Italia centrale: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Confini: fix refuso
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 26: Riga 26:
È difficile tracciare un netto confine di separazione dell'Italia centrale dal resto del Paese, sia da un punto di vista geografico sia storico-dialettale. A livello linguistico alcuni territori rientranti nella suddivisione amministrativa del Centro Italia parlano dialetti affini a quelli dell'Italia del Nord, poiché le vicende storiche che si susseguirono nel corso del tempo spostarono numerose volte i confini delle periferie dei vari imperi e nazioni passati come dimostra il caso dell'attuale [[Emilia-Romagna]] centro-orientale (da [[Rimini]] a [[Bologna]] e [[Ferrara]]) che fu per secoli terra pontificia come il [[Lazio]], l'[[Umbria]] e le [[Marche]]. I confini del papato lambirono infatti, durante la loro massima espansione settentrionale, il [[Veneto]] meridionale ([[Rovigo]]) e tali cambiamenti amministrativi crearono un rimescolamento etnico e linguistico i cui effetti sono ancora oggi visibili. In altri casi, le lingue e i dialetti parlati in una certa zona non dipendono da cambi di confini amministrativi, ma derivano da episodi storici lontanissimi del tempo.
È difficile tracciare un netto confine di separazione dell'Italia centrale dal resto del Paese, sia da un punto di vista geografico sia storico-dialettale. A livello linguistico alcuni territori rientranti nella suddivisione amministrativa del Centro Italia parlano dialetti affini a quelli dell'Italia del Nord, poiché le vicende storiche che si susseguirono nel corso del tempo spostarono numerose volte i confini delle periferie dei vari imperi e nazioni passati come dimostra il caso dell'attuale [[Emilia-Romagna]] centro-orientale (da [[Rimini]] a [[Bologna]] e [[Ferrara]]) che fu per secoli terra pontificia come il [[Lazio]], l'[[Umbria]] e le [[Marche]]. I confini del papato lambirono infatti, durante la loro massima espansione settentrionale, il [[Veneto]] meridionale ([[Rovigo]]) e tali cambiamenti amministrativi crearono un rimescolamento etnico e linguistico i cui effetti sono ancora oggi visibili. In altri casi, le lingue e i dialetti parlati in una certa zona non dipendono da cambi di confini amministrativi, ma derivano da episodi storici lontanissimi del tempo.


A tal proposito si tenga presente, ad esempio, che le [[lingue gallo-italiche]], diffuse soprattutto in Italia settentrionale, si parlano anche in alcune zone dell'Italia centrale: nella [[Romagna toscana]], nelle [[provincia di Pesaro e Urbino]] e nella parte settentrionale di [[provincia di Ancona|quella di Ancona]]. Nel caso della Romagna toscana può aver giocato un ruolo la vicinanza ai confini regionali, nonostante essa, storicamente, sia stata parte del [[Granducato di Toscana]]; nel caso dei territori marchigiani citati, si parlano lingue gallo-italiche perché nel IV secolo a.C. vi si insediarono i [[Senoni|Galli Sènoni]] e ciò influenzò in modo permanente il modo di parlare di quelle zone.
A tal proposito si tenga presente, ad esempio, che le [[lingue gallo-italiche]], diffuse soprattutto in Italia settentrionale, si parlano anche in alcune zone dell'Italia centrale: nella [[Romagna toscana]], nella [[provincia di Pesaro e Urbino]] e nella parte settentrionale di [[provincia di Ancona|quella di Ancona]]. Nel caso della Romagna toscana può aver giocato un ruolo la vicinanza ai confini regionali, nonostante essa, storicamente, sia stata parte del [[Granducato di Toscana]]; nel caso dei territori marchigiani citati, si parlano lingue gallo-italiche perché nel IV secolo a.C. vi si insediarono i [[Senoni|Galli Sènoni]] e ciò influenzò in modo permanente il modo di parlare di quelle zone.


