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{{Citazione|È più che un disco. È un’esperienza. Un’espressione della vita come gli altri la vedono. I testi sono pieni della ''grandeur'' di ieri, dell'immediatezza di oggi e della frivolezza di domani. Merita la vostra attenzione.|''Music Now!'', novembre 1969(bowiewonderworld.com/press/press60.htm#top) }}
{{Citazione|È più che un disco. È un’esperienza. Un’espressione della vita come gli altri la vedono. I testi sono pieni della ''grandeur'' di ieri, dell'immediatezza di oggi e della frivolezza di domani. Merita la vostra attenzione.|''Music Now!'', novembre 1969(bowiewonderworld.com/press/press60.htm#top) }}


'''''Space Oddity''''' è il secondo album dell’artista [[Inghilterra|inglese]] [[David Bowie]], pubblicato nel [[1969]] per la [[Philips Records]] e ristampato su [[compact disc]] per la prima volta dalla [[Radio Corporation of America|RCA]] nel [[1984]]. Nel [[Regno Unito]] l'album uscì col titolo ''David Bowie'' mentre negli [[Stati Uniti]] venne pubblicato dalla [[Mercury Records]] col titolo ''Man of Words/Man of Music''. Nel [[1972]] venne nuovamente distribuito dalla RCA come ''Space Oddity'', il titolo col quale è maggiormente conosciuto (anche per evitare confusione con l'album di debutto, anch'esso intitolato ''[[David Bowie (album)|David Bowie]]'').<ref name="Teenagewildlife">{{Cita web|http://www.teenagewildlife.com/Albums/SO/Title.html|Scheda di ''Space Oddity''|editore=www.teenagewildlife.com|accesso=27 agosto 2008}}</ref> Nella versione originale, così come nella prima edizione in CD, non compare la traccia ''Don't Sit Down''.
'''''Space Oddity''''' è ...

Pur essendo considerato da molti il primo album effettivo di David Bowie (comunque il primo ad essere oggetto di ristampa), rispetto ai suoi standard ''Space Oddity'' risulta stranamente non bene a fuoco. L'album si colloca a metà strada fra la [[psichedelia]] da [[vaudeville]] dei suoi inizi e le suggestioni [[glam rock|glam]] del successivo ''[[The Man Who Sold the World]]'', anche se testimonia la maturazione musicale del cantante mostrando una sensibilità [[folk rock]] dominata dalla preoccupazione per l'andamento altalenante del suo idillio con il [[hippy|movimento hippy]] e dal fallimento della sua relazione con la fidanzata Hermione Farthingale. I riferimenti autobiografici dei testi sono più evidenti rispetto al disco precedente e, mentre gli album successivi si rivolgeranno ad aree più profonde e oscure della [[psiche]] di Bowie, le canzoni contenute in ''Space Oddity'' suscitano un'impressione di sincera confessione.
Nonostante la sua identità musicale ancora embrionale, molti brani dell'album, in particolare ''Unwashed and Somewhat Slightly Dazed'', ''[[Wild Eyed Boy from Freecloud]]'' e ''Cygnet Committee'', cominciano ad offrire la dimostrazione del suo talento di paroliere.

Dopo la prima del [[1984]], ''Space Oddity'' ha avuto altre due riedizioni in formato [[CD]], una nel [[1990]] e una nel [[1999]]. In quella del 1990 della Rykodisc ci sono 3 tracce bonus registrate nel [[1970]] (oltre a ''Don't Sit Down''): ''Conversation Piece'', pubblicata come lato B del [[Singolo discografico|singolo]] ''[[The Prettiest Star]]'', e le due parti di ''[[Memory of a Free Festival]]'' presenti come lato A e B nell'omonimo [[45 giri]]. Nell'edizione rimasterizzata della [[EMI]] uscita nel 1999 non ci sono le ''bonus tracks'' ma è presente la versione originale di ''Don't Sit Down''.


== Il disco ==
== Il disco ==


=== Influenze ===
=== Influenze ===
Nelle melodie sinuose e nella strumentazione classica vi sono indizi del movimento ''[[rock progressivo|progressive]]'' che cominciava a fiorire in quel periodo, pur senza l'enfasi e la tracotanza spesso associata al genere. L'influenza dominante è comunque quella di [[Bob Dylan]], del quale risuonano nel disco echi dei primi lavori, il suono "spigoloso" delle [[chitarra folk|chitarre folk]], gli assoli di [[armonica a bocca|armonica]] e i versi di protesta. Lo stesso David Bowie dichiarò sulla [[rivista (periodico)|rivista]] ''Disc & Music Echo'' di aver cantato «come avrebbe fatto Dylan se fosse nato in [[Inghilterra]]».

Dal punto di vista musicale, Bowie era ancora alla ricerca di una propria identità vocale. Oltre al ''[[pastiche]]'' in stile [[Bee Gees]] della stessa ''[[Space Oddity (singolo)|Space Oddity]]'', vi si trovano tracce di [[Simon and Garfunkel]] e persino di [[Josè Feliciano]] (in brani come ''Letter to Hermione'' e ''An Occasional Dream''), alcuni accenni a [[Marc Bolan]] e una cantilena in stile [[beatles]]iano tipo ''[[Hey Jude (brano musicale)|Hey Jude]]'' al termine di ''[[Memory of a Free Festival]]''.
A proposito del suo mix di [[Folk rock|folk]], ballate e [[rock progressivo]], gli editori del ''[[New Musical Express]]'' Roy Carr e Charles Shaar Murray, hanno detto che «alcune cose appartenevano al [[David Bowie]] del [[1967|'67]] e altre a quello del [[1972|'72]], ma nel [[1969]] sembrava tutto così incoerente. In pratica, ''Space Oddity'' può essere visto retrospettivamente come tutto ciò che Bowie è stato e un po' di quello che sarebbe diventato...».


=== Registrazione ===
=== Registrazione ===
La genesi di ''Space Oddity'' è da far risalire a un [[demo]] contenente dieci pezzi [[unplugged|acustici]] registrato nell’aprile del [[1969]] da Bowie e John Hutchinson, già [[chitarrista]] dei [[Biografia di David Bowie, 1962-1966#The Buzz|Buzz]] e suo partner nei Feathers in quel periodo. Oltre a quella della ''[[title track]]'', successivamente inclusa in ''[[Sound+Vision]]'', il nastro conteneva le prime versioni di altre tracce dell’album, in particolare ''Janine'', ''An Occasional Dream'', ''Letter to Hermione'' (qui intitolata ''I’m Not Quite'') e ''Cygnet Committe'' (col titolo ''Lover to the Dawn'').

Le registrazioni iniziarono ufficialmente il 20 giugno [[1969]] agli [[Trident Studios|studi Trident]] di [[Soho (Londra)|Soho]], dove l'ex [[ingegneria acustica|ingegnere del suono]] di Bowie [[Gus Dudgeon]] supervisionò le due tracce che costituivano il primo singolo estratto dall'album, ''[[Space Oddity (singolo)|Space Oddity]]'' e ''[[Wild Eyed Boy from Freecloud]]''. Tra l'altro, ''Space Oddity'' fu l'unica canzone dell'album non prodotta da [[Tony Visconti]] che la reputò una trovata pubblicitaria per sfruttare l'attualità dell'[[allunaggio]] di [[Neil Armstrong]] e dell'[[Apollo 11]]. Visconti passò la produzione del brano a Dudgeon,<ref name="Visconti">{{Cita web|http://www.tonyvisconti.com/artists/bowie/space.htm|Tony Visconti parla di ''Space Oddity''|editore=www.tonyvisconti.com|accesso=27 agosto 2008}}</ref>
e divenne così produttore di tutti i brani dell'album tranne quello che sarebbe diventato, dall'edizione del [[1972]] in poi, la ''title track'' nonché una delle canzoni simbolo di [[David Bowie]]. Lo stesso Visconti ammise molti anni dopo che il suo contributo all'album fu piuttosto "naif" e approssimativo: «In realtà non sapevo molto di qualità timbrica e ignoravo come pompare la sonorità degli [[strumenti musicali|strumenti]] impiegati nel [[rock]]... Comunque sono orgoglioso di diversi brani nei quali mi sono sentito più a mio agio, grazie al fatto che sapevo suonare il [[basso (musica)|basso]] e il [[flauto]], come ''Letter to Hermione'' e ''An Occasional Dream''».<ref name="Visconti"/> Uno dei contributi più significativi di [[Tony Visconti|Visconti]] è sicuramente rappresentato dalla "sfarzosa" versione orchestrale da cinquanta elementi di ''Wild Eyed Boy from Freecloud''.

