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Elemosina

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Domenico di Bartolo, Distribuzione delle elemosine, Siena, Sala del Pellegrinaio dell'Ospitale di Santa Maria della Scala

L'elemosina è l'atto gratuito di una donazione principalmente in denaro verso una persona bisognosa. L'aiuto alle persone bisognose è incoraggiato dalle maggiori religioni. In ambito cristiano, la raccolta di elemosine prende il nome di questua. Aspettare esplicitamente offerte in denaro si dice chiedere l'elemosina e con una parola sola si dice mendicare.

Il termine deriva dal greco eleèo (=ho compassione), da cui attraverso l'aggettivo eléemon (=compassionevole) passò al basso latino (cristiano) eleemosyna e da lì a lingue romanze (francese aumône, spagnolo limosna, catalano almoina) e no (inglese alms, tedesco Almosen).

Significato e implicazioni

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Secondo la sociologia, l'elemosina si distinguerebbe dal dono proprio perché quest'ultimo farebbe generalmente parte di un sistema di scambio rituale o sociale che, per definizione, implica reciprocità e tende a stabilire un rapporto di parità fra i due soggetti implicati che passa attraverso il consolidarsi di un rapporto. Secondo la dottrina marxista, l'elemosina si baserebbe sulla disparità tra chi dà e chi riceve, sul piano sociale ed economico, e non si proporrebbe di stabilire alcun rapporto diretto con la persona ricevente, ma si concluderebbe nell'atto stesso della donazione, favorendo il consolidarsi di fatto delle ingiuste diversità socio-economiche. Anche intesa in un senso più ampio, essa è esclusa dalla pura dottrina liberista come atto non economico, semplicemente perché estraneo alla logica mercantile. Inoltre alcuni sociologi sottolineano che le elargizioni fatte a persone che esercitano l'accattonaggio come professione non contribuiscono all'instaurazione della giustizia sociale[1].

Nelle diverse tradizioni religiose

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La maggior parte delle tradizioni religiose chiede ai propri fedeli gesti di attenzione ai poveri e di condivisione della ricchezza, un'attenzione che viene indicata con termini diversi e assume anche contenuti diversi:

  • nell'Antica Grecia i mendicanti e i forestieri erano considerati sotto la protezione di Zeus, che puniva chi rifiutava di accoglierli e ospitarli[2]; inoltre, nella mitologia greca e nella mitologia romana esistevano delle divinità, le Grazie, collegate alla generosità;
  • nel Cristianesimo si parla di carità. In un messaggio per la Quaresima 2008[3], Papa Benedetto XVI ha sottolineato alcuni aspetti dell'elemosina cristiana: è, insieme alla preghiera e al digiuno, un impegno per il processo di rinnovamento quaresimale dei cristiani; aiuta a vincere la costante tentazione dell'idolatria del denaro; deve essere nascosta, come dice il Vangelo, e non mettere in evidenza noi stessi; non è semplice filantropia, ma espressione concreta della carità cristiana; suggerisce, come dice la Scrittura, che c'è più gioia nel dare che nel ricevere; può avere come frutto anche il perdono dei peccati, perché avvicinandoci agli altri ci avvicina a Dio; educa alla generosità dell'amore, in quanto il vero amore è quello che dona tutto se stesso; ci aiuta a seguire l'esempio di Gesù fattosi povero per arricchirci della sua povertà, ed è quindi un mezzo per approfondire la nostra vocazione cristiana; ha valore solo in quanto ispirata dall'amore; allena spiritualmente, per crescere nella carità e riconoscere nei poveri Cristo stesso; con essa regaliamo un segno del dono più grande che è la testimonianza di Cristo. Nel Codice di diritto canonico del 1983, la Chiesa cattolica dispone che i fedeli hanno l'"obbligo di promuovere la giustizia sociale, come pure, memori del comandamento del Signore, di soccorrere i poveri con i propri redditi" (can. 222 §2): diritti e doveri derivano dall'incorporazione alla Chiesa di Cristo col battesimo (c. 204 e 96) che comporta una eguaglianza dei cristiani nella dignità e nelle opere[4];
  • nell'Ebraismo ha un'attinenza con tzedakà (in ebraico צדקה?), parola che tradotta letteralmente significa "giustizia" e viene comunemente usata per significare carità;[5]
  • l'Islam mette la zakat tra i suoi pilastri, anche se si tratta di un'elemosina obbligatoria al fine di fruire della propria ricchezza dopo averla, grazie a essa, "purificata"; accanto alla zakat (analoga alla decima che era in uso nell'ebraismo e nel cristianesimo) esiste una forma volontaria di elemosina chiamata saddka;
  • il Bahaismo prevede l'huqúqu'lláh, un'offerta da parte dei fedeli i cui proventi sono utilizzati per scopi di filantropia e promozione religiosa;
  • nel Buddismo tale pratica assume il nome di Brahmsta. L'elemosina verso i monaci è un dovere spirituale per i laici buddhisti[6], mentre quella verso i bisognosi è un modo di esprimere la compassione, virtù importante per un buddhista; l'elemosina aiuta a superare l'attaccamento ai beni materiali e a conseguire meriti spirituali, ma deve essere fatta senza autocompiacimento né desiderio di ricompense;
  • nell'Induismo prende il nome di dānā ed è uno degli aspetti che caratterizzano una vita virtuosa.

Nel Nuovo Testamento

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Nel Nuovo Testamento le opere di carità sono considerate un dovere e virtuose solo se non vengono compiute per essere ammirati dagli altri (Matteo 6,1[7]). Gesù sottolinea l'importanza dell'amore del prossimo che sta a fondamento dell'elargizione esteriore dell'elemosina (Luca 11,37-41[8]). In un altro episodio afferma che l'importo dell'elemosina, seppure volontaria, è proporzionale alla ricchezza posseduta (Luca 21,1-4[9]). Lo stesso dare dovrebbe essere percepito come un atto d'amore piacevole e non un come un peso morale (Matteo 25,45[10].

La condivisione dei beni di proprietà era praticata dalla Chiesa primitiva (Atti 4,32-37[11]).

  1. ^ Elemosina sì o no?, su santalessandro.org. URL consultato il 5 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2016).
  2. ^ Felice Ramorino, Mitologia classica illustrata, Hoepli, 1998
  3. ^ Messaggio di Papa Benedetto XVI per la Quaresima 2008, su vatican.va.
  4. ^ Il can. 222 §2 del Codice alla luce della Sollicitudo Rei Socialis. alcuni rilievi (PDF), su periodica.iuscangreg.it, p. 539 (archiviato il 7 dicembre 2024).
  5. ^ Rabbi Hayim Halevy Donin, To Be A Jew, Basic Books, 1972, pp. 48.
  6. ^ AA.VV., Enciclopedia delle religioni, Garzanti, 2004.
  7. ^ Matteo 6,1, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  8. ^ Lc 11,37-41, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  9. ^ Lc 21,1-4, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  10. ^ Mt 25,45, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  11. ^ Atti 4,32-37, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.

Voci correlate

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