Barbiturici: differenze tra le versioni

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[[File:Barbiturates generic numbered.svg|miniatura|Struttura generica dei barbiturici]]
I '''barbiturici''' sono [[farmaco|farmaci]] [[liposolubile|liposolubili]] derivati dall'[[acido barbiturico]],<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Edward R.|cognome=Garrett|titolo=Kinetics of Hydrolysis of Barbituric Acid Derivatives|rivista=Journal of Pharmaceutical Sciences|volume=60|numero=8|pp=1145–1154|accesso=25 agosto 2017|doi=10.1002/jps.2600600807|nome2=Jacek T.|cognome2=Bojarski|nome3=Gerald J.|cognome3=Yakatan}}</ref> che agiscono sul [[sistema nervoso centrale]] e determinano effetti come la [[sedazione]] o l'[[anestesia]]. Inoltre possono agire come [[ansiolitico]], [[ipnotico]] o [[anticonvulsivante]]. Possono anche essere usati come [[farmaco antalgico|analgesici]] con effetti in questo caso piuttosto deboli. I barbiturici possono provocare dipendenza, sia fisica che psicologica. Sono stati ampiamente sostituiti dalle [[benzodiazepine]] in campo medico nel trattamento di [[ansia]] e [[insonnia]], soprattutto perché queste ultime sono meno pericolose in caso di [[sovradosaggio]]. Tuttavia i barbiturici sono ancora oggi utilizzati in anestesia generale, per l'[[epilessia]], per il trattamento di [[emicrania]] acuta e (dove legale) per il [[suicidio assistito]] e l'[[eutanasia]].
I '''barbiturici''' sono [[farmaco|farmaci]] [[liposolubile|liposolubili]] derivati dall'[[acido barbiturico]],<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Edward R.|cognome=Garrett|titolo=Kinetics of Hydrolysis of Barbituric Acid Derivatives|rivista=Journal of Pharmaceutical Sciences|volume=60|numero=8|pp=1145–1154|accesso=25 agosto 2017|doi=10.1002/jps.2600600807|nome2=Jacek T.|cognome2=Bojarski|nome3=Gerald J.|cognome3=Yakatan}}</ref> che agiscono sul [[sistema nervoso centrale]] e determinano effetti come la [[sedazione]] o l'[[anestesia]]. Inoltre possono agire come [[ansiolitico]], [[ipnotico]] o [[anticonvulsivante]]. Possono anche essere usati come [[farmaco antalgico|analgesici]] con effetti in questo caso piuttosto deboli. I barbiturici possono provocare dipendenza, sia fisica che psicologica. Sono stati ampiamente sostituiti dalle [[benzodiazepine]] in campo medico nel trattamento di [[ansia]] e [[insonnia]], soprattutto perché queste ultime sono meno pericolose in caso di [[sovradosaggio]]. Tuttavia i barbiturici sono ancora oggi utilizzati in anestesia generale, per l'[[epilessia]], per il trattamento di [[emicrania]] acuta e (dove legale) per il [[suicidio assistito]] e l'[[eutanasia]].


