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Contrada Capitana dell'Onda

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Contrada Capitana dell'Onda
Contrade di Siena
StemmaStemma d'argento: un delfino coronato alla reale, natante nel mare azzurro.
Coloribianco e celeste
MottoIl colore del cielo, la forza del mare
PatronoVisitazione della Beata Vergine Maria (2 luglio)
Compagnie militariCasato di Sotto, San Salvadore
TerzoTerzo di Città
SedeVia Giovanni Duprè, 111 - 53100 Siena
MuseoMuseo della Contrada Capitana dell'Onda ("mOND")
Via Giovanni Duprè, 103 - 53100 Siena
Oratoriochiesa di San Giuseppe
Palio di Siena
Vittorie41.5 (per il Comune)
47.5 (per la Contrada)
Ultima: 4 luglio 2024
AlleateNicchio
Tartuca
Valdimontone
RivaliTorre[1]
ContradaioliOndaioli
DirigenzaPriore: Massimo Spessot (dal 2021)
Capitano: Alessandro Toscano (dal 2016)
Periodico Malborghetto.
Mappa di localizzazione della Contrada Capitana dell'Onda
Mappa di localizzazione della Contrada Capitana dell'Onda

La Contrada Capitana dell'Onda è una delle diciassette suddivisioni storiche della città toscana di Siena.

Rione dall'esistenza attestata almeno dalla fine del Quattrocento, presenta uno stemma a onde bianche e celesti con un delfino coronato alla reale.

Il suo territorio è collocato nella parte meridionale del centro storico senese, all'interno del Terzo di Città.

Prende parte al Palio di Siena, nel quale ha raccolto 41,5 vittorie ufficiali (47,5 per la contrada), l'ultima delle quali il 4 luglio 2024.

La contrada avversaria è la Torre,[1] le alleate sono il Nicchio, la Tartuca e il Valdimontone.

Territorio

Le strade all'epoca del Bando

Il Bando di Violante di Baviera (1730) determina la suddivisione territoriale delle diciassette contrade di Siena facendo riferimento ai palazzi e ai loro proprietari dell'epoca, basandosi quindi sulle costruzioni più che sulle strade. Esso viene ancora oggi considerato la disposizione di base per determinare gli effettivi confini delle contrade. Secondo il Bando, il territorio della Contrada Capitana dell'Onda è delimitato dalle seguenti vie e palazzi:

"Onda. n. 6. - Dall'arco di San Giuseppe per tutta la strada di San Salvatore colla metà del Mercato vecchio da detta parte entri in piazza presso il palazzo dell'Eccelsa Signorìa e quello comprenda fin dove abita il signor Capitano di Giustizia, salga nel Casato, prenda a man sinistra tutte le case fino atta Costa larga e da quella in su cammini per ambe le parti, comprendendo tutti i vicoli che sono verso. San Salvatore, passi la svolta del Casato e prendendo le case a man sinistra passi pell'arco di Sant'Agostino, tenendo per quella parte fino a San Giuseppe, ed appartenga ad essa la strada di Fontanella fino a porta Tufi."[2]

Il letterato e commediografo senese Girolamo Gigli così riportò nel suo Diario Sanese, pubblicato postumo nel 1723:[3]

«L'Onda contiene Malborghetto, cioè dall'Osteria della Lupa per San Salvadore fino all'Archetto, mezzo il Mercato vecchio, la Costa fino alla Porta Sant'Agata, oggi Portone di San Giuseppe, il Chiasso del Sambuco, il Chiasso delle Lombarde, il Chiasso Porcinese, che conduce alla Fonte, che si chiama Fonte Serena, il Casato di Sopra e di sotto con tutti gli altri vicoli, che in San Salvadore vanno a riuscire.»

Le strade ai nostri giorni

L'arco di San Giuseppe e via Giovanni Duprè, strada principale dell'Onda

Via di Malborghetto è l'antico nome dell'odierna via Giovanni Dupré, così ribattezzata nel 1871 in omaggio all'omonimo scultore, nato proprio in quella strada.[4] Tutt'oggi l'Onda è anche nota come "contrada di Malborghetto".[5]

Il toponimo "Malborghetto" deriva dal remoto aspetto del rione, un tempo fra i più pittoreschi, ma anche poveri e malfamati di Siena.[4][6][7] Fino alla prima metà del Novecento, la maggioranza della popolazione, quella di umile estrazione sociale, risiedeva soprattutto nell'odierna via Giovanni Duprè e nelle traverse con via del Casato di Sotto; su quest'ultima, invece, si affacciavano i palazzi più eleganti, abitati da nobili e borghesi.[8] Quale elemento unificatore fra le due realtà vi era proprio la contrada.[6]

Il Palazzo dell'Eccelsa Signorìa è l'edificio oggi noto come Palazzo Pubblico, presso cui ha sede il Comune di Siena. All'Onda appartiene ufficialmente la porzione adiacente a via Duprè, inclusa la sala del Mappamondo;[9] tuttavia, per antica consuetudine, l'edificio comunale (così come il Duomo e Piazza del Campo) è escluso dalla giurisdizione di qualunque contrada.[10]

L'Osteria della Lupa era un'antica osteria senese situata all'inizio dell'attuale via Duprè, in prossimità di Piazza del Campo. Traeva il nome da una lupa dorata, posta nel 1429 innanzi al Palazzo Pubblico, al fine di renderne riconoscibile l'ingresso ai forestieri.[11][12]

L'Arco di San Giuseppe sorge di fianco all'omonima chiesa e costituisce ciò che resta dell'antica Porta di San Salvadore, creata con l'ampliamento delle mura di Siena agli inizi del XIII secolo e così chiamata poiché presidiata dagli uomini dell'omonima compagna militare. Con l'ulteriore allargamento della cinta muraria nel 1290 e la creazione di Porta Tufi nel 1326, la porta divenne "Arco di Sant'Agata" e mantenne questo nome anche dopo la demolizione del luogo di culto dedicato all'eponima Santa. Nel 1522, allorché fu avviata l'edificazione della Chiesa di San Giuseppe, l'arco assunse l'odierna intitolazione.[10][13]

L'Arco di Sant'Agostino si erge nel punto in cui via di San Pietro sbocca su via di Sant'Agata, permettendo di raggiungere il Prato di Sant'Agostino. Anche quest'arco fu porta cittadina fino al 1325, quando venne aperta via dei Tufi.[10]

La Fonte Serena si trova a fianco della scalinata tramite la quale si scende da via del Casato di Sotto al sottostante vicolo della Fonte. Risalente al 1539, fu edificata a seguito di una petizione presentata dagli abitanti del luogo al governo della Repubblica di Siena nel 1532.[9][14]

La strada di Fontanella riceve il nome dall'omonima fonte, ancor più antica della precedente, già attestata nel 1263.[15] Altresì nota come Fonte degli Eremiti o Fonte di Sant'Agostino, è situata ai piedi del colle di Sant'Agostino.[9][16]

Il territorio della Contrada Capitana dell'Onda visto dalla sommità della Torre del Mangia

Il territorio della Contrada, interamente ricompreso nel Terzo di Città, è oggi costituito dalle seguenti vie e piazze:[10]

Vie:

Vicoli:

  • delle Pietre
  • di San Salvadore
  • della Stufa
  • degli Ugurgieri
  • della Fonte

Piazze:

  • del Mercato (parte)[21]
Emblemi dell'Onda (a sinistra) e dell'Aquila (a destra) nell'angolo tra il Casato di Sopra e la Costa Larga, punto di confine tra i territori delle due Contrade

Il territorio ondaiolo confina con quello di altre quattro contrade:

  • a sud-ovest con la Tartuca, da cui è separata da via di San Pietro e via di Sant'Agata. Il territorio dell'Onda comprende l'intera via di Fontanella fino allo sbocco della medesima in via Pier Andrea Mattioli, che invece è inclusa per ambo i lati in territorio tartuchino;[22]
  • a nord-ovest con l'Aquila, da cui è separata dal Casato di Sotto. Nella seconda metà del XVII secolo, a seguito della momentanea scomparsa dell'Aquila dalla compagine delle contrade senesi, l'Onda, come gli altri rioni confinanti, ne assorbì parte del territorio: questa situazione si protrasse fino al 1718, anno in cui l'Aquila fu riammessa al Palio;[23]
  • a nord-est con la Torre, con cui condivide piazza del Mercato. La linea di demarcazione tra le due contrade decorre dal retro del Palazzo Pubblico e intermezza la costruzione nota come "Tartarugone", inaugurata nel 1886 per ospitare i venditori che qui si recavano per il mercato cittadino;[14][24]
  • a sud-est con il Valdimontone, con cui confina per gran parte lungo via di Porta Giustizia, che divide fra le due contrade l'Orto de' Pecci.

Per motivi storici, l'Onda ricomprende nel proprio territorio anche il borgo maremmano di Talamone, antico porto della Repubblica di Siena, il quale era presidiato dalle compagnie militari di San Salvadore e del Casato di Sotto. L'art. 3 dello statuto della contrada considera gli abitanti di Talamone, che siano anche protettori, appartenenti al popolo dell'Onda e titolari dei relativi diritti e doveri.[25] L'Onda è gemellata con Talamone dal 1962.[26]