Le registrazioni furono anche l'occasione per la collaborazione con alcuni [[musicisti]] che avrebbero lavorato ancora con lui, molti alla prima esperienza o quasi. Tra questi vanno ricordati il [[bassista]] Herbie Flowers, che avrebbe in seguito suonato in ''[[Diamond Dogs]]'' e in ''[[Transformer (album)|Transformer]]'' di [[Lou Reed]], [[Rick Wakeman]], che negli anni successivi avrebbe fatto parte di gruppi quali [[Strawbs]] e [[Yes]], il [[batterista]] [[Terry Cox]], proveniente dal gruppo [[folk]] dei [[Pentangle]] e Mick Wayne, [[chitarrista]] del gruppo [[Musica underground|underground]] Junior's Eyes (e autore dell'effetto del decollo del missile nella ''title track'').
A metà luglio, mentre la [[Mercury Records|Mercury]] e la [[Philips Records|Philips]] si preparavano a promuovere il singolo ''Space Oddity'', pubblicato precipitosamente sulle due sponde dell’[[Oceano Atlantico|Atlantico]] in tempo per la spedizione lunare dell’Apollo 11, le registrazioni degli altri brani proseguirono ai [[Trident Studios]].
[[Tony Visconti]] reclutò per l'occasione altri membri dei Junior's Eyes: il [[chitarrista]] [[Tim Renwick]] (che avrebbe collaborato con i [[Pink Floyd]] nel periodo post-[[Roger Waters]]), il [[bassista]] John Lodge (da non confondere con l'omonimo bassista dei [[Moody Blues]]) e il [[batterista]] dei Rats, John Cambridge. Il [[cantante]] della stessa band, Benny Marshall, si sarebbe aggiunto più avanti contribuendo con un assolo di [[armonica a bocca]]. Durante le registrazioni vennero utilizzati complessivamente 8 [[violino|violini]], 2 [[viola (musica)|viole]], 2 [[violoncello|violoncelli]], 2 [[contrabbasso|contrabbassi]] e 2 [[flauto|flauti]] per gli arrangiamenti orchestrali di [[Paul Buckmaster]] (noto per la sua collaborazione con [[Elton John]]).

Le sessioni proseguirono a intermittenza fino a metà ottobre, punteggiate da alcune interruzioni causate dalla morte del padre di David, Haywood, avvenuta il 5 agosto, e da alcune esibizioni come quelle ai festival di [[Malta]] e [[Monsummano Terme]]. Il 16 agosto, inoltre, si tenne l’evento all’aperto al [[Beckenham]] Recreation Ground che David commemorò in ''[[Memory of a Free Festival]]'' e che avrebbe generato anche ''Cygnet Committee''.


=== Uscita e accoglienza ===
=== Uscita e accoglienza ===
L'album uscì nel [[Regno Unito]] il 14 novembre del [[1969]] e si rivelò subito un fiasco dal punto di vista delle vendite, a dispetto di alcune critiche favorevoli.
Penny Valentine della rivista ''Disc & Music Echo'' definì il disco «piuttosto drammatico e snervante, ma la visione di [[David Bowie|Bowie]] appare simile a quella del più recente [[Bob Dylan|Dylan]]. È un disco dal quale in molti si attendono parecchio. Non credo che rimarranno delusi».<ref name="wonderworld">{{Cita web|http://www.bowiewonderworld.com/press/press60.htm#top|Rassegna stampa|editore=www.bowiewonderworld.com|accesso=28 agosto 2008}}</ref> ''Music Now!'' accolse l'album definendolo «profondo, meditativo, esplorativo, rivelatore».<ref name="wonderworld"/> Altri giudizi furono comunque meno entusiastici. Su ''Music Business Weekly'' il titolo della recensione fu piuttosto esplicativo: "Il troppo ambizioso Bowie è una delusione". Ancora, «Bowie appare un po' incerto sulla direzione da scegliere ed ha scritto una collezione di pezzi che vanno dal [[folk]] al canto indiano passando per il [[Rhythm and blues|R&B]]. Sembra molto più a suo agio con temi folk, sia nella scrittura che nel canto, e dovrebbe concentrarsi per sviluppare questo talento».

Anche se il [[45 giri]] ''[[Space Oddity (singolo)|Space Oddity]]'' aveva raggiunto la 5<sup>a</sup> posizione nelle classifiche inglesi, il grande successo della ''title track'' ebbe sull'album effetti più negativi che positivi soprattutto perché si trattava del pezzo meno rappresentativo del disco. Questa non fu comunque la sola ragione della mancata entrata in classifica dell'album. Nel novembre del [[1969]], proprio in coincidenza col miglior piazzamento del singolo e con l'uscita dell'album, la direzione della [[Philips Records|Philips]] dovette affrontare una notevole riorganizzazione dell'organico. Bowie vide così sparire alcuni dei suoi maggiori sostenitori all'interno della compagnia e la promozione dell'album ne risultò danneggiata proprio nel momento in cui avrebbe dovuto ricevere una significativa spinta verso l'alto. A marzo del [[1970]], l'album aveva venduto nel [[Regno Unito]] poco più di 5000 copie.

La situazione era ancor più scoraggiante negli [[Stati Uniti]]. ''Space Oddity'' uscì nel febbraio del [[1970]] ma le vendite furono insignificanti e l'album non ricevette molte recensioni. Il [[magazine (giornale)|magazine]] ''Zygote'' lodò la ''title track'' e ''[[Memory of a Free Festival]]'' ma nel resto dell'album venne riscontrata una mancanza di fluidità e orecchiabilità. La recensione concludeva affermando che «Bowie è discontinuo. Quando riesce è eccellente, quando fallisce è quasi insopportabile». Nancy Erlich del ''[[New York Times]]'' avrebbe scoperto il disco un anno dopo lodandolo come «una buona collezione di materiale [[rock]] in tutta la sua varietà, melodicamente accattivante, arrangiato in modo interessante ed accurato» e apprezzando i testi per i loro «quasi infiniti di lettura».

La riedizione del [[1972]] ebbe maggiore successo dal punto di vista commerciale, sia in patria che oltreoceano. Pubblicata sulla scia della svolta avvenuta con ''[[The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars|Ziggy Stardust]]'', la nuova versione scalò le classifiche [[Inghilterra|inglesi]] fino alla posizione numero 17 e rimase in classifica per 37 settimane.<ref name="teenagewildlife3">{{Cita web|http://www.teenagewildlife.com/info/faq/53.html|Billboard|editore=www.teenagewildlife.com|accesso=28 agosto 2008}}</ref> Negli [[Stati Uniti]], la riedizione raggiunse la 16<sup>a</sup> posizione nel [[1973]] e rimase nella classifica di [[Billboard]] per 36 settimane.<ref name="teenagewildlife3"/> Con la nuova pubblicazione del [[1990]] ''Space Oddity'' si limitò ad una fugace apparizione al 64<sup>o</sup> posto nelle classifiche inglesi, il 14 aprile.<ref name="chart">{{Cita web | url=http://www.chartstats.com/albuminfo.php?id=8744 | titolo=Riedizione 1990 | editore=www.chartstats.com | accesso=23 agosto 2009 | lingua=en}}</ref>


=== Copertina ===
=== Copertina ===
La copertina originale dell'album pubblicato nel [[Regno Unito]], raffigurante David Bowie su uno sfondo blu, venne ispirata da un disegno di [[Victor Vasarely]], il fondatore della [[Op Art]], mentre il retro è un disegno stile [[flower power]] del vecchio amico George Underwood. Il disegno trae spunto da alcuni aspetti dei testi dell’album ed è molto simile a quello che era apparso sulla copertina del primo disco dei [[T. Rex]], ''[[My People Were Fair and Had Sky in Their Hair... But Now They're Content to Wear Stars on Their Brows]]'', pubblicato l’anno prima. Vi si possono osservare un ritratto di Hermione Farthingale, un [[astronauta]], uno [[canna (stupefacente)|spinello]] acceso e una donna che piange (confortata da un [[Pierrot]] notevolmente simile al personaggio del video di ''[[Ashes to Ashes (David Bowie)|Ashes to Ashes]]'').

Sulla copertina della riedizione RCA del [[1972]] ci sono nuove fotografie, sia sul lato anteriore che sul retro, scattate alla residenza di Bowie di Haddon Hall dal [[fotografo]] Mick Rock (tra l'altro il cantante mostra sembianze che richiamano chiaramente quelle di [[Ziggy Stardust]]). Nelle note di copertina viene erroneamente indicato il [[1968]] come data di registrazione del brano ''[[Space Oddity (singolo)|Space Oddity]]''.


