Contrada Capitana dell'Onda

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Contrada Capitana dell'Onda
Contrade di Siena
StemmaStemma d'argento: un delfino coronato alla reale, natante nel mare azzurro.
Coloribianco e celeste
MottoIl colore del cielo, la forza del mare
PatronoVisitazione della Beata Vergine Maria (2 luglio)
Compagnie militariCasato di Sotto, San Salvadore
TerzoTerzo di Città
SedeVia Giovanni Duprè, 111 - 53100 Siena
MuseoMuseo della Contrada Capitana dell'Onda ("mOND")
Via Giovanni Duprè, 103 - 53100 Siena
Oratoriochiesa di San Giuseppe
Palio di Siena
Vittorie40.5 (per il Comune)
46.5 (per la Contrada)
Ultima: 16 agosto 2017
AlleateNicchio
Tartuca
Valdimontone
RivaliTorre[1]
ContradaioliOndaioli
DirigenzaPriore: Massimo Spessot (dal 2021)
Capitano: Alessandro Toscano (dal 2016)
Periodico Malborghetto.
Mappa di localizzazione della Contrada Capitana dell'Onda
Mappa di localizzazione della Contrada Capitana dell'Onda

La Contrada Capitana dell'Onda è una delle diciassette suddivisioni storiche della città toscana di Siena. Prende parte al Palio di Siena.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Le strade all'epoca del Bando[modifica | modifica wikitesto]

Il Bando di Violante di Baviera (1730) determina la suddivisione territoriale delle diciassette contrade di Siena facendo riferimento ai palazzi e ai loro proprietari dell'epoca, basandosi quindi sulle costruzioni più che sulle strade. Esso viene ancora oggi considerato la disposizione di base per determinare gli effettivi confini delle contrade. Secondo il Bando relativo alla Nuova divisione dei confini delle Contrade, il territorio della Contrada Capitana dell'Onda è delimitato dalle seguenti vie e palazzi:

"Onda. n. 6. - Dall'arco di San Giuseppe per tutta la strada di San Salvatore colla metà del Mercato vecchio da detta parte entri in piazza presso il palazzo dell'Eccelsa Signorìa e quello comprenda fin dove abita il signor Capitano di Giustizia, salga nel Casato, prenda a man sinistra tutte le case fino atta Costa larga e da quella in su cammini per ambe le parti, comprendendo tutti i vicoli che sono verso. San Salvatore, passi la svolta del Casato e prendendo le case a man sinistra passi pell'arco di Sant'Agostino, tenendo per quella parte fino a San Giuseppe, ed appartenga ad essa la strada di Fontanella fino a porta Tufi."[2]

Il letterato e commediografo senese Girolamo Gigli (1660-1722) così riportò nel suo Diario Sanese, pubblicato postumo nel 1723:[3]

«L'Onda contiene Malborghetto, cioè dall'Osteria della Lupa per San Salvadore fino all'Archetto, mezzo il Mercato vecchio, la Costa fino alla Porta Sant'Agata, oggi Portone di San Giuseppe, il Chiasso del Sambuco, il Chiasso delle Lombarde, il Chiasso Porcinese, che conduce alla Fonte, che si chiama Fonte Serena, il Casato di Sopra e di sotto con tutti gli altri vicoli, che in San Salvadore vanno a riuscire.»

Le strade ai nostri giorni[modifica | modifica wikitesto]

L'arco di San Giuseppe e via Giovanni Duprè, strada principale dell'Onda

Via di Malborghetto è l'antico nome di via Giovanni Duprè,[4] così ribattezzata in omaggio all'omonimo scultore, nato proprio in quella strada. La casa natia dell'artista si trova in prossimità dell'angolo con il vicolo di San Salvadore ed è indicata da una targa commemorativa.

Il territorio della Contrada Capitana dell'Onda

In riferimento all'antico nome della sua via principale, la Contrada Capitana dell'Onda è tutt'oggi nota anche con la designazione toponomastica di "contrada di Malborghetto".[5][6]

L'Osteria della Lupa (altresì nota come "Hosteria della Lupa") era un'antica osteria senese, oggi non più esistente, collocata all'inizio dell'attuale via Duprè, in prossimità di Piazza del Campo. Traeva il nome da una lupa dorata, realizzata nel 1429 e collocata innanzi al Palazzo della Signoria, al fine di renderne meglio riconoscibile l'ingresso ai forestieri.[7]

Il Palazzo dell'Eccelsa Signorìa è l'edificio oggi noto come Palazzo Pubblico, presso il quale ha sede il Comune di Siena. All'Onda appartiene ufficialmente la porzione del Palazzo Pubblico adiacente a via Duprè, inclusa la sala del Mappamondo;[8] tuttavia, per antica consuetudine, l'edificio comunale (così come il Duomo e la stessa Piazza del Campo) è escluso dalla giurisdizione di qualunque contrada.[9]

L'arco di San Giuseppe sorge a fianco dell'omonima chiesa, nel punto in cui via di Sant'Agata confluisce in via Giovanni Duprè. L'arco costituisce ciò che resta dell'antica porta Sant'Agata, venutasi a creare a seguito dell'ampliamento delle mura di Siena avvenuto sul finire del XII secolo e così chiamata in riferimento alla vicina chiesa di Sant'Agata. Con l'ulteriore allargamento della cinta muraria nel 1290 e la creazione di Porta Tufi nel 1326, la porta divenne "arco di Sant'Agata" e mantenne questo nome anche dopo la demolizione del luogo di culto dedicato all'eponima Santa. Allorché nel 1522 furono avviati i lavori di edificazione della chiesa di San Giuseppe, l'arco prese il nome di tale Santo.[9]

L'arco di Sant'Agostino si erge nel punto in cui via di San Pietro sbocca su via di Sant'Agata, permettendo di raggiungere il Prato di Sant'Agostino. Anche questo arco fu porta cittadina fino al 1325, quando venne aperta via dei Tufi.[9]

La Fonte Serena è oggi meglio conosciuta come Fonte del Casato e sorge a fianco della scalinata tramite la quale si scende da via del Casato di Sotto al sottostante vicolo della Fonte, in prossimità dell'angolo con via della Fonte. Risalente al 1539, fu edificata a seguito di una petizione presentata dagli abitanti della zona al governo della Repubblica di Siena nel 1532.[8]

La strada di Fontanella riceve il nome dall'omonima fonte, ancor più antica della precedente, essendo la sua esistenza testimoniata già nel 1263. Altresì nota come Fonte degli Eremiti o Fonte di Sant'Agostino, è situata ai piedi del colle dominato dal Prato di Sant'Agostino e dalla chiesa di Sant'Agata.[8]

Il territorio della Contrada Capitana dell'Onda visto dalla sommità della Torre del Mangia

Il territorio della Contrada, interamente ricompreso nel Terzo di Città, è oggi costituito dalle seguenti vie e piazze:[9]

Vie:

Vicoli:

  • delle Pietre
  • di San Salvadore
  • della Stufa
  • degli Ugurgieri
  • della Fonte

Piazze:

  • del Mercato (parte)[13]
Emblemi dell'Onda (a sinistra) e dell'Aquila (a destra) nell'angolo tra il Casato di Sopra e la Costa Larga, punto di confine tra i territori delle due Contrade

Il territorio ondaiolo confina con quello di altre quattro contrade:

  • a sud-ovest con la Contrada della Tartuca, da cui è separata da via di San Pietro e via di Sant'Agata. Il territorio dell'Onda comprende l'intera via di Fontanella fino allo sbocco della medesima in via Pier Andrea Mattioli, che invece è ricompresa per entrambi i lati in territorio tartuchino. Inoltre, in forza di una convenzione stipulata il 29 novembre 2000, l'Onda è autorizzata a fare uso di una piccola porzione del territorio tartuchino, corrispondente al piazzale della Chiesa di Sant'Agostino, nella parte sottostante al Prato;[14]
  • a nord-ovest con la Nobile Contrada dell'Aquila, da cui è separata dal Casato di Sotto. Proprio nel Casato di Sotto, ai numeri civici dall'82 all'88, sorge la sede storico-museale dell'Aquila, che dunque si affaccia direttamente sul confine con l'Onda. Nella seconda metà del XVII secolo, a seguito della momentanea scomparsa dell'Aquila dalla compagine delle contrade senesi, l'Onda, come gli altri rioni confinanti, ne assorbì parte del territorio: questa situazione si protrasse fino al 1718, anno in cui l'Aquila fu riammessa al Palio;[15]
  • a nord-est con la Contrada della Torre, con la quale si divide piazza del Mercato. La linea di demarcazione del confine tra le due Contrade è costituita da una costruzione a forma di ellisse, consistente in un'ampia tettoia sorretta da diverse colonne, chiamata comunemente a Siena "Tartarugone" ed edificata nel XIX secolo per ospitare i venditori che ivi si recavano per il mercato cittadino.[16] Stante la plurisecolare rivalità tra le due contrade, piazza del Mercato è stata anche teatro di frequenti scontri tra i rispettivi popoli, documentati almeno fin dal XVII secolo;[17]
  • a sud-est con la Contrada di Valdimontone, con cui confina per gran parte lungo la strada sterrata che inframezza l'Orto de' Pecci. I territori delle due contrade si toccano anche per un brevissimo tratto nel punto in cui via di Porta Giustizia, interamente compresa in territorio montonaiolo, sbocca sul lato ondaiolo di Piazza del Mercato.

Il territorio dell'Onda si affaccia direttamente anche su Piazza del Campo, che però il Bando non assegna ad alcuna contrada.[18]

Per motivi storici, l'Onda ricomprende nel proprio territorio anche la cittadina di Talamone (nel comune di Orbetello, in provincia di Grosseto), antico porto della Repubblica di Siena, il quale era presidiato dalle compagnie militari (poi confluite nell'Onda) di San Salvadore e del Casato di Sotto. Lo statuto della contrada considera gli abitanti di Talamone, che siano anche protettori,[19] appartenenti al popolo dell'Onda e titolari dei relativi diritti e doveri.[20]

Luoghi di contrada[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Giuseppe (Siena) e Contrada di Siena.
La Chiesa di San Giuseppe, oratorio della Contrada dal 1787
L'ingresso della Società "Giovanni Duprè"
  • Sede storico-museale
La sede storico-museale dell'Onda sorge esattamente sotto l'oratorio della contrada, la chiesa di San Giuseppe, di cui costituisce la cripta. Vi si accede, oltre che dalla chiesa, dal numero 111 di via Giovanni Duprè.[21][22] Oltre alla sala delle vittorie, nella quale sono esposti i drappelloni vinti dalla contrada, la sede ospita una gipsoteca nella quale è custodita una collezione di lavori di Giovanni Duprè: trattasi di gessi originali, realizzati dallo scultore in preparazione delle definitive opere in marmo o in bronzo.[23] Nel salone centrale della sede, ove sono altresì esposte antiche bandiere e le monture indossate dai figuranti (chiamati "monturati") nella Passeggiata storica (il corteo storico del Palio), hanno luogo le riunioni dell'assemblea e degli altri organi della contrada.
  • Museo ondaiolo ("mOND")
In via Giovanni Duprè, al numero civico 103, si accede al nuovo museo contradaiolo, inaugurato nel giugno 2016 presso i locali dell'ex asilo Policarpo Bandini, concessi all'Onda in comodato dal comune di Siena.[24]
Il mOND ospita oggetti di vario genere, quali bandiere, zucchini, documenti, masgalani, manufatti artigianali e religiosi, "paliotti"[25] e altri oggetti della vita contradaiola.
Dal piano sotterraneo del museo si raggiunge direttamente la sede storico-museale della contrada.
La visita, effettuabile su prenotazione (salvi i giorni in cui il museo è aperto al pubblico), è agevolata anche dalla presenza di codici QR presso gli oggetti esposti.
Lo stesso territorio della contrada è peraltro disseminato di altri codici QR, che consentono la scoperta dei principali luoghi da visitare.
  • Oratorio
L'oratorio[26] della contrada è intitolato a San Giuseppe e l'ingresso principale si trova in via di Fontanella, a fianco dell'arco che porta il nome del medesimo Santo. La chiesa fu edificata ad opera dell'Arte dei Legnaioli (ovvero i falegnami, corporazione poi divenuta l'Arte della Contrada Capitana dell'Onda)[27] a partire dal 1522 e i lavori si protrassero fino al 1653, quando fu ultimata la facciata.[28] L'edificio è a forma di croce greca ed è ricoperto da una cupola ottagonale sormontata da una lanterna.
Data la sua edificazione da parte della citata Arte, l'oratorio porta ufficialmente il nome di "Chiesa di San Giuseppe dei Legnaioli".[28]
L'edificio costituisce l'oratorio dell'Onda dal 1787, quando le fu assegnato con un rescritto dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo.[29] Gli ondaioli tennero la prima adunanza in San Giuseppe il 22 giugno di quello stesso anno.[28]
  • Chiesino (vecchio oratorio)
Fino al 1787 l'oratorio della contrada era stato il cosiddetto "Chiesino", un piccolo luogo di culto realizzato nel 1589 con la chiusura del portico di accesso della preesistente chiesa di San Salvadore (anteriore al 1230), nell'attuale via Duprè. Il Chiesino, che per due secoli ospitò ai propri piani superiori la prima sede della contrada, esiste ancora, ma è chiuso da una cancellata.[30] Con il trasferimento della sede della contrada nella cripta della chiesa di San Giuseppe e la trasformazione di quest'ultima nel nuovo oratorio dell'Onda, il Chiesino passò in proprietà all'Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino, che ne è tutt'oggi titolare.[30]
  • Fontanina battesimale
La fontanina battesimale, raffigurante un delfino, è stata realizzata nel 1972 dallo scultore Algero Rosi ed è ornata di stemmi opera di Vittorio Conti, nonché di bronzi di Alfonso Buoninsegni.[29] È situata di fronte all'Oratorio, all'inizio di via di Fontanella.
Presso la fontanina avviene il battesimo contradaiolo,[31] che l'Onda officia annualmente in occasione della festa titolare, la quarta domenica di giugno.
  • Società di Contrada
La società dell'Onda è intitolata a Giovanni Duprè e si trova in vicolo San Salvadore, al numero 24. Venne costituita il 6 novembre 1890 come "Società di Mutuo Soccorso Giovanni Duprè",[32] divenendo nel 1937, nell'ambito della sempre maggior penetrazione nel tessuto sociale italiano da parte dell'OND fascista,[33] "Dopolavoro Giovanni Duprè".[21] Dal 1944, dopo la liberazione di Siena, ha l'attuale nome.[21]
Ai sensi dell'art. 6 dello Statuto della Società, sono soci tutti i contradaioli dell'Onda.[32]
  • Casa del cavallo
La casa del cavallo, ovvero la stalla ove viene accudito il barbero ricevuto in sorte alla Tratta, si trova in via delle Lombarde al numero 30.[21][29]
Precedentemente sorgeva nel vicino vicolo delle Pietre.[34]

Origini, scelta dello stemma e del nome[modifica | modifica wikitesto]

Fantino dell'Onda (Silvano Mulas detto Voglia) con la montura della Passeggiata storica. Si notano i tridenti (l'arma mitologica di Poseidone) trapuntati sulla montura, in riferimento al mare

Le origini della contrada affondano nel XV secolo.

L'Onda nacque dall'aggregazione dei popoli delle antiche compagnie militari del Casato di Sotto e di San Salvadore, battenti rispettivamente bandiera rossa con banda diagonale gialla con tre stelle rosse a otto punte e bandiera a onde bianche e nere.

Tra gli incarichi delle due compagnie vi era il presidio del litorale tirrenico della Repubblica di Siena, il cui porto principale era la cittadina di Talamone, a 25 km a sud di Grosseto, presso il promontorio dell'Argentario.

Verosimilmente fu questo il motivo per cui i popoli delle due compagnie militari suddette, allorché presero a partecipare uniti alle Pubbliche Feste a partire dal XV secolo, scelsero come emblema un delfino natante tra le onde del mare.

