Utente:Dario Carcano/Sandbox

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Filippo Corridoni[modifica | modifica wikitesto]

Filippo Corridoni

Ministro del Lavoro e Previdenza sociale del Regno d'Italia
Durata mandato31 ottobre 1922 –
27 aprile 1923
PresidenteBenito Mussolini
PredecessoreArnaldo Dello Sbarba
Successoreaccorpato al Ministero dell'Economia Nazionale

Ministro dell'interno del Regno d'Italia
Durata mandato6 novembre 1926 –
12 marzo 1928
PredecessoreLuigi Federzoni
SuccessoreBenito Mussolini

Ministro dei lavori pubblici del Regno d'Italia
Durata mandato12 settembre 1929 –
3 febbraio 1930
PresidenteBenito Mussolini
PredecessoreBenito Mussolini
SuccessoreAraldo di Crollalanza

Segretario del Partito Nazionale Fascista
Durata mandato11 novembre 1921 –
13 ottobre 1923
Predecessorecarica istituita
SuccessoreFrancesco Giunta

Durata mandato8 ottobre 1930 –
23 maggio 1939
PredecessoreAugusto Turati
SuccessoreEttore Muti

Segretario del Fronte Nazionale d'Azione Sociale
Durata mandato2 novembre 1943 –
23 ottobre 1958
Predecessorecarica istituita
SuccessoreEdmondo Rossoni

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXXVII, XXVIII, XXIX, XXX
Gruppo
parlamentare
Partito Nazionale Fascista

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato25 giugno 1946 –
23 ottobre 1958
LegislaturaAC, I, II, III
Gruppo
parlamentare
FNd'AS
CircoscrizioneCatania

Dati generali
Partito politicoPartito Socialista Italiano
(1907-1914)
Fasci d'azione internazionalista
(1914)
Fascio d'azione rivoluzionaria
(1914-1919)
Fasci Italiani di Combattimento
(1919-1921)
Partito Nazionale Fascista
(1921-1943)
Fronte Nazionale d'Azione Sociale
(1943-1958)
Professionesindacalista, giornalista pubblicista, politico

Elezioni politiche italiane del 1997[modifica | modifica wikitesto]

Risultati delle elezioni politiche italiane del 1997 (Camera dei deputati)
Partito Voti % Seggi Differenza (%) Aumento/Diminuzione
Partito Comunista Italiano (PCI) 10.494.118 28,00 212 Aumento2,66 Aumento36
Partito Popolare Italiano (PPI) 3.375.066 9,00 79 - -
Alleanza Democratica (AD) 1.627.380 4,34 26 - -
Federazione dei Verdi (FdV) 938.665 2,50 14 Aumento0,01 Diminuzione1
Partito Popolare Sudtirolese (SVP) 179.006 0,48 3 Diminuzione0,02 Stabile
Partito Sardo d'Azione (PSd'Az) 38.002 0,10 0 - -
Totale Alleanza dei Progressisti 16.652.237 44,42 334 - -
Alleanza Nazionale (AN) 6.370.491 17,00 113 Aumento11,73 Aumento80
Forza Italia (FI) 5.212.149 13,90 93 - -
Centro Cristiano Democratico (CCD) 3.189.563 8,51 30 - -
Totale Patto per l'Italia 14.772.203 39,41 236 - -
Lega Nord (LN) 3.776.354 10,07 59 Aumento2,70 Aumento13
Lista Pannella-Sgarbi 702.988 1,88 0 Aumento0,66 Diminuzione7
Democrazia Proletaria (DP) 613.748 1,64 1 Aumento0,38 Diminuzione7
Movimento Sociale Fiamma Tricolore (MSFT) 339.351 0,91 0 - -
Partito Socialista Italiano (PSI) 149.441 0,40 0 Diminuzione11,73 Diminuzione75
Altre liste 478.076 1,28 0 - -
Totale 37.484.398 100,00 630

Elezioni politiche italiane del 1992 - Risultati Camera[modifica | modifica wikitesto]

