Utente:Erika Scarpazza/cittadella '800 '900 e restauro

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Cittadella (Sitadèa in veneto[1]) è un comune italiano di 20 133 abitanti della provincia di Padova in Veneto, sito 31 chilometri a nord del capoluogo.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia del Veneto.

Cittadella si trova nella pianura Veneta. Il suo territorio è totalmente pianeggiante, ma a pochi chilometri più a nord si incontrano già i primi rilievi collinari che precedono l'Altopiano dei Sette Comuni e il massiccio del Monte Grappa.

È situata nel nord-ovest della provincia di Padova e nel suo territorio scorre il fiume Brenta. Confina a nord con la provincia di Vicenza.

Dista 31 km da Padova e 25 km da Vicenza.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Cittadella, secondo la classificazione dei climi di Köppen, gode di un tipico clima temperato delle medie latitudini (Cfa), piovoso o generalmente umido in tutte le stagioni e con estati molto calde. Le precipitazioni si concentrano nei periodi compresi tra marzo e maggio, con un leggero calo nei mesi estivi, e un riacutizzarsi nel periodo compreso tra ottobre e novembre inoltrato. L'inverno è a volte caratterizzato da fenomeni nevosi, anche se nel corso degli anni sono diventati sempre più sporadici.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Particolare delle mura

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Benché la fondazione di Cittadella sia piuttosto tarda (XIII secolo), il suo territorio ha una storia ben più antica.

Mancano le testimonianze di una frequentazione paleoveneta, ma assai evidenti sono le tracce lasciate dagli antichi Romani che occuparono il Veneto sul finire del III secolo a.C. Al 148 a.C. risale la fondazione della via Postumia, importante arteria che collegava Aquileia a Genova percorrendo tutto il Norditalia; il suo tracciato coincide con le attuali vie Postumia di Ponente e Postumia di Levante (SP 24) che transitano a nord del centro attraversando Ca' Onorai. Sulla via Postumia si basò, inoltre, la centuriazione del territorio, tuttora ben conservata, che ricadeva nell'agro settentrionale di Padova[2][3].

L'alto medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la caduta dell'Impero Romano il territorio di Cittadella seguì le sorti di gran parte del Norditalia passando al Regno dei Longobardi. Le testimonianze di questo periodo sono assai scarse e questo fa pensare a un importante spopolamento e inselvatichimento del territorio. Frattanto, centri dei dintorni - Onara, Fontaniva, Tombolo, Galliera - diventano sedi di piccole signorie feudali[3].

Al VI secolo viene fatta risalire la costruzione della pieve di San Donato, nell'omonima frazione, che fu il principale luogo di culto della zona prima della consacrazione del duomo[2].

La fondazione di Cittadella[modifica | modifica wikitesto]

Vista sui tetti del centro storico

Tra il XII e il XIII secolo Padova, uno dei più importanti comuni del Veneto, dà impulso a un'importante spinta espansionistica, entrando presto in conflitto con le confinanti Vicenza e Treviso. Quest'ultima, attorno al 1195, avvia la costruzione di Castelfranco, piccolo avamposto militare presso il confine segnato dal torrente Muson[2][3].

La risposta di Padova non si fa attendere e nel 1220, sulla riva opposta del fiume, inizia la costruzione di Cittadella. Il nuovo borgo fortificato, progettato da Benvenuto da Carturo, presenta però delle caratteristiche originali che lo differenziano nettamente da Castelfranco; non è un piccolo e compatto castello di forma quadrangolare, ma una vera e propria città dall'ariosa pianta rotondeggiante, dotata di propri statuti e autonomia di governo. In questo modo, Padova non intende solo creare un presidio militare, ma anche un centro amministrativo ed economico per favorire la colonizzazione del territorio compreso fra il Brenta e il Muson[2][3].

Fino all'inizio del Quattrocento, Cittadella segue le sorti della città madre, passando dalla signoria di Ezzelino III da Romano a quella dei Carraresi, degli Scaligeri e ancora dei Carraresi[2][3].

La dominazione veneziana[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1406, al termine della cosiddetta guerra di Padova, Cittadella entra nell'orbita della Serenissima. Pur mantenendola inquadrata nel distretto padovano, i Veneziani dotano la città di una podesteria di dentro e di una podesteria di fuori, l'una con giurisdizione all'interno delle mura, l'altra all'esterno[2][3].

Il lungo periodo veneziano, caratterizzato, salvo brevi parentesi, da pace e stabilità politica, porta Cittadella a evolversi da avamposto militare a centro di servizio e di mercato, riferimento per un'area rurale abbastanza estesa. Questa trasformazione si riflette anche sul tessuto urbano, con la costruzione di edifici amministrativi, ma anche magazzini e botteghe. Al contempo comincia l'espansione fuori dalle mura, con la formazione dei quattro borghi (Bassano, Treviso, Padova, Vicenza) lungo i due assi stradali principali[2].