== Tracce ==
== Tracce ==
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=== ''Unwashed and Somewhat Slightly Dazed'' ===
=== ''Unwashed and Somewhat Slightly Dazed'' ===
Questo lungo e rabbioso brano ispirato a [[Bob Dylan]] e ad un mondo fatto di [[pacifismo]], [[hippy]] e canzoni di protesta, presenta alcuni tra i versi più incisivi della prima produzione di [[David Bowie|Bowie]], oltre a un assolo di [[armonica a bocca|armonica]] di Benny Marshall, voce solista dei Rats. Lo stile e il contenuto presentano il più violento immaginario riscontrato finora nelle sue composizioni e anticipano temi riguardanti l’[[alienazione]] e la [[follia|pazzia]] che si troveranno nei due album successivi.

{{Citazione|La mia carne marcisce<br />dove i topi mangiano le mie ossa<br />e l'orbita vuota dei miei occhi<br />non vede altro che dolore||My tissue is rotting<br />where the rats chew my bones<br />and my eye sockets empty<br />see nothing but pain|lingua=en}}

{{Citazione|La mia testa è piena di delitti<br />dove urlano solo gli assassini||My head’s full of murders<br />where only killers scream|lingua=en}}

I bersagli delle sue invettive sono i simboli del [[capitalismo]] e del privilegio ([[banchiere|banchieri]], [[carta di credito|carte di credito]], costosi quadri di [[Georges Braque|Braque]]), disseminati lungo il testo della canzone. A suo tempo, fu lo stesso Bowie a fornire alcuni indizi sul significato del brano. Suo padre Haywood era morto durante le sessioni dell’album e nel novembre [[1969]] il [[cantante]] disse al biografo George Tremlett: «descrive il mio stato d’animo nelle settimane che seguirono la morte di mio padre». Gran parte del testo, tuttavia, sembra riguardare un ragazzo tormentato dall’insicurezza per l’opinione che ha di lui la sua ragazza, che appartiene ad una classe sociale più elevata. Ad ottobre, Bowie aveva infatti dichiarato in un'intervista su ''Disc & Music Echo'': «È una canzoncina piuttosto bizzarra che ho scritto perché un giorno in cui ero molto trasandato mi sono accorto che la gente per la strada mi guardava in modo buffo. Parla di un ragazzo la cui fidanzata lo considera socialmente inferiore».<ref name="wonderworld">{{Cita web|http://www.bowiewonderworld.com/press/press60.htm|Rassegna stampa|editore=www.bowiewonderworld.com|accesso=14 gennaio 2009}}</ref> Anche se questa spiegazione non esclude l’influenza della morte di suo padre, appare alquanto divergente da quello che avrebbe detto a Tremlett un mese dopo.


=== ''(Don't Sit Down)'' ===
=== ''(Don't Sit Down)'' ===
Questo pezzo "usa e getta" (della durata di circa 40 secondi) comincia con Bowie che canticchia ''«yeah yeah baby yeah...»'' prima di scoppiare in una risata. Escluso dalla riedizione del [[1972]], è ricomparso nella ristampa della Rykodisc del [[1990]].


=== ''Letter to Hermione'' ===
=== ''Letter to Hermione'' ===
La canzone forse più (dolorosamente) intima dell’album è indirizzata a Hermione Farthingale, compagna, musa ispiratrice e collaboratrice di Bowie che abbandonò il cantante nel febbraio [[1969]] dopo aver completato la sua parte nel video ''[[Love You Till Tuesday (video)|Love You Till Tuesday]]''.

{{Citazione|Dicono che te la passi bene,<br />dicono che risplendi come se fossi una ragazza diversa.<br />Ma qualcosa mi dice che ti nascondi,<br />e quando il mondo è caldo e stanco,<br />tu piangi un po’ al buio,<br />beh, anche io.||They say your life is going very well,<br />they say you sparkle like a different girl.<br />But something tells me that you hide,<br />when all the world is warm and tired,<br />you cry a little in the dark,<br />well, so do I.|lingua=en}}

A novembre dello stesso anno, Bowie disse al biografo George Tremlett che le due canzoni per Hermione contenute nell’album (questa e ''An Occasional Dream'') lo rispecchiavano «in uno stato d’animo lacrimoso e romantico. Le ho scritto una lettera, ma poi ho deciso di non spedirla. La canzone è quello che avrei voluto dirle».<ref name="wonderworld"/> La versione del [[demo]] registrato con John Hutchinson era del tutto simile al brano finito tranne per il titolo: in quella fase Bowie era più enigmatico riguardo alla destinataria e aveva chiamato la canzone ''I’m Not Quite''. Nel [[2000]], nel corso del documentario ''[[Sessioni radiofoniche di David Bowie alla BBC#Altre apparizioni alla BBC|Golden Years]]'' di [[BBC Radio|BBC Radio 2]], il cantante rivelava di aver fatto una stupefacente scoperta a proposito di Hermione: «aveva ripreso a scrivermi circa due o tre mesi dopo, questa è la cosa straordinaria. Lo avevo completamente rimosso dalla mia mente».


=== ''Cygnet Committee'' ===
=== ''Cygnet Committee'' ===
Questa lunga e complessa composizione venne sviluppata partendo dal [[demo]] [[unplugged|acustico]] registrato con John Hutchinson e intitolato ''Lover to the Dawn'', anche se in quella versione mancavano l’intensità ritmica, la complessità musicale e lo sfogo anti-[[hippy]] presenti nel brano dell’album. La parte iniziale del testo si sviluppava al contrario in un’arringa diretta contro Hermione, che lo aveva appena lasciato: «''Don’t be so crazy, bitter girl, we’re not just sitting here digging you''» («''Non fare la matta, ostinata ragazza, non abbiamo intenzione di stare seduti ad ammirarti''»). Il tema della versione dell’album, di nuovo rabbiosamente ispirato a [[Bob Dylan|Dylan]] (con riferimenti a ''[[Desolation Row]]''), è la delusione provata da Bowie di fronte alla svendita dei valori del [[hippy|movimento hippy]] e, forse, anche al fallimento del laboratorio artistico con base a [[Beckenham]] che aveva contribuito a fondare nel [[1969]].

{{Citazione|È passato tanto tempo, e c'è così poco di nuovo.<br />E quando il passero canta,<br />spunta un coro che qualcun altro ascolterà.<br />Il Pensatore siede da solo, diventa vecchio,<br />e così triste.||So much has gone, and little is new.<br />And when the sparrow sings,<br />dawn chorus for someone else to hear.<br />The Thinker sits alone growing older,<br />and so bitter.|lingua=en}}

Quattro anni prima, [[Bob Dylan]] aveva lanciato il suo famoso avvertimento a "non seguire i leader" e qui Bowie ribadisce il concetto, diffidando dal seguire anche i cosiddetti leader "alternativi". Il rifiuto delle figure dei [[guru]] (posizione abbastanza d’attualità nel periodo successivo alle esperienze [[india]]ne di [[George Harrison]] e dei [[Beatles]]) sarà presente nei testi di [[David Bowie|Bowie]] nei primi [[Anni 1970|anni settanta]]. Nel testo non mancano riferimenti a ''[[1984 (romanzo)|1984]]'' di [[George Orwell]], che aveva colpito molto Bowie e che lo avrebbe continuato a influenzare negli anni successivi, anche oltre il [[concept album]] ''[[Diamond Dogs]]'' del [[1974]]. Il richiamo forse più esplicito è quello alla triste vicenda dei protagonisti del [[romanzo]], [[Winston Smith|Winston]] e [[Julia (1984)|Julia]]:

{{Citazione|Ed io ho chiuso gli occhi e sprangato il cervello,<br />perché una volta ho letto un libro in cui gli amanti erano uccisi,<br />perché non conoscevano le parole del ritornello degli Stati Liberi.||And I close my eyes and tighten up my brain,<br />for I once read a book in which the lovers were slain,<br />for they knew not the words of the Free States' refrain.|lingua=en}}
La collera cresce d’intensità prima di implodere nell’ottimistico ''«I want to live»'' su un serrato ritmo in 5/4. Nel novembre [[1969]], Bowie disse a George Tremlett che ''Cygnet Committee'' era la canzone migliore dell’album e che sarebbe stata pubblicata come [[45 giri]] se la [[casa discografica]] non si fosse opposta. «Volevo farne un singolo ma nessun altro pensava che fosse una buona idea. Beh, forse è un po’ lunga. Sono io che faccio delle considerazioni sul movimento [[hippy]], raccontando come è partito bene ma anche come si è rovinato quando gli hippy sono diventati come tutti gli altri, materialisti ed egoisti».<ref name="wonderworld"/> Su ''Music Now!'' spiegava che la canzone «era un esempio di come si può usare una canzone per attaccare quelli che non sanno che fare di se stessi. Cercare di mostrare alla gente la via da percorrere. Si mettono addosso tutto quello che gli viene detto d’indossare e ascoltano la musica che gli dicono di ascoltare». Nella stessa intervista Bowie avvertiva, evocando per la prima volta idee che lo avrebbero ripetutamente ossessionato negli anni seguenti, che «questa nazione reclama un capo. Dio solo sa cosa sta cercando, ma non si rende conto che può andare sotto un [[Adolf Hitler|Hitler]]. Questo Paese è pronto per essere sottomesso da chiunque abbia una personalità abbastanza forte da comandare».<ref name="wonderworld">{{Cita web|http://www.bowiewonderworld.com/press/press60.htm|Rassegna stampa|editore=www.bowiewonderworld.com|accesso=18 gennaio 2009}}</ref> Alla luce di queste considerazioni, ''Cygnet Committee'' può essere vista come l'esplorazione delle pericolose relazioni tra [[moda]], carisma, [[celebrità]], [[messianesimo|pratiche messianiche]] e estremismo politico, temi che più tardi avrebbero caratterizzato alcune delle più famose opere di Bowie e che suonano come un avvertimento riguardo al fatto che l’alternativa alla presa di coscienza individuale non può essere che il [[totalitarismo]]. Dal punto di vista vocale, ''Cygnet Committee'' è un'occasione per apprezzare il nuovo stile interpretativo di [[David Bowie|Bowie]]. Se nell’album precedente c'erano pochi momenti lirici a voce piena, che ricalcavano tra l'altro ancora i suoi modelli musicali (soprattutto [[Elvis Presley|Elvis]] e Anthony Newley), qui il cantante mantiene un tono [[baritono|baritonale]] ma inizia gradualmente a personalizzare la voce e a sfruttarne le particolarità e le potenzialità. La canzone divenne una pietra angolare delle sue performance dal vivo nei mesi immediatamente successivi alla pubblicazione dell’album.


=== ''Janine'' ===
=== ''Janine'' ===
La traccia preferita da [[Tony Visconti]] tra quelle registrate durante le sessioni di ''Space Oddity'' potrebbe apparire come uno scherzoso ammonimento ad una ragazza un po’ petulante. In realtà la canzone contiene versi che suggeriscono più complesse implicazioni.

{{Citazione|Se vieni da me con un'ascia<br />ucciderai un altro uomo certo non me||If you take an axe to me<br />you'll kill another man not me at all|lingua=en}}

{{Citazione|Devo tenere il velo sulla mia faccia||I've got to keep my veil on my face|lingua=en}}

{{Citazione|Ho delle cose nella testa<br />che non posso guardare neppure io||I've got things inside my head<br />that even I can't face|lingua=en}}

Versi come questi fanno vedere ''Janine'' come un primo esempio del fittizio distanziamento da sé che assumerà benaltre proporzioni nel decennio successivo.
La versione del [[demo]] registrato con John Hutchinson presenta minime differenze nel testo e una inaspettata evoluzione nel ''refrain'' finale di ''[[Hey Jude]]'' dei [[Beatles]]. In quel nastro, Bowie rivelava che Janine «è la ragazza di un tizio chiamato George che disegna bellissime copertine di album». In realtà si tratta di George Underwood, suo amico d’infanzia e collaboratore, come lasciò intendere in un’intervista concessa nell’ottobre di quell’anno a ''Disc & Music Echo'': «È un po’ difficile spiegarla senza apparire sgradevole. Riguarda il mio vecchio amico George e una ragazza con cui usciva in quel periodo. È come io pensavo che lui avrebbe potuto vederla».<ref name="wonderworld"/>


=== ''An Occasional Dream'' ===
=== ''An Occasional Dream'' ===
«Si tratta di un’altra riflessione su Hermione, dal cui ricordo sono stato a lungo ossessionato»<ref name="wonderworld"/> dichiarò Bowie nel [[1969]]. In effetti, il brano segue lo stesso percorso di ''Letter to Hermione'', lamentando l’implacabile marcia del tempo:

{{Citazione|Nella nostra follia<br />abbiamo bruciato un centinaio di giorni<br />Ci vuol tempo per far passare il tempo<br />e ne conservo ancora le ceneri||In our madness<br />we burnt one hundred days<br />time takes time to pass<br />and I still hold some ashes to me|lingua=en}}

I "cento giorni" rimpianti da Bowie si riferiscono al periodo in cui abitò con Hermione in una stanza arredata in Clareville Grove, [[South Kensington (Londra)|South Kensington]], alla fine del [[1968]]. Il fascino esercitato su Bowie dal potere della nostalgia e dall’incessante incedere del tempo avrebbe costituito la [[chiave di volta]] della sua produzione negli [[Anni 1970|anni settanta]], forse in modo più evidente in alcune canzoni di ''[[Aladdin Sane]]''. La versione del [[demo]] era molto simile a quella definitiva tranne per un verso supplementare cantato da John Hutchinson in sottofondo alla voce solista di Bowie.


=== ''[[Wild Eyed Boy from Freecloud]]'' ===
=== ''[[Wild Eyed Boy from Freecloud]]'' ===
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=== ''God Knows I'm Good'' ===
=== ''God Knows I'm Good'' ===
Potrebbe ricordare le storie brevi contenute nel precedente ''[[David Bowie (album)|David Bowie]]'' questa canzone di protesta "alla [[Bob Dylan]]" rivolta contro alcuni dei bersagli consueti del movimento [[hippy]] tra cui il [[capitalismo]], le preoccupazioni [[nazionalismo|nazionalistiche]] e soprattutto la "meccanizzazione sociale". «La comunicazione di massa ha sottratto alla nostra vita una tale quantità di cose che ora è quasi completamente indirizzata alle macchine piuttosto che ai normali esseri umani», disse Bowie nel [[1969]] a ''Disc & Music Echo''.<ref name="wonderworld"/> «Al giorno d’oggi non si trova più nessuno con cui parlare dei propri problemi, così questa canzone parla di una donna che ruba una confezione di [[carne in scatola]], di cui ha disperatamente bisogno ma che non può comprare, in un [[supermercato]] e viene presa».<ref name="wonderworld"/>


=== ''[[Memory of a Free Festival]]'' ===
=== ''[[Memory of a Free Festival]]'' ===
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== Riedizioni e raccolte ==
== Riedizioni e raccolte ==
Così come ''[[Wild Eyed Boy from Freecloud]]'' e ''[[Memory of a Free Festival]]'', anche ''God Knows I'm Good'', ''An Occasional Dream'', ''Cygnet Committee'', ''Unwashed and Somewhat Slightly Dazed'' e ''Janine'' vennero eseguite nella [[Sessioni radiofoniche di David Bowie alla BBC|sessione BBC]] del 5 febbraio [[1970]] (le ultime due già presenti in quella precedente del 20 ottobre [[1969]]).
Le performance del 1970 di ''Cygnet Committee'', ''God Knows I'm Good'' e ''Unwashed and Somewhat Slightly Dazed'' si trovano in ''[[Bowie at the Beeb]]''.

Sia le esibizioni alla BBC che le versioni del [[demo]] registrato con John Hutchinson sono rintracciabili in numerosi [[bootleg]], tra cui ''The Beckenham Oddity'' del [[1987]], ''The Day and the Moon'' del [[1990]] e ''Radio Hype'' del [[1997]].

''Cygnet Committee'' è stato il lato B del singolo ''[[The Man Who Sold the World#Le altre tracce|The Width of a Circle]]'', uscito nell'[[Europa dell'est]] nel giugno [[1973]].<ref name="teenagewildlife2">{{Cita web|http://www.teenagewildlife.com/Singles/TWOAC1973/Title.html|''The Width of a Circle''|editore=www.teenagewildlife.com|accesso=20 gennaio 2009}}</ref>

''Janine'' venne inizialmente scelta come [[45 giri]] da far uscire dopo ''[[Space Oddity (singolo)|Space Oddity]]'' (era stato annunciato anche su ''[[New Musical Express]]'' nel novembre [[1969]])<ref name="wonderworld">{{Cita web|http://www.bowiewonderworld.com/press/press60.htm#301169|Rassegna stampa|editore=www.bowiewonderworld.com|accesso=20 gennaio 2009}}</ref> ma poi il progetto fu abbandonato.<ref name="zone">{{Cita web|http://bowiezone.net/songs/Bowie%20songs%20%20%20Janine.html|''Janine''|editore=www.bowiezone.net|accesso=20 gennaio 2009}}</ref> In seguito la canzone scomparve dal repertorio di Bowie, anche se la versione dell’album fu inclusa nel raro singolo promozionale di ''[[The Man Who Sold the World#Le altre tracce|All the Madmen]]'' uscito negli [[USA]].<ref name="zone"/> La canzone era presente anche nella [[colonna sonora]] del film ''Ragazze contro'' del [[1998]].