Risultati delle elezioni politiche italiane del 1992 (Camera dei deputati)
Partito Voti % Seggi Differenza (%) Aumento/Diminuzione
Democrazia Cristiana (DC) 11.590.265 29,01 198 Diminuzione5,30 Diminuzione36
Partito Comunista Italiano (PCI) 10.121.084 25,34 176 Diminuzione1,23 Diminuzione1
Partito Socialista Italiano (PSI) 4.843.930 12,13 75 Diminuzione2,14 Diminuzione19
Lega Nord (LN) 2.946.012 7,37 46 Aumento6,89 Aumento45
Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale (MSI-DN) 2.107.037 5,27 33 Diminuzione0,64 Diminuzione2
Partito Repubblicano Italiano (PRI) 1.722.465 4,31 26 Aumento0,61 Aumento5
Partito Liberale Italiano (PLI) 1.121.264 2,81 16 Aumento0,71 Aumento5
Federazione dei Verdi (FdV) 993.995 2,49 15 Diminuzione0,02 Aumento2
Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI) 964.647 2,41 14 Diminuzione0,54 Diminuzione3
La Rete 630.171 1,58 10 - Aumento10
Democrazia Proletaria (DP) 504.641 1,26 8 Diminuzione0,40 Stabile
Lista Pannella 485.694 1,22 7 Diminuzione1,34 Diminuzione6
Sì Referendum 319.812 0,80 0 - -
Partito Pensionati 246.379 0,62 0 - -
Partito Popolare Sudtirolese (SVP) 198.447 0,50 3 - Stabile
Caccia Pesca Ambiente (CPA) 192.799 0,48 0 - -
Federalismo - Pensionati Uomini Vivi (PSd'AZ) 154.621 0,39 1 - Diminuzione1
Lega Autonomia Veneta (LAV) 152.301 0,38 1 - Aumento1
Lega Casalinghe-Pensionati 133.717 0,33 0 - -
Lega d'Azione Meridionale (LAM) 53.759 0,13 0 - -
Veneto Autonomo 49.035 0,12 0 - -
Verdi Federalisti 42.647 0,11 0 - -
Vallée d'Aoste - Autonomie Progrès Fédéralisme (UV) 41.404 0,10 1 - Stabile
Altre liste 331.149 0,83 0 - -
Totale 39.947.275 100,00 630

Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2028[modifica | modifica wikitesto]

Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2028
Stato Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Data
7 novembre
Candidati
Partiti
[[File:|300x300px]]
2024 2032

Cronologia crisi politica del 2018[modifica | modifica wikitesto]

Marzo[modifica | modifica wikitesto]

Gentiloni rassegna le proprie dimissioni al Presidente Mattarella.

Aprile[modifica | modifica wikitesto]

  • 4 aprile: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dà il via al primo giro di consultazioni.
  • 5 aprile: il Presidente Sergio Mattarella chiude il primo giro di consultazioni e, vista l'impossibilità di trovare una maggioranza, comunica che la settimana successiva ci sarà un secondo giro di consultazioni, concedendo ai partiti una pausa di riflessione.
  • 12 aprile: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dà il via al secondo giro di consultazioni.
  • 13 aprile: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiude il secondo giro di consultazioni e vista l'impossibilità di trovare una maggioranza comunica che in pochi giorni valuterà come procedere per uscire dallo stallo.
  • 18 aprile: alle 11 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella convoca al Quirinale la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, a cui conferisce un mandato esplorativo teso a verificare l'esistenza di una maggioranza parlamentare tra i partiti della coalizione di centro-destra e il Movimento 5 Stelle e di un'indicazione condivisa per il conferimento dell'incarico di Presidente del Consiglio, chiedendole di riferire entro la giornata di venerdì 20. Nella stessa giornata iniziano le sue Consultazioni a Palazzo Giustiniani dove incontra le delegazioni di M5S, Lega, FI e FdI.
  • 19 aprile: vista l'impossibilità di trovare un accordo fra M5S e Centro-destra la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati avvia un secondo giro di Consultazioni con la coalizione di Centro-destra che si presenta unita.
  • 20 aprile: la Presidente del Senato sale al Colle per riferire al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l'esito delle sue Consultazioni e dichiara che la discussione tra i leader, pur nella diversità di opinioni, ha consentito di evidenziare spunti di riflessione politica.[2]
  • 23 aprile: il Presidente della Repubblica convoca alle ore 17 al Quirinale il Presidente della Camera Roberto Fico, a cui conferisce un mandato esplorativo teso a verificare l'esistenza di una maggioranza parlamentare tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, chiedendogli di riferire entro la giornata di giovedi 26.
  • 24 aprile: il Presidente della Camera Roberto Fico avvia le Consultazioni a Palazzo Montecitorio dove alle 14.30 incontra la delegazione del PD e alle 18 quella del M5S.
  • 26 aprile: il Presidente della Camera avvia un secondo giro di Consultazioni incontrando alle 11 la delegazione del PD mentre e alle 13 quella del M5S. Nella stessa giornata alle ore 16.30 sale al Colle per comunicare l'apertura del dialogo tra M5S e PD.
  • 29 aprile: l'ex segretario del PD Matteo Renzi, ospite della trasmissione televisiva Che tempo che fa, boccia l'ipotesi di un governo M5S-PD.[3] Dopo questa dichiarazione il leader del M5S Luigi Di Maio chiude il dialogo con il PD.[4]

