Diocesi di Concordia-Pordenone
Diocesi di Concordia-Pordenone Dioecesis Concordiensis-Portus Naonis Chiesa latina | |||
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Suffraganea del | patriarcato di Venezia | ||
Regione ecclesiastica | Triveneto | ||
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Vescovo | Giuseppe Pellegrini | ||
Vicario generale | Orioldo Marson | ||
Vescovi emeriti | Ovidio Poletto | ||
Sacerdoti | 291 di cui 243 secolari e 48 regolari 1.251 battezzati per sacerdote | ||
Religiosi | 63 uomini, 201 donne | ||
Diaconi | 18 permanenti | ||
Abitanti | 374.670 | ||
Battezzati | 364.138 (97,2% del totale) | ||
Superficie | 2.675 km² in Italia | ||
Parrocchie | 188 (8 vicariati) | ||
Erezione | IV secolo | ||
Cattedrale | Santo Stefano | ||
Concattedrali | San Marco | ||
Santi patroni | Stefano primo martire (patrono principale); Martiri concordiesi (patroni secondari) | ||
Indirizzo | C.P. 337, Via Revedole 1, 33170 Pordenone, Italia | ||
Sito web | www.diocesi.concordia-pordenone.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2017 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia |

La diocesi di Concordia-Pordenone (in latino: Dioecesis Concordiensis-Portus Naonis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea del patriarcato di Venezia e appartenente alla regione ecclesiastica Triveneto. Nel 2016 contava 364.138 battezzati su 374.670 abitanti. È retta dal vescovo Giuseppe Pellegrini.
Indice
Territorio[modifica | modifica wikitesto]
La diocesi comprende l'ex provincia di Pordenone (tranne il comune di Caneva e parte di quelli di Sacile[1], Brugnera[2] e Prata di Pordenone[3] che rientrano nella diocesi di Vittorio Veneto, e parte del comune di Erto e Casso[4], che rientra nella diocesi di Belluno-Feltre), la parte orientale della città metropolitana di Venezia che si estende tra i fiumi Livenza e Tagliamento (ad eccezione di gran parte del comune di Caorle che, già diocesi autonoma, ricade sotto la giurisdizione del patriarcato di Venezia)[5] e 3 parrocchie in provincia di Treviso[6]. Il Veneto Orientale, infatti, ha sempre fatto capo all'antica città romana di Iulia Concordia e in seguito a Portogruaro, restando così legato alla sede episcopale.
Sede vescovile è la città di Pordenone, dove si trova la concattedrale di San Marco. A Concordia Sagittaria si trova la cattedrale di Santo Stefano protomartire, sotto la quale si trovano i resti della primitiva cattedrale dedicata ai Santi Apostoli.
Parrocchie, unità pastorali e foranie[modifica | modifica wikitesto]
Il territorio si estende su 2.675 km² ed è suddiviso in 188 parrocchie,[7] raggruppate in 30 unità pastorali e 8 foranie:
- Forania dell'Alto Livenza: unità pastorali di Aviano, Fontanafredda-Roveredo e Porcia;
- Forania di Azzano Decimo: unità pastorali di Azzano Decimo, Chions, Fiume Veneto e Prata;
- Forania del Basso Livenza: unità pastorali di Annone Veneto, Pasiano e San Stino;
- Forania di Maniago: unità pastorali di Cimolais, Fanna, Maniago e Montereale;
- Forania di Pordenone: unità pastorali di Pordenone Centro, Pordenone Nord, Pordenone Sud e Cordenons;
- Forania del Portogruarese: unità pastorali di Concordia, Fossalta di Portogruaro, Gruaro-Summaga, Portogruaro e San Michele al Tagliamento;
- Forania di San Vito: unità pastorali di Casarsa-Zoppola, Morsano al Tagliamento, San Vito al Tagliamento e Sesto al Reghena;
- Forania di Spilimbergo: unità pastorali di San Giorgio della Richinvelda, Spilimberghese e Val d'Arzino, Valvasone.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
La diocesi prende il nome dalla città romana di Iulia Concordia (oggi Concordia Sagittaria), che si ritiene fondata probabilmente nel 42 a.C., e che fu statio sulla via Annia tra Altino e Aquileia.
