997, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  7. ^ Comunali 13/05/2001, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  8. ^ Comunali 28/05/2006, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  9. ^ Comunali 15/06/2008, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  10. ^ Comunali 26/05/2013, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  11. ^ Comunali 10/6/2018, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 7 agosto 2023.
  12. ^ Comunali 28 e 29 maggio 2023, su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 7 agosto 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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