Maggio[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei gazebo organizzati dalla Lega in occasione del "referendum" tra gli iscritti sul Contratto di Governo con il Movimento 5 Stelle il 19 maggio 2018 a Bologna.
  • 7 maggio: il presidente Mattarella avvia un altro giro di consultazioni con tutte le forze politiche presenti in Parlamento a seguito della mancata concretizzazione di un accordo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.[5] Al termine della giornata rilascia una dichiarazione indicando come unica soluzione della crisi la costituzione di un "governo neutrale" che lasci spazio a un governo politico qualora dovessero concretizzarsi degli accordi tra 2 dei 3 poli o porti il Paese a nuove elezioni all'inizio del 2019 dopo gli adempimenti connessi alla sessione di bilancio (compreso l'annullamento delle clausole di salvaguardia che comportano l'aumento dell'IVA). Il presidente della Repubblica avverte inoltre che immediate elezioni anticipate potrebbero renderebbe difficile l'esercizio del voto agli elettori se convocate in piena estate o potrebbero esporre al rischio che non ci sia il tempo per approvare la manovra finanziaria con conseguente aumento dell'IVA se convocate ad inizio autunno.[6]
  • 9 maggio: i leader di Lega e M5S - Matteo Salvini e Luigi Di Maio - si incontrano per trattare ancora ed evitare l'ipotesi di un governo neutrale. Lega e M5S chiedono al presidente della Repubblica altre 24 ore per trovare un accordo, che il Quirinale concede.[7]
  • 10 maggio: dopo un incontro alla Camera Salvini e Di Maio in una nota congiunta comunicano che sulla composizione dell'esecutivo e del premier sono stati fatti significativi passi in avanti nell'ottica di una costruttiva collaborazione tra le parti con l'obiettivo di definire tutto in tempi brevi per dare presto una risposta e un governo politico al Paese.[8]
  • 14 maggio: il presidente Mattarella avvia un altro giro di Consultazioni e convoca il M5S alle 16.30 e la Lega alle 18.[9] I due leader dichiarano che permangono visioni diverse su punti importanti del programma di Governo e chiedono pertanto altro tempo al presidente della Repubblica per formalizzare l'accordo. Subito dopo in una nota il Quirinale comunica che "Mattarella non intende impedire la nascita di un governo politico che avvii finalmente la legislatura".
Il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte a colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 23 maggio 2018.
  • 18 maggio: Salvini e Di Maio comunicano di aver raggiunto l'accordo finale sul programma, poi reso pubblico nella sua versione definitiva.[10]
  • 21 maggio: il presidente Mattarella avvia un altro giro di Consultazioni e convoca il M5S alle 17.30 e la Lega alle 18. Le due forze politiche annunciano al presidente della Repubblica di aver raggiunto l'accordo e di aver individuato come possibile presidente del Consiglio dei Ministri l'avvocato pugliese Giuseppe Conte.[11]
  • 22 maggio: il presidente Mattarella convoca il presidente della Camera Fico e la presidente del Senato Alberti Casellati.[12]
  • 23 maggio: il presidente Mattarella convoca il giurista Giuseppe Conte, designato come premier da M5S e Lega, e gli conferisce l'incarico di formare il Governo, accettato con riserva.
Il presidente del Consiglio incaricato Carlo Cottarelli a colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 28 maggio 2018.
  • 24 maggio: il Presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte avvia le Consultazioni a Palazzo Montecitorio dove incontra tutte le forze politiche presenti in Parlamento.
  • 27 maggio: Giuseppe Conte sciogliendo la riserva rimette al presidente della Repubblica l'incarico di formare il governo. Successivamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rilascia una dichiarazione affermando che - nonostante l'impegno profuso nell'accompagnare il tentativo di formazione di un governo appoggiato dalle forze di maggioranza - nella lista dei ministri presentata da Conte ha suscitato in lui perplessità la proposta di Paolo Savona per il dicastero dell'Economia, e data l'indisponibilità a ogni altra soluzione non è stato possibile proseguire con la costituzione del governo. Il presidente della Repubblica sottolinea infatti la propria richiesta di indicazione di un esponente della maggioranza, coerente con l'accordo di programma e dichiara che Savona sarebbe stato visto come "sostenitore di una linea, più volte manifestata, che potrebbe provocare, probabilmente, o, addirittura, inevitabilmente, la fuoruscita dell'Italia dall'euro. Cosa ben diversa da un atteggiamento vigoroso, nell'ambito dell'Unione europea, per cambiarla in meglio dal punto di vista italiano". Tale scelta, infatti, riguardante un tema "che non è stato in primo piano durante la recente campagna elettorale", per Mattarella avrebbe "configurato rischi concreti per la tutela dei risparmi degli italiani".[13] A seguito di ciò, Giorgia Meloni e Luigi Di Maio annunciano quindi la volontà di mettere in stato di accusa Mattarella ai sensi dell'articolo 90 della Costituzione.[14]
  • 28 maggio: il presidente Mattarella convoca l'economista Carlo Cottarelli e gli conferisce l'incarico, accettato con riserva, di formare un governo tecnico.
  • 31 maggio: il prof. Carlo Cottarelli sciogliendo la riserva rimette al presidente della Repubblica l'incarico di formare il Governo, essendosi nuovamente create le condizioni per un governo politico. Nella stessa giornata, alle 21, Mattarella convoca Giuseppe Conte affidandogli nuovamente l'incarico di presidente del Consiglio. Conte accetta l'incarico e presenta la lista dei ministri.