La testimonianza più antica di ciò risale al 1494, quando - come attestato dal Pecci - l'Onda presentò, in occasione di un Gioco delle pugna, una "macchina" (ovvero un carro allegorico) raffigurante un delfino.[35]

Quanto sopra lascerebbe supporre che anche il nome "Onda" sia stato scelto in riferimento al mare.[36]

Secondo il Pecci, invece, il motivo risiederebbe nell'orientamento ondeggiante delle strade della contrada, che avrebbe a suo tempo ispirato anche la compagnia di San Salvadore nella scelta del proprio stemma.[35]

Araldica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma dell'Onda è costituito da un delfino coronato alla reale, natante nel mare.[37]

I colori della contrada, attualmente bianco e celeste, hanno subito più modifiche nei secoli passati, soprattutto tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento.[38]

Inizialmente, l'Onda inalberava l'insegna a liste ondulate bianco-nere della Compagnia militare di San Salvadore,[39] con una colonna sormontata da una lupa (la stessa tutt'oggi presente a fianco del Palazzo Pubblico in prossimità dell'inizio di via Giovanni Duprè).

Nel 1560, in occasione della visita di Cosimo I de' Medici a Siena, il delfino fece la prima comparsa nella bandiera, che a partire dal 1694 divenne completamente bianca.

Il bianco e il nero riapparvero nel 1702, finché nel 1713, anche a seguito di un grave fatto di sangue avvenuto con la Torre, fu decisa la sostituzione del nero con l'attuale celeste.[40][41]

È probabile che per alcuni anni l'Onda abbia continuato a utilizzare anche la vecchia bandiera bianco-nera, il cui uso è comprovato almeno nell'anno 1717.

L'uso esclusivo del bianco-celeste avviene sicuramente dal 1739 e nella prima metà del XIX secolo il delfino venne ufficializzato quale animale simbolo della contrada.

Il titolo di "Capitana"[modifica | modifica wikitesto]

Al pari di altri sette rioni senesi,[42] l'Onda si fregia di un titolo: quello di "Capitana".

Tale riconoscimento, spettante alla contrada per antico privilegio,[20] è dovuto a due importanti incarichi svolti dalle Compagnie militari di San Salvadore e del Casato di Sotto al tempo della Repubblica di Siena: il già menzionato presidio del litorale tirrenico e la guardia al Palazzo Pubblico, presso la cui porzione adiacente all'attuale via Duprè risiedeva il Capitano di Giustizia,[29][43][44] antico organo di magistratura senese.[45]

L'uso del titolo risulta riportato già nel XVII secolo, allorché l'Onda veniva riconosciuta come propria "capitana" dalle antiche, ed oggi non più esistenti, contrade della Farfalla, del Pulcino, dello Scorpione e della Stringa (poi confluite proprio nel rione di Malborghetto).[46]

Arte[modifica | modifica wikitesto]

Le tradizionali tavolate lungo via Duprè, in occasione della cena della Prova Generale del Palio di agosto 2022

Ad ogni contrada è riferita una delle corporazioni delle arti e mestieri presenti a Siena in epoca medievale e moderna.

All'Onda si ricollega l'antica "Arte dei Legnaioli" (soppressa nel 1778),[27] che nel XVI secolo aveva edificato la chiesa di San Giuseppe (attuale oratorio) proprio in territorio ondaiolo, anche perché molti dei falegnami senesi all'epoca risiedevano e lavoravano nel rione di Malborghetto.[27]

Festività[modifica | modifica wikitesto]

I carretti di San Giuseppe

La festività ufficiale dell'Onda è la Visitazione di Maria Santissima, che la contrada celebra la quarta domenica di giugno.[21] In tale data la contrada effettua il "giro", cioè visita le altre consorelle (tranne l'avversaria Torre) con la propria comparsa e i contradaioli al seguito.

Il giorno precedente al giro, tra gli altri eventi, ha luogo anche il battesimo dei nuovi contradaioli.[47]

Altra festività molto sentita nell'Onda è quella di San Giuseppe, patrono dei falegnami e, dunque, dell'Arte dei Legnaioli, al quale è consacrato l'oratorio della contrada. Ogni 19 marzo, giorno in cui ricorre la festività cristiana del Santo, le vie dell'Onda (in particolare, via Giovanni Duprè) ospitano una grande festa in suo onore.

Nell'occasione vengono realizzati i tradizionali "carretti di San Giuseppe", costituiti da una piccola tavola di legno dipinta con i colori di una contrada e sormontata da tre fantini a cavallo di carta (con indosso i giubbetti di quella e di altre due contrade), sorretti da molle. Il carretto è completato da quattro pigne a fungere da ruote e da un'asticella in canna di bambù per la spinta o per il traino.[48][49]

Infine, nutrita è la partecipazione, soprattutto da parte dei contradaioli più piccoli, alla tradizionale Festa dei Tabernacoli che ha luogo ogni anno in tutte le contrade l'8 settembre, in occasione della Natività della Beata Vergine Maria. Presso ogni tabernacolo di contrada (quello dell'Onda è situato all'angolo fra via Giovanni Duprè e vicolo della Fonte) viene allestito dai bambini un altarino decorato con luci, palloncini, festoni e altri oggetti, nell'ambito di un concorso che dal 1954 si svolge sotto l'organizzazione del Magistrato delle contrade, in collaborazione con il Comitato Amici del Palio e con il patrocinio del Comune e della Provincia di Siena.[50][51]

L'Onda nel Cinquecento e nel Seicento[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la citata Pugna del 1494, la prima manifestazione in cui sia documentata la presenza dell'Onda è la Caccia dei tori. L'Onda prese parte alle Cacce del 1506,[52] del 1507,[53] del 1532,[54] del 1536,[55] del 1541,[56] del 1546[57] e del 1567.[58]

Celebre rimase la partecipazione alla Caccia del 1546, nella quale l'Onda presentò una sontuosa comparsa composta da un centinaio di figuranti vestiti da pastori e da ninfe che lanciavano fiori, accompagnati da una "macchina" raffigurante la dea Diana, le Ninfe e Cupido.[35][44]

Vincenzo Rustici, Corteo delle Contrade del 15 agosto 1546, olio su tela, 1600

Imponente era stata anche l'opera presentata il 15 agosto 1525 in occasione della festività dell'Assunzione di Maria: su proposta del proprio capitano, Iacomo Buoninsegni, l'Onda realizzò per l'evento una grande nave in legno, dipinta e munita di ruote.[59]

La vita della contrada si intensificò notevolmente nel corso del XVI secolo. Le testimonianze di quel periodo provengono dai verbali contenuti nel "Libro primo di deliberazioni e memorie della Contrada dell'Onda", il cui documento più antico risale al 1524.[44]

Già nella prima metà del Cinquecento, l'Onda risultava celebrare la propria festa titolare in occasione della Visitazione della Beata Vergine Maria a Elisabetta.[44]

Nel 1589 l'Onda ottenne il proprio oratorio nell'attuale Chiesino, ricavato dalla chiusura del portico di accesso della duecentesca chiesa di San Salvadore. Le prime adunanze della contrada avvenivano ai piani superiori dell'oratorio, in locali di modeste dimensioni.[30][60] Solo a partire dal 1787, l'Onda avrebbe ricevuto la più spaziosa chiesa di San Giuseppe, attuale oratorio.

Nel 1612 la contrada di Malborghetto fu la prima a dotarsi di uno statuto con cui regolare la propria organizzazione interna, la gestione dei premi vinti e del patrimonio immobiliare derivantele da donazioni, lasciti testamentari o compravendite, nonché i rapporti con gli enti ecclesiastici presenti nel suo territorio.[61]

Nel 1656, l'Onda fu il primo rione senese a portare in Duomo, in occasione della processione della domenica in albis, l'immagine di Maria che aveva nel proprio oratorio.[62][63]

Nel 1692, la contrada ottenne di esporre nell'oratorio il Santissimo, per raccogliere offerte in suffragio delle anime del Purgatorio.[64]

Palii, bufalate, asinate e pugna: le prime vittorie[modifica | modifica wikitesto]

Il 6 agosto 1581 l'Onda riportò la prima vittoria documentata: si trattava di un Palio rionale indetto dalla Torre, a cui parteciparono, oltre all'Onda, l'Oca, la Lupa e il Valdimontone.[65]

Vincenzo Rustici, Caccia ai tori nel Campo di Siena, olio su tela, 1585 circa

Nove giorni dopo, il 15 agosto, l'Onda si aggiudicò il "Palio alla lunga" indetto dall'Aquila; del fantino è noto solo che fosse "un ragazzo piccolo",[66] com'era del resto usuale, al tempo, in quel tipo di corsa.[67] Fu la carriera passata alla storia per la decisione del Drago di far disputare il Palio alla quindicenne Virginia Tacci, prima donna a correre a Siena. L'Onda, come da tradizione, presentò prima della corsa una composizione poetica dedicata all'Aquila e alle donne senesi[67] e sfoggiò una comparsa con donne vestite in foggia cipriota, guidate dal dio Amore e da un carro a forma di nave.[68] Tale successo è il primo dei Palii che l'Onda si attribuisce fra le proprie vittorie.[69]

Il 25 luglio 1599 l'Onda, con il nome di "Delfino", conquistò la più antica bufalata documentata, organizzata dalla Torre, all'epoca nota come "Elefante".[70] L'Onda ricevette in premio un palio di velluto rosso[71] e, a coronamento dei festeggiamenti, il successivo 1° agosto organizzò una nuova bufalata (vinta dalla Lupa),[72] in occasione della quale, dopo i consueti due giri di Piazza (nel senso inverso rispetto a quello del Palio odierno), le bufale terminarono la corsa in prossimità del Chiesino in via di Malborghetto.[73]

Nel 1609 l'Onda si aggiudicò la sua seconda bufalata,[74] seguita nell'ottobre del 1612 dalla vittoria della più antica asinata conosciuta, indetta per volere del granduca Cosimo III de' Medici.[75] Come riportato dal "Libro di memorie" dell'Onda, citato da Virgilio Grassi ne "Le Contrade di Siena e le loro feste", l'Onda ricevette in premio un «palio di damasco cremisi con suo fregio di broccato trinato, il fregio et il palio attorno d'oro e con fodera di taffetà di color capello, con suo fregio ed aste».[76]

Nel 1614 l'Onda prese parte ad un nuovo Gioco delle Pugna in piazza del Carmine (corrispondente all'attuale Pian dei Mantellini). Parteciparono a quella Pugna dodici Contrade, quattro per ogni Terzo cittadino. L'Onda rappresentava il Terzo di Città unitamente ad Aquila, Selva e Pantera e le quattro contrade vinsero la Pugna.[77]

Tre nuovi successi giunsero con altrettante bufalate conquistate nel 1623,[78] nel 1630,[79] e nel 1639.[80]

Il 14 luglio 1641 l'Onda vinse il suo primo Palio alla tonda in Piazza del Campo, indetto dal principe Mattias de' Medici, governatore di Siena, al fine di celebrare il compleanno del fratello, il granduca di Toscana Ferdinando II.[81]

Poco meno di due anni dopo, il 9 maggio 1643, l'Onda si aggiudicò un nuovo Palio in Piazza del Campo alla presenza di Mattias de' Medici, organizzato in onore del governatore dalla Balìa.[82] Dopo la vittoria le vie della contrada furono illuminate da torce, mentre il popolo ondaiolo formò un corteo recatosi dapprima nell'alleata Oca e poi nelle altre contrade.[83]

Le due carriere del 1641 e del 1643 non sono tuttavia riconosciute ufficialmente nell'Albo delle vittorie del Palio di Siena, che prende avvio solo dal Palio del 14 luglio 1644, vinto dall'Oca e al quale prese parte la stessa Onda.[84]

L'Onda nel Palio[modifica | modifica wikitesto]

Seicento[modifica | modifica wikitesto]

Con la seconda metà del Seicento, le Bufalate (l'ultima delle quali fu disputata il 3 novembre 1650, vinta dalla Chiocciola) lasciarono definitivamente il posto al Palio alla tonda in Piazza del Campo, che, come dimostrato dagli stessi grandi festeggiamenti dell'Onda nel 1643, aveva ormai assunto un ruolo di primissimo piano nel panorama delle Feste senesi.

Di quell'epoca l'Onda si attribuisce due vittorie conquistate il 2 luglio 1666[86] e il 2 luglio 1669,[87] ambedue con il fantino Pier Domenico da Barberino. Tali successi sono richiamati in una delibera del 12 agosto 1669, contenuta nell'archivio della contrada, nella quale si stabilisce di vendere i relativi premi; il fatto è menzionato anche nell'archivio della Nobile Contrada dell'Oca.[87]

La prima vittoria ufficiale dell'Onda nel Palio risale al 2 luglio 1671, ottenuta con il fantino Bacchino sul cavallo del pievano di Rosia.[88] Bacchino bissò il successo per il rione di Malborghetto il 7 giugno 1676, montando il cavallo Barberino.[89]

A tre anni dopo, precisamente al 2 luglio 1679, risalirebbe un'ulteriore vittoria che l'Onda si attribuisce, sempre firmata da Bacchino.[90] Nel 1891, Achille d'Elci, all'epoca priore della contrada, presentò un'istanza per l'ufficiale riconoscimento di tale successo nell'Albo delle Vittorie al comune di Siena, che però la respinse.[91]

Il 17 settembre 1684 l'Onda vinse un Palio a Villa Cetinale (presso Ancaiano, nel comune di Sovicille), di proprietà della nobile famiglia Chigi.[92][93] Anch'esso (come tutti i Palii corsi a Cetinale) non è riconosciuto ufficialmente.