Le origini del cristianesimo nella città sono incerte. La tradizione locale ricorda un gruppo di martiri uccisi a Concordia durante la persecuzione di Diocleziano (304), le reliquie dei quali sono conservate in un'apposita cappella dell'attuale cattedrale.
La diocesi fu eretta nel IV secolo; la cattedrale di Concordia venne consacrata dal vescovo aquileiese Cromazio tra il 388 e il 389 circa, con le reliquie dei santi Apostoli. Gli storici ritengono che probabilmente già in questa occasione era presente un vescovo concordiese.[8] Il primo vescovo certo è Chiarissimo, presente al sinodo di Grado del 579 e a quello di Marano del 590.
Subito dopo la consacrazione di Concordia prese il via l'evangelizzazione dell'agro concordiese compreso tra i fiumi Tagliamento e Livenza, più o meno corrispondente all'attuale provincia di Pordenone.
In seguito all'invasione dei Longobardi, accompagnata dalla distruzione di Concordia, il vescovo, con il clero e i fedeli, riparò a Caorle, nei domini bizantini, dove la diocesi sopravvisse per un periodo imprecisato.[9] All'epoca del vescovo Pietro, agli inizi del IX secolo, la sede episcopale era di certo ritornata a Concordia,[10] ma era avvenuta nel frattempo una scissione che aveva dato origine alla sede autonoma di Caorle, forse anche a causa dello scisma tricapitolino a cui il vescovo Chiarissimo aveva aderito (uno sviluppo simile alla separazione tra Aquileia e Grado).
In una bolla di papa Urbano III del 12 marzo 1186 al vescovo Gionata vengono elencati per la prima volta tutti i possedimenti e le proprietà sotto la giurisdizione dei vescovi concordiesi, tra cui quaranta pievi.
Nei secoli XIV e XV, a causa principalmente dell'azione dei fiumi Tagliamento e Livenza, l'area di Concordia subì una trasformazione morfologica consistente e prese l'avvio un impaludamento che sommerse alcune pievi e villaggi costieri. Per questo motivo, pur mantenendo nominalmente il titolo di sede vescovile, Concordia decadde rapidamente e i vescovi preferirono trasferire la loro residenza a Portogruaro o anche fuori diocesi (Venezia). Già nel 1425 papa Martino V dispose il trasferimento della sede a Portogruaro, ma il decreto dovette essere revocato dal successore Eugenio IV, su istanza del capitolo cattedrale e della comunità di Portogruaro. La traslazione ufficiale avvenne comunque in seguito con la bolla di papa Sisto V del 29 marzo 1586; la chiesa di sant'Andrea venne ad assumere il ruolo di chiesa ausiliare, ma non ebbe mai il titolo di concattedrale.
Nel 1701 il vescovo Pietro Valaresso istituì il seminario diocesano.
Da sempre suffraganea del patriarcato di Aquileia, quando questo fu soppresso nel 1753 Concordia passò alla metropolia dell'arcidiocesi di Udine, a cui restò unita fino al 1818, anno in cui fu assegnata come suffraganea al patriarcato di Venezia.
Negli ultimi due secoli sono avvenute una serie di modifiche territoriali volte ad eliminare le varie exclavi dell'arcidiocesi di Udine in territorio concordiese e a riordinare i confini orientali coincidenti con il mutevole corso del Tagliamento. Già nel 1794 a Concordia furono unite le sei parrocchie della soppressa abbazia territoriale di Sesto.[11] Il 1º maggio 1818 con la bolla De salute dominici gregis di papa Pio VII la giurisdizione di Concordia si estese sulle parrocchie ex udinesi di Castello d'Aviano, Erto, Cimolais, Claut, Corbolone, Sesto e Torrate, nonché su Saletto-Bando, località priva di una propria autonomia e inclusa nella giurisdizione di Morsano;[12] di contro, cedette alla vicina quattro filiali dell'antica pieve di San Giorgio della Richinvelda, ovvero Rivis, Turrida, Grions e Redenzicco. Un'ulteriore variazione avvenne il 13 novembre 1923 con l'inclusione di Meduna di Livenza e Carbona, sempre da Udine.[13][14] Le ultime acquisizioni del XX secolo, ancora da Udine, furono decise dalla Congregazione per i vescovi il 18 ottobre 1974 e riguardarono San Paolo e Mussons (nel comune di Morsano al Tagliamento).[15][16]
In seguito alla promozione di Pordenone a città capoluogo di provincia (1968), avendo a tutti gli effetti questa città assunto il ruolo dominante nel territorio della Destra Tagliamento, con il decreto In dioecesi Concordiensi del 12 gennaio 1971 la Congregazione per i vescovi stabilì il nuovo titolo della diocesi in Concordia-Pordenone. Con il successivo decreto Novissimis hisce del 26 ottobre 1974 la stessa Congregazione dispose la traslazione della sede vescovile da Portogruaro a Pordenone elevando, al tempo stesso, il duomo di San Marco di Pordenone alla dignità di concattedrale.