== Storia ==
== Usi ==

Il 4 dicembre 1863 [[Adolf von Baeyer]] sintetizzò l'acido barbiturico a partire dall'urea e dall'acido malonico. Il nome si deve alla santa festeggiata in quel giorno ed alla donna di von Baeyer che pure si chiamava Barbara, più il suffisso che ricordava la derivazione dall'urea.
=== Medicina ===
Nel 1903 [[Emil Hermann Fischer]] e [[Joseph von Mering]] prepararono il [[barbital]], il primo vero e proprio ''barbiturico'', che fu commercializzato con il nome di [[Veronal]].
I barbiturici come il [[fenobarbital]] sono stati usati a lungo come [[Ansiolitico|ansiolitici]] e [[Farmaci sedativo-ipnotici|ipnotici]]. I barbiturici ad azione intermedia riducono il tempo necessario per addormentarsi, aumentano la durata totale del sonno e riducono la durata del [[sonno REM]]. Oggi sono stati in gran parte sostituiti dalle [[benzodiazepine]] perché sono meno tossiche in caso di [[sovradosaggio]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=F. A.|cognome=Whitlock|data=1975-06-14|titolo=Suicide in Brisbane, 1956 to 1973: the drug-death epidemic|rivista=The Medical Journal of Australia|volume=1|numero=24|pp=737–743|accesso=2020-07-22|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/239307}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=M. W.|cognome=Johns|data=1975|titolo=Sleep and hypnotic drugs|rivista=Drugs|volume=9|numero=6|pp=448–478|accesso=2020-07-22|doi=10.2165/00003495-197509060-00004|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/238826}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gabiela Silvia|cognome=Jufe|data=2007-07|titolo=[New hypnotics: perspectives from sleep physiology]|rivista=Vertex (Buenos Aires, Argentina)|volume=18|numero=74|pp=294–299|accesso=2020-07-22|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18265473}}</ref> I barbiturici sono ancora usati come [[Anticonvulsivante|anticonvulsivanti]] (ad es. [[Fenobarbital]] e [[primidone]])per il trattamento di alcune forme di [[epilessia]] comprendenti le crisi parziali e le crisi tonico-cloniche generalizzate, e come [[Anestetico generale|anestetici generali]] (ad es. [[tiopental sodico]]).
Nel 1912 fu introdotto nel mercato un nuovo barbiturico ad attività sedativo-ipnotico, il [[fenobarbital]] con il nome commerciale di Luminal.

Tra il 1950 e il 1960 fu dimostrato che i barbiturici causano dipendenza.
I barbiturici sono usati ad alte dosi in combinazione con un [[miorilassante]] (spesso anche senza) e in combinazione con un miorilassante per praticare l'[[eutanasia]] e per la [[Pena di morte|pena capitale]] per iniezione letale, principalmente negli Stati Uniti. I barbiturici sono spesso impiegati per l'eutanasia nella medicina veterinaria.
Il [[fenobarbital]], il [[secobarbital]], l'[[amobarbital]] e il [[butalbital]] sono i barbiturici più commercializzati. Alcuni, come il fenobarbital, sono ampiamente usati come [[anticonvulsivante|antiepilettici]], altri sono caduti in disuso.

=== Altri usi ===
I barbiturici sono pericolosi, oltre che ai danni di [[fegato]] e [[reni]] dopo un uso prolungato. Non a caso, proprio per l'alto tasso di suicidi dovuto ad essi (è sufficiente una dose 10 volte superiore a quella terapeutica), in alcuni paesi, come Francia e Belgio, sono stati banditi dal commercio, invece in Italia restano.

I barbiturici sono fra quei farmaci (insieme alle [[benzodiazepine]] e ai [[calcioantagonisti]]) che, se assunti accidentalmente o deliberatamente prima dell'[[arresto cardiaco]], riducono il metabolismo e il fabbisogno di [[ossigeno]] del cervello, aumentando le probabilità di sopravvivenza senza grave [[encefalopatia]] anossica (anche dopo prolungati tentativi di [[rianimazione cardiopolmonare]]).

=== Siero della verità ===
L'[[Amobarbital|amobarbital sodico]], è un barbiturico ad azione intermedia che viene utilizzato per la sedazione e il trattamento dell'[[insonnia]], ma è stato anche usato come [[siero della verità]] negli interrogatori. Il farmaco non obbliga le persone a dire la verità, ma si pensa che riduca le inibizioni e rallenti il ​​pensiero creativo, aumentando la probabilità che i soggetti vengano colti di sorpresa quando interrogati e aumentando la possibilità che il soggetto riveli delle informazioni. Mentire è in qualche modo più complesso del dire la verità, specialmente sotto l'influenza di un farmaco sedativo-ipnotico.<ref>{{Cita web|url=http://faculty.washington.edu/chudler/barb.html|titolo=Neuroscience for Kids - Barbiturate|sito=faculty.washington.edu|accesso=2020-07-22}}</ref> Oggigiorno questa pratica non è considerata legalmente ammissibile in tribunale, perché si è visto che i soggetti sottoposti a tali interrogatori possono formare falsi ricordi, mettendo in discussione l'affidabilità delle informazioni ottenute.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=J. T.|cognome=Stocks|data=1998-09|titolo=Recovered memory therapy: a dubious practice technique|rivista=Social Work|volume=43|numero=5|pp=423–436|accesso=2020-07-22|doi=10.1093/sw/43.5.423|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9739631}}</ref>