Oltre a ''[[Memory of a Free Festival]]'' e, soprattutto, '' [[Space Oddity (singolo)|Space Oddity]]'', sono state oggetto di [[cover]]: ''Letter to Hermione'', eseguita dagli Human Drama in ''Pin-Ups'' del [[1993]] (da non confondersi con il "quasi" omonimo ''[[Pin Ups]]'' dello stesso Bowie), ''An Occasional dream'' eseguita da [[Ian Shaw]] nell’album ''A World Still Turning'' del [[2003]] e ''God Knows I'm Good'' eseguita dagli [[Islanda|islandesi]] Bellatrix nell’[[album tributo]] ''Diamond Gods: Interpretations of Bowie'' del [[2004]].


== Note ==
== Note ==
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* Roy Carr e Charles Shaar Murray - ''Bowie: An Illustrated Record''. Eel Publishing, 1981.
* {{cita libro|titolo=David Bowie. L'enciclopedia|autore=Nicholas Pegg|anno=2002|editore=Arcana, Roma|ISBN=88-7966-270-8|url=http://books.google.it/books?id=LI8NPQAACAAJ&dq=Nicholas+Pegg+David+Bowie&hl=it&sa=X&ei=G1_RUp3VD8POhAfe-YFo&ved=0CEgQ6AEwAA}}
* David Buckley - ''Strange Fascination''. Virgin Books, Londra, 1999.
* {{cita libro|titolo=Strange Fascination: David Bowie, the Definitive Story|autore=David Buckley|anno=2005|editore=Virgin Books, Londra|ISBN=9780753510025|url=http://books.google.it/books/about/Strange_Fascination.html?id=ZwzbCdn9zc0C&redir_esc=y|lingua=en}}
* Nicholas Pegg - ''David Bowie - L'Enciclopedia''. Arcana, Roma, 2002.
* {{Cita album |titolo=David Bowie (Deluxe Edition)|artista=David Bowie|anno=2010|etichetta=Deram|catalogo=531 792-5|lingua=en}}
* George Tremlett - ''David Bowie: Living on the Brink''. Carroll & Graf, 1997.
* Laura Gerevasi - ''Le canzoni di David Bowie''. Editori Riuniti, 2005.


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
* ''[[Images 1966-1967]]''
* [[Movimento hippy]]
* ''[[Bowie at the Beeb]]''
* ''[[Space Oddity (singolo)|Space Oddity]]'' (singolo)
* [[Bob Dylan]]
* ''[[Love You Till Tuesday (video)|Love You Till Tuesday]]'' (video)
* [[Biografia di David Bowie, 1962-1966#The Buzz|The Buzz]]
* [[Bowie at the Beeb]]
* [[Deram Records]]
* [[Tony Visconti]]
* [[Gus Dudgeon]]
* [[Anthony Newley]]


== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.velvetgoldmine.it/testi/David67.html Testi e traduzioni delle tracce su Velvet Goldmine]
* [http://www.velvetgoldmine.it/testi/SpaceOddity.html Testi e traduzioni] su velvetgoldmine.it
*{{en}} [http://www.allmusic.com/album/david-bowie-mw0000198656 Recensione di ''David Bowie'' su AllMusic]
* {{en}} [http://www.allmusic.com/album/r2478 Recensione di ''Space Oddity''] su AllMusicGuide
*{{en}} [http://bowiesongs.wordpress.com/category/david-bowie-st-lp-1967/ David Bowie, song by song]
*{{en}} [http://bowiesongs.wordpress.com/category/space-oddity-david-bowie-lp-1969/ David Bowie, song by song]
*Cerca ''[http://www.lastfm.it/music/David+Bowie/David++Bowie ''David Bowie'']'' su [[Last.fm]]
*Cerca ''[http://www.lastfm.it/music/David+Bowie/Space+Oddity Space Oddity]'' su [[Last.fm]]


{{David Bowie}}
{{David Bowie}}

Versione delle 20:57, 19 nov 2014

Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
Ondarock[1]
Allmusic[2]
Sputnikmusic[3]
Piero Scaruffi[4]

«È più che un disco. È un’esperienza. Un’espressione della vita come gli altri la vedono. I testi sono pieni della grandeur di ieri, dell'immediatezza di oggi e della frivolezza di domani. Merita la vostra attenzione.»

Space Oddity è il secondo album dell’artista inglese David Bowie, pubblicato nel 1969 per la Philips Records e ristampato su compact disc per la prima volta dalla RCA nel 1984. Nel Regno Unito l'album uscì col titolo David Bowie mentre negli Stati Uniti venne pubblicato dalla Mercury Records col titolo Man of Words/Man of Music. Nel 1972 venne nuovamente distribuito dalla RCA come Space Oddity, il titolo col quale è maggiormente conosciuto (anche per evitare confusione con l'album di debutto, anch'esso intitolato David Bowie).[5] Nella versione originale, così come nella prima edizione in CD, non compare la traccia Don't Sit Down.

Pur essendo considerato da molti il primo album effettivo di David Bowie (comunque il primo ad essere oggetto di ristampa), rispetto ai suoi standard Space Oddity risulta stranamente non bene a fuoco. L'album si colloca a metà strada fra la psichedelia da vaudeville dei suoi inizi e le suggestioni glam del successivo The Man Who Sold the World, anche se testimonia la maturazione musicale del cantante mostrando una sensibilità folk rock dominata dalla preoccupazione per l'andamento altalenante del suo idillio con il movimento hippy e dal fallimento della sua relazione con la fidanzata Hermione Farthingale. I riferimenti autobiografici dei testi sono più evidenti rispetto al disco precedente e, mentre gli album successivi si rivolgeranno ad aree più profonde e oscure della psiche di Bowie, le canzoni contenute in Space Oddity suscitano un'impressione di sincera confessione. Nonostante la sua identità musicale ancora embrionale, molti brani dell'album, in particolare Unwashed and Somewhat Slightly Dazed, Wild Eyed Boy from Freecloud e Cygnet Committee, cominciano ad offrire la dimostrazione del suo talento di paroliere.

Dopo la prima del 1984, Space Oddity ha avuto altre due riedizioni in formato CD, una nel 1990 e una nel 1999. In quella del 1990 della Rykodisc ci sono 3 tracce bonus registrate nel 1970 (oltre a Don't Sit Down): Conversation Piece, pubblicata come lato B del singolo The Prettiest Star, e le due parti di Memory of a Free Festival presenti come lato A e B nell'omonimo 45 giri. Nell'edizione rimasterizzata della EMI uscita nel 1999 non ci sono le bonus tracks ma è presente la versione originale di Don't Sit Down.

Il disco

Influenze

Nelle melodie sinuose e nella strumentazione classica vi sono indizi del movimento progressive che cominciava a fiorire in quel periodo, pur senza l'enfasi e la tracotanza spesso associata al genere. L'influenza dominante è comunque quella di Bob Dylan, del quale risuonano nel disco echi dei primi lavori, il suono "spigoloso" delle chitarre folk, gli assoli di armonica e i versi di protesta. Lo stesso David Bowie dichiarò sulla rivista Disc & Music Echo di aver cantato «come avrebbe fatto Dylan se fosse nato in Inghilterra».

Dal punto di vista musicale, Bowie era ancora alla ricerca di una propria identità vocale. Oltre al pastiche in stile Bee Gees della stessa Space Oddity, vi si trovano tracce di Simon and Garfunkel e persino di Josè Feliciano (in brani come Letter to Hermione e An Occasional Dream), alcuni accenni a Marc Bolan e una cantilena in stile beatlesiano tipo Hey Jude al termine di Memory of a Free Festival. A proposito del suo mix di folk, ballate e rock progressivo, gli editori del New Musical Express Roy Carr e Charles Shaar Murray, hanno detto che «alcune cose appartenevano al David Bowie del '67 e altre a quello del '72, ma nel 1969 sembrava tutto così incoerente. In pratica, Space Oddity può essere visto retrospettivamente come tutto ciò che Bowie è stato e un po' di quello che sarebbe diventato...».

