Pettole: differenze tra le versioni

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Le '''pèttole''' ('''''pèttëlë''''' in [[Dialetto pugliese]], '''''zippuli '''''in [[dialetto calabrese]], '''''zeppole''''' in [[Irpinia]], '''''scorpelle''''' a [[San Severo]], '''''sfringioli''''' a [[Torremaggiore]] (di forma allungata), '''''pèttuli''''' nel [[Provincia di Brindisi|Brindisino]], '''''pìttule''''' nel [[provincia di Lecce|Leccese]], '''''pàtt'l''''' nel [[provincia di Matera|Materano]], '''''pèttule''''' nel [[provincia di Potenza|Potentino]]) sono pallottole di pasta lievitata molto morbida fritte nell'[[Olio alimentare|olio]] bollente, tipiche delle regioni [[Puglia]], [[Calabria]], [[Campania]] e [[Basilicata]].
Le '''pèttole''' ('''''pèttëlë''''' in [[Dialetto pugliese]], '''''zippuli '''''in [[dialetto calabrese]], '''''zeppole''''' in [[Irpinia]], '''''scorpelle''''' a [[San Severo]], '''''sfringioli''''' a [[Torremaggiore]] (di forma allungata), '''''pèttuli''''' nel [[Provincia di Brindisi|Brindisino]], '''''pìttule''''' nel [[provincia di Lecce|Leccese]], '''''pàtt'l''''' nel [[provincia di Matera|Materano]], '''''pèttule''''' nel [[provincia di Potenza|Potentino]], Sfinci in siciliano) sono pallottole di pasta lievitata molto morbida fritte nell'[[Olio alimentare|olio]] bollente, tipiche delle regioni [[Puglia]], [[Calabria]], [[Campania]] e [[Basilicata]] e [[Sicilia]]. In quest'ultima regione esiste anche nella versione di dolce (Sfincia di San Giuseppe) con crema di ricotta, cioccolato e canditi di arancia, ed è inserito come dolce tipico nella lista dei [[prodotti agroalimentari tradizionali italiani]] (P.A.T) del [[Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali]] (Mipaaf)


A [[Foggia]] è usanza preparare l'impasto per le pettole dal primo mattino del 24 dicembre per friggerle e consumarle ancora calde verso mezzogiorno come "spuntino" in attesa del cenone della vigilia. Come variante c'è l'aggiunta di alici sott'olio (prima della frittura) o la preparazione di vere e proprie pizzette fritte da condire con pomodoro, basilico e pecorino. Alcune famiglie ripropongono le pettole la mattina del 31 dicembre. A [[Monte Sant'Angelo]] nell'impasto si aggiungono anche delle patate lesse affinché la pettola risulti essere più morbida.
A [[Foggia]] è usanza preparare l'impasto per le pettole dal primo mattino del 24 dicembre per friggerle e consumarle ancora calde verso mezzogiorno come "spuntino" in attesa del cenone della vigilia. Come variante c'è l'aggiunta di alici sott'olio (prima della frittura) o la preparazione di vere e proprie pizzette fritte da condire con pomodoro, basilico e pecorino. Alcune famiglie ripropongono le pettole la mattina del 31 dicembre. A [[Monte Sant'Angelo]] nell'impasto si aggiungono anche delle patate lesse affinché la pettola risulti essere più morbida.
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La forma può essere quella della "pallottola" oppure di una ciambella, come è tradizione a [[Ferrandina]], [[Bernalda]], [[Salandra]] e [[Pomarico]]. La ricetta tipica usata a [[Taranto]] è quella che le vede cosparse di [[zucchero]], ma anche di [[sale]]. In altre zone della Regione è possibile degustarle ricoperte di [[vincotto]] o vincotto di fichi o [[miele]], ma volendo si possono riempire con piccoli pezzi di [[baccalà]] lessato o di [[Engraulis encrasicholus|alice]] salata, oppure con un broccoletto di [[cavolo]] cotto a metà. In [[Calabria]], in particolare a [[Polistena]] e in altre cittadine della [[piana di Gioia Tauro]], sono tradizionali dell'8 dicembre giorno dell'[[Immacolata Concezione]] per poi essere riproposte per tutto il periodo natalizio o in estate per la presenza dei numerosi turisti; possono essere proposte vuote o ripiene con [['nduja]], alici, baccalà ecc.
La forma può essere quella della "pallottola" oppure di una ciambella, come è tradizione a [[Ferrandina]], [[Bernalda]], [[Salandra]] e [[Pomarico]]. La ricetta tipica usata a [[Taranto]] è quella che le vede cosparse di [[zucchero]], ma anche di [[sale]]. In altre zone della Regione è possibile degustarle ricoperte di [[vincotto]] o vincotto di fichi o [[miele]], ma volendo si possono riempire con piccoli pezzi di [[baccalà]] lessato o di [[Engraulis encrasicholus|alice]] salata, oppure con un broccoletto di [[cavolo]] cotto a metà. In [[Calabria]], in particolare a [[Polistena]] e in altre cittadine della [[piana di Gioia Tauro]], sono tradizionali dell'8 dicembre giorno dell'[[Immacolata Concezione]] per poi essere riproposte per tutto il periodo natalizio o in estate per la presenza dei numerosi turisti; possono essere proposte vuote o ripiene con [['nduja]], alici, baccalà ecc.