=== Chimica ===
Nel 1988 furono pubblicati studi di sintesi e di legame riguardanti un recettore artificiale che legava i barbiturici mediante sei legami idrogeno.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Suk Kyu.|cognome=Chang|nome2=Andrew D.|cognome2=Hamilton|data=1988-02-17|titolo=Molecular recognition of biologically interesting substrates: synthesis of an artificial receptor for barbiturates employing six hydrogen bonds|rivista=Journal of the American Chemical Society|volume=110|numero=4|pp=1318–1319|accesso=2020-07-22|doi=10.1021/ja00212a065|url=https://doi.org/10.1021/ja00212a065}}</ref> A partire da questa ricerca sono stati progettati diversi tipi di recettori, nonché diversi barbiturici e cianurati, non per essere usati come farmaci ma per applicazioni nella [[chimica supramolecolare]], nello studio dei materiali e per la realizzazione di dispositivi molecolari.

Il barbital sodico e il barbital sono usati anche come tamponi nella ricerca biologica, ad esempio nell'[[immunoelettroforesi]].<ref>{{Cita web|url=http://microscopy.berkeley.edu/Resources/instruction/buffers.html|titolo=Buffer tables|sito=microscopy.berkeley.edu|data=2004-11-11|accesso=2020-07-22}}</ref>

== Effetti collaterali ==
I barbiturici sono particolarmente dannosi per gli anziani e le donne in [[gravidanza]]. Gli anziani hanno minore capacità di eliminare i barbiturici dall'organismo. Di conseguenza, le persone di età superiore ai sessantacinque anni hanno maggiore probabilità di sperimentare gli effetti dannosi dei barbiturici, tra cui la dipendenza e il [[sovradosaggio]] accidentale.<ref>{{Cita pubblicazione|data=2019-11-09|titolo=Barbiturate Toxicity: Practice Essentials, Background, Pathophysiology|accesso=2020-07-22|url=https://emedicine.medscape.com/article/813155-overview}}</ref> Quando i barbiturici vengono assunti durante la gravidanza, il farmaco passa al [[feto]] attraverso la [[placenta]]. Dopo la nascita, il bambino potrebbe manifestare sintomi di astinenza e avere difficoltà respiratorie. Inoltre, le madri che allattano e assumono barbiturici possono trasferire il farmaco ai bambini attraverso il [[latte materno]].

Una rara reazione avversa ai barbiturici è la [[sindrome di Stevens-Johnson]] , che colpisce principalmente le mucose.

=== Tolleranza e dipendenza ===
{{Vedi anche|Dipendenza da barbiturici}}
Utilizzando i barbiturici in maniera regolare, si sviluppa la tolleranza ai loro effetti, anche se in alcuni casi può svilupparsi anche con una sola somministrazione. Come con tutti i farmaci [[GABAergico|GABAergici]], l'astinenza da barbiturici produce effetti potenzialmente fatali come le [[Convulsione|convulsioni]], che ricordano il [[delirium tremens]] e [[Crisi d'astinenza|sindromi da astinenza]]. Il meccanismo diretto di agonismo del [[Acido γ-amminobutirrico|GABA]] rende la sospensione dei barbiturici più grave rispetto a quella dell'alcool o delle [[benzodiazepine]]. Analogamente alle benzodiazepine, i barbiturici ad azione lunga producono una sindrome da astinenza meno grave rispetto ai barbiturici ad azione breve e ad azione ultra breve. I sintomi da astinenza sono dose-dipendenti e i consumatori di dosi massicce sono più colpiti rispetto ai consumatori di basse dosi.