Un altro caso, sempre in Toscana, riguarda il dialetto della [[provincia di Massa-Carrara]] e della [[Lunigiana]], assai affine all'emiliano pur essendo amministrativamente sotto [[Firenze]]. Si ricava da ciò che il concetto di Italia centrale è abbastanza effimero, poco corretto storicamente e linguisticamente. Cosa certa è comunque la sua espansione verso nord nel versante occidentale tirrenico ([[dialetto toscano]]), mentre su quello adriatico le vicende storiche legate alla Pianura Padana hanno favorito le parlate [[Lingue gallo-italiche|galloitaliche]], determinando uno sbilanciamento ovest-est del Nord Italia etno-linguistico a favore di quest'ultima zona.
Un altro caso, sempre in Toscana, riguarda il dialetto della [[provincia di Massa-Carrara]] e della [[Lunigiana]], assai affine all'emiliano pur essendo amministrativamente sotto [[Firenze]]. Si ricava da ciò che il concetto di Italia centrale è abbastanza effimero, poco corretto storicamente e linguisticamente. Cosa certa è comunque la sua espansione verso nord nel versante occidentale tirrenico ([[dialetto toscano]]), mentre su quello adriatico le vicende storiche legate alla Pianura Padana hanno favorito le parlate [[Lingue gallo-italiche|galloitaliche]], determinando uno sbilanciamento ovest-est del Nord Italia etno-linguistico a favore di quest'ultima zona.

Versione delle 18:05, 15 ott 2021

Italia centrale
StatiBandiera dell'Italia Italia
TerritorioLazio, Marche, Toscana e Umbria
Superficie58 052 km²
Abitanti11 986 958[1] (31-12-2019)
Densità206,51 ab./km²

L'Italia centrale, Centritalia, Centro Italia o, più semplicemente, Centro è quella parte del territorio italiano che, nella definizione dell'Istat adottata anche dall'Eurostat[2], comprende le regioni Lazio, Marche, Toscana e Umbria.

Geografia fisica

È attraversata dagli Appennini settentrionali e centrali ed è bagnata a est dal mare Adriatico, a ovest dal mar Tirreno e dal mar Ligure. I principali fiumi di questa porzione di territorio sono l'Arno e il Tevere con i loro affluenti. I laghi più importanti sono il Trasimeno, il lago di Bolsena e il lago di Bracciano. Da un punto di vista altimetrico l'Italia centrale ha un territorio prevalentemente collinare (68,9%). Le zone montuose e quelle pianeggianti equivalgono rispettivamente al 26,9% e al 4,2% della ripartizione territoriale.

Confini

La definizione socio-culturale non è altrettanto netta, ma generalmente esclude le regioni storicamente parte del Regno delle Due Sicilie, tra cui l'Abruzzo

È difficile tracciare un netto confine di separazione dell'Italia centrale dal resto del Paese, sia da un punto di vista geografico sia storico-dialettale. A livello linguistico alcuni territori rientranti nella suddivisione amministrativa del Centro Italia parlano dialetti affini a quelli dell'Italia del Nord, poiché le vicende storiche che si susseguirono nel corso del tempo spostarono numerose volte i confini delle periferie dei vari imperi e nazioni passati come dimostra il caso dell'attuale Emilia-Romagna centro-orientale (da Rimini a Bologna e Ferrara) che fu per secoli terra pontificia come il Lazio, l'Umbria e le Marche. I confini del papato lambirono infatti, durante la loro massima espansione settentrionale, il Veneto meridionale (Rovigo) e tali cambiamenti amministrativi crearono un rimescolamento etnico e linguistico i cui effetti sono ancora oggi visibili. In altri casi, le lingue e i dialetti parlati in una certa zona non dipendono da cambi di confini amministrativi, ma derivano da episodi storici lontanissimi del tempo.

A tal proposito si tenga presente, ad esempio, che le lingue gallo-italiche, diffuse soprattutto in Italia settentrionale, si parlano anche in alcune zone dell'Italia centrale: nella Romagna toscana, nella provincia di Pesaro e Urbino e nella parte settentrionale di quella di Ancona. Nel caso della Romagna toscana può aver giocato un ruolo la vicinanza ai confini regionali, nonostante essa, storicamente, sia stata parte del Granducato di Toscana; nel caso dei territori marchigiani citati, si parlano lingue gallo-italiche perché nel IV secolo a.C. vi si insediarono i Galli Sènoni e ciò influenzò in modo permanente il modo di parlare di quelle zone.