Giugno[modifica | modifica wikitesto]

Sovrani eredi di Carlo Magno[modifica | modifica wikitesto]

  Detentore del titolo imperiale

Note

Carlo I, Magno
(800 - 814)

Re dei Franchi dal 768, Re d'Italia dal 774

Ludovico I, il Pio
(814 - 840)
Figlio di Carlo, anche re dei Franchi e re d'Italia
Regno dei Franchi Occidentali Francia Media Regno dei Franchi Orientali
Alla morte di Ludovico, i suoi figli si spartiscono l'impero con il trattato di Verdun

Carlo II, il Calvo
(840 - 877)

Lotario I
(840 - 855)

Ludovico II, il Germanico
(840 - 876)
Regno dei Franchi Occidentali Regno di Borgogna e Provenza Regno d'Italia Regno di Lotaringia Regno dei Franchi Orientali
Alla morte di Lotario, si ha una nuova ripartizione dell'Impero con il trattato di Prüm

Carlo II, il Calvo
(840 - 877)
Carlo di Provenza
(855 - 863)

Ludovico II, il Giovane
(855 - 875)
Lotario II di Lotaringia
(855 - 869)

Ludovico II, il Germanico
(840 - 876)
Regno dei Franchi Occidentali Regno dei Franchi Orientali
Situazione nell'875, alla morte di Ludovico il Giovane (Trattato di Meerssen)

Carlo II, il Calvo
(840 - 877)

Ludovico II, il Germanico
(840 - 876)
Regno dei Franchi Occidentali Regno d'Italia Regno di Alemannia Regno di Franconia, Sassonia e Turingia Regno dei Franchi Orientali
Situazione nell'877, alla morte di Carlo il Calvo

Luigi II, il Balbo
(877 - 879)
Carlomanno
(877 - 878)

Carlo III, il Grosso
(876 - 887)
Ludovico III, il Giovane
(879 - 882)
Carlomanno di Baviera
(876 - 879)
Regno dei Franchi Occidentali Regno di Provenza Regno d'Italia e Alemannia Regno dei Franchi Orientali
Situazione nell'881, all'incoronazione di Carlo il Grosso

Luigi III, il Giovane
(879 - 882)