Il trattamento farmacologico dell'astinenza da barbiturici consiste spesso nella somministrazione di una benzodiazepina a lunga durata d'azione ([[Diazepam|Valium]]), seguita da una riduzione graduale della dose del farmaco. La dipendenza psicologica per i barbiturici può durare mesi o anni. I pazienti non dovrebbero mai provare ad interrompere i barbiturici senza consultare un medico, vista l'elevata letalità e la comparsa di effetti immediati a seguito della sospensione. Il tentativo di smettere immediatamente può provocare gravi danni neurologici, lesioni fisiche date dalle convulsioni e persino la morte per [[eccitotossicità]] glutamatergica.

In ambito ospedaliero lo sviluppo della tolleranza è ancora un problema, poiché possono verificarsi sintomi di astinenza pericolosi e spiacevoli quando il farmaco viene interrotto dopo lo sviluppo della dipendenza. La tolleranza agli effetti ansiolitici e sedativi dei barbiturici tende a svilupparsi più velocemente della tolleranza ai loro effetti sulla [[Tessuto muscolare liscio|muscolatura liscia]], sulla respirazione e sulla [[frequenza cardiaca]], rendendoli inadatti per un uso psichiatrico a lungo termine. La tolleranza agli effetti anticonvulsivanti è correlata alla tolleranza agli effetti fisiologici, il che significa che sono ancora un'opzione praticabile per il trattamento dell'epilessia a lungo termine.

=== Overdose ===
Alcuni sintomi del sovradosaggio sono rallentamento psicofisico, mancanza di coordinazione, difficoltà di pensiero, lentezza del linguaggio, perdita di giudizio, sonnolenza, respiro affannoso, e nei casi più gravi, coma o morte. Il dosaggio letale varia notevolmente con il tipo di farmaco, la tolleranza e da un individuo all'altro. In caso di sovradosaggio pervia assunzione con altri depressivi del [[Sistema nervoso centrale|SNC]] (come alcol, oppiacei, benzodiazepine) gli effetti sono più pericolosi, sopratutto per quanto riguarda la sommatoria degli effetti depressivi sul sistema respiratorio. I barbiturici ad azione più lunga hanno emivita di un giorno o più e comportano il [[bioaccumulo]] del farmaco nell'organismo. quindi il farmaco viene eliminato più lentamente, e può raggiungere concentrazioni tossiche nel sangue dopo somministrazioni ripetute (anche se assunto nella dose terapeutica prescritta). Gli utenti che consumano alcol o altri sedativi dopo che gli effetti del farmaco sono esauriti, ma prima che venga eliminato totalmente dall'organismo, sperimentano effetti collaterali dovuti anche agli altri sedativi, che possono essere invalidanti o addirittura fatali.

I barbiturici inducono gli enzimi epatici del [[Citocromo P450|CYP]],<ref>{{Cita libro|titolo=LiverTox: Clinical and Research Information on Drug-Induced Liver Injury|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK547852/|accesso=2020-07-22|data=2012|editore=National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases}}</ref>  portando a un aumento degli effetti di alcuni profarmaci che vengono attivati da questi enzimi e la diminuzione degli effetti di farmaci che vengono metabolizzati da questi enzimi in metaboliti inattivi. Ciò può causare overdose fatali da [[codeina]] e [[tramadolo]], che diventano più potenti dopo essere stati metabolizzati dagli enzimi CYP.


== Meccanismo d'azione dei barbiturici ==
== Meccanismo d'azione dei barbiturici ==
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Nella classifica di pericolosità delle varie droghe stilata dalla rivista medica [[The Lancet|Lancet]], i barbiturici occupano il terzo posto, mentre le benzodiazepine il settimo.
Nella classifica di pericolosità delle varie droghe stilata dalla rivista medica [[The Lancet|Lancet]], i barbiturici occupano il terzo posto, mentre le benzodiazepine il settimo.