La sfinci della [[Sicilia]], dal latino "spongia", cioè spugna, è una antica ricetta che prevede una preparazione di base comune, bocconcini di pasta lievitata fritti in olio bollente, ma diverse varianti a seconda delle zone e delle festività in cui si usa consumarle. Le principali ricorrenze festive in cui si offrono le sfinci sono l'Immacolata, Carnevale e San Giuseppe. Le [http://livesicilia.it/2014/12/05/ricetta-del-giorno-sfince-dellimmacolata_572993/ sfince dell'Immacolata] sono palline cosparse di zucchero, così come le [http://ricette.giallozafferano.it/Sfinci-siciliani.html sfinci di Carnevale], che prevedono la variante delle patate nell'impasto, la [[sfincia]] di Trapani ha forma di ciambella col buco in mezzo. Esiste infine la [http://ricette.giallozafferano.it/Sfinci-di-San-Giuseppe.html sfincia di San Giuseppe], ricoperto e farcito con una crema di [[ricotta]] di pecora con pezzetti di cioccolato e zuccata, e guarnita da scorza d'[[arancia]] candita. Questo ultimo prodotto è stato inserito come dolce fritto tipico della Sicilia nella lista dei [[prodotti agroalimentari tradizionali italiani]] (P.A.T) del [[Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali]] (Mipaaf). Lo sfincione palermitano è invece un tipico cibo di strada palermitano preparato, adifferenza delle sfinci, cin il pane pizza con sopra una [[Salsa (gastronomia)|salsa]] a base di [[pomodoro]], [[cipolla]], [[acciughe]], [[origano]] e pezzetti di [[formaggio]] tipico [[Sicilia|siciliano]] (chiamato [[caciocavallo ragusano]]).


==Voci correlate==
==Voci correlate==

Versione delle 08:12, 8 dic 2016

Pettole
Pettole e fiori di zucchina fritte
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegionePuglia
Zona di produzionePuglia, Calabria, Campania, Provincia di Matera, Basilicata1
Dettagli
Categoriaantipasto
RiconoscimentoP.A.T.
SettorePaste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Le pèttole (pèttëlë in Dialetto pugliese, zippuli in dialetto calabrese, zeppole in Irpinia, scorpelle a San Severo, sfringioli a Torremaggiore (di forma allungata), pèttuli nel Brindisino, pìttule nel Leccese, pàtt'l nel Materano, pèttule nel Potentino, Sfinci in siciliano) sono pallottole di pasta lievitata molto morbida fritte nell'olio bollente, tipiche delle regioni Puglia, Calabria, Campania e Basilicata e Sicilia. In quest'ultima regione esiste anche nella versione di dolce (Sfincia di San Giuseppe) con crema di ricotta, cioccolato e canditi di arancia, ed è inserito come dolce tipico nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf)

A Foggia è usanza preparare l'impasto per le pettole dal primo mattino del 24 dicembre per friggerle e consumarle ancora calde verso mezzogiorno come "spuntino" in attesa del cenone della vigilia. Come variante c'è l'aggiunta di alici sott'olio (prima della frittura) o la preparazione di vere e proprie pizzette fritte da condire con pomodoro, basilico e pecorino. Alcune famiglie ripropongono le pettole la mattina del 31 dicembre. A Monte Sant'Angelo nell'impasto si aggiungono anche delle patate lesse affinché la pettola risulti essere più morbida.

A Brindisi, tradizione vuole che le pettole vengano preparate il 7 dicembre, ovvero il giorno della vigilia dell'Immacolata Concezione, per poi essere riproposte nel periodo natalizio. In molte altre località, la data di inizio della preparazione delle pettole è invece la festa dell'Immacolata Concezione, l'8 dicembre, infatti a Lizzano, c'è un proverbio che dice: Ti la Mmaculata la prima ffrizzulata, ti la Cannilora l'ultima frizzola, cioè: Nel giorno dell'Immacolata, la prima preparazione di pettole, nel giorno della Candelora, l'ultima.

Nella zona leccese la prima frittura avviene l'11 novembre, giorno in cui si celebrano San Martino e, secondo la tradizione, la fine del periodo di fermentazione del mosto che coincide quindi con l'arrivo sulle mense del vino nuovo (da non confondere con il vino novello). È costume ancora molto praticato tra i leccesi, per l'occasione, festeggiare Santu Martinu ritrovandosi tra amici e parenti, preferibilmente nelle tipiche abitazioni di campagna normalmente preposte alla villeggiatura estiva. L'usanza locale prevede il consumo, oltre che delle pittule e del vino novello, anche di carni arrostite alla brace, particolarmente di cavallo e di maiale. Nell'area di Taranto (in cui la tradizione della pettola è ancora molto sentita) si preparano nel giorno in cui si festeggia Santa Cecilia, il 22 novembre, e a seguire durante le festività natalizie.

In alcuni comuni del sud-est barese, come Rutigliano è consuetudine prepararle il giorno di Santa Caterina, il 25 novembre. Si usa ancora prepararle recitando preghiere. Questo piatto è noto a Gallipoli a partire dal 15 ottobre giorno in cui si festeggia Santa Teresa d'Avila che introduce nella stessa città il periodo natalizio. Possono essere rustiche o dolci, semplici o ripiene, e spesso vengono usate in sostituzione del pane, oppure come antipasto. In tutte le varianti, si realizzano utilizzando farina, patata, lievito di birra, acqua e sale, ma ne esiste anche una versione più semplice che non prevede l'utilizzo della patata e comunque la pasta deve risultare piuttosto fluida per poterla versare nell'olio senza fare un panetto solido destinato ad inzupparsi di olio.

La forma può essere quella della "pallottola" oppure di una ciambella, come è tradizione a Ferrandina, Bernalda, Salandra e Pomarico. La ricetta tipica usata a Taranto è quella che le vede cosparse di zucchero, ma anche di sale. In altre zone della Regione è possibile degustarle ricoperte di vincotto o vincotto di fichi o miele, ma volendo si possono riempire con piccoli pezzi di baccalà lessato o di alice salata, oppure con un broccoletto di cavolo cotto a metà. In Calabria, in particolare a Polistena e in altre cittadine della piana di Gioia Tauro, sono tradizionali dell'8 dicembre giorno dell'Immacolata Concezione per poi essere riproposte per tutto il periodo natalizio o in estate per la presenza dei numerosi turisti; possono essere proposte vuote o ripiene con 'nduja, alici, baccalà ecc.

La sfinci della Sicilia, dal latino "spongia", cioè spugna, è una antica ricetta che prevede una preparazione di base comune, bocconcini di pasta lievitata fritti in olio bollente, ma diverse varianti a seconda delle zone e delle festività in cui si usa consumarle. Le principali ricorrenze festive in cui si offrono le sfinci sono l'Immacolata, Carnevale e San Giuseppe. Le sfince dell'Immacolata sono palline cosparse di zucchero, così come le sfinci di Carnevale, che prevedono la variante delle patate nell'impasto, la sfincia di Trapani ha forma di ciambella col buco in mezzo. Esiste infine la sfincia di San Giuseppe, ricoperto e farcito con una crema di ricotta di pecora con pezzetti di cioccolato e zuccata, e guarnita da scorza d'arancia candita. Questo ultimo prodotto è stato inserito come dolce fritto tipico della Sicilia nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf). Lo sfincione palermitano è invece un tipico cibo di strada palermitano preparato, adifferenza delle sfinci, cin il pane pizza con sopra una salsa a base di pomodoro, cipolla, acciughe, origano e pezzetti di formaggio tipico siciliano (chiamato caciocavallo ragusano).

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