Il 2 luglio 1692 l'Onda si aggiudicò con Monco il suo terzo Palio ufficiale, alla presenza del futuro ultimo granduca mediceo Gian Gastone.[94]

Settecento[modifica | modifica wikitesto]

Il 2 luglio 1703 l'Onda vinse il suo primo Palio del XVIII secolo, con il fantino Giuseppe Galardi detto Pelliccino sul cavallo Leprino, di proprietà della Posta di Buonconvento.[95]

Proseguendo una tradizione iniziata due anni prima dall'Oca[96][97] e destinata a durare fino al 1802 (allorché il Palio dell'Assunta divenne stabile), l'Onda celebrò la vittoria con una "ricorsa", ossia una nuova carriera da disputarsi nel medesimo anno.[98] Così come nel 1701, si optò per il 16 agosto, al fine di dare continuità ai giorni di festa del 14, data della Processione dei Ceri e dei Censi in Duomo, e del 15, allorché aveva luogo il Palio alla lunga.[99] Sempre da tradizione, l'Onda si astenne dal Palio da essa organizzato, pur partecipando con le altre contrade alla festa, presentando la consueta "macchina" prima della carriera e offrendo in premio alla consorella vincitrice un "baccino" d'argento (che, al termine dei festeggiamenti, avrebbe dovuto essere riconsegnato all'Onda, ricevendo in cambio un compenso di 50 tolleri)[100] e un drappellone raffigurante la Visitazione di Maria Vergine a Sant'Elisabetta.[101] Il Palio di "ricorsa", a cui aderirono dodici contrade, fu vinto dalla Lupa.[102]

Sei anni dopo, il 2 luglio 1709, il fantino Pier Maria conquistò per l'Onda un successo insperato, battendo in volata la rivale Torre, la quale, oltre che sul cavallo ritenuto il migliore, in quella carriera aveva potuto contare anche sull'inusuale aiuto del fantino dell'Oca, vendutosi alla contrada di Salicotto.[103] Le cronache riportano infatti come quest'ultimo avesse afferrato le briglie del cavallo ondaiolo (un leardo della Posta di Siena) per impedire all'Onda di raggiungere la Torre, partita in testa. Pier Maria sfilò allora al proprio cavallo le briglie, che rimasero in mano al fantino ocaiolo, e aggrappatosi alla sua criniera lo spinse fino a superare la Torre,[104] vincendo il Palio tra il tripudio della Piazza.[105]

La Torre, per riparare alla clamorosa sconfitta,[106][107] precedette l'Onda nell'organizzare la "ricorsa" del 16 agosto; in risposta, la contrada di Malborghetto non aderì al Palio indetto dall'avversaria (poi vinto dall'Istrice), anche per la mancata partecipazione di quest'ultima alla carriera organizzata dall'Onda nell'agosto 1703.[107]

Giovani tamburini ondaioli in occasione dell'annuale "giro", durante la Festa titolare della Contrada. I colori bianco e celeste furono adottati dall'Onda nella prima metà del Settecento, sostituendo gli originari bianco e nero

Il 16 agosto 1713, in occasione della carriera "ricorsa" su iniziativa della Chiocciola (vincitrice del Palio di luglio), l'Onda riportò un'anomala vittoria "a metà" in condivisione con la Tartuca. L'Onda, con Giovan Battista Pistoi detto Cappellaro su Barberino, concluse per prima il terzo e ultimo giro, ma il fantino fermò il cavallo in corrispondenza di circa metà del palco dei Giudici della vincita.[108] Sopraggiunse la Tartuca, il cui fantino Giovan Battista Papi detto Ruglia, in groppa a Montalcino, oltrepassò per intero il palco. In un primo momento, i Giudici della vincita riconobbero la vittoria dell'Onda, consegnandole il premio: un baccino d'argento, che la contrada vincitrice avrebbe potuto tenere durante i festeggiamenti, per poi riconsegnarlo alla Chiocciola, dalla quale avrebbe ricevuto un compenso di 40 scudi; il baccino era affisso a un'asta ornata da un drappo di taffetà e con appeso un drappellone, ambedue i quali, invece, sarebbero rimasti al rione vittorioso.[109] Tuttavia, la Tartuca presentò immediatamente un ricorso all'organo di magistratura finanziaria, la Biccherna, pretendendo a sua volta la vittoria, poiché il bando di quella carriera prevedeva che il Palio si considerasse concluso una volta passato il palco dei Giudici della vincita, per l'effetto che l'Onda non avrebbe concluso i tre giri regolamentari. Già l'indomani, la Biccherna impose all'Onda la restituzione del premio e il sequestro dei 40 scudi: il denaro fu consegnato al coadiutore di corte Marcello Martini, in attesa della decisione finale dell'Auditore fiscale.[110] Questi, il successivo 10 settembre, alla presenza dei protettori e dei camerlenghi delle due contrade, si pronunciò per l'assegnazione della vittoria a metà fra Onda e Tartuca: le contrade si divisero i 40 scudi e persino il drappo di taffetà, che fu tagliato in due parti uguali.[111][112][113][114][115] Del drappellone fu invece disposta la donazione a una chiesa del Terzo di Città (a cui appartenevano, e appartengono tutt'oggi, entrambe le contrade): la scelta ricadde su quella di San Giuseppe, all'epoca non ancora oratorio dell'Onda, in virtù della sua posizione di confine.[111] Quella del 16 agosto 1713 sarebbe rimasta l'unica vittoria ripartita fra due contrade nella storia del Palio di Siena.

Al fine di prevenire il ripetersi di quanto accaduto, già il bando del successivo Palio del 2 luglio 1714 previde che la carriera si considerasse conclusa solo oltrepassato l'intero palco dei Giudici della vincita.[116][117] Curiosamente, ad aggiudicarsi quel Palio fu proprio la Tartuca,[118] mentre l'Onda, per merito di Morino su un morello della Posta di Siena, vinse la "ricorsa" del 16 agosto dello stesso anno.[119]

Da quel momento, però, si aprì per la contrada di Malborghetto il più lungo periodo senza successi della propria storia.

Solo il 3 luglio 1757 Antonio Giovannetti detto Bastianone e Trappolino spezzarono un digiuno di ben 42 anni, 10 mesi e 17 giorni.[120] L'Onda, tuttavia, non divenne mai la contrada "nonna"[121] in quel periodo, data l'ancor più lunga astinenza del Leocorno (senza vittorie per ben 72 anni, dal 1704 al 1776).[122]

A celebrare il ritorno alla vittoria, il rione biancoceleste organizzò un nuovo Palio di "ricorsa" (vinto dal Valdimontone), presentando avanti la carriera un carro raffigurante la dea del mare Teti omaggiata dalle quattro parti del mondo e da un seguito di marinai.[123]

Il Settecento proseguì comunque in tono minore per l'Onda, che dopo la vittoria del 1757 andò incontro ad altri 22 anni privi di successi.

Il 16 agosto 1775 l'Onda fu vicina a interrompere il digiuno per via di una scorrettezza del proprio fantino, Giovanni Battista Bianciardi detto Sorba. Questi, dopo aver percorso solo il primo giro, si nascose fra gli spettatori assiepati all'inizio di via di Malborghetto, ripartendo al terzo giro davanti alla Lupa, in quel momento prima. Sorba superò per primo il palco dei Giudici, ma questi ultimi, sulla base di varie testimonianze, incluse quelle di più protettori dell'Onda, assegnarono correttamente il Palio alla Lupa.[112][124]

Nel 1779 l'Onda tornò alla vittoria conquistando uno storico "cappotto", grazie alle vittorie a luglio con Mattia Mancini detto Bastiancino (uno dei due fantini più vittoriosi nella storia del Palio, insieme al Gobbo Saragiolo) sullo stornello di Stefano Ricci e ad agosto con Giuseppe Brecchi detto Brecchino sul baio di Pietro Nepi.[125] Quello del 1779 resta ad oggi l'unico cappotto realizzato dall'Onda.

La grande impresa costituì l'avvio di un periodo particolarmente felice per l'Onda, che dal 1783 al 1790 ottenne tre ulteriori successi con Isidoro Bianchini detto Dorino, ad oggi il fantino più vittorioso dell'Onda nei Palii ufficiali,[126] oltre che uno dei migliori in assoluto ad aver calcato il tufo in Piazza del Campo (ben 13 vittorie su 24 Palii disputati).

Il 18 agosto 1783, al Palio corso a spese dell'impresario teatrale Andrea Toti,[127] Dorino portò il cencio in Malborghetto trionfando sul morello bruciato di Lodovico Dei.[128]

Neppure un anno dopo, il 2 luglio 1784, il fantino radicondolese ripeté l'impresa in groppa al baio scuro di Lorenzo Bazzani,[129] malgrado l'ostilità di tutti gli altri colleghi partecipanti alla carriera.[130][131]

Infine, il 2 luglio 1790 Dorino conquistò il terzo Palio per l'Onda sul baio chiaro di Giuseppe Manetti,[132] al termine di una strenua lotta con la Giraffa e la Civetta.[133]

Ottocento[modifica | modifica wikitesto]

Il 16 agosto 1802, in occasione del primo Palio dell'Assunta reso stabile (e interamente finanziato) dal Comune di Siena,[136] l'Onda riportò la propria prima vittoria dell'Ottocento con Mattiaccio su Novano.[137]

Nuovi Palii furono vinti con una certa regolarità. Caino e il morello balzano di Stanislao Pezzuoli firmarono la vittoria del luglio 1810[138], mentre Vecchia sul morello di Galgano Parronchi conquistò per l'Onda la carriera di luglio del 1819.[139] Il 16 agosto 1825 Caino, sul morello maltinto di Giovanni Bianciardi, vinse per l'Onda un nuovo Palio alla presenza del granduca di Toscana Leopoldo II,[140] incoronato l'anno prima.

Si aprirono da quel momento altri 23 anni di digiuno. Con la vittoria del Gobbo Saragiolo sullo storno di Assunto Grassellini nel Palio del 15 agosto 1848[141] ebbe tuttavia inizio un nuovo periodo particolarmente roseo per l'Onda, contraddistinto da ben otto vittorie in 22 anni.

Il Gobbo Saragiolo si ripeté l'anno dopo sul morello di Leonardo Barbetti,[142] mentre nel 1851, sempre ad agosto, furono Antonio Guasqui detto Folaghino, al suo ultimo Palio prima della relativa prematura scomparsa, e la morella di Santi Franci a riportare al successo l'Onda.[143]

Cinque anni dopo, il 15 agosto 1856, l'Onda vinse con l'esordiente Angiolo Fabbri detto Spagnoletto, in groppa al morello di Guglielmo Micheli, il Palio di "recupero" di quello dell'Assunta del 1855, che non era stato disputato a causa di un'epidemia di colera.[144] Fu l'ultimo Palio vinto dall'Onda sotto il Granducato di Toscana.

Il 27 aprile 1860, poco più di un mese dopo il plebiscito dell'11 e 12 marzo precedenti con cui i Toscani avevano scelto l'annessione al Regno di Sardegna (dall'anno successivo, Regno d'Italia), giunse in visita a Siena proprio re Vittorio Emanuele II. In suo omaggio fu indetto un Palio straordinario da disputarsi il 26 aprile, data di arrivo del sovrano. Tuttavia, un violento acquazzone costrinse il rinvio della carriera al giorno seguente. Dovendo il re ripartire alle 10:30 circa, il Palio fu corso alle 8:30 di mattina in condizioni oltremodo proibitive, visto che il tufo, trasformato in fanghiglia dal rovescio, non aveva avuto ancora modo di asciugarsi.[145] L'Onda, con Giuseppe Buoni detto Figlio di Bonino sul morello stellino di Federigo Bandini, conquistò la vittoria.[146]

Mario Bernini detto Bachicche, che vinse per l'Onda la carriera straordinaria del settembre 1862

Due anni dopo l'Onda riportò un nuovo successo in un Palio straordinario, la carriera disputatasi il 28 settembre 1862 in occasione della X Riunione degli scienziati italiani, tenutasi proprio a Siena. Mario Bernini detto Bachicche e il morello di Santi Franci furono gli artefici della vittoria ondaiola, sapendosi ben difendere dai ripetuti attacchi dell'Oca e dell'Istrice.[147]

Sei anni dopo, in occasione del Palio del 2 luglio 1868, l'Onda ricevette in sorte il forte storno di Luigi Grandi, già vittorioso a luglio del 1863 per la Pantera. La dirigenza ne affidò la monta ad uno dei migliori fantini dell'epoca, Pietro Locchi detto Paolaccino. L'ingresso dell'Oca di rincorsa lasciò ferme ai canapi cinque contrade, ma la mossa non venne invalidata. I relativi popoli chiesero a gran voce l'annullamento della mossa, tanto che le guardie comunali scesero sulla pista, cercando di fermare i fantini e i cavalli che erano partiti. Ciononostante, l'Onda, non essendo stato sparato il mortaretto che avrebbe indicato l'annullamento della mossa, non si fermò e concluse facilmente i tre giri, vincendo il Palio.

Mentre gli ondaioli uscivano dalla Piazza senza il drappellone, le altre nove contrade tentarono di schierarsi nuovamente alla mossa. Il tentativo di improvvisarsi mossieri da parte di alcuni popolani fallì miseramente, facendoli desistere dal proposito di ricorrere il Palio e il giorno seguente il drappellone fu consegnato all'Onda.[148]

Ulisse Betti detto Bozzetto, vincitore per l'Onda a luglio 1892 e nello straordinario del maggio 1893

Le polemiche successive al Palio del 1868 furono presto spente da una nuova vittoria dell'Onda, il 15 agosto 1870, ancora con Paolaccino, in groppa alla baia di Leopoldo Venturini. L'Onda uscì prima dai canapi e condusse tutta la gara, nonostante al terzo San Martino Paolaccino avesse rischiato di cadere dopo aver battuto su un colonnino.[149]

All'ottava vittoria in 22 anni seguì però un periodo altrettanto lungo senza trionfi. Per di più, le successive vittorie di tutte le altre contrade costarono all'Onda la prima (e ad oggi unica) "cuffia" della propria storia, ottenuta suo malgrado il 16 luglio 1887 a seguito dell'affermazione della Giraffa.

Cinque anni dopo, in occasione del Palio del 3 luglio 1892, Ulisse Betti detto Bozzetto sulla baia di Genesio Sampieri, considerata la migliore del lotto, "scuffiò" l'Onda in un'altra carriera decisamente anomala. La contrada di Malborghetto fu infatti sorteggiata al sesto posto tra i canapi, ma Bozzetto, al momento di entrare, lanciò la cavalla di gran carriera. Per non far cadere l'Onda, il mossiere Lodovico Tito Sarrocchi abbassò i canapi e non invalidò la mossa, nonostante vi fossero ancora quattro contrade fuori. L'Onda mantenne la testa per tutta la carriera e vinse, cedendo la "cuffia" alla Pantera.[150]

Anche in tal caso, ad una vittoria sui generis dell'Onda seguì il bis, con lo stesso fantino, appena un anno dopo. Il 29 maggio 1893, in occasione del Palio straordinario per l'inaugurazione del Monumento in onore degli universitari senesi e pisani morti a Curtatone e Montanara, Bozzetto, sulla favorita baia marrone di Vincenzo Ramalli, partì in testa e dominò l'intera carriera.[151]

Fu il quattordicesimo e ultimo successo dell'Onda nell'Ottocento, un secolo assai prolifico di vittorie per la contrada di Malborghetto, malgrado la prima "cuffia" ricevuta.

Novecento[modifica | modifica wikitesto]

Il Novecento regalò quasi subito una nuova vittoria all'Onda. Il 2 luglio 1902 Francesco Menchinelli detto Pallino su Ponona riportò il drappellone in via Duprè, dopo aver resistito per tutta la carriera alle violente nerbate di Chiccone e Picino, fantini rispettivamente del Bruco e del Leocorno, che cercavano di favorire la Lupa.[152] Dopo la carriera Chiccone, in risposta al duro trattamento da questi riservato a Pallino, fu colpito in faccia con un bastone da un ondaiolo: l'episodio scatenò un violento scontro tra ondaioli e brucaioli, seguito da una nuova rissa avvenuta pochi giorni dopo in occasione del giro della vittoria, tanto da costringere l'Onda a interrompere le celebrazioni.[153]

Gli anni successivi furono comunque poveri di festeggiamenti per l'Onda, per la quale si aprì un periodo sfortunato.

Alduino Emidi detto Zaraballe, protagonista del turbolento dopopalio del luglio 1908

Il 3 luglio 1908 all'Onda non fu sufficiente l'apporto dell'abile fantino Alduino Emidi detto Zaraballe, che sulla forte Gobba partiva alla mossa dalla prima posizione.[154] L'Onda, nettamente favorita, compì invece una carriera mediocre, mentre la vittoria arrise all'Oca con Picino su Stella. Gli ondaioli non digerirono la scialba corsa di Zaraballe: la notte dopo il Palio un folto gruppo di contradaioli si radunò sotto l'abitazione del fantino, che si trovava proprio in via Duprè, lanciando al suo indirizzo invettive, accuse e persino sassate. Zaraballe, affacciatosi alla finestra insieme alla moglie, tentò di giustificare la propria prestazione, ma, dopo che una delle pietre colpì la donna alla fronte, imbracciò il proprio fucile e sparò due colpi, uno dentro casa e l'altro in aria, al fine di spaventare la folla e richiamare in suo soccorso la forza pubblica. Intervennero di lì a poco un ufficiale del Corpo delle guardie di pubblica sicurezza e quattro carabinieri, che scortarono Zaraballe in questura, dove il fantino passò la notte a scopo precauzionale.[155][156]

I tumulti del 1908 furono comunque la spia del periodo nero dell'Onda. L'anno seguente, il 17 agosto 1909, si disputò il primo "Palio a sorpresa"[157] della storia. L'Onda ricevette in sorte il quotato storno di Adamo Mattii (già vittorioso tre anni prima per l'Aquila) e Angelo Meloni detto Picino, fantino di contrada dell'Oca.[158] Per l'Onda si materializzò una nuova corsa incolore da favorita, mentre la vittoria andò ancora all'Oca (per giunta con Zaraballe su Farfalla). L'episodio raffreddò particolarmente i rapporti fra i due rioni, alleati dalla prima metà del Seicento, sospettando l'Onda che Picino avesse ricevuto istruzioni dalla dirigenza dell'Oca di non ostacolare la vittoria di Fontebranda qualora egli avesse corso la carriera col giubbetto di un'altra contrada.[17]

Angelo Meloni detto Picino, vittorioso per l'Onda nel Palio di agosto 1930

Il 3 luglio 1910 si concretizzò una nuova delusione per l'Onda. La Tratta assegnò in sorte al rione biancoceleste la veloce Calabresella, la cui monta fu affidata a Guido Sampieri detto Fulmine. L'Onda partì prima, ma perse a breve il comando e il Palio.[159]

Ad agosto dello stesso anno Calabresella tornò nuovamente nell'Onda. Questa volta fu chiamato il quotato Alfonso Menichetti detto Nappa, che tuttavia non riuscì a riportare il cencio in Malborghetto.[160]

Nel 1912 la sorte regalò all'Onda un'altra grande cavalla, Gobba. Tuttavia, alla terza prova la cavalla si infortunò e, pur non venendo esclusa dal Palio, vide le proprie possibilità di vittoria compromesse.[161]

Anche gli anni successivi alla prima guerra mondiale portarono ulteriori delusioni all'Onda.