== Altri usi ==
== Storia ==
Il 4 dicembre 1863 [[Adolf von Baeyer]] sintetizzò l'acido barbiturico a partire dall'urea e dall'acido malonico. Il nome si deve alla santa festeggiata in quel giorno ed alla donna di von Baeyer che pure si chiamava Barbara, più il suffisso che ricordava la derivazione dall'urea.
I barbiturici sono pericolosi, oltre che ai danni di [[fegato]] e [[reni]] dopo un uso prolungato, ad alte dosi in combinazione con un [[miorilassante]] (spesso anche senza), sono usati per praticare l'[[eutanasia]]. Questo uso viene svolto sui condannati a morte negli Stati Uniti. Non a caso, proprio per l'alto tasso di suicidi dovuto ad essi (è sufficiente una dose 10 volte superiore a quella terapeutica), in alcuni paesi, come Francia e Belgio, sono stati banditi dal commercio, invece in Italia restano.
Nel 1903 [[Emil Hermann Fischer]] e [[Joseph von Mering]] prepararono il [[barbital]], il primo vero e proprio ''barbiturico'', che fu commercializzato con il nome di [[Veronal]].

Nel 1912 fu introdotto nel mercato un nuovo barbiturico ad attività sedativo-ipnotico, il [[fenobarbital]] con il nome commerciale di Luminal.
Dal punto di vista terapeutico alcuni barbiturici dal 1912 ad oggi, sono adoperati per il trattamento di alcune forme di [[epilessia]] comprendenti le crisi parziali e le crisi tonico-cloniche generalizzate.
Tra il 1950 e il 1960 fu dimostrato che i barbiturici causano dipendenza.

Il [[fenobarbital]], il [[secobarbital]], l'[[amobarbital]] e il [[butalbital]] sono i barbiturici più commercializzati. Alcuni, come il fenobarbital, sono ampiamente usati come [[anticonvulsivante|antiepilettici]], altri sono caduti in disuso.
I barbiturici sono fra quei farmaci (insieme alle [[benzodiazepine]] e ai [[calcioantagonisti]]) che, se assunti accidentalmente o deliberatamente prima dell'[[arresto cardiaco]], riducono il metabolismo e il fabbisogno di [[ossigeno]] del cervello, aumentando le probabilità di sopravvivenza senza grave [[encefalopatia]] anossica (anche dopo prolungati tentativi di [[rianimazione cardiopolmonare]]).


== Note ==
== Note ==

Versione delle 12:52, 22 lug 2020

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Struttura generica dei barbiturici

I barbiturici sono farmaci liposolubili derivati dall'acido barbiturico,[1] che agiscono sul sistema nervoso centrale e determinano effetti come la sedazione o l'anestesia. Inoltre possono agire come ansiolitico, ipnotico o anticonvulsivante. Possono anche essere usati come analgesici con effetti in questo caso piuttosto deboli. I barbiturici possono provocare dipendenza, sia fisica che psicologica. Sono stati ampiamente sostituiti dalle benzodiazepine in campo medico nel trattamento di ansia e insonnia, soprattutto perché queste ultime sono meno pericolose in caso di sovradosaggio. Tuttavia i barbiturici sono ancora oggi utilizzati in anestesia generale, per l'epilessia, per il trattamento di emicrania acuta e (dove legale) per il suicidio assistito e l'eutanasia.

Usi

Medicina

I barbiturici come il fenobarbital sono stati usati a lungo come ansiolitici e ipnotici. I barbiturici ad azione intermedia riducono il tempo necessario per addormentarsi, aumentano la durata totale del sonno e riducono la durata del sonno REM. Oggi sono stati in gran parte sostituiti dalle benzodiazepine perché sono meno tossiche in caso di sovradosaggio.[2][3][4] I barbiturici sono ancora usati come anticonvulsivanti (ad es. Fenobarbital e primidone)per il trattamento di alcune forme di epilessia comprendenti le crisi parziali e le crisi tonico-cloniche generalizzate, e come anestetici generali (ad es. tiopental sodico).

I barbiturici sono usati ad alte dosi in combinazione con un miorilassante (spesso anche senza) e in combinazione con un miorilassante per praticare l'eutanasia e per la pena capitale per iniezione letale, principalmente negli Stati Uniti. I barbiturici sono spesso impiegati per l'eutanasia nella medicina veterinaria.