Scarsa, d'altra parte, la presenza di palazzi e ville venete, testimonianza di come tra Cittadella e Venezia manchi quel rapporto privilegiato di cui gode, invece, Castelfranco[2].

Dall'Ottocento a oggi[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la caduta della Serenissima, anche Cittadella attraversa un periodo di incertezza amministrativa, passando dai Francesi agli Austriaci e di nuovo ai Francesi; dapprima compresa nel dipartimento del Bacchiglione e poi nella provincia di Vicenza, tornò padovana durante il Regno Lombardo-Veneto[3].

La dominazione austriaca termina nel 1866, anno in cui venne annessa al Regno d'Italia[3].

Durante la Prima guerra mondiale, nella primavera del 1918 era sede del 12º Gruppo caccia che resta fino al 16 luglio 1918.[4]

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Di rosso, al castello addestrato da una torre, merlati entrambi alla guelfa, aperto e finestrato del campo; sinistrato da una bandiera d'oro. Ornamenti esteriori da Comune. Decreto di Riconoscimento 4 febbraio 1933. Dal 6 maggio 1972 si fregia del titolo di città.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cittadella è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignita della medaglia d'argento al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale:

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Cinta muraria[modifica | modifica wikitesto]

La Torre di Malta

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Cittadella, paese prossimo a tre grandi città, quali Padova, Vicenza e Treviso, è stata costruita all’incrocio tra la Postumia e la strada dalla Valsugana. Si tratta di una cittadina fondamentale per difendere gli interessi della zona padovana, soprattutto nell’area tra il Brenta e il Musone al fine di sostenere gli scambi tra la Pianura Padana e il territorio alpino (lungo l’asse da Venezia-Lombardia).

Cittadella si trova in una zona denominata “regno della foresta e della palude” e si pensa che fosse stata meta di transumanti e una sorta di recinto barbarico e che nel 1200 venne utilizzata come fortezza su medio Brenta da parte dei padovani. Dal punto di vista giuridico, tale città era prospera, dotata di propri statuti rilasciati nel 1236 da Padova.

Per quanto riguarda la componente urbanistica, unica nel suo genere in tutto il Veneto, è caratterizzata da due traverse perpendicolari racchiuse da una cinta muraria di forma ellittica. Il restauro da poco terminato del Camminamento di Ronda, permette ai visitatori di ammirare la città dall’alto, nella sua integrità e da più punti di vista. Da qui, infatti, si può notare come al suo interno la città sia organizzata secondo il sistema geometrico a scacchiera delle tipiche stradelle romane; in questo modo mercanti e artigiani erano fortemente motivati a difendere i propri interessi, tra cui il libero passaggio delle merci.

Durante l’età veneziana (XV-XVIII sec.) le mura di Cittadella furono ripetutamente abusate e manomesse, provocando a lungo andare numerosi danni e alterazioni alla loro stabilità. Infatti, i cittadini per riempire buche e avvallamenti del territorio causarono l’assottigliamento del contrafforte in terra battuta che si trovava all’interno delle mura, incentivando così la perdita dell’importante sostegno alle mura. L’asporto ripetuto e continuo del contrafforte interno, ovvero del terrapieno dalla base delle mura, provocò nel 1774 il crollo di un lungo tratto di mura compreso tra Porta Vicenza e Porta Bassano. Franarono oltre quaranta metri di mura sopra alcune abitazioni, mentre un'altra parte era rimasta sospesa con il rischio di un’ulteriore rovina. La cinta, infatti, fu riparata alla meno peggio, al punto che non essendo stato ricostruito il tratto rovinato a terra, nel 1785 si registrò un nuovo crollo.

In quegli anni, dopo una serie di restauri della torre dell’orologio di Porta Padova, anch’essa franò al suolo, e si decise di ripristinare in seguito solo la campanella. Inoltre, a causa dell’assenza, per omessa manutenzione, di protezioni in legno o in pietra dei quattro ponti d’accesso alla città, seguirono una serie di incidenti (nel XVIII sec.) che coinvolsero gli abitanti, indicando quindi la necessità di interventi di restauro e di protezione anche di questi quattro ponti. Furono poi rifatti integralmente anche tutti e quattro i battenti lignei delle porte; nel maggio 1797, con la fine della Repubblica di Venezia, le mura di Cittadella divennero bene demaniale, per cui iniziò un lungo periodo in cui le comunità locali furono costrette a rivendicarne il possesso per difenderle dall’usura, dalle intemperie e per conservare la loro bellezza militare.

