Centro Storico Fiat

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Centro Storico Fiat
Facciata palazzina
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàTorino
IndirizzoVia Gabriele Chiabrera, 20[1] (San Salvario)
Coordinate45°02′45.01″N 7°40′47.97″E / 45.045835°N 7.679993°E45.045835; 7.679993
Caratteristiche
TipoTrasporti, Design, Pubblicità, Industria, Tecnologia
Istituzione1963
Apertura1963
Visitatori400 (2020)
Sito web

Il Centro Storico Fiat è un museo e archivio aziendale con sede a Torino. Espone automobili, aeroplani, treni, trattori, camion, biciclette, lavatrici, frigoriferi con marchio Fiat. Modellini in scala, ricostruzioni di parti del processo produttivo, manifesti e bozzetti pubblicitari completano la collezione. La parte archivistica conserva più di 5.000 metri lineari di documenti cartacei, 300.000 disegni tecnici, 5.000 tra volumi e riviste di automobilismo e storia industriale, 6 milioni di immagini, 200 ore di filmati storici. Di particolare interesse i fondi dei progettisti Dante Giacosa e Giuseppe Gabrielli.

Centro Storico Fiat

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Stabilimento Fiat di corso Dante, ingresso dell'officina ricambi, 1916
1916 Stabilimenti Fiat di corso Dante Alighieri.
Trattrice Fiat 702 e autocarro Fiat 18BL.
Linea di montaggio
1925. Lancio della Fiat 509 nei locali dell'attuale Centro Storico Fiat
Modellini e Fiat G.91
Fiat Grandi Motori
Ufficio di Dante Giacosa
Centro Storico Fiat. Area Archivi

Il Centro Storico Fiat ha sede nel primo ampliamento delle officine di corso Dante Alighieri a Torino dove nacque l'azienda. Opera di Alfredo Premoli, apprezzato esponente del liberty torinese, fu progettato e realizzato fra il 1904 e il 1906 e inaugurato nel 1907. Fu officina di produzione e finitura, rimessa, magazzino, sede di rappresentanza della casa automobilistica torinese.

L'idea di un museo e centro di documentazione nacque nel 1961, sull'onda dell'entusiasmo per le celebrazioni del centenario dell'Unità d'Italia. Operativo dal 1963, le sue sale ospitarono eventi importanti per la storia dell'azienda, primo fra tutti la firma, il 4 maggio 1966, dell'accordo che portò alla costruzione di uno stabilimento nella città russa di Togliatti per produrre la Zhiguli, una versione leggermente modificata della Fiat 124.

Nel 1999, in occasione del centenario Fiat, è stato ristrutturato e riallestito ad opera degli architetti Gabetti ed Isola.

Nel 2011 sono stati quadruplicati gli spazi destinati agli archivi, realizzata una nuova sala consultazione, aperta stabilmente al pubblico, esclusivamente la domenica, la parte museale.[2]

Dal 2023 il Centro Storico Fiat risulta chiuso al pubblico, la parte relativa agli archivi resta consultabile previa richiesta di appuntamento.[3]

Percorso espositivo[modifica | modifica wikitesto]

L'area espositiva, sotto tutela di FCA Heritage (il dipartimento costituito da FCA Italy per la divulgazione, la promozione del patrimonio storico, automobilistico e archivistico dei marchi italiani, di proprietà del gruppo Stellantis), si sviluppa su due piani per un totale di circa 3000 metri quadri suddivisi per aree tematiche.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1899 - anno della fondazione - al grande balzo produttivo della prima guerra mondiale. Da segnalare: la 3 ½ Hp, prima vettura Fiat; il 18BL, autocarro che motorizzò l'esercito italiano, e la trattrice Fiat 702, che del 18BL condivideva il motore; i cicli Fiat, in versione turismo e militare.