Altri usi

I barbiturici sono pericolosi, oltre che ai danni di fegato e reni dopo un uso prolungato. Non a caso, proprio per l'alto tasso di suicidi dovuto ad essi (è sufficiente una dose 10 volte superiore a quella terapeutica), in alcuni paesi, come Francia e Belgio, sono stati banditi dal commercio, invece in Italia restano.

I barbiturici sono fra quei farmaci (insieme alle benzodiazepine e ai calcioantagonisti) che, se assunti accidentalmente o deliberatamente prima dell'arresto cardiaco, riducono il metabolismo e il fabbisogno di ossigeno del cervello, aumentando le probabilità di sopravvivenza senza grave encefalopatia anossica (anche dopo prolungati tentativi di rianimazione cardiopolmonare).

Siero della verità

L'amobarbital sodico, è un barbiturico ad azione intermedia che viene utilizzato per la sedazione e il trattamento dell'insonnia, ma è stato anche usato come siero della verità negli interrogatori. Il farmaco non obbliga le persone a dire la verità, ma si pensa che riduca le inibizioni e rallenti il ​​pensiero creativo, aumentando la probabilità che i soggetti vengano colti di sorpresa quando interrogati e aumentando la possibilità che il soggetto riveli delle informazioni. Mentire è in qualche modo più complesso del dire la verità, specialmente sotto l'influenza di un farmaco sedativo-ipnotico.[5] Oggigiorno questa pratica non è considerata legalmente ammissibile in tribunale, perché si è visto che i soggetti sottoposti a tali interrogatori possono formare falsi ricordi, mettendo in discussione l'affidabilità delle informazioni ottenute.[6]

Chimica

Nel 1988 furono pubblicati studi di sintesi e di legame riguardanti un recettore artificiale che legava i barbiturici mediante sei legami idrogeno.[7] A partire da questa ricerca sono stati progettati diversi tipi di recettori, nonché diversi barbiturici e cianurati, non per essere usati come farmaci ma per applicazioni nella chimica supramolecolare, nello studio dei materiali e per la realizzazione di dispositivi molecolari.

Il barbital sodico e il barbital sono usati anche come tamponi nella ricerca biologica, ad esempio nell'immunoelettroforesi.[8]

Effetti collaterali

I barbiturici sono particolarmente dannosi per gli anziani e le donne in gravidanza. Gli anziani hanno minore capacità di eliminare i barbiturici dall'organismo. Di conseguenza, le persone di età superiore ai sessantacinque anni hanno maggiore probabilità di sperimentare gli effetti dannosi dei barbiturici, tra cui la dipendenza e il sovradosaggio accidentale.[9] Quando i barbiturici vengono assunti durante la gravidanza, il farmaco passa al feto attraverso la placenta. Dopo la nascita, il bambino potrebbe manifestare sintomi di astinenza e avere difficoltà respiratorie. Inoltre, le madri che allattano e assumono barbiturici possono trasferire il farmaco ai bambini attraverso il latte materno.

Una rara reazione avversa ai barbiturici è la sindrome di Stevens-Johnson , che colpisce principalmente le mucose.

Tolleranza e dipendenza

Lo stesso argomento in dettaglio: Dipendenza da barbiturici.

Utilizzando i barbiturici in maniera regolare, si sviluppa la tolleranza ai loro effetti, anche se in alcuni casi può svilupparsi anche con una sola somministrazione. Come con tutti i farmaci GABAergici, l'astinenza da barbiturici produce effetti potenzialmente fatali come le convulsioni, che ricordano il delirium tremens e sindromi da astinenza. Il meccanismo diretto di agonismo del GABA rende la sospensione dei barbiturici più grave rispetto a quella dell'alcool o delle benzodiazepine. Analogamente alle benzodiazepine, i barbiturici ad azione lunga producono una sindrome da astinenza meno grave rispetto ai barbiturici ad azione breve e ad azione ultra breve. I sintomi da astinenza sono dose-dipendenti e i consumatori di dosi massicce sono più colpiti rispetto ai consumatori di basse dosi.