Luoghi di contrada

La Chiesa di San Giuseppe, oratorio della Contrada dal 1787
  • Sede storico-museale
La sede storico-museale dell'Onda sorge sotto l'oratorio della contrada, la chiesa di San Giuseppe, di cui costituisce la cripta.[27][28] L'ambiente ospita la sala delle vittorie, nella quale sono esposti i drappelloni vinti dalla contrada, nonché una gipsoteca ove è custodita una collezione di lavori di Giovanni Duprè e della figlia Amalia.[4][29][30] Nel salone centrale, adornato dalle bandiere e dalle monture indossate dai monturati nel corteo storico del Palio, si riuniscono l'assemblea e gli altri organi della contrada.
  • Museo ondaiolo ("mOND")
Il museo contradaiolo è stato inaugurato nel 2016 presso i locali dell'ex asilo Policarpo Bandini, concessi all'Onda in comodato dal comune di Siena.[29][31]
Il mOND ospita cimeli di vario genere, quali bandiere, zucchini, documenti, masgalani, manufatti artigianali e religiosi, "cavallini" dei Palii vinti nei secoli passati e altri oggetti della vita contradaiola.
Dalla parte sotterranea del museo si accede direttamente alla sede storico-museale.
  • Oratorio
L'oratorio della contrada è la Chiesa di San Giuseppe, eretta dall'Arte dei Legnaioli[32] tra il 1522 e il 1653.[33] L'edificio, a forma di croce greca, culmina con una cupola ottagonale sormontata da una lanterna.[34]
Data la sua edificazione ad opera della citata Arte, l'oratorio porta ufficialmente il nome di "Chiesa di San Giuseppe dei Legnaioli".[33]
Dopo la soppressione dell'Arte dei Legnaioli nel 1777, la chiesa fu concessa in uso per alcuni anni alla confraternita dei Cento Fratelli della Congregazione della Buona Morte,[13][32] finché nel 1787 fu assegnata all'Onda con un rescritto del granduca Pietro Leopoldo.[34][35][36] Gli ondaioli vi tennero la prima adunanza il 22 giugno dello stesso anno.[33]
  • Chiesino (vecchio oratorio)
Fino al 1787 l'oratorio della contrada era stato il cosiddetto "Chiesino", un piccolo luogo di culto realizzato nel 1589 con la chiusura del portico di accesso della preesistente Chiesa di San Salvadore (anteriore al 1230), lungo l'attuale via Duprè.[37] Dedicato alla Visitazione della Beata Vergine Maria a Elisabetta,[35] per due secoli ospitò al proprio piano superiore la sede della contrada.[38][39] Dopo che quest'ultima si trasferì in San Giuseppe, il Chiesino passò in proprietà all'Arcidiocesi di Siena, che ne è tutt'oggi titolare.[38]
  • Fontanina battesimale
La fontanina battesimale, raffigurante un delfino, è stata realizzata nel 1972 dallo scultore Algero Rosi ed è ornata di stemmi opera di Vittorio Conti, nonché di bronzi di Alfonso Buoninsegni.[40][41][42] È situata di fronte all'Oratorio, all'inizio di via di Fontanella.
Presso la fontanina avviene il battesimo contradaiolo, che l'Onda officia annualmente in occasione della festa titolare, la quarta domenica di giugno.
  • Società di Contrada
La società dell'Onda, intitolata a Giovanni Duprè, si trova in vicolo di San Salvadore.
Ebbe quale antesignana la "Stella", società di mutuo soccorso costituita il 20 novembre 1873 con lo scopo di garantire un'istruzione almeno elementare alla popolazione povera residente all'epoca nel rione, afflitta, come quella del resto di Siena e d'Italia, da un elevato tasso di analfabetismo e di disoccupazione.[43][44] I maestri impartivano le proprie lezioni a decine di allievi ripartiti in più classi. Grazie al supporto dell'amministrazione comunale[45] e ai finanziamenti del Monte dei Paschi,[46] la Stella ebbe un notevole successo fino a quando non entrò in conflitto proprio con la contrada, che iniziò ad avvertirla come un elemento estraneo e perfino d'intralcio alle proprie attività.[45]
Nell'Onda iniziarono a formarsi altri sodalizi più protesi alla realtà contradaiola e paliesca: la "Società dei Pubblici Spettacoli", la "Società delle Feste Popolari", la "Pergola", la "Società dei Trenta" e la "XXIX Maggio".[46] Dalla loro fusione nacque, il 6 novembre 1890, la vera e propria società di contrada sotto il nome di "Società di Mutuo Soccorso Giovanni Duprè":[25] pur mantenendo la vocazione solidaristica della Stella, nel frattempo disciolta, la Duprè si occupava anche di attività prettamente contradaiole, quali feste e convivi.[45]
Nel 1937, nell'ambito della sempre maggior penetrazione nel tessuto sociale da parte dell'OND fascista,[47][48] la società fu ribattezzata "Dopolavoro Giovanni Duprè".[27][46]
Dal 1944, dopo la liberazione di Siena, ha l'attuale nome.[27]
  • Casa del cavallo
La casa del cavallo, cioè la stalla ove viene accudito il barbero ricevuto in sorte per il Palio, si trova in via delle Lombarde al numero 30.[27][36]

Origini, scelta dello stemma e del nome

Il fantino Voglia con la montura ondaiola nel corteo storico. Si notano i tridenti, l'arma di Poseidone, in riferimento al mare

Le origini della contrada affondano nel XV secolo.

L'Onda nacque dall'aggregazione dei popoli delle antiche compagnie militari del Casato di Sotto e di San Salvadore, battenti in ordine bandiera rossa con lista diagonale in oro con tre stelle rosse a otto punte e bandiera a onde bianche e nere.

Tra gli incarichi delle due compagnie vi era il presidio del litorale tirrenico della Repubblica di Siena e del porto di Talamone.

Verosimilmente, fu questo il motivo per cui i popoli delle due compagnie militari suddette, allorché presero a partecipare uniti alle Pubbliche Feste a partire dal XV secolo, scelsero di presentare nei cortei una "macchina" (cioè, un carro allegorico) raffigurante un delfino. La testimonianza più antica di ciò, come attestato da Giovanni Antonio Pecci, risale al 1494, in occasione di un Gioco delle pugna.[49]

Quanto sopra lascerebbe supporre che anche il nome "Onda" sia stato scelto in riferimento al mare.[50][51]

Del resto, l'antico legame della contrada con il mare è addirittura antecedente all'acquisto nel 1303 di Talamone da parte di Siena, tanto che già nel Duecento era presente in Malborghetto una "Società dei Marinai".[26][52]

Secondo il Pecci, invece, il motivo risiederebbe nell'orientamento ondeggiante delle strade del rione, che avrebbe a suo tempo ispirato la stessa compagnia di San Salvadore nella scelta del proprio stemma.[49] Anche un altro storico senese, Girolamo Macchi, sosteneva che il nome della contrada derivasse "dalle sue strade che vanno tutte a onda".[53]

Araldica e colori

Lo stemma dell'Onda è costituito da un delfino coronato alla reale, natante nel mare.[54]

L'animale, raffigurato in versione araldica con scaglie, barbigli, pinne spinose e una coda a tre punte,[55] fu ufficialmente adottato quale emblema dall'assemblea della contrada con una delibera del 15 settembre 1560.[56]

L'onorificenza della corona fu concessa da re Umberto I di Savoia nel 1889.[57][58]

I colori della contrada, attualmente bianco e celeste, hanno subito più modifiche nei secoli passati, soprattutto tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento.

Inizialmente, l'Onda inalberava l'insegna a liste ondulate bianche e nere della Compagnia di San Salvadore.[59]

In occasione della Caccia dei tori del 15 agosto 1506, al centro della bandiera bianconera comparve una lupa dorata,[60] la stessa presente all'inizio di via di Malborghetto a fianco del Palazzo Pubblico.[61]

Nel 1694 è attestato l'uso di una bandiera bianca con al centro un delfino,[61][62] ma è ipotizzabile che al tempo l'Onda avesse già utilizzato anche un'insegna bianca e azzurra: è in tale versione, infatti, che il relativo stemma fu raffigurato, insieme a quelli degli altri rioni senesi, da Giuseppe Nicola Nasini sulla volta dell'Antiporto di Camollia nel 1699,[63] dopo che nel 1682 ne furono conclusi i lavori di rifacimento con il contributo di tutte le contrade.[57][64][65]

Tabernacolo dell'Onda, all'angolo fra via Duprè e vicolo della Fonte. Ai lati sono presenti due "braccialetti", le caratteristiche luminarie che ogni contrada espone durante i giorni di festa

L'Onda, comunque, tornò in breve all'uso del bianco e del nero, documentato in occasione del Palio del 2 luglio 1701, quando il comune di Siena verbalizzò i colori delle monture dei fantini.[66]

Nel 1713, a seguito di un grave fatto di sangue avvenuto con la Torre e per la necessità di evitare confusione con i colori della Lupa e della balzana senese, fu decisa la sostituzione del nero col turchino.[67][68]

Sebbene bandiere con la nuova bicromia fossero già apparse nel 1715,[64] l'effettivo cambio dello stemma non ebbe luogo nell'immediato. Nel 1717, in occasione dell'ingresso a Siena di Violante Beatrice di Baviera, Giuseppe Maria Torrenti, membro dell'Accademia dei Rozzi, redasse una relazione[69] sulle celebrazioni tenutesi in onore della nuova governatrice. Al manoscritto furono allegati acquerelli raffiguranti gli stemmi delle contrade: quello dell'Onda risultava ancora bianconero e privo del delfino,[70][71] quantunque lo stesso Torrenti annotasse come da alcuni anni la contrada avesse mutato il nero in turchino.[61] Del resto, nella medesima occasione l'Onda presentò anche una macchina, raffigurante Nettuno, adornata di bandiere a onde bianche e turchine.[50]

Solo a partire dal 1739 il bianco e il nero furono definitivamente abbandonati.[57][64] Nel 1786 il turchino fu sostituito con l'odierno celeste mare.[64]

Il titolo di "Capitana"

Al pari di altri sette rioni senesi, l'Onda si fregia di un titolo: quello di "Capitana".

Tale riconoscimento, spettante alla contrada per antico privilegio,[25] è dovuto a uno dei principali incarichi un tempo assegnati dalla Repubblica di Siena alle compagnie militari di San Salvadore e del Casato di Sotto: la guardia al Palazzo Pubblico, presso la cui porzione adiacente l'attuale via Duprè risiedeva il Capitano di Giustizia, antico organo di magistratura senese.[25][36][50][72][73][74]

L'uso del titolo risulta menzionato già in testi settecenteschi, secondo i quali l'Onda veniva riconosciuta quale propria "capitana" dalle antiche contrade della Farfalla, del Pulcino, dello Scorpione e della Stringa, poi assorbite dal rione di Malborghetto.[75]

Arte

A ogni contrada è riferita una delle corporazioni delle arti e mestieri presenti a Siena in epoca medievale e moderna.

All'Onda si ricollega l'antica "Arte dei Legnaioli" (scomparsa nel 1777, nell'ambito delle soppressioni lorenesi),[13][76] che nel XVI secolo aveva edificato la Chiesa di San Giuseppe in territorio ondaiolo, all'epoca sede di molti laboratori e botteghe di maestri del legno, tra i quali falegnami, bottai, ebanisti e intagliatori.[76][77]

Festività

I carretti di San Giuseppe
Le tradizionali tavolate lungo via Duprè, in occasione della cena della Prova Generale del Palio di agosto 2022

La festività ufficiale dell'Onda è dal 1605[78] la Visitazione di Maria a Elisabetta, che la contrada celebra la quarta domenica di giugno:[27] in questa occasione, l'Onda effettua il "giro", visitando le altre consorelle (tranne la rivale Torre) con la propria comparsa e i contradaioli al seguito.

Il giorno precedente al giro, tra gli altri eventi, ha luogo anche il battesimo dei nuovi contradaioli.[79]

Altra festività molto sentita nell'Onda è quella di San Giuseppe, patrono dell'Arte dei Legnaioli: ogni 19 marzo, allorché ne ricorre la celebrazione cristiana, lungo via Giovanni Duprè si tiene una grande festa.[13]

Nell'occasione, secondo un'usanza risalente all'Ottocento,[80] vengono realizzati i tradizionali "carretti di San Giuseppe", costituiti da una tavoletta di legno dipinta con i colori di una contrada e sormontata da tre fantini a cavallo (con indosso i giubbetti di quella e di altre due contrade) di carta, sorretti da molle. Il carretto è completato da quattro pigne a fungere da ruote e da un'asticella in canna di bambù per la spinta o per il traino.[81][82]

L'Onda nel Cinquecento e nel Seicento

Dopo la Pugna del 1494, la prima manifestazione in cui sia documentata la presenza dell'Onda è la Caccia dei tori, a cui prese parte nel 1506,[74][83] nel 1507,[84] nel 1532,[85] nel 1536,[86] nel 1541,[87] nel 1546[74][88] e nel 1567.[50][89]

Celebre rimase la partecipazione alla Caccia del 1546, nella quale l'Onda presentò una sontuosa comparsa composta da un centinaio di figuranti, vestiti da pastori e da ninfe che lanciavano fiori, e da una macchina raffigurante la dea Diana[74] e Cupido.[35][49][73]

Vincenzo Rustici, Corteo delle Contrade del 15 agosto 1546, olio su tela, 1600

Imponente fu anche l'opera presentata il 15 agosto 1525, quando l'Onda realizzò una grande nave in legno munita di ruote.[90][91]

La vita del rione si intensificò nel corso del XVI secolo. Le testimonianze di quel periodo provengono dai verbali contenuti nel "Libro primo di deliberazioni e memorie della Contrada dell'Onda", il più antico testo di una contrada fra quelli oggi noti.[50][74][92][93] Il più remoto dei documenti ivi raccolti, risalente al 1524, comprova un'organizzazione, derivata da quella delle antiche compagnie militari, retta da un capitano e da un gonfaloniere,[94] competenti anche in materia di elemosine, ordine pubblico e controllo della criminalità.[95]

Nel 1612 l'Onda fu il primo rione a dotarsi di uno statuto per regolare la propria organizzazione interna, la gestione dei premi vinti e del patrimonio derivantele da donazioni, lasciti e compravendite, nonché i rapporti con gli enti ecclesiastici presenti nel suo territorio.[96] Al contempo, un regolamento disciplinava l'elargizione alle giovani meno abbienti di doti da parte della contrada,[97] impegnata anche in opere di carità, acquisto di indulgenze e messe di suffragio per le anime dei defunti.