Nell'aprile-maggio 1992 la diocesi accolse la visita pastorale di papa Giovanni Paolo II. Si trattò della prima visita pastorale di un Pontefice alla diocesi. In passato i papi Gregorio XII e Pio VI erano transitati per il territorio per recarsi l'uno al concilio di Cividale (1409), l'altro a Vienna (1782).
Il 29 giugno 2018, per disposizione della Congregazione per i vescovi, ricevette le due parrocchie delle frazioni di Brussa e Castello di Brussa, in comune di Caorle, dal patriarcato di Venezia.[17]
Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]
- Anonimo † (fine IV-inizio V secolo)
- Chiarissimo † (prima del 579 - dopo il 590)
- Augusto † (menzionato nel 591)
- Giovanni I † (menzionato nel 604)
- Pietro † (menzionato nell'802)
- Anselmo † (menzionato nell'827)
- Tomicario (o Toringario) † (menzionato nell'844)
- Adelmano † (menzionato nel 901)
- Alberico † (menzionato nel 963)
- Benzone † (menzionato nel 996)
- Majo † (prima del 1015 - dopo il 1027)
- Rodberto † (menzionato nel 1031)
- Giovanni II † (menzionato nel 1042 circa)
- Runno †
- Diotwino (Diduino) † (menzionato nel 1063)
- Regimpoto (Rempozio) † (menzionato nel 1089)
- Riwino † (menzionato nel 1106)
- Otto I † (prima del 1118 - dopo il 1121)
- Artmanno † (menzionato nel 1136)
- Gervico † (prima del 1139 - dopo il 1162)
- Conone † (menzionato nel 1164)
- Gerardo † (prima del 1177 - 1179 o 1180)
- Gionata † (prima di aprile 1180 - 13 settembre 1187 deceduto)
- Romolo † (circa 1188 - dopo il 1196 deceduto)
- Volderico † (prima del 1203 - dopo il 1211)
- Oddo (Otto II) † (1214 - 1216 deposto)
- Almerico † (1216 - ?)
- Federico da Prata † (tra dicembre 1220 e gennaio 1221 - 19 novembre 1250 deceduto)
- Guglielmo da Cividale † (5 gennaio 1251 - ?)