Il trattamento farmacologico dell'astinenza da barbiturici consiste spesso nella somministrazione di una benzodiazepina a lunga durata d'azione (Valium), seguita da una riduzione graduale della dose del farmaco. La dipendenza psicologica per i barbiturici può durare mesi o anni. I pazienti non dovrebbero mai provare ad interrompere i barbiturici senza consultare un medico, vista l'elevata letalità e la comparsa di effetti immediati a seguito della sospensione. Il tentativo di smettere immediatamente può provocare gravi danni neurologici, lesioni fisiche date dalle convulsioni e persino la morte per eccitotossicità glutamatergica.

In ambito ospedaliero lo sviluppo della tolleranza è ancora un problema, poiché possono verificarsi sintomi di astinenza pericolosi e spiacevoli quando il farmaco viene interrotto dopo lo sviluppo della dipendenza. La tolleranza agli effetti ansiolitici e sedativi dei barbiturici tende a svilupparsi più velocemente della tolleranza ai loro effetti sulla muscolatura liscia, sulla respirazione e sulla frequenza cardiaca, rendendoli inadatti per un uso psichiatrico a lungo termine. La tolleranza agli effetti anticonvulsivanti è correlata alla tolleranza agli effetti fisiologici, il che significa che sono ancora un'opzione praticabile per il trattamento dell'epilessia a lungo termine.

Overdose

Alcuni sintomi del sovradosaggio sono rallentamento psicofisico, mancanza di coordinazione, difficoltà di pensiero, lentezza del linguaggio, perdita di giudizio, sonnolenza, respiro affannoso, e nei casi più gravi, coma o morte. Il dosaggio letale varia notevolmente con il tipo di farmaco, la tolleranza e da un individuo all'altro. In caso di sovradosaggio pervia assunzione con altri depressivi del SNC (come alcol, oppiacei, benzodiazepine) gli effetti sono più pericolosi, sopratutto per quanto riguarda la sommatoria degli effetti depressivi sul sistema respiratorio. I barbiturici ad azione più lunga hanno emivita di un giorno o più e comportano il bioaccumulo del farmaco nell'organismo. quindi il farmaco viene eliminato più lentamente, e può raggiungere concentrazioni tossiche nel sangue dopo somministrazioni ripetute (anche se assunto nella dose terapeutica prescritta). Gli utenti che consumano alcol o altri sedativi dopo che gli effetti del farmaco sono esauriti, ma prima che venga eliminato totalmente dall'organismo, sperimentano effetti collaterali dovuti anche agli altri sedativi, che possono essere invalidanti o addirittura fatali.

I barbiturici inducono gli enzimi epatici del CYP,[10]  portando a un aumento degli effetti di alcuni profarmaci che vengono attivati da questi enzimi e la diminuzione degli effetti di farmaci che vengono metabolizzati da questi enzimi in metaboliti inattivi. Ciò può causare overdose fatali da codeina e tramadolo, che diventano più potenti dopo essere stati metabolizzati dagli enzimi CYP.

Meccanismo d'azione dei barbiturici

I barbiturici sono GABA-agonisti e interagiscono specificamente con la sottoclasse recettoriale GABA-A aumentando la conduttanza agli ioni cloruro Cl-. L'aumento del passaggio di questi anioni provoca un'iperpolarizzazione post-sinaptica che si traduce nella depressione dell'attività neuronale e nella comparsa di diversi sintomi tra i quali eccessiva sonnolenza diurna.

Confronto tra barbiturici e benzodiazepine

La pericolosità dei barbiturici (espressa in relazione al danno fisico e all'insorgenza del fenomeno della dipendenza) è nettamente superiore rispetto a quella delle benzodiazepine.