Il 2 luglio 1920 la contrada di Malborghetto, con Pirulino su Esperta, tra i cavalli favoriti, si piazzò seconda alle spalle del Nicchio.[162]

Un anno esatto dopo, il 2 luglio 1921, l'Onda, ancora con Pirulino, raccolse un nuovo secondo posto, tallonando per gran parte della carriera il Drago, che alla fine la spuntò con Testina su Crognolo.[163]

A luglio 1924 l'Onda, affidatasi inizialmente ad Alfredo Iacopini detto Grattapassere e poi a Domenico Leoni detto Moro, non poté prendere parte alla carriera per un infortunio del proprio cavallo durante le prove: nonostante l'incertezza fino al giorno della carriera, la dirigenza di Malborghetto ritenne opportuno astenersi per non compromettere la salute dell'animale.[164]

Fernando Leoni detto Ganascia, autore della vittoria ondaiola del luglio 1932

Ad agosto 1925 parve presentarsi l'occasione giusta per interrompere l'ormai ultraventennale digiuno: l'Onda ricevette alla Tratta la velocissima Lola, vittoriosa a luglio nel Valdimontone con Picino, e chiese all'alleata Oca di girarle quest'ultimo, puntando così a ricostituire il binomio vittorioso di Provenzano. Da Fontebranda giunse tuttavia un rifiuto, che costrinse l'Onda a ripiegare su Edoardo Furi detto Randellone (che su Lola aveva già corso quattro volte, vincendo nel 1923 per la Giraffa). Il Palio fu vinto dalla Chiocciola, la quale precedette proprio l'Onda dopo una lotta che aveva coinvolto anche il Valdimontone.[165]

Dopo il Palio la dirigenza ondaiola, in risposta al diniego dell'Oca di girarle Picino (e anche a seguito dei fatti del 1909), ruppe il plurisecolare rapporto di alleanza con Fontebranda, portandosi addirittura negli anni a seguire nell'orbita dello schieramento guidato dalla Torre, con la quale i contrasti si erano ormai sopiti da decenni.[17]

Nel 1928, dal 10 al 15 settembre,[166] si tenne a Siena il VI Festival internazionale di musica moderna e, su proposta della Federazione Provinciale Fascista dei Commercianti,[167] fu indetto un Palio straordinario per il giorno 13. L'Onda fu estratta tra le contrade partecipanti e ricevette alla Tratta la fortissima Giacca. Autore di una grande intuizione fu l'abile mangino ondaiolo Antonio Minutelli detto "Tono", che riuscì a strappare al Valdimontone il giovane Romolo Maggi detto Sgonfio. Mentre costui si trovava, nell'immediatezza della seconda prova, all'interno del Cortile del Podestà del Palazzo Pubblico con il barbaresco montonaiolo, Minutelli si posizionò dietro una finestra iniziando a gesticolare verso il fantino. L'ignaro Sgonfio rispose con gesti interrogativi, ma così facendo indusse nel barbaresco il sospetto che si fosse venduto all'Onda.[168] La circostanza fu ovviamente riferita alla dirigenza dei Servi,[169] che scaricò Sgonfio: la strategia di Minutelli aveva avuto successo, non rimanendo al fantino che indossare il giubbetto ondaiolo. La carriera (corsa il 14 settembre, a causa della pioggia caduta il giorno prima) si risolse in un nuovo duello con la Chiocciola, ma stavolta il cencio finì in via Duprè.[170] Per l'Onda si chiudeva un digiuno di 26 anni, durante il quale la contrada di Malborghetto aveva seriamente rischiato la seconda "cuffia" della propria storia (solo la Civetta, a secco dal 1893, non era riuscita a vincere dopo il successo ondaiolo del 1902). La Torre, ormai molto vicina all'Onda, la aiutò nell'allestimento della Festa della Vittoria.[17]

Giuseppe Gentili detto Ciancone su Lirio, durante il corteo storico del Palio del 2 luglio 1953. Con 12 Palii disputati (di cui 2 vinti) con il giubbetto dell'Onda, è il fantino che ha corso più carriere nella storia della contrada di Malborghetto

Due anni dopo, a luglio del 1930, le due contrade ricevettero in sorte i due cavalli migliori: Burattino finì nella Torre, mentre Lina toccò all'Onda. La Torre contava sull'aiuto dell'Onda per tornare alla vittoria (che le mancava dal 1910), ma a quest'ultima pervenne l'inattesa proposta di uno scambio di fantini da parte dell'Oca, che intendeva scongiurare la vittoria torraiola. L'Onda accettò, girando Sgonfio a poche ore dalla Prova Generale a Fontebranda, da cui giunse Picino. La Torre avvertì la mossa ondaiola come un tradimento e uno scontro durante la Prova Generale tra Picino e il fantino di Salicotto Smania fu sufficiente a far scoppiare un violento tafferuglio tra i due popoli.[171] L'Onda dichiarò la propria rivalità verso la Torre e si alleò nuovamente con l'Oca, entrando a far parte del formidabile schieramento, composto anche da Tartuca e Nicchio, denominato "TONO" (dalle iniziali delle quattro contrade che ne fecero parte).[17] La carriera finì rinviata al 3 luglio per pioggia e l'Onda conquistò la vittoria con il quasi cinquantenne Picino al suo tredicesimo e ultimo successo.

Alla carriera di Provenzano del 1932 (corsa il 3 luglio a causa del maltempo) il TONO puntò ancora sulla contrada biancoceleste, che aveva ricevuto in sorte alla Tratta la cavalla Gobba di Vescona, fra i migliori soggetti del lotto. Quale fantino giunse in Malborghetto la giovane promessa Fernando Leoni detto Ganascia, già vittorioso all'esordio ad agosto 1930 per la Tartuca. Fra le favorite di quella carriera vi era anche la Torre, la quale tentò di corrompere Ganascia con un falso telegramma recapitatogli poco prima dell'inizio della Passeggiata. Malgrado il fantino avesse subito ribadito la propria fedeltà alla dirigenza di Malborghetto, il fratello Nello, che lo accompagnava, fu trattenuto dagli ondaioli nella sala delle vittorie di via Duprè "a garanzia" della correttezza di Ganascia.[172][173] Questi, al termine di un acceso duello a nerbate con Napoletano nella Chiocciola,[174] conquistò per l'Onda il primo palio trasmesso per radio e raccontato dalla voce di Luigi Bonelli dai microfoni dell'EIAR.[175][176] Singolarmente, si trattava della terza vittoria consecutiva dell'Onda in un palio rinviato per maltempo.[174]

Nel 1934 la traumatica rottura tra Nicchio e Oca portò a conclusione il "TONO". Per l'Onda si aprì un nuovo digiuno di diciotto anni, complice anche la lunga pausa imposta al Palio dalla seconda guerra mondiale.

La vittoria sarebbe tornata solo a luglio del 1950, grazie al nuovo fantino di contrada Giuseppe Gentili detto Ciancone e alle strategie delle dirigenze contradaiole.

Giorgio Terni detto Vittorino (qui con lo zucchino della Chiocciola), che portò l'Onda alla vittoria nel luglio 1954

Nel Palio straordinario del 28 maggio di quell'anno, l'Istrice, con Il Biondo su Popa, era la grande favorita e la rivale Lupa si era affidata all'Onda, con Ciancone su Miranda, per fermare il binomio di Camollia:[177] Ciancone aveva ostacolato a nerbate il Biondo e per la Lupa il pericolo di una vittoria dell'avversaria era stato scongiurato.[178]

Il 2 luglio la contrada di Vallerozzi[179] ricambiò il favore. L'Onda, che confermava Ciancone sull'esordiente Gioia, rintuzzò gli attacchi di Rompighiaccio, fantino del Drago, grazie anche all'aiuto di Ranco, fantino della Lupa,[180] facendo suo il Palio di Provenzano. Continuando la tradizione inaugurata dal Nicchio in occasione della sua vittoria al Palio del 16 agosto 1932, l'Onda celebrò il successo pubblicando il primo Numero Unico della propria storia, "Lo sgabello".

Al successivo Palio di agosto l'Onda, con Ciancone stavolta su Bottarella (cavalla di proprietà del celebre Silvio Gigli), nutriva forti ambizioni di cappotto. In effetti, il binomio di Malborghetto partì nettamente primo, conducendo gran parte della carriera: ma stavolta Rompighiaccio, col giubbetto del Leocorno, ebbe la sua rivincita, superando l'Onda all'ultimo Casato e riportando il drappellone in Pantaneto[181] dopo ventuno anni.[182]

Il 16 agosto 1953 Ciancone, su Tarantella, era nuovamente il grande favorito per la vittoria. Il Palio finì invece nella Selva e gli ondaioli non perdonarono la nuova sconfitta a Ciancone.[183] Giuseppe Gentili, fantino di contrada dal 1950 e al quale l'Onda si era affidata per ben sette Palii consecutivi, fu così scaricato dal rione di Malborghetto.

In occasione del Palio del 2 luglio 1954,[184] mentre il "Professore" (com'era altresì soprannominato Ciancone) finì addirittura alla rivale Torre, l'Onda si affidò al giovane Giorgio Terni detto Vittorino, che aveva esordito l'anno precedente. In groppa all'inarrestabile Gaudenzia (che avrebbe vinto tutti e tre i Palii disputati quell'anno), Vittorino si aggiudicò per l'Onda il primo Palio trasmesso in televisione dalla Rai.[185][186]

Gli anni seguenti non portarono però nuovi successi all'Onda. Mentre anche Vittorino passò alla Torre (che avrebbe condotto alla vittoria nell'agosto del 1961), per l'Onda l'occasione di tornare al successo si ripresentò ad agosto del 1966, quando ebbe alla Tratta la veloce Sambrina. Affidatasi inizialmente a Peppinello, l'Onda richiamò proprio Ciancone in occasione della Provaccia.[187] Il Palio, rinviato al 17 agosto per tumulti, si concluse con la beffarda sconfitta dell'Onda, che perse la lotta con la Chiocciola, con Canapetta su Beatrice.[188]

L'accoppiata Ciancone-Sambrina si ripresentò con i colori biancocelesti nel luglio del 1969. Stavolta, il fantino di Manziana non deluse le attese degli ondaioli, vincendo il suo nono e ultimo Palio dopo aver condotto la carriera sin dalla mossa.[189]

Marasma e Miura in testa al Palio del 2 luglio 1980

Dopo un ultimo Palio con Ciancone, ormai all'epilogo della propria carriera paliesca, l'Onda voltò pagina. La fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta, infatti, erano stati contraddistinti dall'arrivo di numerosi fantini sardi, sulla scia del più celebre di tutti, Andrea Degortes detto Aceto. L'Onda si affidò al nuorese Antonio Zedde detto Valente, che il 2 luglio 1971 esordì al Palio proprio col giubbetto biancoceleste.

Ad agosto dell'anno seguente, Valente, in groppa al forte Orbello, riportò al successo l'Onda, sfruttando un errore di Aceto nell'Oca, partito in testa e caduto al terzo San Martino dopo aver battuto su un colonnino.[190] L'Onda rivinceva un Palio dell'Assunta dopo ben 102 anni (ultima vittoria il 15 agosto 1870).

Cianchino e Benito vittoriosi il 16 agosto 1985

Gli anni '70 non portarono ulteriori vittorie all'Onda, nel frattempo affidatasi ad un altro fantino, Adolfo Manzi detto Ercolino.

Si giunse così al Palio del 2 luglio 1980, carriera passata alla storia per la decisione dei capitani di far correre un lotto di cavalli di basso livello. L'Onda, a cui toccò in sorte l'esordiente Miura, vinse con il fantino Mauro Matteucci detto Marasma, al termine di una carriera dominata pressoché interamente dal rione biancoceleste.[191]

Marasma fu protagonista anche del Palio successivo, quando ostacolò in maniera decisiva nelle fasi della mossa la favorita Torre, con Spillo su Zalia.[192]

Nel 1984 l'Onda montò per la prima volta un altro grande protagonista di quegli anni, Salvatore Ladu detto Cianchino. In groppa a Benito, tra i più forti cavalli del Novecento, Cianchino conquistò per l'Onda il Palio dell'agosto 1985, in un'altra carriera condotta dalle prime battute alla conclusione dal rione di Malborghetto.[193]

A luglio dell'anno seguente, Cianchino su Amore sfiorò il bis per l'Onda, ma fu beffato a pochi metri dal bandierino dal Drago, con Falchino su Ogiva.[194]

Per l'Onda si aprì un decennio di digiuno, interrotto dalla carriera di luglio 1995. Fantino ondaiolo era di nuovo Cianchino, protagonista in quegli anni di un acceso dualismo con Il Pesse. L'Onda, con il potente Oriolu de Zamaglia, vinse un Palio condotto in testa sin dalla mossa, vanificando ogni tentativo di recupero della Pantera, con La Fanfara montata proprio dal Pesse.[195] Si trattava del primo Palio trasmesso in streaming su Internet,[195] che curiosamente l'Onda si aggiudicò dopo aver vinto nel 1932 e nel 1954 i primi Palii trasmessi rispettivamente per radio e televisione.

Fu l'ultimo successo nel Novecento per l'Onda, la quale sarebbe andata incontro ad un periodo sfortunato.

Duemila[modifica | modifica wikitesto]

Trecciolino su Ivanov durante la mossa della prima prova del vittorioso Palio del 2 luglio 2012

L'avvio del nuovo millennio si aprì per il rione di Malborghetto con una beffarda sconfitta. Nel Palio del 2 luglio 2002 l'Onda, con Salasso su Zilata Usa, si trovava a un passo dalla vittoria, ma l'urto del fantino contro il colonnino all'ultimo Casato consentì all'Istrice di strappare il cencio alla coppia biancoceleste.[196]

Sette cavalli esordienti consecutivi, dal Palio di luglio 2004 a quello di agosto 2009 (di tali soggetti, solo uno, Choci, ricevuto in sorte ad agosto 2005, avrebbe poi vinto un Palio, a luglio 2006, per la Pantera), e la sfortunata carriera del luglio 2010, culminata con l'infortunio del forte Giove Deus (montato da Scompiglio), in testa per due giri, a vantaggio della Selva, costrinsero l'Onda ad un difficile prosieguo del XXI secolo.

Ondaioli con il drappellone dipinto da Claudio Carli, vinto in occasione del Palio del 2 luglio 2012

Il digiuno fu interrotto in occasione del Palio del 2 luglio 2012 dalla coppia formata da Luigi Bruschelli detto Trecciolino e Ivanov, che conquistò la trentottesima vittoria ufficiale e mezza per l'Onda, al termine di una carriera condotta sin dalla mossa.