Registrazione

La genesi di Space Oddity è da far risalire a un demo contenente dieci pezzi acustici registrato nell’aprile del 1969 da Bowie e John Hutchinson, già chitarrista dei Buzz e suo partner nei Feathers in quel periodo. Oltre a quella della title track, successivamente inclusa in Sound+Vision, il nastro conteneva le prime versioni di altre tracce dell’album, in particolare Janine, An Occasional Dream, Letter to Hermione (qui intitolata I’m Not Quite) e Cygnet Committe (col titolo Lover to the Dawn).

Le registrazioni iniziarono ufficialmente il 20 giugno 1969 agli studi Trident di Soho, dove l'ex ingegnere del suono di Bowie Gus Dudgeon supervisionò le due tracce che costituivano il primo singolo estratto dall'album, Space Oddity e Wild Eyed Boy from Freecloud. Tra l'altro, Space Oddity fu l'unica canzone dell'album non prodotta da Tony Visconti che la reputò una trovata pubblicitaria per sfruttare l'attualità dell'allunaggio di Neil Armstrong e dell'Apollo 11. Visconti passò la produzione del brano a Dudgeon,[6] e divenne così produttore di tutti i brani dell'album tranne quello che sarebbe diventato, dall'edizione del 1972 in poi, la title track nonché una delle canzoni simbolo di David Bowie. Lo stesso Visconti ammise molti anni dopo che il suo contributo all'album fu piuttosto "naif" e approssimativo: «In realtà non sapevo molto di qualità timbrica e ignoravo come pompare la sonorità degli strumenti impiegati nel rock... Comunque sono orgoglioso di diversi brani nei quali mi sono sentito più a mio agio, grazie al fatto che sapevo suonare il basso e il flauto, come Letter to Hermione e An Occasional Dream».[6] Uno dei contributi più significativi di Visconti è sicuramente rappresentato dalla "sfarzosa" versione orchestrale da cinquanta elementi di Wild Eyed Boy from Freecloud.

Le registrazioni furono anche l'occasione per la collaborazione con alcuni musicisti che avrebbero lavorato ancora con lui, molti alla prima esperienza o quasi. Tra questi vanno ricordati il bassista Herbie Flowers, che avrebbe in seguito suonato in Diamond Dogs e in Transformer di Lou Reed, Rick Wakeman, che negli anni successivi avrebbe fatto parte di gruppi quali Strawbs e Yes, il batterista Terry Cox, proveniente dal gruppo folk dei Pentangle e Mick Wayne, chitarrista del gruppo underground Junior's Eyes (e autore dell'effetto del decollo del missile nella title track). A metà luglio, mentre la Mercury e la Philips si preparavano a promuovere il singolo Space Oddity, pubblicato precipitosamente sulle due sponde dell’Atlantico in tempo per la spedizione lunare dell’Apollo 11, le registrazioni degli altri brani proseguirono ai Trident Studios. Tony Visconti reclutò per l'occasione altri membri dei Junior's Eyes: il chitarrista Tim Renwick (che avrebbe collaborato con i Pink Floyd nel periodo post-Roger Waters), il bassista John Lodge (da non confondere con l'omonimo bassista dei Moody Blues) e il batterista dei Rats, John Cambridge. Il cantante della stessa band, Benny Marshall, si sarebbe aggiunto più avanti contribuendo con un assolo di armonica a bocca. Durante le registrazioni vennero utilizzati complessivamente 8 violini, 2 viole, 2 violoncelli, 2 contrabbassi e 2 flauti per gli arrangiamenti orchestrali di Paul Buckmaster (noto per la sua collaborazione con Elton John).

Le sessioni proseguirono a intermittenza fino a metà ottobre, punteggiate da alcune interruzioni causate dalla morte del padre di David, Haywood, avvenuta il 5 agosto, e da alcune esibizioni come quelle ai festival di Malta e Monsummano Terme. Il 16 agosto, inoltre, si tenne l’evento all’aperto al Beckenham Recreation Ground che David commemorò in Memory of a Free Festival e che avrebbe generato anche Cygnet Committee.

Uscita e accoglienza

L'album uscì nel Regno Unito il 14 novembre del 1969 e si rivelò subito un fiasco dal punto di vista delle vendite, a dispetto di alcune critiche favorevoli. Penny Valentine della rivista Disc & Music Echo definì il disco «piuttosto drammatico e snervante, ma la visione di Bowie appare simile a quella del più recente Dylan. È un disco dal quale in molti si attendono parecchio. Non credo che rimarranno delusi».[7] Music Now! accolse l'album definendolo «profondo, meditativo, esplorativo, rivelatore».[7] Altri giudizi furono comunque meno entusiastici. Su Music Business Weekly il titolo della recensione fu piuttosto esplicativo: "Il troppo ambizioso Bowie è una delusione". Ancora, «Bowie appare un po' incerto sulla direzione da scegliere ed ha scritto una collezione di pezzi che vanno dal folk al canto indiano passando per il R&B. Sembra molto più a suo agio con temi folk, sia nella scrittura che nel canto, e dovrebbe concentrarsi per sviluppare questo talento».

Anche se il 45 giri Space Oddity aveva raggiunto la 5a posizione nelle classifiche inglesi, il grande successo della title track ebbe sull'album effetti più negativi che positivi soprattutto perché si trattava del pezzo meno rappresentativo del disco. Questa non fu comunque la sola ragione della mancata entrata in classifica dell'album. Nel novembre del 1969, proprio in coincidenza col miglior piazzamento del singolo e con l'uscita dell'album, la direzione della Philips dovette affrontare una notevole riorganizzazione dell'organico. Bowie vide così sparire alcuni dei suoi maggiori sostenitori all'interno della compagnia e la promozione dell'album ne risultò danneggiata proprio nel momento in cui avrebbe dovuto ricevere una significativa spinta verso l'alto. A marzo del 1970, l'album aveva venduto nel Regno Unito poco più di 5000 copie.

La situazione era ancor più scoraggiante negli Stati Uniti. Space Oddity uscì nel febbraio del 1970 ma le vendite furono insignificanti e l'album non ricevette molte recensioni. Il magazine Zygote lodò la title track e Memory of a Free Festival ma nel resto dell'album venne riscontrata una mancanza di fluidità e orecchiabilità. La recensione concludeva affermando che «Bowie è discontinuo. Quando riesce è eccellente, quando fallisce è quasi insopportabile». Nancy Erlich del New York Times avrebbe scoperto il disco un anno dopo lodandolo come «una buona collezione di materiale rock in tutta la sua varietà, melodicamente accattivante, arrangiato in modo interessante ed accurato» e apprezzando i testi per i loro «quasi infiniti di lettura».

La riedizione del 1972 ebbe maggiore successo dal punto di vista commerciale, sia in patria che oltreoceano. Pubblicata sulla scia della svolta avvenuta con Ziggy Stardust, la nuova versione scalò le classifiche inglesi fino alla posizione numero 17 e rimase in classifica per 37 settimane.[8] Negli Stati Uniti, la riedizione raggiunse la 16a posizione nel 1973 e rimase nella classifica di Billboard per 36 settimane.[8] Con la nuova pubblicazione del 1990 Space Oddity si limitò ad una fugace apparizione al 64o posto nelle classifiche inglesi, il 14 aprile.[9]

Copertina

La copertina originale dell'album pubblicato nel Regno Unito, raffigurante David Bowie su uno sfondo blu, venne ispirata da un disegno di Victor Vasarely, il fondatore della Op Art, mentre il retro è un disegno stile flower power del vecchio amico George Underwood. Il disegno trae spunto da alcuni aspetti dei testi dell’album ed è molto simile a quello che era apparso sulla copertina del primo disco dei T. Rex, My People Were Fair and Had Sky in Their Hair... But Now They're Content to Wear Stars on Their Brows, pubblicato l’anno prima. Vi si possono osservare un ritratto di Hermione Farthingale, un astronauta, uno spinello acceso e una donna che piange (confortata da un Pierrot notevolmente simile al personaggio del video di Ashes to Ashes).

Sulla copertina della riedizione RCA del 1972 ci sono nuove fotografie, sia sul lato anteriore che sul retro, scattate alla residenza di Bowie di Haddon Hall dal fotografo Mick Rock (tra l'altro il cantante mostra sembianze che richiamano chiaramente quelle di Ziggy Stardust). Nelle note di copertina viene erroneamente indicato il 1968 come data di registrazione del brano Space Oddity.

Tracce

Testo e musiche di David Bowie.

