Provincia di Reggio Emilia

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Provincia di Reggio nell'Emilia
provincia
Provincia di Reggio nell'Emilia – Veduta
Provincia di Reggio nell'Emilia – Veduta
Palazzo Ducale, sede della Provincia.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Amministrazione
CapoluogoReggio nell'Emilia
PresidenteGiammaria Manghi (PD) dal 12-10-2014
Data di istituzione1859
Territorio
Coordinate
del capoluogo
44°42′00″N 10°38′00″E / 44.7°N 10.633333°E44.7; 10.633333 (Provincia di Reggio nell'Emilia)
Superficie2 291,26 km²
Abitanti533 652 (31-07-2014 (fonte: Provincia di Reggio Emilia))
Densità232,91 ab./km²
Comuni45 comuni
Province confinantiModena, Parma, Lucca, Massa Carrara, Mantova
Altre informazioni
Cod. postale42121-42124 Reggio Emilia, 42010-42049 Provincia
Prefisso0522, 0536
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2IT-RE
Codice ISTAT035
TargaRE
Cartografia
Provincia di Reggio nell'Emilia – Localizzazione
Provincia di Reggio nell'Emilia – Localizzazione
Sito istituzionale

La provincia di Reggio nell'Emilia è una provincia italiana dell'Emilia-Romagna di 533.652 abitanti. Dopo Bologna e Modena, Reggio nell'Emilia è la terza provincia per numero di abitanti dell'Emilia-Romagna.

Confina ad ovest con la provincia di Parma (il confine è il torrente Enza) e a est con la provincia di Modena, a nord con la Lombardia (provincia di Mantova) e a sud con la Toscana (provincia di Massa-Carrara e provincia di Lucca).

Geografia antropica

Infrastrutture e viabilità

La provincia è attraversata dalla SS9 via Emilia, di fondazione romana, a cui si affiancarono nel 1859 la ferrovia Milano-Bologna e cento anni più tardi l'A1 Autostrada del Sole. Dal 1968 la provincia di Reggio è lambita ad est dall'A22 Autostrada del Brennero. Oltre alla ferrovia Milano-Bologna e alla recente linea del treno ad alta velocità che ricalca il medesimo collegamento, sono presenti quattro linee locali della FER - le ferrovie Reggio Emilia-Ciano d'Enza, Reggio Emilia-Guastalla, Reggio Emilia-Sassuolo, Parma-Guastalla-Suzzara - e un tratto della ferrovia Modena-Verona fra Rolo e Villanova di Reggiolo. Longitudinalmente, in direzione nord-sud, la provincia è tagliata in due dalla SS 63 del Valico del Cerreto che un tempo collegava Gualtieri ad Aulla passando per Reggio e l'Appennino Tosco-Emiliano, oggi declassata a strada provinciale fra il capoluogo di provincia e la Bassa. Dal 2001 le altre strade statali presenti sul territorio provinciale - i tratti a nord della via Emilia della SS63 e della SS 62, la SS 358 di Castelnovo, la SS 467 di Scandiano, la SS 468 di Correggio, la SS 486 di Montefiorino e la SS 513 di Val d'Enza - furono affidate dal Governo Italiano alla Regione Emilia-Romagna che successivamente le diede in gestione alle Province.
Ad oggi, l'Amministrazione provinciale di Reggio Emilia gestisce circa 875 km di strade provinciali.

Insediamenti

La provincia di Reggio Emilia è formata da 45 comuni; al censimento del 2001 nessuno di questi aveva una popolazione inferiore ai 1000 abitanti. Dal punto di vista sociale, culturale ed economico il territorio provinciale si compone di 5 distretti comprensoriali che, tuttavia, non godono di alcun riconoscimento giuridico ufficiale. I distretti sono: Reggio Emilia città, la Val d'Enza, la Bassa Reggiana, il Correggese, la Zona ceramiche e la Montagna. Pur non essendo caratterizzati da organi veri e propri di autogoverno essi, de facto, garantiscono importanti funzioni convogliando su un "centro" forte una moltitudine di servizi a disposizione dei comuni del comprensorio. Si tratta, in primis, di servizi sanitari (la sede dell'ospedale di zona); educativi (il polo di istruzione superiore); direzionali, e di supporto ai lavoratori e alle imprese. I 5 comuni capodistretto sono: Guastalla per la Bassa Reggiana; Correggio, per la zona che comprende l'omonima città e i comuni circostanti; Castelnovo ne' Monti per l'Appennino Reggiano, Montecchio Emilia per la Val d'Enza; Scandiano per la Zona ceramiche. Il distretto di Reggio Emilia città coincide con i confini comunali del capoluogo di provincia.