Già all'epoca l'organizzazione contradaiola era divenuta assai più simile a quella odierna, facendo capo a un priore e articolandosi in organi analoghi, se non identici, a quelli attuali: un vicario, incaricato di assistere e all'occorrenza far le veci del priore; un camerlengo, competente in materia finanziaria; un cancelliere, per la redazione degli atti ufficiali della contrada; un correttore, per l'officiatura dell'oratorio, e dei sagrestani per la relativa cura e amministrazione; uno o più accattani, per la raccolta delle offerte per il sostentamento economico della contrada; un maestro dei novizi, per la formazione dei giovani contradaioli; un alfiere, un capitano e dei luogotenenti per la partecipazione alle pubbliche feste. Le delibere erano adottate da un'assemblea, i cui membri si esprimevano sulle singole proposte (dette "partiti") tramite l'uso di lupini bianchi (per il voto a favore) e neri (per quello contrario).[98]

Nelle attività contradaiole avevano un ruolo determinante anche le donne: nel 1634 gli ondaioli elessero per la prima volta una priora, tale madonna Frasia, e una certa madonna Lorenza quale accattana;[99] nel 1635 madonna Lucresia fu eletta a propria volta priora.[100]

Palii, bufalate, asinate e pugna: le prime vittorie

Il 6 agosto 1581 l'Onda riportò la prima vittoria documentata: si trattava di un Palio rionale indetto dalla Torre, a cui parteciparono anche l'Oca, la Lupa e il Montone.[101]

Vincenzo Rustici, Caccia ai tori nel Campo di Siena, olio su tela, 1585 circa

Nove giorni dopo, il 15 agosto, l'Onda, con un "piccolo ragazzo" come fantino,[102][103] si aggiudicò il "Palio alla lunga" indetto dall'Aquila. Nel corteo antecedente, le contrade presentarono carri celebranti le divinità dell'Olimpo: l'Onda ne realizzò uno con Venere e Cupido, distribuendo stanze dedicate alle donne senesi.[104] La carriera passò alla storia per la decisione del Drago di far disputare il Palio alla quindicenne Virginia Tacci, prima donna a correre a Siena: la giovane villanella battagliò a lungo nelle posizioni di testa, tanto che la vittoria ondaiola deluse gran parte degli spettatori delle altre contrade, che avevano preso a sostenere la ragazza.[105] Tale successo è la prima delle vittorie che l'Onda si attribuisce.[106]

Il 25 luglio 1599 l'Onda conquistò la più antica bufalata conosciuta, organizzata dalla Torre nell'ambito delle celebrazioni per il proprio patrono San Giacomo.[107][108][109] L'Onda ebbe in premio un palio di velluto rosso[108][110] e, a coronamento dei festeggiamenti, il successivo 1º agosto organizzò una nuova bufalata (vinta dalla Lupa),[111] in occasione della quale le bufale conclusero la corsa, iniziata come di consueto in Piazza del Campo, in prossimità del Chiesino in via di Malborghetto.[112]

Nel 1609 l'Onda si aggiudicò la sua seconda bufalata,[113] per poi far propria, nel 1612, la più antica asinata conosciuta, indetta in onore del granduca Cosimo II de' Medici.[114] La manifestazione, consistente, più che in una corsa fra asini, in una prova di forza fra i contradaioli che dovevano spingere il proprio animale e ostacolare quelli degli altri rioni,[115] fu vinta al termine di una durissima lotta con gli ocaioli e al prezzo di vive contestazioni da parte di questi ultimi, che a loro volta pretendevano la vittoria. L'Onda ricevette in premio un palio di damasco e celebrò il successo la sera stessa con un corteo di trombe, tamburi e torce che percorse le vie della città, per poi organizzare nei giorni seguenti una festa con danze e un banchetto aperti a tutta la cittadinanza.[116]

Nel 1614 l'Onda prese parte a un nuovo Gioco delle Pugna in Piazza del Carmine. Vi si affrontavano dodici contrade, quattro per ogni Terzo cittadino: l'Onda rappresentava il Terzo di Città unitamente ad Aquila, Selva e Pantera e i quattro rioni vinsero la Pugna.[117]

Tre nuovi successi giunsero con le bufalate conquistate nel 1623,[118] nel 1630[119] e nel 1639.[120]

Il 14 luglio 1641 l'Onda vinse il suo primo Palio "alla tonda" in Piazza del Campo, indetto dal principe Mattias de' Medici, governatore di Siena, per celebrare il compleanno del fratello, il granduca Ferdinando II.[121]

Il 9 maggio 1643, l'Onda si aggiudicò un nuovo palio in Piazza del Campo alla presenza di Mattias de' Medici, organizzato in onore del governatore dalla Balìa.[122] Dopo la vittoria, per le vie del rione si fecero "fuochi e lumiere", mentre gli ondaioli, muniti di torce, formarono un corteo recatosi dapprima nell'alleata Oca e poi nelle altre contrade.[123]

Tuttavia, le due carriere del 1641 e del 1643 non sono riconosciute nell'Albo delle vittorie del Palio di Siena, che prende avvio solo dalla corsa del 14 luglio 1644, vinta dall'Oca e a cui prese parte la stessa Onda.[124]

L'Onda nel Palio

Seicento

L'ondaiolo storicamente più noto è senza dubbio papa Alessandro VII, nato nel 1599 in un palazzo posto sul lato di via del Casato di Sotto appartenente all'Onda,[42] dove trascorse gli anni della giovinezza

Con la seconda metà del Seicento, le bufalate lasciarono definitivamente il posto al Palio alla tonda in Piazza del Campo, che, come dimostrato dagli stessi grandi festeggiamenti dell'Onda nel 1643, aveva ormai assunto un ruolo di primissimo piano tra le feste senesi.

Di quell'epoca l'Onda si attribuisce due vittorie conquistate il 2 luglio 1666[125] e il 2 luglio 1669,[126] ambedue con il fantino Pier Domenico da Barberino. Tali successi sono richiamati in una delibera del 12 agosto 1669, contenuta nell'archivio della contrada, nella quale si stabilisce di vendere i relativi premi.[127]

La prima vittoria ufficiale dell'Onda nel Palio risale al 2 luglio 1671, ottenuta con il fantino Bacchino sul cavallo del pievano di Rosia.[128]

Bacchino bissò il successo, a dorso di Barberino, al Palio straordinario del 7 giugno 1676, indetto per la venuta a Siena di Maria Virginia Borghese, moglie di Agostino Chigi,[129] principe di Farnese e fratello del defunto papa ondaiolo Alessandro VII.[130] A quella carriera, passata alla storia per l'introduzione della Tratta, è legato un aneddoto riportato nelle memorie della contrada: malgrado il patrocinio del Palio da parte del facoltoso marchese Celso Bargagli Petrucci, la fattura del premio deluse gli ondaioli al punto che preferirono disfarsene, vendendolo per 18 scudi.[131]

Al 2 luglio 1679 risale un'ulteriore vittoria che l'Onda si attribuisce, sempre firmata da Bacchino.[132] Nel 1891 Achille d'Elci, priore della contrada, fece istanza per il relativo inserimento nell'Albo delle vittorie al comune di Siena, che però la respinse.[133]

Il 17 settembre 1684 l'Onda vinse un Palio a Villa Cetinale (presso Ancaiano, nel comune di Sovicille), di proprietà della nobile famiglia Chigi.[134][135] Anch'esso, come tutti i Palii corsi a Cetinale, non è riconosciuto ufficialmente.

Il 2 luglio 1692, alla presenza del futuro ultimo granduca mediceo Gian Gastone,[136] l'Onda si aggiudicò con Monco il suo terzo Palio ufficiale. La carriera, corsa una prima volta con l'Onda giunta in testa al termine del terzo giro, venne annullata per la mancata convalida della mossa da parte dei giudici. I fantini dovettero tornare alla partenza e, dopo che Monco ultimò ancora in prima posizione i nuovi tre giri e la mossa fu convalidata, l'Onda venne riconosciuta vincitrice del Palio.[137] La contrada fu pure premiata con il masgalano per la migliore comparsa nel corteo antecedente la carriera.[137][138][139][140]

Settecento

Il 2 luglio 1703 l'Onda vinse il suo primo Palio del XVIII secolo con il fantino Pelliccino, a dorso di Leprino.[141]

Proseguendo una tradizione iniziata nel 1689 dall'Istrice,[142] ripresa due anni prima dall'Oca[143][144] e destinata a durare fino al 1802 (allorché il Palio dell'Assunta divenne stabile), l'Onda celebrò la vittoria con una "ricorsa", ossia una nuova carriera da disputarsi nel medesimo anno.[145] Come nel 1701, si optò per il 16 agosto al fine di dare continuità ai giorni di festa del 14, data della Processione dei Ceri e dei Censi in Duomo, e del 15, allorché aveva luogo il Palio alla lunga.[146] Sempre da tradizione, l'Onda si astenne dal Palio da essa organizzato, ma partecipò con le altre contrade al corteo, presentando un carro raffigurante il ratto di Europa da parte di Giove tramutatosi in toro.[147] Il rione di Malborghetto offrì in premio alla consorella vincitrice un "baccino" d'argento, che al termine dei festeggiamenti avrebbe dovuto essere riconsegnato all'Onda ricevendo in cambio un compenso di 50 tolleri, nonché un drappellone raffigurante la Visitazione di Maria a Elisabetta.[148] Il Palio di ricorsa, a cui aderirono 12 contrade, fu vinto dalla Lupa.[149]

Sei anni dopo, il 2 luglio 1709, il fantino Pier Maria conquistò per l'Onda un successo insperato, battendo in volata la rivale Torre, la quale, oltre che sul cavallo ritenuto il migliore, in quella carriera aveva potuto contare anche sull'inusuale aiuto del fantino dell'Oca, vendutosi alla contrada di Salicotto.[150] Le cronache riportano come quest'ultimo avesse afferrato le briglie del barbero ondaiolo per impedirgli di raggiungere la Torre, partita in testa. Pier Maria sfilò allora al proprio cavallo i finimenti, che rimasero in mano al fantino ocaiolo, e, aggrappatosi alla sua criniera, lo spinse fino a superare la Torre, vincendo il Palio tra il tripudio della Piazza.[151]

Per riparare alla sconfitta, la Torre precedette l'Onda nell'organizzare la ricorsa del 16 agosto;[152] in risposta, quest'ultima non aderì al Palio indetto dall'avversaria, anche per la mancata partecipazione della Torre alla ricorsa del 1703.[151]

Giovani tamburini ondaioli in occasione dell'annuale "giro". I colori bianco e celeste furono adottati dall'Onda nel Settecento, sostituendo gli originari bianco e nero

Il 16 agosto 1713, in occasione della ricorsa promossa dalla Chiocciola, l'Onda riportò un'anomala vittoria "a metà" con la Tartuca.