Lato A
  1. Space Oddity – 5:14
  2. Unwashed and Somewhat Slightly Dazed – 6:10
  3. (Don't Sit Down)* – 0:39
  4. Letter to Hermione – 2:30
  5. Cygnet Committee – 9:30

Durata totale: 24:03

Lato B
  1. Janine – 3:19
  2. An Occasional Dream – 2:56
  3. Wild Eyed Boy from Freecloud – 4:47
  4. God Knows I'm Good – 3:16
  5. Memory of a Free Festival – 7:07

Durata totale: 21:25

* Don't Sit Down non è presente nelle versioni del 1972 e del 1984.

Tracce bonus della riedizione 1990

  1. Conversation Piece - 3:05 (lato B del singolo The Prettiest Star del 1970)
  2. Memory of a Free Festival Part 1 - 3:59 (lato A del 45 giri del 1970)
  3. Memory of a Free Festival Part 2 - 3:31 (lato B del 45 giri del 1970)

Formazione

Descrizione dei brani

Lo stesso argomento in dettaglio: Space Oddity (singolo).

Unwashed and Somewhat Slightly Dazed

Questo lungo e rabbioso brano ispirato a Bob Dylan e ad un mondo fatto di pacifismo, hippy e canzoni di protesta, presenta alcuni tra i versi più incisivi della prima produzione di Bowie, oltre a un assolo di armonica di Benny Marshall, voce solista dei Rats. Lo stile e il contenuto presentano il più violento immaginario riscontrato finora nelle sue composizioni e anticipano temi riguardanti l’alienazione e la pazzia che si troveranno nei due album successivi.

(EN)

«My tissue is rotting
where the rats chew my bones
and my eye sockets empty
see nothing but pain»

(IT)

«La mia carne marcisce
dove i topi mangiano le mie ossa
e l'orbita vuota dei miei occhi
non vede altro che dolore»

(EN)

«My head’s full of murders
where only killers scream»

(IT)

«La mia testa è piena di delitti
dove urlano solo gli assassini»

I bersagli delle sue invettive sono i simboli del capitalismo e del privilegio (banchieri, carte di credito, costosi quadri di Braque), disseminati lungo il testo della canzone. A suo tempo, fu lo stesso Bowie a fornire alcuni indizi sul significato del brano. Suo padre Haywood era morto durante le sessioni dell’album e nel novembre 1969 il cantante disse al biografo George Tremlett: «descrive il mio stato d’animo nelle settimane che seguirono la morte di mio padre». Gran parte del testo, tuttavia, sembra riguardare un ragazzo tormentato dall’insicurezza per l’opinione che ha di lui la sua ragazza, che appartiene ad una classe sociale più elevata. Ad ottobre, Bowie aveva infatti dichiarato in un'intervista su Disc & Music Echo: «È una canzoncina piuttosto bizzarra che ho scritto perché un giorno in cui ero molto trasandato mi sono accorto che la gente per la strada mi guardava in modo buffo. Parla di un ragazzo la cui fidanzata lo considera socialmente inferiore».[7] Anche se questa spiegazione non esclude l’influenza della morte di suo padre, appare alquanto divergente da quello che avrebbe detto a Tremlett un mese dopo.

(Don't Sit Down)

Questo pezzo "usa e getta" (della durata di circa 40 secondi) comincia con Bowie che canticchia «yeah yeah baby yeah...» prima di scoppiare in una risata. Escluso dalla riedizione del 1972, è ricomparso nella ristampa della Rykodisc del 1990.

Letter to Hermione

La canzone forse più (dolorosamente) intima dell’album è indirizzata a Hermione Farthingale, compagna, musa ispiratrice e collaboratrice di Bowie che abbandonò il cantante nel febbraio 1969 dopo aver completato la sua parte nel video Love You Till Tuesday.

(EN)

«They say your life is going very well,
they say you sparkle like a different girl.
But something tells me that you hide,
when all the world is warm and tired,
you cry a little in the dark,
well, so do I.»

(IT)

«Dicono che te la passi bene,
dicono che risplendi come se fossi una ragazza diversa.
Ma qualcosa mi dice che ti nascondi,
e quando il mondo è caldo e stanco,
tu piangi un po’ al buio,
beh, anche io.»

A novembre dello stesso anno, Bowie disse al biografo George Tremlett che le due canzoni per Hermione contenute nell’album (questa e An Occasional Dream) lo rispecchiavano «in uno stato d’animo lacrimoso e romantico. Le ho scritto una lettera, ma poi ho deciso di non spedirla. La canzone è quello che avrei voluto dirle».[7] La versione del demo registrato con John Hutchinson era del tutto simile al brano finito tranne per il titolo: in quella fase Bowie era più enigmatico riguardo alla destinataria e aveva chiamato la canzone I’m Not Quite. Nel 2000, nel corso del documentario Golden Years di BBC Radio 2, il cantante rivelava di aver fatto una stupefacente scoperta a proposito di Hermione: «aveva ripreso a scrivermi circa due o tre mesi dopo, questa è la cosa straordinaria. Lo avevo completamente rimosso dalla mia mente».

Cygnet Committee

Questa lunga e complessa composizione venne sviluppata partendo dal demo acustico registrato con John Hutchinson e intitolato Lover to the Dawn, anche se in quella versione mancavano l’intensità ritmica, la complessità musicale e lo sfogo anti-hippy presenti nel brano dell’album. La parte iniziale del testo si sviluppava al contrario in un’arringa diretta contro Hermione, che lo aveva appena lasciato: «Don’t be so crazy, bitter girl, we’re not just sitting here digging you» («Non fare la matta, ostinata ragazza, non abbiamo intenzione di stare seduti ad ammirarti»). Il tema della versione dell’album, di nuovo rabbiosamente ispirato a Dylan (con riferimenti a Desolation Row), è la delusione provata da Bowie di fronte alla svendita dei valori del movimento hippy e, forse, anche al fallimento del laboratorio artistico con base a Beckenham che aveva contribuito a fondare nel 1969.

(EN)

«So much has gone, and little is new.
And when the sparrow sings,
dawn chorus for someone else to hear.
The Thinker sits alone growing older,
and so bitter.»

(IT)

«È passato tanto tempo, e c'è così poco di nuovo.
E quando il passero canta,
spunta un coro che qualcun altro ascolterà.
Il Pensatore siede da solo, diventa vecchio,
e così triste.»

Quattro anni prima, Bob Dylan aveva lanciato il suo famoso avvertimento a "non seguire i leader" e qui Bowie ribadisce il concetto, diffidando dal seguire anche i cosiddetti leader "alternativi". Il rifiuto delle figure dei guru (posizione abbastanza d’attualità nel periodo successivo alle esperienze indiane di George Harrison e dei Beatles) sarà presente nei testi di Bowie nei primi anni settanta. Nel testo non mancano riferimenti a 1984 di George Orwell, che aveva colpito molto Bowie e che lo avrebbe continuato a influenzare negli anni successivi, anche oltre il concept album Diamond Dogs del 1974. Il richiamo forse più esplicito è quello alla triste vicenda dei protagonisti del romanzo, Winston e Julia:

(EN)

«And I close my eyes and tighten up my brain,
for I once read a book in which the lovers were slain,
for they knew not the words of the Free States' refrain.»

(IT)

«Ed io ho chiuso gli occhi e sprangato il cervello,
perché una volta ho letto un libro in cui gli amanti erano uccisi,
perché non conoscevano le parole del ritornello degli Stati Liberi.»

La collera cresce d’intensità prima di implodere nell’ottimistico «I want to live» su un serrato ritmo in 5/4. Nel novembre 1969, Bowie disse a George Tremlett che Cygnet Committee era la canzone migliore dell’album e che sarebbe stata pubblicata come 45 giri se la casa discografica non si fosse opposta. «Volevo farne un singolo ma nessun altro pensava che fosse una buona idea. Beh, forse è un po’ lunga. Sono io che faccio delle considerazioni sul movimento hippy, raccontando come è partito bene ma anche come si è rovinato quando gli hippy sono diventati come tutti gli altri, materialisti ed egoisti».[7] Su Music Now! spiegava che la canzone «era un esempio di come si può usare una canzone per attaccare quelli che non sanno che fare di se stessi. Cercare di mostrare alla gente la via da percorrere. Si mettono addosso tutto quello che gli viene detto d’indossare e ascoltano la musica che gli dicono di ascoltare». Nella stessa intervista Bowie avvertiva, evocando per la prima volta idee che lo avrebbero ripetutamente ossessionato negli anni seguenti, che «questa nazione reclama un capo. Dio solo sa cosa sta cercando, ma non si rende conto che può andare sotto un Hitler. Questo Paese è pronto per essere sottomesso da chiunque abbia una personalità abbastanza forte da comandare».[7] Alla luce di queste considerazioni, Cygnet Committee può essere vista come l'esplorazione delle pericolose relazioni tra moda, carisma, celebrità, pratiche messianiche e estremismo politico, temi che più tardi avrebbero caratterizzato alcune delle più famose opere di Bowie e che suonano come un avvertimento riguardo al fatto che l’alternativa alla presa di coscienza individuale non può essere che il totalitarismo. Dal punto di vista vocale, Cygnet Committee è un'occasione per apprezzare il nuovo stile interpretativo di Bowie. Se nell’album precedente c'erano pochi momenti lirici a voce piena, che ricalcavano tra l'altro ancora i suoi modelli musicali (soprattutto Elvis e Anthony Newley), qui il cantante mantiene un tono baritonale ma inizia gradualmente a personalizzare la voce e a sfruttarne le particolarità e le potenzialità. La canzone divenne una pietra angolare delle sue performance dal vivo nei mesi immediatamente successivi alla pubblicazione dell’album.