Poco più di un anno dopo, al Palio del 16 agosto 2013, l'Onda ricevette in sorte la quotata Morosita Prima e ne affidò la monta a Giovanni Atzeni detto Tittìa, che aveva portato alla vittoria l'Oca in occasione della carriera del 2 luglio precedente. Alla mossa il binomio di Malborghetto partì attardato, con Morosita Prima che inciampò sul canape,[197] affrontando la prima curva di San Martino in sesta posizione. Tittìa lanciò però la cavalla in una forte rimonta, tanto che l'Onda iniziò il secondo giro in terza posizione, per poi superare in prossimità della seconda curva di San Martino l'Oca e davanti alla Cappella di Piazza la Lupa, fino ad allora in testa. Da quel momento l'Onda non abbandonò più il comando della corsa, vincendo nettamente, a distanza di un anno dall'ultima affermazione, il suo secondo Palio del XXI secolo.

Porto Alabe durante il giro della vittoria, all'indomani del Palio del 16 agosto 2017. Come da tradizione, sui quarti posteriori del cavallo viene riportato il numero della vittoria ottenuta il giorno precedente dalla Contrada

Seguirono due anni senza successi, con l'Onda in piazza a luglio nel 2014 e in entrambe le carriere del 2015. A luglio 2015 fu vano il tentativo di Alberto Ricceri detto Salasso su Osama Bin di impedire il successo della rivale Torre con Andrea Mari detto Brio proprio su Morosita Prima, giunti primi all'ultimo bandierino davanti all'accoppiata ondaiola.

Dopo non aver calcato il tufo per alcuna delle carriere del 2016 (anche a causa di una squalifica[198] scontata ad agosto di quell'anno)[199], l'Onda tornò in piazza a luglio 2017, affidandosi ancora all'artefice della vittoria di tre anni prima, Tittìa, per montare il quotato Porto Alabe. Partita di rincorsa, tuttavia, la contrada di Malborghetto restò nelle retrovie per l'intera carriera.

Ad agosto, in occasione del Palio dedicato all'artista ondaiolo Giovanni Duprè,[135] la contrada biancoceleste ricevette in sorte nuovamente Porto Alabe, alla sua decima carriera consecutiva[200] ma ancora a secco di successi, e ne affidò la monta a Carlo Sanna detto Brigante. Partita dal terzo posto tra i canapi, l'accoppiata ondaiola lottò per gran parte della carriera contro la favorita Valdimontone, all'inseguimento della battistrada Chiocciola. All'inizio del terzo giro, Brigante lanciò Porto Alabe all'attacco, distanziando il Valdimontone e superando prima della curva di San Martino la Chiocciola. Il binomio di Malborghetto, a quel punto imprendibile per le inseguitrici, regalò all'Onda il terzo successo del XXI secolo.

Rapporti con le altre contrade[modifica | modifica wikitesto]

Rivalità[modifica | modifica wikitesto]

L'Onda riconosce come propria avversaria[201] la Torre. Quest'ultima, tuttavia, non fa altrettanto, rendendo così quella fra i rioni di Malborghetto e di Salicotto l'unica rivalità unilaterale nell'odierna compagine contradaiola senese.[202]

Si tratta comunque dell'inimicizia attuale di cui esista la più antica documentazione, risalente almeno alla prima metà del XVII secolo.[203]

Violenti tafferugli tra i due popoli si registrarono già nel 1622, verosimilmente per divergenze di confine.[17] In effetti, è probabile che ad alimentare la rivalità fossero, almeno all'inizio, proprio la vicinanza territoriale e la condivisione di Piazza del Mercato, che divenne il principale luogo di confronto fra i due popoli.[17]

Torre e Onda (prima e terza da destra) tra i canapi in occasione di una prova del Palio di agosto 2000

Un nuovo scontro ebbe luogo nel 1641.[17] Quell'anno, in occasione dell'asinata indetta per il 15 agosto dal principe Mattias de' Medici, l'Onda subì un grave smacco da parte dei torraioli. Ricevuto infatti l'asino, gli uomini di Malborghetto lo affidarono alla Torre, che ne promise la restituzione in tempo per la corsa. Ma la contrada di Salicotto non fece fede alle proprie promesse[204] e, al danno di non poter partecipare, si aggiunse per l'Onda la beffa della vittoria proprio della Torre.[205]

Piazza del Mercato, a Siena, con al centro il "Tartarugone". Ricompresa per metà (lato sinistro nella foto) nel territorio torraiolo e per l'altra metà (lato destro nella foto) in quello ondaiolo, la piazza è stata sovente teatro di scontri fra i popoli delle due contrade, documentati fin dal Seicento

In risposta, tempo dopo un gruppo di ondaioli sottrasse un tamburo di ottone alla Torre,[41] che ne avrebbe chiesto invano per molti anni la restituzione.[17]

I tumulti del 1641 dovettero destare forte preoccupazione per l'ordine pubblico, se nel giugno del 1642 le autorità vietarono ai capitani delle due contrade di presenziare fino a nuovo ordine alle Feste cittadine,[203] prevedendo altresì il supplizio della fune per i contradaioli che avessero dato vita a ulteriori disordini.[206]

Ma i provvedimenti pubblici produssero deterrenza solo nell'immediato, poiché i due popoli tornarono a fronteggiarsi nel 1655,[207] nel 1668[203] e nel 1679,[207] facendo da preludio ai due drammatici episodi che si sarebbero registrati nei successivi decenni.

Al Palio del 2 luglio 1688 l'Onda fu duramente ostacolata dalla Torre, il cui fantino ne trattenne per le redini il cavallo al Casato, consegnandolo poi a un alfiere torraiolo. Per vendetta, al termine della carriera un ondaiolo impugnò un'alabarda, con cui colpì a morte l'alfiere di Salicotto.[41] Mentre l'ondaiolo scampò all'arresto dandosi alla fuga, i rapporti tra i due popoli si fecero tesissimi, con i proprietari delle case e i datori di lavoro di una contrada che procedettero a sfratti e a licenziamenti degli inquilini e dei dipendenti dell'altra.[17][208]

Nel 1713, i due rioni furono nuovamente protagonisti di un fatto di sangue. Il 26 luglio di quell'anno, in occasione della Festa titolare della Torre, scoppiò un alterco tra un ondaiolo, tale Giovanni Pierucci, e il torraiolo Orazio Mannotti, all'epoca "capo truppa" e già capitano della contrada. Pierucci fu schiaffeggiato dal Mannotti e allontanato da Salicotto, ma per vendetta attese che il torraiolo rientrasse a casa per colpirlo una pugnalata.[41] La vittima sopravvisse. L'aggressore si rifugiò nella chiesa di San Salvadore per poi fuggire da Siena, scampando al linciaggio a cui sarebbe probabilmente incorso da parte di un nutrito gruppo di torraioli armati che, saputo il fatto, avevano invaso Malborghetto.[41] Fu necessario l'intervento delle autorità, che, al fine di chiudere una volta per tutte una rivalità ormai divenuta cruenta oltre ogni limite, imposero ai due rioni un accordo di pace. La riconciliazione, dopo il voto favorevole di ambedue le assemblee di contrada, fu ufficializzata con un rogito notarile del successivo 10 agosto[209] e con un gesto simbolico: la restituzione alla Torre del tamburo di ottone, che l'Onda affidò, per la riconsegna, al castellano della Fortezza.[17][41] Pare che fu proprio in quell'occasione, dietro suggerimento dello stesso castellano,[41] che l'Onda avrebbe deciso di mutare i colori della bandiera, fino ad allora bianca a nera, negli odierni bianco e celeste.[40]

Malgrado alcuni contrasti a livello prettamente paliesco, i due secoli successivi videro un progressivo miglioramento dei rapporti fra l'Onda e la Torre, anche per l'intensificarsi della rivalità fra quest'ultima e l'Oca.[210]

Il massimo attrito tra le due contrade si registrò in occasione del Palio del 2 luglio 1811. L'Onda, con Caino, giunse al secondo posto, dietro alla Torre con Pettiere. Al termine della carriera sorse un nutrito diverbio tra i popoli delle due contrade, sostenendo gli ondaioli che la Torre avesse compiuto solo due giri. Ambedue le contrade si recarono in Provenzano per il Maria Mater Gratiae e solo l'indomani la Torre, dopo che il maire[211] Giulio Ranuccio Bianchi ebbe deciso in suo favore, poté ricevere il Drappellone.[17][212][213]

Il XIX secolo proseguì in tono di normalità per i rioni di Malborghetto e di Salicotto, che sovente ricorsero ai medesimi fantini nello stesso anno.[17]

Ai primi del Novecento, dopo i fatti del 1909 e del 1925 che avevano portato alla momentanea fine dell'alleanza tra Oca e Onda, quest'ultima si avvicinò decisamente alla Torre. L'inattesa alleanza de facto culminò con l'aiuto che i torraioli prestarono agli ondaioli in occasione dell'allestimento della Festa della vittoria del Palio del 28 settembre 1928.

Al Palio di luglio 1930 si presentò l'occasione per rinsaldare i rapporti tra l'Onda e la Torre. Quest'ultima, a secco di vittorie dal 1910, aveva ricevuto in sorte il veloce Burattino e per tornare al successo confidava sull'aiuto dell'Onda, che poteva contare su Lina, altra cavalla molto quotata. Al fine di scongiurare la vittoria torraiola, intervenne l'Oca, la quale, con il proprio storico dirigente Ettore Fontani, propose all'Onda uno scambio di fantini. La dirigenza ondaiola accettò e Romolo Maggi detto Sgonfio, fantino che aveva portato l'Onda al successo nel 1928, passò all'Oca, da cui giunse il blasonatissimo Angelo Meloni detto Picino.[171]

Lo scambio di monte fu avvertito come un tradimento dai torraioli e uno scontro tra Picino e Leopoldo Torzoni detto Smania, fantino di Salicotto, durante la Prova Generale bastò a provocare una violenta rissa tra i due popoli.[171]

L'Onda vinse quel Palio ed entrò a far parte della rete di alleanze comprendente Oca, Tartuca e Nicchio e denominata "TONO" (dalle iniziali delle quattro contrade). Ma, soprattutto, da quel momento l'Onda tornò a riconoscere la Torre quale propria rivale.

A tale dichiarazione non ha fatto seguito nulla di analogo da parte della Torre: la contrada di Salicotto infatti non ha più considerato l'Onda quale propria avversaria ufficiale, concentrandosi esclusivamente sulla rivalità con l'Oca.[17]

Detto contesto ha prodotto una rivalità dai connotati del tutto particolari. Da un lato, l'Onda dà molta rilevanza alla rivalità con la Torre: ne hanno fornito dimostrazione, tra gli altri episodi, il durissimo ostacolo di Mezz'etto, fantino ondaiolo, al torraiolo Vittorino durante la mossa del Palio straordinario del 4 settembre 1960;[217] o, ancor più, con il decisivo impedimento compiuto da Marasma ai danni di Pier Camillo Pinelli detto Spillo, fantino della Torre, durante la mossa del Palio di agosto del 1980, a seguito del quale il territorio dell'Onda fu invaso da centinaia di irati contradaioli della Torre.[192]

Dall'altro lato, invece, la Torre considera l'Oca quale unica propria nemica, guardando all'Onda tutt'al più come ad una "vicina molesta".[218] Non a caso, nel Numero Unico edito dalla Torre in occasione della propria vittoria dell'agosto 1961 (patita dall'Onda come una vera e propria "purga")[219][220] non appaiono riferimenti all'Onda, venendo unicamente schernita l'Oca.[17] Ancor più eloquente fu quanto accadde in occasione del Palio dell'agosto 1972, quando l'Onda vinse approfittando della caduta al terzo San Martino del fantino ocaiolo Aceto: sollevati per la sconfitta degli arcirivali, i torraioli celebrarono la vittoria dei biancocelesti.[218]

Alleanze[modifica | modifica wikitesto]

L'Onda intrattiene attualmente rapporti di alleanza[221] con tre contrade: Nicchio, Tartuca e Valdimontone.

Antichissime sono le alleanze con il Nicchio, in auge dal 1684, e con il Valdimontone, risalente al 1781.[203][222] Particolare è il fatto che queste due contrade siano tra loro avversarie,[223] pur non essendolo all'epoca in cui divennero alleate dell'Onda. Anzi, allorché la contrada di Malborghetto si alleò con il Valdimontone, fra quest'ultimo e il Nicchio vigeva un'alleanza nata nel settembre 1685.[224]

Il deterioramento dei rapporti tra la contrada dei Pispini[225] e quella dei Servi,[169] intensificatosi nell'Ottocento e soprattutto nella seconda metà del Novecento, non ha influito sulle relazioni fra i due rioni e l'Onda.

L'alleanza con la Tartuca è invece molto più recente, essendo stata formalizzata solo nel 1933,[203] anche se di fatto esistente sin dal 1930, quando l'Onda, insieme al rione di Castelvecchio,[226] al Nicchio e all'Oca, dette vita al formidabile patto d'alleanza passato alla storia come TONO.

Inoltre, fino al 1966, l'Onda ha intrattenuto una forte alleanza con l'Oca. Trattavasi peraltro di un legame molto antico, risalendo almeno al 1643, anno in cui l'Onda vinse il Palio alla tonda del 7 maggio e, subito dopo, il suo popolo si recò per i festeggiamenti nel territorio dell'alleata Oca.[83]

Dopo oltre due secoli e mezzo di ininterrotta alleanza, le relazioni tra le due contrade si raffreddarono notevolmente in occasione del Palio a sorpresa del 17 agosto 1909. L'Onda aveva ricevuto in sorte il veloce storno di Adamo Mattii e il fantino più quotato del lotto, Angelo Meloni detto Picino, fantino di Contrada dell'Oca. La carriera di Picino fu però mediocre e mai l'Onda insidiò la corsa della vittoriosa Oca. Il forte sospetto di un previo accordo tra Picino e l'Oca condusse la dirigenza ondaiola a vibranti proteste contro il rione di Fontebranda.[17]

Sedici anni dopo, al Palio di agosto 1925, l'Onda, che aveva ricevuto in sorte la fortissima Lola, chiese Picino all'Oca. Da Fontebranda giunse un rifiuto e, mentre la Chiocciola vinse il Palio, l'Onda dichiarò la rottura della plurisecolare alleanza con l'Oca.

Nuovamente Picino sarebbe stato protagonista, nel luglio 1930, stavolta del ravvicinamento tra le due contrade, con il citato scambio di monte tra Oca e Onda e la seguente vittoria biancoceleste.

La fine del TONO nel 1934 e la conseguente rivalità tra Oca e Nicchio non guastarono i rapporti dell'Onda con l'Oca. Le due contrade, condividendo anche la rivalità con la Torre, proseguirono una proficua collaborazione, tuttavia terminata bruscamente al Palio di agosto 1966.

I fatti di quel Palio affondano le proprie radici in quello di agosto del 1961, quando vinse la Torre, entrata di rincorsa approfittando dell'Oca al nono posto tra i canapi rigirata, con Giuseppe Gentili detto Ciancone su Capriola. A fine Palio, il fantino fu malmenato dagli ocaioli e non osò ripresentarsi più a Siena per molto tempo.[227]

Ma nel 1966 fu proprio l'Onda a richiamare Ciancone (a tredici anni dall'ultimo Palio corso da Gentili per l'Onda) per montare la favorita Sambrina. Il fantino di Manziana giunse alla Provaccia e lo storico barbaresco dell'Oca Enrico Brandani detto Bobo, quando lo riconobbe nell'Entrone, lo colpì con un pugno.[228] Lo screzio suscitò la reazione del barbaresco ondaiolo e di lì a poco uno scontro tra ocaioli e ondaioli, che indusse l'Onda a chiudere definitivamente l'alleanza con l'Oca.[229]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Vittorie[modifica | modifica wikitesto]

Vittorie ufficiali[modifica | modifica wikitesto]

Le seguenti sono le vittorie riconosciute ufficialmente all'Onda dal Comune di Siena e attestate nell'Albo delle vittorie del Palio di Siena.