Nel XIX secolo la cinta muraria versava già in una condizione di degrado e deterioramento fisico come conseguenza di un progressivo abbandono iniziato nei secoli precedenti. Alcune iconografie mostrano uno stato di degrado delle merlature già nei secoli XVII e XVIII,[5] questo perché la fortificazione stava perdendo ormai la sua funzione difensiva e militare. Già dalla fine del Settecento fu presa in considerazione, quindi, l'idea di abbattere la cinta muraria. Nel 1813 furono avviate concretamente delle operazioni di demolizione di porta Treviso, uno dei quattro accessi della città murata. Tuttavia, tali operazioni vennero realizzate solo in parte.[6] L'intera struttura, compreso il fossato attorno alla cinta, era ritenuta, ormai, obsoleta, infruttuosa ed eccessivamente onerosa da mantenere, soprattutto da parte del governo austriaco (1815-1866); tuttavia la forte opposizione della Deputazione Comunale evitò che venisse abbattuta.[7] . Alcune litografie della città murata risalenti al 1901 mostrano chiaramente i segni del degrado, crolli e porzioni mancanti di muratura, soprattutto sulla parte sommitale delle torri corrispondenti alle porte di accesso della città. [8] Anche il fossato e le strutture ad esso collegato, ovvero i quattro ponti d'accesso alla città murata, ebbero un destino analogo a quello della cinta muraria. Fin dall'età moderna, il fossato subì un processo di interramento, imbonimento e riduzione del suo alveo dal momento in cui perse la sua funzione originaria.[9] Il passaggio delle truppe di Napoleone Bonaparte causò dei danni ai ponti in muratura. Nel 1804 il ponte in corrispondenza di porta Vicenza risultava in parte crollato, così come quello di porta Treviso che crollò nel maggio del 1813, [10] renendo stagnanti le acque del fossato;[11] i lavori di ricostruzione dei due ponti terminarono nel 1824.[12] Attorno al 1829-1830 la Deputazione Comunale decise di rendere coltivabile l'alveo del fossato. [13] Nel marzo del 1845 il Comune di Cittadella divenne il proprietario delle mura acquistandole dal governo austriaco e da questo momento in poi crebbe l'esigenza di effettuare interventi per limitarne il deterioramento.[5] Fu solamente dopo l'unificazione italiana che la percezione dell'intera fortificazione cambiò: esse non costituivano più una struttura obsoleta, bensì un elemento integrante e caratterizzante dell'identità cittadina e del paesaggio circostante.[14]

In particolare, soprattutto dal XX secolo, vi fu una maggiore presa di coscienza del valore storico, estetico, culturale e turistico della cinta muraria tantoché si programmarono vari interventi e progetti di valorizzazione, conservazione e restauro. La legge del 20 giugno 1909 del Regno D'Italia impose il primo vincolo sulle mura e conferì loro lo status di bene monumentale. [5] Nonostante alcune porzioni della cinta muraria fossero danneggiate, già all'epoca si riusciva comunque ad apprezzare l'integrità strutturale complessiva, tanto da diventare oggetto di promozione turistica. Negli anni Venti vennero scattate delle fotografie aeree delle mura di Cittadella, le quali poi furono inserite all'interno di una guida del Touring Club Italiano pubblicata nel 1952[15]. Negli anni Trenta la cinta muraria fu considerata all'interno di un programma di rilancio del turismo nella provincia di Padova da parte del Comitato Turistico Provinciale. [15] Durante il secondo conflitto mondiale essa non subì danneggiamenti gravi, eccezion fatta per la Torre di Malta, l'ex prigione voluta da Ezzelino III da Romano addossata a porta Padova, che fu colpita da una bomba nel 1945.[16] Dal secondo dopoguerra vennero effettuate delle riparazioni sull'intera cinta, laddove necessario. [16] Nel 1957 si riprese l'idea di effettuare degli interventi di restauro sulle mura per conservarle e valorizzarle, i quali furono inseriti all'interno del piano regolatore generale non più applicato. [17] In seguito, a partire dagli anni Ottanta furono avviate le procedure per dare inizio ai lavori di restauro e valorizzazione delle mura. [16]

La cinta muraria di Cittadella, perfettamente conservata nel tempo, è oggi uno dei pochi esempi di sistema difensivo con camminamento di ronda ancora percorribile.