Carlomanno II
(879 - 884)
Bosone I di Provenza
(879 - 887)

Carlo III, il Grosso
(876 - 887)
Ludovico III, il Giovane
(879 - 882)

Il Re Sole muore nel 1680[modifica | modifica wikitesto]

Sovrani di Francia[modifica | modifica wikitesto]

Re di Francia e di Navarra[modifica | modifica wikitesto]

Nome Ritratto Data di nascita Regno Matrimoni Note
Inizio Fine
Borbone

Luigi XIV
il Re Sole o il Grande
5 settembre
1638
14 maggio
1643
8 gennaio
1680
Maria Teresa di Spagna
tre figli e tre figlie
primogenito di Luigi e Anna;
assunse effettivamente il potere nel 1661, alla morte del Cardinale Mazarino;
muore nell'ambito del cosiddetto affare dei veleni

Luigi XV
l’Amico del Popolo
1º novembre
1661
8 gennaio
1680
14 aprile
1711
Maria Anna Vittoria di Baviera
tre figli
primogenito di Luigi XIV;

Luigi XVI
16 agosto
1682
14 aprile
1711
18 febbraio
1712
Maria Adelaide di Savoia
tre figli
primogenito di Luigi XV;

Luigi XVII
8 gennaio
1707
18 febbraio
1712
8 marzo
1712
- figlio di Luigi XVI;
un consiglio feudale di reggenza regna in suo nome

Luigi XVIII
il Beneamato
15 febbraio
1710
8 marzo
1712
10 maggio
1774
Maria Leszczyńska
due figli e otto figlie
fratello di Luigi XVII;
Filippo d'Orléans governa in suo nome fino al 1723

Luigi XIX
23 agosto
1754
10 maggio
1774
3 marzo
1790
Maria Antonietta d'Austria
due figli e due figlie
nipote di Luigi XVIII;
dovette accettare la Costituzione

Re dei Francesi[modifica | modifica wikitesto]

Nome Ritratto Data di nascita Regno Matrimoni Note
Inizio Fine
Borbone

Luigi XIX
23 agosto
1754
3 marzo
1790
21 ottobre
1815
Maria Antonietta d'Austria
due figli e due figlie
-

Luigi XX
17 novembre
1755
21 ottobre
1815
16 settembre
1824
Maria Giuseppina di Savoia
nessun figlio
fratello di Luigi XIX

Carlo X
9 ottobre
1757
16 settembre
1824
6 novembre
1836
Maria Teresa di Savoia
due figli e due figlie
fratello di Luigi XX

Luigi XXI
6 agosto
1775
6 novembre
1836
3 giugno
1844
Maria Teresa Carlotta di Borbone-Francia
nessun figlio
figlio di Carlo X

Enrico V
29 settembre
1820
3 giugno
1844
24 agosto
1885
Maria Teresa d'Asburgo-Este
nessun figlio
nipote di Luigi XXI
Borbone-Orléans

Filippo VII
24 agosto
1838
24 agosto
1885
8 settembre
1894
Maria Isabella d'Orléans
quattro figli e quattro figlie
discendente in linea maschile da Luigi XIII e femminile da Luigi XIV

Filippo VIII
24 agosto
1869
8 settembre
1894
28 marzo
1926
Maria Dorotea d'Austria
nessun figlio
figlio di Filippo VII

Giovanni III
Giovanni Capeto
4 settembre
1874
28 marzo
1926
16 giugno
1940
Isabella d'Orléans
un figlio e tre figlie
nipote di Filippo VIII;
abdica a causa delle guerra;
viene imprigionato dai comunisti;
muore in carcere il 25 agosto 1940

Sovrani britannici[modifica | modifica wikitesto]

Tabella

Re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda[modifica | modifica wikitesto]

Nome Ritratto Data di nascita Regno Matrimoni Note
Inizio Fine
Stuart

Giacomo II
14 ottobre 1633 6 febbraio
1685
16 settembre
1701
(1) Anna Hyde
quattro figli e quattro figlie
(2) Maria di Modena
due figli e cinque figlie
fratello di Carlo II;
instaura la monarchia assoluta in seguito alla gloriosa restaurazione

Giacomo III
10 giugno 1688 16 settembre
1701
1º gennaio
1766
Maria Clementina Sobieski
due figli
figlio di Giacomo II