Ambiente

La provincia risulta compresa fra il fiume Po a nord ed il crinale dell'Appennino tosco-emiliano a sud, facente parte del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano (che si estende anche alle limitrofe province di Parma, Modena, Lucca e Massa Carrara).

Da un punto di vista idrologico la provincia di Reggio si colloca nel regime intermedio tra il regime sublitoraneo alpino tipico della fascia prealpina lombardo-veneta e il regime sublitoraneo appenninico tipico delle aree interne appenniniche della Penisola Italiana. I massimi annui di piovosità sono principalmente due, il più significativo (anche per i fenomeni di piena nei torrenti provinciali e del Fiume Po) è quello autunnale (precisamente nei mesi di ottobre e novembre) mentre il secondario si registra solitamente nel periodo tardo primaverile (aprile e maggio). La piovosità annua comunque si attesta attorno a 800-900 mm, pur rimanendo anche notevolmente più elevata nella fascia appenninica. Il clima è appenninico nella porzione meridionale (inverni rigidi e nevosi, estati temperate e più piovose) mentre risulta spiccatamente sub-continentale nella porzione settentrionale di pianura della provincia (inverni solitamente meno rigidi e meno nevosi, estati afose e poco piovose).

Mentre il territorio della pianura è fortemente antropizzato e presenta una alta densità insediativa, l'Appennino reggiano presenta ancora un livello di naturalità elevato, crescente, soprattutto salendo verso il crinale. L'Appennino reggiano è soggetto a fenomeni di calanchismo naturale, visibili lungo tutto il suo sviluppo trasversale della provincia, ma particolarmente evidenti nella porzione occidentale lungo l'alveo del torrente Enza. Fra le maggiori attrattive della montagna reggiana vi è di sicuro la Pietra di Bismantova, che sorge nel comune di Castelnovo Monti, ma visibile dal territorio di molti comuni appenninici. Il profilo così netto della montagna colpì persino il poeta fiorentino Dante Alighieri che la cita nel suo Purgatorio.

La Pietra di Bismantova nell'Appennino reggiano
Uno dei numerosi canali di irrigazione nella pianura (località Sesso)

Orografia

La provincia ha un'orografia molto lineare, con una zona di pianura che va dal confine nord sino ad una linea quasi retta ovest/est a 6–7 km a sud del capoluogo ove iniziano le colline che vanno gradualmente crescendo e mutandosi in vere e proprie montagne sino al crinale. La pianura, essendo legata al corso del Po, va ovviamente decrescendo di altitudine procedendo da ovest ad est. Gli estremi sono 19 metri s.l.m.. al confine provinciale di nord-est e i 2121 metri del monte Cusna. Altre cime di rilievo sono il Monte Prado (2054 m), l'Alpe di Succiso (2017 m), il Casarola (1979 m) e il Monte Alto (1904 m). Da rimarcare l'unicità e l'originalità della Pietra di Bismantova, che si staglia con la sua cima piatta e le sue pareti scoscese a rendere inconfondibili tanti panorami dell'Appennino reggiano. I passi automobilistici al confine con la Toscana, sono, da ovest a est: il Passo del Lagastrello (1200 m), il Passo del Cerreto (strada statale 63, 1261 m), il Passo della Pradarena (1579 m) e il passo delle Forbici (1574 m), quest'ultimo raggiungibile in automobile solo con una strada sterrata dal versante toscano in Estate.

Acque

Tre sono i principali corsi d'acqua che bagnano la provincia: il fiume Po marca il confine settentrionale per circa 20 km con la Provincia di Mantova, il torrente Enza ad ovest, che scorre in territorio provinciale dalle sue sorgenti alla foce nel Po, segnando il confine con la provincia di Parma per circa 85 km ed il fiume Secchia che segna il confine est con la provincia di Modena da Cerredolo a Rubiera località presso cui entra nella provincia di Modena fino a sfociare anch'esso nel Po, dopo un corso di oltre 170 km. Numerosi sono i torrenti, specie in montagna: il più importante per lunghezza e portata risulta indubbiamente il torrente Crostolo, lungo 55 km che nasce poco sopra il paese di Casina e si getta nel Po presso Guastalla, attraversando per un breve tratto il comune capoluogo. Corsi d'acqua minori sono il Dolo, il Secchiello, l'Ozola e il Tresinaro, tributari del Secchia, Lonza e Tassobio, tributari dell'Enza, poi il Rodano, la Modolena ed il Quaresimo che bagnano i sobborghi del capoluogo.