Dal 1994 l'architetto Patrizia Valle dello Studio Valle Architettura e Urbanistica di Venezia, ha avviato concretamente il restauro delle mura attraverso progetti d'intervento suddivisi in quattro fasi, coincidenti con i settori del sistema fortificato. I lavori, sono proseguiti quasi ininterrottamente fino al 2013 e terminati con il recupero del quadrante sudest delle mura e il completamento del restauro dell'intero perimetro della cinta muraria.[18]

Restauro e ri-animazione[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto di restauro di restauro, conservazione, valorizzazione e ri-animazione delle mura e di alcuni edifici storici e aree urbane del centro storico ha avuto come esito finale il ripristino e la riattivazione del camminamento di ronda, reso totalmente percorribile[19] e poi inaugurato nel 2013. [20] Le strutture storiche recuperate e restituite al pubblico si possono considerare parte integrante del percorso. [21] Oltre alla riqualificazione del Campo della Marta, attuale Campo dei Giganti, sono stati restaurati la facciata del Teatro Sociale, la Casa del Capitano, la Chiesetta del Torresino, le porte cittadine, i torrioni e Palazzo Mantegna.[22] Le esigenze erano quelle di salvaguardare il carattere architettonico delle mura, di riattivare e adattare all'uso contemporaneo le strutture coinvolte[23], di consolidare la struttura e migliorarla a livello sismico, [24] metterla in sicurezza [25] e allo stesso tempo rallentare il processo di degrado delle mura.[26] I materiali utilizzati sono innovativi, ma comunque compatibili e simili agli originali.[27] [28] Dopo un'accurata analisi preliminare volta a verificare l'effettiva condizione delle mura, la prima fase riguardante il quadrante sud-ovest e la Chiesa del Torresino è iniziata nel 1994 ed è terminata nel 2003. La seconda fase che ha caratterizzato al quadrante sud-est si è svolta dal 2005 al 2012: qui vi era la necessità di reintegrare il paramento murario perché crollato e sistemare il dislivello nel camminamento di ronda. La terza fase, svolta dal 2000 al 2003 ha avuto come esito il restauro del quadrante nord-est. Nella quarta fase dei lavori, dal 2000 al 2003, lungo il quadrante nord-ovest è stato necessario installare due scale sulla breccia provocata durante la Guerra della Lega di Cambrai per permettere la prosecuzione del camminamento.[22][29]

Il restauro è stato premiato numerose volte a livello nazionale e internazionale, tra cui si ricorda la vittoria della seconda edizione del premio Centocittà nel 2002 con Renzo Piano[30] a presiedere la giuria di commissione e la medaglia d'oro del Premio Internazionale Domus Restauro e Conservazione nel 2013. [31]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Le Mura

La cerchia murata che circonda Cittadella (1220 d.C.) ha forma di ellisse irregolare e con l'abitato costituisce un complesso organico del più alto interesse storico, non solo per gli studi sui castelli ma anche per quelli di urbanistica. Lo spazio interno che le mura delimitano è ordinato da due traverse che raccordano le quattro porte con il centro, dividendo l'abitato in quartieri, a loro volta suddivisi a scacchiera dalle caratteristiche stradelle. La cortina murata comunica con l'esterno attraverso quattro ponti in corrispondenza delle porte (a loro volta costruite sui quattro punti cardinali), rivolte verso le vicine città di Padova, Vicenza, Bassano del Grappa e Treviso (di qui la denominazione Porta Padovana, Porta Vicentina, Porta Bassanese, Porta Trevisana). I ponti levatoi, mantenuti in servizio fino al secolo XVI, gradualmente vennero sostituiti con altri in muratura. Gli attuali risalgono alla prima metà del secolo scorso.

La cinta è stata costruita su una base di appoggio fatta di sabbia-ghiaia, pertanto è priva di fondamenta: ciò che la sostiene sono i terrapieni, costruiti attraverso materiali di riporto delle fosse, le quali originariamente erano molto più larghe. La cinta muraria è dotata di porte fortificate, le quali costituiscono un canale di accesso alla città, fortezza o castello, ed erano protette da strutture esterne, come torri o rivellini. Questi ultimi, nello specifico caso di Cittadella, sono estremamente prossimi alle quattro porte, ognuna delle quali è articolata in più rivellini, e sono finalizzati a ricoprire la base o l’ingresso delle stesse, rinforzando la difesa principale.

La costruzione delle mura ha richiesto una serie di fasi, in cui inizialmente fu creata la struttura difensiva di terra e di legno, delle porte di accesso e del fossato; in seguito venne sviluppata l’opera in muratura, con l’impianto delle quattro porte, delle torri e dei torresini, poggianti su cortine murarie piuttosto basse. Infine, si completò la costruzione con l’innalzamento della muraglia e con l’inserimento di archetti e di merli. Con molta probabilità furono proprio le torri ad essere costruite per prime in un periodo antecedente o simultaneo alla realizzazione delle porte, tutto ciò è testimoniato dal fatto che esistono delle cesure verticali tra cortina e torre. Si pensa inoltre che l’opus murario sia stato costruito in modo graduale nel corso del tempo, il borgo però era organizzato fin dal principio come lo si vede ora.