Carlo III
Bonnie Prince Charlie[15]
31 dicembre 1720 1º gennaio
1766
31 gennaio
1788
Luisa di Stolberg-Gedern
nessun figlio
figlio di Giacomo III

Enrico IX
Enrico l'Ultimo[16]
6 marzo 1725 31 gennaio
1788
21 settembre
1792
- fratello di Carlo III;
Cardinale della Chiesa cattolica;
costretto dai rivoluzionari a giurare fedeltà alla costituzione il 29 dicembre 1788;
il 21 giugno 1791 tenta la fuga;
detronizzano dai rivoluzionari, viene ghigliottinato il 21 gennaio 1793

Re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda titolari[modifica | modifica wikitesto]

Nome Ritratto Data di nascita Regno Matrimoni Note
Inizio Fine
Savoia

Carlo IV
l'Esiliato
24 maggio 1751 21 settembre
1792
4 giugno
1802
Maria Clotilde di Francia
nessun figlio
parente più prossimo di Enrico IX;
anche re di Sardegna come Carlo Emanuele IV;
abdica in favore del fratello;
muore il 6 ottobre 1819

Vittorio I
il Tenacissimo o il Desiderato
24 luglio 1759 4 giugno
1802
6 aprile
1814
Maria Teresa d'Asburgo-Este
un figlio e quattro figlie
fratello di Carlo IV;
anche re di Sardegna come Vittorio Emanuele I

Carlo IV e Vittorio I furono riconosciuti come tali solo dai monarchici, essendo stata abolita ufficialmente la monarchia in Gran Bretagna.

Secondo Commonwealth of England[modifica | modifica wikitesto]

Nome Ritratto Data di nascita Regno Matrimoni Note
Inizio Fine
Wellesley

Arthur Wellesley
1º maggio
1769
9 novembre
1799
18 maggio
1804
Catherine Pakenham
due figli
come Lord protettore;

Imperatore degli Inglesi[modifica | modifica wikitesto]

Nome Ritratto Data di nascita Regno Matrimoni Note
Inizio Fine
Wellesley

Arturo II
1º maggio
1769
18 maggio
1804
6 aprile
1814
(1) Catherine Pakenham
due figli
(2) Anna Alexandrovna
nessun figlio
anche re di Germania;

Re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda[modifica | modifica wikitesto]

Nome Ritratto Data di nascita Regno Matrimoni Note
Inizio Fine
Savoia

Vittorio I
il Tenacissimo o il Desiderato
24 luglio 1759 11 aprile
1814
20 marzo
1815
Maria Teresa d'Asburgo-Este
un figlio e quattro figlie
restaurato per la prima volta;
anche re di Sardegna come Vittorio Emanuele I

Imperatore degli Inglesi[modifica | modifica wikitesto]

Nome Ritratto Data di nascita Regno Matrimoni Note
Inizio Fine
Wellesley

Arturo II
1º maggio
1769
20 marzo
1815
22 giugno
1815
(1) Catherine Pakenham
due figli
(2) Anna Alexandrovna
nessun figlio
esiliato a Sant'Elena;
morto il 5 maggio 1821

Re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda[modifica | modifica wikitesto]

Nome Ritratto Data di nascita Regno Matrimoni Note
Inizio Fine
Savoia

Vittorio I
il Tenacissimo o il Desiderato
24 luglio 1759 22 giugno
1815
10 gennaio
1824
Maria Teresa d'Asburgo-Este
un figlio e quattro figlie
restaurato per la seconda volta;
anche re di Sardegna come Vittorio Emanuele I fino al 1821

Maria II
6 dicembre 1792 10 gennaio
1824
2 agosto
1830
Francesco IV, duca di Modena
due figli e due figlie
figlia di Vittorio I;
costretta ad abdicare in seguito ad una rivolta;
muore il 9 settembre 1840
Asburgo-Este

Francesco I
il Re Cittadino
1º giugno 1819 2 agosto
1830
24 febbraio
1848
Adelgonda di Baviera
nessun figlio
figlio di Maria II;
dal 1846 anche duca di Modena come Francesco V;
costretto ad abdicare in seguito allo scoppio della rivoluzione del 1848;
muore il 20 novembre 1875

Terzo Commonwealth of England[modifica | modifica wikitesto]