Janine

La traccia preferita da Tony Visconti tra quelle registrate durante le sessioni di Space Oddity potrebbe apparire come uno scherzoso ammonimento ad una ragazza un po’ petulante. In realtà la canzone contiene versi che suggeriscono più complesse implicazioni.

(EN)

«If you take an axe to me
you'll kill another man not me at all»

(IT)

«Se vieni da me con un'ascia
ucciderai un altro uomo certo non me»

(EN)

«I've got to keep my veil on my face»

(IT)

«Devo tenere il velo sulla mia faccia»

(EN)

«I've got things inside my head
that even I can't face»

(IT)

«Ho delle cose nella testa
che non posso guardare neppure io»

Versi come questi fanno vedere Janine come un primo esempio del fittizio distanziamento da sé che assumerà benaltre proporzioni nel decennio successivo. La versione del demo registrato con John Hutchinson presenta minime differenze nel testo e una inaspettata evoluzione nel refrain finale di Hey Jude dei Beatles. In quel nastro, Bowie rivelava che Janine «è la ragazza di un tizio chiamato George che disegna bellissime copertine di album». In realtà si tratta di George Underwood, suo amico d’infanzia e collaboratore, come lasciò intendere in un’intervista concessa nell’ottobre di quell’anno a Disc & Music Echo: «È un po’ difficile spiegarla senza apparire sgradevole. Riguarda il mio vecchio amico George e una ragazza con cui usciva in quel periodo. È come io pensavo che lui avrebbe potuto vederla».[7]

An Occasional Dream

«Si tratta di un’altra riflessione su Hermione, dal cui ricordo sono stato a lungo ossessionato»[7] dichiarò Bowie nel 1969. In effetti, il brano segue lo stesso percorso di Letter to Hermione, lamentando l’implacabile marcia del tempo:

(EN)

«In our madness
we burnt one hundred days
time takes time to pass
and I still hold some ashes to me»

(IT)

«Nella nostra follia
abbiamo bruciato un centinaio di giorni
Ci vuol tempo per far passare il tempo
e ne conservo ancora le ceneri»

I "cento giorni" rimpianti da Bowie si riferiscono al periodo in cui abitò con Hermione in una stanza arredata in Clareville Grove, South Kensington, alla fine del 1968. Il fascino esercitato su Bowie dal potere della nostalgia e dall’incessante incedere del tempo avrebbe costituito la chiave di volta della sua produzione negli anni settanta, forse in modo più evidente in alcune canzoni di Aladdin Sane. La versione del demo era molto simile a quella definitiva tranne per un verso supplementare cantato da John Hutchinson in sottofondo alla voce solista di Bowie.

Lo stesso argomento in dettaglio: Wild Eyed Boy from Freecloud.

God Knows I'm Good

Potrebbe ricordare le storie brevi contenute nel precedente David Bowie questa canzone di protesta "alla Bob Dylan" rivolta contro alcuni dei bersagli consueti del movimento hippy tra cui il capitalismo, le preoccupazioni nazionalistiche e soprattutto la "meccanizzazione sociale". «La comunicazione di massa ha sottratto alla nostra vita una tale quantità di cose che ora è quasi completamente indirizzata alle macchine piuttosto che ai normali esseri umani», disse Bowie nel 1969 a Disc & Music Echo.[7] «Al giorno d’oggi non si trova più nessuno con cui parlare dei propri problemi, così questa canzone parla di una donna che ruba una confezione di carne in scatola, di cui ha disperatamente bisogno ma che non può comprare, in un supermercato e viene presa».[7]

Lo stesso argomento in dettaglio: Memory of a Free Festival.

Riedizioni e raccolte

Così come Wild Eyed Boy from Freecloud e Memory of a Free Festival, anche God Knows I'm Good, An Occasional Dream, Cygnet Committee, Unwashed and Somewhat Slightly Dazed e Janine vennero eseguite nella sessione BBC del 5 febbraio 1970 (le ultime due già presenti in quella precedente del 20 ottobre 1969). Le performance del 1970 di Cygnet Committee, God Knows I'm Good e Unwashed and Somewhat Slightly Dazed si trovano in Bowie at the Beeb.

Sia le esibizioni alla BBC che le versioni del demo registrato con John Hutchinson sono rintracciabili in numerosi bootleg, tra cui The Beckenham Oddity del 1987, The Day and the Moon del 1990 e Radio Hype del 1997.

Cygnet Committee è stato il lato B del singolo The Width of a Circle, uscito nell'Europa dell'est nel giugno 1973.[10]

Janine venne inizialmente scelta come 45 giri da far uscire dopo Space Oddity (era stato annunciato anche su New Musical Express nel novembre 1969)[7] ma poi il progetto fu abbandonato.[11] In seguito la canzone scomparve dal repertorio di Bowie, anche se la versione dell’album fu inclusa nel raro singolo promozionale di All the Madmen uscito negli USA.[11] La canzone era presente anche nella colonna sonora del film Ragazze contro del 1998.

Oltre a Memory of a Free Festival e, soprattutto, Space Oddity, sono state oggetto di cover: Letter to Hermione, eseguita dagli Human Drama in Pin-Ups del 1993 (da non confondersi con il "quasi" omonimo Pin Ups dello stesso Bowie), An Occasional dream eseguita da Ian Shaw nell’album A World Still Turning del 2003 e God Knows I'm Good eseguita dagli islandesi Bellatrix nell’album tributo Diamond Gods: Interpretations of Bowie del 2004.

Note

  1. ^ Recensione Ondarock, su ondarock.it, www.ondarock.it. URL consultato il 4 ottobre 2014.
  2. ^ Recensione AMG, su allmusic.com, www.allmusic.com. URL consultato il 4 ottobre 2014.
  3. ^ Recensione SputnikMusic, su sputnikmusic.com, www.sputnikmusic.com. URL consultato il 4 ottobre 2014.
  4. ^ Recensione Piero Scaruffi, su scaruffi.com, www.scaruffi.com. URL consultato il 4 ottobre 2014.
  5. ^ Scheda di Space Oddity, su teenagewildlife.com, www.teenagewildlife.com. URL consultato il 27 agosto 2008.
  6. ^ a b Tony Visconti parla di Space Oddity, su tonyvisconti.com, www.tonyvisconti.com. URL consultato il 27 agosto 2008.
  7. ^ a b c d e f g h i j k Rassegna stampa, su bowiewonderworld.com, www.bowiewonderworld.com. URL consultato il 28 agosto 2008. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "wonderworld" è stato definito più volte con contenuti diversi
  8. ^ a b Billboard, su teenagewildlife.com, www.teenagewildlife.com. URL consultato il 28 agosto 2008.
  9. ^ (EN) Riedizione 1990, su chartstats.com, www.chartstats.com. URL consultato il 23 agosto 2009.
  10. ^ The Width of a Circle, su teenagewildlife.com, www.teenagewildlife.com. URL consultato il 20 gennaio 2009.
  11. ^ a b Janine, su bowiezone.net, www.bowiezone.net. URL consultato il 20 gennaio 2009.

Bibliografia

  • Roy Carr e Charles Shaar Murray - Bowie: An Illustrated Record. Eel Publishing, 1981.
  • David Buckley - Strange Fascination. Virgin Books, Londra, 1999.
  • Nicholas Pegg - David Bowie - L'Enciclopedia. Arcana, Roma, 2002.
  • George Tremlett - David Bowie: Living on the Brink. Carroll & Graf, 1997.
  • Laura Gerevasi - Le canzoni di David Bowie. Editori Riuniti, 2005.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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