Competizioni[modifica | modifica wikitesto]

Campo di sperimentazione per soluzioni tecnologiche d'avanguardia e mezzo pubblicitario, le competizioni mantennero un ruolo importante anche dopo che, nel 1927, la Fiat cessa di avere una squadra corse ufficiale. Sono presenti due pezzi unici: la Mefistofele, autovettura realizzata installando un motore aeronautico Fiat A.12 sul telaio di una Fiat SB4; la Fiat 8V con carrozzeria in vetroresina, dallo spessore 3 millimetri e peso di soli 48 chilogrammi.

Ammiraglie[modifica | modifica wikitesto]

Vetture di alta gamma prodotte nello stabilimento del Lingotto come la 525SS.

Stile ‘30[modifica | modifica wikitesto]

Presente la Fiat 700 prototipo, col basamento del motore in alluminio. Presentata a Mussolini nel 1939, avrebbe dovuto essere il primo modello del neonato stabilimento di Mirafiori. Lo scoppio della seconda guerra mondiale ne bloccò la produzione.

Tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Area dedicata non ai prodotti, ma ai processi produttivi. Presente un segmento di linea di montaggio (proveniente da Mirafiori) con ganci Webb.

Multiuso[modifica | modifica wikitesto]

Vetture progettate per il lavoro, presente la Fiat 509, il cui lancio avvenne, nel 1925, proprio all'interno dei locali dell'attuale Centro Storico Fiat. Fu la prima Fiat venduta a credito ed ebbe notevole diffusione anche come taxi e veicolo commerciale.

Utilitarie[modifica | modifica wikitesto]

Presenti le Tipo Zero, la 600, la Topolino amaranto che appartenne a Dante Giacosa oltre a numerosi altri modelli.

Zhiguli[modifica | modifica wikitesto]

Area dedicata allo stabilimento di Togliatti e alla Lada Zhiguli.

Gran Turismo[modifica | modifica wikitesto]

Gli anni della dolce vita rappresentati dalla 1100TV (Turismo Veloce).

Treni[modifica | modifica wikitesto]

La Fiat fu attiva nel settore ferroviario dal 1917 al 2000. Presente il carrello della Littorina.

Fiat in casa[modifica | modifica wikitesto]

Lavatrici e frigoriferi prodotti su licenza Westinghouse.

Aviazione[modifica | modifica wikitesto]

La Fiat fu attiva nel campo dell'aviazione dal 1908 al 2003. Da segnalare: i motori dei record, dallo SPA Faccioli allo SPA 6A, il Fiat A.14, l'A.22T, AS.3, A.22R, A.30RA, A.50, AS.6, A.80; il G.91, cacciabombardiere ricognitore capace di operare da piste di fortuna, vincitore di un concorso NATO nel 1953.

Grandi motori[modifica | modifica wikitesto]

La Fiat è attiva nel campo dei motori marini e per la produzione di energia dal 1903[4]. Presente il modello in scala 1/10 del motore Fiat 9012 S, potenza di 25.200 Cv (32.500 nelle prove al banco), 12 cilindri con alesaggio 900mm e corsa 1600mm. Il motore Fiat 9012 S era lungo 24 metri, alto 10, largo 6,5. Peso complessivo superiore alle 1000 tonnellate. Venne utilizzato sulla motocisterna “Carlo Cameli”[5], al tempo del varo (1964) la più grande nave mercantile mai costruita in Italia e la maggiore petroliera d'Europa.[6].

Comunicazione[modifica | modifica wikitesto]

Collezione di manifesti pubblicitari dal 1899 agli anni Ottanta del novecento. Tra le firme: Marcello Dudovich, Plinio Codognato, Giuseppe Riccobaldi, Giorgio Forattini.

Dante Giacosa[modifica | modifica wikitesto]

Ricostruzione, con mobili originali, dell'ufficio di Dante Giacosa. In esposizione anche disegni e modellini di alcune delle vetture che il progettista e designer contribuì a creare: 1100, 500C, 500, 850, 124, 128, Dino, 127. Di fronte all'ufficio, master in legno della 500, pezzo unico che venne utilizzato per realizzare gli stampi della carrozzeria.