N° vittoria Data Fantino Cavallo
1 2 luglio 1671 Bacchino Cavallo del pievano di Rosia
2 7 giugno 1676 Bacchino Barberino
3 2 luglio 1692 Monco ?
Vittorie nel XVII secolo: 3
4 2 luglio 1703 Giuseppe Galardi detto Pelliccino Leprino di Buonconvento
5 2 luglio 1709 Pier Maria Leardo della Posta di Siena
5 ½ 16 agosto 1713 Giovan Battista Pistoi detto Cappellaro Barbarino
6 ½ 16 agosto 1714 Morino Morello della Posta di Siena
7 ½ 3 luglio 1757 Antonio Giovannetti detto Bastianone Trappolino
8 ½ 2 luglio 1779 Mattia Mancini detto Bastiancino Stornello di Stefano Ricci
9 ½ 16 agosto 1779 Giuseppe Brecchi detto Brecchino Baio di Pietro Nepi
10 ½ 18 agosto 1783 Isidoro Bianchini detto Dorino Morello bruciato di Lodovico Dei
11 ½ 2 luglio 1784 Isidoro Bianchini detto Dorino Baio scuro di Lorenzo Bazzani
12 ½ 2 luglio 1790 Isidoro Bianchini detto Dorino Baio chiaro di Giuseppe Manetti
Vittorie nel XVIII secolo: 91/2
13 ½ 16 agosto 1802 Matteo Marzi detto Mattiaccio Novano
14 ½ 2 luglio 1810 Niccolò Chiarini detto Caino Morello balzano di Stanislao Pezzuoli
15 ½ 2 luglio 1819 Filippo Rossi detto Vecchia Morello di Galgano Parronchi
16 ½ 16 agosto 1825 Niccolò Chiarini detto Caino Morello maltinto di Giovanni Bianciardi
17 ½ 15 agosto 1848 Francesco Santini detto Gobbo Saragiolo Storno di Assunto Grassellini
18 ½ 16 agosto 1849 Francesco Santini detto Gobbo Saragiolo Morello di Leonardo Barbetti
19 ½ 17 agosto 1851 Antonio Guasqui detto Folaghino Morella con piccola stella di Santi Franci
20 ½ 15 agosto 1856 Angiolo Fabbri detto Spagnoletto Morello di Guglielmo Micheli
21 ½ 27 aprile 1860 Giuseppe Buoni detto Figlio di Bonino Morello stellino di Federigo Bandini
22 ½ 28 settembre 1862 Mario Bernini detto Bachicche Morello di Santi Franci
23 ½ 2 luglio 1868 Pietro Locchi detto Paolaccino Storno di Luigi Grandi
24 ½ 15 agosto 1870 Pietro Locchi detto Paolaccino Baia di Leopoldo Venturini
25 ½ 3 luglio 1892 Ulisse Betti detto Bozzetto Baia striscia in fronte di Genesio Sampieri
26 ½ 29 maggio 1893 Ulisse Betti detto Bozzetto Baia marrone di Vincenzo Ramalli
Vittorie nel XIX secolo: 14
27 ½ 2 luglio 1902 Francesco Menchinelli detto Pallino Ponona
28 ½ 14 settembre 1928 Romolo Maggi detto Sgonfio Giacca
29 ½ 3 luglio 1930 Angelo Meloni detto Picino Lina
30 ½ 3 luglio 1932 Fernando Leoni detto Ganascia Gobba di Vescona
31 ½ 2 luglio 1950 Giuseppe Gentili detto Ciancone Gioia
32 ½ 2 luglio 1954 Giorgio Terni detto Vittorino Gaudenzia
33 ½ 2 luglio 1969 Giuseppe Gentili detto Ciancone Sambrina
34 ½ 16 agosto 1972 Antonio Zedde detto Valente Orbello
35 ½ 2 luglio 1980 Mauro Matteucci detto Marasma Miura
36 ½ 16 agosto 1985 Salvatore Ladu detto Cianchino Benito III
37 ½ 2 luglio 1995 Salvatore Ladu detto Cianchino Oriolu de Zamaglia
Vittorie nel XX secolo: 11
38 ½ 2 luglio 2012 Luigi Bruschelli detto Trecciolino Ivanov
39 ½ 16 agosto 2013 Giovanni Atzeni detto Tittìa Morosita Prima
40 ½ 16 agosto 2017 Carlo Sanna detto Brigante Porto Alabe
Vittorie nel XXI secolo: 3

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

  • Il fantino più vittorioso per l'Onda nella storia del Palio è Dorino con 3 successi[126]. Seguono Bacchino, Caino, il Gobbo Saragiolo, Paolaccino, Bozzetto, Ciancone e Cianchino con 2.
  • Ciancone è anche il fantino che ha corso più Palii per l'Onda: 12.[126]
  • Sono 25 i fantini che hanno esordito correndo nell'Onda. Uno solo di essi riuscì a vincere in occasione del debutto con il giubbetto biancoceleste: Spagnoletto, il 15 agosto 1856.[231]
  • Nessun cavallo ha mai vinto più di un Palio per l'Onda.
  • Il barbero di cui sia accertato il maggior numero di Palii corsi per la contrada di Malborghetto è Montalcino, con quattro carriere disputate fra 1711 e il 1717.[232] A partire dal XX secolo, quello ha corso più carriere è Porto Alabe, con 3 Palii disputati, di cui uno vinto.[233]
  • L'Onda ha "fatto cappotto", cioè ha vinto entrambi i Palii ordinari dello stesso anno, una volta, nel 1779.
  • Con 40 vittorie e mezza, l'Onda è all'ottavo posto tra le contrade per numero di Palii vinti.
  • L'Onda ha vinto 35 e ½ Palii ordinari (ripartiti nel numero di 21 a luglio e 14 e ½ ad agosto) e 5 Palii straordinari.
  • L'Onda non ha mai vinto con il cavallo scosso.
  • L'Onda ha ricevuto una volta la "cuffia" (cioè, è stata la contrada che non vinceva da più tempo), dal 16 luglio 1887 (quando la ricevette dalla Giraffa)[234] al 3 luglio 1892 (quando la cedette alla Pantera).[235]
  • Il periodo più lungo senza vittorie per l'Onda fu dal 16 agosto 1714 al 3 luglio 1757, per un totale di 42 anni, 10 mesi e 16 giorni. Nello stesso periodo, la contrada stabilì il suo record negativo di Palii persi consecutivamente: 43.[236]

Vittorie attribuite[modifica | modifica wikitesto]

L'Onda si attribuisce 46 vittorie e mezza, sei in più rispetto a quelle riconosciutele dal Comune[69]:

N° vittoria Data Fantino Cavallo Note
1 15 agosto 1581 un ragazzo piccolo ? Palio alla lunga[66]
2 14 luglio 1641 ? ? Palio con 8 contrade, voluto dal principe Mattias de' Medici, governatore di Siena, per celebrare il compleanno del fratello Ferdinando II, granduca di Toscana.[81] Un'altra fonte lo attribuisce alla Torre.[237]
3 9 maggio 1643 ? ? Palio indetto dalla Balìa per celebrare il compleanno del principe Mattias de' Medici, governatore di Siena[82]
4 2 luglio 1666 Pier Domenico da Barberino ? Palio con 16 contrade, che l'Onda si attribuisce sulla base di una delibera del 1669, contenuta nel proprio archivio, nella quale si dispone la vendita dei premi di questo e del Palio vinto nel 1669. Il dato trova conferma anche nell'archivio dell'Oca.[87]

Altre fonti attribuiscono il Palio al Leocorno, al Nicchio e al Valdimontone.[87]

5 2 luglio 1669 Pier Domenico da Barberino ? Palio attribuito per gli stessi motivi di quello del 1666.
Altre fonti lo attribuiscono all'Istrice e alla Torre.[87]
6 2 luglio 1679 Bacchino ? Palio con 13 contrade, non riconosciuto dal Comune.[238]

Altre vittorie[modifica | modifica wikitesto]

Seguono le vittorie documentate dell'Onda in manifestazioni diverse dal Palio alla tonda disputato in Piazza del Campo a Siena o da quello alla lunga.

Tipologia Data Note
Palio rionale 6 agosto 1581 Carriera indetta dalla Torre[65]
Bufalata 25 luglio 1599 Prima bufalata, organizzata dalla Torre[71]
Bufalata 1609 -
Asinata 1612 Asinata indetta per volere del granduca Cosimo II de' Medici[74]
Gioco delle pugna 1614 Pugna vinta insieme ad Aquila, Pantera e Selva[77]
Bufalata 1623 -
Bufalata 1630 -
Bufalata 1639 Bufalata con 21 contrade, indetta dal Leocorno[80]
Palio di Cetinale 17 settembre 1684 Palio indetto dalla famiglia Chigi a Villa Cetinale, presso Sovicille[92]

Masgalano[modifica | modifica wikitesto]

Esibizione della Comparsa dell'Onda prima del Palio, presso il cortile del Palazzo Reale
Lo stesso argomento in dettaglio: Masgalano.

L'Onda ha vinto per quattro volte[239][240] il Masgalano, premio destinato alla Comparsa ritenuta dall'apposita giuria la migliore per eleganza, dignità di portamento e coordinazione nella Passeggiata che precede ciascuno dei due Palii disputati nello stesso anno.

Numero Palio/
Anno[241]
Committente Autore Dedica
1 16 agosto 1955 Comitato Amici del Palio Bottega orafa italiana -
2 1977 Banca Monte dei Paschi di Siena Oscar Staccioli III centenario della nascita di Sallustio Bandini
3 1989 CNA - Siena artigiani senesi -
4 2000 Consorzio elettricisti senesi Vittoria Marziari Donati XXV anniversario della fondazione del CEIS

Minimasgalano[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal 1973, nel mese di ottobre si celebra la manifestazione del "Minimasgalano", nata su iniziativa della Torre e riservata ai bambini di tutte le contrade che alla data del 31 ottobre dell'anno in corso non abbiano ancora compiuto 14 anni.

Una giuria di sei membri (tutti facenti parte del Comitato Amici del Palio) valuta la comparsa di ogni contrada, composta da un tamburino e due alfieri, i quali si esibiscono in Piazza del Campo nelle fasi previste per l'assegnazione del Masgalano.[242]

L'Onda si è aggiudicata il premio due volte.

Numero Anno Committente Autore
1 1985 Società Giovani Torraioli Laboratorio La Giara
2 2000 Contradaioli extramoenia di Firenze Mauro Conti

Numeri Unici[modifica | modifica wikitesto]

Il Numero Unico è una speciale pubblicazione con cui tradizionalmente una contrada celebra la vittoria di un Palio.

Il primo Numero Unico fu pubblicato dal Nicchio in seguito alla sua vittoria al Palio del 16 agosto 1932. Buona parte dei successivi Palii disputati negli anni '30 e tutti i Palii disputati a partire dal secondo dopoguerra sono stati celebrati dalla contrada vincitrice con la pubblicazione di un Numero Unico.[243]

Dai primi esemplari, piccoli opuscoli consistenti di poche decine di pagine, si è progressivamente giunti a veri e propri libri arricchiti da centinaia di fotografie e contenenti articoli sulla carriera vittoriosa e sui suoi protagonisti, pillole sulla storia della contrada e gli immancabili scherni all'eventuale avversaria.

Il primo Numero Unico dell'Onda fu "Lo sgabello", edito a celebrare la vittoria del 2 luglio 1950.

Ad oggi l'Onda ha pubblicato dieci Numeri Unici, l'ultimo in occasione della conquista del Palio del 16 agosto 2017.[244]

Numero Palio Titolo
1 2 luglio 1950 Lo sgabello
2 2 luglio 1954 Teleondata
3 2 luglio 1969 Il polverone
4 16 agosto 1972 Un Palio, una Contrada
5 2 luglio 1980 La GiocOnda
6 16 agosto 1985 Onda Capital
7 2 luglio 1995 Oltre
8 2 luglio 2012 L'Onda perfetta
9 16 agosto 2013 Tranquilli c'è anche agosto / Generazione Onda
10 16 agosto 2017 La Linea d'Onda

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Come tutte le altre contrade, l'Onda pubblica, di regola due volte l'anno, un periodico: "Malborghetto",[245] edito dal 1963.[246]

Oltre al periodico, la contrada ha realizzato nel corso della sua storia svariate pubblicazioni.[247]

Iniziative[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal 1978, l'Onda organizza "Ondeon", manifestazione teatrale aperta ai bambini di tutte le contrade.[248] L'evento va in scena a cadenza biennale presso il Teatro dei Rozzi di Siena ed è giunto nel 2023 alla sua ventiquattresima edizione.[249]

Squalifiche[modifica | modifica wikitesto]

L'Onda ha subito due squalifiche nella propria storia.[250]

La prima le fu inflitta nel 1988, a seguito di uno scontro tra ondaioli e torraioli avvenuto in occasione della Prova Generale del Palio dell'agosto di quell'anno, durante il quale un ondaiolo colpì un vigile urbano intervenuto per sedare la mischia.[17][251] La squalifica fu di un Palio e l'Onda la scontò nella carriera di luglio del 1990, quando avrebbe dovuto correre di diritto.[252]