L'Onda, con Cappellaro su Barberino, concluse per prima il terzo e ultimo giro, ma il fantino fermò il cavallo in corrispondenza di circa metà del palco dei giudici della vincita. Sopraggiunse la Tartuca, con Ruglia su Montalcino, che oltrepassò l'intero palco. In un primo momento, i giudici riconobbero la vittoria dell'Onda, consegnandole il premio: un baccino d'argento, che la contrada vincitrice, dopo i festeggiamenti, avrebbe dovuto riconsegnare alla Chiocciola, ricevendo un compenso di 40 scudi; il baccino era affisso a un'asta ornata da un drappo di taffetà e con appeso un drappellone, ambedue i quali sarebbero rimasti al rione vittorioso.[153]

Tuttavia, la Tartuca fece ricorso alla magistratura finanziaria, la Biccherna, reclamandosi legittima vincitrice: secondo la tesi tartuchina, poiché il bando di quella carriera prevedeva che il Palio si considerasse concluso una volta passato il palco dei Giudici della vincita, la carriera terminava superato l'intero palco, per l'effetto che l'Onda non aveva concluso i tre giri regolamentari.

Già l'indomani la Biccherna impose all'Onda, in via cautelare, la restituzione del premio e le sequestrò i 40 scudi.[154] Il 10 settembre l'Auditore fiscale si pronunciò per l'assegnazione della vittoria a metà fra Onda e Tartuca: le contrade si divisero i 40 scudi e persino il drappo di taffetà, che fu tagliato in due parti uguali.[154][155][156][157] Del drappellone fu invece disposta la donazione a una chiesa del Terzo di Città: venne scelta quella di San Giuseppe,[158] all'epoca non ancora oratorio dell'Onda, in virtù della sua posizione di confine.[154] Quella del 16 agosto 1713 sarebbe rimasta l'unica vittoria ripartita a metà nella storia del Palio.

Al fine di prevenire il ripetersi di quanto accaduto, già il bando del successivo Palio del 2 luglio 1714 previde espressamente che la carriera si concludeva oltrepassato l'intero palco dei Giudici della vincita.[159][160] Curiosamente, ad aggiudicarsi quel Palio fu proprio la Tartuca,[161] mentre l'Onda, per merito di Morino su un morello della Posta di Siena, vinse la ricorsa del 16 agosto[158][162] indetta dal rione di Castelvecchio.[163]

Da quel momento, però, si aprì per l'Onda il più lungo periodo senza successi della propria storia.

Solo il 3 luglio 1757 Bastianone, a dorso di Trappolino, spezzò un digiuno di ben 42 anni, 10 mesi e 17 giorni. A celebrare il ritorno alla vittoria, il rione biancoceleste organizzò una nuova ricorsa (vinta dal Montone), presentando avanti la carriera, da cui si astenne, un carro raffigurante la dea Teti.[164]

Il Settecento proseguì comunque in tono minore per l'Onda, per la quale si aprirono altri 22 anni di insuccessi.

Il 16 agosto 1775 l'Onda fu vicina a interrompere il digiuno per via di una scorrettezza del proprio fantino Sorba. Questi, dopo aver percorso solo il primo giro, si nascose fra gli spettatori assiepati all'inizio di via di Malborghetto, ripartendo al terzo giro davanti alla battistrada Lupa. Sorba, che nel 1770 aveva vinto con un simile sotterfugio, superò per primo il palco dei giudici; tuttavia, questi ultimi, sulla base di varie testimonianze, incluse quelle di protettori ondaioli, assegnarono correttamente il Palio alla Lupa.[155]

Il 2 luglio 1779 l'Onda tornò alla vittoria con il celebre Bastiancino.[165] Già il 16 agosto seguente si registrò un nuovo trionfo: Brecchino vinse superando Begnamino nel Bruco, il cui cavallo fu fermato da un sasso conficcatoglisi in uno zoccolo, e conquistò per l'Onda il primo e unico "cappotto" ad oggi realizzato dalla contrada.[166]

La grande impresa costituì l'avvio di un periodo roseo. Dorino, a tutt'oggi il fantino con più successi per l'Onda nei Palii ufficiali,[167] portò tre nuove vittorie in Malborghetto il 18 agosto 1783

,[168] il 2 luglio 1784[168] e il 2 luglio 1790.[169]

Ottocento

Il 16 agosto 1802 si corse il primo Palio dell'Assunta reso stabile e finanziato dal Comune di Siena:[146] l'Onda vinse con Mattiaccio su Novano,[172] i quali, approfittando del reciproco ostacolo delle altre contrade, giunsero primi di quasi mezzo giro.[173]

Nuovi Palii furono vinti con una certa regolarità. Caino firmò la vittoria del 2 luglio 1810,[174] mentre Vecchia conquistò la carriera del 2 luglio 1819.[175] Il 16 agosto 1825, alla presenza del granduca Leopoldo II,[176] fu ancora Caino a portare il cencio in Malborghetto: partita nettamente prima, l'Onda fu avvantaggiata anche dall'erroneo scoppio del mortaretto al secondo giro, che indusse quasi tutti gli altri fantini, comunque già molto distaccati, a fermare i propri cavalli.[177][178]

Seguirono 23 anni di digiuno, ma il successo ottenuto il 15 agosto 1848 dal Gobbo Saragiolo[179] aprì un periodo ricco di trionfi per l'Onda: ben 8 in 22 anni.

Il Gobbo Saragiolo si ripeté già il 16 agosto 1849,[180] mentre nel 1851, sempre ad agosto, fu Folaghino a vincere, superando a nerbate all'ultimo giro Paolaccino, fantino della Torre.[181]

Cinque anni dopo, il 15 agosto 1856, l'Onda vinse con l'esordiente Spagnoletto il Palio di recupero di quello dell'Assunta del 1855, che non era stato disputato a causa di un'epidemia di colera.[182][183] Fu l'ultima carriera vinta dall'Onda sotto il Granducato di Toscana.

Il 27 aprile 1860, a poco più di un mese dal plebiscito dell'11 e 12 marzo con cui i Toscani avevano scelto l'annessione al Regno di Sardegna, giunse in visita a Siena re Vittorio Emanuele II. In suo omaggio fu indetto un Palio straordinario da disputarsi il 26 aprile, data di arrivo del sovrano. Tuttavia, un forte acquazzone costrinse il rinvio della carriera al giorno seguente. Dovendo il re ripartire alle 10.30, il Palio fu corso alle 8.30 di mattina in condizioni oltretutto precarie, poiché il tufo, trasformato in fanghiglia dal rovescio, non aveva avuto ancora modo di asciugarsi.[184] Partita di rincorsa, l'Onda conquistò la vittoria con Figlio di Bonino,[185] a cui il re, ben impressionato dallo spettacolo, donò in premio la somma di 200 lire.[186]

Bachicche, che vinse per l'Onda la carriera straordinaria del settembre 1862

Due anni dopo l'Onda vinse ancora un Palio straordinario, corso il 28 settembre 1862 in occasione della X Riunione degli scienziati italiani, tenutasi proprio a Siena. Bachicche fu l'artefice della vittoria ondaiola, sapendosi ben difendere dai ripetuti attacchi di Mascherino e di Spagnoletto, fantini dell'Oca e dell'Istrice.[187]

Sei anni dopo, al Palio del 2 luglio 1868, l'Onda ebbe in sorte lo storno di Luigi Grandi, già vittorioso a luglio del 1863 per la Pantera, e ne affidò la monta a Paolaccino. L'ingresso dell'Oca di rincorsa lasciò ferme ai canapi cinque contrade e, mentre i giudici della mossa si davano alla fuga,[188] i relativi popoli chiesero a gran voce l'annullamento della partenza, tanto che le guardie comunali scesero sulla pista, cercando di fermare i fantini e i cavalli in corsa. L'Onda, non essendo stato sparato il mortaretto che avrebbe indicato l'invalidamento della mossa, non si fermò e concluse facilmente i tre giri in prima posizione.

Mentre gli ondaioli uscivano dalla Piazza senza il drappellone, le altre contrade cercarono di schierarsi nuovamente alla mossa. Il tentativo di improvvisarsi mossieri da parte di alcuni popolani fallì miseramente, facendoli desistere dal proposito di correre e il giorno seguente il drappellone fu consegnato all'Onda.[189][190][191][192]

Bozzetto, vincitore per l'Onda a luglio 1892 e nello straordinario del maggio 1893

Le polemiche successive al Palio di luglio 1868 furono presto spente da una nuova vittoria del rione di Malborghetto, il 15 agosto 1870, ancora con Paolaccino.[193]

All'ottava vittoria in 22 anni seguì però un eguale periodo senza trionfi. Per di più, le successive vittorie di tutte le altre contrade costarono all'Onda la prima e ad oggi unica "cuffia" della propria storia, ottenuta suo malgrado il 16 luglio 1887 a seguito dell'affermazione della Giraffa.

Cinque anni dopo, in occasione del Palio del 3 luglio 1892, Bozzetto, sulla favorita baia di Genesio Sampieri, "scuffiò" l'Onda in un'altra carriera alquanto anomala. La contrada di Malborghetto doveva partire al sesto posto tra i canapi, ma il fantino, al momento di entrare, lanciò la cavalla al galoppo. Per non far cadere l'Onda, il mossiere abbassò i canapi e non invalidò la mossa, nonostante vi fossero ancora quattro contrade fuori. L'Onda mantenne la testa per tutta la carriera e vinse, cedendo la "cuffia" alla Pantera.[194]

Anche in tal caso, una controversa vittoria dell'Onda fu a breve bissata dal medesimo fantino: il 29 maggio 1893, al Palio straordinario indetto per l'inaugurazione del monumento in onore degli universitari senesi e pisani caduti a Curtatone e Montanara, Bozzetto partì in testa e dominò l'intera carriera. Oltre al drappellone, l'Onda ebbe in premio anche una medaglia d'argento raffigurante il suddetto monumento, offerta dagli studenti dell'ateneo senese.[195]

Novecento

Il Novecento regalò quasi subito una vittoria all'Onda. Il 2 luglio 1902 Pallino, a dorso di Ponona, riportò il cencio in via Duprè, dopo aver resistito per tutta la carriera alle nerbate di Chiccone e Picino, fantini del Bruco e del Leocorno, che cercavano di favorire la Lupa.[196] Dopo la carriera, Chiccone, in risposta al duro trattamento da questi riservato a Pallino, fu colpito in faccia con un bastone da un ondaiolo: l'episodio scatenò un immediato scontro tra ondaioli e brucaioli,[197] seguito da una rissa avvenuta presso la stazione di Siena nel giorno del giro della vittoria,[198] tanto da costringere l'Onda a interrompere le celebrazioni.[199]

Gli anni successivi furono comunque privi di festeggiamenti per il rione di Malborghetto, per il quale si aprì un lungo periodo sfortunato.

Zaraballe, protagonista del turbolento dopopalio del luglio 1908

Il 3 luglio 1908 non fu sufficiente l'apporto dell'abile fantino Zaraballe, che sulla forte Gobba partiva alla mossa dalla prima posizione.[200] L'Onda, nettamente favorita, compì invece una carriera mediocre, mentre la vittoria arrise all'Oca con Picino su Stella. Gli ondaioli, delusi dalla scialba corsa di Zaraballe, la sera dopo il Palio si radunarono in gran numero sotto la sua abitazione, situata proprio in via Duprè, lanciando nei suoi confronti invettive, accuse e persino sassi. Il fantino, affacciatosi alla finestra insieme alla moglie, tentò di giustificarsi, ma, dopo che una delle pietre colpì la donna alla fronte, imbracciò il proprio fucile e sparò due colpi, uno dentro casa e l'altro in aria, al fine di spaventare la folla e richiamare in suo soccorso la forza pubblica. Intervennero un ufficiale delle guardie di pubblica sicurezza e quattro carabinieri, che scortarono Zaraballe in questura, dove il fantino passò la notte a scopo precauzionale.[201][202][203]

L'anno seguente, il 17 agosto 1909, si disputò il primo "Palio a sorpresa" della storia. L'Onda ricevette in sorte uno dei migliori cavalli e Picino, fantino di contrada dell'Oca.[204] Per l'Onda si materializzò una nuova incolore corsa da favorita, mentre a vincere fu proprio il rione di Fontebranda,[205] per giunta con Zaraballe. L'episodio incrinò i rapporti fra le due contrade, alleate dalla metà del Seicento, avendo l'Onda appurato come Picino si fosse previamente accordato con la dirigenza dell'Oca di non ostacolarne la vittoria qualora egli avesse corso la carriera col giubbetto di un'altra contrada.[206]

Anche il 1910 fu un anno di delusioni per l'Onda: ad ambedue le carriere giunse in sorte la veloce Calabresella, ma né Fulmine a luglio[207]Nappa ad agosto[208] riuscirono a cogliere la vittoria.