Pochi i laghi naturali: uno solo in pianura, il Lago di Gruma nel comune di Campegine, in montagna i tre laghi del Cerreto (uno principale e due minori) ed il lago Calamone, detto anche lago del Ventasso, alle pendici del monte medesimo.

Bacini artificiali di una certa importanza sono situati a Ligonchio, al Passo di Lagastrello e a Gazzano di Villa Minozzo, mentre la bassa pianura è intersecata da una estesa rete di canali di scolo e di bonifica (in primis la Parmigiana Moglia) che confluiscono nel Po o direttamente o, più spesso, attraverso il Crostolo o l'Enza. Dall'alto Medioevo e sino al Settecento alla periferia nord del capoluogo ci si imbarcava sul canale Naviglio per giungere, nel modo più veloce e sicuro, a Ferrara e a Venezia.

Sorgenti termali di rilievo sgorgano a Cervarezza Terme, nel comune di Busana, mentre quelle di Quara di Toano, note dall'epoca romana e fino al Medioevo, sono abbandonate e quasi prosciugate a causa di bradisismi e antichi terremoti che ne hanno ostruito il corso. Le abbondantissime fonti di Poiano di Villa Minozzo non sono note turisticamente come altre realtà regionali.

Cenni storici

La provincia di Reggio venne istituita nel 1859, con decreto dittatoriale di Carlo Farini, in previsione dell'annessione dell'Emilia al Regno di Sardegna; nella sua istituzione originaria venne suddivisa nei circondari di Reggio e di Guastalla[1] nella parte settentrionale.

Economia

Nella parte centro-settentrionale della provincia, in tutta l'area della pianura e nelle aree della conurbazione di Reggio Emilia, molto sviluppate e di antica presenza risultano essere l'agricoltura intensiva e l'allevamento suino-bovino. In tutta la porzione di pianura e nella fascia di prima collina provinciale esiste un importante e diffuso comparto industriale, esteso e ramificato in moltissimi settori che spaziano principalmente dai settori dell'industria meccanica a quelli agro-alimentare, tessile, ceramico e dell'elettrodomestico. Nella Bassa a Novellara, Luzzara, Fabbrico e Guastalla è significativa la produzione di veicoli agricoli (Landini, OM, Goldoni) e di elettrodomestici (Smeg, Olimpia Splendid, la Germania su tutte) a Reggio Emilia sorgono numerose attività industriali legate al comparto meccanico (Lombardini, Interpump, Walvoil, Interacciai, Brevini) e si producono materiali plastici, gomma e derivati del settore chimico in generale. Il settore tessile e della maglieria e della moda trova massima diffusione oltre che nel capoluogo (Gruppo Max Mara) nella zona di Rio Saliceto, dove sorge la Navigare, Correggio e Carpi (in provincia di Modena). Molteplici altri sono i settori in cui le imprese reggiane rappresentano da sempre termine di eccellenza e di sicuro affidamento a livello internazionale. Storica è la presenza dell'industria alimentare che in città e provincia assicura lavoro a molti addetti. Il settore terziario è, a sua volta, molto avanzato e assicura la presenza di servizi di importanza nazionale (Credem), contribuendo sensibilmente alla produzione di ricchezza provinciale. La zona pedecollinare ad est, nei comuni di Castellarano, ma anche nei confinanti comuni della provincia di Modena, in particolare a Scandiano e Sassuolo è, infine, un importantissimo distretto per la produzione delle ceramiche e delle piastrelle note ed esportate da qui in tutto il mondo. Nella provincia storicamente sono sorte molte cooperative di consumo e produzione lavoro sia nei settori dell'alimentazione, dei trasporti e dei servizi ma anche in quelli finanziari e del terziario avanzato, nella grande distribuzione e nell'area urbanistico-edilizia (Coop Consumatori NordEst, Coopservice, CCPL e moltre altre) hanno tutte sede a Reggio Emilia. Tutto il territorio provinciale, anche nella zona appenninica, è rinomato per la produzione del formaggio Parmigiano Reggiano e di molti altri prodotti alimentari rinomati ed apprezzati a livello internazionale, il Lambrusco su tutti. Rilevante è anche la produzione agricola e zootecnica, soprattutto per quanto riguarda l'allevamento dei suini, in provincia come in tutta la regione esiste una storica tradizione culinaria per gli insaccati ed i derivati di carne suina. La provincia di Reggio Emilia, insieme a quelle di Modena e di Bologna è la provincia che produce la maggior quota parte del reddito dell'economia regionale e contribuisce fortemente al prodotto interno lordo italiano. La provincia di Reggio Emilia in termini sia occupazionali che di ricchezza generata pro capite costituisce una realtà economica estremamente sviluppata e florida, che si colloca stabilmente ai primi posti in Italia ed Europa e ben al di sopra o al pari di altre zone tra le più produttive del Paese sia in termini di benessere che di qualità della vita. Il tasso di disoccupazione provinciale, risulta molto più basso del valore regionale e nazionale, il tasso di disoccupazione difatti si attesta attorno al 5,8%[2].

Storia

Il territorio provinciale fu abitato fin dalla preistoria. Nel periodo pre-romano nacquero, ad opera delle popolazioni di origine ligure, diversi centri abitati, tra i quali si distinse Luceria, un importante nodo commerciale, sorto sull'intreccio di tre vie di comunicazione, in seguito conquistato dai Romani. La conquista romana portò alla costruzione della spina dorsale della provincia e della regione, la via Emilia fatta realizzare da Marco Emilio Lepido In provincia i romani costruirono anche la via che collega Reggio a Brescello. Durante il periodo longobardo sorse il Ducato di Reggio ma profonda fu la decadenza di tutto il territorio reggiano se addirittura Sant'Ambrogio, nel suo viaggio in Emilia, definì Reggio "cadavere di città" per sottolineare la grave decadenza della città e del circondario a seguito delle invasioni barbariche. L'Appennino reggiano ebbe il suo momento di massimo splendore nell'XI secolo, con il paese di Canossa al centro della politica europea ed Enrico IV e Matilde di Canossa protagonisti della lotta fra Papato e Impero. Alla morte di Matilde i suoi possedimenti vennero conquistati dal comune di Reggio e da quelli vicini come Mantova, Modena, Parma e Cremona. Sebbene i reggiani controllassero buona parte dell'attuale provincia e diverse località del modenese, tutti i borghi e le ville della val d'Enza furono conquistate dai parmigiani mentre i cremonesi si assicurarono i centri rivieraschi di Guastalla e Luzzara. Nel XIII secolo buona parte del territorio provinciale, Reggio compresa, era sottoposta alla giurisdizione del Ducato di Reggio. Nel XIX secolo, dopo la parentesi napoleonica con la formazione del Dipartimento del Crostolo, dopo la restaurazione, per unione dinastica, il ducato ebbe anche uno sbocco sul mare comprendendo le province estensi di Modena, Reggio, Frignano, Garfagnana, Lunigiana, Massa e Carrara. Nel 1848 furono uniti agli Stati Estensi gli ultimi territori del ducato di Parma e Piacenza posti sulla sponda destra dell'Enza come il guastallese, Poviglio, Gombio e l'alta Val d'Enza. Dopo l'annessione al Regno d'Italia la storia della provincia segue le vicende del resto della penisola. Al momento della sua creazione nel 1860, la provincia contava 46 comuni, mentre oggi sono 45, nel 1870 venne aggregato al comune di Villa Minozzo il comune di Gazzano. Inoltre il comune di Pieve San Vincenzo spostò la sua sede e mutò quindi il suo nome in Ramiseto. Al contrario di molte altre province italiane, quella reggiana per più di un secolo e mezzo di storia non ha subito drastici mutamenti amministrativi. Durante la seconda guerra mondiale la provincia subì pesanti distruzioni e bombardamenti e dopo il 1943, si formarono numerose formazioni di partigiani che combatterono tenacemente contro le forze d'occupazione tedesche e i loro alleati repubblichini. Si verificarono, specialmente nell'Appennino anche massacri contro la popolazione accusata di collaborare con la Resistenza, tristemente celebri furono l'eccidio della Bettola, quello di Cervarolo, quello di Legoreccio e quello dei fratelli Cervi presso Campegine.

