Patriarcato di Venezia
Patriarcato di Venezia Patriarchatus Venetiarum Chiesa latina | |||
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Regione ecclesiastica | Triveneto | ||
Diocesi suffraganee | |||
Adria-Rovigo, Belluno-Feltre, Chioggia, Concordia-Pordenone, Padova, Treviso, Verona, Vicenza, Vittorio Veneto | |||
Patriarca | Francesco Moraglia | ||
Vicario generale | Angelo Pagan | ||
Patriarchi emeriti | cardinale Marco Cé | ||
Presbiteri | 392, di cui 233 secolari e 159 regolari 890 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 228 uomini, 539 donne | ||
Diaconi | 27 permanenti | ||
Abitanti | 376.399 | ||
Battezzati | 348.922 (92,7% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 871 km² | ||
Parrocchie | 128 (13 vicariati) | ||
Erezione | 774 come Diocesi di Olivolo 8 ottobre 1451 elevata a patriarcato | ||
Cattedrale | Basilica Patriarcale Metropolitana Primaziale di San Marco Evangelista | ||
Santi patroni | San Marco | ||
Indirizzo | Castello, n° 4264 - 30122 Venezia (VE) | ||
Sito web | www2.patriarcatovenezia.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2013 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
Il patriarcato di Venezia (in latino: Patriarchatus Venetiarum) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica appartenente alla regione ecclesiastica Triveneto. Nel 2012 contava 348.922 battezzati su 376.399 abitanti. È attualmente retta dal patriarca Francesco Moraglia.
Territorio
Il territorio si estende per 871 km² sulla provincia di Venezia centrale, comprendendo i comuni di Mira, Venezia (senza il litorale di Pellestrina), Quarto d'Altino, Cavallino-Treporti, Jesolo (senza Ca' Nani), Eraclea (con Cittanova di San Donà di Piave), Caorle (senza San Giorgio di Livenza).
Sede patriarcale è la città di Venezia, dove si trova la basilica cattedrale di San Marco. La basilica di San Pietro di Castello, già cattedrale della diocesi di Castello, è stata cattedrale del patriarcato fino al 1807.
Parrocchie
Il patriarcato comprende 128 parrocchie nella provincia di Venezia suddivise in 13 vicariati:
- Vicariato di San Marco-Castello
- Vicariato di S.Polo-S. Croce-Dorsoduro
- Vicariato del Lido
- Vicariato di Cannaregio-Estuario
- Vicariato di Mestre
- Vicariato di Carpenedo
- Vicariato di Favaro-Altino
- Vicariato della Castellana
- Vicariato di Marghera
- Vicariato di Gambarare
- Vicariato di Eraclea
- Vicariato di Jesolo
- Vicariato di Caorle
Dal 1818 al 1968 esistette anche una forania di Torcello, comprendente i territori della soppressa diocesi di Torcello, ovvero le parrocchie di Torcello, San Magno di Tre Palade, San Michele del Quarto, San Giovanni Battista di Jesolo, Santa Maria di Jesolo, Santa Maria Elisabetta del Cavallino, Santissima Trinità di Treporti, San Martino di Burano, Santa Caterina di Mazzorbo, Santa Maria e Donato di Murano e San Pietro di Murano[1]. Fu sostituita dal vicariato dell'Estuario, con sede a Burano, poi a sua volta integrato nel vicariato di Cannaregio-Estuario[2].
Provincia ecclesiastica
Il Patriarcato di Venezia ha come suffraganee:
- Diocesi di Adria-Rovigo
- Diocesi di Belluno-Feltre
- Diocesi di Chioggia
- Diocesi di Concordia-Pordenone
- Diocesi di Padova
- Diocesi di Treviso
- Diocesi di Verona
- Diocesi di Vicenza
- Diocesi di Vittorio Veneto
Storia
Il titolo risale all'8 ottobre 1451 ed è erede dell'antico patriarcato di Grado. Quest'ultimo fu istituito nel 607 in seguito allo scisma che colpì il patriarcato di Aquileia: il territorio risultò allora diviso nelle due sedi di Grado, filoromana, e di Cormons, scismatica. Dopo la ricomposizione dello scisma (699) il patriarcato di Grado rimase comunque indipendente e gli vennero riconosciuti come suffraganee le numerose diocesi della Venetia maritima (cioè la costa compresa tra la Laguna Veneta e l'Istria, allora domini bizantini).
Frattanto, nel 774, lo sviluppo urbanistico di Venezia aveva portato alla fondazione della diocesi di Olivolo (che prese il nome di Castello nell'XI secolo) e, per lo stesso motivo, anche la sede di Grado finì per trasferirvisi, nel 1105, stabilendosi nella chiesa di San Silvestro.
Nel 1180, dopo una lunga e secolare disputa con il patriarca di Aquileia, il patriarca di Grado rinunciò definitivamente ad ogni diritto giurisdizionale sulle sedi vescovili dell'Istria e della Venezia Giulia.
Quando, nel corso del Medioevo, i numerosi centri insulari della Laguna finirono per agglomerarsi gradualmente dando una fisionomia più unitaria a Venezia, risultò che in città erano contemporaneamente presenti quattro cariche ecclesiastiche di rango episcopale, ciascuna con propria giurisdizione:
- il patriarca di Grado, con sede nella chiesa di San Silvestro (che ovviamente, con le proprie dipendenze, era compresa nella diocesi gradense);
- il vescovo di Castello, con cattedra a San Pietro di Castello;
- il primicerio della Basilica di San Marco, primo canonico della cappella palatina del doge e chiesa di stato della Repubblica di Venezia;
- il patriarca latino di Costantinopoli, titolo creato dopo la conquista crociata di Costantinopoli (1204) e riservato ai Veneziani, che lo trasferirono in città dopo la riconquista bizantina del 1246.
A queste si aggiungevano diverse altre diocesi con sede in laguna: Torcello, Chioggia, Caorle, Equilio ed Eraclea.
Nel corso del XV secolo avvennero una serie di sconvolgimenti che riformarono profondamente l'organizzazione territoriale della Chiesa in zona.
Nel 1440 il veneziano papa Eugenio IV univa al patriarcato di Grado la soppressa diocesi di Eraclea.
L'8 ottobre 1451, con la bolla Regis aeterni di papa Niccolò V[3], vennero soppressi il patriarcato di Grado e la diocesi di Castello. Con i territori e le giurisdizioni di entrambe fu eretto il patriarcato di Venezia, dove vi fu nominato l'ultimo vescovo castellano, Lorenzo Giustiniani. La sede patriarcale rimase nella basilica di San Pietro di Castello, precedente cattedrale della diocesi castellana.
Nonostante il titolo altisonante, il territorio del patriarcato di Venezia era in origine molto modesto e per secoli si limitò alla sola città e ad alcune exclavi in terraferma: Gambarare, erede dell'abbazia di Sant'Ilario, e i resti del patriarcato di Grado, ovvero la stessa Grado, Latisana e il cosiddetto Compardo (sei parrocchie localizzate a est di Conegliano). Aveva solo tre suffraganee: Chioggia e le decadenti Torcello e Caorle[4].
Nel 1465 la diocesi di Cittanova, che dal 1448 era stata data in commendam ai patriarchi, tornò ad avere un proprio vescovo. Nel 1466 al patriarcato fu aggregata la soppressa diocesi di Equilio.
Il 10 gennaio 1604 il Senato veneziano proibì la fondazione di ospedali gestiti da ecclesiastici, di monasteri, chiese e altri luoghi di culto senza autorizzazione preventiva della Signoria; il 26 marzo 1605 un'altra legge proibiva l'alienazione di beni immobili dai laici agli ecclesiastici, già proprietari, pur essendo solo un centesimo della popolazione, di quasi la metà dei beni fondiari della Repubblica; e limitava le competenze del foro ecclesiastico, prevedendo il deferimento ai tribunali civili degli ecclesiastici responsabili di reati di particolare gravità. Il 17 aprile 1606 papa Paolo V con la bolla Superioribus mensibus scomunicava il Senato e scagliava l'interdetto sulla Serenissima, provvedimenti che ritirò solo il 21 aprile 1607. Questi avvenimenti ritardarono la conferma romana del patriarca Francesco Vendramin, che avvenne nel 1608, tre anni dopo la nomina da parte del Senato della Serenissima; inoltre poté prendere possesso della sua sede solo nel gennaio 1609.
Nel 1751 fu soppresso il patriarcato di Aquileia e quello di Venezia rimase l'unico titolo patriarcale nella regione.
Nel 1807, dopo che con la caduta della Repubblica si era resa inutile la carica di primicerio della Basilica di San Marco, la cattedra venne definitivamente posta nella basilica di San Marco.
Il 1º maggio 1818 avvenne il primo importante ampliamento dei confini con la bolla De salute dominici gregis di papa Pio VII. Al patriarcato vennero unite le soppresse diocesi di Caorle (costituita da appena tre parrocchie) e di Torcello (undici parrocchie). Di contro, Grado e Latisana passavano a Udine, mentre il Compardo andava a Ceneda. Quanto alla metropolia, essa veniva estesa a tutto il Veneto e il Friuli: Udine, Padova, Vicenza, Verona, Treviso, Ceneda, Concordia, Feltre e Belluno, Adria e, in via provvisoria, Cittanova, Capodistria, Parenzo e Pola[4].
Altre variazioni importanti avvennero nel Novecento: nel 1919 fu acquisito il territorio dell'isola del Lido (parrocchia di Malamocco), già parte della diocesi di Chioggia. Nel 1927 la diocesi di Treviso cedette la gran parte della forania di Martellago, con le parrocchie di Chirignago, Mestre, Dese, Favaro, Trivignano, Zelarino, Campalto e Carpenedo, oltre che le parrocchie di Oriago, Borbiago e Mira.
Nel 1964, infine, è stato abolito il titolo di patriarca latino di Costantinopoli.
Il patriarcato di Venezia è tradizionalmente sede cardinalizia: dal 1827 al 2011 tutti i patriarchi erano anche cardinali. Al patriarca di Venezia spetta inoltre storicamente il titolo di primate della Dalmazia.
Nel secolo scorso, ben tre patriarchi sono in seguito divenuti papi: Pio X, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I.
Rito
Il rito liturgico seguito nel Patriarcato di Venezia è quello romano-gregoriano. Tuttavia, sino al 1596, con l'uniformazione decretata dal Concilio di Trento, la metropolia di Venezia seguiva un particolare rito, detto patriarchino, di tradizione aquileiese ed ereditato dal patriarcato di Grado. Questo particolare rito rimase parzialmente in uso nella basilica di San Marco sino al 1807 e alla sua incorporazione nel patriarcato ed elevazione a chiesa cattedrale. Particolari caratteristiche del rito patriarchino erano una differente distribuzione delle feste liturgiche e il particolare tipo di canto polifonico, detto appunto canto patriarchino o aquileiese.
Ai patriarchi veneziani che non siano cardinali è concesso l'uso straordinario della romana porpora già da tempi antichi, facendo particolare attenzione alla berretta porpora che monta il fiocco come le altre dignità episcopali, in modo da non essere confusa con quella imposta dal pontefice durante il concistoro per la creazione di nuovi cardinali. Un'ulteriore differenza sta nel tipo di colore: il rosso vestito dai cardinali è "marezzato" cioè presenta delle striature nel rosso, il rosso vestito da un patriarca non cardinale è uniforme, cioè senza le striature.
Cronotassi dei patriarchi
- San Lorenzo Giustiniani † (8 ottobre 1451 - 8 gennaio 1456 deceduto) (già vescovo di Castello)
- Maffeo Contarini, C.R.S.G.A. † (23 gennaio 1456 - 26 marzo 1460 deceduto)
- Andrea Bondimerio, O.S.A. † (23 aprile 1460 - 4 agosto 1464 deceduto)
- Giorgio Correr † (17 settembre 1464 - 19 novembre 1464 deceduto)
- Giovanni Barozzi † (7 gennaio 1465 - 2 aprile 1466 deceduto)
- Maffeo Gherardi, O.S.B.Cam. † (16 dicembre 1468 - 14 settembre 1492 deceduto)
- Tommaso Donato, O.P. † (1º ottobre 1492 - 11 novembre 1504 deceduto)
- Antonio Surian, O.Cart. † (27 novembre 1504 - 19 maggio 1508 deceduto)
- Lodovico Contarini, C.R.S.G.A. † (7 giugno 1508 - 16 novembre 1508 deceduto)
- Antonio Contarini † (29 novembre 1508 - 7 ottobre 1524 deceduto)
- Gerolamo Querini, O.P. † (21 ottobre 1524 - 19 agosto 1554 deceduto)
- Pietro Francesco Contarini † (27 agosto 1554 - 25 dicembre 1555 deceduto)
- Vincenzo Diedo † (24 gennaio 1556 - 8 dicembre 1559 deceduto)
- Giovanni Trevisan, O.S.B. † (14 febbraio 1560 - 5 agosto 1590 deceduto)
- Lorenzo Priuli † (7 gennaio 1591 - 21 gennaio 1600 deceduto)[5]
- Matteo Zane † (27 agosto 1601 - 25 luglio 1605 deceduto)
- Sede vacante (1605-1608)
- Francesco Vendramin † (12 maggio 1608 - 7 ottobre 1619 deceduto)
- Giovanni Tiepolo † (20 novembre 1619 - 7 maggio 1631 deceduto)
- Federico Baldissera Bartolomeo Cornaro † (11 giugno 1631 - 28 aprile 1644 dimesso)
- Gianfrancesco Morosini † (13 giugno 1644 - 6 agosto 1678 deceduto)[6]
- Alvise Sagredo † (3 ottobre 1678 - 12 settembre 1688 deceduto)
- Gianalberto Badoaro † (27 settembre 1688 - 7 giugno 1706 nominato arcivescovo, titolo personale, di Brescia)
- Pietro Barbarigo † (25 giugno 1706 - 1º maggio 1725 deceduto)
- Marco Gradenigo † (11 giugno 1725 - 14 novembre 1734 deceduto)
- Francesco Antonio Correr, O.F.M.Cap. † (1º dicembre 1734 - 17 maggio 1741 deceduto)
- Alvise Foscari † (3 luglio 1741 - 28 ottobre 1758 deceduto)
- Giovanni Bragadin † (27 novembre 1758 - 23 dicembre 1775 deceduto)
- Federico Maria Giovanelli † (20 maggio 1776 - 10 gennaio 1800 deceduto)
- Ludovico Flangini † (23 dicembre 1801 - 29 febbraio 1804 deceduto)
- Sede vacante (1804-1807)
- Nicola Saverio Gamboni † (24 agosto 1807 - 21 ottobre 1808 deceduto)
- Sede vacante (1808-1816)
- Stefano Bonsignori † (1811 - 1813) (antipatriarca nominato da Napoleone)
- Francesco Milesi † (23 settembre 1816 - 18 settembre 1819 deceduto)
- Giovanni Ladislao Pyrker, O.Cist. † (2 ottobre 1820 - 9 aprile 1827 nominato arcivescovo di Eger)
- Giacomo Monico † (9 aprile 1827 - 25 aprile 1851 deceduto)
- Giovanni Pietro Aurelio Mutti, O.S.B. † (15 marzo 1852 - 9 aprile 1857 deceduto)
- Angelo Ramazzotti, O.SS.C.A. † (15 marzo 1858 - 24 settembre 1861 deceduto)
- Giuseppe Luigi Trevisanato † (7 aprile 1862 - 28 aprile 1877 deceduto)
- Domenico Agostini † (22 giugno 1877 - 31 dicembre 1891 deceduto)
- San Giuseppe Melchiorre Sarto † (15 giugno 1896 - 4 agosto 1903 eletto papa con il nome di Pio X)
- Aristide Cavallari † (13 marzo 1904 - 24 novembre 1914 deceduto)
- Pietro La Fontaine † (5 marzo 1915 - 9 luglio 1935 deceduto)
- Adeodato Giovanni Piazza, O.C.D. † (16 dicembre 1935 - 1º ottobre 1948 dimesso)
- Carlo Agostini † (5 febbraio 1949 - 28 dicembre 1952 deceduto)
- Beato Angelo Giuseppe Roncalli † (15 gennaio 1953 - 28 ottobre 1958 eletto papa con il nome di Giovanni XXIII)
- Giovanni Urbani † (11 novembre 1958 - 17 settembre 1969 deceduto)
- Albino Luciani † (15 dicembre 1970 - 26 agosto 1978 eletto papa con il nome di Giovanni Paolo I)
- Marco Cé (7 dicembre 1978 - 5 gennaio 2002 ritirato)
- Angelo Scola (5 gennaio 2002 - 28 giugno 2011 nominato arcivescovo di Milano)
- Francesco Moraglia, dal 31 gennaio 2012
Statistiche
Il patriarcato al termine dell'anno 2012 su una popolazione di 376.399 persone contava 348.922 battezzati, corrispondenti al 92,7% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 376.200 | 382.316 | 98,4 | 486 | 230 | 256 | 774 | 666 | 2.875 | 74 | |
1969 | 430.000 | 432.915 | 99,3 | 602 | 281 | 321 | 714 | 351 | 1.680 | 121 | |
1980 | 451.000 | 465.000 | 97,0 | 556 | 258 | 298 | 811 | 428 | 1.450 | 126 | |
1990 | 419.200 | 437.500 | 95,8 | 504 | 241 | 263 | 831 | 12 | 373 | 1.323 | 128 |
2000 | 368.157 | 373.560 | 98,6 | 394 | 225 | 169 | 934 | 29 | 239 | 879 | 128 |
2001 | 366.292 | 371.870 | 98,5 | 392 | 216 | 176 | 934 | 25 | 247 | 819 | 128 |
2002 | 365.030 | 370.558 | 98,5 | 390 | 214 | 176 | 935 | 23 | 239 | 790 | 128 |
2003 | 362.814 | 368.339 | 98,5 | 394 | 219 | 175 | 920 | 23 | 233 | 763 | 128 |
2004 | 365.332 | 370.895 | 98,5 | 392 | 226 | 166 | 931 | 31 | 227 | 736 | 128 |
2011 | 349.163 | 376.659 | 92,7 | 393 | 236 | 157 | 888 | 27 | 224 | 558 | 128 |
2012 | 348.922 | 376.399 | 92,7 | 392 | 233 | 159 | 890 | 27 | 228 | 539 | 128 |
Culto
Feste religiose particolari
- Festa di San Marco - santo patrono celebrato il 25 aprile;
- Sensa - pellegrinaggio cittadino alla chiesa di San Nicolò del Lido il giorno dell'Ascensione;
- Festa del Redentore - pellegrinaggio cittadino alla basilica del Santissimo Redentore nella terza domenica di luglio;
- Festa di San Rocco - copatrono della città celebrato il 16 agosto;
- Festa quinquennale della Madonna dell'Angelo - a Caorle la settimana che comprende l'8 settembre (successiva nel 2015);
- Festa della Madonna della Salute - pellegrinaggio cittadino alla basilica di Santa Maria della Salute il 21 novembre.
Santi e reliquie
Per la sua lunga e particolare storia, la Chiesa veneziana conserva un gran numero di reliquie e corpi di santi.