Nel 1223, i lavori erano iniziati da ben tre anni, nonostante ciò c’era ancora molto da fare; è probabile che una prima base di cortina muraria sia stata costruita fino all'altezza del ballatoio mediano. L’altezza si aggira intorno agli 8-9 metri; solo con il passare degli anni l’opera venne completata con merli e archetti fino a raggiungere l’altezza attuale. Con l’avanzare dei secoli, soprattutto a causa di conflitti bellici, le mura vennero periodicamente fortificate.

Dal 1265 le spese erano riferite soprattutto a chiodi per i ponti, mentre dal 1275 una legge padovana emanò il cambiamento dei battifredi con porte d’ingresso all'avanguardia munite di torri e gironi, porte saracinesche e latine, barbacani, uncini di protezione e catene. Durante il periodo trecentesco, i signori da Carrara consolidarono ulteriormente le difese, le quali a loro volta furono rinforzate anche nel primo secolo di dominio veneziano (a partire dal 1415 con il doge Michele Steno). Già prima della fine del XIV secolo però, le postazioni da tiro per pezzi leggeri d’artiglieria o per grosse balestre erano in funzione; dal 1387 fu vietata ogni tipo di struttura in legno o in paglia all’interno dello spazio murato in quanto si trattava di materiali facilmente infiammabili. Si eseguirono diverse innovazioni tra cui: ampliamento delle strade, introduzione di un sistema di smaltimento delle acque e dei servizi igienici, costruzione di sei pozzi in pietra, si valorizzò il territorio centrale con la sede del Comune, del Podestà e la Chiesa di San Prosdocimo. Negli ultimi anni del Trecento, venne edificato un recinto fortificato all’esterno di porta Padova al fine di ospitare soldati, cavalli, armi e macchine da guerra.[32]

Oggi la cinta muraria ha una circonferenza di 1461 metri, spessore di 2,10 metri, largo 80 cm, con due diametri di 450 metri. Le mura hanno un’altezza media di 14 metri, ma i torrioni posti a vedetta delle quattro porte arrivano anche a 30 metri. Ci sono 4 torrioni, 12 torri quadrangolari di 6 metri per 4, alte 22 metri e, infine, 16 torresini di 6 per 3 metri, alti 15 metri. Ognuna di queste strutture era caratterizzata da nicchioni a interni a volta, aventi lo scopo di conservare armi, munizioni, attrezzi, funi, ma anche scale. Ciascun componente sporge di 1 metro per una difesa obliqua più efficace e presenta un intervallo di circa 40 metri. Ogni intervallo è circondato da 10 merli chiamati “guelfi” in quanto sono rettangolari, a due spioventi lisciati; esistono anche dei merli a coda di rondine, “ghibellini”, i quali però sono di epoca moderna. La struttura delle mura è “a cassetta” o “a sacco”, inoltre è caratterizzata da due muri più esterni realizzati attraverso il ciottolame proveniente dal Brenta, il quale è stato legato con file di mattoni a uno o a due teste; il tutto è stato stuccato e intonacato con una malta costituita da calce e sabbia, sempre originarie dallo stesso fiume. Le mura sono costituite da un composto di vari materiali di diversa grossezza mescolati con blocchi di calce e acqua. Le zone in pietra viva visibili sono: chiavi d’angolo, basamenti, architravi, blocchi di supporto per cardini e catene, mensoloni e scale. I merli si sporgono leggermente attraverso beccatelli o mensolature ad archetto e sono costituiti da feritoie sguanciate e nicchie. Tra merlo e merlo, nelle zone aperte sarebbero dovuti esserci pannelli o mantellette mobili di protezione; inoltre dai fori-caditoia era possibile far cadere materiale infiammabile e sassi. Simili attrezzature erano finalizzate a difendere la città dai nemici allargando lo spazio di manovra dei difensori, le torri invece, erano ricoperte da solai o da tetti spioventi.[33]

Per quanto concerne il camminamento di ronda, dotato di tettuccio, esso permetteva una veloce transizione lungo le mura, in alcuni punti costituito da ponti levatoi pedonali. Le mura erano estremamente ricche ed erano corredate di elementi indispensabili per la loro funzione: scale retrattili, parapetti, pannelli, tetti, porte, stendardi, botole, finestre, pennoni, ponti levatoi e argani. Al camminamento di ronda si può accedere dalle torri o dalle scale esterne e rappresenta un percorso al di sopra delle mura, protetto dal parapetto con o senza merli. Era luogo utilizzato principalmente dalle scorte e dai difensori ed era collegato alla torre attraverso un ponte levatoio. Il parapetto non è altro che una sorta di muratura protettiva del camminamento di ronda e delle basi delle torri, esso può essere circondato da merli o strutture decorative.[33] Il merlo, a sua volta, rappresenta una componente di mura solida, situata tra uno spazio e l’altro della merlatura e può essere unito oppure distaccato al fine di inserirvi armi. Per quanto riguarda la mensola o gattone, questo è un composto di pietra avente forma di parallelepipedo, posizionato in modo perpendicolare al muro, al fine di svolgere una funzione di supporto alle varie componenti architettoniche.[33]