Un altro caso, sempre in Toscana, riguarda il dialetto della provincia di Massa-Carrara e della Lunigiana, assai affine all'emiliano pur essendo amministrativamente sotto Firenze. Si ricava da ciò che il concetto di Italia centrale è abbastanza effimero, poco corretto storicamente e linguisticamente. Cosa certa è comunque la sua espansione verso nord nel versante occidentale tirrenico (dialetto toscano), mentre su quello adriatico le vicende storiche legate alla Pianura Padana hanno favorito le parlate galloitaliche, determinando uno sbilanciamento ovest-est del Nord Italia etno-linguistico a favore di quest'ultima zona.

Per quanto riguarda l'Abruzzo, è considerato geograficamente come parte dell'Italia centrale. Tuttavia, a causa della sua storica appartenenza al Regno delle Due Sicilie, viene solitamente fatto confluire nell'Italia meridionale, così come riconosciuto dall'amministrazione pubblica italiana ed europea, che lo considera ufficialmente come regione meridionale. Anche il dialetto abruzzese (con l'esclusione di quello aquilano) e perfino i dialetti marchigiani meridionali (questi ultimi parlati in territori mai annessi al Regno di Napoli) appartengono al gruppo meridionale intermedio. Analoga situazione si presenta per due territori laziali (circondari di Sora e Gaeta) i quali, pur considerati appartenenti all'Italia centrale, dal punto di vista storico, geografico, ma anche linguistico e culturale dovrebbero essere considerati parte dell'Italia meridionale, poiché prima del 1860 appartenevano al Regno delle Due Sicilie:

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Granducato di Toscana e Stato pontificio.

Demografia

La popolazione residente nell'Italia centrale ammonta a 12 067 524 abitanti[1].[4]

Regioni

Regione Capoluogo Abitanti
  Lazio Roma 5 885 917
  Marche File:Ancona-Stemma.png Ancona 1 544 715
  Toscana Firenze 3 745 593
  Umbria Perugia 892 294

Comuni più popolosi

Di seguito si riporta l'elenco della popolazione residente nei comuni con più di 50 000 abitanti[4].

# Comune Regione Provincia Abitanti
1 Roma   Lazio   Roma 2 864 348
2 Firenze   Toscana   Firenze 382 036
3 File:Prato-Stemma.png Prato   Toscana   Prato 195 590
4 Perugia   Umbria   Perugia 166 271
5 File:Livorno-Stemma.png Livorno   Toscana   Livorno 159 164
6 File:Latina-Stemma.png Latina   Lazio   Latina 125 758
7 File:Terni-Stemma.png Terni   Umbria   Terni 111 744
8 File:Ancona-Stemma.png Ancona   Marche   Ancona 101 341
9 File:Arezzo-Stemma.png Arezzo   Toscana   Arezzo 99 417
10 File:Pesaro-Stemma.png Pesaro   Marche   Pesaro e Urbino 94 487
11 Pistoia   Toscana   Pistoia 90 389
12 File:Pisa-Stemma.png Pisa   Toscana   Pisa 89 627
13 Lucca   Toscana   Lucca 88 587
14 File:Guidonia Montecelio-Stemma.png Guidonia Montecelio   Lazio   Roma 88 502
15 Grosseto   Toscana   Grosseto 81 848
16 Fiumicino   Lazio   Roma 77 697
17 File:Aprilia-Stemma.png Aprilia   Lazio   Latina 72 923
18 Massa   Toscana   Massa-Carrara 69 710
19 File:Viterbo-Stemma.png Viterbo   Lazio   Viterbo 67 262
20 Pomezia   Lazio   Roma 63 666
21 File:Carrara-Stemma.png Carrara   Toscana   Massa-Carrara 63 409
22 File:Viareggio-Stemma.png Viareggio   Toscana   Lucca 62 661
23 File:Fano-Stemma.png Fano   Marche   Pesaro e Urbino 60 989
24 File:Foligno-Stemma.png Foligno   Umbria   Perugia 57 115
25 Tivoli   Lazio   Roma 56 706
26 File:Anzio-Stemma.png Anzio   Lazio   Roma 54 061
27 Siena   Toscana   Siena 53 774
28 Velletri   Lazio   Roma 53 300
29 File:Civitavecchia-Stemma.png Civitavecchia   Lazio   Roma 53 027
30 Scandicci   Toscana   Firenze 50 654