La seconda fu motivata sulla base di un tafferuglio scoppiato tra ondaioli e torraioli in occasione del Palio del 17 agosto 2015.[198] Anche in questo caso la sanzione fu di un Palio di squalifica, che l'Onda scontò in occasione della carriera del 16 agosto 2016, quando pure era stata estratta.[199]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Quello fra Onda e Torre rappresenta un caso unico nelle dinamiche paliesche, essendo la sola rivalità unilaterale: l'Onda, infatti, non viene riconosciuta ufficialmente come avversaria dalla Torre. Cfr: Comune di Siena (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2019).
  2. ^ L'editto denominato Bando di Violante di Baviera fu bandito ufficialmente il giorno 7 gennaio 1730, successivamente all'approvazione da parte della Consulta del Governo della relazione denominata "Nuova divisione dei confini tra le Contrade", consegnata alla Balìa in data 13 settembre 1729. Testo integrale: I confini delle Contrade, su ilpalio.siena.it. URL consultato il 19 settembre 2010.
  3. ^ Girolamo Gigli, Diario Sanese, in cui si veggono tutti gli avvenimenti della città, e stato di Siena, con la notizia di molte nobili famiglie di Essa. Parte seconda, 1ª ed., Leonardo Venturini, 1723.
  4. ^ Alberto Fiorini, Strade di Siena, Pisa, Pacini Editore, 2017, pp. 177 ss., ISBN 8869952118.
  5. ^ Rivalità storica, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 5 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2011).
  6. ^ Mino Capperucci e Odoardo Piscini, Il Palio raccontato. Bibliografia ragionata e ragionevole sul Palio di Siena, Empoli, Ibiskos Editrice Risolo, 2008, p. 15, ISBN 8854604151.
  7. ^ Orlando Papei e Luca Bichi, Osterie e locande dei secoli passati, su ilpalio.org. URL consultato il 3 febbraio 2011.
  8. ^ a b c Territorio, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 3 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2011).
  9. ^ a b c d Onda: il territorio, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 3 febbraio 2011.
  10. ^ Rientra nel territorio dell'Onda il lato sinistro del Casato di Sotto, provenendo da Piazza del Campo. Il lato destro appartiene, invece, all'Aquila.
  11. ^ Ricade nel territorio dell'Onda il lato sinistro di via di San Pietro, tra il Casato di Sopra e l'arco di Sant'Agostino. Il lato di via di San Pietro frontistante a quello appartenente all'Onda ricade, invece, in territorio tartuchino.
  12. ^ È ricompreso nel territorio ondaiolo il lato sinistro di via di Sant'Agata, partendo dall'arco di Sant'Agostino fino all'arco di San Giuseppe. L'altro lato appartiene alla Tartuca.
  13. ^ Appartiene all'Onda il lato di piazza del Mercato adiacente a Via Duprè. Il lato adiacente a via di Salicotto costituisce, invece, parte del territorio torraiolo.
  14. ^ I confini della Tartuca, su Contrada della Tartuca. URL consultato il 14 giugno 2012.
  15. ^ Roberto Filiani, Natale Zaffaroni, Con la rivale in campo (1990-1999), Siena, Il Leccio, 2002, ISBN 88-86507-78-X.
  16. ^ La gastronomia e i suoi vicoli curiosi - 6. Piazza del Mercato, su Comune di Siena. URL consultato il 3 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2005).
  17. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Roberto Filiani, Natale Zaffaroni, Con la rivale in campo (1960-1989), Siena, Il Leccio, 2003, ISBN 978-88-86507-87-5.
  18. ^ Giulia Maestrini, Decisione storica del Comune di Siena, la Civetta festeggerà la vittoria in Piazza del Campo, su Siena Free, 9 settembre 2009. URL consultato il 4 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2016).
  19. ^ È "protettore" chi, contradaiolo o meno, sulla base di un impegno morale, partecipa alla vita della contrada con una periodica contribuzione in denaro, dall'importo non inferiore a quanto stabilito dal competente organo contradaiolo.
  20. ^ a b Statuto (PDF), su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 6 aprile 2024.
  21. ^ a b c d e Info Contrade - Onda, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 febbraio 2011.
  22. ^ I musei di Contrada, su Il Palio.org. URL consultato il 5 febbraio 2011.
  23. ^ I percorsi di visita, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 5 luglio 2019.
  24. ^ La Sede Museale, su Contrada Capitana dell'onda. URL consultato il 6 aprile 2024.
  25. ^ I "paliotti" (o "cavallini") consistono in raffigurazioni artistiche o disegni tesi a sintetizzare Palii del passato o a rappresentarne uno o più momenti salienti. Tradizione mai del tutto sopitasi a Siena, assumevano una grande importanza nella ricostruzione delle carriere prima dell'affermazione della fotografia e della cinematografia. Per approfondire: Roberto Filiani e Orlando Papei, I cavallini ovvero i disegni delle vittorie, su Il Palio.org. URL consultato il 5.07-2019.
  26. ^ Ogni contrada senese dispone di un oratorio. La relativa officiatura è affidata ad un sacerdote, che ha il titolo di "correttore" (cfr.: L'Oratorio, su palio.comune.siena.it, Sito ufficiale del Palio di Siena. URL consultato il 5 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2007).
  27. ^ a b c Simonetta Losi, Il restauro, l'arte e la memoria (PDF), su Malborghetto, marzo 2007, p. 3. URL consultato il 21 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  28. ^ a b c La Chiesa, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 5 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2013).
  29. ^ a b c d Il Palio di Siena - Le 17 Contrade - Onda, su Comune di Siena. URL consultato il 5 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2011).
  30. ^ a b c Il Chiesino, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 5 luglio 2019.
  31. ^ Il battesimo contradaiolo è la cerimonia laica che si svolge una volta all'anno presso tutte le contrade, in occasione della festa titolare. Viene officiata dal Priore della contrada, che bagna leggermente la fronte del battezzando con l'acqua della fontanina, legge la formula di rito e gli consegna una pergamena e il fazzoletto. Da quel momento, il battezzato è indissolubilmente legato per il resto della propria vita alla contrada.
  32. ^ a b Statuto della Società (PDF), su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 5 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2007).
  33. ^ Duccio Balestracci, Il Palio di Siena - Una festa italiana, Roma-Bari, Editori Laterza, 2019, pp. 207-213, ISBN 9788858136218.
  34. ^ Contrada Onda: Agenda dicembre 2010, su Eventi Siena. URL consultato il 5 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  35. ^ a b c d Giovanni Antonio Pecci, Onda: le Compagnie Militari, su Relazione distinta delle quarantadue contrade solite far comparsa agli spettacoli, nelle quali vien distribuito tutto il popolo di Siena, Betti, 1723. URL consultato il 5 febbraio 2010.
  36. ^ AA.VV., Il Palio - La festa della città, a cura di Alessandro Falassi e Luca Betti, Siena, Betti Editrice, 2010, p. 96, ISBN 8886417993.
  37. ^ Araldica della Contrada Capitana dell'Onda, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato l'11 giugno 2012.
  38. ^ Duccio Balestracci, Il Palio di Siena - Una festa italiana, Roma-Bari, Editori Laterza, 2019, p. 59, ISBN 9788858136218.
  39. ^ Giovanni Mazzini, Il microcosmo araldico, in AA.VV., Il Palio - La festa della città, a cura di Alessandro Falassi e Luca Betti, Siena, Betti Editrice, 2010, p. 72, ISBN 8886417993.
  40. ^ a b Alberto Fiorini, Storia del Palio per immagini, Ospedaletto, Pacini Editore, 2017, p. 92, ISBN 978-88-6995-339-2.
  41. ^ a b c d e f g Simonetta Losi, A viva voce esclamavano: Pace! Pace!, in 16 agosto 1713. Il Palio a mezzo, Monteriggioni, Tipografia Torchio, 2014, pp. 109-120.
  42. ^ Le altre sette contrade sono l'Aquila, il Bruco, il Nicchio e l'Oca (che vantano il titolo di "Nobile"), nonché la Civetta ("Priora"), la Giraffa ("Imperiale") e l'Istrice ("Sovrana").
  43. ^ Mino Capperucci e Odoardo Piscini, Il Palio raccontato. Bibliografia ragionata e ragionevole sul Palio di Siena, Empoli, Ibiskos Editrice Risolo, 2008, p. 8, ISBN 8854604151.
  44. ^ a b c d Cenni Storici, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 3 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2011).
  45. ^ Il Capitano di Giustizia fu un antico organo di magistratura senese, istituito durante la Repubblica ed avente fino al 1777 la giurisdizione penale di primo grado (per un certo periodo, anche in appello) sulla città e sulle podesterie comprese nel relativo "Territorio del Capitanato". Soppresso nel 1481, fu ripristinato nella prima metà del XVI secolo e, anche dopo la caduta della Repubblica e il passaggio di Siena sotto Firenze, venne mantenuto in funzione. Nel 1777 fu trasformato nel "Tribunale di Giustizia" con un editto del granduca di Toscana Pietro Leopoldo, per poi essere definitivamente abolito nel 1808. Per approfondire: Glossario - C, su Università degli Studi di Siena-Dipartimento di Storia. URL consultato il 3 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2014).
  46. ^ Duccio Balestracci, Il Palio di Siena - Una festa italiana, Roma-Bari, Editori Laterza, 2019, p. 29, ISBN 9788858136218.
  47. ^ Santo Patrono e Festa Titolare della Contrada Capitana dell'Onda: Visitazione di Maria, su Il Palio di Siena. URL consultato il 19 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2010).
  48. ^ Sara Rosselli, Oh che bel mestiere fare il carrettiere! (PDF), su Malborghetto, giugno 2010, p. 15. URL consultato il 21 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2012).
  49. ^ Massimo Biliorsi, Siena - Le stagioni del Palio, Siena, Edizioni Il Leccio, 2013, p. 13, ISBN 8898217021.
  50. ^ Aldo Giannetti, Festa dei Tabernacoli, su Comitato Amici del Palio.
  51. ^ Massimo Biliorsi, Siena - Le staagioni del Palio, Siena, Edizioni Il Leccio, 2013, p. 129, ISBN 8898217021.
  52. ^ Caccia dei tori di mercoledì 15 agosto 1506, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 giugno 2011.
  53. ^ Caccia dei tori di giovedì 15 agosto 1507, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 giugno 2011.
  54. ^ Caccia dei tori di lunedì 15 agosto 1532, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 giugno 2011.
  55. ^ Caccia dei tori di sabato 15 agosto 1536, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 giugno 2011.
  56. ^ Caccia dei tori di venerdì 15 agosto 1541, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 giugno 2011.
  57. ^ Caccia dei tori di giovedì 15 agosto 1546, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 giugno 2011.
  58. ^ Caccia dei tori di martedì 15 agosto 1567, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 giugno 2011.
  59. ^ Alberto Cornice, Il galeone? Già fatto nel '500. (PDF), in Malborghetto, -giugno 2009, p. 22. URL consultato il 6 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2015).
  60. ^ Cecilia Mori, Il 2 luglio fra il serio e il faceto (PDF) [collegamento interrotto], in Malborghetto, -giugno 2007, p. 19. URL consultato il 6 febbraio 2011.
  61. ^ Duccio Balestracci, Il Palio di Siena - Una festa italiana, Roma-Bari, Editori Laterza, 2019, p. 62, ISBN 9788858136218.
  62. ^ Duccio Balestracci, Il Palio di Siena - Una festa italiana, Roma-Bari, Editori Laterza, 2019, p. 45, ISBN 8858136217.
  63. ^ Massimo Biliorsi, Siena - Le stagioni del Palio, Siena, Edizioni Il Leccio, 2013, p. 121, ISBN 8898217021.
  64. ^ Duccio Balestracci, Il Palio di Siena - Una festa italiana, Roma-Bari, Editori Laterza, 2019, p. 46, ISBN 9788858136218.
  65. ^ a b Palio di giovedì 6 agosto 1581, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 giugno 2011.
  66. ^ a b AA.VV., L'immagine del Palio-Storia cultura e rappresentazione del rito di Siena, su ilpalio.siena.it, MPS, 2001. URL consultato il 5 febbraio 2011.
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  69. ^ a b Le vittorie, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 5 aprile 2021.
  70. ^ Virgilio Grassi, Le Contrade di Siena e le loro feste, su ilpalio.siena.it. URL consultato il 14 giugno 2012.
  71. ^ a b Bufalata di domenica 25 luglio 1599, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 febbraio 2011.
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  73. ^ Alberto Fiorini, Storia del Palio per immagini, Ospedaletto, Pacini Editore, 2019, pp. 46-47, ISBN 978-88-6995-339-2.
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  75. ^ Piero Torriti, Tutta Siena contrada per contrada, su ilpalio.org, Bonechi - Edizioni "Il Turismo", 1988. URL consultato il 12 luglio 2012.
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  81. ^ a b Palio del 14/04/1641, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 aprile 2021.
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  85. ^ Onda-Storia, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 13 giugno 2012.
  86. ^ Palio del 2 luglio 1666, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  87. ^ a b c d e Palio del 2 luglio 1669, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  88. ^ Palio del 2 luglio 1671, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  89. ^ Palio del 7 giugno 1676, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  90. ^ Palio del 2 luglio 1679, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 6 aprile 2024.
  91. ^ Alberto Fiorini, Storia del Palio per immagini, Ospedaletto, Pacini Editore, 2019, p. 309, ISBN 978-88-6995-339-2.
  92. ^ a b Palio del 17 settembre 1684, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  93. ^ Alberto Fiorini, Storia del Palio per immagini, Ospedaletto, Pacini Editore, 2019, p. 81, ISBN 978-88-6995-339-2.
  94. ^ Palio del 2 luglio 1692, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  95. ^ Palio del 2 luglio 1703, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  96. ^ Alberto Fiorini, Storia del Palio per immagini, Ospedaletto, Pacini Editore, 2017, p. 87, ISBN 978-88-6995-339-2.
  97. ^ Mario Ascheri, Siena dal Sei al Settecento. Si consolidano le Contrade e il loro Palio, in 16 agosto 1713. Il Palio a mezzo, Monteriggioni, Tipografia Torchio, 2014, p. 7.
  98. ^ Armando Santini, Una cavalcata tra le regole della Festa. Il Palio pioneristico prima della riforma di Violante, in 16 agosto 1713. Il Palio a mezzo, Monteriggioni, Tipografia Torchio, 2014, pp. 35-36.
  99. ^ Giordano Bruno Barbarulli, Un evento memorabile nella storia delle Contrade: il Palio del 16 agosto 1713, in 16 agosto 1713. Il Palio a mezzo, Monteriggioni, Tipografia Torchio, 2014, p. 55.
  100. ^ Il "baccino" (detto anche "baccile" o "bacile") consisteva in un piatto d'argento e costituì il premio di molte carriere tra Seicento e Settecento. Il rione vincitore poteva tenerlo solo per il periodo dei festeggiamenti, per poi riconsegnarlo al comune o alla contrada che aveva fatto ricorrere il Palio, da cui riceveva un corrispettivo in denaro. Il baccino veniva sovente affisso alla sommità di un'asta ornata da un drappo di stoffa e alla quale era appeso un drappellone: quest'ultimo, l'asta e il drappo rimanevano alla contrada vincitrice.
  101. ^ Alberto Fiorini, Storia del Palio per immagini, Ospedaletto, Pacini Editore, 2017, p. 88, ISBN 978-88-6995-339-2.
  102. ^ 'Ricorsa' di giovedì, 16 agosto 1703, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 6 aprile 2024.
  103. ^ La Torre è anche nota come "Contrada di Salicotto", dal nome della via su cui si affacciano la sede e l'oratorio del rione.
  104. ^ Simonetta Losi, A viva voce esclamavano: Pace! Pace!, in 16 agosto 1713. Il Palio a mezzo, Monteriggioni, Tipografia Torchio, 2014, p. 110.
  105. ^ Giuseppe Zazzaroni, Le Contrade di Siena al Palio e le vittorie della Contrada dell'Istrice, Tipolitografia San Giovanni, 1991.
  106. ^ Antonio Zazzeroni, Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914.
  107. ^ a b Giuseppe Zazzaroni, Le Contrade di Siena al Palio e le vittorie della Contrada dell'Istrice.
  108. ^ All'epoca, l'avvio del Palio avveniva, esattamente come oggi, all'altezza della Costarella dei Barbieri, dove era posizionato il palco dei Giudici della mossa (incaricati di validare quest'ultima); tuttavia, la conclusione era fissata alcuni metri oltre il termine dell'odierno Palio, dinanzi al palco dei Giudici della vincita (deputati a stabilire quale contrada avesse terminato per prima i tre giri regolamentari), posto sul terrazzo del Casino dei Nobili, davanti alla Fonte Gaia. V. sul punto: Giordano Bruno Barbarulli, Un evento memorabile nella storia delle Contrade: il Palio del 16 agosto 1713, in 16 agosto 1713. Il Palio a mezzo, Monteriggioni, Tipografia Torchio, 2014, pp. 62-64.