Altri[modifica | modifica wikitesto]

Torrione di Porta Bassano
Il Duomo di Cittadella
  • Torre di Malta
  • Casa del Capitano
  • Palazzo della Loggia
  • Palazzo Pretorio
  • Teatro Sociale
  • Duomo
  • Chiesa del Torresino
  • Convento di San Francesco
  • Pieve di San Donato (frazione di San Donato)
  • Chiesa di Santa Lucia di Brenta (frazione di Santa Croce Bigolina)
  • Villa Rina
  • Villa Ca' Nave
  • Villa Ortolani detta "La Colombara"
  • Cimitero militare Austro-Ungarico

Il Teatro Sociale[modifica | modifica wikitesto]

Il Teatro Sociale

Il Teatro Sociale è un edificio storico, caratteristico di questa cittadina, situato all'interno della cinta muraria, lungo Porta Vicenza.

Inizialmente è la società Filarmonica, nel 1804 a richiedere la possibilità di avere una struttura dover far progredire l'arte del teatro, essa aveva finalità di intrattenimento musicale e strumentale.[34] Fino a quel momento gli spettacoli avevano un carattere privato e i destinatari erano una ristretta cerchia di intellettuali. Gli edifici adibiti a questa funzione, in seguito, divennero abitazioni private e persero la loro funzione ludica.[35] Il cittadellese in questa fase perde l'atmosfera medioevale, per acquisire un aspetto più borghese e gli elementi che divennero distintivi dopo la loro costruzione furono il Duomo, il macello e il teatro.[36]

Nel 1817 nasce la società teatrale, che ha sempre mantenuto un rapporto di gemellaggio con la Filarmonica, finalizzato allo sviluppo di entrambe.[34] Per l'ideazione del progetto venne scelto il progettista bassanese Giacomo Bauto,[37] mentre la facciata fu disegnata dall'architetto veneziano Giuseppe Jappelli nel 1828. Si tratta di una delle opere sue minori, non sempre documentata nelle fonti inerenti alla sua professione. Egli conferì a questa struttura, lo stile neoclassico. Gli affreschi sono opera di Francesco Bagnara, che con la sua arte decorò alcune scene e in particolare il soffitto. La presidenza venne autorizzata, il 13 Settembre 1817 alla costruzione del Teatro. Esso venne inaugurato in occasione della Fiera di Ottobre del 1828.[38]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Il teatro è composto in totale da 50 palchi suddivisi in tre ordini, la platea strutturata a ferro di cavallo con sedici palchi al primo ordine, accesso alla platea, diciassette al secondo e terzo ordine. Il palcoscenico ha una profondità di 8,90 metri, larghezza di 14,40 metri, altezza di 8 metri. Le strutture murarie dell’edificio sono in mattoni mentre i palchetti e il tetto sono strutturati in legno, la pavimentazione dell’atrio e dei corridoi di accesso ai palchi sono in pietra.[39]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[40]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2015 gli stranieri residenti nel comune erano 1 439, ovvero il 7,14% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[41]:

  1. Romania, 493
  2. Albania, 169
  3. Moldavia, 155
  4. Marocco, 111
  5. Macedonia del Nord, 76
  6. Cina, 65
  7. Kosovo, 54
  8. Ghana, 49
  9. Burkina Faso, 41
  10. Filippine, 32

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Cittadella è attraversata dalle strade statali nº53 e nº47 (oggi in parte strade regionali e provinciali).

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Stazione di Cittadella, all'incrocio delle linee Bassano-Padova e Vicenza-Treviso.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Il 23 maggio 2008 ha ospitato l'arrivo della 13ª tappa del Giro d'Italia 2008 Modena - Cittadella di 177 km che ha visto la vittoria in volata dell'inglese Mark Cavendish. Il 22 marzo 2013 lo stadio "Piercesare Tombolato" ha ospitato l'amichevole Under 21 di calcio Italia-Russia (2-0 gol di Immobile e Insigne).