Archivio[modifica | modifica wikitesto]

Il centro di documentazione istituito nel 1963 raccoglieva principalmente materiale già nato con finalità di comunicazione[7]. È solo a partire dal 1984, con il progetto Archivio storico, che si inizia a concentrare, inventariare e rendere fruibile un vero archivio aziendale[8], che attualmente raccoglie più di 5.000 metri lineari di documenti cartacei, 300.000 disegni tecnici, 18.000 manifesti, 1.300 bozzetti, 5.000 tra volumi e riviste di automobilismo e storia industriale, 6 milioni di immagini, 200 ore di filmati storici. L'archivio documenta l'attività Fiat nel corso del Novecento, nei diversi settori e funzioni aziendali. Da segnalare i fondi relativi ad alcuni marchi o aziende confluiti e/o fuoriusciti dal perimetro Fiat: Abarth (estremi cronologici: 1930 - 1970)[9], Autobianchi (estremi cronologici: 1955 - 1975)[10], Fiat-Allis (estremi cronologici: 1951 - 1978)[11], Fiat Avio (estremi cronologici: 1908 - 1985)[12], Grandi Motori (estremi cronologici: 1900 - 1986)[13], OM (estremi cronologici: 1849 - 1983)[14], Lancia (estremi cronologici: 1906 - 1990)[15], Nebiolo (estremi cronologici: 1880 - 1970)[16], Materfer (estremi cronologici: 1881 - 1974)[17], Teksid (estremi cronologici: 1970 - 1980)[18], Seat (estremi cronologici: 1950 - 1980)[19], SPA (estremi cronologici: 1906 - 1979)[20][21]. Da segnalare altresì i fondi dei progettisti Dante Giacosa (estremi cronologici: 1903 - 1996)[22] e Giuseppe Gabrielli (estremi cronologici: 1908 - 1984)[23].

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Informazioni e contatti Centro Storico Fiat, su fiatspa.com. URL consultato il 26 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2013).. Una selezione di immagini aggiornata quasi quotidianamente è invece disponibile qui, su facebook.com.
  2. ^ Informazioni e contatti Centro Storico Fiat, su fiatspa.com. URL consultato il 26 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2013).
  3. ^ Di Massimo Condolo, Centro Storico Fiat, a rischio la storia dell’auto italiana, Ruoteclassiche, 28 luglio 2023.
  4. ^ Cenni storici e produzione attuale di motori marini, su fptindustrial.com. URL consultato il 18 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2013). e per la produzione di energia, su fptindustrial.com. URL consultato il 18 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2013).
  5. ^ Carlo Cameli Museo della Cantieristica, su archeologiaindustriale.it. URL consultato il 18 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  6. ^ Illustrato Fiat 1964, n.1, p.13
  7. ^ Di prodotto o corporate: comunicati stampa, manuali d'uso e manutenzione, servizi fotografici, brochure e libri editi dall'azienda etc.
  8. ^ Fiat Group Marketing & Corporate Communication spa. Archivio storico Fiat, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
  9. ^ Fondo Abarth, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
  10. ^ Fondo Autobianchi, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
  11. ^ Fondo Fiat Allis, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
  12. ^ Fondo Fiat Avio, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
  13. ^ Fondo Grandi Motori, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
  14. ^ Fondo OM, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
  15. ^ Fondo Lancia, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
  16. ^ Fondo Nebiolo, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
  17. ^ Fondo Materfer, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
  18. ^ Fondo Teksid, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
  19. ^ Fondo Seat, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
  20. ^ Scheda SPA, su targaflorio.info.
  21. ^ Fondo Spa, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
  22. ^ Fondo Ing. Dante Giacosa, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
  23. ^ Fondo Ing. Gabrielli, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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