Nella pratica clinica i barbiturici risultano avere una pericolosità superiore alle benzodiazepine, e ciò è riconducibile ai rispettivi meccanismi d'azione. Le benzodiazepine aumentano la frequenza di apertura dei recettori canali GABAA in modo GABA dipendente, i barbiturici invece aumentano il tempo di apertura e la permeabilità agli ioni Cl- interagendo direttamente sul canale anche in assenza di GABA. Per questa classe di farmaci quindi l'effetto controllo operato dalla naturale attività neuronale viene meno, ed è per questo che i barbiturici possono indurre effetti gravi come il coma a dosi relativamente vicine a quelle terapeutiche, mentre le dosi di benzodiazepine necessarie per avere effetti neurodepressivi seri sono molto lontane dalle dosi terapeutiche.

Le benzodiazepine presentano antagonisti recettoriali specifici, come il flumazenil (Anexate) i quali possono essere somministrati in casi di overdose. Non esistono invece antagonisti recettoriali per i barbiturici ed è per questo che la pericolosità di tali farmaci è maggiore. Tale caratteristica ha reso i barbiturici i principali farmaci d'abuso in casi di suicidio.

È tuttavia possibile trattare l'intossicazione da barbiturici tramite l'alcalinizzazione delle urine (favorendone quindi l'eliminazione urinaria): alcalinizzando le urine, infatti, i barbiturici (acidi deboli che si dissociano a PH basico, alcalino) si dissocieranno nella forma ionizzata che non potendo attraversare le membrane biologiche (e quindi non potendo essere riassorbita dalla vescica al torrente ematico), verrà eliminata attraverso le urine.

Nella classifica di pericolosità delle varie droghe stilata dalla rivista medica Lancet, i barbiturici occupano il terzo posto, mentre le benzodiazepine il settimo.

Storia

Il 4 dicembre 1863 Adolf von Baeyer sintetizzò l'acido barbiturico a partire dall'urea e dall'acido malonico. Il nome si deve alla santa festeggiata in quel giorno ed alla donna di von Baeyer che pure si chiamava Barbara, più il suffisso che ricordava la derivazione dall'urea. Nel 1903 Emil Hermann Fischer e Joseph von Mering prepararono il barbital, il primo vero e proprio barbiturico, che fu commercializzato con il nome di Veronal. Nel 1912 fu introdotto nel mercato un nuovo barbiturico ad attività sedativo-ipnotico, il fenobarbital con il nome commerciale di Luminal. Tra il 1950 e il 1960 fu dimostrato che i barbiturici causano dipendenza. Il fenobarbital, il secobarbital, l'amobarbital e il butalbital sono i barbiturici più commercializzati. Alcuni, come il fenobarbital, sono ampiamente usati come antiepilettici, altri sono caduti in disuso.

Note

  1. ^ Edward R. Garrett, Jacek T. Bojarski e Gerald J. Yakatan, Kinetics of Hydrolysis of Barbituric Acid Derivatives, in Journal of Pharmaceutical Sciences, vol. 60, n. 8, pp. 1145–1154, DOI:10.1002/jps.2600600807. URL consultato il 25 agosto 2017.
  2. ^ F. A. Whitlock, Suicide in Brisbane, 1956 to 1973: the drug-death epidemic, in The Medical Journal of Australia, vol. 1, n. 24, 14 giugno 1975, pp. 737–743. URL consultato il 22 luglio 2020.
  3. ^ M. W. Johns, Sleep and hypnotic drugs, in Drugs, vol. 9, n. 6, 1975, pp. 448–478, DOI:10.2165/00003495-197509060-00004. URL consultato il 22 luglio 2020.
  4. ^ Gabiela Silvia Jufe, [New hypnotics: perspectives from sleep physiology], in Vertex (Buenos Aires, Argentina), vol. 18, n. 74, 2007-07, pp. 294–299. URL consultato il 22 luglio 2020.
  5. ^ Neuroscience for Kids - Barbiturate, su faculty.washington.edu. URL consultato il 22 luglio 2020.
  6. ^ J. T. Stocks, Recovered memory therapy: a dubious practice technique, in Social Work, vol. 43, n. 5, 1998-09, pp. 423–436, DOI:10.1093/sw/43.5.423. URL consultato il 22 luglio 2020.
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