Società sportive[modifica | modifica wikitesto]

Ciclismo[modifica | modifica wikitesto]

Cittadella è sede di partenza e in passato anche d'arrivo dell'Alta Padovana Tour corsa in linea maschile di ciclismo su strada riservata alla categoria Under 23 e vinta da giovani dilettanti divenuti in seguito professionisti come Mattia Gavazzi, Elia Viviani e Paolo Simion[51][52][53].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Festa dei Veneti 2004 - prima edisión, su raixevenete.net, RAIXE VENETE - el jornale dei Veneti. URL consultato il 25 novembre 2011 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2011).
  2. ^ a b c d e f g h Italia da scoprire. Viaggio nei centri minori, Milano, Touring Editore, 1996, pp. 138-139, ISBN 88-365-0656-9.
  3. ^ a b c d e f g h Visitare Cittadella. Introduzione storica, su turismo.comune.cittadella.pd.it. URL consultato il 7 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2014).
  4. ^ I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 45-46
  5. ^ a b c Valle, Il monumento, la città, il progetto, p.19
  6. ^ Touring Club Italiano, Guida d'Italia, p.586
  7. ^ Curci, Sezione A, p.33
  8. ^ Le cento città d'Italia, Cittadella, pp.25,28-29
  9. ^ Curci, Sezione A, p.14
  10. ^ Curci, Sezione A, p.25
  11. ^ Curci, Sezione A, p.18
  12. ^ Curci, Sezione A, p.26
  13. ^ Curci, Sezione A, p.15
  14. ^ Curci, Sezione A, p.35
  15. ^ a b Vallerani, Il Cittadellese nella città diffusa, pp. 983-985
  16. ^ a b c Monti, Il valore delle mura, p.211
  17. ^ Meneghelli, Le origini dell'urbanistica moderna, p.970
  18. ^ Lino Scalco (a cura di), Storia di Cittadella. Tempi, spazi, gerarchie sociali, istituzioni, 2007, Edizioni del Comune di Cittadella.
  19. ^ Visitcittadella - sito ufficiale, su visitcittadella.it. URL consultato il 22 maggio 2020 (archiviato il 14 aprile 2020).
  20. ^ Dal restauro all'inaugurazione, su historiatravel.it. URL consultato il 18 giugno 2020 (archiviato il 18 giugno 2020).
  21. ^ Giannesini, Progetto Cittadella 1994/2013, p.88
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  49. ^ A.S.D. Cittadella Brenta Gunners | SCHEDA SOCIETÀ PALLACANESTRO VENETO @PLAYBASKET.IT, su playbasket.it.
  50. ^ Cittadella Hockey – HP Cittadella Hockey | Sito ufficiale, su cittadellahockey.com.
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  53. ^ Alta Padovana Tour, su cicloweb.it. URL consultato il 5 ottobre 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia Cinta muraria[modifica | modifica wikitesto]

  • Sante Bortolami, Cittadella e le sue mura, Venezia, Editore Amilcare Pizzi s.p.a. con il patrocinio della Giunta regionale del Veneto, 1988, ISBN 88-366-0166-9.
  • Gianni Perbellini, LE OPERE MILITARI DI DIFESA DEI TERRITORI VENETI NEL MEDIOEVO, Venezia + antiga edizioni, Glossario ragionato, Editore Marco Polo System G.e.i.e, 1984, 2014.
  • Sante Bortolami e Chiara Ceschi, Cittadella Città murata, Biblos Cittadella, 2015.
  • Lino Scalco (a cura di), Storia di Cittadella. Tempi, spazi, gerarchie sociali, istituzioni, Edizioni del Comune di Cittadella, 2007.
  • www.turismo.comune.cittadella.pd.it.
  • Antonietta Curci, Sezione A. Origine e evoluzione del fossato di Cittadella, in Antonietta Curci (a cura di), Alla riscoperta dell'acqua perduta: il fossato di Cittadella, Cittadella, Consorzio di bonifica Brenta, 2011, pp. 09-35.
  • Cittadella, in Le cento città d'Italia. Supplemento mensile illustrato del Secolo, Milano, 30 aprile 1901, pp. 25-29.
  • Touring Club Italiano, Guida d'Italia. Veneto (esclusa Venezia), 6ª ed., Milano, Touring Editore, 1992, ISBN 88-365-0441-8.
  • Francesco Vallerani, Il Cittadellese nella città diffusa:sviluppo o crescita?, in Lino Scalco (a cura di), Storia di Cittadella: tempi, spazi, gerarchie sociali, istituzioni, vol. 2, Cittadella, Edizioni del Comune di Cittadella, 2007, pp. 983-992.
  • Patrizia Valle, Il monumento, la città, il progetto, in Margherita Petranzan (a cura di), Patrizia Valle. Limen: il segno del passaggio, Padova, Il Poligrafo, 2005, pp. 15-29, ISBN 978-88-7115-478-7.
  • Guglielmo Monti, Il valore delle mura, in Margherita Petranzan (a cura di), Patrizia Valle. Limen: il segno del passaggio. Conservazione e valorizzazione del sistema fortificato a Cittadella, collana Quaderni di Anfione e Zeto, Padova, Il Poligrafo, 2005, pp. 211-217, ISBN 978-88-7115-478-7.
  • Walter Meneghelli, Origini dell'urbanistica moderna a Cittadella, in Lino Scalco (a cura di), Storia di Cittadella: tempi, spazi, gerarchie sociali, istituzioni, vol. 2, Cittadella, Edizioni del Comune di Cittadella, 2007, pp. 965-982.
  • Patrizia Valle, Progetto Cittadella 1994-2013. Strutture, in Sebastiano Giannesini (a cura di), Patrizia Valle: Progetto Cittadella 1994/2013: restauro e ri-animazione delle mura di Cittadella, Cittadella, Biblos, 2013, p. 68, ISBN 978-88-6448-050-3.
  • Patrizia Valle, Progetto Cittadella 1994-2013. Materia, in Sebastiano Giannesini (a cura di), Patrizia Valle: Progetto Cittadella 1994/2013: restauro e ri-animazione delle mura di Cittadella, Cittadella, Biblos, 2013, pp. 70-74, ISBN 978-88-6448-050-3.
  • Patrizia Valle, Progetto Cittadella 1994-2013, in Sebastiano Giannesini (a cura di), Patrizia Valle: Progetto Cittadella 1994/2013: restauro e ri-animazione delle mura di Cittadella, Cittadella, Biblos, 2013, p. 14, ISBN 978-88-6448-050-3.
  • Sebastiano Giannesini (a cura di), Patrizia Valle: Progetto Cittadella 1994/2013: restauro e ri-animazione delle mura di Cittadella, Cittadella, Biblos, 2013, ISBN 978-88-6448-050-3.
  • Oscar Brotto, In media res. Cronologia (1980-2005), in Lino Scalco (a cura di), Storia di Cittadella: tempi, spazi, gerarchie sociali, istituzioni, vol. 2, Cittadella, Edizioni del Comune di Cittadella, 2007, pp. 1043-1055.