A luglio del 1912 la sorte regalò all'Onda un'altra grande cavalla, Gobba, ma il suo infortunio alla terza prova compromise le speranze della contrada di tornare al successo.[209]

Il 2 luglio 1920 la contrada di Malborghetto, con l'esordiente Pirulino sulla favorita Esperta, si piazzò seconda alle spalle del Nicchio.[210]

Ad agosto, ancora con Pirulino, l'Onda sfiorò la vittoria, giungendo solo terza, dietro Istrice e Leocorno.[211]

Il 2 luglio 1921, fu di nuovo Pirulino a battagliare con Testina, portacolori del Drago, tentando invano di superarlo tra il secondo e il terzo giro, concludendo con un nuovo deludente secondo posto.[212] Dopo la carriera, i popoli delle altre contrade affibbiarono l'ironico soprannome di "secondini" agli ondaioli, per i frequenti secondi posti raggiunti dalle relative accoppiate; questi ultimi, dal canto proprio, consegnarono in tono di scherno una medaglia per l'ennesimo Palio perso a Pirulino, che non fu riconfermato.[213]

A luglio 1924 l'Onda, ormai alle prese con un digiuno ultraventennale, non prese parte alla carriera: un infortunio del cavallo durante le prove indusse la dirigenza ad astenersi dal Palio, per salvaguardarne la salute.[214]

Ad agosto 1925 l'Onda ricevette alla Tratta la veloce Lola, vittoriosa a luglio nel Montone con Picino, e chiese all'Oca di girarle quest'ultimo, al fine di ricostituire il binomio vittorioso di Provenzano. Ma da Fontebranda giunse un rifiuto, che costrinse l'Onda a ripiegare su Randellone. Il Palio finì alla Chiocciola, la quale precedette proprio l'Onda dopo una lotta che aveva coinvolto anche il Montone.[215]

Dopo il Palio la dirigenza ondaiola, in risposta al diniego dell'Oca di girarle Picino e ancora memore dei fatti del 1909, ruppe l'alleanza con Fontebranda, addirittura avvicinandosi alla Torre, con la quale i contrasti si erano ormai sopiti da decenni.[206]

Lo Sgonfio, che riportò l'Onda alla vittoria dopo 26 anni, al Palio straordinario del settembre 1928

Nel 1928, dal 10 al 15 settembre,[216] si tenne a Siena il VI Festival internazionale di musica moderna e fu indetto un Palio straordinario per il giorno 13.[217] L'Onda, estratta tra le partecipanti, ricevette alla Tratta la forte Giacca. Autore di una grande intuizione fu il mangino ondaiolo Antonio Minutelli detto "Tono", che riuscì a strappare al Montone il giovane Sgonfio. Mentre costui si trovava, poco prima della seconda prova, all'interno del Cortile del Podestà del Palazzo Pubblico con il barbaresco montonaiolo, Minutelli si posizionò dietro una finestra iniziando a gesticolare verso il fantino. L'ignaro Sgonfio rispose con gesti interrogativi, ma così facendo indusse nel barbaresco il sospetto che si fosse venduto all'Onda. La circostanza fu subito riferita alla dirigenza dei Servi,[218] che scaricò Sgonfio: la strategia di Minutelli aveva avuto successo, non rimanendo al fantino che indossare il giubbetto ondaiolo.[219] La carriera, posticipata al 14 per pioggia, si risolse in un nuovo duello con la Chiocciola, ma stavolta il cencio finì in via Duprè.[220] Per l'Onda si chiudeva un digiuno di 26 anni, durante il quale la contrada aveva seriamente rischiato la seconda "cuffia" della propria storia (solo la Civetta, a secco dal 1893, non era tornata a vincere dopo il successo ondaiolo del 1902). La Torre, ormai molto vicina all'Onda, l'aiutò nell'allestimento della festa della vittoria.[206][221][222]

Picino, dapprima causa della rottura con l'Oca, poi vittorioso per l'Onda al Palio di agosto 1930

Due anni dopo, a luglio del 1930, le due contrade ricevettero in sorte i due cavalli migliori: Burattino finì nella Torre, mentre Lina toccò all'Onda, che aveva confermato lo Sgonfio quale fantino. La Torre, a digiuno dal 1910, contava sull'Onda per tornare al successo, ma la dirigenza di Malborghetto abbandonò ogni proposito di aiutare gli ex avversari dopo aver scoperto che questi ultimi avevano già avviato dei contatti diretti con lo Sgonfio, al fine di "ammorbidirlo" in vista della carriera;[221] nell'Onda non fu poi gradita una presunta ostentata sicurezza nella vittoria da parte di qualche dirigente torraiolo, che avrebbe lasciato intendere al popolo di Salicotto di aver sistemato tutto, dando già per scontato il sostegno ondaiolo quando ancora le trattative fra le due contrade non si erano concluse.[222]

Fu di nuovo Minutelli a rivelarsi decisivo, contattando lo storico dirigente dell'Oca Ettore Fontani per ottenere Picino.[222] Stavolta la contrada di Fontebranda, decisa a impedire la vittoria della Torre, accettò e poco prima della prova generale avvenne lo scambio: lo Sgonfio passò all'Oca, da cui giunse il fantino laziale.

La Torre si sentì tradita e uno scontro durante la prova generale tra Picino e Smania, portacolori di Salicotto, fu sufficiente a far scoppiare un violento tafferuglio tra i due popoli.[223] L'Onda dichiarò la propria rivalità verso la Torre e si alleò di nuovo con l'Oca, entrando nel formidabile schieramento, composto anche da Tartuca e Nicchio, denominato "TONO" (acronimo delle iniziali delle quattro contrade che ne fecero parte).[206] La carriera fu rinviata al 3 luglio per pioggia e l'Onda conquistò la vittoria con il quasi cinquantenne Picino, al suo tredicesimo e ultimo successo. Dopo il Palio, il rione in festa ricevette la visita di Galeazzo Ciano e della moglie Edda, ai quali Picino regalò lo zucchino indossato durante la corsa.[48]

Ganascia, autore della vittoria ondaiola del luglio 1932

Alla carriera di luglio del 1932, corsa il 3 per maltempo, il TONO puntò ancora sul'Onda, che aveva ricevuto in sorte Gobba di Vescona, fra i migliori cavalli del lotto. Quale fantino giunse la giovane promessa Ganascia, già vittorioso all'esordio ad agosto 1930 per la Tartuca. Tra le favorite di quella carriera vi era anche la Torre, che tentò di corrompere Ganascia con un falso telegramma recapitatogli poco prima dell'inizio del corteo storico. Malgrado il fantino avesse subito ribadito la propria fedeltà alla dirigenza di via Duprè, il fratello Nello, che lo accompagnava, fu trattenuto dagli ondaioli nella sala delle vittorie di via Duprè, sotto minaccia di ripercussioni fisiche in cui il malcapitato congiunto sarebbe incorso se Ganascia avesse tradito l'Onda e fosse fuggito al termine della carriera.[224][225] Questi, al termine di un duello a nerbate con Napoletano nella Chiocciola,[226][227] conquistò per l'Onda il primo Palio trasmesso per radio, raccontato da Luigi Bonelli ai microfoni dell'EIAR.[228][229] Singolarmente, si trattava della terza vittoria consecutiva dell'Onda in un Palio rinviato per pioggia.[227]

Nel 1934 la rottura tra Nicchio e Oca pose fine al "TONO". Per l'Onda si aprì un nuovo digiuno di 18 anni, complice anche la lunga pausa imposta al Palio dalla guerra.

La vittoria sarebbe tornata solo a luglio del 1950, grazie al nuovo fantino di contrada Ciancone e alle strategie delle dirigenze contradaiole.

Ciancone durante il corteo storico del Palio del 2 luglio 1953. Con 12 Palii disputati (di cui 2 vinti) con il giubbetto dell'Onda, è il fantino che ha corso più carriere nella storia della contrada di Malborghetto

Al Palio straordinario del 28 maggio di quell'anno, l'Istrice, con Il Biondo su Popa, era la grande favorita e la rivale Lupa si era affidata all'Onda, con Ciancone su Miranda, per fermare il binomio di Camollia:[230] Ciancone aveva ostacolato a nerbate il Biondo e per la Lupa il pericolo di una vittoria dell'avversaria era stato scongiurato.[231]

Il 2 luglio la contrada di Vallerozzi[232] ricambiò il favore. L'Onda, che confermava Ciancone sull'esordiente Gioia, rintuzzò per tutto il primo giro gli attacchi di Rompighiaccio, fantino del Drago, grazie anche all'aiuto del lupaiolo Ranco.[233] Solo al secondo giro, Rompighiaccio riuscì a liberarsi della Lupa, iniziando una poderosa rimonta nei confronti dell'Onda. Al terzo Casato, il Drago affiancò l'Onda, ma Ciancone fu abile a chiudere l'avversario allo steccato, mantenendosi primo e facendo sua la vittoria.[234]

Ad agosto l'Onda, con Ciancone su Bottarella, nutriva forti ambizioni di cappotto[235] e in effetti, dopo un'ottima partenza, condusse gran parte della carriera: ma stavolta Rompighiaccio, col giubbetto del Leocorno, ebbe la sua rivincita, superando l'Onda all'ultimo Casato e riportando il drappellone in Pantaneto[236] dopo 21 anni.[237]

Il 16 agosto 1953 l'Onda, con Ciancone su Tarantella, era di nuovo favorita. A vincere fu invece la Selva e gli ondaioli non perdonarono la nuova sconfitta a Ciancone:[238] Giuseppe Gentili, fantino di contrada dal 1950 e a cui l'Onda si era affidata per sette Palii consecutivi, fu scaricato dal rione di Malborghetto.

Vittorino, che portò l'Onda alla vittoria il 2 luglio 1954

Al Palio del 2 luglio 1954[239] l'Onda si affidò al giovane Vittorino, che aveva esordito l'anno prima. Questi, a dorso dell'inarrestabile Gaudenzia (vincitrice dei tre Palii disputati quell'anno), si aggiudicò per l'Onda il primo Palio teletrasmesso dalla Rai.[240][241][242] L'autore del drappellone era l'artista ondaiolo Enea Marroni: per la prima volta un rione senese conquistava un drappellone dipinto da un proprio contradaiolo.[243]

L'arrivo vittorioso di Valente su Orbello al Palio del 16 agosto 1972

Gli anni seguenti non portarono però nuovi successi all'Onda, per la quale l'occasione di tornare al successo si ripresentò ad agosto del 1966, quando ebbe alla Tratta la veloce Sambrina. Affidatasi inizialmente a Peppinello, l'Onda richiamò proprio Ciancone in occasione della provaccia.[244] Il Palio, rinviato al 17 agosto per tumulti, si concluse con la beffarda sconfitta dell'Onda, che perse la lotta con la Chiocciola, con Canapetta su Beatrice.[245]

L'accoppiata Ciancone-Sambrina si ripresentò coi colori biancocelesti il 2 luglio 1969: stavolta il fantino di Manziana ripagò la fiducia degli ondaioli, vincendo il suo nono e ultimo Palio dopo aver condotto la carriera sin dalla mossa.[246][247]

Dopo un ultimo Palio con Ciancone, ormai all'epilogo della propria carriera senese, l'Onda voltò pagina. La fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70, infatti, erano stati contraddistinti dall'arrivo di numerosi fantini sardi: l'Onda si affidò a Valente, che il 2 luglio 1971 esordì al Palio proprio col giubbetto biancoceleste.