- Guarnerio † (12 giugno 1251 - circa 1252 deceduto)
- Alberto da Collice † (26 luglio 1260 - 3 luglio 1268 deceduto)
- Fulcherio di Zuccola, O.F.M. † (circa 1269 - 17 aprile 1293 deceduto)
- Giacomo d'Ottonello † (27 aprile 1293 - 10 dicembre 1317 deceduto)
- Artuico di Castello † (28 dicembre 1317 - 1331 deceduto)
- Guido, O.S.B.Cam. † (5 aprile 1331 - 23 marzo 1333 deceduto)
- Uberto da Cesena † (21 aprile 1333 - 22 agosto 1334 deceduto)
- Guido de Guisis † (16 settembre 1334 - 17 giugno 1347 deceduto)
- Costantino di Savorgnano † (12 dicembre 1347 - 7 maggio 1348 deceduto)
- Pietro da Clausello † (30 maggio 1348 - 25 ottobre 1360 deceduto)
- Guido de Barzis † (15 febbraio 1361 - 10 ottobre 1380 nominato vescovo di Modena)
- Ambrogio da Parma † (10 ottobre 1380 - 1389 nominato arcivescovo, titolo personale, di Viterbo e Tuscania)
- Agostino di Boemia, O.E.S.A. † (7 marzo 1389 - 22 maggio 1392 deceduto)
- Antonio Panciera † (12 luglio 1392 - 27 febbraio 1402 nominato patriarca di Aquileia)
- Antonio Da Ponte † (27 febbraio 1402 - 26 giugno 1409 nominato patriarca di Aquileia)
- Enrico di Strassoldo † (6 settembre 1409 - circa 1432 deceduto)
- Daniele Scoti † (7 gennaio 1433 - 11 luglio 1443 deceduto)
- Giovanni Battista dal Legname † (19 luglio 1443 - 6 aprile 1455 deceduto)
- Antonio Feletto † (2 maggio 1455 - 15 ottobre 1488 deceduto)
- Leonello Chiericato † (22 ottobre 1488 - 19 agosto 1506 deceduto)
- Francesco Argentino † (24 agosto 1506 - 23 agosto 1511 deceduto)
- Giovanni Argentino † (10 settembre 1511 - 1533 deceduto)
- Marino Grimani † (luglio 1533 - 1537 dimesso) (amministratore apostolico)
- Pietro Querini † (11 aprile 1537 - 1º dicembre 1584 deceduto)
- Marino Querini † (13 maggio 1585 - agosto 1585 deceduto)
- Matteo Sanudo I † (26 agosto 1585 - 1616 dimesso)
- Matteo Sanudo II † (1616 succeduto[18] - 22 febbraio 1641 deceduto)
- Benedetto Cappello † (21 ottobre 1641 - 22 agosto 1667 deceduto)
- Bartolomeo Gradenigo † (14 novembre 1667 - 27 febbraio 1668 nominato vescovo di Treviso) (vescovo eletto)[19]
- Agostino Premoli † (9 aprile 1668 - ottobre 1692 deceduto)
- Paolo Vallaresso † (9 marzo 1693 - 23 novembre 1723 deceduto)
- Giacomo Maria Erizzo, O.P. † (26 giugno 1724 - 26 novembre 1760 deceduto)
- Alvise Maria Gabrieli † (6 aprile 1761 - 12 luglio 1779 nominato vescovo di Vicenza)
- Giuseppe Maria Bressa, O.S.B. † (12 luglio 1779 - 13 gennaio 1817 deceduto)
- Sede vacante (1817-1819)
- Pietro Carlo Antonio Ciani † (27 settembre 1819 - 31 luglio 1825 deceduto)
- Carlo Fontanini, C.M. † (9 aprile 1827 - 1º novembre 1848 deceduto)
- Angelo Fusinato † (20 maggio 1850 - 28 luglio 1854 deceduto)
- Andrea Casasola † (17 dicembre 1855 - 28 settembre 1863 nominato arcivescovo di Udine)
- Nicolò Frangipane † (8 gennaio 1866 - 27 gennaio 1872 deceduto)
- Pietro Cappellari † (6 maggio 1872 - 22 aprile 1881 dimesso)
- Domenico Pio Rossi, O.P. † (13 maggio 1881 - 29 ottobre 1892 deceduto)
- Pietro Zamburlini † (16 gennaio 1893 - 22 giugno 1896 nominato arcivescovo di Udine)
- Francesco Isola † (22 giugno 1896 - 14 febbraio 1919 dimesso[20])
- Luigi Paulini † (10 marzo 1919 - 24 febbraio 1945 deceduto)
- Vittorio D'Alessi † (10 ottobre 1945 - 9 maggio 1949 deceduto)
- Vittorio De Zanche † (23 settembre 1949 - 14 aprile 1977 deceduto)
- Abramo Freschi † (14 aprile 1977 succeduto[21] - 19 luglio 1989 ritirato)
- Sennen Corrà † (19 luglio 1989 - 16 settembre 2000 ritirato)