Province

Provincia Regione
File:Provincia di Frosinone-Stemma.png Provincia di Frosinone senza cornice

Lazio

File:Provincia di Latina-Stemma.png Provincia di Latina
File:Provincia di Rieti-Stemma.png Provincia di Rieti
Città metropolitana di Roma
Provincia di Viterbo
File:Provincia di Ancona-Stemma.png Provincia di Ancona senza cornice

Marche

File:Provincia di Ascoli Piceno-Stemma.png Provincia di Ascoli Piceno
File:Provincia di Fermo-Stemma.png Provincia di Fermo
File:Provincia di Macerata-Stemma.png Provincia di Macerata
File:Provincia di Pesaro e Urbino-Stemma.png Provincia di Pesaro e Urbino
senza cornice Provincia di Arezzo senza cornice

Toscana

senza cornice Città metropolitana di Firenze
senza cornice Provincia di Grosseto
senza cornice Provincia di Livorno
senza cornice Provincia di Lucca
senza cornice Provincia di Massa e Carrara
senza cornice Provincia di Pisa
senza cornice Provincia di Pistoia
senza cornice Provincia di Prato
senza cornice Provincia di Siena
senza cornice Provincia di Perugia

senza cornice

Umbria

senza cornice Provincia di Terni

Economia

Utilizzando la distinzione in tre Italie industriali di Arnaldo Bagnasco, gran parte dell'Italia centrale farebbe parte della "Terza Italia",[5] quella caratterizzata da un'industria, tranne alcune grandi multinazionali, espressa da piccole e medie aziende scarsamente legate agli aiuti di Stato. Il turismo (naturale, artistico, commerciale e sportivo) è assai sviluppato ovunque.

Terni è leader nel settore siderurgico e nella fattispecie in quello dell'acciaio inossidabile. Il suo polo industriale è secondo per grandezza e primo per produttività in Italia. Fabriano (AN) è famosa per la produzione di carta (Cartiere Miliani, Museo della carta e della filigrana) e per le fabbriche della famiglia Merloni: Indesit Company, Ariston Thermo Group e Antonio Merloni. È quindi un importante polo industriale, grazie alla produzione di elettrodomestici e di cappe aspiranti, settore in cui la città è prima in Italia, grazie a industrie quali Elica, Best e Faber.

In Alta Valle del Tevere, Città di Castello (PG) è ben nota per la produzione tipografica, avviata sul finire del XIX secolo, e le industrie tessili, del legno e metalmeccaniche, con alcuni marchi di rilievo internazionale; significativo l'artigianato del ferro. La limitrofa Sansepolcro è sede di importanti industrie alimentari, tra cui spiccano la Buitoni e Aboca, qui fondate rispettivamente nel 1827 e 1978 e oggi note a livello mondiale, un centro di ricerca della Nestlé e numerose aziende di medie e piccole dimensioni nel settore tessile e abbigliamento; l'artigianato si caratterizza per la lavorazione dell'oro, del legno e del merletto.

Note

  1. ^ a b Dato Istat al 31/12/2019
  2. ^ Classificazione ufficiale NUTS Nomenclature of Territorial Units for Statistics, su epp.eurostat.ec.europa.eu, Eurostat. URL consultato il 5 febbraio 2011.
  3. ^ Ad eccezione di una limitata porzione di territorio del Circondario di Gaeta che non venne annesso al Lazio nel 1927
  4. ^ a b Dato Istat al 31/08/2015
  5. ^ Secondo Bagnasco, le regioni che fanno parte della Terza Italia sono: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche e le province autonome di Trento e di Bolzano (cfr. Bagnasco A., Tre Italie. La problematica territoriale dello sviluppo italiano, Bologna, Il Mulino, 1977, apud Munegato, M., Modelli di governance dei sistemi produttivi locali. L'ufficio distretti della CCIAA di Vicenza; Università degli Studi di Padova, 2008.)

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni