Max von Sydow

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Max von Sydow al Festival di Cannes 2016

Max von Sydow (AFI: [mɑks fɔn ˈsy̌ːdɔv]), pseudonimo di Carl Adolf von Sydow (Lund, 10 aprile 1929Seillans, 8 marzo 2020[1]), è stato un attore svedese naturalizzato francese.

Von Sydow è apparso in oltre un centinaio di film e programmi televisivi. Fu candidato due volte al Premio Oscar, come miglior attore protagonista per Pelle alla conquista del mondo nel 1989 e come miglior attore non protagonista per Molto forte, incredibilmente vicino nel 2012. Ricevette la Royal Foundation of Sweden's Cultural Award nel 1954, e fu nominato Commandeur des Arts et des Lettres nel 2005. Nel 2012 fu nominato Cavaliere della Legion d'onore.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Lund, in una famiglia benestante; suo padre, Carl Wilhelm, era un etnologo e professore all'Università di Lund, mentre sua madre, Maria Margareta "Greta", la baronessa Rappe, era una maestra. I suoi antenati provenivano dalla Pomerania, sotto il dominio svedese dal 1630 al 1815. Di religione luterana, in seguito divenne agnostico. Frequentò, a partire dall'età di nove anni, la "Lund Cathedral School", dove imparò il tedesco e l'inglese. Durante tale periodo frequentò una compagnia teatrale amatoriale. Studiò al Royal Dramatic Theatre di Stoccolma, dal 1948 al 1951 assieme a Jan-Olof Strandberg, Allan Ekborg, Margaretha Krook, Ingrid Thulin, Yvonne Lombard e Jan Malmsjö.

Fu impiegato al teatro municipale di Norrköping-Linköping dal 1951 al 1953. Recitò nei teatri di Skåne e di Malmö, dove incontrò il suo mentore Ingmar Bergman, recitando in opere come Peer Gynt, Misanthrope, Värmlänningarna, Sagan e Faust. Nel 1958 fu insignito del premio Thaliapriset. Il suo primo ruolo importante nel cinema risale al 1957 con Il settimo sigillo di Ingmar Bergman, capolavoro dove interpreta un cavaliere crociato impegnato in una fatale partita a scacchi con la Morte. Interprete feticcio di Ingmar Bergman, fu diretto dal maestro svedese in ben 14 pellicole.

Tra i suoi ruoli più rilevanti quelli in Come in uno specchio (1961), La più grande storia mai raccontata (1965), Quiller Memorandum (1966), Karl e Kristina (1972), L'esorcista (1973), I tre giorni del Condor (1975), Flash Gordon (1980), Mai dire mai (1983), Molto forte, incredibilmente vicino (2012), che gli fece guadagnare la sua seconda candidatura ai premi Oscar e Star Wars: Il risveglio della Forza (2015). In Italia restano importanti le sue apparizioni per la regia di Francesco Rosi (Cadaveri eccellenti) e di Valerio Zurlini (Il deserto dei Tartari), entrambi girati nel 1976. Nel 2016 von Sydow si unì al cast della serie televisiva Il Trono di Spade della HBO, interpretando il ruolo del Corvo a tre occhi, ruolo per il quale ricevette una candidatura ai Premi Emmy.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Fu sposato con l'attrice Christina Olin dal 1951 al 1979 ed ha avuto due figli: Clas S. (attore) e Henrik (produttore cinematografico). Nel 1997 si sposò in Provenza con la produttrice francese Catherine Brelet ed ebbe altri due figli: Cedric e Yvan. Nel 2002, in seguito al matrimonio, l'attore ottenne la cittadinanza francese e si trasferì a Parigi.[2]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Attore[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Max von Sydow al Festival di Cannes 1990
Max von Sydow a Stoccolma nel 1992
Max von Sydow nel 2006 al Festival internazionale del cinema di San Sebastián

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatore[modifica | modifica wikitesto]

Regista[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti parziali[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Nelle versioni in italiano dei suoi film, Max von Sydow è stato doppiato da:

Da doppiatore è sostituito da:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Paris Match, L’acteur Max von Sydow est mort, su parismatch.com. URL consultato il 9 marzo 2020.
  2. ^ Han bryter med SverigeːMax von Sydow har sagt upp svenska medborgarskapet
  3. ^ entrambi i doppiaggi
  4. ^ nelle scene aggiunte per l'edizione speciale del 2000 la voce è di Dario Penne

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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