Primo ed unico Presidente della Terza Repubblica fu Henry-Arthur Wellesley, figlio di Henry Wellesley, re del Veneto e fratello di Arturo II, dal 20 dicembre 1848 al 2 dicembre 1852, quando a seguito di un plebiscito si proclamò Imperatore degli Inglesi

Imperatore degli Inglesi[modifica | modifica wikitesto]

Nome Ritratto Data di nascita Regno Matrimoni Note
Inizio Fine
Wellesley

Arturo III
Arthur il Piccolo
17 giugno
1804
2 dicembre
1852
4 settembre
1870
Eugenia de Montijo
un figlio
Costretto a rinunciare al trono dopo la battaglia di Copenhagen;
morto il 9 gennaio 1873
  1. ^ Gentiloni ha rassegnato le dimissioni. Rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti
  2. ^ Dichiarazione del Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati (PDF), in Quirinale, 20 aprile 2018. URL consultato il 20 aprile 2018.
  3. ^ ANSA, Renzi-Di Maio, è scontro. Salta ipotesi alleanza Pd-M5S, su ANSA, 30 aprile 2018. URL consultato il 1° giugno 2018.
  4. ^ ANSA, Di Maio: 'Da Renzi ego smisurato, noi ci abbiamo provato', su ANSA, 29 aprile 2018. URL consultato il 1° giugno 2018.
  5. ^ Consultazioni per la formazione del nuovo governo, in quirinale.it, 7 maggio 2018. URL consultato il 7 maggio 2018.
  6. ^ Dichiarazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine delle consultazioni del 7 maggio 2018 per la formazione del nuovo governo, in quirinale.it, 7 maggio 2018. URL consultato il 7 maggio 2018.
  7. ^ Salvini: non si rompe l'alleanza con FI, Di Maio: nessun veto su Berlusconi | Quirinale: "Altre 24 ore per governo" - Tgcom24, in Tgcom24. URL consultato il 9 maggio 2018.
  8. ^ L'ottimismo di Di Maio e Salvini: "Fatti significativi passi avanti", in ilGiornale.it. URL consultato il 10 maggio 2018.
  9. ^ Governo, Di Maio arrivato al Colle. Poi toccherà a Salvini. Resta nodo premier, su ansa.it.
  10. ^ CONTRATTO PER IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO
  11. ^ M5s e Lega da Mattarella. Di Maio: "Indicato Conte, sarà premier di un governo politico". Salvini: "Nessun rischio per l'economia"
  12. ^ Governo, Fico al Quirinale per colloquio con Mattarella
  13. ^ Segretariato generale della Presidenza della Repubblica-Servizio sistemi informatici- reparto web, Il sito ufficiale della Presidenza della Repubblica, su Quirinale. URL consultato il 30 maggio 2018.
  14. ^ F.Q., Governo, Di Maio: “Occorre impeachment Mattarella per evitare reazioni della popolazione. Poi si torna al voto”, su il Fatto Quotidiano, 27 maggio 2018. URL consultato il 29 maggio 2018.
  15. ^ "il bel principe Carlo"
  16. ^ Soprannome durante la Rivoluzione

L'Exclusion Bill viene approvato[modifica | modifica wikitesto]

Nome Ritratto Data di nascita Regno Matrimoni Note
Inizio Fine
Stuart

Carlo II
29 maggio 1630 29 maggio
1660[1]
6 febbraio
1685
Caterina di Braganza
nessun figlio
figlio di Carlo I;
Re d'Inghilterra,
di Scozia
e d'Irlanda

Giacomo II
9 aprile 1649 6 febbraio
1685
1º maggio
1707[2]
Anne Scott
quattro figli e due figlie
figlio legittimato di Carlo II e della sua amante Lucy Walter;
Re d'Inghilterra,
di Scozia
e d'Irlanda
1º maggio
1707
12 agosto
1731
Re di Gran Bretagna
e d'Irlanda

Francesco I
11 gennaio 1694 12 agosto
1731
22 aprile
1751
Jane Douglas
un figlio
nipote di Giacomo II;
Re di Gran Bretagna
e d'Irlanda

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Per i realisti dal 30 gennaio 1649.
  2. ^ Atto di Unione (1707): i regni di Inghilterra e Scozia sono fusi in un solo regno, chiamato regno di Gran Bretagna.