Il 16 agosto 1972, Valente, su Orbello, riportò al successo l'Onda, approfittando della caduta di Aceto nell'Oca, dovuta all'urto con un colonnino al terzo San Martino.[248] L'Onda rivinceva un Palio dell'Assunta dopo ben 102 anni.

Marasma e Miura in testa al Palio del 2 luglio 1980

Anche gli anni '80 iniziarono con un trionfo. Al Palio del 2 luglio 1980, l'Onda ebbe in sorte l'esordiente Miura e ne incaricò della monta Marasma. L'Onda uscì prima dai canapi, conducendo fino al secondo San Martino, quando fu sopravanzata dalla Selva. Ma, al secondo Casato, Bastiano, portacolori di Vallepiatta,[249] colpì un colonnino e cadde, lasciando scossa la propria cavalla Speranza II. Il binomio ondaiolo riprese immediatamente il comando della carriera e, pur tallonato dall'indomita Speranza II, giunse per primo al terzo e ultimo bandierino.[250]

Marasma fu protagonista anche della successiva carriera, quando ostacolò in maniera decisiva alla mossa la favorita Torre, con Spillo su Zalia.[198][251]

Cianchino e Benito vittoriosi il 16 agosto 1985

Nel 1984 l'Onda montò per la prima volta Cianchino, altro protagonista di quegli anni. Questi, a dorso di Benito, conquistò per l'Onda il Palio dell'agosto 1985, in una carriera condotta sin dalle prime battute dall'accoppiata biancoceleste.[252]

Il 2 luglio 1986, Cianchino su Amore sfiorò il bis per l'Onda, ma fu beffato a pochi metri dal bandierino dal Drago, con Falchino su Ogiva.[253]

Per l'Onda si aprì un decennio di digiuno, interrotto il 2 luglio 1995: di nuovo Cianchino, su Oriolu de Zamaglia, conquistò per l'Onda il primo Palio trasmesso in streaming su Internet,[254] che per ironia del destino la contrada si aggiudicò dopo aver vinto nel 1932 e nel 1954 i primi Palii diffusi per radio e per televisione.

Duemila

Trecciolino su Ivanov durante la mossa della prima prova del vittorioso Palio del 2 luglio 2012

Il nuovo millennio si aprì con una beffarda sconfitta per il rione di Malborghetto. Al Palio del 2 luglio 2002 l'Onda, con Salasso su Zilata Usa, si trovava a un passo dalla vittoria, ma l'urto del fantino contro un colonnino all'ultimo Casato consentì all'Istrice di strappare il cencio al rione biancoceleste.[255]

Sette cavalli esordienti consecutivi, dal Palio di luglio 2004 a quello di agosto 2009, e la sfortunata carriera del luglio 2010, culminata con l'infortunio del forte Giove Deus montato da Scompiglio, dopo che l'Onda era stata in testa per due giri, costrinsero la contrada di via Duprè a un difficile prosieguo del XXI secolo.

Ondaioli con il drappellone dipinto da Claudio Carli, vinto in occasione del Palio del 2 luglio 2012

Il digiuno fu interrotto in occasione del Palio del 2 luglio 2012 da Trecciolino e Ivanov, che conquistarono la vittoria al termine di una carriera condotta sin dalla mossa.

Poco più di un anno dopo, al Palio del 16 agosto 2013, l'Onda ricevette in sorte la quotata Morosita Prima e ne affidò la monta a Tittìa, vittorioso a luglio per l'Oca. Dopo una mossa incerta, Tittìa lanciò la cavalla in una forte rimonta, fino a superare al secondo giro, davanti alla Cappella di Piazza, la Lupa, fino ad allora in testa. Da quel momento, l'Onda restò al comando della corsa e vinse il suo secondo Palio del XXI secolo.

Seguirono due anni sfortunati. A luglio 2015 l'Onda, con Salasso su Osama Bin non riuscì a impedire il successo della Torre, con Brio proprio su Morosita Prima, giungendo seconda dietro alla rivale.

Porto Alabe durante il giro della vittoria, all'indomani del Palio del 16 agosto 2017. Come da tradizione, sui quarti posteriori del cavallo viene riportato il numero della vittoria ottenuta il giorno precedente dalla Contrada

Dopo non aver calcato il tufo per alcuna delle carriere del 2016 (anche a causa di una squalifica scontata ad agosto di quell'anno),[256] l'Onda tornò in piazza a luglio 2017, affidandosi ancora a Tittìa per montare Porto Alabe. Partita di rincorsa, tuttavia, la contrada di Malborghetto restò nelle retrovie per l'intera carriera.

Al Palio di agosto, dedicato all'artista ondaiolo Giovanni Duprè,[171] la contrada biancoceleste ebbe di nuovo in sorte Porto Alabe, alla sua decima carriera consecutiva,[257] ma ancora senza successi, e ne affidò la monta a Brigante. Partita dal terzo posto tra i canapi, l'accoppiata ondaiola lottò per gran parte della carriera contro il favorito Montone, all'inseguimento della battistrada Chiocciola. All'inizio del terzo giro, Brigante lanciò Porto Alabe all'attacco, distanziando il Montone e superando prima del terzo San Martino la Chiocciola. Il binomio di Malborghetto, a quel punto imprendibile per le inseguitrici, regalò il successo all'Onda.

Di nuovo Brigante fu protagonista al Palio del 4 luglio 2024, rinviato di due giorni per maltempo. Alla Tratta, l'Onda ricevette Tabacco, già reduce da due esperienze in Malborghetto, a luglio 2019 e ad agosto 2022, in quest'ultimo caso venendo montato proprio da Brigante. L'accoppiata ondaiola, partita terza dietro Oca e Leocorno, stavolta non deluse le attese dei contradaioli: guadagnata la prima posizione già all'inizio del secondo giro, la mantenne per il resto della carriera, portando così in via Duprè la quarta vittoria del XXI secolo.

Rapporti con le altre contrade

Lo stesso argomento in dettaglio: Contrade di Siena § Rapporti tra le Contrade.

Rivalità

L'Onda riconosce come propria avversaria la Torre. Quest'ultima non fa altrettanto, rendendo quella fra i rioni di Malborghetto e di Salicotto l'unica rivalità unilaterale nell'odierna compagine contradaiola.[258]

Si tratta comunque dell'inimicizia di cui esista la più antica documentazione, risalente almeno alla prima metà del XVII secolo.[259]

Violenti tafferugli tra i due popoli si registrarono già nel 1622,[221] verosimilmente per divergenze di confine.[260] In effetti, è probabile che ad alimentare la rivalità, all'epoca vissuta in pieno anche dalla Torre, fossero la vicinanza territoriale e la condivisione di Piazza del Mercato, che divenne il principale luogo di confronto fra i due popoli.[260]

Un nuovo scontro ebbe luogo nel 1641.[260] Quell'anno, alla vigilia dell'asinata indetta per il 15 agosto dal principe Mattias de' Medici, l'Onda subì un grave smacco da parte dei torraioli: gli uomini di Malborghetto affidarono il proprio asino alla Torre, che ne assicurò la restituzione in tempo per la corsa; ma la contrada di Salicotto non fece fede alle proprie promesse[261] e, al danno di non poter partecipare, si aggiunse per l'Onda la beffa della vittoria proprio della Torre.[262]

Per lavare l'onta subita, l'Onda organizzò una nuova asinata (dalla cui partecipazione si astenne) per il successivo 8 settembre, vinta dalla Civetta.[261][263][264][265]

Piazza del Mercato, a Siena, con al centro il "Tartarugone". Ricompresa per metà (lato sinistro nella foto) nel territorio torraiolo e per l'altra metà (lato destro nella foto) in quello ondaiolo, la piazza è stata sovente teatro di scontri fra i popoli delle due contrade, documentati fin dal Seicento

Ciò non bastò a placare il concitato clima fra i due rioni e, tempo dopo, un gruppo di ondaioli sottrasse un tamburo di ottone alla Torre,[68] che ne avrebbe chiesto invano per molti anni la restituzione.[260]

I tumulti del 1641 dovettero destare forte preoccupazione per l'ordine pubblico, se nel giugno del 1642 le autorità vietarono ai capitani delle due contrade di presenziare fino a nuovo ordine alle Feste cittadine,[35] pena l'esilio,[42] prevedendo altresì il supplizio della fune per i contradaioli che avessero dato vita a ulteriori disordini.[266]

Ma i provvedimenti pubblici produssero deterrenza solo nell'immediato, poiché i due popoli tornarono a fronteggiarsi nel 1655,[267] nel 1668[42] e nel 1679,[267] anticipando i due drammatici episodi che si sarebbero registrati nei successivi decenni.

Al Palio del 2 luglio 1688 l'Onda fu duramente ostacolata dalla Torre, il cui fantino ne trattenne per le redini il cavallo al Casato, consegnandolo poi a un alfiere torraiolo. In risposta, al termine della carriera un ondaiolo impugnò un'alabarda, con cui colpì a morte l'alfiere di Salicotto.[68][264][268] Mentre l'ondaiolo sfuggì all'arresto dandosi alla fuga, i rapporti tra i due popoli si fecero tesissimi, né mancarono ritorsioni, con proprietari di abitazioni e datori di lavoro di ciascuna delle due contrade che procedettero a sfrattare gli inquilini e a licenziare i dipendenti dell'altra.[260][140]

Un evento, nel 1703, confermò l'astio fra le due contrade. L'Onda vinse il Palio di luglio e decise di celebrare la vittoria con una ricorsa da disputarsi il successivo 16 agosto.[149] Vi aderirono 12 contrade: se le assenze dell'Istrice (ritiratosi dalla partecipazione anche all'ordinaria carriera di luglio) e della Civetta (che non correva dal luglio 1701) non destarono particolare sorpresa, fu alquanto inattesa l'assenza della Torre, reduce da 13 Palii disputati consecutivamente.[141] L'assemblea di Salicotto deliberò di non partecipare alla carriera indetta dall'Onda e, la sera stessa della votazione, tenne una festa con giochi pirotecnici, trombe, tamburi e un banchetto, a giudizio degli ondaioli - come da essi annotato nel citato Libro primo di deliberazioni e memorie della contrada - "per dimostrare maggior rancore".[147]

Nel 1709 l'Onda vinse ancora il Palio di luglio; stavolta la Torre precedette l'avversaria nell'organizzare la ricorsa,[152] a cui la contrada di Malborghetto non aderì a propria volta.[151]