  109. ^ Giordano Bruno Barbarulli, Un evento memorabile nella storia delle Contrade: il Palio del 16 agosto 1713, in 16 agosto 1713. Il Palio a mezzo, Monteriggioni, Tipografia Torchio, 2014, pp. 62-64.
  110. ^ Giovanni Mazzini, Per sfuggire ogni litigio di già comunicato. L'assegnazione 'a mezzo' del Palio, in 16 agosto 1713. Il Palio a mezzo, Monteriggioni, Tipografia Torchio, 2014, pp. 77-86.
  111. ^ a b Giovanni Mazzini, Per sfuggire ogni litigio di già comunicato. L'assegnazione 'a mezzo' del Palio, in 16 agosto 1713. Il Palio a mezzo, Monteriggioni, Tipografia Torchio, 2014, pp. 77-86.
  112. ^ a b Duccio Balestracci, Il Palio di Siena - Una festa italiana, Roma-Bari, Editori Laterza, 2019, p. 106, ISBN 8858136217.
  113. ^ 16 agosto 1713, il "mezzo" Palio, su La corazza del rospo. URL consultato il 10 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2010).
  114. ^ Cronache settecentesche, su Il Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2010).
  115. ^ Alberto Fiorini, Storia del Palio per immagini, Ospedaletto, Pacini Editore, 2019, pp. 93-94, ISBN 978-88-6995-339-2.
  116. ^ Giovanni Mazzini, Il Palio del 2 luglio 1714: è di nuovo Tartuca!, in 16 agosto 1713. Il Palio a mezzo, Monteriggioni, Tipografia Torchio, 2014, p. 93.
  117. ^ Duccio Balestracci, Il Palio di Siena - Una festa italiana, Roma-Bari, Editori Laterza, p. 101, ISBN 8858136217.
  118. ^ Giovanni Mazzini, Il Palio del 2 luglio 1714: è di nuovo Tartuca!, in 16 agosto 1713. Il Palio a mezzo, Monteriggioni, Tipografia Torchio, 2014, pp. 91-100.
  119. ^ Armando Santini, Il Palio del 16 agosto 1714: è ancora Onda!, in 16 agosto 1713. Il Palio a mezzo, Monteriggioni, Tipografia Torchio, 2014, pp. 101-106.
  120. ^ Palio del 3 luglio 1757, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  121. ^ Nel gergo paliesco, il rione che non vince da più tempo il Palio viene indicato come la contrada "nonna"; essa, per tutto il periodo in cui è tale, idealmente indossa la "cuffia" (in riferimento all'omonimo copricapo portato soprattutto in passato dalle anziane signore). Quando la suddetta contrada torna alla vittoria, "cede la cuffia" alla nuova consorella nonna. A livello cronologico il Nicchio è considerato la prima "nonna", essendo quella dei Pispini la contrada che non vinceva da più tempo (precisamente dal 17 settembre 1683) allorché il 2 luglio 1719 l'Aquila (l'ultima delle diciassette contrade a prendere parte al Palio moderno) ottenne il suo primo successo in Piazza del Campo. Oca e Tartuca sono le uniche contrade a non aver mai ricevuto la cuffia. Fonte: Orlando Papei, Cuffie, su Il Palio.org. URL consultato il 19 luglio 2012.
  122. ^ I 72 anni senza vittorie del Leocorno rappresentano il digiuno più lungo per una Contrada nella storia del Palio. La contrada con il digiuno massimo più breve è l'Istrice, con 25 anni di attesa (dal 2 luglio 1975 al 2 luglio 2000). Fonte: Orlando Papei, Digiuni, su Il Palio.org. URL consultato il 7 aprile 2015.
  123. ^ Antonio Zazzeroni, Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914.
  124. ^ Con una scorrettezza molto simile, Sorba era riuscito a vincere per l'Aquila, ai danni del Nicchio, il Palio del 2 luglio 1770, allorché si era posizionato dietro alle carrozze dei nobili che all'epoca potevano sostare davanti al Palazzo Pubblico. In quella circostanza, malgrado le vive proteste dei nicchiaioli, non erano state trovate testimonianze sufficienti per assegnare il Palio alla contrada dei Pispini e fu solo Sorba, tempo dopo, a confessare l'accaduto. A seguito di questo episodio, era stata vietata la sosta di carrozze lungo la pista e fu questo il motivo per cui Sorba, nel 1775, aveva cambiato strategia, tentando di nascondersi ai giudici della vincita mescolandosi fra gli spettatori.
  125. ^ Palio del 2 luglio 1779, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
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  127. ^ Paolo Tertulliano Lombardi, Memorie di Palio a cavallo di tre secoli, Siena, 2003, ISBN 88-8272-113-2.
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  129. ^ Palio del 2 luglio 1784, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  130. ^ Paolo Tertulliano Lombardi, Memorie di Palio a cavallo di tre secoli, Siena, Edizioni Cantagalli, 2003, ISBN 88-8272-113-2.
  131. ^ In ragione della sua bravura e di una presunta tendenza a vantarsi oltremodo delle proprie imprese, Dorino era assai inviso a molti colleghi e, in generale, a buona parte dei senesi. Per approfondire: "Ora come allora" di E. Giannelli e M. Picciafuochi. su Il Palio.org
  132. ^ Palio del 2 luglio 1790, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
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  157. ^ Il Palio a sorpresa fu un particolare tipo di Palio straordinario introdotto nel 1909. Si disputava, dietro incarico di un determinato committente, il 17 agosto, all'indomani dell'ordinaria carriera dell'Assunta. Al mattino, oltre all'estrazione delle dieci contrade partecipanti, venivano abbinati a ciascuna di esse, sempre mediante sorteggio, i cavalli e i fantini che avevano preso parte al Palio del 16 agosto. Furono disputati due Palii a sorpresa, il 17 agosto 1909 e il 17 agosto 1919, ambedue vinti dall'Oca.
  158. ^ Palio del 17 agosto 1909, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
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  168. ^ Luca Luchini, Palio XX secolo. Una città fra realtà e leggenda..
  169. ^ a b La Contrada di Valdimontone è altresì nota come "contrada dei Servi", sia in riferimento alla Basilica di San Clemente in Santa Maria dei Servi, situata nel suo territorio, sia a via dei Servi, la quale attraversa il rione.
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  177. ^ L'Istrice è altresì noto come "contrada di Camollia", dal nome dell'omonia via in cui si trovano la sede e l'oratorio della Contrada.
  178. ^ Roberto Filiani, Daccelo! Cronache, personaggi e numeri di un secolo di Palio, su ilpalio.siena.it, Computer Copy, 2000. URL consultato il 10 giugno 2012.
  179. ^ La Lupa è nota anche come "contrada di Vallerozzi", dal nome dell'omonima via nella quale si trovano la sede e l'oratorio della Contrada.
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  181. ^ Il Leocorno è noto anche come "contrada di Pantaneto", dal nome dell'omonima via che attraversa il suo territorio.
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  201. ^ La maggior parte delle contrade senesi sono divise da un rapporto di rivalità con almeno un'altra, detta per questo "avversaria" (o "rivale"). Per le contrade con un'avversaria diviene una priorità (a fianco, ovviamente, della vittoria del Palio) che quest'ultima non vinca. Attualmente solo il Bruco, il Drago, la Giraffa e la Selva non hanno contrade avversarie. Le rivalità ad oggi esistenti contrappongono l'Aquila alla Pantera, la Chiocciola alla Tartuca, la Civetta al Leocorno, l'Istrice alla Lupa, il Nicchio al Valdimontone, la Torre (unico caso attuale di contrada con più di un'avversaria) all'Oca e all'Onda. Le rivalità possono nascere per i più svariati motivi (dalle questioni di confine alle liti prettamente di Palio) e possono terminare con un accordo di pace da parte delle contrade che danno loro vita (ultimo caso, la rivalità fra Bruco e Giraffa, conclusa nel 1997).
  202. ^ Rivalità e alleanza, su comune.siena.it. URL consultato il 23 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2019).
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  211. ^ Nel 1811, la Toscana era annessa al primo impero francese: come nel resto della regione, anche a Siena (capoluogo del dipartimento dell'Ombrone) il sindaco cittadino riceveva la denominazione e le funzioni dell'omologo organo francese.
  212. ^ Enrico Giannelli, Maurizio Picciafuochi, Ora come allora. Carriere e fantini dalle origini del Palio ad oggi., Siena, Cantagalli, 2006, ISBN 88-8272-271-6.
  213. ^ Paolo Tertulliano Lombardi, Memorie di Palio a cavallo di tre secoli, Siena, Cantagalli, 2002, ISBN 88-8272-113-2.
  214. ^ a b Roberto Filiani, Le rivalità estinte: Nicchio-Oca, su Il Palio.org. URL consultato l'11 giugno 2012.
  215. ^ La Civetta è altresì nota come "contrada del Castellare", avendo sede nello storico Castellare degli Ugurgieri
  216. ^ Roberto Filiani, Le rivalità: Oca-Torre, su Il Palio.org. URL consultato l'11 giugno 2012.
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  218. ^ a b La nostra nemica è l'Oca, su Il Palio.org. URL consultato il 16 agosto 2012.
  219. ^ Nella terminologia del Palio, si dice che una contrada (o meglio, i suoi contradaioli) "si purga" in occasione di una sconfitta clamorosa, in un Palio che la vedeva favorita, o nel caso di vittoria della Contrada avversaria.
  220. ^ Simonetta Losi, Aldo: la divisa e la montura (PDF), in Malborghetto, -giugno 2010, p. 35. URL consultato l'11 giugno 2012.
  221. ^ Tra molte delle contrade senesi sussistono rapporti di alleanza. I rioni si dicono, in tal caso, "alleati" o "aggregati". Il rapporto di alleanza comprende necessariamente il rispetto di una serie di regole, come la visita alle consorelle aggregate in occasione del "giro", l'invio di una propria rappresentanza e della propria bandiera durante la loro festa titolare, nonché l'omaggio in occasione di una loro vittoria (una piccola comparsa, composta da un alfiere e da un tamburino, segue il popolo dell'alleata vittoriosa fino al rientro in contrada, nel cui oratorio lascia il panno della propria bandiera). Nel caso di alleanze particolarmente forti (come furono il TONO o la "Piccola Quadruplice" negli anni '30 del Novecento), le aggregate si aiutano vicendevolmente durante il Palio. Attualmente, quasi tutte le contrade senesi hanno almeno una alleata: gli unici rioni che ne sono privi sono la Lupa e l'Oca. Fonte: Rivalità e alleanze, su Comune di Siena. URL consultato il 31 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2011).
  222. ^ Simonetta Losi, Un'alleanza antica (PDF), in Malborghetto, -dicembre 2009, p. 9. URL consultato l'11 giugno 2012.
  223. ^ L'Onda non è l'unico rione senese ad essere alleato con due contrade fra loro avversarie: analoghi sono i casi della Civetta (alleata sia dell'Aquila che della Pantera), della Pantera (alleata al tempo stesso della Civetta e del Leocorno), nonché della Selva (alleata sia della Chiocciola che della Tartuca).
  224. ^ Roberto Filiani, Le rivalità: Nicchio-Montone, su Il Palio.org. URL consultato l'11 giugno 2012.
  225. ^ Il Nicchio è anche noto come "contrada dei Pispini", dal nome dell'omonima via in cui si trovano il museo e l'oratorio del rione.
  226. ^ La Tartuca è altresì nota come "Contrada di Castelvecchio", dal nome dell'omonima zona del centro storico di Siena su cui si estende il suo territorio.
  227. ^ Luca Luchini, Palio XX secolo-Una città fra realtà e leggenda, su ilpalio.siena.it, Tipografia Senese Editore, 1985. URL consultato il 10 giugno 2012.
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  240. ^ L'Onda non ha mai vinto un Masgalano e un Palio nello stesso anno (o, fino a quando fu assegnato un Masgalano per ogni Palio, in quella medesima carriera), impresa riuscita solo alla Torre (1961), al Drago (1966) e alla Chiocciola (1983).
  241. ^ A partire dalla sua istituzione (in occasione del Palio del 16 agosto 1950) fino a tutto il 1959, per ogni Palio (ordinario o straordinario) disputato nel medesimo anno veniva assegnato un Masgalano. Dal 1960 al 1969 è stato conferito un Masgalano per ogni biennio, e quindi in relazione a quattro Palii ordinari, più un ulteriore Masgalano per ogni Palio straordinario. A partire dal 1970 fino ad oggi, il Masgalano viene assegnato annualmente e fa riferimento ai Palii ordinari di quell'anno; per ogni Palio straordinario viene attribuito un ulteriore Masgalano. Per tale motivo, il Masgalano vinto dall'Onda nel 1955 fa riferimento al solo Palio di agosto, mentre i tre Masgalani successivi sono relativi ad entrambe le carriere ordinarie del 1977, del 1989 e del 2000.
  242. ^ Aldo Giannetti, Il Minimasgalano, su Il Palio.org.
  243. ^ Fanno eccezione gli anni dei cappotti della Tartuca (1933), della Giraffa (1997) e della Lupa (2016), in occasione di ciascuno dei quali la contrada vincitrice celebrò l'impresa pubblicando un solo Numero Unico.
  244. ^ I Numeri Unici delle Contrade - Onda, su Il Palio.org.
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  251. ^ Palio dell'Assunta di martedì, 16 agosto 1988 - Giustizia paliesca, su Archivio del Palio di Siena.
  252. ^ Palio del 2 luglio 1990, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 23 giugno 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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  • AA.VV., L'immagine del Palio-Storia cultura e rappresentazione del rito di Siena, Siena, MPS, 2001, ISBN 88-404-1171-2.
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  • Antonio Francesco Bandini, Notizie sulle Contrade e sul Palio (1785-1838), a cura di Giordano Bruno Barbarulli, Siena, Tipografia Il Torchio, 2009.
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  • Mino Capperucci e Odoardo Piscini, Il Palio raccontato. Bibliografia ragionata e ragionevole sul Palio di Siena, Empoli, Ibiskos Editrice Risolo, 2008, ISBN 8854604151.
  • Alessandro Ferrini, Enrico Giannelli, Orlando Papei e Maurizio Picciafuochi, Fantini brava gente. Disavventure giudiziarie dei fantini del passato, Siena, Betti Editore, 2014, ISBN 8875763771.
  • Contrada Capitana dell'Onda, Libro secondo di deliberazioni (1604-1673) - Archivio della Contrada Capitana dell'Onda - I Quaderni dell'Onda 3, a cura di Simonetta Losi, Siena, Betti Editrice, 1999. ISBN non esistente
  • Roberto Filiani, "Daccelo!" - Cronache, personaggi e numeri di un secolo di palio, Siena, Computer Copy, 2000. ISBN non esistente
  • Roberto Filiani, Natale Zaffaroni, Con la rivale in campo (1990-1999), Siena, Il Leccio, 2002, ISBN 88-86507-78-X.
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  • Roberto Filiani, Natale Zaffaroni, Sul tufo. Almanacco delle vittorie dal 1900 al 1914. Vol. 1, Siena, Betti, 2006, ISBN 978-88-7576-071-7.
  • Alberto Fiorini, Storia del Palio per immagini, Ospedaletto, Pacini Editore, 2019, ISBN 978-88-6995-339-2.
  • Alberto Fiorini, Strade di Siena, Pisa, Pacini Editore, 2017, ISBN 8869952118.
  • Enrico Giannelli, Maurizio Picciafuochi, Ora come allora: carriere e fantini dalle origini del Palio ad oggi, Siena, Cantagalli, 2006, ISBN 88-8272-271-6.
  • Girolamo Gigli, Diario Sanese, in cui si veggono tutti gli avvenimenti della città, e stato di Siena, con la notizia di molte nobili famiglie di Essa. Parte seconda, Lucca, 1723. ISBN non esistente
  • Lorenzo Gonnelli, Sguardi sul Palio 1954-2022. Una narrazione su scala globale, Siena, Betti Editrice, 2023, ISBN 8875768056.
  • Virgilio Grassi, Le Contrade di Siena e le loro feste, il Palio attuale, Siena, Periccioli, 1972. ISBN non esistente
  • Paolo Tertulliano Lombardi, Memorie di Palio a cavallo di tre secoli, Siena, Edizioni Cantagalli, 2003, ISBN 88-8272-113-2.
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  • Magistrato delle Contrade, Annali delle Contrade e del Palio (1969-1970), Siena, Ancora, 1970. ISBN non esistente
  • Daniele Magrini, Palio un anno, 2002: i fatti e le emozioni da ricordare, Siena, Master Graphics, 2002. ISBN non esistente
  • Roberto Parnetti e Roberto Filiani, Tripolino fantino gentiluomo, Arezzo, Letizia Editore, 2018, ISBN 88-95520-44-0.
  • Giovanni Antonio Pecci, Relazione distinta delle quarantadue contrade solite far comparsa agli spettacoli, nelle quali vien distribuito tutto il popolo di Siena, Siena, 1723, Betti. ISBN non esistente
  • Giuseppe Zazzaroni, Le Contrade di Siena al Palio e le vittorie della Contrada dell'Istrice, Siena, Tipolitografia San Giovanni, 1991. ISBN non esistente
  • Antonio Zazzeroni, Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914, Siena, Periccioli, 1980. ISBN non esistente

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