Bibliografia Teatro Sociale[modifica | modifica wikitesto]

  • Gilda Franceschetto, Nuovi documenti sulla vita di Cittadella nel periodo napoleonico, Padova, Soc. Coop. Tipografica, 1957.
  • Giuseppe Pavan, Il teatro di porta Bassanese, Cittadella, 1957.
  • Gilda Franceschetto, Il teatro sociale di Cittadella, Cittadella, Bertoncello, 1975.
  • Corrispondenza del 14.6.1853, A.T.S..
  • Nino Galimberti.
  • Ufficio tecnico comunale di Cittadella.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Fedele alle sue nobili, antiche tradizioni di fiero amor patrio, la popolazione di Cittadella forniva, con pronta sensibilità, immediato e fattivo sostegno alla Resistenza, validamente contribuendo alla organizzazione e al potenziamento materiale e spirituale delle formazioni partigiane della regione, sopportando con esemplare coraggio perdite e distruzioni e generosamente offrendo alla causa della libertà della Patria un alto tributo di eroismo e di sangue. Cittadella, 8 settembre 1943 - 29 aprile 1945»
— 8 ottobre 1969[1]
Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
«Decreto del Presidente della Repubblica»
— 6 maggio 1972
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1867 1871 Giuseppe Tombolan Fava Sindaco
1871 1874 Giuseppe Wiel Sindaco
1875 1876 Gio Batta Tommasi Sindaco
1878 1883 Filippo Sabbadin Sindaco
1885 1889 Luigi Dainese Sindaco
1889 1892 Giovanni Rossetti Sindaco
1896 1908 Alessandro Busatta Sindaco
1910 1913 Alessandro Busatta Sindaco
1914 1920 Gavino Sabadin Sindaco
1921 1923 Carlo Busatta Sindaco
1923 1927 Devido Greppi Sindaco
1927 1931 Gustavo Zambusi Sindaco
1945 1946 Camillo Carcereri Sindaco
1947 1950 Giuseppe Tessari Sindaco
1951 1960 Attilio Gobbo Democrazia Cristiana Sindaco
1960 1970 Antonio Pettenuzzo Democrazia Cristiana Sindaco
1970 1975 Giorgio Dal Pian Democrazia Cristiana Sindaco
1975 1990 Pietro Tosetto Democrazia Cristiana Sindaco
1990 1992 Paolo Giopp Democrazia Cristiana Sindaco
1992 1993 Giovanni Paolo Parolin Democrazia Cristiana Sindaco
1994 2002 Lucio Facco Lega Nord Sindaco
2002 2007 Massimo Bitonci Liga Veneta Repubblica Sindaco
2007 2012 Massimo Bitonci Lega Nord Sindaco
2012 2015 Giuseppe Pan Lega Nord Sindaco
2016 in carica Luca Pierobon Lega Nord Sindaco