Nel 1713, i due rioni furono protagonisti di un nuovo fatto di sangue. Il 26 luglio, in occasione della Festa titolare della Torre, scoppiò un alterco tra l'ondaiolo Giovanni Pierucci e il torraiolo Orazio Mannotti, quest'ultimo "capo truppa" e già capitano della contrada. Pierucci fu schiaffeggiato dal Mannotti e allontanato da Salicotto, ma per vendetta attese il torraiolo sulla strada di casa per pugnalarlo: la vittima sopravvisse;[269] l'aggressore si rifugiò nella chiesa di San Salvadore per poi fuggire da Siena, scampando a un tentativo di linciaggio da parte di un nutrito gruppo di torraioli armati che, saputo il fatto, avevano invaso Malborghetto.[68] Fu necessario l'intervento delle autorità, le quali, al fine di chiudere una volta per tutte una rivalità ormai divenuta troppo cruenta, imposero un accordo di pace. La riconciliazione, dopo il voto favorevole di entrambe le assemblee di contrada, fu ufficializzata con un rogito notarile del successivo 10 agosto[270] e con un gesto simbolico: la restituzione alla Torre del tamburo di ottone, che l'Onda affidò, per la riconsegna, al castellano della Fortezza.[68][271] Sarebbe stato proprio su suggerimento di quest'ultimo[68] che l'Onda avrebbe deciso di mutare i colori della bandiera, sostituendo il nero con il turchino.[67]

La riappacificazione fu celebrata con una grande festa in Piazza del Campo, culminata con una sbandierata comune, fuochi artificiali e una cena fra i protettori delle due contrade.[271]

Malgrado alcuni contrasti a livello paliesco, nei due secoli seguenti si ebbe un deciso miglioramento delle relazioni fra l'Onda e la Torre, anche per l'intensificarsi della rivalità fra quest'ultima e l'Oca.[272]

Il massimo attrito fra le due contrade si registrò in occasione del Palio del 2 luglio 1811. L'Onda, con Caino, giunse al secondo posto, dietro alla Torre con Pettiere. Al termine della carriera sorse un nutrito diverbio tra i due popoli, sostenendo gli ondaioli che la Torre avesse compiuto solo due giri. Ambedue i popoli si recarono in Provenzano per il Maria Mater Gratiae e solo l'indomani la Torre, dopo che il maire[273] Giulio Ranuccio Bianchi ebbe deciso in suo favore, poté ricevere il Drappellone.[271][274][275]

L'Ottocento e i primi anni del Novecento proseguirono in modo pacifico fra i due rioni, che sovente ricorsero ai medesimi fantini nello stesso anno;[271] per di più, dopo i fatti del 1909 e del 1925, che avevano chiuso l'alleanza tra l'Oca e l'Onda, quest'ultima si avvicinò alla Torre: il clima di cordialità fu comprovato dal contributo fornito dai torraioli agli ondaioli nell'allestimento della festa della vittoria del Palio del 28 settembre 1928, prestando loro alcune arcate in ferro per la scenografia.[221][222]

Alla carriera di luglio del 1930 si presentò l'occasione per rinsaldare i rapporti tra i due rioni, che ricevettero in sorte i migliori cavalli. La Torre cercò l'aiuto dell'Onda per tornare al successo che le mancava dal 1910, ma le trattative fra le due contrade naufragarono allorché quest'ultima appurò come i vicini avessero già contattato il fantino ondaiolo Sgonfio, autore della vittoria del 1928, al fine di assicurarsene il supporto nella carriera;[221] a indisporre la dirigenza ondaiola fu anche un presunto atteggiamento di eccessiva sicurezza nella vittoria da parte di alcuni dirigenti di Salicotto, che avrebbero lasciato intendere ai propri contradaioli come l'Onda fosse già d'accordo.[222]

Abbandonata ogni idea di supporto alla Torre, l'Onda propose uno scambio di fantini all'Oca, che fu ben disponibile a impedire il trionfo della storica avversaria: lo Sgonfio passò così in Fontebranda, da cui giunse Picino.[221][223] Lo scambio di monte fu avvertito come un tradimento dai torraioli e uno scontro tra Picino e Smania, fantino di Salicotto, durante la prova generale bastò a provocare una violenta rissa tra i due popoli.[223]

L'Onda vinse quel Palio ed entrò a far parte dell'alleanza inclusiva anche di Oca, Tartuca e Nicchio, denominata "TONO", tornando a riconoscere la Torre quale propria rivale.

A tale dichiarazione non ha fatto seguito niente di analogo da parte della Torre: questa, al contrario, non ha più considerato ufficialmente l'Onda come propria avversaria, concentrandosi sulla sola rivalità con l'Oca.[276]

Tale contesto ha prodotto un singolare rapporto fra i due rioni. Da un lato, l'Onda dà molta rilevanza alla rivalità con la Torre: ne ha dato dimostrazione, tra gli altri episodi, con il duro ostacolo del fantino ondaiolo Mezz'etto al torraiolo Vittorino durante la mossa della carriera straordinaria del 4 settembre 1960;[277] o, ancor più, con il decisivo impedimento compiuto da Marasma ai danni di Spillo, portacolori della Torre, alla mossa del Palio del 17 agosto 1980,[278] al termine del quale il territorio dell'Onda fu invaso da centinaia di furibondi contradaioli di Salicotto.[279]

Dall'altro lato, invece, la Torre non guarda all'Onda come a un'avversaria, bensì come a una "vicina molesta".[280]

Per la verità, non sono mancati episodi di scherno né di ostilità da parte torraiola.

Il 16 agosto 1948, Ganascia, nella Torre, ostacolò durante le fasi della mossa, con la collaborazione del fantino brucaiolo Ghisa, l'ondaiolo Pietrino, tra i favoriti a dorso di Piero.[276]

Neanche due anni dopo, la notte della carriera straordinaria del 28 maggio 1950, la Torre celebrò la sconfitta dell'Onda inscenandone una sorta di "funerale" e illuminandone le case con due potenti riflettori installati in Salicotto e rivolti verso Malborghetto, sotto il fragoroso suono di una sirena.[281]

Per di più, dopo che l'Onda vinse il successivo Palio di luglio, i contradaioli della Torre, che neppure aveva preso parte alla carriera, ne aggredirono il fantino Ciancone, costringendolo a rifugiarsi nel Palazzo Pubblico e scatenando un tafferuglio con gli ondaioli.[234]

Tuttavia, nel Numero Unico edito dalla Torre in occasione della propria vittoria dell'agosto 1961 (patita dall'Onda come una vera e propria "purga")[282] non appaiono riferimenti all'Onda, venendo schernita solo l'Oca.[276] Ancor più eloquente fu quanto accadde dopo il Palio dell'agosto 1972, quando l'Onda vinse approfittando della caduta al terzo San Martino dell'ocaiolo Aceto: sollevati per la sconfitta dell'Oca, i torraioli celebrarono la vittoria dei biancocelesti.[280][283]

Negli ultimi decenni, nuovi episodi hanno confermato i rapporti assai tesi fra i due rioni.

La sera del 14 agosto 1992, dopo la terza prova del Palio dell'Assunta, un folto gruppo di torraioli si diresse verso lo sbocco di via Duprè su Piazza del Campo, bloccando gli ondaioli e ingaggiandovi uno scontro placatosi solo dopo 45 minuti.[284] Ancora, la notte precedente la carriera del 16 agosto 1993, Piazza del Campo fu teatro di una colluttazione fra i due popoli.[285]

Al primo giro del Palio del 16 agosto 1997, un monturato ondaiolo lanciò la mazza del proprio tamburo contro Votta Votta e Cianchino, accoppiata della favorita Torre, venendo punito con venti Palii di squalifica.[286]

Da ultima, al termine del Palio del 16 agosto 2015, una rissa tra i due popoli in Piazza del Campo costò all'Onda un Palio di squalifica.[287]

Alleanze

L'Onda intrattiene rapporti di alleanza con tre contrade: Nicchio, Tartuca e Valdimontone.

Antiche sono le alleanze con il Nicchio, in auge dal 1684, e con il Montone, risalente al 1781.[259][288] Particolare è il fatto che tali due contrade siano tra loro avversarie,[289] pur non essendolo all'epoca in cui divennero alleate dell'Onda. Anzi, allorché la contrada di Malborghetto si alleò con il Montone, fra quest'ultimo e il Nicchio vigeva un'alleanza nata nel 1685.[290] Il successivo deterioramento dei rapporti tra i due rioni non ha influito sulle relazioni fra gli stessi e l'Onda.

L'alleanza con la Tartuca è invece più recente, ufficializzata solo nel 1933,[259] anche nei fatti esistente sin dal 1930, quando l'Onda entrò nel "TONO".

Fino al 1966 l'Onda è stata alleata dell'Oca: trattavasi di un legame molto antico, risalente almeno al 1643,[123] sia pure con una momentanea interruzione dopo il Palio di agosto del 1925, a seguito del rifiuto dell'Oca di girare Picino all'Onda.

Costui fu protagonista, nel luglio 1930, del ravvicinamento tra le due contrade, con il citato scambio di monte con l'Oca che portò l'Onda alla vittoria e alla rottura con la Torre.

La fine del TONO nel 1934 non guastò i rapporti fra Onda e Oca: le due contrade, accomunate dalla rivalità con la Torre, proseguirono la propria collaborazione, terminata bruscamente al Palio di agosto 1966. I prodromi di quell'evento risalgono alla carriera del 16 agosto 1961, quando vinse la Torre, entrata di rincorsa approfittando dell'Oca al nono posto tra i canapi rigirata, con Ciancone su Capriola. A fine Palio, Ciancone fu malmenato dagli ocaioli e non osò ripresentarsi a Siena per molto tempo.[291]

Nel 1966 fu l'Onda a richiamarlo, per montare la grande Sambrina. Ciancone giunse alla provaccia e il barbaresco dell'Oca Enrico Brandani detto Bobo, quando lo riconobbe nell'Entrone, lo colpì con un pugno.[292][293] Lo screzio suscitò la reazione del barbaresco ondaiolo e di lì a poco uno scontro tra ocaioli e ondaioli, che indusse l'Onda a chiudere definitivamente l'alleanza con l'Oca.[294]

Vittorie

Vittorie ufficiali

Le seguenti sono le vittorie ufficialmente riconosciute all'Onda dal Comune di Siena e attestate nel relativo Albo:

N° vittoria Data Fantino Cavallo
1 2 luglio 1671 Bacchino Cavallo del pievano di Rosia
2 7 giugno 1676 Bacchino Barberino
3 2 luglio 1692 Monco ?
Vittorie nel XVII secolo: 3
4 2 luglio 1703 Giuseppe Galardi detto Pelliccino Leprino di Buonconvento
5 2 luglio 1709 Pier Maria Leardo della Posta di Siena
5 ½ 16 agosto 1713 Giovan Battista Pistoi detto Cappellaro Barbarino
6 ½ 16 agosto 1714 Morino Morello della Posta di Siena
7 ½ 3 luglio 1757 Antonio Giovannetti detto Bastianone Trappolino
8 ½ 2 luglio 1779 Mattia Mancini detto Bastiancino Stornello di Stefano Ricci
9 ½ 16 agosto 1779 Giuseppe Brecchi detto Brecchino Baio di Pietro Nepi
10 ½ 18 agosto 1783 Isidoro Bianchini detto Dorino Morello bruciato di Lodovico Dei
11 ½ 2 luglio 1784 Isidoro Bianchini detto Dorino Baio scuro di Lorenzo Bazzani
12 ½ 2 luglio 1790 Isidoro Bianchini detto Dorino Baio chiaro di Giuseppe Manetti
Vittorie nel XVIII secolo: 91/2
13 ½ 16 agosto 1802 Matteo Marzi detto Mattiaccio Novano
14 ½ 2 luglio 1810 Niccolò Chiarini detto Caino Morello balzano di Stanislao Pezzuoli
15 ½ 2 luglio 1819 Filippo Rossi detto Vecchia Morello di Galgano Parronchi
16 ½ 16 agosto 1825 Niccolò Chiarini detto Caino Morello maltinto di Giovanni Bianciardi
17 ½ 15 agosto 1848 Francesco Santini detto Gobbo Saragiolo Storno di Assunto Grassellini
18 ½ 16 agosto 1849 Francesco Santini detto Gobbo Saragiolo Morello di Leonardo Barbetti
19 ½ 17 agosto 1851 Antonio Guasqui detto Folaghino Morella con piccola stella di Santi Franci
20 ½ 15 agosto 1856 Angiolo Fabbri detto Spagnoletto Morello di Guglielmo Micheli
21 ½ 27 aprile 1860 Giuseppe Buoni detto Figlio di Bonino Morello stellino di Federigo Bandini
22 ½ 28 settembre 1862 Mario Bernini detto Bachicche Morello di Santi Franci
23 ½ 2 luglio 1868 Pietro Locchi detto Paolaccino Storno di Luigi Grandi
24 ½ 15 agosto 1870 Pietro Locchi detto Paolaccino Baia di Leopoldo Venturini
25 ½ 3 luglio 1892 Ulisse Betti detto Bozzetto Baia striscia in fronte di Genesio Sampieri
26 ½ 29 maggio 1893 Ulisse Betti detto Bozzetto Baia marrone di Vincenzo Ramalli
Vittorie nel XIX secolo: 14
27 ½ 2 luglio 1902 Francesco Menchinelli detto Pallino Ponona
28 ½ 14 settembre 1928 Romolo Maggi detto Sgonfio Giacca
29 ½ 3 luglio 1930 Angelo Meloni detto Picino Lina
30 ½ 3 luglio 1932 Fernando Leoni detto Ganascia Gobba di Vescona
31 ½ 2 luglio 1950 Giuseppe Gentili detto Ciancone Gioia
32 ½ 2 luglio 1954 Giorgio Terni detto Vittorino Gaudenzia
33 ½ 2 luglio 1969 Giuseppe Gentili detto Ciancone Sambrina
34 ½ 16 agosto 1972 Antonio Zedde detto Valente Orbello
35 ½ 2 luglio 1980 Mauro Matteucci detto Marasma Miura
36 ½ 16 agosto 1985 Salvatore Ladu detto Cianchino Benito III
37 ½ 2 luglio 1995 Salvatore Ladu detto Cianchino Oriolu de Zamaglia
Vittorie nel XX secolo: 11
38 ½ 2 luglio 2012 Luigi Bruschelli detto Trecciolino Ivanov
39 ½ 16 agosto 2013 Giovanni Atzeni detto Tittìa Morosita Prima
40 ½ 16 agosto 2017 Carlo Sanna detto Brigante Porto Alabe
41 ½ 4 luglio 2024 Carlo Sanna detto Brigante Tabacco
Vittorie nel XXI secolo: 4

Statistiche

Tabacco e Brigante, ultima accoppiata vincitrice per l'Onda, fautori della vittoria del 4 luglio 2024
  • Il fantino più vittorioso per l'Onda nella storia del Palio è Dorino con 3 successi[167]. Seguono Bacchino, Caino, Gobbo Saragiolo, Paolaccino, Bozzetto, Ciancone, Cianchino e Brigante con 2.
  • Ciancone è il fantino che ha corso più Palii per l'Onda: 12.[167]
  • Sono 25 i fantini che hanno esordito correndo nell'Onda. Uno di essi riuscì a vincere in occasione del debutto con il giubbetto biancoceleste: Spagnoletto, il 15 agosto 1856.[295]
  • Nessun cavallo ha mai vinto più di un Palio per l'Onda.
  • Il cavallo di cui sia accertato il maggior numero di Palii corsi per l'Onda è Montalcino, con 4 carriere disputate fra il 1711 e il 1717.[296] A partire dal XX secolo, quelli che hanno corso più carriere sono Porto Alabe e Tabacco, ciascuno con 3 Palii disputati, di cui uno vinto.[297]
  • L'Onda ha fatto cappotto una volta, nel 1779.
  • L'Onda ha vinto 36 e ½ Palii ordinari (22 a luglio, 14 e ½ ad agosto) e 5 Palii straordinari.
  • L'Onda non ha mai vinto con il cavallo scosso.
  • L'Onda ha portato la "cuffia" una volta, dal 16 luglio 1887 al 3 luglio 1892.
  • Il periodo più lungo senza vittorie per l'Onda fu dal 16 agosto 1714 al 3 luglio 1757, per un totale di 42 anni, 10 mesi e 16 giorni, durante i quali la contrada stabilì il suo record negativo di 43 Palii persi consecutivamente.[298]

Vittorie attribuite

L'Onda si attribuisce 47 vittorie e mezza, 6 in più rispetto a quelle ufficiali:[106]

N° vittoria Data Fantino Cavallo Note
1 15 agosto 1581 un ragazzo piccolo ? Palio alla lunga[102]
2 14 luglio 1641 ? ? Palio con 8 contrade, voluto dal principe Mattias de' Medici, governatore di Siena, per celebrare il compleanno del fratello Ferdinando II, granduca di Toscana.[121] Un'altra fonte lo attribuisce alla Torre.[299]
3 9 maggio 1643 ? ? Palio indetto dalla Balìa per celebrare il compleanno del principe Mattias de' Medici, governatore di Siena[122]
4 2 luglio 1666 Pier Domenico da Barberino ? Palio con 16 contrade, che l'Onda si attribuisce sulla base di una delibera del 1669, contenuta nel proprio archivio, nella quale si dispone la vendita dei premi di questo e del Palio vinto nel 1669.[127] Il dato trova conferma anche nell'archivio dell'Oca.[126]

Altre fonti attribuiscono il Palio al Leocorno, al Nicchio e al Valdimontone.[126]

5 2 luglio 1669 Pier Domenico da Barberino ? Palio attribuito per gli stessi motivi di quello del 1666.[127]
Altre fonti lo attribuiscono all'Istrice e alla Torre.[126]
6 2 luglio 1679 Bacchino ? Palio con 13 contrade, non riconosciuto dal Comune.[133]

Altre vittorie

Seguono le vittorie documentate dell'Onda in manifestazioni diverse dal Palio alla tonda disputato in Piazza del Campo o da quello alla lunga:

Tipologia Data Note
Palio rionale 6 agosto 1581 Carriera indetta dalla Torre[101]
Bufalata 25 luglio 1599 Bufalata organizzata dalla Torre[110]
Bufalata 1609 -
Asinata 1612 Asinata indetta dal granduca Cosimo II de' Medici[113]
Gioco delle pugna 1614 Pugna vinta insieme ad Aquila, Pantera e Selva[117]
Bufalata 1623 -
Bufalata 1630 -
Bufalata 1639 Bufalata con 21 contrade, indetta dal Leocorno[120]
Palio di Cetinale 17 settembre 1684 Palio indetto dalla famiglia Chigi a Villa Cetinale[134]

Masgalano

Esibizione della Comparsa dell'Onda prima del Palio, presso il cortile del Palazzo Reale
Lo stesso argomento in dettaglio: Masgalano.

A partire dal suo ripristino in occasione della carriera del 16 agosto 1950, l'Onda ha vinto per quattro volte il masgalano, premio destinato alla comparsa ritenuta dall'apposita giuria la migliore per eleganza, dignità di portamento e coordinazione nella passeggiata storica che precede il Palio.

Numero Palio/
Anno[300]
Committente Autore Dedica
1 16 agosto 1955 Comitato Amici del Palio Bottega orafa italiana -
2 1977 Banca Monte dei Paschi di Siena Oscar Staccioli III centenario della nascita di Sallustio Bandini
3 1989 CNA - Siena artigiani senesi -
4 9 settembre 2000 Consorzio elettricisti senesi Vittoria Marziari Donati XXV anniversario della fondazione del CEIS

Tuttavia, nelle epoche passate, prima della momentanea scomparsa del masgalano, l'Onda lo vinse almeno dieci volte: al Palio rionale indetto dal Drago nel giugno 1581; alle bufalate del 2 settembre 1601[301][302] e del 3 novembre 1650;[303] al Palio del 2 luglio 1658;[304] alle carriere straordinarie dell'8 giugno 1680,[305] dell'8 giugno 1683[306] e del 9 settembre 1685;[305][307] e ai Palii ordinari di luglio del 1692,[137][138][139][140] del 1693[308] e del 1714.[161][158]

Alle bufalate del 1612[116] e del 20 ottobre 1632[309] l'Onda fu premiata per la migliore "inventione" (carro allegorico).

Minimasgalano

A partire dal 1973, si tiene in ottobre la manifestazione del "Minimasgalano", nata su iniziativa della Torre e riservata ai bambini di tutte le contrade che alla data del 31 ottobre dell'anno in corso non abbiano ancora compiuto 14 anni. Una giuria di sei membri del Comitato Amici del Palio valuta la comparsa di ogni contrada, composta da un tamburino e due alfieri, che si esibiscono in Piazza del Campo nelle fasi previste per l'assegnazione del Masgalano.[310]

L'Onda si è aggiudicata il premio due volte.

Numero Anno Committente Autore
1 1985 Società Giovani Torraioli Laboratorio La Giara
2 2000 Contradaioli extramoenia di Firenze Mauro Conti

Numeri Unici

Il Numero Unico è una speciale pubblicazione con cui una contrada celebra la conquista di un Palio, secondo una tradizione inaugurata dal Nicchio nel 1932.

Il primo Numero Unico dell'Onda fu "Lo sgabello", edito a celebrare la vittoria del 2 luglio 1950. Ad oggi ne ha pubblicati undici, l'ultimo in occasione della conquista del Palio del 4 luglio 2024.[311]

Numero Palio Titolo
1 2 luglio 1950 Lo sgabello
2 2 luglio 1954 Teleondata
3 2 luglio 1969 Il polverone
4 16 agosto 1972 Un Palio, una Contrada
5 2 luglio 1980 La GiocOnda
6 16 agosto 1985 Onda Capital
7 2 luglio 1995 Oltre
8 2 luglio 2012 L'Onda perfetta
9 16 agosto 2013 Tranquilli c'è anche agosto / Generazione Onda
10 16 agosto 2017 La Linea d'Onda
11 4 luglio 2024 Dalla nostr'anima

Note

  1. ^ a b Quello fra Onda e Torre rappresenta un caso unico nelle dinamiche paliesche, essendo la sola rivalità unilaterale: l'Onda, infatti, non viene riconosciuta ufficialmente come avversaria dalla Torre. Cfr: Comune di Siena (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2019).
  2. ^ Per il testo integrale, si consulti I confini delle Contrade, su ilpalio.siena.it. URL consultato il 19 settembre 2010.
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  16. ^ Fiorini 2017, p. 188.
  17. ^ È ondaiolo il lato sinistro del Casato di Sotto, provenendo da Piazza del Campo. Il lato destro appartiene, invece, all'Aquila.
  18. ^ Ricade nell'Onda il lato sinistro di via di San Pietro, tra il Casato di Sopra e l'arco di Sant'Agostino. L'altro lato, invece, appartiene alla Tartuca.
  19. ^ Ricade nell'Onda il lato occidentale. L'altro lato appartiene al Valdimontone.
  20. ^ È ondaiolo il lato sinistro di via di Sant'Agata, partendo dall'arco di Sant'Agostino fino all'arco di San Giuseppe. L'altro lato appartiene alla Tartuca.
  21. ^ Appartiene all'Onda il lato di piazza del Mercato adiacente a Via Duprè. Il lato adiacente a via di Salicotto appartiene alla Torre.
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  150. ^ La Torre è anche nota come "contrada di Salicotto", dal nome della via su cui si affacciano la sede e l'oratorio del rione.
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  300. ^ Il Masgalano vinto dall'Onda nel 1955 è relativo al solo Palio di agosto; i due premi successivi ineriscono ad ambedue le carriere ordinarie del 1977 e del 1989; infine, il premio del 2000 fa riferimento al solo Palio straordinario del 9 settembre di quell'anno.
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