Amministrazione provinciale

Gli organismi che presiedono la Provincia ebbero, a partire dall'unità d'Italia, diverse denominazioni: Consiglio Provinciale retto da un presidente dal 1860 al 1923 e dal 1951 ad oggi. Durante il fascismo ci fu un Commissario prefettizio dell'Amministrazione provinciale e dal 1945 al 1951 si ebbe la Deputazione provinciale, che esisteva dal 1889 come emanazione del Consiglio, come oggi la Giunta. Con le elezioni del 13 giugno 2004 viene eletta Sonia Masini, prima donna a ricoprire questo incarico. Di seguito si elencano i diversi presidenti succedutisi e la data della loro elezione.

  1. Vedriani Giulio Cesare 21 marzo 1860
  2. Chiesi Luigi 2 settembre 1861
  3. Gorisi Antonio 2 settembre 1867
  4. Chiesi Luigi 7 settembre 1868
  5. Fornaciari Giuseppe 11 agosto 1884
  6. Levi Ulderico 2 dicembre 1889
  7. Borciani Alberto 11 agosto 1902
  8. Morati Giovanni 15 marzo 1906
  9. Cottafavi Vittorio 22 giugno 1906
  10. Ruffini Enrico 17 settembre 1910
  11. Sichel Adelmo 21 dicembre 1910
  12. Fabbrici Giovanni 4 giugno 1923
  13. Muzzarini Mario 5 dicembre 1927
  14. Bertoldi Pellegrino 6 aprile 1936
  15. Colitti Michele 10 ottobre 1940
  16. Ramusani Alberto 31 marzo 1942
  17. Scolari Giuseppe 31 marzo 1944
  18. Ercelli Alfonso 12 settembre 1944
  19. Ferrari Camillo 8 maggio 1945
  20. Montanari Dante 16 luglio 1951
  21. Ferrari Franco 23 dicembre 1964
  22. Parenti Vittorio 20 giugno 1972
  23. Cusi Guglielmo 18 luglio 1980
  24. Bertani Ascanio 1º gennaio 1982
  25. Ruini Roberto 13 giugno 1999
  26. Masini Sonia 22 giugno 2004
  27. Manghi Giammaria 12 ottobre 2014

Sedi giudiziarie

Il Capoluogo è sede di Tribunale e di Commissione tributaria di I grado; la Corte d'appello competente è a Bologna, il Tribunale Amministrativo Regionale e la Commissione Tributaria di II grado competenti sono a Parma. Una sede distaccata del Tribunale è stata operativa a Guastalla dal 1999 al 2012 quando essa è stata soppressa ai sensi del d.lgs. n.155/2012[3].

Uffici finanziari

Due sono gli Uffici dell'Agenzia delle Entrate attivi sul territorio provinciale, uno a Reggio ed uno a Guastalla.

Comuni

Appartengono alla provincia di Reggio Emilia i seguenti 45 comuni:

Comuni più popolosi

Di seguito è riportata una lista dei maggiori 10 comuni della provincia di Reggio Emilia (dati Istat: 31/07/2014)

Stemma Comune Abitanti
Reggio nell'Emilia 171.884
File:Correggio-Stemma.png Correggio 25.794
File:Scandiano-Stemma.png Scandiano 25.400
Casalgrande 19.134
Castellarano 15.291
File:Guastalla-Stemma.png Guastalla 15.063
Rubiera 14.851
File:Novellara-Stemma.png Novellara 13.817
File:Quattro Castella-Stemma.png Quattro Castella 13.099
Sant'Ilario d'Enza 11.187

Comuni alle estremità geografiche

Stemma Comune Latitudine e longitudine Estremità geografica
Luzzara 44°58′00″N 10°41′00″E / 44.966667°N 10.683333°E44.966667; 10.683333 Nord
Ligonchio 44°19′00″N 10°20′00″E / 44.316667°N 10.333333°E44.316667; 10.333333 Sud
Rolo 44°53′00″N 10°51′00″E / 44.883333°N 10.85°E44.883333; 10.85 Est
Collagna 44°21′00″N 10°16′00″E / 44.35°N 10.266667°E44.35; 10.266667 Ovest

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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