- il corpo di san Marco Evangelista, conservato presso la basilica di San Marco;
- il corpo di san Gerardo Sagredo, vescovo e martire, conservato presso la basilica di San Donato a Murano;
- il corpo di san Donato martire, conservato presso la basilica di San Donato a Murano;
- il corpo di san Giovanni elemosiniere, conservate presso la chiesa di San Giovanni Elemosinario;
- il corpo di san Lorenzo Giustiniani, conservato presso la basilica di San Pietro di Castello;
- il corpo di san Rocco, conservato nella chiesa omonima;
- il corpo di san Tarasio, conservato presso la chiesa di San Zaccaria;
- il corpo di san Zaccaria, conservato presso la chiesa di San Zaccaria;
- il corpo di sant'Isidoro di Chio, conservato presso una cappella in San Marco;
- il corpo di santa Fosca, conservato presso la chiesa di Santa Fosca;
- il corpo di santa Lucia, conservato presso la chiesa di San Geremia;
- il corpo di santo Stefano Protomartire, conservato nella chiesa omonima;
- il corpo di san Magno, vescovo di Oderzo e di Eraclea, conservato nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Concetta di Eraclea;
- il corpo di Sant'Elena Imperatrice, madre di Costantino, conservato nella chiesa parrocchiale di Sant'Elena Imperatrice a Venezia;
- il cranio di santo Stefano Protomartire, conservato presso il duomo di Santo Stefano di Caorle;
- il cranio di santa Cecilia, conservato presso la Cattedrale di Santa Maria Assunta di Torcello
- reliquie di san Nicola di Myra, conservate presso la chiesa di San Nicolò del Lido;
- reliquie di san Giovanni Battista, conservate presso la chiesa di San Giovanni in Bragora;
- reliquie di sant'Atanasio di Alessandria, il cui corpo fu sino al 1950 conservato presso la chiesa di San Zaccaria;
- reliquie di santa Barbara, conservate presso la chiesa di San Martino di Burano;
- l'icona della Madonna Nicopeia, conservata presso la basilica di San Marco.
Note
- ^ Di queste, sono state soppresse le parrocchie di Trepalade e di Torcello stessa; San Michele del Quarto è la parrocchia dell'attuale Quarto d'Altino, mentre Santa Maria di Jesolo si trova in quella che oggi è Eraclea.
- ^ Informazioni dal sito del SIUSA
- ^ Testo della bolla in Cappelletti, op. cit., pp. 257-260.
- ^ a b Bruno Bertoli, Silvio Tramontin (a cura di), La visita pastorale di Giovanni Ladislao Pyrker nella diocesi di Venezia (1821), Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1971, pp. IX-XIII.
- ^ Secondo Eubel e Cappelletti mnorìmorì il 26 gennaio.
- ^ Secondo l'epitaffio riportato da Cappelletti, muore l'ottavo giorno delle idi di agosto, che corrisponde al 6 agosto.
Fonti
- Annuario pontificio del 2013 e precedenti, riportati su www.catholic-hierarchy.org alla pagina [1]
- Sito ufficiale del patriarcato
- (EN) Venice, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
- (EN) Scheda della diocesi su www.gcatholic.com
- Fabio Mutinelli, Annali urbani di Venezia dall'anno 810 al 12 maggio 1797, vol. I, Venezia 1841, p. 296
- Heinrich Kretschmayr, Geschichte von Venedig, vol. III, 1964, p. 572
- Enrico Cornet, Paolo V e la Republica veneta, Vienna 1859, p. 6
- Santino Langè, La dimora dei patriarchi, Edizioni Marcianum Press, Venezia 2009
- Giuseppe Cappelletti, Storia della chiesa di Venezia dalla sua fondazione sino ai nostri giorni, volume I, Venezia, 1849
- Giuseppe Cappelletti, Le chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, vol. IX, Venezia 1853, pp. 257-489
- (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig 1931, pp. 792-793
- (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 2, p. 264; vol. 3, p. 329; vol. 4, p. 362; vol. 5, p. 409; vol. 6, p. 436
Voci correlate
- Patriarcato di Grado
- Diocesi di Castello
- Basilica di San Marco
- Basilica di San Pietro di Castello
- Museo diocesano d'arte sacra "Sant'Apollonia" di Venezia
- Studium Generale Marcianum
- Parrocchie del Patriarcato di Venezia
- Chiese di Venezia
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