- Ovidio Poletto (16 settembre 2000 - 25 febbraio 2011 ritirato)
- Giuseppe Pellegrini, dal 25 febbraio 2011
Persone legate alla diocesi[modifica | modifica wikitesto]
Santi, beati e padri della Chiesa[modifica | modifica wikitesto]
- 72 martiri di Concordia († 304)
- Rufino di Concordia († 411), scrittore ecclesiastico
- Beato Odorico da Pordenone († 1331), sacerdote e frate francescano, missionario in Cina
- Beato Marco d'Aviano (1631-1699), sacerdote e frate cappuccino
Vescovi oriundi[modifica | modifica wikitesto]
- Giovanni Domenico Rizzolati, O.F.M.Ref. (1799-1862), vescovo titolare di Arad (1839-1862)
- Bernardino da Portogruaro, O.F.M. (1822-1895), arcivescovo titolare di Sardica (1892-1895)
- Domenico Comin, S.D.B. (1874-1963), vescovo titolare di Obba (1920-1963)
- Celso Benigno Luigi Costantini (1876-1958), cardinale (1953-1958)
- Giovanni Costantini (1880-1956), vescovo di Luni (1929-1943), poi arcivescovo titolare di Colossi (1943-1956)
- Gioacchino Muccin (1899-1991), vescovo di Feltre e Belluno (1949-1975)
- Angelo Tarantino, M.C.C.I. (1908-1990), vescovo di Arua (1959-1984)
- Mario Peressin (1923-1999), arcivescovo dell'Aquila (1983-1998)
- Pietro Garlato (1928-2013), vescovo di Palestrina (1986-1991), poi di Tivoli (1991-2003)
- Pietro Giacomo Nonis (1927-2014), vescovo di Vicenza (1988-2003)
- Livio Corazza (1953), vescovo di Forlì-Bertinoro (dal 2018)
Statistiche[modifica | modifica wikitesto]
La diocesi nel 2016 su una popolazione di 374.670 persone contava 364.138 battezzati, corrispondenti al 97,2% del totale.
anno | popolazione | sacerdoti | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per sacerdote | uomini | donne | |||
1950 | 316.820 | 316.858 | 100,0 | 309 | 292 | 17 | 1.025 | 10 | 49 | 174 | |
1970 | ? | 301.188 | ? | 408 | 348 | 60 | ? | 109 | 756 | 192 | |
1980 | 320.000 | 321.035 | 99,7 | 375 | 316 | 59 | 853 | 91 | 603 | 204 | |
1990 | 332.791 | 334.129 | 99,6 | 351 | 294 | 57 | 948 | 2 | 71 | 422 | 188 |
1999 | 337.204 | 339.322 | 99,4 | 344 | 283 | 61 | 980 | 15 | 73 | 307 | 188 |
2000 | 337.604 | 339.880 | 99,3 | 338 | 273 | 65 | 998 | 16 | 87 | 292 | 188 |
2001 | 338.528 | 341.093 | 99,2 | 344 | 275 | 69 | 984 | 17 | 95 | 268 | 188 |
2002 | 339.422 | 342.340 | 99,1 | 335 | 268 | 67 | 1.013 | 16 | 104 | 282 | 188 |
2003 | 339.118 | 342.711 | 99,0 | 343 | 276 | 67 | 988 | 16 | 92 | 261 | 188 |
2004 | 341.687 | 346.177 | 98,7 | 333 | 270 | 63 | 1.026 | 16 | 74 | 254 | 188 |
2006 | 345.361 | 350.102 | 98,6 | 321 | 265 | 56 | 1.075 | 17 | 73 | 245 | 188 |
2013 | 359.517 | 368.483 | 97,6 | 295 | 252 | 43 | 1.218 | 19 | 54 | 214 | 188 |
2014 | 367.846 | 375.699 | 97,9 | 285 | 242 | 43 | 1.291 | 17 | 54 | 211 | 188 |
2016 | 364.138 | 374.670 | 97,2 | 291 | 243 | 48 | 1.251 | 18 | 63 | 201 | 188 |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Fa parte della diocesi di Concordia-Pordenone solo la frazione Sant'Odorico
- ^ Comprese solo le frazioni Maron e Tamai
- ^ Non sono comprese le frazioni Villanova e Ghirano
- ^ Non compresa la frazione Casso
- ^ Comprese solo le frazioni Brussa e Castello
- ^ L'intero comune di Meduna di Livenza e la frazione Lorenzaga di Motta di Livenza
- ^ La presente numerazione ufficiale, tratta dall'Annuario Pontificio, non comprende ancora le 2 parrocchie delle frazioni di Brussa e Castello di Brussa, in comune di Caorle, staccate dal patriarcato di Venezia e aggregate alla diocesi di Concordia-Pordenone il 29 giugno 2018.
- ^ Pio Paschini, op. cit.
- ^ Secondo Giovanni Diacono, questa traslazione sarebbe avvenuta all'epoca di papa Adeodato I (615-618). Cfr. Giorgio Arnosti, Lo scisma tricapitolino e l'origine della diocesi di Ceneda, in Il Flaminio, 11 (1998), p. 93.
- ^ Kehr, op. cit., p. 72.
- ^ Cappelletti, op. cit., p. 469.
- ^ Filiberto Agostini, Istituzioni ecclesiastiche e potere politico in area veneta (1754-1866), Milano, Marsilio, 2002, p. 25.
- ^ Parrocchia di Meduna di Livenza - Diocesi di Concordia-Pordenone.
- ^ Parrocchia di Gleris-Carbona - Diocesi di Concordia-Pordenone.
- ^ Parrocchia di Mussons - Diocesi di Concordia-Pordenone.
- ^ Pier Carlo Begotti, Le istituzioni ecclesiastiche del Friuli Occidentale lungo la storia (PDF) [collegamento interrotto], su propordenone.it. URL consultato il 15 febbraio 2012.
- ^ Due nuove parrocchie e nuovi confini della diocesi: Brussa e Castello di Lugugnana. La richiesta del Patriarca nel 2013, in Il Popolo, 8 luglio 2018.
- ^ Il 2 dicembre 1615 era stato nominato vescovo titolare di Joppe e coadiutore di Concordia.
- ^ Antonio Scottà, La Diocesi di Concordia, Gregoriana Libreria Editrice, Padova, 2004, p. 417.
- ^ Contestualmente nominato vescovo titolare di Adrianopoli di Onoriade.
- ^ Il 20 luglio 1970 era stato nominato vescovo titolare di Nasbinca, coadiutore e amministratore apostolico sede plena di Concordia: ASS 62 (1970), p. 642.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Diocese of Concordia (1), in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
- Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. II, Faenza 1927, pp. 896–901
- Pio Paschini, Note sull'origine della Chiesa di Concordia nella Venezia e sul culto agli Apostoli nell'Italia Settentrionale alla fine del secolo IV, in Memorie storiche forogiuliesi, anno VII, 1911, pp. 9–24
- Episcopatus Concordiensis, in Paul Fridolin Kehr, Regesta Pontificum Romanorum, VII, pp. 72 e seguenti
- Giuseppe Cappelletti, Le chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, vol. X, Venezia 1854, pp. 417–475
- Antonio Zambaldi, Monumenti storici di Concordia... Serie dei Vescovi Concordiesi ed Annali della Città di Portogruaro, San Vito 1840
- (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig 1931, pp. 788–789
- (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, p. 205; vol. 2, pp. XXI, 133; vol. 3, p. 174; vol. 4, p. 159; vol. 5, p. 168; vol. 6, p. 178
- (LA) Decreto In dioecesi Concordiensi, AAS 63 (1971), p. 241
- (LA) Decreto Novissimis hisce, AAS 68 (1976), p. 152
- Ernesto Degani, La Diocesi di Concordia, Udine, 1924 (ultima edizione: Paideia, Brescia, 1977)
- Antonio Scottà, La Diocesi di Concordia, Gregoriana Libreria Editrice, Padova, 2004
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Cattedrale di Santo Stefano (Concordia Sagittaria)
- Diocesi di Caorle
- Duomo di Pordenone
- Parrocchie della diocesi di Concordia-Pordenone
- Santi martiri concordiesi
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Annuario pontificio del 2017 e precedenti, in (EN) David Cheney, Diocesi di Concordia-Pordenone, su Catholic-Hierarchy.org.
- Sito ufficiale della diocesi
- (EN) Diocesi di Concordia-Pordenone, su GCatholic.org.
- Diocesi di Concordia-Pordenone su BeWeB - Beni ecclesiastici in web
Controllo di autorità | VIAF (EN) 145229916 · ISNI (EN) 0000 0001 2177 3836 · LCCN (EN) n88221565 · WorldCat Identities (EN) n88-221565 |
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